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Messaggi - Eutidemo

#5686
Rileggendo il mio primo intervento del 24 Ottobre 2016, mi sono accorto di aver scritto una cosa un po' sciocca, e, cioè: "La prima domanda che verrebbe da fare, è se esiste DIO o no." ;)
Riflettendoci, in effetti, sarebbe una domanda inutile, perchè, se davvero il genio fosse "onnisciente" (per postulato anapodittico), allora Dio sarebbe Lui; e, quindi, non avrei neanche bisogno di chiederglielo!  :D
Se, invece, non fosse onnisciente, sarebbe egualmente inutile chiederglielo, perchè non potrebbe saperlo con certezza! ;)
#5687
Condivido anche io le interessanti considerazioni di Viator e Dubbio.
Quello che scrive quest'ultimo, peraltro, circa il tornare indietro nel proprio passato "in carne ed ossa", oltre ad un personale problema "psichico", secondo me comporterebbe anche un grosso problema "fisico"!
Ed infatti, in ciascun momento della sua esistenza, da quando ha cominciato ad espandersi dopo il "BIG BANG", l'universo contiene una determinata quantità di atomi (se non vogliamo parlare di materia e di energia); per cui, trasferendo il numero di atomi che compongono la massa del mio corpo da un momento temporale ad un altro, si potrebbe ipotizzare una "alterazione implosiva" dell'universo temporale di provenienza, ed una corrispondente "alterazione esplosiva" dell'universo temporale di arrivo.
Per dirla in soldoni, cioè, sarebbe come spostare parte dell'aria da uno pneumatico ad un altro: il primo si sgonfierebbe un po', mentre l'altro si gonfierebbe...con un eventuale rischio di "scoppio"! ;D
Tale problematica, però, potrebbe assumere diversi aspetti a seconda del tipo e del modo di concezione del tempo e dell'universo che si ha; senza considerare che, almeno secondo alcuni astronomi dell'Anglo-Australian Telescope di Coonabarabran, in Australia, solo il 35 per cento del contenuto dell'universo si trova sotto forma di materia; il resto sarebbe invece costituito da una qualche forma di «energia oscura».  ::)
#5688
C'è un aspetto particolare del tempo passato, su cui riflettiamo poco: cioè che, in fondo, la maggior parte di ciò che noi possiamo "vedere" direttamente con i nostri occhi, non è certo quello che accade, adesso, nel tempo presente... ma unicamente quello che è accaduto in passato e ormai non esiste più da tempo! :)
Ed infatti, se alzate gli occhi al cielo di notte e guardate le innumerevoli stelle e galassie che circondano il nostro piccolo pianeta, ecco che, senza utilizzare  alcuna "macchina del tempo", potete essere spettatori di eventi passati da secoli, millenni, e addirittura milioni di anni. ;)
Teoricamente, senza stravolgere alcuna legge della "macrofisica", se inviassimo nello spazio una astronave munita di un potentissimo telescopio, più questa si allontanasse dalla terra, e più indietro potremmo vedere "in diretta" quello che accad(d)e nel passato del nostro pianeta!
E ancor meglio se nello spazio lanciassimo giganteschi specchi riflettenti!  ;D
Peraltro, da un punto di vista strettamente tecnico, se incrociamo gli occhi per guardarci la punta del naso...in fondo non vediamo il nostro naso presente, ma quello di qualche istante fa; ed infatti, per quanto si tratti di un tempo infinetesimale, la luce un po' di tempo ce lo mette comunque per arrivare dalla punta del nostro naso ai nostri occhi! :D
E poichè il nostro cervello funziona per il tramite di segnali biolettrici, in un certo senso, forse, si può dire che anche la nostra stessa coscienza cosiddetta "presente", in fondo, visto il tempo che ci mette il segnale per passare da un neurone all'altro, fa anch'essa parte del passato. ;)
#5689
Dopo averne trattato sotto il profilo "filosofico", non sarà male fare un brevissimo accenno alla problematica "fisica" dei viaggi nel tempo.
Attualmente la teoria delle stringhe ammette l'esistenza di oltre 3 dimensioni spaziali; ma le altre dimensioni spaziali sarebbero contratte o compattate in base a scale subatomiche (secondo la teoria di Kaluza-Klein) per cui sembra impossibile sfruttare tali dimensioni spaziali per effettuare viaggi nel tempo.
Recentemente, però , Ben Tippett dell'University of British Columbia e David Tsang dell'University of Maryland, hanno asserito, che, da un punto di vista teorico, in base alla loro tesi "Traversable acausal retrograde domains in spacetime", sarebbe fisicamente possibile andare avanti e indietro nel tempo anche per corpi di dimensione superiore a quella delle particelle. 
La cosa mi sembra, tuttavia, alquanto problematica; a meno di non possedere un orologio come il mio, che, sia pure lentamente, mi dà l'illusione di tornare indietro nel tempo, come se io fossi un "tachione".
#5690
Citazione di: Il_Dubbio il 19 Febbraio 2018, 18:37:47 PM
@epicurus
ciò che sta dicendo Eutideno è esattamente ciò che stavo dicendo io, ma lui è stato piu chiaro di me  ;)

La domanda infatti non è se si possa andare nel passato (anzi sarebbe meglio dire nel tempo, poiche si dovrebbe riuscire anche a viggiare nel futuro)), ma ipotizzando che si possa fare viaggi temporali quale modello di universo lo permetterebbe e con quali criteri. E secondo me l'unico modello accettabile è un modello statico a molti mondi.
Sono d'accordo anche con Eutideno quando ritiene che il paradosso del nonno non è un paradosso ma più semplicemente una cosa impossibile.

