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Messaggi - iano

#5611
L'amtropocemtrismo in se' è ineliminabile , in quanto equivale a dire che l' uomo osserva dal suo punto di vista e giudica.Il punto di vista però non è fisso e si evolve , quindi cambia , ma rimane sempre un punto di vista particolare .Anche in tal senso immagino gli animali siano uguali a noi.
#5612
Scienza e Tecnologia / Re:E=MC2 : vorrei capire
06 Febbraio 2018, 19:39:38 PM
È una formula che lega due grandezze variabili con una grandezza costante.
Massa ed energia rimangono distinte come dice Apeiron , in quanto dimensionalmente diverse.
Se guardiamo la formula dal punto di vista delle variabili , essa sembra dirci che esiste una cosa che ci si manifesta alle misure a volte con le dimensioni di una energia e altre con le dimensioni di una massa.
È un modo forse più corretto di vedere la questione , in quanto , a rigore , per via delle diverse dimensioni fisiche , non è corretto dire che una massa si trasforma in energia e viceversa.

Meno intuitivo è riuscire a vedere la formula dal punto di vista della costante , ma forse più interessante.
Il domandone è il seguente.
C'è qualcosa che si manifesta in forme diverse in conseguenza del fatto che la velocità della luce è costante ?
Oppure viceversa.
Là velocità della luce viene misurata come costante in conseguenza del diverso manifestarsi di una stessa cosa ?
Cioè, ha senso chiedersi se c'è una priorità?
#5613
@Apeiron.
Tanti post e tanti pareri ,più o meno autorevoli , e si può fare confusione.
Io non ho sostenuto che si possa mandare un messaggio indietro nel tempo.
Anzi , mi sarei aspettato di essere criticato per essere andato fuori tema. ;)
È vero invece che non rispondo punto punto. :(
Secondo Carlo Rovelli il tempo non appare più nelle "equazioni fondamentali della fisica" , ma non c'è da sorprendersi di ciò essendo toccato lo stesso destino ad alto e basso, caldo e freddo.
Il virgolettato l'ho messo io perché,se le cose stanno così dovremo aspettarci che altre cose spariscano da quelle equazioni e magari proprio il termine  "fondamentali" per iniziare.
Il tempo , l'alto e il basso , il caldo e il freddo , però giocano un ruolo fondamentale per noi , che appaiono o scompaiono dalle equazioni della fisica.
In questo senso anche parlavo di ibridazione fra i termini di uso quotidiano e quelli considerati scientifici.
C'è una continua osmosi di termini fra questi due mondi la cui separazione appare quindi artificiale.
Nella tua ennesima spiegazione usi ad esempio anche termini scientifici.
La tua è una trattazione matematica dov'è il tempo appare come una linea.
Adesso ho capito meglio.Grazie.
Trattato  in questo modo il tempo si dimostra che i viaggi in esso non sono paradossali.
