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Messaggi - iano

#5656
Percorsi ed Esperienze / Re:L'importanza di una scelta
27 Ottobre 2017, 23:34:50 PM
L'ottanta per cento,secondo le previsioni peggiori,degli attuali lavori non esisteranno più a breve,e di fatto è impossibile oggi  prevedere quali li sostituiranno.
Le recenti  previsioni infatti,in un senso e nell'altro,sono state tutte errate.
Nessuno ad esempio aveva previsto l'esplosione della sybersecurity.
La probabilità che i sogni dei giovani siano dentro quel pessimistico 80% non è piccola.
Di fatto la migliore scelta da fare oggi è nessuna scelta.
Una buona occasione per far quel che ci pare,che tanto non si può prevedere nulla,o quasi.
Se invece si vuol puntare ad un lavoro sicuro,almeno a breve,che qui tutto cambia,appunto la cyber security.
#5657
La lezione che ci ha dato Galileo forse non l'abbiamo valutata ancora del tutto.
Quello che ci dice la meccanica quantistica è che usando metodo,è possibile progredire,nonostante noi stessi, e saper andare contro se stessi è l'arte del vero genio.Amdare contro il determinismo è come andare contro se stessi,appunto.
La scienza ha certamente ereditato il carattere di Galilei nell'essere bastian contraria.
Finché c'è d"andar anche contro il mondo intero ,esclusi se stessi,sono tutti bravi .
Se,nel nostro piccolo vogliamo praticare ques'arte,non c'è miglior palestra della meccanica quantistica ,senza mancare di farla precedere,come tu hai fatto,dalla precedente storia del sapere,che spesso troppo frettolosa,ente si dà per scontata.
Tutti criticano la meccanica quantistica,ma nessuno la relatività generale,sapendone del l'una quanto dell'altra,e spesso niente.
#5658
La storia della scienza fino a un certo punto ha rappresentato un copione ben noto,dove il nuovo avanzava attraverso la critica del vecchio,a volte anche ingrata,ma necessaria per smuovere le acque stagnanti,come quella di Galilei ad Aristotele,dove gli attori,progressisti e conservatori erano ben distinti.
Con la fisica quantistica le cose cambiano,laddove gli stessi attori recitano entrambe le parti,in un accavallamento di ruoli che dà anche il senso della velocità inusitata con cui si succedevano le dirompenti scoperte.
La meccanica quantistica ha quindi messo in luce anche la doppia natura umana?
Per,quanto riguarda il determinismo lo si può guardare da due punti di vista.
Si può dire che senza determinismo non è possibile fare alcuna previsione utile,per cui la scienza stessa non può esistere.
Oppure si può dire,se trovassi le giuste parole,che esso sia un valore assoluto in se',e dico valore non trovando di meglio.
La meccanica quantistica non mi sembra faccia a botte col primo punto di vista,perché il non poter prevedere il singolo evento (dove andrà a finire la particella sullo schermo),non inficia la previsione della distribuzione finale delle particelle,ciò che è utile in effetti.
Va invece a inficiare una idea assoluta di determinismo,ma non il valore della scienza,e non ne decreta
certamente fine.
La scienza è certamente basata sul determinismo,ma questa dipendenza ha maglie più larghe di quel che credevamo.
Mettiamola così.
L'onda di probabilità non ha una sua realtà,ma è solo un utile espediente.
Perché se veramente credessimo che ogni singola particella fosse guidata nella sua traiettoria da puro caso,dovremmo allora per contro credere che la configurazione finale dell'immagine di diffrazione sia un miracolo .Un miracolo ben strano,in quanto si ripete sempre uguale,e sarebbe l'unico del genere di cui si abbia notizia.
Nella meccanica quantistica il determinismo,per quel che serve,mi sembra salvo.
Non certamente invece per quel che ci sembrava essere,come un paradigma assoluto.Una verità a se stante.
Se il determismo è una fede che la scienza ha finora non solo tollerato,ma promosso,mai ha tollerato però è mai lo farà la fede nel miracoli.
Credere la particella guidata dal puro caso significherebbe credere nei miracoli che compongono
la figura di diffrazione.
In prima approssimazione,visto che sembra utile farlo,non faremo peccato a parlare di caso!seppur con
la coscienza di non saper bene di cosa si stia parlando.
Perché credo che ,cosa sia il caso ,precisamente nessuno sa',e forse è solo un modo di fare di ignoranza virtù.
