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Messaggi - paul11

#571
argomenti sul post di Davintro.

L'io è attivo e non passivo, pur non avendo storia,anche senza una memoria esperienziale. Semmai è vero che senza storia l'Io non sviluppa la sua individualizzazione. Noi elaboriamo comunque informazioni anche con una memoria resettata giornalmente, Semmai non tesaurizzeremmo l'esperienza, ma l'esperienza è anche un condizionamento ,come dimostrato dal cognitivismo e dai giochi di prestigio. Perchè costruisce delle abitudini mentali, dove l'attenzione, la concentrazione tendono a temporalizzare i movimenti che la memoria prefigura già come storia anche per l'avvenire.

Mi viene in mente che persona etimologicamente deriva da maschera.

Lo strumento razionale, logico, è una parte dell'IO, e non necessariamente porta finalisticamente agli universali, questo è possibile con un atto di volizione.
I tre "sistemi": sentimenti- psicologici, logica-intellettiva, assiologia-etica, si formano nella pratica.
Ma sono i sentimenti il motore primo intenzionale, che spingono verso un piacere, un desiderio, una finalità all'utilizzo degli strumenti logici, etici nella prassi e di conseguenza la prassi che costruisce esperienza ritorna ,come memoria, all'elaborazione teorica.
La memoria di per sé ,non è un'attività, è la coscienza che decide di prelevare informazioni dalla memoria.La memoria è il magazzino delle informazioni del sistema esperienziale.
#572
Citazione di: viator il 25 Giugno 2019, 13:00:29 PM
Salve Paul11. Grazie della tua risposta. Prendo atto delle tue valutazioni circa l'incompletezza delle mie  considerazioni.
Infatti io non sono interessato a dar conto dell'intera fenomenologia identitaria e personalistica. Ci mancherebbe altro !!.

Ma solamente ad affermare quali sono, secondo me, le basi dei concetti di IO e di ME e di COSCIENZA.

Circa la "tabula rasa", si tratterebbe sempre comunque di "azzerare" la memoria la quale, finchè resterà vuota, impedirà qualsiasi effetto coscenziale. Nuove successive esperienze e memorizzazioni la rigenereranno ("ogni giorno saremmo diversi da ieri") ma resta il fatto che NO MEMORIA = NO COSCIENZA. Saluti.
dipende cosa intendi per memoria.
Un computere ,faccio un esempio, ha una scheda madre , una ROM e un sistema operativo.La RAM può essere azzerata.
E mi spiego.
Cognitivamente esiste uan memoria di lavoro a breve, e una memoria lunga.
ma a monte, quando nasciamo, come un computer nuovo, noi non abbiamo esperienze, siamo privi di immagazzinamenti di percezioni, ecc.
Eppure il bambino ha una intenzionalità verso il mondo, in altre parole ,tende a relazionarsi con il mondo,a esplorarlo poco alla volta e sviluppando via via le sue facoltà.
Il problema è che deve esistere un apriori (ciò che parecchi chiamano istinto), la ROM del computer.Deve esserci una "memoria"( anche se non è una vera e propria memoria), in cui vi siano in "embrione" già le facoltà che si svilupperanno.
Per coscienza, la intendo come "mentale", il luogo in cui risiedono le facoltà appunto mentali
#573
Ritengo che la preghiera sia totalizzante, direi taumaturgica.
E' emotiva, psicologica, energetica, contemplativa,sacra, spirituale, ecceteraeccetera, la si può eseguire mentalmente ovunque.
E' una rottura spazio temporale alla rincorsa stressante della quotidianità,con le sue mille problematicità, è quindi un fermare il mondo.
Una preghiera collettiva è fortemente energetica,se è empaticamente sentita. è un 'amplificazione delle vibrazioni, una univocità solidale, fraterna, che bendispone.
Non è solo invocazione, è evocazione della parte migliore di una persona umana che si predispone ad una relazione sacra, intima, mostrandosi per quello che finalmente si è.
#574
Poni l'IO, come coscienza ,come concetto irriducibile.
Togli qualunque sovrastruttura culturale: scienza, filosofia, fisicalismo,spirtualità,ecc quindi porsi nella sospensione di giudizio, l'epochè.
Adesso osserva un fenomeno e descrivilo, psicologicamente, logicamente, emotivamente, narrativamente, nella sua completezza e non come le sovrastrutture culturali separano, e avrai l'interezza del fenomeno. E' il tuo IO, soggettivo, personale che in quanto coscienza intenziona le cose del mond., E' in estrema sintesi la fenomenologia di Husserl, il ritornare alle cose del mondo.