Citazione di: Eutidemo il 19 Febbraio 2018, 16:06:10 PMALTERNATIVA Caro Epicurus, hai ragione, forse non mi sono espresso bene; anche perchè, specie con riguardo all'ipotesi 2), il linguaggio simbolico, soprattutto con riguardo all'uso dei "tempi verbali" diventa quasi impraticabile. :( Io intendevo formulare la seguente alternativa: 1) O il tempo è una mera sequenza "indiscreta" di eventi, nel qual caso quello che noi definiamo "passato" è una realtà che non esiste più (cioè, una "non realtà"), e quello che noi definiamo futuro non esiste ancora (e, quindi, è una "non realtà" anche lui); nel qual caso, così come non è possibile visitare un "isola che non c'è", così pure non è "logicamente" possibile visitare un periodo temporale che "non esiste" (o "più" o "ancora" non fa differenza). Nel qual caso gli ipotetici paradossi non potrebbero verificarsi, perchè un viaggio nel tempo non sarebbe neanche logicamente ipotizzabile. 2) Oppure il tempo non è una mera sequenza "indiscreta" di eventi, ma è lui stesso un unico evento, o meglio, un'unica realtà, anche essa "indiscreta"; nel qual caso quello che noi definiamo "passato", quello che noi definiamo "presente" e quello che noi definiamo "futuro" esistono, per così dire, "contemporaneamente" in un'unico "continuum" immodificabile. [/size]

la 1) non può essere giusta, secondo le nostre attuali conoscenze, e a mio modo di vedere, poiche l'esistenza di un evento dello spazio/tempo è relativa per ogni osservatore. Diversi osservatori non concorderanno mai sulla contemporaneità di un evento. Per cui dire che il mio passato non esiste più solo perche io non posso ripercorrerlo all'indietro non vuol dire che non esista in senso assoluto. Per questo motivo mi sembra piu giusta la 2).


Ti ringrazio e condivido per quanto riguarda la 2) ;)
#5691
ALTERNATIVA
Caro Epicurus, hai ragione, forse non mi sono espresso bene; anche perchè, specie con riguardo all'ipotesi 2), il linguaggio simbolico, soprattutto con riguardo all'uso dei "tempi verbali" diventa quasi impraticabile. :(
Io intendevo formulare la seguente alternativa:
1) 
O il tempo è una mera sequenza "indiscreta" di eventi, nel qual caso quello che noi definiamo  "passato" è una realtà che non esiste più (cioè, una "non realtà"), e quello che noi definiamo  futuro non esiste ancora (e, quindi, è una "non realtà" anche lui); nel qual  caso, così come non è possibile visitare un "isola che non c'è", così pure non è "logicamente" possibile visitare un periodo temporale che "non esiste" (o "più" o "ancora" non fa differenza). 
Nel qual caso gli ipotetici paradossi non potrebbero verificarsi, perchè un viaggio nel tempo non sarebbe neanche logicamente ipotizzabile.
2) 
Oppure il tempo non è una mera sequenza "indiscreta" di eventi, ma è lui stesso un unico evento, o meglio, un'unica realtà, anche essa "indiscreta"; nel qual caso quello che noi definiamo  "passato", quello che noi definiamo  "presente" e quello che noi definiamo  "futuro" esistono, per così dire, "contemporaneamente" in un'unico "continuum" immodificabile.
Ciò che si modifica, è solo la percezione coscienziale dello spettatore e dell'attore; cioè, e come se uno, a tre metri da una piccola finestra a piano terra, vedesse passare il membro di una processione che sta sfilando in quel momento in strada (presente), ma non vedesse ancora quello che sta per arrivare dietro di lui (futuro), nè vedesse più quello che è già sfilato  prima di lui  (passato).
Se si affacciasse alla finestra, però, sporgendosi, potrebbe spaziare con l'occhio su tutta la processione, che già esiste per intero nella sua continuità "filare"; ovvero, uscendo anche lui in strada, potrebbe (teoricamente) scorrerla in avanti o indietro.
Però, secondo me, l'esempio più calzante è quello di una pellicola cinematografica (anche se adesso non si usano più); in essa, infatti, i  singoli "fotogrammi" sono già tutti "impressionati" fin dall'origine, sebbene gli attori e gli spettatori "credano" di viverli e guardarli momento dopo momento.
Per cui se Marty va indietro nel tempo e "cerca" di modificare la sua storia, con il rischio che i suoi genitori non lo concepiscano mai, e quindi lui non possa nascere e, quindi, tornare indietro nel tempo per modificarlo, ciò può "avvenire/esseregiàavvenuto" oppure no; ma tutto dipende da come il regista ha voluto girare il film, che non può certo essere più modificato da nessuno.
Tantomeno dagli attori che hanno già rappresentato tutte le scene!
Cioè, se Marty va indietro nel passato, qualunque cosa lui faccia o cerchi di fare, FA COMUNQUE GIA' PARTE DEL PASSATO (o meglio, del "continuum"), MODIFICHE COMPRESE, perchè rientra nel disegno ormai definitivamente compiuto del Regista.
Per cui:
- se cerca di modificare il passato e non ci riesce, tutto resta per tutti come prima, perchè tale cambiamento non era previsto e voluto dal regista;
- se, invece, cerca di modificare il passato e  ci riesce, tutto il resto cambia dal punto di vista dello spettatore e dell'attore, ma tale cambiamento era già previsto e voluto dal regista, per cui la pellicola sempre quella rimane (sempre evitando contraddizioni logiche, che neanche il più fantasioso regista potrebbe superare).
                                         ***
"LIBERO ARBITRIO"
Quanto dico, potrebbe sembrare in contrasto con il principio del "libero arbitrio"; il che è anche comprensibile, restando al mio esempio del film e del regista.
Ma il mio, appunto, era solo un esempio!
