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Messaggi - Ipazia

#5596
Quello che non si evidenzia abbastanza e che forse sarà difficile quantificare nelle sue proporzioni reali è che la maggior parte dei morti "per" e "con" coronavirus in realtà sono vittime di una strage di Stato che ha usato il virus come pallottola, nascondendo la pistola da cui è partita (che neppure il padre medico di Eutidemo conosce). La pistola è appunto lo Stato e il teatro del crimine non è su spiagge e giardinetti, osterie e barbecù, presidiati con rigore inumano dai giannizzeri di Stato di cielo, mare e terra, androidi inclusi, e neppure nell'abbraccio del nipotino, ma in condizioni di lockdown dentro ambulatori medici, pronto soccorsi, ospedali e soprattutto RSA. Estendendo la strage a livello globale sono certa che la modalità della mattanza si riprodurrà ovunque con percentuali superiori al 50% e certo più vicine al 100 che al 50 dei casi, superando anche la questione "con" o "per" riferita al killer virale.

Dubito che l'assassino svolgerà una indagine epidemiologica "indipendente" sul suo stesso crimine e se lo farà si guarderà bene dal diffonderlo con la stessa pervasità dell'"untore" inseguito dall'elicottero su una spiaggia deserta, ma lo collocherà in qualche rivista scientifica dove i pifferai mediatici che servono l'assassino si guarderanno bene dall'andardo a stanare.

Però utilizzando l'app NEURONI e ravanando assai in rete qualche buonanima come Andrea Molino potrà forse recuperare qualcosa e magari qualche assassino pentito farà pure autodafè. Non molto perchè sicuramente il dato non rientrerà neppure nelle schede epidemiologiche degli esperti dell'assassino e una volta perso sarà impossibile recuperarlo, se non nella memoria atomizzata dei superstiti. Nel frattempo il cancro virale dell'ideologia ufficiale lockdown avrà fatto il suo effetto e la metastasi avrà raggiunto l'intero gregge immunizzandolo dalla verità. La quale, essendo abituata da sempre a questo trattamento, non potrà che dirci: li mortacci son vostri, e ve li meritate pure perchè continuate a sostenere i vostri assassini.
#5597
L'umano troppo umano significa per FN il superamento della fase "artistica", romantica, wagneriana, fondata sull'apparire, sulla "forma" platonica e aristotelica che riveste di sè tutta storia della filosofia/metafisica. FN cerca qualcosa di più profondo, un fondamento più veridico, che può anche mostrarsi in superficie, mascherato, ma consapevolmente tale. Aldilà di ogni illusione. Appunto: al di là del bene e del male.
#5598
(segue - parte 2)

... preparandosi al grande balzo, che resterà sospeso, della sintesi finale: Der Wille zur Macht, la volontà di potenza...

Citazione di: Frammenti postumi 1887-1888 - progetto "Volontà di potenza"
(65) 9 [91]
Per combattere il determinismo. Dal fatto che un qualcosa segua regolarmente e in maniera calcolabile, non risulta che esso segua necessariamente. Che un quantum di forza si determini e comporti in ogni determinato caso in maniera e guisa unica, non ne fa una « volontà non libera ». La « necessità meccanica » non è un fatto : siamo noi soltanto che, nell'interpretare quel che accade, ve l'abbiamo introdotta. Abbiamo interpretato la formulabilità dell'accadere come conseguenza di una necessità che impera al di sopra dell'accadere. Ma dal fatto che io faccia qualcosa di determinato non segue affatto che io sia costretto a farlo. Non si può dimostrare la costrizione nelle cose : la regola dimostra solo che un unico e medesimo accadimento non è anche un altro accadimento. Solo dall'aver noi soggetti pensato ad « autori» nelle cose, sorge la parvenza che ogni accadere sia conseguenza di una costrizione esercitata su soggetti - esercitata da chi? di nuovo da un « autore ». Causa ed effetto - un concetto pericoloso, finché si pensi a qualcosa che causa e a qualcosa su cui si produce un effetto.

A) La necessità non è un fatto, ma un'interpretazione.

B) Una volta che si sia capito che il «soggetto » non è niente che produca effetto, ma solo una finzione, molte cose ne seguono. Solo in base al modello del soggetto abbiamo inventato le cose e le abbiamo introdotte nel guazzabuglio delle sensazioni. Se non crediamo più al soggetto agente, cade anche la credenza nelle cose agenti, nell'azione reciproca, nella causa ed effetto fra quei fenomeni che chiamiamo cose. Cade con ciò naturalmente anche il mondo degli ATOMI AGENTI, che si postulano sempre presupponendo che si abbia bisogno di soggetti. Cade infine anche la «COSA IN SÉ» : perché questa è in fondo la concezione di un «soggetto in sé». Ma noi abbiamo capito che il soggetto è finzione. La contrapposizione fra «cosa in sé » e « apparenza» è insostenibile ; ma con essa cade anche il concetto di «apparenza»

C) Se rinunciamo al soggetto agente, rinunciamo anche all'oggetto su cui si opera (...) (quiete-movimento, denso-rado: tutte antitesi che non esistono in sé e con cui effettivamente si esprimono solo diversità di grado, che si presentano come antitesi per una certa misura prospettica) (...)

