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Messaggi - iano

#571
Attualità / Re: Trump's Alzheimer
11 Marzo 2025, 06:07:59 AM
Citazione di: anthonyi il 11 Marzo 2025, 05:11:20 AMIn parte ha ragione niko,
Si, ma come interpretare il comportamento di Trump: il raccontare balle così palesi da andare  oltre le fake news?
La mia interpretazione è certamente azzardata, ma qual'è quella sensata allora?
#572
Attualità / Re: Trump's Alzheimer
10 Marzo 2025, 23:20:36 PM
Citazione di: Eutidemo il 20 Febbraio 2025, 06:22:36 AM
Trump ha recentemente dichiarato che Zelens'kyj non è stato eletto democraticamente; e che, quindi, è un dittatore che ha preso il potere con un "golpe"
Però, purtroppo, a causa della sua malattia (che lo affligge sin dalla quinta elementare), Trump ha dimenticato che:
1)
Zelens'kyj è stato democraticamente eletto presidente dell'Ucraina il 21 aprile 2019, battendo Porošenko con il 73,22% dei voti.
2)
Lui stesso, Donald Trump, è stato uno dei primi a congratularsi al telefono con Zelens'kyj per la sua democratica vittoria il 22 aprile 2019.
***
Ma possibile che i più recenti Presidenti USA, siano essi democratici o repubblicani, prima o poi cadano tutti vittima dell'Alzheimer? :'(
***

Secondo me vuole fare saltare i nervi ai democratici umiliandoli direttamente, o indirettamente, umiliando i loro alleati.
Potrebbe cercare di provocare reazioni scomposte per avere un motivo per fare un colpo di stato.
Infatti credo si renda conto che non abbia  altro modo per restare al governo  passati  questi 4 anni.
Il discorso sullo stato dell'unione è stata una continua voluta provocazione, e dalla mancata reazione dei democratici credo che se l'aspettassero.
Bisogna vedere se reggono per 4 anni a questo ritmo infernale.
Una volta che saltano i nervi ai democratici sarà più facile far saltare la democrazia,
Trump prepara la seconda guerra civile americana, e nel caso la copertura satellitare ce l'ha lui.
#573
Tematiche Spirituali / Re: La legge della parola
07 Marzo 2025, 15:01:02 PM
Citazione di: Duc in altum! il 06 Marzo 2025, 16:19:50 PMDio disse: «Sia la luce!». E la luce fu... Genesi/Tanak
E' la logica conseguenza... come disse (sempre come conseguenza, pur se non scritto nella Bibbia): @taurus sia... e @taurus esiste!

Ma sei pur libero di avere fede che sei un prodotto casuale dell'evoluzione...
Che si ponga fede nel caso, o che si ponga fede nel Dio  creatore, si sta ponendo fede in ogni caso in descrizioni , alternative si, ma accomunate dall'essere appunto  descrizioni della realtà.
Vedo cioè nella fede in ogni cosa che possa esprimersi a parole la mortificazione delle parole, e da non credente questo è ciò che mi duole, cioè il depotenziamento delle parole per uso improprio,.

#574
Perché il bambino deve impegnarsi in cose che ritiene astruse se non inutili?
Siccome il bambino tende ad imitare , lo farà se vedra il maestro impegnarsi, e questo io ho visto succede alle elementari, un pò meno alle medie, per nulla alle superiori.
#575
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 03 Marzo 2025, 12:52:30 PMCosa per abitudine? Libri cartacei o libri digitali?
Cartaceo. Lo davo per scontato . :)
#576
Per abitudine.
#577
Tematiche Spirituali / Re: "Ateismo cristiano"
02 Marzo 2025, 00:39:01 AM
Citazione di: doxa il 01 Marzo 2025, 21:51:58 PML'ateo Laplace gli rispose: "Citoyen Premier Consul, je n'ai pas eu besoin de cette hypothèse" (= "Cittadino Primo Console, non ho avuto bisogno di questa ipotesi").
 