Di sicuro il caso che la meccanica quantistica chiama in ballo non ha nulla acne fare col caos totale,cioè con l'assenza di ogni determismo.
Il determinismo è una fede o una ipotesi?
Se è una ipotesi dobbiamo essere pronti a rivederla,anche solo in parte.
#5659
Sappiamo che i nostri sensi sono fallaci.
Ma in che senso?
Perché seguendo le indicazioni dei nostri sensi ,finché ci limitiamo al nostro ambiente vitale,c'è la caviamo a meraviglia.
Sappiamo anche che lo spazio e il tempo assoluti,ipotesi alla base della meccanica Newtoniana,non esistono.
Eppure la meccanica di Newton funziona la grande se ci teniamo entro certi limiti,che comunque vanno oltre il nostro ambiente vitale.
Einstein ci conferma che non esistono spazio e tempo,ma un unica entità spazio temporale.Il tempo comunque appare come variabile nelle equazioni di Einstein.
La meccanica quantistica nelle sue equazioni non contiene più il tempo come variabile.
Perché?
Perché il tempo ,oltre a non esitere,non serve neppure che sia ipotizzato.
Ma come la mettiamo con la doppia natura particella onda.
Sono due ipotesi su cui si basa la meccanica quantistica,e possiamo scommettere che in futuro saranno considerate due ipotesi fittizie che tengono insieme quella utilissima teoria che è la meccanica quantistica,così come spazio e tempo assoluto tenevano insieme,e ancora tengono insieme,la parimenti utilissima meccanica Newtoniana.
Se ci dimentichiamo che tutte queste ipotesi sono oggetto della nostra percezione tutta la fisica passata presente e futura,diventa più digeribile.
Proviamo a trarre una morale da questa breve carrellata scientifica,cercando il fil rouge che ne lega tutte le sue tappe.
Si può raccontare la storia della scienza come una progressiva decentrazione dell'uomo.
L'uomo non è fisicamente al centro del mondo.E quindi neanche le sue percezioni,come il tempo lo spazio,le particelle e le onde lo sono.
Facciamo,se preferite,che lo sono fino a prova contraria,e quando questa prova arriva facciamocene subito una ragione.
La fisica nuova che si va a profilare tende sempre meno a parlare di particelle e di onde,e tende a parlare più di eventi,che sono pure essi oggetti della nostra percezione,ma più generici,complessi,e sfuggenti
Come dice il fisico ricercatore Carlo Rovelli,il mondo non è fatto di sassi (particelle) ma di baci (eventi).
Il mondo è una rete di baci.
Mi sembra una ipotesi molto allettante,e speriamo che anche questa non svanisca troppo presto.
Nel caso,teniamoci pronti.
In conseguenza di un tale divenire della scienza fisica,il mondo ci appare sempre meno fatto di sostanze concrete e sempre più fatto di evanescenti e insondabili numeri.
Ci sarebbe da dar ragione aPitagora,se non fosse che ciò che appare,sia direttamente attraverso i sensi,sia attraverso la mediazione delle teorie fisiche,è ciò che appare,e non ciò che è.
Le teorie fisiche e i nostri sensi della cui fallacita' la scienza ci ha dato prova,in effetti condividono lo stesso destino,ed è il destino dell'uomo.
Parlare di ciò che è realmente non avrebbe neanche senso,se non fosse che da tale ricerca spuntano fuori sempre nuove utili ipotesi sulle quali costruiamo sempre nuove utili teorie.
Per la matematica con la qual'e tali teorie sono costruiti il fatto che le ipotesi siano fittizie non è un problema,in quanto anzi è ciò che essa,nel mondo post euclideo,esplicitamente reclama.
Ecco perché il mondo ci appare sempre più fatto di matematica è sempre meno di concreta sostanza,anche perché ,mentre è ben chiaro cosa sia una teoria matematica,non è ben chiaro cosa dovrebbe essere una concreta sostanza.
#5660
Dio può essere indifferente o malvagio verso il singolo.
Lo stesso si può dire della società a cui il singolo appartiene.
Tuttavia la società, per il singolo,in quanto essere sociale,è un bene.
C'è un collegamento fra Dio e il nostro essere sociali?
Indifferenza e malvagità si riferiscono al singolo,ma quando un popolo intero è in disgrazia si parla di abbandono.
Si dice che quel popolo è stato abbandonato dal loro Dio.
Forse il paradosso del Dio buono e allo stesso tempo malvagio si risolve nella dialettica individuo-società.
#5661
Citazione di: Freedom il 06 Agosto 2016, 22:25:53 PM
Non ho mai scritto su questa sezione poiché oggi, a mio modesto avviso, si è un po' perso il senso del viaggio per come lo intendo io.