D) Se abbandoniamo il concetto di «soggetto» e « oggetto», rinunciamo anche a quello di «sostanza » - e quindi anche alle varie modificazioni di quest'ultimo, per esempio «materia », «spirito» e altri esseri ipotetici, «eternità e immutabilità della materia», ecc. Ci siamo sbarazzati della materialità.
Espresso in termini morali, il mondo è falso. Ma, in quanto la morale stessa è una parte di questo mondo, la morale è falsa. La volontà di verità è un rendere saldo, un rendere vero-durevole, un eliminare dalla nostra presenza quel carattere falso,una reinterpretazione dello stesso nel senso dell'essere. La verità non è pertanto qualcosa che esista e che sia da trovare, da scoprire, - ma qualcosa che è da creare e che dà il nome a un processo, anzi a una volontà di soggiogamento, che di per sé non ha mai fine : introdurre la verità, come un processus in infinitum, un attivo determinare, non un prendere coscienza di qualcosa <che> sia « in sé » fisso e determinato. È una parola per la «volontà di potenza». La vita è fondata sul presupposto del credere in qualcosa che perdura e che ritorna regolarmente; quanto più potente è la vita, tanto più largo dev'essere il mondo da indovinare, a cui è stato per così dire conferito l'essere.(...)

(68) 9 [98]

(...) Niente «atomi»-soggetto. La sfera di un soggetto cresce o diminuisce continuamente - il centro del sistema si sposta continuamente ; se non può organizzare la massa di cui si è appropriato, si divide in due. D'altra parte esso può trasformare un soggetto più debole, senza distruggerlo, in un suo tributario, formando fino a un certo grado, insieme con esso, una nuova unità. Nessuna «sostanza», piuttosto qualcosa che in sé aspira a rafforzarsi; e che solo indirettamente vuole «conservarsi» (vuole superarsi) (...)

(185) 10 [57]

(...) L'errore psicologico, da cui è sorto il concetto di contrapposizione «morale » e «immorale » ; «disinteressato », «altruistico », «abnegante » - tutto irreale, fittizio. Errato dogmatismo riguardo all'«ego » : lo stesso assunto atomisticamente, in falsa contrapposizione con il «non-io» ; parimenti staccato dal divenire, come un essere.(...)
Dunque :
1 ) la falsa autonomia concessa all'« individuo» come atomo ;
2 ) la valutazione del gregge, che aborre e sente come ostile il voler rimanere atomo; (...)

... alla cui lettura si rimanda per avere il compendio finale, incompleto nella stesura ma non nelle intenzioni, della filosofia di FN: metafisica, epistemologia ed etica.

Mi riservo la critica a dopo aver accolto la vostra. Ho già detto e scritto molto  :D

P.S. i corsivi sono miei. Ce ne sono di originali nel testo citato ma era troppo laborioso riprodurli.
(...) omissis mio, non del testo originale che usa la simbologia - e . . .
#5599
Mi scuso per la lunghezza del post di apertura, ma per capire l'atomo di Friedrich Nietzsche (FN) la cosa migliore è, filologicamente, lasciare a lui la parola percorrendo il suo pensiero lungo l'intera vita filosofica, cui inframezzerò, tra una citazione e l'altra, qualche opinabilissima riflessione personale. Tutte le citazioni sono tratte dalla edizione filologica Colli-Montinari pubblicata da Adelphi.

Inizialmente FN non si discosta dalla concezione di atomo della scienza del tempo, che assume così com'è, iniziando a macinarci sopra:

Citazione di: Frammenti postumi 1869-1874
19 [159] L'urto, l'effetto di un atomo su di un altro, presuppone anch'esso la sensazione. Cose in sé estranee non possono agire le une sulle altre. Il difficile, nel mondo, non è il risvegliarsi della sensazione, bensì quello della coscienza. Ciò tuttavia si può ancora spiegare, ammesso che ogni cosa possieda la sensazione. Se ogni cosa possiede sensazione, noi abbiamo allora un intrecciarsi di centri piccolissimi, più grandi e grandissimi di sensazione. Questi complessi sensoriali, più grandi o più piccoli, dovrebbero chiamarsi «volontà››. E, difficile per noi liberarci dalle qualità.

FN si documenta sui testi di fisica e chimica e ad un certo punto compare Eraclito:

Citazione di: Frammenti postumi 1875-1876
9 [2] La conservazione dell'energia di B. Stewart:
(...)Queste molecole sono in movimento continuo e nella loro lotta si urtano tra loro : finché un urto è cosi forte da separarei due o tre atomi da cui una molecola è composta. Allora subentra un nuovo assetto. L'atomo fondamentale è immortale, ma "sempre in movimento. Questo è un altro limite della nostra conoscenza ; nulla si trova in stato di quiete.