Prendiamo, allora, il caso di una partita di calcio o di scacchi, nella quale i giocatori decidono liberamente le mosse da fare, senza che nessuno li costringa in un senso o nell'altro; il "tempo", all'insaputa dei giocatori, è come una (pre)"registrazione" di quella partita, per cui, al di là della coscienza temporale e della libera volontà dei giocatori, non fa altro che "aver ripreso-riprendere-riprenderà" una volta per tutte e non più modificabile, le conseguenze delle loro scelte, nel momento stesso in cui liberamente le fanno!
Meglio di così, non riesco ad esprimermi...mi dispiace!

***
IL "PARADOSSO DEL NONNO"
Tutto ciò, però, non risolve il cosiddetto "PARADOSSO DEL NONNO"; cioè, che succede se Marty torna indietro nel tempo ed uccide suo nonno, prima che lui abbia generato suo padre?
Al riguardo, seecondo il "principio di auto consistenza di Novikov", a cui la mia concezione si avvicina molto, ammesso che il viaggio nel tempo sia possibile, le conseguenze che esso produrrebbe dal passato verso il futuro sarebbero proprio quelle che avrebbero reso possibile quel viaggio dal futuro verso il passato; in altri termini è possibile andare indietro nel tempo, ma è impossibile modificare la storia tramite un viaggio indietro nel tempo, poiché esso è già avvenuto nel passato e doveva avvenire nel presente.
Come, appunto, nei miei precedenti esempi.
In particolare, secondo Novikov, se Marty riuscisse a tornare nel passato e a uccidere suo nonno prima che sposasse sua nonna, allora o ha ucciso qualcun altro convinto che fosse lui, o suo figlio (ossia suo padre) è stato concepito prima che lui lo uccidesse.
Io la farei ancora più semplice, suggerendo che, quello dell'"uccisione del nonno", non è nemmeno un vero e proprio "paradosso", ma, semplicemente, una "cosa impossibile"; il che è ben diverso.
Voglio dire che se io pretendo di vincere la lotteria senza comprare il biglietto, non tento di realizzare nessun "paradosso", ma sto semplicemente aspirando a qualcosa di "impossibile"; ed infatti, l'acquisto del biglietto è il presupposto logico affinchè esso sia estratto, mancando il quale la vincita è impossibile, senza che si sia verificato alcun paradosso al riguardo.
Allo stesso modo, se io pretendo di uccidere mio nonno prima che abbia generato mio padre, non sto tentando di realizzare nessun "paradosso", ma sto semplicemente aspirando a qualcosa di "impossibile"; ed invero, il fatto che io sia nato, è il presupposto logico affinchè io possa esistere e viaggiare nel tempo, mancando il quale sarebbe impossibile da parte mia anche semplicemente tentare di ucciderlo, senza che si verifichi alcun paradosso al riguardo.
Per cui, se io voglio azzerare il presupposto, e, cioè, il fatto di esistere per essere stato prima generato, è ovvio che non posso conseguire il risultato; semplicemente, "non posso", così come non posso vincere nessuna lotteria senza aver prima comprato il biglietto!
***
LA TEORIA DEI MONDI PARALLELI
A prescindere da quella che a me sembra la più plausibile alternativa, non si può, però, sottacere la cosiddetta "TEORIA DEI MONDI PARALLELI", detta anche del "MULTIVERSO", secondo la quale il paradosso del nonno non è una contraddizione, perché ogni "interferenza" col passato produrrebbe le sue conseguenze solo in un universo parallelo, nel quale la storia si evolve in maniera diversa; cioè, un universo parallelo viene generato istantaneamente a ogni singola "interferenza": un viaggio nel passato comporterebbe la creazione di infiniti universi con infinite linee temporali.
Teoria senz'altro affascinante, e che potrebbe anche essere vera; sebbene, per i motivi sopra esposti, io non la ritengo "necessaria" per spiegare il presunto "paradosso del nonno".
#5692
Breve corollario. :)
Quanto detto, ovviamente, varrebbe solo nel caso in cui il tempo venisse come considerato come un "continuum"; nel qual caso, come spiegato, secondo me gli ipotetici paradossi sarebbero solo apparenti.
Diversamente, ipotizzando invece il tempo come una mera sequenza di istanti "presenti", il passato non esisterebbe più, ed il futuro non esisterebbe ancora; per cui, così come non è possibile visitare un isola che non c'è, non sarebbe possibile visitare un tempo che non esiste...nel qual caso gli ipotetici paradossi non potrebbero verificarsi neanche apparentemente. ;)
#5693
Mi scuso preventivamente, poichè, intervenendo in un "thread" già molto avanzato, è possibile che io non abbia letto tutti i precedenti interventi; per cui può darsi che, ora, io replichi qualcosa già detto da altri.
Nel qual caso, chiedo venia! :)
A mio modestissimo avviso, e, ovviamente, sempre a livello teorico, ritengo che, se si considera il tempo come un "continuum", gli ipotetici paradossi sono solo apparenti; ed infatti, le stesse intromissioni che un viaggiatore del futuro effettua nel passato, in fin dei conti, fanno già parte del passato stesso.
Cioè sono anche essi eventi già verificatisi! ;)
Per esempio, nel famoso film "Ritorno al Futuro", si immagina che il protagonista della vicenda torni indietro nel tempo (dagli anni '80 agli anni '50) e che in tal modo si ingerisca nel passato dei propri genitori, modificandone le vicende e la storia personale.
Ma se ci pensate bene, in fondo, le sequenze cinematografiche restano sempre identiche e nello stesso ordine così come sono impressionate su di una immodificabile pellicola; quelle che si riferiscono al "prima" (anni '50) già sono state filmate così come sono; ivi comprese le presunte interferenze del viaggiatore temporale che giunge dal presunto futoro (anni '80) ... e non varieranno mai più.