Il ruolo fondamentale della memoria è la continuità temporale della propria coscienza,della propria identità, individualizzazione.Ma non è detto, per assurdo, che ogni giorno che ci dovessimo svegliare e non avendo più la continuità identifiicativa, non avremmo coscienza, Semplicemente la coscienza ogni giorno compirebbe una tabula rasa delle esperienze e quindi perderebbela memoria. Ogni giorno saremmo diversi dal ieri, e non è detto che sia il peggior modo di vivere....forse è più leggero, privo di condizionamenti.
#575
Attualità / Re:I minibot
17 Giugno 2019, 01:34:48 AM
Citazione di: Jacopus il 16 Giugno 2019, 22:22:36 PM
L'italia ha un livello di risparmio privato che, se non ricordo male, è il quinto al mondo. Potremmo comprare il nostro debito almeno 2 o 3 volte. Peccato che non lo facciamo e anche se lo facessimo, non essendo dei samaritani, vorremmo un interesse adeguato alle condizioni di rischio.
....
Ma è quì l'ipocrisia politico economica.. Basta vedere sul sito della Banca d' Italia a chi va l'asta del debito pubblico. Alle solite banche internazionali che prendono il debito italiano, lo portano a Londra sul mercato secondario e affossano lo stato italiano.
Perchè?????............ semplice.
Perchè il debito statale è quello che oggi rende di più, alla faccia dei risparmiatori italiani, che ben pochi economisti ,fuori dal coro, sanno dire.
Dove si pensa che speculino ad esempio i fondi pensionistici dei lavoratori dipendenti dei Paesi Occidentali? Solo sui profitti delle industrie emergenti? Come si pensa che costruiscano un fondo bilanciato gli analisti di mercato?
Il debito pubblico di un Paese "instabile"nei bilanci  per sue deficienze strutturali(e l'italia si presta da mezo secolo...), è attaccabile speculativamente , facendo equivalere la farsa rischio= tasso d'interesse(che poi è lo spread con i bond tedeschi).
 Sarebbe bastato passare  per la Banca d' italia  e poi direttamente  agli italiani con un tasso d'interesse  del 2,5% , taglaindo fuori tutte le speculazioni internazionali. Tanto i tassi di rendmento sui conti correnti sono azzerati, Gli italiani risparmiatori avrebbero investitto sul proprio debito pubblico.

La domanda allora è: perchè nessuno oggi non lo vuole fare ,quando invece addirittura negli anni Ottanta le nostre industrie investivano di più
sui BOT e CCT che non sulla struttura dell'azienda stessa?

I minibot a questo tenderebbero, a far sì che il debito pubblico rimanga  "in casa", costruendo una forma di debito/credito fra i grandi enti pubblici e privati,compresa l'imprenditoria. ma l'imprenditoria se ha affari esteri ,ha le sue buone ragioni a gestire un "cash" , una liquidità come a lei piace e senza restrizioni.
#576
Citazione di: 0xdeadbeef il 16 Giugno 2019, 21:00:32 PM
A Ipazia
La domanda: "cosa me ne faccio del profitto capitalistico?" sottintende la domanda circa il fine del
profitto capitalistico; ma tutto lo "sguardo" moderno non si pone quella domanda, perchè non si pone
proprio alcun fine (chi vive, come noi viviamo, solo nel presente non si pone fine alcuno).
.......