Finchè, nella fase di trapasso dalla fase artistica, "wagneriana", egli arriva al centro della questione filosofica: Parmenide (essere) vs. Eraclito (divenire). L'arte è solo una illusione umana troppo umana, la fissazione artificiosa di un attimo fuggente, che la natura, impietosamente diveniente, disvela in tutta la sua illusorietà.

Citazione di: Umano, troppo umano, l e Frammenti postumi 1876-1878
24 [68] L'arte non appartiene alla natura ma soltanto all'uomo. In natura non vi sono note, essa è muta; né colori. Non vi è neppure figura, perché questa è il risultato di un rispecchiamento della superficie nell'occhio, ma in sé non vi è né sopra né sotto, né dentro né fuori. Se si potesse vedere diversamente che mediante il rispecchiamento, non si parlerebbe di figure, bensì si vedrebbe dentro, in modo che lo sguardo un poco alla volta sezionerebbe una cosa. La natura dalla quale si detrae il nostro soggetto è qualcosa di assai indifferente, non interessante ; non è l'abisso originario e misterioso, non è l'enigma rivelato del mondo; noi possiamo mediante la scienza superare molteplicemente la percezione sensibile, per esempio intendere la nota come un movimento vibratorio; quanto più disumanizziamo la natura, tanto più essa diventa vuota, priva di significato per noi. L'arte si fonda integralmente sulla natura umanizzata, sulla natura irretita e intessuta di errori e illusioni, dalla quale non vi è arte che possa prescindere; essa non coglie l'essenza delle cose perché è completamente legata all'occhio e all'orecchio. Solo l'intelletto deduttivo ci conduce all'essenza; per esempio, ci insegna che perfino la materia è un antichissimo pregiudizio innato, derivante dal fatto che l'occhio vede superficie piane e il tatto umano è un organo molto ottuso: dove cioè si percepiscono punti di resistenza, ci si costruiscono spontaneamente dei piani continui resistenti (che però esistono solo nella nostra rappresentazione), sotto l'illusione, ormai diventata abitudine, dell'occhio che rispecchia e che in fondo non è altro, appunto, che un grossolano organo di tatto. Un conglomerato di correnti elettriche, che girino attorno a punti determinati, si farebbe sentire come qualcosa
di materiale, come un oggetto solido, e l'atomo chimico è anzi una tal figura, circoscritta dai punti terminali di vari movimenti. Oggi siamo abituati a distinguere l'oggetto mosso e il movimento; ma in mosso è inventato, è messo dentro la realtà con la fantasia, perché i nostri organi non sono abbastanza sottili da percepire dovunque il movimento e ci mettono innanzi qualcosa di persistente, mentre in fondo non vi sono « cose », né vi è alcunché di persistente.

Si entra nella fase della (gaia) scienza e la (meta)fisica atomistica nicciana diventa più complessa, seguendo con grande libertà i sentieri del suo pensiero, più o meno interrotti (Holzwege) nel prosieguo:

Citazione di: Aurora e Frammenti postumi 1879-1881
6 [252] La massa spontanea di energia distingue gli uomini, non un atomo individuale. Poi i movimenti appresi con l'esercizio o comunicati ereditariamente in questa massa. È la stessa forza che viene consumata ora dai muscoli ora dai nervi.

Citazione di: Idilli di Messina-La gaia scienza e Frammenti postumi 1881-1882
I I [58] In qualche modo noi ci troviamo al centro - da una parte, per l'immensità del mondo, dall'altra, per la piccolezza del mondo infinito. Oppure l'atomo ci è più vicino dell'estremo limite del mondo? Il mondo per noi è qualcosa di più di un compendio di relazioni misurate in un certo modo ? Appena questa misura arbitraria viene a mancare, il nostro mondo si dissolve !

I I [250] Qualità "simili" dovremmo dire, invece di "uguali" - anche nella chimica. E  "simili" per noi. Niente avviene due volte, un atomo di ossigeno in realtà non ha il suo uguale ; per noi è sufficiente l'ipotesi che ve ne siano innumerevoli uguali.

Esaurito l'aspetto fisico, non rimane che la considerazione metafisica della dissoluzione di ogni certezza quantificante e calcolante, inclusa la chiave di volta di tutto il sistema di misura: A=A, il principio di identità. L'atomo non sfugge a tale metafisicizzazione e si troverà ben presto in compagnia di altri venerabili soggetti della metafisica.

