Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - iano

#5626
Citazione di: Donalduck il 17 Maggio 2018, 18:50:42 PM
Citazione di: Jacopus il 13 Maggio 2018, 22:38:22 PMLe prove sulla scientificità della teoria si trovano in una serie sterminata di studi di biologia, di genetica, di paleontologia.
Curioso che io ancora non sia riuscito a trovare nessuno che ne citi soltanto una, ovviamente dimostrandone la fondatezza. Quello che fanno tutti è citarle in massa, confidando nell'effetto di aggettivi come "sterminato" "innumerevole"...
Ciò è dovuto credo alle conoscenze superficiali della maggioranza di noi.
Comunque fisserei due punti fermi , per quel poco che ne so'.
1.Darwin era uno scienziato.
2. La teoria dal punto di vista scientifico si presta a critiche , in quanto Darwin stesso cerco' di individuarne tutti i suoi punti deboli.Questo significa che le risposte alla maggior parte delle critiche le si dovrebbero trovare negli scritti di Darwin stesso.

Con cio' voglio dire , che se anche si riuscisse ad affossare la teoria , che è lo scopo di chi ha aperto la discussione , non si può affossare Darwin.

Se le cose stanno  così , se la teoria non è scientifica , perché c'è lo suggerisce Darwin stesso , non rimane da chiederci se nonostante cio' si possa dare ad essa un valore , e se in generale teorie non del tutto scientifiche possano avere un qualche valore.
La risposta è sì , a condizione e nella misura in cui altre teorie scientifiche non le smentiscano, e non mi risulta cio' si verifichi nello specifico della teoria dell'evoluzione.
La risposta è sì perché il confine fra scienza e non scienza non è così definito come ci piace credere , ne' tantomeno definitivo.
La risposta è sì perché una teoria scientifica non nasce dall'oggi al domani gia' bella e fatta.
La risposta è sì perché la teoria non è nata  per essere scientifica, ma per suggerire un criterio di catalogazione di piante ed animali più efficace rispetto ai precedenti riuscendovi con successo.
Ovviamente sarebbe stato impossibile , e infatti temuto, che questi criteri restassero confinati dentro allo scopo iniziale , ma non divenissero oggetto di congetture più o meno verificabili sul campo della ricerca scientifica e no , come in effetti è avvenuto.
In conseguenza di ciò ci ritroviamo in presenza non solo di testi di botanica e zoologia più fruibili , ma anche di una storia della vita sulla terra meglio leggibile.
Quindi gli evoluzionisti lavorando con paleotologi ,botanici , zoolologi , storici , tutti insiemi hanno tratto giovamento ognuno per il suo campo di studi.
Certo , si può dire che ad esempio la storia non è una teoria scientifica.E allora?
Potremmo chiudere con un domandone finale.
Un bestiario organizzato in modo più razionale , e quindi più fruibile , è più vero? Ovviamente no.
Una teoria che riesca a organizzare le conoscenze in modo più razionale che sia scientifica o meno , mantiene intatto il suo valore.
Ci si fissa troppo sul valore scientifico di una teoria, rischiando di perdere di vista il suo vero valore , il quale a volte appare evidente anche ai meno ferrati in materia , e in tal senso credo tutti siamo autorizzati a dire la nostra.
Le critiche in se' sono poi sempre le benvenute , anche quando inquinate da interessi che esulano dalla teoria in se' e dalla sua utilità, che sono poi la quasi totalità di quelle rivolte alla teoria dell'evoluzione , compresa questa discussione.
Non ci vuole uno scienziato , come era Darwin , per capire che mettere uomini e scimmie nello stesso capitolo del bestiario avrebbe dato fastidio ai più, e ancora lo da'.
Le cose però nel frattempo sono cambiate , ma non tanto da non far comprendere ad ognuno di noi il perché di quel fastidio , compresi quelli cresciuti nel frattempo in numero , che quel fastidio non lo sentono, godendosi così appieno il piacere delle nuove conoscenze acquisite , come succede a me.
Non sentirsi parte di alcuna parrocchia ha molti svantaggi , ma anche qualche piccolo vantaggio.
#5627
Percorsi ed Esperienze / Re:Avere ragione
16 Maggio 2018, 09:10:21 AM
Citazione di: sileno il 26 Aprile 2018, 09:29:53 AM
Avere ragione

Per avere ragione non basta esibire prove inconfutabili,affermazioni ragionevoli e condivise dalla maggioranza, da fonti autorevoli citate.