 Napoleone, molto divertito, raccontò la risposta di Laplace al matematico e astronomo Joseph-Louis Lagrange (il suo vero nome era Giuseppe Luigi Lagrancia, nato a Torino nel 1736; un italiano naturalizzato francese), il quale esclamò: "Ah ! Questa è una bellissima ipotesi; essa spiega molte cose".
Mi piace immaginare Laplace come talmente preso dalle sue ricerche da essersi dimenticato di assumere l'ipotesi Dio, e di aver provato per ciò sorpresa a posteriori.
Ma, sempre nella mia immaginazione, se senza pur volere, Laplace dimostra così che Dio non è un ipotesi necessaria, ma non perciò la esclude come tale. In fondo lo stesso Newton era giunto alla stessa conclusione, ma a sua insaputa, avendo fatto un ipotesi che poi non ha usato.
Ma se Dio non è un ipotesi necessaria, non è dunque Dio ad esser morto, ma la sua necessità.
Sempre nella mia immaginazione, il Lagrangia, nevvero, ne trae quelle necessarie conseguenze che, per quanto necessarie, ancor non tutti hanno tratto a tutt'oggi, che ogni ipotesi può servire, ma che nessuna è necessaria; perchè appunto a me pare che l'ipotesi che nessuna ipotesi sia  necessaria spiega molte cose, e mi piace pensare che ciò intendesse dire il lagrangia.
Se possiamo definire l'ateo come colui che nega Dio, come scrive Green, ciò equivale ad affermare la non necessità di una ipotesi, non negando però che non vi siano ipotesi necessarie, per cui in qualche modo Dio continua a sopravvivere riduttivamente in forma di ipotesi necessaria.
Io mi ritengo ateo in un senso più largo di quanto intende Green, nel senso che non credo  vi siano ipotesi necessarie, Dio compreso, e perciò mi ritengo libero di negarlo quanto di affermarlo alla bisogna, senza porvi in nessun caso fede.
L'ateo nel senso in cui lo definisce Green, mi sembra una contraddizione, perchè esso pone fede nel non Dio.
La vera differenza non è in cosa si crede, ma nel porre fede in qualcosa o in nulla, un nulla che però non è vuoto, ma contiene ogni possibile ipotesi .

Che tutte le ipotesi stiano  alla pari è un ipotesi che spiega  molte cose.

 



#578
La traduzione produce coscienza, e da qui in poi la traduzione diviene atto volontario.
Vedo sulla parete di una caverna ciò che non c'è, ricalcandolo, e ciò mi consentirà  di segnare ciò che c'è.
La tecnica della visione che accidentalmente si esterna diventa l'arte di rappresentare la realtà.
Il disegno si stilizza diventando simbolo che sta per esso, e quindi indirettamente per la realtà a cui esso stava, in un processo di progressiva astrazione nel quale il simbolo acquista una indipendenza che gli consentirà di stare per qualunque altra cosa diversa da quella da cui è derivato.
Un operazione che ammette l'inverso.
Se il simbolo può stare per la realtà, con i simboli si possono creare realtà, dove si potrebbe pensare che uno dei due processi venga fondamentalmente prima, ma mi sembra più interessante non assegnare priorità preconcette, per quanto ovvie possano apparirci.
L'uovo non ha dubbi su chi sia venuto prima.
Il dubbio è della gallina.
L'uomo non è un animale intelligente.
Lo si capisce da come guarda le galline. :))
#579
Citazione di: Adalberto il 01 Marzo 2025, 11:21:58 AMTranslator
 