ed è la forza del capitalismo che sguazza in un clima culturale anche permesso filosoficamente dall'ambiguità della fenomenologia, che dice tutto per non dire nulla.
Von Hayek e gli epigoni del marginalismo tedesco si rifanno al pensiero di Adam Smith, come saprai.
La forza di questo pensiero è di non avere premesse sula natura umana, non si pone se sia originariamente "buono"o " cattivo", saranno gli effetti a decidere, le pratiche ciò che le teorie non riescono a predicare,
Il pensiero di Von Hayek, e in fondo di Adam Smith è semplice, banale, come i gesti quotidiani, quindi alla fine son i più veri e reali.
Perchè le azioni socio economiche di milioni di individui sono intenzionali, ma l'effetto aggregato è inintenzionale. Come dire ,tutti agiscono ,ma ogni singolo individuo pensando al solo suo gesto e non sapendo cosa e come altri milioni di individui stanno agendo, il risultato finale è un qualcosa di non voluto, inintenzionale. Qualunque ente economico o politico che cerchi   di governare e sapere predittivamente ciò che milioni di azioni socio economiche, di gesti pratici, stanno producendo è solo probabilità, statistica, dati, che nulla hanno analiticamente a che fare con le singole azioni.
Questo è il pensiero attuale dominante, e gli enti economici e politici, ritarano continuamente le loro predizioni, non le azzeccano. Se l'effetto è inintenzionale, significa che produce un qualcosa che non è governabile, questo è lo spontaneismo di Von Hayek, produce il mutamento. Von Hayek non è un conservatore, è inquadrabile nei liberal ,addirittura progressisti. Von Hayek infatti ritiene che i mutamenti forzando le regole conservatrici, producano sollecitazioni all'intera struttura/sovrastruttura, compreso i capitalisti, qualcuno sparisce ,qualcuno emergerà, perchè il mutamento genera novità. Il fine quindi è il movimento stesso dell'azione intenzionale che produce un effetto inintenzionale che di nuovo produce un mutamento strutturale che nessuno è in grado di predire, per quanto gli strumenti economici con le leggi e statistici mirino a cercare di predirlo.

Questo mutamento strutturale/sovrastrutturale è alla base della contraddizioni marxiste. I mutamenti avrebbero dovuto riempire il proletariato, lasciando nudo il capitalismo. In realtà le strutture sociologiche, l'identifcazione della classe rivoluzionaria con la classe proletaria a sua volta identifcata nell'operaismo ,ha fallito . Il nuovo capitalista che emerge è spesso un vecchio proletario genealogicamente.
Il problema è che non è la struttura economica a determinare la rivoluzione, ma quella coscienza di classe che la classe cosiddetta sfruttata a volte ha ,e spesso no.
Oggi è molto più difficile dei tempi di Marx, costruire una solidarietà di classe, perchè agiscono tali e tante differenze socio economiche, motivazioni, aspettative, cultura, ecc. Oggi emergono molto più le differenze fra uno stessa classe sociale, piuttosto che ciò che potrebbe unirla.
#577
Ciao Mauro(Oxdeadbeaf),
sono d'accordo con Inverno, la successiva evoluzione del liberismo, che non è il superamento dell'ideologia di Von Hayek, ma è stata la prassi, è l'uso che i poteri forti hanno fatto dello Stato,
fregando il pragmatismo riformista parlamentare delle sinistre occidentali.
Come dire, fingiamo di dire che noi vogliamo più mercato e meno stato, ma di fatto usufruiamo di tutti gli aiuti che lostato da alle imprese sul piano del credito agevolato, delle finte crisi aziendali, delle defiscalizzazioni, dell decontribuzioni. Lo Stato del welfare per i poveri si è evoluto pattegiando coni poteri forti sul piano finanziario e indistriale dei grandi gruppi transnazionali a scapito della fase originaria de ldare più servizi (scuola, sanità) alla povera gente.
Sul piano economico quindi e di strategia politica, in realtà i poteri forti sono collusi con lo stato,
ben altro dallo spontaneismo, questo è opportunismo, patteggiando e foraggiando le campagne elettorali .