Arricchimento, avventura, cambiamento, scoperta.

Queste le parole guida che mi hanno sempre ispirato e guidato. Oltre ad una spiccata attitudine naturale.

Oggi, ahimè, vedo una grande industria del viaggio che ha colonizzato ogni centimetro del pianeta e ha reso tutto così.......come dire.......incasellato....peggio che andare a lavorare! :-[

E', naturalmente, anche colpa mia: poco tempo, una famiglia impegnativa e........l'età non aiuta!  :'(

E così, attualmente, il senso del viaggio, per me, è riposo.

Ho sbagliato qualcheccosa? :)

Non hai sbagliato niente.
Controlla solo il colesterolo e ....tieniti forte....perché al prossimo viaggio che prima o poi farai.avrai triste conferma che l'Italia è sempre più un villaggio turistico.
#5662
Camminare significa anzitutto esplorare lo spazio vitale a noi prossimo.
È una pulsione naturale che non ha bisogno quindi di essere incentivata,è semmai può essere solo scoraggiata.
Padroneggiare questo spazio aumenta l' autostima e la sicurezza di se'.
In una recente escursione ho visto escrementi di lupo,rospi color foglie di faggio secche,fra le quali si mimetizzavano,è un Aquila lottare ferma contro il vento,e ciò mi ha fatto sentire un animale fra tanti,e mi ha dato maggior consapevolezza di me.
L'amore per la natura non deve restare teorico,ma va sperimentato.
Non si tratta di un camminare per il camminare,come sembra di moda oggi.
Si tratta di essere,se,stessi nel proprio ambiente.
#5663
Percorsi ed Esperienze / Re:Noia
30 Settembre 2017, 15:04:44 PM
Mi annoierei volentieri molto più spesso se avessi il tempo di farlo.
#5664
Secondo me dovevi andare e basta.Sarebbe stato l'omicidio/suicidio perfetto.
Come togliersi dalle balle moglie figli e nipoti in un colpo solo,senza lasciare prove.
A parte gli scherzi,i viaggi nel tempo,nel senso comune in cui intendiamo il tempo,non sono possibili.
Un recente libriccino di Carlo Rovelli ,L'ordine del tempo,Adelphi,elenca possibili altri modi di intendere il tempo,e là possibili di viaggi nel tempo.
#5665
Tematiche Filosofiche / Re:L'inutile Popper.
30 Settembre 2017, 14:09:13 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Settembre 2017, 02:35:03 AM
E' necessario chiarire che, il termine "scienza" ha due accezioni di significato: una, più generale, che indica ogni forma di conoscenza che sappia fornire sufficienti garanzie della propria validità, e l'altra, più particolare, che si riferisce a quei domini di ricerca nei quali è possibile l'applicazione del metodo matematico-sperimentale a grandezze misurabili, che è tipica della Scienza propriamente detta e del metodo con cui la Scienza stessa garantisce la validità dei propri assunti.
Il primo tipo di scienza,come tu stesso dici non è propriamente scienza.
È necessario chiarire allora che la scienza ha una sola accezione,sulla quale si può ovviamente essere in disaccordo.
Io posso condividere la tua idea di scienza solo se prima la capisco,e non l'ho ancora capita.
Condivido invece l'idea di Popper dopo averla capita.
Non credo,da quello che scrivi ,che tu l'abbia capita.
Popper in effetti molto umilmente non ci dice nemmeno cosa sia scienza,ma ci dice quali siano i requisiti necessari,ma non sufficienti,perché una teoria possa essere scientifica.
La condizione secondo Popper è che sia possibile immaginare un esperimento che possa falsificarla.
Se non è possibile immaginare questo esperimento non possiamo parlare di scienza.
Sono invece d'accordo con te che la scienza non esaurisce la conoscenza.E che è la  conoscenza quindi a poter avere diverse accezioni.
Ma per dire questo non c'è bisogno appunto di essere prolissi inventandosi due tipi di scienza ,uno generale e uno particolare.
Considera invece come è semplice,chiaro e diretto Popper.
Con una frase se ne esce.Facile capire.
Difficile stare dietro a te invece,che rimandi in continuazione a tuoi precedenti post.
Prova a dare una tua idea di scienza come ha fatto Popper in un rigo,e poi ti dico se la condivido.
#5666
Attualità / Re:Africa: come aiutarli a casa loro?
24 Settembre 2017, 12:02:32 PM
Oggi si parla di immigrazione di individui in termini negativi perché sembra esserci un diritto ad occupare una terra da parte di altri individui.Posta in questi termini la questione è molto problematica,ma tutto sommato artificialmente amplificata nella sua problematicità.
Infatti da dove viene questo diritto?
I popoli si sono sempre spostati,e in modo sempre problematico,ma l'immigrazione,con le sue connotazioni negative,è qualcosa di relativamente recente.
La realtà è quella di popoli che si sono sempre spostati e alla fine si sono sempre necessariamente integrati creando sempre nuovi status quo,sempre messi in discussione a loro volta da successive immigrazioni.
Ma è' veramente un dramma questo,perché pensiamoci bene,queste Integrazioni,e questi sempre nuovi status quo che ne derivano, devono essere ben preziosi,se ogni volta sistematicamente li difendiamo .
Come dire che soluzione è problema di fatto coincidono.
Se l'esito di questo processo è sempre positivo,non altrettanto si può dire piacevole vivere questo processo per nessuna delle parti in causa,a meno che non ci si impegni fortemente a vederne le possibili positività.
Siccome accidentalmente di volta in volta interpretiamo una parte o l'altra nel processo.possiamo sforzarci a ricercare all'interno della nostra accidentale (non occidentale  :D ) cultura,queste positività,essendo la nostra cultura anche il risultato dell'interpretazione di queste diverse parti.
