Citazione di: iano il 24 Settembre 2017, 12:02:32 PM
Oggi si parla di immigrazione di individui in termini negativi perché sembra esserci un diritto ad occupare una terra da parte di altri individui.Posta in questi termini la questione è molto problematica,ma tutto sommato artificialmente amplificata nella sua problematicità.
Infatti da dove viene questo diritto?
I popoli si sono sempre spostati,e in modo sempre problematico,ma l'immigrazione,con le sue connotazioni negative,è qualcosa di relativamente recente.
La realtà è quella di popoli che si sono sempre spostati e alla fine si sono sempre necessariamente integrati creando sempre nuovi status quo,sempre messi in discussione a loro volta da successive immigrazioni.
Ma è' veramente un dramma questo,perché pensiamoci bene,queste Integrazioni,e questi sempre nuovi status quo che ne derivano, devono essere ben preziosi,se ogni volta sistematicamente li difendiamo .
Come dire che soluzione è problema di fatto coincidono.
Se l'esito di questo processo è sempre positivo,non altrettanto si può dire piacevole vivere questo processo per nessuna delle parti in causa,a meno che non ci si impegni fortemente a vederne le possibili positività.
Siccome accidentalmente di volta in volta interpretiamo una parte o l'altra nel processo.possiamo sforzarci a ricercare all'interno della nostra accidentale (non occidentale) cultura,queste positività,essendo la nostra cultura anche il risultato dell'interpretazione di queste diverse parti.
Della nostra cultura fa parte un inopportuno senso di colpa che ci fa vedere il dramma dell'immigrato,e non ci fa vedere la bellezza,seppur ancora drammatica,come un Odissea,della sua avventura.
Il timore di perdere qualcosa è legittimo,se non inevitabile,ma quello che stiamo difendendo è ciò che un tempo abbiamo acquistato,in cambio di ciò che un tempo,nonostante la strenua difesa,abbiamo perso.
Pazientate dunque.Il bilancio alla fine è sempre positivo.
Questa consapevolezza dovrebbe farci riflettere su come velocizzare il processo per mettere le nostre rapaci mani,e perché no,il prima possibile ,su quel tesoro che sarà il nuovo status quo.
Questa consapevolezza dovrebbe farci godere in anticipo della meta.agognandola,seppur giocoforza,dato che contrastarla è utopico.
Non sto dicendo che il processo non sarà drammatico,ma che non è il caso di renderlo ancora più drammatico di quello che è.
In fondo sostanzialmente tale dramma poggia sulla farsa di una terra,che è la mia terra.
Infine non dovrebbe esserci alcun senso di colpa,se trovarsi da una parte o dall'altra è,come è vero che è,un puro accidente.
iano, il tuo ragionamento sugli uomini che si sono sempre spostati può portare a pericolose conclusioni, in passato la violenza è stata lo strumento di risoluzione di ogni conflitto, il più forte aveva ragione, il più debole no. Dobbiamo accettare questa legge come una legge necessaria anche oggi? Credo di no. Allo stesso modo l'evoluzione della civiltà ha definito delle cose che si chiamano stati, con un territorio definito, che amministrano i diritti degli abitanti del loro territorio. Naturalmente non è che questi abitanti non si possono muovere dal loro stato, solo che sono soggetti alla legge, che stabilisce se e come lo possono fare. La legge non è stata creata per far danno a loro, ma per proteggere i cittadini dello stato verso il quale vanno. La tua idea che esista un travaglio di passaggio, per un futuro migliore è a mio parere discutibile, al di là dei grossi costi immediati, economici e sociali, ci sono i costi futuri perché queste persone sono culturalmente troppo distanti e quindi tenderanno nel nostro mondo a ghettizzare, a rinchiudersi in realtà marginali nelle quali riprodurranno le realtà, e i mali, del loro mondo di provenienza. Gran parte del terrorismo che ha infestato altri paesi Europei, è figlio delle emigrazioni passate verso questi paesi, chi compie quei crimini è cittadino, ma è figlio o nipote di immigrati.
E che dire dei popoli Rom che rappresentano un problema sociale dovunque essi siano, perché riproducono certe strutture comportamentali, le località che li hanno accettati hanno vissuto solo il travaglio dei disagi che portavano, ma non hanno visto da questa presenza nessuna buona opportunità.