Se tentiamo di far loro cambiare idea,le persone si irrigidiscono
Più mettiamo in dubbio le loro idee e più se ne convincono.
Far cambiare idea anche a persone concilianti è difficile; l'uomo è un conservatore cognitivo: tende a mantenere le proprie idee anche di fronte a prove che dimostrano il contrario: bisogna capire come e dove le sue idee hanno le radici.

Conta anche un' appartenenza a una comunità,la mentalità,visioni di vita, riferimenti, formazione di altro tipo,ecc.

Illusione della conoscenza profonda: si è convinti di sapere e non si va a fondo di un problema.

Uno dei luoghi meno adatti per dialogare sono i social network. La rete pullula di partecipanti che criticano gli altri senza convincenti, plausibili affermazioni.
Manca online il linguaggio corporeo per sintonizzarsi e correggere il discorso che prende una piega sbagliata.
Chi si espresso, scrivendo, in un senso e in pubblico, non ritorna più sulle proprie idee.
Mostriamo comprensione, senza sposare tesi altrui che a verifiche affidabili non hanno fondamento, sulla base di fatti perché
insistere sulla infondatezza di una convinzione ottiene solo di rinforzarla.
Una previsione che sembrava molto ragionevole , ma che è stata smentita dai fatti , era quella che l'avvento della rete avrebbe reso inattuali i grandi agglomerati urbani con tutte le loro problematicità.
Non solo le metropoli continuano a crescere , ma confermano anche i loro lati positivi , oltre ovviamente ai negativi , di cui la rete non riesce a prendersi carico.
Il punto centrale per spiegare ciò non sembra avere a che fare con la presenza o assenza di un contatto diretto che permette anche il linguaggio corporeo , ma ha a che fare con la scelta dei nostri interlocutori.
Sulla rete puoi scegliere i tuoi interlocutori, evitando quelli a te sgraditi , mentre nelle grandi metropoli contatti anche solo occasionali con questi ultimi non si possono evitare e ciò sembra avere risvolti positivi nella crescita e progresso della metropoli.Perche'?
Seppure  il desiderio di ognuno sarebbe quello di chiudersi in quartieri e vivere fra una cerchia di persone di nostro gradimento , ciò' nelle metropoli non è del tutto attuabile , e più l'agglomerato urbano è grande maggiore è la probabilità di contatti non desiderati.
Tale desiderio invece trova piena soddisfazione in rete , dove riesci ad avere contatti solo con chi vuoi .
Il risultato è la,radicalizzazione e la chiusura entro cerchie impenetrabili e impermeabili ad ogni "argomento ragionevole e no " che potrebbe minare l'esistenza della cerchia stessa, e anzi si ottiene l'effetto contrario.
Trovate questi argomenti ampiamente trattati sul numero di Aprile delle "Scienze".
Sembra quindi che il contatto accidentale , non cercato , con n chi è portatore di idee molto diverse , come avviene nelle metropoli , sia fonte di creatività e di ricchezza.
Ciò si verifica sistematicamente ed in un breve arco di tempo quando si verificano le condizioni adatte.
È successo ad Atene nell'arco di mezzo secolo ed ha dato sviluppo all' intera civiltà occidentale.
È successo nellInghilterra Elisabbettiana e recentemente nella Silicon Walley.
Questi fenomeni vengono studiati anche per capire come fare ad organizzare aziende che siano produttive , dove si cerca di riprodurre le condizioni favorevoli ad un rapido sviluppo.
Il genio è diffuso in ogni epoca e in ogni luogo ma non tutte le epoche e tutti i luoghi sono riusciti a promuoverlo in modo adeguato e la rete non sembra il posto migliore per farlo.
Le metropoli oltre ad essere fonte di diffusione di virus sembrano esserlo anche delle idee.
I virus siamo riusciti a controllarli , ma le idee no , per quanto ci si provi.
Chi l'avrebbe mai detto che avremmo dovuto tessere le lodo delle metropoli?
Ecco alcune linee guida virtuose che sembrano essere state individuate.
Riformare la scuola e approfittare dei lati positivi della immigrazione che dovrebbero essere evidenti da quanto sopra detto , quanto è parimenti evidente che si tratta di un evento non gradito quanto accidentale , quanto inevitabile.
#5628
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
15 Maggio 2018, 11:12:04 AM
@Apeiron
Si , le particelle possiamo dire per comodità che occupano l' intero spazio , ma si comportano come occupassero un insieme finito di punti.
Mi pare manchi una definizione esplicita di particelle , mentre ve ne sono diverse di fatto , cioè di tipo operativo ,quindi in potenziale contraddizione fra loro.
Se devo dire qual'e' il confine di una particella in assoluto ho difficoltà a dirlo.