Della nostra cultura fa parte un inopportuno senso di colpa che ci fa vedere il dramma dell'immigrato,e non ci fa vedere la bellezza,seppur ancora drammatica,come un Odissea,della sua avventura.
Il timore di perdere qualcosa è legittimo,se non inevitabile,ma quello che stiamo difendendo è ciò che un tempo abbiamo acquistato,in cambio di ciò che un tempo,nonostante la strenua difesa,abbiamo perso.
Pazientate dunque.Il bilancio alla fine è sempre positivo.
Questa consapevolezza dovrebbe farci riflettere su come velocizzare il processo per mettere le nostre rapaci mani,e perché no,il prima possibile ,su quel tesoro che sarà il nuovo status quo.
Questa consapevolezza dovrebbe farci godere in anticipo della meta.agognandola,seppur giocoforza,dato che contrastarla è utopico.
Non sto dicendo che il processo non sarà drammatico,ma che non è il caso di renderlo ancora più drammatico di quello che è.
In fondo sostanzialmente tale dramma poggia sulla farsa di una terra,che è la mia terra.
Infine non dovrebbe esserci alcun senso di colpa,se trovarsi da una parte o dall'altra è,come è vero che è,un puro accidente.
#5667
I timori per l'intelligenza artificiale sono legati ad una implicita,quanto tutto sommato arbitraria,definizione di intelligenza,per cui intelligenza è ciò che caratterizza l'uomo.
In questo senso attribuire intelligenza a ciò che è artificiale è arbitrario.Nessun timore quindi.Le macchine non sono intelligenti perché non sono uomini.
Sono possibili però definizioni alternative di intelligenza.
Possiamo definire intelligenza come ciò che caratterizza le macchine del AI,e quindi chiederci se l'uomo è intelligente,e io risponderei di sì.E anche qui nessun timore.
#5668
Citazione di: Sariputra il 21 Settembre 2017, 17:19:36 PM
Citazione di: InVerno il 21 Settembre 2017, 16:32:18 PM
Citazione di: Sariputra il 19 Settembre 2017, 16:06:38 PM@inVerno ormai alle porte scrive: Ipocrisia e crassa ignoranza scientifica mescolata. Non è che la stufa "efficiente" è cascata dal cielo mentre passava babbo natale, è il risultato di tante altre piccole scoperte "inutili" e un generale livello scientifico migliorato anche in campi che agli amish "non piacciono", tra le quali l'elettricità, la meccanizzazzione grazie alla quale possono comprarla ad un prezzo irrisorio, la scoperta di isolanti efficienti e materiali complessi etc etc etc. Sarebbe come fondare un movimento luddista che però ha grande rispetto per le missioni spaziali. Il fatto che devono comprarla e non se la possono autoprodurre con i loro calessi dovrebbe essere sufficientemente rivelatorio riguardo alla loro cecità. Sicuramente ipocriti ( probabilmente però non più ipocriti della maggior parte di noi... ;) pensiamo a come tuoniamo contro lo sfruttamento delle risorse del terzo mondo e poi, nessuno di noi, è disposto a rinunciare all'ultimo modello di Suv o all'ultimo Iphone, o vacanza low cost in un bellissimo resort luccicante al centro della miseria...) , ma a me premeva mettere in evidenza che, il fatto di ritenersi fuori dal progresso scientifico, non necessariamente crea in tutti un senso di angoscia e di alienazione o di timore per il futuro. Questi beccaccioni di hamish fanno figli, non vanno mai dallo psicologo, hanno un bassissimo livello di conflittualità e di criminalità, idem per i suicidi ( al contario di coloro, tipo i giapponesi, che godono ampiamente di tutti gli ultimi gadget tecnologici...). Quindi la teoria dell'amico antonhy, per me, non regge molto... Poi loro, da quel che ho letto, non sono contrari al progresso, ma ogni innovazione deve rispettare il principio di " reale necessità e utilità". Al massimo quindi si potrebbero definire come dei fautori di un'estrema lentezza del progresso e di una finalità che deve essere condivisa dall'intera comunità hamish ( infatti ci discutono sopra moltissimo prima di accettare un'innovazione...). A noi nessuno ci chiede l'accettazione o ci spiega la finalità di tantissimi progressi tecnologici. In sostanza ci vengono "imposti" da lobby, multinazionali e scienziati più o meno pazzi... Intendiamoci, non sto facendo l'apologia del movimento mennonita, ma... dopo tutto... da quale magnifico pulpito li giudichiamo? Cosa abbiamo realmente da insegnare ? mah... :(
Beh da qualche pulpito, io faccio la critica sovente allo sfruttamento del terzo mondo e non ho ne suv ne l'ultimo iphone, in generale mi tengo lontano da tutto ciò che non è necessario o utile, come ho già "rivelato" vivo una vita agreste e parca con un reddito minimale, non ho nemmeno internet (vi rispondo quando mi aggancio a qualche rete, ma questa più che una scelta è una costrizione). Non so se potrei entrare negli amish, ho una bella stufa anche io ;), ma posso sicuramente dire che anche se applico nella mia vita un "non so che di amish" quello che dicono non ha alcun senso. Il progresso scientifico non ha alcuna necessità e utilità, come ho visto recentemente ribadire ad un fisico del Cern di Ginevra a cui veniva chiesto il "ritorno economico" di questa ricerca, potrebbero essercene tanti o nessuno, non è che chi ha "scoperto" le onde elettromagnetiche aveva in mente il forno a microonde, si fa ricerca scientifico e le applicazioni (forse) arrivano dopo, forse dopo un anno, forse dopo cento, forse mai, forse solo se avviene progresso anche in altri settori. Quindi seppur sia convinto che un consumo critico sia l'unico modo per far realmente pressione sulle lobby e i gruppi di potere (altro che scioperi), questo non ha nulla a che fare con il progresso scientifico. O sbaglio?