Il comunismo è la forma immanente di una escatologia religiosa/spirituale,per questo a suo tempo lo stesso Severino lo annoverava ,insieme al cristianesimo come ultimi baluardi contro la tecnica. Perche danno senso alla storia, essendo interno al loro pensiero un "progetto".Il cristianesimo con una trascendenza, il comunismo con la dittatura proletaria e infine la fine dello stesso stato.
Il liberismo non ha un progetto, si limita all'antitesi,Se il materialismo storico scopre lo schiavo, il plebeo, il servo della gleba, il proletario e li unisce dal filo storico, dall'altra i Von Hayek dicono che se c'è stato un padrone, un patrizio, un feudatario, un padrone della ferriera industriale o di banche, è perché "è sempre stato così". I rapporti di forza, che da quella bruta passano sul filo dell'astuzia nel cinismo, nel sapere occupare i posti di potere e determinare così la storia, è il "più bravo".
Sì è vero , la modernità intesa come filosofia e cultura, non ha mai impensierito questa argomentazione più pratica e storica che teorica. Non lo ha appoggiata, ma di fatto accettando il tempo immanentistico , non è mai stata contrapposta nemmeno teoricamente,tranne Hegel.
#578
Citazione di: odradek il 12 Giugno 2019, 19:38:00 PM
paul11:
Quando si potrà cedere il passo dall'apologia comunista a una seria riflessione di una sinistra sia rivoluzionaria che riformista pragmatica, entrambe fallite,
e di questo bisogna seriamente farsene una ragione, allora forse si sarà pronti a cercare di capire dove hanno sbagliato le seguenti persone:
Marx- Engels- Kautsky- Lenin – Stalin.

o:

1. sinistra pragmatica fallita
2. sinistra rivoluzionaria fallita

poi, derubricando stalin dalla categoria dei filosofi per ricollocarlo in quella dei criminali contro l'umanità e inserendo Kautsky in quella del wikipediabile in futuro (e non wikipediabile per risposta rapida tamponativa, la qual cosa si traduce in linguaggio odradekiano con : "mai sentito nominare in vita mia ma se ne avrò il tempo ci darò una occhiata") abbiamo inoltre che

3. Marx ed Engels han sbagliato.

su che basi teoriche puoi ancora definirti di sinistra dati i presupposti numerati ?

paul11:
Essendo il sottoscritto di sinistra, mi interessa eccome capire come, dove, chi ha interpretato "male" e costruito un pensiero "forte"

o:
prima dici che i teorici han sbagliato poi adesso dici che sono stati male interpretati,
e non si capisce il punto che vuoi controbattere o mantenere.

paul11:
Ma alla lunga invece di finre il capitalismo in socialismo è finito il comunismo, dimostrando il capitalismo capacità adattive superiori al pensiero comunista.

o:
Ancora, il capitalismo è per natura vincente (ha dimostrato capacità adattative superiori al pensiero comunista), quindi il pensiero comunista è per natura perdente, e sto seguendo le tue notazioni.
Ora, quale persona porrebbe fede in un sistema che hai definito naturalmente e necessariamente sbagliato e perdente ? (sto sempre seguendo le tue conclusioni, tutta farina del tuo sacco, non mia).