Il film è ormai quello che è, in tutti i suoi "step", e così il Tempo; nel senso che, se in via ipotetica si potesse viaggiare avanti e indietro nel tempo, in realtà anche le escursioni nel passato di un viaggiatore nel tempo, già "ci sono state", ed è solo lui che immaginerebbe di doverle ancora fare! :D
Ovviamente, dato l'argomento, mi scuso per l'utilizzo improprio dei tempi verbali; ma, dato il tema, la cosa era inevitabile! ::)
#5694
Caro  Davintro
non mi sembra affatto che scindere i due poteri, riferendo la rappresentatività popolare solo al primo (parlamento), rischi di diventare un discorso che cade nel formalismo; secondo me, invece, la separazione dei due poteri (e del terzo) costituisce uno dei pilastri dello Stato di Diritto, come insegnava Montesquieu.
*** 
Ed infatti, in un sistema parlamentare (come detta giustamente la nostra Costituzione), ai cittadini non spetta di eleggere il GOVERNO, bensì i componenti del PARLAMENTO; il quale sarà lui, poi, in un certo senso, ad "eleggere" il GOVERNO.
Come ho già detto, i nostri "rappresentanti" sono i parlamentari, e NON i membri del Governo; i quali, come pure avevo già detto, non solo possono benissimo non essere nostri rappresentanti eletti (Renzi non lo aveva eletto nessuno), ma, anche qualora lo fossero, non agiscono in rappresentanza degli elettori, bensì di quelle che ritengono le esigenze del Paese.
***
Il lavoro del parlamento, cioè del POTERE LEGISLATIVO, sta nel VARARE LE LEGGI, mentre il lavoro del POTERE ESECUTIVO, cioè del GOVERNO, sta nell'ESEGUIRLE; è vero che è principalmente il Governo a presentare i "disegni di legge", ovvero ad emettere direttamente i "decreti legge" (e, su delega, i D.lgs), ma, questo, non deve e non può cambiare il principio della DIVISIONE DEI POTERI.
Sussidiariamente, il lavoro del Parlamento consiste anche nel sostegno e nel controllo all'attività di governo tramite lo strumento delle fiducie o sfiducie; a cui si ricorre fin troppo spesso, per "bypassare" il potere deliberativo del parlamento nell'emanare le leggi. 
***
Ovviamente, occorre che ci sia una coerenza tra il lavoro delle due strutture; ma, secondo me, non è affatto necessario che un elemento più forte di rappresentanza popolare sia presente anche nell'indicazione di governo.
Per cui, da parte mia, non sono affatto favorevole ad introdurre l'obbligo, per ogni lista elettorale, di indicare nel simbolo il nome del candidato premier che la lista si impegnerà nel futuro parlamento a sostenere; anzi, la cosa mi sembra anche un po' incostituzionale, perchè, essendo vietato il vincolo di mandato, secondo me gli elettori non possono vincolare gli eletti a nominare un determinato premier. 
Quest'ultimo lo devono liberamente scegliere i parlamentari, affinchè il Capo dello Stato lo nomini.
***
E non si tratta solo di mero "formalismo",  perchè , a mio avviso, l'indicazione in lista del premier, soprattutto nell'attuale fase storica, aggrava il rischio di una "democratura" leaderistica, fondata sull'istrionismo carismatico del demagogo di turno.
Ed invero, una volta che il nome del Premier venisse CONSACRATO nella scheda dal popolo, potrebbe risultare più difficile, per la maggioranza parlamentare, di cambiare eventualmente idea riguardo il sostegno a tale Leade, nel caso ritenesse che il governo devia in modo troppo netto dal programma elettorale: la "piazza" potrebbe insorgere. 
***
E' vero, peraltro, che quando eleggo un parlamentare non eleggo solo un individuo, ma eleggo anche un progetto, un programma di governo; per cui i parlamentari dovrebbero mirare ad un governo che manifesti di voler seguire tale progetto.
Però, se io voglio votare un partito perché ha in programma la legalizzazione dell'eutanasia, secondo me,  mi deve bastare di sapere che quel partito ha effettivamente in programma quel punto, ma non ho diritto alla garanzia che gli eletti di quel partito (che contribuisco a mandare in parlamento) non facciano alleanze di governo con partiti conservatrici contrari alla legalizzazione; perchè, altrimenti, tale garanzia, si sostanzierebbe in una violazione del divieto dell'obbligo di mandato.
Ed invero, se gli eletti di quel partito (che contribuisco a mandare in parlamento) faranno disdicevolmente alleanze di governo con partiti conservatrici contrari alla legalizzazione, la volta prossima non li voterò più; e questa sarà la sanzione per il loro ondivago comportamento.
ll tradimento della fiducia elettorale è all'ordine del giorno; ma, purtroppo, non vedo altro rimedio se non quello sopra enunciato.
Altri rimedi, secondo me, sarebbero peggiori del male!
BUONA PASQUA!
#5695
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
15 Aprile 2017, 18:39:14 PM
Caro Lorenzo,
daiiiii, scherzavooooo!
Scusaaaaa!
Non ti sarai mica offeso?
:-)
***
QUANTO SI PUO' RESISTERE SENZA MANGIARE
Non riesco a credere che tu insista ancora a riportarmi sistematicamente come PROVA delle ridicole BUFALE  come quella di Judith von Halle; è evidente, infatti, che NON SI PUO' VIVERE SENZA MANGIARE!
Ovviamente, non è facile determinare quanto tempo si può restare senza mangiare, tuttavia molte ricerche scientifiche hanno cercato di calcolare la resistenza che una persona adulta può avere in assenza di cibo.
I fattori che influenzano il tempo in cui qualcuno può resistere senza cibo sono:
- la quantità di glucosio o zucchero conservato nel corpo.