In tal senso dico che la particella occupa tutto lo spazio , perché mi sembra la cosa più sensata da dire.
Poi in relazione al l'esperimento in cui la particella è coinvolta posso convenientemente considerare uno spazio ridotto per essa , che può ridursi fino a un punto.
Mi pare si tratti del percorso mentale inverso a quello a cui l'emtenglement ci ha costretti.
Forse non è neanche niente di nuovo.
Un campo non ha limiti spaziali , tuttavia credo si possano individuare dei punti che ci permettano di descriverlo e di trattarlo.
Non so' come si faccia a creare nuovi concetti, perché non so' come si sono creati i vecchi .
Così non resta che provare a scindere e ricomporre , unificandoli , vecchi concetti.
Questo è sempre possibile farlo , in quanto i concetti , pur nascendo d all'interazione con la realtà, ne sono indipendenti.
Questa può sembrare una operazione dissacrante ed in effetti lo è .
Non si tratta di un dissacrare per il gusto di farlo però , né' per il gusto di stupire.
Si tratta di mettere su una fabbrica di concetti nuovi che però non avranno più nulla di sacro.
Perché se la sacralità fosse l'abitudine ad una convenzione, non sembra che la dinamica recente delle scoperte scientifiche ci darà abbastanza tregua per ricrearla.
Credere a ciò che di fatto è una convenzione è un confort a cui dovremo rinunciare.
Credere tutti insieme alle stesse cose è possibile se si ha il tempo di accordarsi , e anche il tempo di dimenticarsi che si tratta di un accordo.
Sacro è ciò della cui costruzione non si ha coscienza , o di cui si è persa memoria.
Non è tanto che conserviamo memoria dei processi che ci coinvolgono.
Forse non ci riflettiamo abbastanza.
Forse ci saranno anche cose che appaiono dal nulla , ma non sono quelle che appaiono a noi.
Ciò che appare a noi ha sempre una costruzione anche quando ci sembra come apparire dal nulla.
In che modo abbiamo costruito le particelle?
L'unico modo indiretto per saperlo è provare a decostruirle, e l'entenglememt mi pare ci inviti a fare ciò.
Il concetto di particella sembra fondamentale rispetto allo spazio , quindi ciò che è da mettere in discussione è la particella non la località , e quindi semmai  indirettamente la località'
#5629
Citazione di: Socrate78 il 13 Maggio 2018, 17:11:20 PM
In realtà è FALSO che i dinosauri si siano evoluti in uccelli, poiché è stato osservato che per produrre le piume degli uccelli sarebbero state necessarie moltissime mutazioni in sincronia perfetta tra loro! Quei dinosauri che falsamente sono visti come progenitori degli uccelli hanno in realtà quella che viene definita DINOPELURIA, cioè un tipo di pelo che si confonde con le piume degli uccelli, ma non è la stessa cosa.
Si parla di aggeggi ,peli o piume , che hanno la funzione di isolare termicamemte.
Ma da un punto di vista logico non esistono aggeggi che abbiano una funzione in modo esclusivo.
Se gli aggeggi hanno la forma di penne , piuttosto che peli , si rivelano utili a planare etc...
Non capisco cosa centri la sincronia , cioè mutazioni che si verifichino in contemporanea.
Da dove nasce questa necessità logica?
Se si verificano e in successione dov'è il problema?
In effetti le mutazioni possono verificarsi anche in contemporanea, ma col rischio che non basti l'età dell'universo a realizzare tale probabilità , senza poterlo tuttavia escludere.
Quindi comunque non si potrebbe dimostrare che non si sia realizzato.
È semplicemente altamente improbabile che si realizzi e quindi è FALSO affermare che si possa dimostrare l'irrealizzabilità della cosa.
Ma da dove nasce la necessità logica di dover ipotizzare una contemporaneità nelle mutazioni , piuttosto che una sequenza , cosa relativamente comunque più probabile ?
Come esercizio  ti invito a calcolare , anche solo grossolanamente , quale sia la probabilità che tu nascessi.
È una probabilità irrisoria , eppure tu esisti.
Non solo ,questo miracolo si realizza ogni giorno miliardi di volte , valendo per ogni essere che viene alla vita.
Qual'e' la pobabibilita' che proprio quegli esseri , e non altri nascano oggi ? Diciamo pure zero .Eppure si realizza.
Quello che sembra un miracolo da un punto di vista statistico  si dimostra così essere invece la normalità.
È un esercizio che propongo sempre anche a quelli che giocano alla lotteria , per fargli capire che la lotteria l'hanno già vinta senza averla mai giocata e che non è il caso di rigiocarsi la vita che hanno gia' vinto.
#5630
Citazione di: anthonyi il 13 Maggio 2018, 07:23:19 AM
Citazione di: iano il 11 Maggio 2018, 07:05:37 AM
Ragazzi , perdonatemi , ma non c'è la caviamo dando la colpa a Charles o a Cristoforo.