Citazione di: Al di là del bene e del male 1885-1886
12.  Per quanto riguarda l'atomistica materialistica, essa appartiene alle teorie meglio confutate che siano mai esistite, e forse non c'è oggi in Europa, tra i dotti, nessuno così indotto, da attribuirle ancora una seria importanza, salvo per comodità d'uso giornaliero e domestico (vale a dire come un'abbreviazione dei mezzi espressivi) - grazie soprattutto a quel polacco, Boscovich, che insieme al polacco Copernico è stato fino ad oggi il più grande e il più vittorioso avversario dell'evidenza immediata. Infatti, mentre Copernico ci ha persuaso a credere, in opposizione a tutti i sensi, che la terra non è immobile, Boscovich ci insegnò a rinnegare la fede nell'ultima cosa della terra che «stava immobile », la fede nella «sostanza», nella «materia», nell'atomo come residuo terrestre, come piccola massa ; è stato il più grande trionfo sui sensi che sia mai stato ottenuto sino a oggi sulla terra. - Ma si deve ancora andar oltre e dichiarar guerra, una spietata guerra all'arma bianca, anche al «bisogno atomistico », che continua sempre ad avere una pericolosa sopravvivenza, in regioni insospettabili a chiunque, analogamente a quel più famoso « bisogno metafisico » : si deve prima di tutto dare il colpo di grazia anche a quell'altro e più funesto atomismo che il cristianesimo ci ha ottimamente e tanto a lungo insegnato, l'atomismo delle anime. Ci sia consentito di caratterizzare con questa parola quella credenza che considera l'anima come qualche cosa di indistruttibile, di eterno, d'indivisibile, come una monade, come un atomon; questa credenza deve essere estirpata dalla scienza! Non è assolutamente necessario, sia detto tra noi, sbarazzarci con ciò anche dell'« anima » e rinunziare a una delle più antiche e venerande ipotesi : come suole accadere all'imperizia dei naturalisti, ai quali basta sfiorare appena l'« anima » per perderla. Ma la strada per nuove forme e raffinamenti dell'ipotesi anima resta aperta : e concetti come «anima mortale» e «anima come pluralità del soggetto» e « anima come struttura sociale degli istinti e delle passioni» vogliono avere, sin d'ora, diritto di cittadinanza nella scienza. Col preparare una fine alla superstizione, che fino ad oggi ha lussureggiato con un rigoglio quasi tropicale intorno alla rappresentazione dell'anima, lo psicologo nuovo si è certamente spinto, per così dire, in un nuovo deserto e in una nuova diffidenza - può anche darsi che la condizione degli psicologi più antichi fosse più comoda e allegra ; - ma infine egli si rende conto che appunto con ciò è condannato anche a inventare - e, chissà, forse anche a trovare. -

L' a-tomon, l'indivisibile "sostanza" della fisica, si trova ben presto accoppiato all'indivisibile sostanza della metafisica (...teologica): l'anima monadica. FN punta sull'abilità creativa ed investigativa dello scienziato dell'anima, lo psico-logo FN medesimo, per traghettare l'anima verso altri lidi.

La tomistica nicciana (atomistica senza a, il rasoio; non c'entra Tomaso d'Aquino) non risparmia un altro mostro sacro della metafisica parmenidea e della contigua superstizione del logos ("i logici"): l'io, dissolvendo pure esso nel panta rei eracliteo:

Citazione17. Per quanto riguarda la superstizione dei logici, non mi stancherò mai di tornare sempre a sottolineare un piccolo, esiguo dato di fatto, che malvolentieri questi superstiziosi sono disposti ad ammettere, -vale a dire, che un pensiero viene quando è «lui » a volerlo, e non quando «io» lo voglio ;* cosicché è una falsificazione dello stato dei fatti dire: il soggetto «io» è la condizione del predicato «penso». Esso pensa: ma che questo «esso » sia proprio quel famoso vecchio «io» è, per dirlo in maniera blanda, soltanto una supposizione, un'affermazione, soprattutto non è affatto una «certezza immediata ».* E infine, già con questo «esso pensa » si è fatto anche troppo : già questo «esso» contiene un'interpretazione del processo e non rientra nel processo stesso. Si conclude a questo punto, secondo la consuetudine grammaticale : «Pensare è un'attività, a ogni attività compete qualcuno che sia attivo, di conseguenza . . .» . Pressappoco secondo uno schema analogo il più antico atomismo cercava, oltre alla «forza » che agisce, anche quel piccolo conglomerato di materia in cui essa risiede, da cui promana la sua azione, l'atomo ; cervelli più rigorosi impararono infine a trarsi d'impaccio senza questo «residuo terrestre» e forse un bel giorno ci si abituerà ancora, anche da parte dei logici, a cavarsela senza quel piccolo «esso» (nel quale si è volatilizzato l'onesto, vecchio io).

Fino alla apoteosi finale eraclitea che travolge l'ultimo bastione della metafisica (dell'essere): il principio di causa-effetto:...