- la quantità di grasso conservato nel corpo.
- le proteine conservate.
- la densità muscolare del singolo individuo.
Quando il corpo non riceve il cibo necessario deve prendere ciò che gli serve dalle riserve per mantenere l'energia e il funzionamento degli organi; in principio comincia a prendere il glucosio o zucchero accumulato per operare, una volta che questo finisce passa alle riserve di grasso (più grasso abbiamo e più resisteremo), poi fa ricorso alla riserva di proteine e infine ai muscoli. 
Per cui, in base ai dati e agli studi effettuati, la scienza ha stabilito che l'uomo può resistere un massimo di 60 giorni senza mangiare prima di morire; questo periodo, però, può prolungarsi se la persona riceve una minima quantità di alimenti e sostanze nutritive.
Per cui, mi dispiace per te, ma è stato accertato che è impossibile vivere senza cibarsi; peccato, perchè, si risparmierebbe molto. :D
:-)
***
DOCUMENTAZIONE INCONFUTABILE
Quanto a Judith von Halle, è ovvio che ognuno può mettere nero su bianco le balle che vuole, ma questo non dimostra NIENTE!
1)
Chi è che ci garantisce che Judith  fu sottoposta a una minuziosa e severa sorveglianza da parte di una commissione medica e di quattro suore? 
2)
Come si chiamavano i membri della Commissione medica e le 4 suore?
3) 
Chi è che ci garantisce che a due a due le suore, sotto giuramento, osservarono incessantemente Teresa durante quei quindici giorni secondo le istruzioni mediche ed ecclesiastiche?
4)
Chi ci garantisce che nei quindici giorni non fu constatata la minima immissione di alimenti?
5) Chi ci garantisce che il peso, che all'inizio dell'esame era di 55 kg, scese durante le sofferenze del venerdì a 51 kg la prima volta e a 52,5 la seconda, e alla fine dell'esame ritornò al livello iniziale malgrado l'assoluto digiuno (questo prova, semmai, che qualcuno l'ha nutrita di nascosto, altrimenti il peso da dove mai sarebbe tornato)? 
6) Dov'è  dichiarazione scritta della curia di Ratisbona? Firmata da chi? Quando?
OPS, scusa, dimenticavo la prova principe: poichè campava d'aria, fu persino cancellata dalle liste annonarie e dall'inizio della guerra fino alla riforma monetaria del 1948 non le fu data la tessera alimentare. 
;D  ;D  ;D  ;D
Chi potrebbe continuare a negare, di fronte ad una simile prova?
Questa sì che è buona!!!!!
:-)
***
CHI NON MANGIA NON CACA
Comunque, se Judith von Halle è viva e vegeta, tiene conferenze e scrive libri, è stigmatizzata e non è cattolica, ci vorrebbe poco a capire il trucco.
Ed infatti, basterebbe:
- chiuderla in una cella sotto il controllo di due medici, e, soprattutto, di due prestigiatori;
- metterle un tappo nel sedere, chiuso a chiave con una cintura di castità (o meglio, di cachità).
Lo ha mai fatto nessuno?
Ed infatti, se veramente non mangia niente, non dovrebbe neanche cacare niente, non ti pare? ;)
Altrimenti, basta analizzarle le feci per scoprire cosa ha mangiato!
:-)
***
STIMMATE
A quelle ci credo, perchè è un fenomeno riscontrato in molti soggetti isterici (e non solo), e che non ha assolutamente nulla di sorprendente.
:-)
***
VIAGGI ASTRALI E VOCI REMOTE
Non sarebbe stata una "cazzara" completa, se non si fosse inventata anche corbellerie del genere!
:-)
***
AUTENTICI FENOMENI PARANORMALI
Stento ancora a credere che qualcuno possa bersi simili eclatanti fandonie, e, quindi, a volte ho il dubbio che tu voglia prendermi in giro...a farmi credere che ci credi veramente!
Ma, se ci credi veramente, questo sì che sarebbe un autentico fenomeno paranormale!
:-)
***
BUONA PASQUA! :)
#5696
Caro Paul11,
storicamente, non hai tutti i torti; ed invero, il sistema proporzionale è più tipico delle  democrazie in nascita, che di quelle mature.
Ciò non toglie, però, che, quando quelle "troppo mature" rischiano di "andare a male", il sistema elettorale proporzionale è forse quello più adatto ad evitare il rischio di una "democratura" leaderistica, fondata sull'istrionismo carismatico del demagogo di turno.
Negli ultimi 23 anni c'è stata una certa alternanza tra opposti poli (si fa per dire); ma non mi sembra proprio che i risultati siano stati particolarmente ragguardevoli.
Anzi!
Tu dici che nel maggioritario si vota una linea politica impersonata da un leader e dal suo partito, e, quindi è più chiaro il rapporto rappresentatività e governabilità; ed invece, secondo me, è solo una forzatura, perchè, visto che attualmente non esiste un leader un partito che possano avere una maggioranza sufficiente, i casi sono due:
- o si formano delle coalizioni pre-elettorali, che poi si sfaldano (alla faccia della governabilità);
- oppure si deve ricorrere ad un "maggioritario spinto", con ballottaggio e premio di maggioranza, per cui al potere potrebbe ritrovarsi anche chi ha solo il 25% dei consensi nel Paese ((alla faccia della rappresentatività).
E' difficile trovare una via di mezzo!
BUONA PASQUA  :)
#5697
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
15 Aprile 2017, 15:02:13 PM
Citazione di: lorenzo il 15 Aprile 2017, 09:54:38 AM
Buona Pasqua a te, caro Eutidemo, e a tutti gli amici del forum, o del Logos (ma anche ai nemici).