 
Ciao Iano, conoscevo l'internet delle cose, ma non OT , tecnologia operativa: mi sembrano imparentate,  ma approfondirò meglio poi, che oggi è giornata intensa e confusa.
Desideravo però soffermarmi un attimo sulle immagini, che implicano un processo mentale simbolico, basato sulla  somiglianza  di una caratteristica che viene interpetata (confusamente o lucidamente secondo i soggetti) come una identità d'essenza.
In pratica è il processo onirico, ovvero quello che mi sembrava il "sistema operativo" di base che ipotizzavo fosse emerso per primo nella nostra mente o agli albori della nostra coscienza. Noi come umanità e anche noi nelle prime fasi della nostra esistenza più o meno attraversiamo questa fase iniziale.
Il processo mentale innescato dalla parola sonora e poi da quella scritta, mi sembra invece che giochi sull'ambiguità di un doppio binario. Da una parte subisce la medesima logica simbolica delle immagini (dopotutto la parola è suono immaginifico di una cosa) mentre dall'altra sviluppa  un percorso più stretto in cui una parola non può essere anche l'altra solo per una qualche simpatia magica. E' un percorso che porta ad una logica razionale più vicina ai concetti della geometria o della matematica di cui so poco o nulla e quindi mi fermo qui.


Non saprei cosa risponderti, ma leggendoti ho fatto la seguente riflessione:
- Il sogno sta alla visione come il pensiero sta al parlare, siccome che uno è cieco e l'altro è muto. -

In ogni caso tenderei a riferire il pensiero alle sole parole.
Vedere ,disegnare, parlare e scrivere, sono ''tecniche'', mentre tradurre una cosa nell'altra è arte.
#580
Citazione di: Adalberto il 27 Febbraio 2025, 19:18:04 PMStoricamente le divinità parlano per immagini, sono poi gli uomini che le decifrano e traducono in parole.
Detto da non credente a non credente....mi hai suscitato la seguente riflessione, forse O:T., ma nello spirito che condivido con te di crescere insieme nel dialogo:
 Noi traduciamo le immagini in parole che a loro volta suscitano immagini, con l'imperfezione e/o ricchezza aggiuntiva che comporta ogni traduzione, non potendo comunicare direttamente per immagini.
Nella misura in cui la realtà comunica con noi per immagini le parole usate per comunicare col prossimo dovrebbero essere dissacranti per chi nell'evidenza vede la sola verità.
Si può tradurre , o meglio descrivere la realtà fino a porre questa descrizione in alternativa alle immagini, fino a non trovarvi più corrispondenza possibile, non potendosi più considerare cioè l'una come traduzione delle altre, per quanto ancora imperfetta.
Questo in breve è ciò che ha fatto la scienza, la quale produce simboli più che immagini, che non suscitano necessariamente  immagini, rendendosi così le parole del tutto indipendenti, ponendosi in alternativa all'evidenza delle immagini nel nostro rapporto con la realtà, perdendosi però quella verità che deriva dall'evidenza, aprendosi così l'era del dubbio sistematico.
Ma prima ancora che la scienza producesse ciò, i testi religiosi l'avevano preceduta, affermando la loro sacralità , e quindi indirettamente la sacralità della parola, seppur dovendosi servire della fede per colmare quella evidenza che le parole non possono produrre.
Infatti non ho bisogno di credere in ciò che vedo stante la sua evidenza, mentre le parole per avere la stessa potenza veritativa bisogna porvi fede, ammettendo che la verità possa essere affermata, oltre alla semplice antinomia delle equivalenze logiche.
Infine, il nostro non capire la fisica moderna equivale al riuscire sempre meno a  tradurre i suoi simboli in immagini, in un processo in cui le parole si rendono progressivamente indipendenti dalle immagini.
Non occorre comprendere la realtà quando questa si presenta nella sua evidenza, quando si presenta come ciò che è, e la comprendiamo ancora quando riusciamo a tradurre le parole in immagini, mentre non la comprendiamo quando ciò non ci è più possibile, quando le parole prendono del tutto il posto delle immagini, perdendo con esse ogni sovrapposizione, una comprensione che non si fa solo  impossibile, ma anche non necessaria, per cui si arriva a dei punti che con Bohr possiamo dire che chi dice di aver compreso allora non ci ha capito nulla, cioè ha solo frainteso.