Citazione di: Frammenti postumi 1885-1887
1 [32] - Il postulare atomi è solo una conseguenza del concetto di soggetto e di sostanza: in qualche posto ci dev'essere «una cosa» da cui l'attività comincia. L'atomo è l'ultimo rampollo del concetto di anima.

2 [61] Lo sviluppo del modo di pensare meccanicistico e atomistico non è a tutt'oggi consapevole del suo necessario punto d'arrivo; - è questa la mia impressione, dopo aver abbastanza a lungo riveduto le bucce ai suoi esponenti. Esso finirà con la creazione di un sistema di segni: rinuncerà a spiegare, abbandonerà il concetto di «causa ed effetto».

7 [56] Contro l'atomo fisico. Per comprendere il mondo, dobbiamo poterlo calcolare; per poterlo calcolare, dobbiamo avere cause costanti; ma poiché non troviamo tali cause costanti nella realtà, ce ne inventiamo alcune - gli atomi. È questa l'origine della teoria atomistica. La calcolabilità del mondo, l'esprimibilità di tutti i fatti della vita in formule - è questo davvero un «comprendere» ? Che cosa si sarebbe mai compreso di una musica, quando si fosse calcolato tutto ciò che in essa è calcolabile e si può abbreviare in formule? Poi le «cause costanti», cose, sostanze, quindi qualcosa di «incondizionato»: inventato - che cosa si è raggiunto?

... caduto il quale FN penetra risoluto nel sancta sanctorum del castello metafisico: la "cosa in sè", ...

Citazione di: Genealogia della morale 1887
13 ....non esiste alcun «essere» al di sotto del fare, dell'agire, del divenire; «colui che fa» non è che fittiziamente aggiunto al fare- il fare è tutto. Il volgo, in fondo, duplica il fare; allorché vede il fulmine mandare un barbaglio, questo è un farfare: pone lo stesso evento prima come causa, e poi ancora una volta come effetto di essa. I naturalisti non agiscono in modo migliore quando dicono: «La forza muove, la forza cagiona» e simili - la nostra intera scienza, a onta di tutta la sua freddezza, della sua estraneità a moti affettivi, sta ancora sotto la seduzione della lingua e non si è sbarazzata di questi falsi infanti supposti, i «soggetti» (l'atomo è, per esempio, un siffatto infante supposto, così come la kantiana «cosa in sé»)

... e si può rinchiudere (o liberare, scindendolo, secondo i punti di vista) l'atomo nella sua dimensione metafisica fallace e illusoria, per arrivare alla sintesi di tutto il percorso analitico nicciano: ...

Citazione di: Genealogia della morale 1887
IL PROBLEMA SOCRATE-5.
L'essere viene ovunque pensato, interpolato come intima causa delle cose ; dal concepimento dell'«io » consegue, come derivato da esso, il concetto di «essere» . . . Al principio sta l'errore, grandemente funesto, che la volontà sia qualcosa di agente, che la volontà sia unafacoltà . . . Oggi sappiamo che essa è soltanto una parola . . . Assai più tardi, in un mondo reso chiaro in mille forme, la sicurezza, la soggettiva certezza nel maneggiare le categorie della ragione giunse sorprendentemente alla coscienza dei filosofi : essi conclusero che queste non potevano avere un'origine empirica - ma che anzi l'intera esperienza era in contraddizione con esse. Dove sta dunque la loro origine? - E in India come in Grecia si è commesso lo stesso errore: « Dobbiamo già avere dimorato una volta in un mondo superiore (- invece di dire : in un mondo molto inferiore: ciò che sarebbe stata la verità), dobbiamo essere stati divini, giacché abbiamo la ragione ! » ...In realtà, nulla fino a oggi ha posseduto una più ingenua forza di persuasione che l'errore dell'essere, come fu formulato, ad esempio, dagli Eleati : esso ha anzi a suo favore ogni parola, ogni frase che noi pronunciamo ! - Anche gli avversari degli Eleati soggiacquero alla seduzione del loro concetto dell'essere : tra gli altri Democrito, quando escogitò il suo atomo . . . La «ragione» nel linguaggio : ah, quale vecchia donnaccola truffatrice ! Temo che non ci sbarazzeremo di Dio perché crediamo ancora alla grammatica...(*38)

*38 W II s, 68 aveva : (prima stesura)
« ... trasferisce la parvenza del soggetto su tutto il resto, dovunque santificando un essere e ponendo l'essere come causa. Se questi saggi antichi, come gli Eleati tra i Greci, ebbero una forza di persuasione cosi grande per tutti, persino per fisici materialisti (- Democrito si sottomise alla fissazione concettuale eleatica dell'ente, quando inventò l'atomo -), non dobbiamo dimenticare chi avevano dalla loro parte: l'istinto nel linguaggio, la cosiddetta ragione. Questa crede a un mondo "che è", le sue categorie non potrebbero essere applicate in un mondo di assoluto divenire . . . - noi ci troviamo oggi in realtà nella difficoltà di non avere a disposizione una formula per i nostri concepta e di dover trascinare con noi le vecchie categorie: cosi, ancora oggi, ci serviamo della parola "causa", ma l'abbiamo vuotata del suo contenuto - ed io temo che tutte le nostre formule si servano della vecchia parola in un senso che è perfettamente arbitrario».