Iano, guarda che io ironizzavo polemicamente, dal mio punto di vista è più facile che evolva il razzismo in una cultura creazionista. In tale cultura, affermare che i neri sono stati creati inferiori, e quindi che Dio ha voluto questa inferiorità, non è un concetto così insensato.
In una cultura evoluzionista, invece, i neri sono differenti in quanto specializzati per una differente realtà ambientale che magari richiede maggiore forza fisica, da ciò il loro maggiore atletismo rispetto all'uomo bianco.
Un saluto
Perdonami , non avevo colto la provocazione.👍
#5631
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
13 Maggio 2018, 19:41:01 PM
@Apeoron


Proviamo con questa definizione.
Una particella è un ente all'interno del quale l'informazione si trasmette in modo istantaneo.
Questa unica deroga ammessa alla relatività è la definizione stessa di particella.
Essa si comporta a tutti gli effetti come se fosse concentrata in un punto.
Quello che pur confusamente sto suggerendo è che non bisogna rivedere il concetto di località, ma di particella , alla luce del fenomeno dell'entenglement.
Quali possono essere le conseguenze di questa , suppongo nuova , definizione?
Cosa ci guadagniamo e cosa ci perdiamo?🙂
#5632
Ragazzi , perdonatemi , ma non c'è la caviamo dando la colpa a Charles o a Cristoforo.
Il,razzismo ci coinvolge tutti.
Se dobbiamo parlare in termini di razze , il razzismo è un tratto che paradossalmente accomuna tutte le razze.
Se dunque c'è una sincera volontà di superarlo da parte nostra , nella teoria dell'evoluzione troviamo buone motivazioni aggiuntive per farlo , e non il contrario.
La teoria ci insegna anche umiltà.
Essa non parla specificamente dell'uomo , ma degli esseri viventi.
Essa mostra lo stesso interesse per l'uomo di quanto ne dimostra per una patella , e se ne interessa parimenti in quanto esseri viventi , e scommetto che se le patelle potessero comunicare con noi ci esprimerebbero lo stesso disappunto per la teoria.
La teoria si occupa delle dinamiche della vita sulla terra nel corso della storia.
Se il,razzismo è un problema i motivi dobbiamo cercarli umilmente dentro di noi , a qualunque razza apparteniamo , perché dentro la teoria non ce ne sono.
Se vogliamo capire cos'è la teoria è sufficiente leggere un buon libro divulgativo.
Se vogliamo capire cosa è il razzismo è sufficiente leggere dentro ognuno di noi.
Se questo razzismo non ci piace e vogliamo sinceramente superarlo in Darwin troviamo un buon maestro , uno fra tanti.
Se invece neghiamo il razzismo che è in noi ,possiamo dare la colpa a chi ci pare , Darwin compreso.
Ma non è così a buon mercato che c'è la possiamo cavare.
Superare il razzismo , anche solo quello verso il mio vicino di casa , è una fatica.
Una fatica che però ha un premio.
Se ci riesco alla fine non sono più me stesso , ma qualcosa di più di quel che ero e di solito si tratta di una bella sensazione.
Certo si fa' meno fatica a dare la colpa a Darwin o a Cristoforo , ma in questo non c'è nessuna soddisfazione.
Le razze , ma più in generale i diversi popoli con le loro diverse culture , non si mischiano mai per loro scelta , ma per accidentali necessità.
Cio' è fonte di non pochi problemi , ma quando alla fine si ottiene una integrazione si verifica sistematicamente che la somma è superiore al semplice risultato dell'addizione delle parti.
Questo è sotto gli occhi di tutti.Abbiamo bisogno di una teoria scientifica che c'è lo dimostri?
#5633
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Maggio 2018, 23:39:46 PM
Citazione di: iano il 10 Maggio 2018, 23:20:22 PM