#581
Tematiche Filosofiche / La forma è sostanza.
24 Febbraio 2025, 12:18:57 PM
La forma che diamo alle descrizioni della realtà è sostanza del modo con cui ci rapportiamo con essa.
Il modo in cui ci rapportiamo con essa è causa della nostra evoluzione, e quindi del nostro essere, e  in tal modo la forma che gli esseri viventi danno all'informe realtà si fa loro sostanza, realtà da considerarsi informe nella misura in cui ammette non ammette descrizioni  univoche.
Possiamo intendere la verità come una descrizione univoca della sostanza?
Se potessimo descrivere la realtà in modo univoco, grande sarebbe il potere ultimo delle parole, non quindi  quello transitorio del sarto che può vestire con diversi modelli la realtà, ma dell'unico vestito che può indossare e che possa dirsi veramente tale.
Senza arrivare a un verbo che si faccia realtà, sarebbe già grande il potere di un verbo che si faccia  culo e camicia con la realtà, se non fosse che ogni forma ammette suoi equivalenti logici che corrispondono a diversi vestiti.
La verità sarebbe dunque una forma priva di equivalenti logici?
Può esistere una tale forma, che aderisca in modo inimitabile alla realtà?
Dipende dal fatto se la realtà abbia corpo, o se gli diamo corpo attraverso la forma.
Nel concetto di verità forma e sostanza si fanno uno?
Di certo di questa unità finora non vi è prova.
L'unica prova di cui al momento disponiamo, come premesso, è la forma che diamo alla realtà che si fa nostra sostanza, fatto salvo un nocciolo immutabile detto altrimenti anima.



#583
Citazione di: Gyta il 22 Febbraio 2025, 23:33:33 PM"[..] non è banale il motivo per cui non ci si arriva con facilità (che è meglio non far sapere a Green), perchè viene messa in crisi la possibilità di continuare a ricercare la verità, cioè viene messa in crisi l'intera filosofia nella misura in cui ripudia i sofismi." (Iano)

Cacchio.. :o  perché inciampo anch'io al medesimo punto..? (domanda retorica)

[[ ..mollare..
deve avvenire senza forzatura alcuna però.. ]]

Non c'è da mollare, ma da aggiustare il tiro.
E' più facile capirlo se riduciamo la parola ad una tecnologia, che vogliamo dominare senza esserne dominati.
La verità è la tirannia che la parola esercita su di noi, ed è perciò che di queste verità i tiranni  con loro profitto si possono appropriare.
Mettere in dubbio qualunque verità è esercizio di libertà dalla tecnologia parola, da intendere come strumento al nostro servizio, e non da usarsi contro di noi.
L'esercizio del dubbio è allenamento all'uso di questa tecnologia per farcene padroni , perchè nella misura in cui non la padroneggiamo ne diventiamo servi, come succede per qualunque tecnologia.
La filosofia è questa palestra, dove esercitarsi al tiro al bersaglio delle parole, prima di rivolgere l'arma contro il nostro prossimo, perchè le parole non uccidono meno della Beretta.
Per tacere di quanti tiranni nascano in buona fede, credendo in una qualunque verità.
Se poi a ciò si unisce il fatto che il mezzo possa giustificare i fini, ecco spiegata l'origine di tanta crudeltà, in nome se non di Dio che se non è morto, è passato un pò di moda, di una verità ancora viva e vegeta.
#584
Citazione di: Gyta il 22 Febbraio 2025, 18:46:50 PM"Ma la parola è soltanto uno strumento per esprimere qualcosa che ci abita dentro." (green demetr)

Direi che la parola crea proprio.. creazione ed espressione di nuovo coincidono..
Torna alla tua infanzia.. il sentire è ancora con-fuso (fuso-con) si passa attraverso la distinzione per giungere ad un livello differente di 'fusione'.. meglio chiamarla vista, scoperta.
Cosa è reale? Seriamente: cos'è reale?