I QUATTRO GRANDI ERRORI-3.
. . . L'uomo ha proiettato fuori di sé i suoi tre «fatti interiori », ciò in cui egli più saldamente credeva, la volontà, lo spirito, l'io - ha cavato per prima cosa dal concetto dell'io il concetto di essere, ha dato l'essere alle «cose» secondo la sua immagine, secondo il suo concetto dell'io come causa. C'è forse da stupirsi se in seguito ha continuato a ritrovare nelle cose soltanto quel che ci aveva messo? - E persino il vostro atomo, signori meccanicisti e fisici, quanti errori, quanta rozza psicologia restano ancora nel vostro atomo ! Per non parlare della « cosa in sé», dell' horrendum pudendum dei metafisici ! L'errore dello spirito come causa scambiato con la realtà ! E fatto misura della realtà ! E chiamato Dio !

(continua)
...
#5600
Citazione di: anthonyi il 30 Aprile 2020, 07:55:07 AM
Sarebbe interessante sapere, se il governo decidesse di fare sua questa decisione, e la applicasse a tutto il territorio nazionale, cosa farebbe il presidente Zaia, tanto sensibile alla questione no Vax

Il presidente Zaia si adeguerebbe come ha fatto per tutte le fesserie governative, ma impiegherebbe forse meno le forze di repressione per imporlo. Il forse è perchè la natura fascista della lega non va mai sottovalutata. In ogni caso i veneti si renderebbero ancora più conto che le imprese di Garibaldi non sono state un grande affare per loro. Convinzione che un referendum confermerebbe, al di là di ogni ragionevole dubbio, e che la gestione italiana dell'epidemia ha ulteriormente accresciuto nel profondo dell'anima serenissima.
#5601
Attualità / Re:Il valore della libertà
30 Aprile 2020, 10:00:56 AM
Incredibile la capacità dei politicanti di lanciare ami con vermi indigeribili di plastica. La presunta libertà di Zaia di permettere di accedere alle seconde case è una polpetta avvelenata che falcidierà i risparmi degli incauti che la prendessero troppo sul serio e immagino che delatori e nazisbirri siano già pronti all'agguato. Poiché il trasferimento può essere solo individuale una coppia dovrebbe quantomeno accedere alla sua casetta montana o marina con due mezzi, preferibilmente per strade diverse per non incocciare delle stesse bande armate che svelerebbero subitamente il trucco. Nel caso venissero intercettati entrambi, il sistema repressivo impiegherà meno che niente a bloccare sul nascere il tentativo, con irruzione della milizia nel domicilio agognato dove i due colpevoli verranno fucilati sul posto.

E' di fronte a queste difficoltà che si scopre il valore della libertà e la capacità di aguzzare l'ingegno della sua assenza. Sabato ci proviamo e che Dio-che-non-c'è ce la mandi buona. (anche se ci credessimo dubito che cambierebbe qualcosa di fronte allo Stato in armi contro i suoi cittadini).
#5602
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
30 Aprile 2020, 09:46:52 AM
Citazione di: Phil il 29 Aprile 2020, 21:14:33 PM
Similmente, riflettendo sulle dimensioni e la funzione di una tenaglia normale (convenzionale), si capisce (non «intuisce») che non ci si può prendere né il tronco di un albero né la punta di un capello. Non c'è nulla di mistico o spirituale, solo consapevolezza del ruolo (e dei limiti strutturali) dello strumento, del medium. Ciò non significa che lo strumento non possa ottenere dei risultati concreti: infatti la tenaglia ben stringe e svita bulloni (v. la famosa abilità tecno-scientifica di mandare sonde nello spazio), semplicemente c'è anche qualcosa che tale strumento non può cogliere, anche se questo non ne inficia comunque la funzionalità. Cos'è che sfugge alla tenaglia? Anzitutto, la possibilità di afferrare il suo stesso perno o il suo stesso manico, ovvero di (com)prendere se stessa. D'altronde, una tenaglia "vede" il mondo circostante classificato secondo la sua dicotomia prospettica di prendibile/non-prendibile; sebbene, al di là dell'aporia del non poter prendere sé stessa (aporia che è connaturata al suo stesso esser tenaglia e quindi ne fonda la funzionalità), c'è stata anche qualche tenaglia che ha osservato, fenomenologicamente, che è proprio la sua stessa interazione con il mondo circostante a farlo sembrare tutta una questione di prendibile/non-prendibile (vero/falso, giusto/sbagliato, etc.). Nel momento in cui si è consapevoli di come si funziona in quanto tenaglia, è spontaneo capire che la (com)prensibilità del mondo è una prospettiva convenzionale da tenaglie, una mappatura sovrastrutturale che le tenaglie impongono sul mondo (nel loro interagire empirico con esso); e in fondo non potrebbero fare altrimenti... almeno finché si adoperano "solo" a prendere/non-prendere (attività non certo scevra da difficoltà e rischi) o, come si direbbe più ad oriente, attaccarsi/non-attaccarsi.