Al posto di tempo possiamo sostituire alto e basso e i risultati rimangono ancora validi , e in questo caso anche congruenti con la nostra esperienza quotidiana.
Però a rigore alto e basso non esistono , se non per convenzione , e Rovelli sembra suggerirci il tempo avere stessa natura.
Ora immagino che se qualcuno affrontasse lo studio della teoria di Einstein , nella quale il tempo compare ancora, con n questa nuova consapevolezza , tutto diventerebbe meno paradossale e più digeribile.
In questo senso parlavo di illuminazione .
Naturalmente, a causa di ciò, così come la tua spiegazione è stata posta in forma chiara matematica , la teoria di Einstein ci apparirà immagino sotto una nuova luce , più matematica e meno fondamentale.
Forse allora non ci aspetteremo più che essa ci illumini sulla realtà del mondo, ma ci accontenteremo che sia una narrazione utile , fruibile , non in contraddizione con i risultati sperimentali.
A questo punto  i termini che appaiono in essa , che sia il tempo o aaltro diventa un dettaglio.
Se tutto quello che dico ha un senso allora diventa inevitabile promuovere la matematica da ancella a parte fondamentale della scienza, e qui il termine fondamentale però ci azzecca. :D
Però non è il libro della natura che è scritto con caratteri matematici , ma siamo noi che lo scriviamo.
E siccome lo scriviamo noi non c'è da sorprendersi che esso si presti ad essere scritto e riscritto , scegliendo sempre termini nuovi e cestinandone di vecchi.
Così nella narrazione che Carlo Rovelli fa della gravità quantistica il tempo non appare , mentre nella nostra narrazione quotidiana ce lo teniamo ben stretto e andiamo dritti per la nostra strada temporale a senso unico.
Mi spingerei nel dire che ciò che chiamiamo realtà è una convezione della quale il tempo può quindi fare parte a buon diritto.
Una convenzione che si tende a dividere in due blocchi.
C'è la realtà intesa in modo classico , costruita , ma non sappiamo come , perché non ne abbiamo tenuto memoria.
C'è la realtà nuova delle discipline scientifiche , per le quali basta entrare in biblioteca per sapere tutto , nascita morte e miracoli.
Infine, per restare in argomento i paradossi , compresi quelli dei viaggi nel tempo , ma in genere relativi a qualunque termine che appaia o meno nelle trattazioni scientifiche, nasce dall'associare a quei termini una realtà fondamentale , e tanto più appariranno tali quanto più si riferiscono a termini che si riferiscono alla nostra realtà quotidiana , e ancor più se lo steso termine appare  dentro alla realtà propostaci da una teoria scientifica.
Sono come sempre paradossi fruttuosi , perché sempre per risolverli , siamo costretti a cambiare i nostri punti di vista.
Riscriviamo le nostre teorie e in un certo senso riscriviamo noi stessi.
#5614
Il tempo non svolge alcun ruolo al livello fondamentale della fisica.
..........