Penso che ci siamo ormai detti un po' tutto, o almeno io credo di avere sparato tutte le mie cartucce. Voglio solo rispondere su un punto
CitazioneJudith von Halle
Ovviamente, nel caso di palesi corbellerie, tipo quella di Judith von Halle, che "vive senza cibarsi", stai tranquillo che si tratta di cose così assurde, che non vale neanche la pena di controllare di tanto in tanto su INTERNET se tale fenomeno venga alla fine accertato incontrovertibilmente come vero...perchè è ovviamente IMPOSSIBILE!
Già, Impossibile vivere senza cibarsi. peccato che questo sia stato accertato
Teresa Neumann fu sottoposta a una minuziosa e severa sorveglianza da parte di una commissione medica e di quattro suore. [...]
A due a due le suore, sotto giuramento, osservarono incessantemente Teresa durante quei quindici giorni secondo le istruzioni mediche ed ecclesiastiche. Fu misurata l'acqua per sciacquarsi la bocca, furono controllate tutte le secrezioni, fotografate le stigmate, esaminato il sangue. [...] Nei quindici giorni non fu constatata la minima immissione di alimenti. Il peso, che all'inizio dell'esame era di 55 kg, scese durante le sofferenze del venerdì a 51 kg la prima volta e a 52,5 la seconda, e alla fine dell'esame ritornò al livello iniziale malgrado l'assoluto digiuno. [...] La curia di Ratisbona si dichiarò completamente soddisfatta dell'esito del controllo e ne lasciò dichiarazione scritta.
Il digiuno della Neumann ebbe una conferma indiretta: durante il Terzo Reich Teresa fu cancellata dalle liste annonarie e dall'inizio della guerra fino alla riforma monetaria del 1948 non le fu data la tessera alimentare. Le fu concessa invece una doppia razione di detersivi per lavare la biancheria che ogni venerdì, quando riviveva in tempo reale la passione di Gesù, inondava di sangue.
http://it.aleteia.org/2016/03/30/sapete-chi-fu-la-mistica-che-digiuno-piu-a-lungo-e-perche/5/
"Pfui, dirai, le suore, la curia..." ma ci sono anche la commissione medica e le liste annonarie.
E Alexandrina Maria da Costa?
Dal 27 marzo 1942 cessò di alimentarsi, assumendo ogni giorno soltanto l'Eucaristia. Nel 1943, per quaranta giorni, ne furono strettamente controllati dai medici il digiuno praticamente assoluto e l'anuria, nell'ospedale della Foce del Duero presso Porto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Alexandrina_Maria_da_Costa
Judith von Halle è viva e vegeta, tiene conferenze e scrive libri, è stigmatizzata e non è cattolica.
Se le stigmate sono evidenti al punto che anche la scienza e la stampa tedesca hanno dovuto ammetterlo (le ferite non si rimarginano né si infettano), sono leciti i dubbi sul "viaggio astrale" che Judith von Halle compie ogni anno, come sui poteri che pare abbia acquisito (sentire voci lontane anche migliaia di chilometri, ad esempio). Ma si aggiunge un altro elemento, verificato scientificamente: da quella Pasqua del 2004, la signora non ingerisce cibo, non riesce e non ne ha alcun bisogno. Tollera solo un poco di acqua ogni tanto. Eppure non ha perso peso, continua a vivere e a lavorare come architetto.
http://www.barbadillo.it/4428-settimana-santa-stimmate-e-fede-da-san-francesco-a-padre-pio-fino-a-judith-von-halle/
Infine, per te e tutti quelli che si distraggono proprio quando il cucchiaio si piega, questo raccontino, mi pare di Montanelli:
L'infelice paventava che la moglie lo tradisse, e un giorno decise di pedinarla. Vide che s'incontrava con un uomo e li seguì fino all'albergo.
Pagò il portiere e potè così spiare dal buco della chiave. La vide spogliarsi, abbandonarsi sul letto e... spegnere la luce.
"Ohimé, pensò affranto il meschinello, restare ancora col mio atroce dubbio!"

Questa volta ti faccio rispondere da TOTO'
https://www.youtube.com/watch?v=Q_OFmoJ1z0M
:)
BUONA PASQUA!
#5698
Attualità / Re:Che significa "America first"?
15 Aprile 2017, 14:10:04 PM
Citazione di: cvc il 15 Aprile 2017, 09:47:58 AM
Eutidemo non ha tutti i torti a definire Trump un fenomeno locale, nel senso che l'escalation militare pare un rimedio alle sue difficoltà di consenso interne. La guerra, come già avvenne con Bush Jr, ha la forza di coalizzare l'opinione pubblica di uno stato mossa dall'inconscio collettivo del sentimento nazionale.  Ma il fenomeno potrebbe essere generalizzato. I leader mondiali, per rafforzare il consenso nel loro paese, fanno a gara a chi ce l'ha più grosso (l'ordigno ovviamente). C'è quello che spara lo zio col razzo, quello che annuncia l'attacco missilistico (all'Iraq..hops, no alla Siria) mentre gusta una squisita torta al cioccolato, ma c'è anche chi si limita più modestamente a far sparire gli avversari interni facendoli semplicemente  morire misteriosamente, c'è chi (probabilmente) inscena fittizi colpi di stato per consolidare il suo potere.
I capi deille grandi potenze governano con metodi mafiosi, mentre la Cina comunista predica il liberalismo economico...
Sono lontani i tempi in cui l?america era simbolo di libertà e progresso. Ha ragione InVerno, il grido "America first" sembra il colpo della disperazione di un pugile suonato

Essì.
Tra qualche secolo ci sarà un nuovo GIBBON che scriverà la "Storia della decadenza e della caduta dell'Imper(ialism)o Americano. ;D  ;D  ;D
BUONA PASQUA :)
#5699
Attualità / Re:Che significa "America first"?