Sicuramente questi allegroni di hamish ( si fanno di quelle cantate corali memorabili... :o ) non fanno ricerca scientifica. Presumo che non gliene interessi assolutamente un piffero, visto che sono tutti contadini o carpentieri, con le mogli casalinghe o maestre. Non so se pensano che la Terra sia ancora piatta, ma probabilmente poco ci manca...quindi penso che il loro rifiuto s'intenda rivolto alle ricadute tecnologiche della scienza che interrogano continuamente la loro volontà di vivere in un certo modo, del tutto legittimo a parer mio, visto che non fanno del male a nessuno ( sono superpacifisti convinti, e questo gli è stato riconosciuto anche dallo stato, visto che anche durante la II° G.M. hanno ottenuto di svolgere il servizio civile come obiettori di coscienza...). Il loro ritmo di crescita demografica è praticamente doppio rispetto alla media nazionale e, tra un ventennio, si stima saranno più di un milione. Il fenomeno delle "chiese libere" e delle varie nuove religioni spesso sincretiche o new age sta dilagando sia nel Nord che nel Sudamerica. D'altronde , nel vuoto siderale delle religioni tradizionali e della politica con la P maiuscola, è inevitabile che la gente cerchi delle certezze in chi gliele mette sotto il naso concretamente. Il senso di sicurezza è importante nelle persone, non tutti sono aspiranti filosofi ,scienziati, artisti o letterati. C'è una moltitudine di gente là fuori a cui il progresso tecnologico incessante ha segato le radici e adesso si trovano ad aleggiare per aria in balìa del vento...Prima ancora di capire quali erano veramente queste radici, gliele hanno sottratte...che presa per il sedere che è la vita, ridicola... se non fosse così dolorosa per tanta povera gente...mah!