Ci sono tante nozioni quotidiane che non svolgono più alcun ruolo nelle equazioni fondamentali dell'universo, per esempio le nozioni di "alto" e  "basso".............

Quindi non è poi così strano che nozioni comuni spariscano nella teoria fondamentale.

Carlo Rovelli. La realtà non è come ci appare.
Raffaello Cortina Editore. Prima edizione 2014.
Scienza e idee.
Collana diretta da Giulio Giorello.

Nostante lo sforzo di chiarezza dello scienziato Carlo Rovelli che si impegna con entusiasmo in questo testo di divulgazione scientifica anche questo non sfugge al destino comune di una certa osticita' .
Ma vale certamente la pena di portare a termine la lettura se poi il velo si squarcia  con immagini nitide come quella che ho riportata e che da sole valgono la pena della lettura , che è poca o nulla a dire il vero , se vi lasciate contagiare dall'entusiasmo dell'autore.
Grazie Carlo.
#5615
In definita , accettare l'ipotesi che il tempo sia una nostra costruzione , anche se non sappiamo dire come lo abbiamo costruito , se da un lato ci aliena da noi stessi , nella misura in cui la nostra percezione è parte di noi stessi, dall'altro lato ci aiuta a fare nostre e più intime , e parte di noi ,teorie scientifiche che ci spingono a ciò a causa del loro successo e della loro dimostrata utilità.
Da un lato si perde e dall'altro si guadagna.
Ognuno sarà libero di giudicare se il bilancio finale sia positivo oppure no. 
Da che parte io pendo mi sembra chiaro.
Lascio la vecchia strada per la nuova pur certo di non poter giungere alla meta.
Puro spirito di avventura.Il fascino del richiamo della frontiera, che una volta esauriti i continenti cerca i mondi nascosti dentro noi.
#5616
Credo ci sia una lezione da trarre dalla possibile narrazione che ho voluto abbozzare.
Se la scienza è in effetti una ibridazione fra le nostre percezioni ( alcune teorie infatti contengono il tempo che è una nostra costruzione ) e ciò che misuriamo  , o percepiamo coi nostri strumenti in alternativa ai sensi , allora dovremmo sentire la scienza come qualcosa di più intimo , qualcosa di nostro,qualcosa alla portat di tutti , così come alla portata di tutti sono il concetto di tempo , e la percezione del colore rosso , che non sappiamo dire cosa sono , ma che siamo pronti a giurare di percepire tutti allo stesso modo , senza poterne dare prova,e non ne possiamo dare prova perché non abbiamo conoscenza del processo che ha portato alla loro costruzione.
La differenza fra percezione e scienza è solo un fatto di coscienza.
Questo è il motivo per cui le teorie scientifiche non sono evidenti, perché l'evidenza è una prerogativa del processo percettivo , e per ognuno di noi la comprensione di una teoria scientifica è il tentativo spesso frustrato di riprodurre un simile processo.
Possaimo essere superesperti di una data teoria , ma non ci basta.
Finché non riusciremo per essa a creare una immagine che valga come la percezione di un rosso o del tempo non diremo mai di averla veramente compresa.
Cosa è dunque la comprensione se non il trovare una immagine  ,una narrazione , alla quale non c'è nulla da aggiungere e nulla da togliere , come una cosa evidente in se?
Cosa è dunque la comprensione se non aver trovato il modo di rendere il pesante mondo così lieve e leggero da poterlo contenere dentro noi senza apparente fatica?
#5617
Citazione di: epicurus il 02 Febbraio 2018, 11:54:35 AM
@Iano
Il concetto scientifico di tempo collide con le nostre intuizioni perché il concetto scientifico parla sia di "contesti umani" sia di "contesti estremi" (alta velocità e grandi masse, per esempio). E solo questi ultimi contesti sono per noi assolutamente controintuitivi, ma proprio perché non li viviamo.