"Attendo tue informazioni più precise per poter contribuire a realizzare quello che credo essere" (Aspirante Filosofo58)
Reale è ciò nel rapporto col quale si producono immagini, parole, e altro di simile, che tendiamo a confondere con la realtà stessa.
Il mondo in cui viviamo , che media con la realtà, nasce dalla comunicazione interpersonale.
Se è più facile giungere alla conclusione che una descrizione della realtà non può essere la realtà, più difficile è giungere alla conclusione che la realtà non coincide con ciò che vediamo, per il motivo che non siamo noi a decidere cosa vedere quando apriamo gli occhi, o non abbiamo comunque coscienza di farlo, mentre coscienti sono le nostre descrizioni ''verbali'' della realtà.
Però se banale sembra questa  conclusione, fino al punto che Green dice ''come mai nessuno ci ha pensato prima?'', non è banale il motivo per cui non ci si arriva con facilità (che è meglio non far sapere a Green), perchè viene messa in crisi la possibilità di continuare a ricercare la verità, cioè viene messa in crisi l'intera filosofia nella misura in cui ripudia i sofismi.

Il mondo in cui viviamo viene creato dalla comunicazione , non nel senso che il solipsismo non può farlo, ma nella misura in cui solo il primo ha un senso, anche se questo senso non è nella sua verità, per quanto sempre forte è la tentazione di barattare questa con l'intersoggettività.
Per poterci vivere in un mondo, che sia virtuale o meno, l'intersoggettività è richiesta.

Cosa diremo dunque al nostro Filosofo che ci chiede ...e voi cosa ne pensate?
Direi che il nostro corpo è parte della realtà virtuale in cui viviamo, mentre la realtà ''vera'' comprensiva di noi se ne rimane nascosta, non perchè inconoscibile, ma perchè è uno degli elementi la cui reazione produce conoscenza.
Non so quanto ciò possa consolarlo, ma in ogni caso non direi nulla solo per poterlo consolare.
Direi infine che si comunica col corpo e con le parole, ma che importante è comunicare e non come lo facciamo, e che di solito quando un modo viene  a mancare ciò può essere l'occasione, per quanto non cercata, di fortificare i rimanenti in questa vita, fatte salve ulteriori altre delle quali non saprei dire nulla se non in termini  consolatori, per cui, come detto sopra, da ciò mi astengo.
#585
Citazione di: green demetr il 17 Dicembre 2024, 19:08:29 PMRispetto alle mie ultime indagini, devo dire che il mio viaggio spirituale finisce qui, oggi.
E infatti il Dio non solo non parla chiaro ma dice anche un sacco di inesattezze.
Credo che il problema sia proprio questa parola.
Ma la parola è soltanto uno strumento per esprimere qualcosa che ci abita dentro.
Dio non ha parola, è impossibile che ce l'abbia, come fa ad averla qualcosa che è informe.
Io invece credo che la parola sia quella da usare per noi stessi, per dare forma a quello spazio tra la nostra mortalità e quel senso ineffabile di trascendenza che ci porta per esempio a fare poesia.
E' dunque la poesia che ragiona con noi.
O i romanzi.
E' un pensiero talmente banale che mi stupisco che nessuno lo abbia mai pensato.
Segno che non leggi i miei post, ma non te ne faccio una colpa.
La parola è uno dei tanti possibili prodotti dei nostri rapporti con una realtà che non ha forma. La forma che tendiamo a confondere con la realtà è appunto prodotto della nostra interazione con la realtà, dei quali per quanto con fatica ci arriviamo, è più facile smascherare la parola, perchè ultima arrivata, meno invece le immagini, con le quali abbiamo certamente più lunga intimità.
Perchè se è preferibile avere una laurea in lettere, non ci è mai servita una laurea in ''immaginazione'', per dar forma visiva alla realtà, mentre ci occorre per darne una letterariamente accettabile.