15 Aprile 2017, 14:05:25 PM
Caro Donquixote,
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INFORMAZIONE
Per quanto concerne l'informazione, forse non hai tutti i torti.
Però, almeno nel mio ambiente (che pure non è particolarmente tecnologicizzato), per informarsi usano quasi tutti INTERNET; io, per esempio, da quando si ruppe nel 2009, non ho più usato il classico apparrecchio televisivo, che ora giace abbandonato in cantina.
Comunque, dalle rilevazioni statistiche, in Italia e altrove, risulta che c'è stato un enorme calo dell'influenza dei "media" tradizionali (giornali e TV), per mezzo dei quali i Governi potevano tentare di influenzare l'opinione pubblica.
Ti cito solo qualche dato.
1) Dal 1990 al 2010, l'influenza della carta stampata è calata dal 39% al 25%;
2) Dal 1993 al 2010, l'influenza della TV è calata dal 46% al 22%.
Dati non ufficiali relativi al 2014, danno il calo per aumentato geometricamente, anche perchè le platee dei più "vecchi" si vanno assottigliando per motivi naturali.
Risulta, invero, che praticamente solo gli anziani di età superiore ai 60/70 anni, continuano a seguire abbastanza giornali e TV, e si fanno abbindolare dalla "propaganda".
Al di sotto di tale età, invece, prevale l'informazione non "a stella" (TV e giornali), ma "a rete" (INTERNET).
Tanto che molti -io, tra gli altri- la televisione e i giornali non li vedono quasi mai, ma ne filtrano in streaming i contenuti per il tramite di INTERNET, con i commenti a margine degli internauti; di modo che, l'infomazione non è più unilaterale, ma condivisa e discussa orizzontalmente.
Sempre davanti a uno schermo stai, ma non usi solo -passivamente- occhi e orecchie; usi anche le mani, e intervieni nei dibattiti (anche televisivi) per email o chat: ovvero nei FORUM, come qui.
Lasciando il "tuo" segno; e, così, contribuendo ad una informazione diffusa, discussa e dibattuta fra tutti.
La riprova delle statistiche (peraltro indiscutibili), è stato dato dal TONFO renziano al REFERENDUM; ed infatti, sebbene il ducetto toscano si fosse avvalso massivamente di tutti i media tradizionali, non ha potuto evitare il disastro. :P
A dire il vero, ha provato anche a fare propaganda su INTERNET, ma la cosa gli è riuscita male, perchè, pur essendo giovane, NON LA SA USARE AFFATTO!
Peraltro, lo stesso Burlesconi, pur con sei televisioni in mano (tre sue, e le altre tre quasi), e con qualche giornale in saccoccia (anche se minore)...ha finito per fare definitivamente FLOP...perchè di INTERNET non ha mai capito una sega.
Ragazzi:"Tempora mutantur et nos mutamur in illis!"
:-)
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INDIPENDENZA
Quanto al fatto che "se la maggioranza di un popolo vuole rovesciare il governo lo può sempre fare", mi dispiace, la tua è una convinzione rispettabilissima, ma assolutamente ingenua ed  erronea; ti potrei fare dozzine di esempi, in cui questo, non si è verificato...ma dovrei scrivere un libro.
Anzi, in genere, le rivoluzioni, OGGI, hanno successo SOLO se c'è un aiuto (aperto o nascosto) di una Potenza straniera.
Però sono d'accordo con te che (salvo in casi di necessità estrema), le Potenze straniere NON DOVREBBERO MAI INTERVENIRE; e, se del caso, solo con MANDATO ONU (come avvenne nel 1950 ed in qualche altro caso)
:-)
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PERICOLOSITA'
Per quanto riguarda la "pericolosità", tu sei rimasto ancora alle vecchie teorie della "superiorità aerea" di Giulio Douhet (1869 - 1930), che ormai sono del tutto superate.
Ed infatti, ogni arma (aerea, terrestre, marittima), ha la sua specifica efficacia funzionale in determinati contesti, e non in altri; per cui non c'è NESSUNA di esse che sia "in assoluto" superiore alle altre.
Tutto dipende DA COSA VUOI FARE!
Ad esempio, l'indubbia superiorità aerea USA, è determinata da vari fattori, il principale dei quali è POLITICO; ed infatti, l'opinione pubblica americana (ed occidentale in generale) è piuttosto sensibile alla perdita di uomini sul terreno, per cui, "se possibile", sul terreno preferisce far combattere le forze "indigene", usando l'arma aerea per supportarle in modo massiccio dall'aria.
Inoltre, le forze aeree, associate a quelle marittime, sono l'ideale per proseguire nel XXI secolo la "politica delle cannoniere"; cioè, di poter eseguire attacchi intimidatori in qualsiasi parte del mondo, quando la cosa giovi a fini dimostrativi.
Però, l'apparato militare USA, è poco adatto ad una politica di tipo "annessionistico", perchè questa richiede grandi forze corrazzate e di fanteria, PER OCCUPARE IL TERRENO; ed infatti, sebbene non abbiano recentemente "annesso" tecnicamente nessuna nazione straniera (come, ad es,fece la Germania con la Cecoslovacchia, noi con l'Albania ecc.), laddove abbiano comunque truppe sul terreno (Iraq e Afghanistan), gli Americani sono comunque in affanno, perchè il loro apparato militare non è predisposto per quello.
I Russi, al contrario, poichè la loro politica, almeno in potenza, è di carattere "annessionistico", SOVRABBONDANO in carri armati (15.000, quasi il doppio di quelli USA), che sono l'ideale per "tenere il terreno"...e quanto a TESTATE NUCLEARI BATTONO DI GRAN LUNGA tutti gli altri; per cui, forse, i più "pericolosi" sono loro.