Credo che tu abbia messo il dito sulla piaga.Il senso di sicurezza,che io traduco nello stare in pace con se stessi,è importante nelle persone,ma c'è una alienazione nelle persone che rema contro.
La convinzione,sulla quale occorrerebbe riflettere,che l'essere filosofo,scienziato,artista o letterato,sia qualcosa che caratterizzi una elite di uomini,e non gli uomini tutti,è la piaga.
Credo che ognuno,prima di decidere di specializzarsi in filosofia scienza arte e letteratura,dovrebbe cercare il filosofo lo scienziato e l'artista che è dentro ognuno di noi,in quanto uomini.
Poi avrà anche senso dedicarsi ad una specializzazione oppure no,cosa che sembra necessaria ai tempi nostri.
E si potrà parlare male se si vuole della scienza,ma sapendo di parlare male,e di criticare se stessi.
Io sono qui a fare filosofia non certo perché sono un filosofo,ma perché sono un uomo,e sono felice perciò di farlo e l'essere libero di farlo mi infonde sicurezza.Ritengo perfino di fare scienza a modo mio,essendo men che meno uno scienziato e parimenti in ciò dispiego la mia natura di uomo con piena soddisfazione.
Si può capire come sia facile sentirsi alienati dalla scienza.Molto meno facile capire come ci si possa sentire alienati dalla filosofia,cioè dal naturale corso dei propri pensieri,e dall'amore per i propri pensieri,che dovrebbe derivare dall'amore di se stessi.
Ma per quanto si possa deliberatamente perseguire ciò,gli Amish stessi dimostrano che non è del tutto possibile.
Detto ciò provo per essi naturale simpatia,per quel poco che ne so  e che apprendo da te.
#5669
Palle di gas,del cui aspetto Giove,che si dice essere una stella mancata,ci da' un'idea.
#5670
Citazione di: Sariputra il 18 Settembre 2017, 14:24:33 PM
Citazione di: iano il 18 Settembre 2017, 11:47:33 AMProviamo allora a metterla così. La notizia cattiva è che la scienza logora chi non ce l'ha? ;D La notizia buona è che credersene fuori è una illusione,singolare...a dir poco.