Mettendomi nei panni dell'umile tenaglia, evidenzio la sua memoria di essere stata essa stessa presa e forgiata da altre tenaglie e da un maglio che le ha dato la forma in cui potersi manifestare nella sua prensile natura. Non del tutta avulsa da una sua capacità speculativa nel vedere agire altre tenaglie simili a lei per funzione e sostanza. Autocoscientemente maturando la consapevolezza della sua insostituibilità ogni volta che il mondo incappa in qualche bullone da avvitare o svitare. E trovando alfine la sua gloria nel canto di chi, nella "chiave a stella", ne colse e narrò la grande bellezza siderea.
#5603
Nella mia provincia che fa oltre 860.000 abitanti oggi 4 morti "per" covid19: 83-83-84-90 anni. Riposino in pace. Mai come ora il lutto degli anziani deceduti è stato vissuto con così sofferta partecipazione da folle oceaniche di generazioni più giovani. In qualche modo è la vendetta di cittadini che abbiamo lasciato infettare nella RSA e negli ospedali.
#5604
Attualità / Re:COVID19 - I "congiunti" "disgiunti"!
29 Aprile 2020, 13:39:14 PM
La questione è semplice: siamo alla demenzialità conclamata di regime. Che il re fosse nudo lo si sapeva, ma il coronavirus ne ha mostrato la nudità pure dell'anima (e il vuoto spinto della mente), oltre che quella già assai evidente del corpo.
#5605
Citazione di: anthonyi il 29 Aprile 2020, 05:12:43 AM
Citazione di: Ipazia il 29 Aprile 2020, 04:06:30 AM
Citazione di: anthonyi il 28 Aprile 2020, 20:27:54 PM
Andrea, col beneficio d'inventario su tutte le questioni mediche per le quali non ho competenza e mi fido dell'opinione dei tecnici, ti informo che i diritti costituzionali sono revocabili per problemi epidemici, è scritto nella costituzione.

Tale revocabilità reclusoria non puó travalicare tutti gli articoli precedenti sulla tutela delle libertà personali a meno di non disporre di un argomento incontrovertibile come quello che io, o le mia attività, sono infetti. Se non é in grado di affermarlo, la prevenzione deve prevalere sulla repressione e reclusione,  altrimenti è dittatura.


Quindi le vaccinazioni obbligatorie, essendo preventive, sono costituzionali.

Sono prevenzioni invasive sulla persona che confliggono con l'art.32. Personalmente sono a favore delle vaccinazioni, ma laddove sorge un conflitto tra principi costituzionali ugualmente tutelati l'unica via è la persuasione. Idem per le trasfusioni dei testimoni di Geova. E gli obesi, fumatori, drogati, alcolisti. Cui, su un altro fronte va considerata anche l'eutanasia.
#5606
Citazione di: anthonyi il 28 Aprile 2020, 20:27:54 PM
Andrea, col beneficio d'inventario su tutte le questioni mediche per le quali non ho competenza e mi fido dell'opinione dei tecnici, ti informo che i diritti costituzionali sono revocabili per problemi epidemici, è scritto nella costituzione.


Tale revocabilità reclusoria non puó travalicare tutti gli articoli precedenti sulla tutela delle libertà personali a meno di non disporre di un argomento incontrovertibile come quello che io, o le mia attività, sono infetti. Se non é in grado di affermarlo, la prevenzione deve prevalere sulla repressione e reclusione,  altrimenti è dittatura.
#5607
Scienza e Tecnologia / Re:Inflazione cosmica
28 Aprile 2020, 18:48:21 PM
Citazione di: bobmax il 28 Aprile 2020, 18:20:29 PM
D'altronde, da parte mia incontro difficoltà a seguire le tue argomentazioni. Che mi ritrovo a dover leggere più volte per non perdere il filo. Senza riuscire a giungere ad una soddisfacente chiarezza.