Ti chiedevi prima perchè hanno fallito e adesso ti sei dato la risposta, che dovrebbe valere anche per la tua maniera di essere di sinistra, che magari potrebbe anche essere uno dei motivi per cui la sinistra è in queste condizioni; dato che  sbaglia Marx potresti sbagliare pure tu no? od io certo, ma io sono abituato a sbagliare.

paul11:
Si tratta seriamente di capire gli errori e se possibile recuperare qualcosa del pensiero socialcomunista. o almeno del pensiero sociale.

o:
non servirebbe a nulla perchè nel frattempo son cambiate le condizioni sociali e quindi capire gli errori del passato si riduce solo ad un esercizio storico e non politico e nemmeno programmatico.

p.s.: incidentalmente si fa notare che applichi categorie naturalistiche a tematiche sociali, compiendo lo stesso errore dei darwinisti sociali. Lo fai quando dici che il capitalismo ha capacità adattative superiori.
Quindi sei in pieno sociodarwinismo, magari a tua insaputa ma ci sei.
"essere di sinistra" signifca  necessariamente essere  seguaci degli elecati personaggi storici? Con tutto il rispetto per loro, ben inteso.

paul11:
Essendo il sottoscritto di sinistra, mi interessa eccome capire come, dove, chi ha interpretato "male" e costruito un pensiero "forte"

o:
prima dici che i teorici han sbagliato poi adesso dici che sono stati male interpretati,
e non si capisce il punto che vuoi controbattere o mantenere.



chi(fra le personalità elencate ) ha interpretato "male" e costruito un pensiero "forte".


Così è più chiaro? Quel chi è riferito alle personalità che ha hanno costruito il pensiero comunista.E' un pensiero "forte" in quanto ha  comunque trainato milioni di persone e per generazioni.Quindi significa che qualcosa di quel pensiero potrebbe ancora  oggi essere "forte".

La tesi è: se( è condizionale...) Von Hayek da una parte  e il pensiero comunista avessero come matrice comune il pensiero del naturalismo, i concetti di spontaneismo e adattivo, allora  il capitalismo ha avuto capacità di adeguarsi e mutare le strutture, mentre il pensiero comunista non ha avuto la capacità di adeguarsi a questi mutamenti ,perdendo la sua forza attrattiva sul popolo.
Vincente e perdente a mio parere non sono definitivi storicamenteE infatti non li ho utilizzati ,volendo seguire più i concetti natualisti.E' mia convinzione che i valori etico morali come la giustizia sociale non possono tramontare, e la giustizia sociale ,come etica non ha nulla a che fare con il naturalismo.
Quindi i punti forti del pensiero comunista non sono le analisi materialiste e naturaliste, ma la capacità di evocare etiche e morali forti coesive di gruppi sociali.
Arrivo addirittura ad aggiungere che la forza del comunismo e del pensiero sociale in generale è forte quando evoca il pensiero cristiano orginario.


Un pensiero forte se viene dagli abissi umani non ha tempo e neppure spazio, non è storicizzabile.Semmai sono storicizzabili le condizioni umane, le possibilità e i presupposti per far sì che quel pesniero dalla teoria diventi praticabile.

sociodarwinista io ????  ma per favore.........leggi più attentamente .


Seguo semplicemente una discussione sullo spontaneismo di Von Hayek e la mia tesi è che parte o gran parte del pensiero comunista ha le stesse origini ,anche se su finalità opposte.
Lo stesso capitalismo e la storia vengono visti,analizzati, come una "evoluzione", un destino , come se fosse un corpo vivente.
#579
Citazione di: Ipazia il 12 Giugno 2019, 15:28:56 PM
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2019, 13:47:29 PM
Tutto nasce dal naturalismo dottrinario della teoria dell'evoluzione di Darwin, interpretata e strumentalizzata ideologicamente dall'estrema destra politica .

Fin qui ci siamo. Tutta la bagarre egoismo-altruismo si gioca qui e non a caso si fa pesare la spada di Brenno del padrone delle ferriere sul piatto teorico dell'egoismo.

Citazione
La sinistra storica che si illuse di scegliere anch'essa la strada del naturalismo ai fini comunisti ha perso storicamente già nella fase teorica, nell'interpretazione originaria del concetto soggettività (concetto moderno filosofico)- individuo(concetto sociologico)-individualismo(concetto economico),, etica (nell'ambiguissimo concetto naturalistico).