Questi qui non sembrano molto logorati ( fanno 6-7 figli di media a famiglia e godono ottima salute  ;D ):

Gli Amish e la modernità
È comune pensiero che gli Amish rifiutino ogni tipo di oggetto moderno: questo è vero solo in parte. Oggetti che non portino valori inutili o indesiderati nella casa e non provochino crepe nella struttura sociale sono i benvenuti, soprattutto se si rendono manifestamente utili, sono però esclusi i prodotti giustificati solo da un desiderio vanitoso e soprattutto superflui.
Per loro la tecnologia non è dannosa di per sé: è l'uso smodato e acritico da parte dell'uomo che viene condannato. Una stufa a legna moderna, per esempio, è per loro un'ottima scelta in termini di costi-benefici. Pretendere la riproduzione fedele di una stufa antica sarebbe inutile e ingiustificatamente costoso anche nell'efficienza; infatti nelle case Amish è frequente trovare ottime stufe a legna chiaramente moderne e di eccellente efficienza energetica. Allo stesso modo, una donna può trovare una buona soluzione cucire con filo di nylon o di fibre di alta qualità anziché di cotone, o lasciare andare a pattinare sui rollerblade le figlie (l'attività fisica è apprezzata), rigorosamente vestite con vestitini lunghi, grembiuli e cuffiette. Gli Amish aborrono la televisione (e come dargli torto?... :( ) che eroga esempi di costumi e comportamenti imposti che sono a loro estranei, e invece amano leggere libri e riviste, se non offendono i loro princìpi.
Le comunità non sempre riescono a fare a meno dell'elettricità: gli Amish commerciano in prodotti caseari e i meccanismi di refrigerazione possono richiedere elettricità, che viene fornita da generatori a gasolio. Il gasolio viene comprato quando serve e trasportato sui caratteristici "buggies", i semplici calessi neri coperti e tirati da cavalli. Con l'adozione delle energie rinnovabili, anche di alta tecnologia, (solare e del vento), i bisogni di combustibili fossili sono comunque in declino. Se la necessità li spinge al di là di quello che di norma essi giudicano ragionevole, anche gli Amish possono fare eccezione, e fruire di alcuni dispositivi moderni altrimenti vietati: per costruire una fattoria, ad esempio, può essere utile affittare una gru per sollevare carichi pesanti, (principio di maggior utilità). Sempre a patto però che sia di proprietà e la manovri un "esterno", una persona perciò non soggetta alle regole della vita Amish, che impedisce ai suoi membri di possedere e/o guidare un mezzo motorizzato.
Fondamentalmente, di fronte a una scelta tra moderno o non moderno gli Amish scelgono solitamente ciò che salvaguarda la salute fisica e morale della famiglia. Questo include l'atteggiamento verso la medicina: una famiglia Amish può non amare il curarsi in ospedale e preferire rimedi casalinghi, ma è improbabile che esponga qualcuno dei suoi a un rischio se è in corso un'emergenza. In tal caso il malato sarà portato al più vicino ambulatorio medico o ospedale.
Di fronte a un possibile cambiamento nello stile di vita inizia un piano di riflessione che ha lo scopo di decidere per il meglio; il piano di riflessione e di valutazione può richiedere anni, e lunghi dibattiti nella comunità, che deve essere concorde sugli eventuali cambiamenti da adottare, secondo i principi di utilità e reale necessità.

Forse, alla fine, è anche una questione di scelte, non trovi?  :)
Non conoscevo gli Amish.
È anche una questione di scelte ,sono d'accordo.
La scienza per me è l'esplicitazione (presa di coscienza) di un processo collettivo di cui siamo sempre stati parte,che ha come conseguenza desiderata una percezione amplificata della nostra personale responsabilità ,che deriva dal nostro libero arbitrio,nonostante non possiamo scegliere la cultura nella quale nasciamo e nonostante rispondiamo a meccanismi inconsci ereditati,che possiamo sperare essere "buoni" se ci hanno portato fin qui,ma non immutabili per principio o per emanazione divina.
Desidererei avere il controllo cosciente e totale su tutte le mie azioni,ma non so se ciò ha propriamente senso,e comunque non sembra possibile che possa accadere.
Nella misura in cui accade possiamo e dobbiamo fare delle scelte.
Anzi non possiamo a meno di farle.
Ad esempio sono convinto che fare filosofia non sia una scelta,ma una caratteristica umana.
Si può decidere di non farla,ma a costo di alienarsi.
Per questo motivo faccio filosofia,pur avendo conoscenze accidentali e frammentarie della suo evolversi storico.
Una filosofia c'è l'hanno tutti,anche chi lo nega,e la nostra filosofia influenze le nostre scelte.
Ecco una cosa di cui sono certo sarebbe bene avere piena coscienza.