Comunque a me qui non interessa la questione di come caratterizzare rigorosamente la dimensione temporale. Ciò che mi basta dire è che la dimensione temporale (più o meno intuitiva e più o meno scientifica) è indispensabile per capire la nostra realtà, perché la nostra realtà è una realtà mutevole e quindi, per definizione, temporale.
Intanto permettimi di ringraziare Apeiron per i suoi reiterati e pazienti tentativi di esporre le sue autorevoli opinioni.
Per il resto tendo ad essere d'accordo con te , volendo cercare però di abbozzare, perché di più non posso , una narrazione alternativa alla tua.
Intanto vorrei far notare una coincidenza forse non casuale.
Il successo presso il grande pubblico di una teoria scientifica è direttamente proporzionale al favore che il concetto di tempo in essa riceve.
Massima dunque per Newton.
Media per Eimstein.
Bassa per la teoria quantistica.
Ciò perché il tempo è qualcosa che ognuno di noi percepisce , ma che nessuno di noi sa dire cos'è.
Se il tempo fosse quindi solo una nostra costruzione,o , volendolo connotare in senso negativo, l'oggetto di una illusione collettiva , dovremmo sorprenderci di ritrovarlo all' interno di teorie scientifiche pure.
La risposta è che è vero che il tempo è una nostra costruzione , al pari delle nostre teorie scientifiche ,e che quindi , vista l'origine comune non c'è da sorprendersi di questa ibridazione.
Non c'è dubbio che il tempo , per quanto sia una costruzione , sia utile , come lo sono le teorie scientifiche.
Possiamo notare , con disappunto se vogliamo, che la necessità di questa ibridazione, nel progredire delle teorie viene sempre meno.
Per la gravità quantistica ad esempio il tempo della nostra percezione è solo uno dei possibili arbitrari ordini che possiamo dare ad un mondo che veniamo invitati a vedere come un insieme di eventi.
#5618
@ Il dubbio.
Se i due gemelli dormono in un letto a castello , quello in alto invecchia più velocemente , perché le lancette del suo orologio sono più veloci.
Questo però non è il modo corretto di esprimere la cosa perché in effetti le lancette degli orologi , se identici e quindi di pari precisione, girano alla,stessa,velocità.
Rimane il fatto che quando la mattina i due gemelli mettono i piedi per terra e confrontano i due orologi , questi non segnano la stessa ora.
Esistono oggi orologi così precisi da misurare questa differenza.
Che il tempo assoluto non esiste è quindi un dato di fatto.
Il paradosso del nonno nasce dunque dall'applicazione della logica , come tu dici , ad una ipotesi errata , quella del tempo assoluto.
Non esistendo il tempo assoluto perde di significato il concetto di contemporaneità, che possiamo però continuare proficuamente ad usare , a condizione di non programmare un viaggio nel tempo per il prossimo fine settimana. ;)
#5619
@Apeiron.
Si può fare o meno il tipo per la matematica , ma l'importanza sempre crescente che è venuta ad assumere non dipende da una preferenza.
È semplicemente quindi un dato di fatto che merita approfondita riflessione filosofica , alla quale .
alcuni scienziati stessi contribuiscono.
Il loro atteggiamento al proposito  è quello di chi subisce questo dato di fatto , che sarebbe sbagliato ,  piaccia o meno , sottovalutare o liquidare sbrigativamente.
Questa riflessione porta potenzialmente ad una rivoluzione dove tutto viene ridefinito , compresa la stessa matematica.
A me sembra che accettare questo dato con convinzione comporti potenzialmente una semplificazione della nostra idea del mondo , seppur uscendone ridimensionata , capace di spiegare molte cos'è apparentemente inspiegabili , ed in primis proprio l'iniegabile potere della matematica nello spiegare questo mondo.
#5620
@Non ho contraddetto le tue affermazioni , perché non ho le competenze farlo.
Mi pare che Goedel , correggimi se sbaglio , abbia appunto derivato dalla teoria della Relatività la possibilità dei viaggi nel tempo.
Ma il fatto che la teoria lo dice non significa che sia davvero possibile.
E se non è possibile , come tu dici , ciò non non invalida la teoria , ma ne definisce i limiti.
#5621
Il tempo della Relatività e il tempo della nostra intuizione non sono la stessa cosa.
Nel tempo della relatività infatti i viaggi nel tempo sono possibili , mentre nel mondo della nostra intuizione no.
Se continuiamo a confondere i due diversi tempi possiamo continuare questa discussione all'infinito.
Per la teoria della relatività il tempo è quello misurato dagli orologi , queste misure ci dicono che il tempo sul pavimento è diverso da quello che scorre , se scorre , sulla nostra scrivania.
Nulla a che fare dunque col tempo della nostra intuizione che esiste da quando esistiamo noi , e gli orologi , che sono venuti dopo , non hanno modificato.
Possiamo considerare che siano la stessa cosa senza gravi danni per le nostre piccole questioni quotidiane , ma farci sopra filosofia negli stessi termini ci porta fuori strada.
#5622
Tematiche Spirituali / Re:Buddismo oggi...
30 Gennaio 2018, 17:55:06 PM
Le religioni , le filosofie e gli ideali , sono la tessitura della società.
Se aderisci con convinzione ad una minoranza devi mettere in conto di essere un pesce fuor d'acqua.
Capisco il tuo problema , ma per contro essere accettato dalle ragazze perché si aderisce ai dei cliché non è neanche il massimo.
#5623
Citazione di: epicurus il 29 Gennaio 2018, 11:51:29 AM
@Viador, Iano