Condivido. @giopap mi ricorda un altro utente, peraltro della mia stessa fede politica, con un avatar, diciamo "ingombrante", a cui io stessa raccomandai di non eccedere in parentesi e digressioni. In un forum di una mia precedente vita in rete c'era uno strumento utilissimo denominato spoiler, in cui uno poteva chiudere le sue parentesi e digressioni, lasciando all'interlocutore la facoltà di accedervi o no.
#5608
Storia / Re:Le guerre civili romane e la resistenza
28 Aprile 2020, 18:35:22 PM
@Viator

Discorso lungo che meriterebbe una discussione a sè tipo: fenomenologia del poliziotto. Avendo fatto la sbirra in un contesto tecnico so di cosa si tratta. L'episodio da me citato è (arche)tipico del poliziotto così come uno stato autoritario lo sogna e cerca di produrlo, indipendentemente dalle diverse personalità dei soggetti che vengono laminati per ottenere il risultato voluto. Tenendo pure conto che anche il poliziotto tiene famigghia, quindi è ricattabile indipendentemente da come sia e si senta (mal)trattato. Se vuoi ne parliamo altrove.
#5609
Storia / Re:Le guerre civili romane e la resistenza
28 Aprile 2020, 18:21:52 PM
Il "fascismo" è modello archetipico, e pure storico, avendone anticipato tutte le varianti mondiali, di un modello autoritario che si contrappose alla cultura democratica alla ateniese, coi suoi bravi schiavi, del tempo liberal-liberista, ma pur sempre, almeno programmaticamente e "spiritualmente", democratica. In tal senso ritengo legittima l'espressione di "involuzione fascista" senza pensare alla camicia nera, decisamente demodè, ma piuttosto a tutte le varianti arcobaleno trendy nel secolo attuale.

Nel contesto italiano chiamare ogni forma di autoritarismo: "fascista", mi pare filogeneticamente fondato. In altri paesi avranno differenti modelli storici autoritari di riferimento.

La storia degli USA, come quella di tutte le colonie, è particolare. Possono festeggiare la data dell'indipendenza. Invece l'Italia indipendente non lo è mai stata perchè la sua unificazione è stata una forma di colonizzazione interna e i forti movimenti autonomisti ne sono la dimostrazione, non esorcizzabile con cabale patriottarde visto che la breve storia dell'unità fa acqua da tutte le parti: prima, durante e dopo il fascismo. Al quale non è quindi giusto addebitare tutte le colpe ma che dà ottima dimostrazione di sè tanto prima: Bixio, Bava Beccaris; che dopo: da Portella della Ginestra ai giorni nostri, con l'aggravante sempre sanguinante dei misteri di stato occultati.

Mi spiace InVerno, ma fare gli italiani è molto più difficile (in tutti i sensi) che fare l'Italia.
#5610
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
28 Aprile 2020, 17:52:15 PM
Citazione di: Phil il 28 Aprile 2020, 17:23:47 PM
Al minuto 43:03 Sini afferma:
«La filosofia non è più sufficiente per guardare il discorso, perché anch'essa è un discorso. Che ha relazioni molto forti con il tempo in cui è nata, che ha relazioni molto forti con il tipo di scrittura che ne è scaturito o da cui è scaturita. Perché... Hegel l'aveva capito benissimo: se tu scrivi con gli ideogrammi, non puoi fare filosofia; e aveva ragione. Ma questo vuol dire che la filosofia non dice la verità dell'uomo... ne dice una certa, una figura transeunte, transitante... alla fine: chi parla qui?».
Non me ne vogliano né Sini né la buon'anima di Hegel, ma sospetto non solo che si possa far filosofia a prescindere dalla scrittura, quindi oralmente (senza nemmeno porsi il problema di poterla poi segnificare in ideogrammi o lettere o geroglifici), ma inoltre che, in caso di scrittura differente da quella alfabetica, non si tratti di non poter fare filosofia (senza indugiare sulla possibile rigidità escludente insita nel termine), ma semmai di poter fare una filosofia strutturalmente differente dalla "nostra", con tutti gli annessi problemi di traduzione linguistico-concettuale.
Sulla domanda finale di Sini (che qui si traveste quasi da koan) «chi parla qui?», credo di essermi già sbilanciato adeguatamente in questo topic: essendo posta in pieno domandare logico-filosofico, essendo un "io" a porre la domanda, la risposta "da manuale" non può che essere (l')«io»; almeno finché decidiamo di "stare al gioco" (ludere) del nostro linguaggio prospettico e della nostra cultura (anche per risparmiarci il rischio di essere "inquadrati" come "cerchi" «non sani di mente», salvando così l'apparenza, per il quieto vivere e il quieto discutere).

Certo che è un koan, oserei dire fondativo del discorso filosofico; e la provocazione iniziale ha a che fare con il medesimo koan che riguarda anche la scienza che di quella risposta ha bisogno per credere nel lavoro che fa. Infatti poi Sini dà la sua risposta: l'io plurale che è la stratificazione ... etc. Finale in bellezza pure con lo spettacolo e i fuochi d'artificio. Perchè d'artificio si tratta, ma spettacolare.

Lo stesso spettacolo di uno scienziato filosofo rinascimentale cristiano e neoplatonico che ci raccontava l'universo. L'universo "fisico". La filosofia da sempre ci racconta l'universo antropologico. Quel racconto è il suo senso. E forse anche il nostro. The show go on.