E' vero che gli USA sono circondati da oceani e arrivarci coi carri armati lo trovo anche io piuttosto complicato, ma noi siamo in Europa, mica in America; ho una vicina Lituana, e degli amici Polacchi ed Ukraini,  i quali tutti si stanno "cagando addosso" (con licenza parlando) al pensiero del 15.000 panzer russi, nonche dei loro 3000 cacciabombardieri.
Comunque ogni Nazione eccelle nel tipo di arma più consona ai suoi scopi, per cui direi che le 3/4 prime potenze mondiali, sono TUTTE più o meno PERICOLOSE (almeno in potenza), e non solo gli USA.
I quali, semmai, "adesso" sono sicuramente tra i più pericolosi perchè li comanda TRUMP!
:-)
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IMPERALISMO
Quanto all'"imperialismo" americano, hai ragione.
Ma non ritengo meno pericoloso "l'imperialismo" russo, che, anzi, è l'unico "IMPERO COLONIALE" rimasto al mondo; oltre gli Urali, invero, ci sono sostanzialmente altre etnie, sottomesse con la forza (ed infatti, in costante ribellione).
Entrambe le potenze hanno velleità "IMPERALISTICHE", ma di tipo diverso; mentre solo la Russia ha velleità "tecnicamente" "IMPERIALI", non certo gli USA.
Ed infatti, il giornalista che citi, temo che abbia poca dimistichezza sia con l'italiano che con la storia; ed infatti "IMPERIALE" è, almeno in genere, un POTERE che si estende "statualmente" su più popoli e/o etnie, geograficamente distinte e separate tra di  loro (Impero Romano, Persiano, Russo ecc.).
Gli USA, invece, sono una FEDERAZIONE DI STATI, in cui, però, i diversi popoli e/o etnie (bianchi, gialli, neri, ispanici ecc.), sono geograficamente mescolati a livello orizzontale, in quello che si definisce il classico MELTING POT di razze.
L'unico IMPERO COLONIALE (coevo a quello Russo) con cui gli Americani hanno avuto a che vedere, è stato quello Inglese; da cui si dichiararono indipendenti a fine '700.
:-)
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BUONA PASQUA  :)
#5700
Caro Davintro,
non hai tutti i torti.
Ed infatti, nel caso di votazioni interne a maggioranza all'interno del partito per decidere di esautorare parlamentari considerati non in linea col programma di governo, la maggioranza che all'interno di un partito sostiene il leader potrebbe usare questa possibilità come arma per silenziare il dibattito e il confronto con l'opposizione interna, minacciando esponenti della minoranza di indire plebisciti per rimuoverli, finendo con l'instaurare una sorta di dittatura della maggioranza. 
Sottoscrivo parola per parola.
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VINCOLO DI MANDATO
Così come anche sottoscrivo che potrebbe essere la stessa linea maggioritaria del partito (espressa dal leader), a tradire il patto programmatico con gli elettori; come, di fatto, è accaduto con la maggioranza PD, la quale, tradendo le promesse elettorali, aveva varato unilateralmente la RIFORMA COSTITUZIONALE, mentre singoli parlamentari isolati, per rispettare tali promesse, si erano dissociati dalla linea del partito.
Per cui, come peraltro ho già detto, sono d'accordo sul fatto che, SENZA VINCOLO DI MANDATO, la strategia più efficace per il controllo da parte del popolo dei propri eletti, sia quella di lasciare che sia il corpo elettorale stesso a valutare il comportamento dei propri eletti, alle previste scadenze elettorali; lasciando liberamente ad essi anche la possibilità di alcune eventuali deviazioni del programma se le contingenze le richiedessero come necessarie.
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RAPPRESENTATIVITA'
Ora ho capito in che senso intendi il concetto di "rappresentativita", cioè nel senso che con un sistema maggioritario,  l'elettore sa già PRIMA delle elezioni che il voto che da contribuirà a formare un determinato governo e non un altro; ma, secondo la Costituzione, noi non dobbiamo eleggere il GOVERNO, bensì i componenti del PARLAMENTO, il quale sarà lui, poi, in un certo senso, ad "eleggere" il GOVERNO.
I nostri "rappresentanti" sono i parlamentari, e NON i membri del Governo; i quali non solo possono benissimo non essere nostri rappresentanti eletti (Renzi non lo aveva eletto nessuno), ma, anche qualora lo fossero, non agiscono in rappresentanza degli elettori, bensì di quelle che ritengono le esigenze del Paese.
Il POTER LEGISLATIVO è una cosa diversa dal POTERE ESECUTIVO, sebbene essi interagiscano tra di loro molto strettamente.
Per cui, secondo me, il sistema elettorale che garantisce meglio la "rappresentatività" (del Parlamento, e NON del Governo), è quello proporzionale; con adeguate soglie di sbarramento per garantire la governabilità.
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GOVERNABILITA'
Con una legge elettorale prevalentemente maggioritaria, invece, potendo gli elettori scegliere una coalizione già delineata, si privilegia indubbiamente la GOVERNABILITA'; che è una cosa diversa dalla RAPPRESENTATIVITA', ma egualmente necessaria.
Però, purtroppo, senza vincolo di mandato (che sembra non piaccia ad entrambi), spesso accade che il frazionamento in partiti e gruppi parlamentari diversi, avviene esattamente nello stesso modo che con un sistema elettivo proporzionale; l'unica differenza è che, con un sistema elettivo proporzionale "ce lo sai da prima" che in Parlamento ti ritroverai più di un parito, mentre, un sistema elettivo maggioritario, dopo esserti illuso che in parlamento ci sarebbero stati al massimo due o tre schieramenti (in effetti dovrebbero essere solo due), te ne ritrovi in campo una VENTINA.
Per l'esattezza, 19:
http://www.camera.it/leg17/46
:D  :D  :D