Ovviamente poi si può distorcere qualunque teoria scientifica o meno a propri fini , ma questa è un'altra storia.
Ma stai tranquillo che il successo della teoria non deve nulla ai razzisti.

non ci sono state distorsioni. Era proprio la tesi "scientifica" a distorcere la realtà.
Se poi mi vuoi dire che hanno creato una teoria pseudo scientifica per secondi fini...allora cancelliamo la parola scientifico alla parola evoluzionismo darwinano.
Il mondo non è in bianco e nero.
Non esiste la scienza e la non scienza , e basta.
Esiste un processo di conoscenza che si articola in diversi modi.
Questa conoscenza quando si accumula si sente il bisogno di sitemizzarla e così nascono le teorie , che possono essere scientifiche oppure no.
Non conviene censurare certi processi di conoscenza perché non scientifici , in quanto significa bloccare il loro sviluppo che può sfociare nella scientificità.
Fra la magia ,l' alchimia e la scienza non esiste un punto netto di discontinuità storica e si è passati in modo continuo dalle una all'altra.
Anche i processi di conoscenza si evolvono , nonostante l'opposizione sempre presente ad essi.
Non c'è bisogno di essere scienziati per capire la storia della scienza.
A me non risulta che questa storia ci racconti che la teoria dell'evoluzione distorca la realtà.
Vero è che la storia della scienza stessa può essere distorta. Pochi raccontano ad esempio che Newton ha scritto più di alchimia che di scienza.
#5634
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Maggio 2018, 23:23:06 PM
Citazione di: iano il 10 Maggio 2018, 23:12:14 PM
C'è un malinteso di fondo sulla scienza molto diffuso.
La scienza non viene prodotta dai geni ma dagli uomini.

Bhe non direi. C'è una certa differenza fra un uomo scienziato  e un un uomo e  basta. Gli uomini scienziati non devono per forza essere dei geni, ma devono produrre tesi sostenibili altrimenti si fa solo danni;  oggi gli stessi scienziati nemmeno ti prendono in considerazione ma potresti avere successo come mago otelma.
Mentre io e te possiamo andare al bar e discutere di tutto quello che vogliamo senza fare danni e fregandocene di cosa diciamo perche nessuno ci sente. Essere scienziati, se vuoi, è una responsabilità. E le tesi di Darwin hanno una responsabilità storica...
Intendo dire che gli scienziati sono sempre figli del loro tempo e della cultura di quel tempo , e che le,teorie maturano dentro una precisa cultura cui tutti partecipano , ognuno per quel che può.
Il clima culturale in cui è maturata la teoria dell'evoluzione ha comportato nello specifico una partecipazione orizzontale di tutti gli strati sociali dell'Inghileterra.Darwin era un benestante, ma Wallace era poveraccio , ma uniti dalla stessa sete di conoscenza.
Per soddisfare questa ansia di partecipazione fu allora che nacquero gli zoo e i musei di storia naturale.
Se c'è una colpa non è di Darwin ma di quella inarrestabile voglia diffusa di conoscenza.
Come avrebbe potuto l'intera Inghilterra tenersi nel cassetto quella voglia.?
Vogliamo colpevolizzare l'umanità per la sua sete di conoscenza?
A me quello inglese sembra un meraviglioso esempio di consapevole partecipazione al processo di conoscenza,,temo irripetibile.Oggi ne siamo ben lontani.
#5635
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Maggio 2018, 23:11:29 PM
Citazione di: iano il 10 Maggio 2018, 22:49:42 PM

L'evoluzione non è da intendere come un cambiamento indirizzato verso una perfezione della specie.
Si tratta di un cambiamento per adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente , che non sempre va' a buon fine , determinando sia l'estinzione di alcune specie , sia la diversificazione di altre.