Che lo spaziotempo sia relativo è ormai un dato di fatto. Ma dire "lo spaziotempo è relativo" non è un modo generico per dire che lo spaziotempo non esiste, ma solo che non sono costanti.

Per quanto mi riguarda, dire "Il tempo esiste" (o anche "Lo spazio esiste") può essere fonte di confusione, perché si pensa di usare il termine "esiste" nel modo usuale, come lo usiamo con matite, automobili, alberi e similari. In realtà, non esistono veramente tempo e spazio in quanto oggetti, ma tali frasi indicano solo che gli eventi hanno caratteristiche temporali e spaziali.

Dire "esiste il tempo" equivale a dire "accadono eventi" o "prima quella cosa era così, ora è colà". Tutto qui, nient'altro di strano. Gli scienziati fanno esperimenti: fare esperimenti richiede cambiamento. Noi stiamo argomentando qui sul forum: ciò richiede cambiamento.

Ripeto, se si ricerca qualcosa di metafisico e/o qualcosa di assoluto, allora d'accordo che si rimarrà delusi. Ma per il resto, mi pare tutto non problematico.

E, ritornando sulla questione dei viaggi del tempo, Iano, la domanda ha senso. Ha senso nella misura nella quale io mi chiedo se oggi, 29 gennaio 2018, posso andare a fare un salto nell'Antica Roma. Se sia vero o falso è una questione, ma per quanto sensatezza mi pare sensata.
Secondo me a rigore non è corretto dire che lo spazio tempo della Relatività sia un dato di fatto , allo stesso modo che non è corretto dire che spazio e tempo assoluto Newtoniani siano un dato di fatto.
Non è il fatto che essi non siano oggetti ciò che osta alla loro esistenza .
Noi facciamo un uso proficuo dello spazio e del tempo assoluti  come ipotesi di una teoria , quella Newtoniana , facendone proficuo uso, e lo spazio tempo è un costrutto che rende semplice "immaginare " e maneggiare la teoria della Relatività .
A rigore non esiste però una descrizione matematica unica per una teoria.
O meglio , non esiste un solo modo di giungere ad una teoria a partire dai dati sperimentali.
Non ti sto dando torto.
Le tue osservazioni hanno valore.Ma....
Il fatto che la velocità della luce sia costante collide con l'idea che tu ed io , e 'Sant'Agostino , abbiamo di spazio e tempo.
Come facciamo a salvare capre e cavoli ?
Come facciamo a mantenere i concetti di spazio e tempo che tanto sono cari alla nostra intuizione , con il fatto controintuitivo che qualcosa  abbia una velocità costante?
Costruendo , inventandocelo , uno spazio tempo relativistico , che probabilmente non è una soluzione obbligata , per quanto efficace , di salvare capre e cavoli. Per questo non è corretto considera lo spazio tempo un dato di fatto ne' più né meno di quanto lo siano lo spazio e il tempo.
Un problema simile ,legato a spazio e tempo , secondo me si presenta pure nella teoria Quantistica , per la quale , in base al principio di indeterminazione, non possiamo conoscere lo "spazio e il tempo legati a una particella " con precisione infinita teorica , seppur disponessimo di strumenti perfetti.
In un modo o nell'altro , per salvare spazio e tempo , dobbiamo invischiarci in strane questioni.
Non mi preoccuperei tanto del fatto che le nostre percezioni , delle quali in qualche modo spazio e tempo sono parte possano collidere con le teorie di successo se è vero che queste a loro volta collidano fra loro.
In un certo senso la nostra percezione è solo una di queste teorie , più o meno utile come le altre.
#5624
Sant'Agostino ha detto che lui sapeva cosa era il tempo , ma quando qualcuno gli chiedeva di dire cosa fosse , allora non lo sapeva più.
Se al posto di tempo mettiamo il colore rosso e cose simili , l'affermazione continua a valere.
#5625
Quindi in definitiva se il tempo è solo un utile artificio , chiedersi se è possibile viaggiare dentro un artificio non ha senso , a meno che definire questi viaggi non possa configurarsi come un utile artificio a sua volta.
I paradossi , quando vengono fuori , mettono sempre in luce l'artificiosità dei nostri strumenti concettuali, e vengono fuori quando estendiamo l'uso di questi strumenti fuori dai limiti della loro effettiva utilità.
Credere di avere concetti del tutto aderenti alla realtà, per quanto consapevoli almeno della loro incompletezza , porta inevitabilmente a paradossi.
Un paradosso quando si presenta , ci invita ad affinare i nostri strumenti.
I processi percettivi non sono diversi di fatto dai processi scientifici, e al pari di quelli scientifici , non mirano alla conoscenza in se' , anche quando questa è la molla che spinge la ricerca.
È' vero però che , in analogia con i processi percettivi , tendiamo ad affermare di non comprendere una teoria fisica, fin quando non riusciamo a condensare questa in una immagine.
Il,tempo è certamente una di queste immagini che ci propone il sistema percettivo , che fino a un certo punto riteniamo utile usare anche nelle teorie scientifiche.
P.S.
Chiedo scusa se uso termini non proprio,esatti , non essendo un esperto , avendo   sicuramente detto anche cose imprecise.
Spero comunque che il quadro generale che ho voluto qui delineare e i ragionamenti che a questo hanno portato siano chiari.