Citazione di: Koba II il 01 Maggio 2024, 11:44:30 AMSecondo me la questione va divisa in due:
1) punto di vista prettamente filosofico: libero arbitrio vs determinismo.
Ovvero, di fronte a due alternative il soggetto può realmente scegliere A piuttosto che B (indipendentemente da che cosa sono A e B), oppure ci deve sempre essere una causa che ineluttabilmente determina la scelta di una delle due?
2) punto di vista sociale, storico, ambientale: quali sono i condizionamenti che vengono esercitati sul soggetto e che lo conducono spesso a "sbagliare" (in senso esistenziale).
Voi state discutendo essenzialmente il punto 2).
Naturalmente si può ritenere il punto 1) privo di interesse, o scontato (cioè si da per scontato che un Io puro, diciamo così, fuori dal tempo, o in situazioni limite in cui i condizionamenti siano assenti, sia sempre libero di scegliere).
Tuttavia andrebbe seriamente affrontato. Andrebbe proposta non dico una confutazione del determinismo, ma almeno un'argomentazione un po' più solida dell'indicare la semplice evidenza dell'esperienza della libertà.
Vi sfido a farlo.
Dal punto di vista 1) (posizione di Bobmax e metafisici puri), la catena causale di lacci e laccioli è talmente intricata da vincere facilmente negandolo.
La discussione casca sul punto 2 perchè qui qualche possibilità di successo la libera scelta individuale ce l'ha, e le vicende di liberazione sociale e individuale riportate dalla storia e dalla cronaca danno ragione a chi la ritiene plausibile.
Vincere sul punto 1 è possibile solo rinunciando alla metafisica forte della libertà assoluta, limitandosi alla gestione del grado di libertà concesso dall'evoluzione naturale, che non è mai zero per nessun vivente ed in particolare per chi ha raffinati strumenti cognitivi e operativi per interpretare, a modo suo, la realtà.