Insinuare che la mia pelle è diversa dalla tua perche tra me e te cambia la razza... o è una verità scientifica oppure non la dici. A me non interessa le motivazioni dei cambiamenti ecc. quelle magari le troviamo dopo. Se tu sei uno scienziato dici solo quello che sei in grado di dire e di sostenere. Se devi dire (pensando di sostenere) una tua opinione allora è meglio che quella rimanga circoscritta all'opinione di pinco pallino...che oggi sarebbe indicato come fuffaro.  Altrimenti fai piu male che bene.
Non ho capito bene.
Per l'evoluzione più razze ci sono e meglio e'.
Per l'evoluzione la diversità è una ricchezza, la quale può manifestarsi esteriormente in modi diversi , come ad esempio il diverso colore della pelle.
Qualunque sia l'origine del razzismo deteriore , qualunque razzista che studi la teoria troverà' motivi per ricredersi.
Ovviamente poi si può distorcere qualunque teoria scientifica o meno a propri fini , ma questa è un'altra storia.
Ma stai tranquillo che il successo della teoria non deve nulla ai razzisti.
La teoria può andare più d'accordo con la tale religione e meno con l'altra , ma non va' d'accordo con nessun razzista.
#5636
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Maggio 2018, 22:45:35 PM
viator ed altri che hanno risposto.

Io penso che se Darwin non avesse mai dato alla luce quella teoria penso che le ragioni della scienza avrebbero avuto il loro corso in modo meno traumatico e con piu cognizione di causa.
Darwin è stato un errore storico... errori che li stiamo pagando ancora oggi.
C'è un malinteso di fondo sulla scienza molto diffuso.
La scienza non viene prodotta dai geni ma dagli uomini.
Certe teorie arrivano quando è il momento, come la frutta cade quando è matura.
Certamente chi raccoglie il frutto non è il primo che passa , ma se non passava Galileo sarebbe passato un altro , e lo stesso vale per Darwin.
Non sempre poi chi si prende il merito c'è l'ha del tutto , ma ciò ha poco a che fare con la scienza e sono solo curiosità storiografiche.
Se leggi un qualunque libro divulgativo sulla storia dell'evoluzionismo scoprirai con sorpresa che Darwin , senza togliergli alcun merito, non arrivò per primo.
Per primo arrivo Wallace.
Ma se sia Darwin che Wallace , come tu auspichi si fossero tenuta la loro,teoria nel cassetto , ci sarebbe arrivato qualcun altro.
È' l'accumulo diffuso di conoscenze che alla fine porta ad una loro sistematizzazione in una teoria e chi ci mette la firma è un dettaglio sostanzialmente trascurabile.
#5637
Citazione di: Socrate78 il 10 Maggio 2018, 21:28:11 PM
L'evoluzionismo e il razzismo sono uniti, infatti il concetto stesso di selezione naturale come strumento del miglioramento della specie apre la porta all'eugenetica e al razzismo. In nome della selezione naturale si può favorire, come il nazismo faceva, l'eliminazione dei disabili, dei malati di mente o anche di chi ha una personalità problematica o antisociale, per creare una razza umana selezionata e "perfetta", intelligente e allo stesso tempo obbediente al sistema sociale. Inoltre l'idea che esistano mutazioni vantaggiose all'interno di una specie porta inevitabilmente a ritenere i presunti portatori di tali vantaggi come una specie di razza superiore, quindi la teoria è razzista sin dalle fondamenta.
L'evoluzione non è da intendere come un cambiamento indirizzato verso una perfezione della specie.
Si tratta di un cambiamento per adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente , che non sempre va' a buon fine , determinando sia l'estinzione di alcune specie , sia la diversificazione di altre.
Da ciò è possibile quindi dedurre il razzismo solo per malinteso o malafede.
L'evoluzione della specie non ci mostra nessun modello ideale da raggiungere.
Quello che in un ambiente è un handicap in altro è un vantaggio.
Il vero vantaggio relativo a una specie sta nella sua ricchezza di diversità,perché è come giocare avendo tutte le carte in mano . Qualunque gioco fa' l'avversario ( l'ambiente ) si ha quasi sempre la carta giusta con cui rispondere.
Poi esiste anche il razzismo , me è un altra storia.
#5638
Riflessioni sull'Arte / Re:L'Onda (poesia)
10 Maggio 2018, 13:36:40 PM
Bella , bella
Onde che si frangono sulla rima del mare , se posso parafrasare.
Anche se rima e mare come sole e sale non vanno  per lo stesso verso.
Io oscurerei il sole , lasciando  risaltare il buon sapore.
Però' bravissima.
#5639
Tematiche Spirituali / Re:Perchè esisto?
10 Maggio 2018, 13:15:07 PM
Citazione di: giudrago il 31 Marzo 2018, 12:20:30 PM
PERCHE' ESISTO

Una domanda indefinita che abbraccia tutto e non restringe nulla, che spinge il desiderio e vanifica la volontà, che ci sprona e ci sconvolge in una miriade d'incertezze e d'incognite. Eppure, il suo mistero ci coinvolge come trascinati da un vortice, in un immenso universo di perché. Se consideriamo, per esempio, la successione riguardo il nostro fisico, avente una complessa struttura, vive in questa terra e la terra è collocata nell'universo e l'universo? Ecco che la nostra conoscenza non sa più proseguire. Potremmo però continuare, se usiamo la nostra immaginazione o la capacità di sognare. Per presupposto, se utilizziamo questi mezzi metafisici, vuol dire che la nostra esistenza avverte anche quello che non riusciamo razionalmente a vedere, allora, il non presente starebbe tra il materiale e l'invisibile. Esso è assente ma è presente in un altro luogo. Se sono presente in un luogo, lì esisto, ma il resto del mondo, percepisce solo la mia esistenza in quel luogo, ma non mi vede. Così, tra il fatto che esisto in un luogo e la percezione della mia esistenza consapevole dagli altri, vi sarebbe un rapporto come il corpo e l'anima.  La somma di questi valori super-normali compone l'esistenza, che è identificata come "umanità", che sa di esistere, ma che non riesce a vedere sé stessa nella sua totalità. Se l'umanità fosse lasciata a sé stessa si distruggerebbe e l'immateriale occuperebbe il suo posto, cioè, tutto si ridurrebbe in una amorfa struttura non identificata ma non sarebbe così se esistiamo. Ecco che l'Ente che governa in armonia ciò che è invisibile e materiale, controlla in prima persona l'elemento esistenziale dell'uomo, permettendogli di avere una relazione con l'origine e la causa dell'esistenza, che è DIO.   Esistiamo, allora, perché l'Ente, che chiamiamo Dio, è per sua volontà in controllo di tutto, compreso l'universo. Alla domanda perché esisto, allora dovremmo invece dire: "Grazie Dio che esisto". Ecco che questo ringraziamento ci rende idonei alla partecipazione piena dell'esistenza e conoscere il segreto della vita.
Isaia 66:2 Tutte queste cose le ha fatte la mia mano e tutte quante sono venute all'esistenza, dice l'Eterno. Su chi dunque volgerò lo sguardo? Su chi è umile, ha lo spirito contrito e trema alla mia parola. Avendo, così, compreso l'esistenza, sentiamo di appartenere a Dio e al suo Amore. Non cercate, quindi, l'esistenza nella ragione, né nella sapienza, né nell'esperienza, ma solo Dio da risposta a tutte le nostre domande, mentre ci fa esistere. E se ci leghiamo a Gesù, ci farà avere anche la vita eterna, perché al suon di una tromba, Egli apparirà per condurci proprio dal Dio Padre. Il solo vero Dio.        
Pace e fede nel Signore.

Perché esisto? Perché ho un padre che ha voluto generarmi , e la cui volontà però è imperscrutabile , così che di fatto la domanda rimane inevasa.
Quindi , nella misura in cui la risposta però sembra soddisfare , viene  da pensare invece che la domanda abbia un altro scopo.
E qui nasce una nuova domanda.Non sarà  tutto ciò un alibi alla naturale voglia di non crescere?
Ciò è possibile , ma ad alcune condizioni.Che io riconosca sempre mio padre come tale.Che esso sia eterno , e , per corollario l aggiungo la speranza che anch'io possa esserlo in qualche modo in base ad un meccanismo di premi e punizioni l che sono gli strumenti educativi di ogni padre.
Quindi non ho bisogno di fare esperienza ,di usare ragione, di acquisire sapienza.Tutte cose che potrebbero anche mettermi in urto col padre , come di fatto avviene fra padri e figli umani.
Cose che portano alla rottura naturale del rapporto fra padre e figlio e che hanno come risultato  l'indipendenza di quest'ultimo , cosa necessaria non essendo il padre umano eterno , nel tantomeno onnipotente, anche se quando siamo piccoli così immaginiamo nostro padre.
#5640
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
09 Maggio 2018, 13:56:52 PM
Un po' mi sono perso in questa lunga discussione , ma tento una grezza analisi filosofica.
Per preservare il non  intuitivo limite alla velocità devo rinunciare all'intuitiva località.
Allora , siccome non riesco a rendere intuitivo il primo cercherò di "deintuitare" la seconda. :)
Se è utile considerare una particella come puntiforme , anche al fine di definirla attraverso delle coordinate spaziali , di fatto una particella occupa un volume che non è precisamente definibile , anche se parimenti può essere utile rappresentarla con un definito volume.
In un modo o nell'altro la località di una particella , fuori dalla mia intuizione , è una astrazione.
Negare la località di fatto significa , al di là' della mia intuizione di località, che in certi casi queste astrazioni non funzionano.
A meno che ai primi due tipi di astrazioni non ne aggiunga una terza  , dove la particella occupa uno spazio infinito.
Ora è evidente che , se le prime due astrazioni non urtano la mia intuizione di località, con la terza questa sparisce.
Quando dico che una particella percorre la distanza da A a B in un tempo che non è piccolo a piacere , sto dicendo una cosa vera quanto è vero che la particella possa essere rappresentata con A prima e poi con B.
Cioè è vero quanto è vero che la particella possa essere "localizzata".
NON voglio sollevare qui una questione di approssimazione , questione usuale e normale delle misure fisiche , ma una questione concettuale.
Quando affermo la non località sto negando la validità dell'uso del concetto di località relativamente al contesto in discussione.
Non sto dicendo che la località' non esiste , in quanto essa essendo una astrazione non esiste di per se'.
Sto dicendo che quella,astrazione non sempre risulta utilmente applicabile , ed essendo una astrazione non c'è nulla di strano che succeda.
Quello che è successo semmai fino ad un certo punto è che quella astrazione avendo sempre funzionato sembri aver perso il suo carattere astratto per trasformarsi di fatto in un oggetto della mia intuizione.
Adesso altro non bisogna fare se non lo stesso processo al contrario.
All'interno dello spazio indefinito occupato da una particella non esistono punti A e B , se si tratta di una unica particella.
I punti A e B "esistono" e sono i punti in cui effettuò le misure , ma sono "fuori della particella" nel senso che non la rappresentano.
Una particella unica si può rappresentare con un punto , o con un volume definito , ma non con due punti distinti.
Più in generale se decido di rappresentare una particella con una pluralità di punti sto effettuando una operazione contraria al mio concetto di località.
La particella sta esclusivamente  in. A oppure in B , oppure pressoché ovunque e quindi in nessun posto , e fra nessun posto e nessun posto non posso misurare nessuna velocità o ,il che è lo stesso , una velocità infinita.
In fondo fra la realtà fisica e le nostre intuizioni , quando le analizziamo bene , non sembra esserci tutta questa mancanza di coerenza.
La fisica ci dice che esiste un limite alla velocità, ma già l'intuito e la logica ci dicevano che una velocità infinita è una contraddizione in termini.
La matematica ci dice che la località è vera quanto è vera la matematica , ma nulla di più.
Sembra un rospo difficile da digerire , però non ci mancano le capacità per farlo , se già siamo riusciti a digerire anche di peggio , come l'azione istantanea a distanza L come se tutto si toccasse con tutto , come se non esistesse località.
Il concetto di località diventa problematico quando si manca di definirlo precisamente , cosa che la matematica pur ci lascia liberi di fare a piacere di volta in volta.
La fisica però mette sempre ordine fra le nostre intuizioni , anche quando sembra fare il contrario.
O almeno , speriamo che sia così, perché un'altra strada non mi sembra possibile.