Qui invece siamo nella serie: cambiando i fattori il prodotto non cambia. E rimane comunque sbajato. Perchè la sinistra marxista ha adottato un'unica categoria concettuale che è quella del materialismo storico, che è filosofico-sociologico-economico nelle ricadute teoriche, ma non nei fondamenti che sono storico-fenomenologici. Nei quali bisogni e desideri giocano un ruolo teoreticamente acquisibile, ma non inscatolabile nella classificazione accademica a compartimenti stagni da te posta. Quanto all'etica della sinistra comunista, essa si concentra sul concetto assai poco naturalistico della "coscienza di classe", del tutto ignoto a mamma Natura.

Che poi sul piano pratico quella sinistra abbia perso è un dato "à la guerre comme à la guerre". Una guerra ancora in corso, ben lungi dall'aver decretato la fine capitalistica della storia.
Quando si potrà cedere il passo dall'apologia comunista a una seria riflessione di una sinistra sia rivoluzionaria che riformista pragmatica, entrambe fallite, e di questo bisogna seriamente farsene una ragione, allora forse si sarà pronti a cercare di capire dove hanno sbagliato le seguenti persone:
Marx- Engels- Kautsky- Lenin – Stalin.
Ricorderei che il pensiero di Engels è più naturalismo che materialismo storico, lo dimostra il famoso scritto :" Anti- Duhring"

E Vob Hayek ha vinto,come megafono dei poteri forti, rispetto ai concetti comunisti.,
O è sbagliata l'analisi sull'uomo (natura e cultura),  e/o è sbagliata l'analisi dei pensatori comunisti.

Essendo il sottoscritto di sinistra, mi interessa eccome capire come, dove, chi ha interpretato "male" e costruito un pensiero "forte", perchè ha avuto il comunismo apici di forza sociale . Ma alla lunga invece di finre il capitalismo in socialismo è finito il comunismo, dimostrando il capitalismo capacità adattive superiori al pensiero comunista.
Si tratta seriamente di capire gli errori e se possibile recuperare qualcosa del pensiero socialcomunista. o almeno del pensiero sociale.
#580
Citazione di: 0xdeadbeef il 11 Giugno 2019, 14:34:31 PM
A Paul
Francamente non ho capito dove avrei sbabliato i paragoni giustificativi e argomentativi...
Ho detto innanzitutto che a parer mio Von Hayek interpreta e "spiega" come gli uomini del suo
tempo, quindi del nostro, pensano.
E gli uomini del suo e del nostro tempo pensano essenzialmente come dei Sofisti: se non c'è la
"radice soprannaturale", la natura dice che è giusto che il lupo mangi la pecora...
Lo "spontaneismo" appartiene a questo dominio, cioè ad un dominio nel quale oggi si è rinunciato
a dire un giusto diverso dal giusto animale.
Se un giorno, parafrasando Severino, la "radice soprannaturale" dovesse ri-prendere il sopravvento,
allora è di un altro spontaneismo che dovremmo parlare (lo spontaneismo in definitiva non appartiene
a nessun dominio, ma è "ciò che è").
Non ho affermato che è lo spontaneismo "in sé" a derivare dal "cogito" cartesiano, ma che lo è il
concetto per cui l'entità collettiva non possiede una vera e propria esistenza, ma che "esiste"
solo come idea degli individui che la pensano, e che secondo Von Hayek sono i soli a possedere
"realtà".
E'dall'interscambio fra individui liberi "da" (come giustamente noti), cioè liberi di perseguire
il proprio utile immediato senza i "lacci e lacciuoli" costituiti da una progettualità che crede
erronenamente di "costruire", cioè di darsi uno scopo futuro, che nascono le entità collettive.
Quindi lo spontaneismo non come a-priori, ma come postulato che Von Hayek re-inserisce nel discorso
a seguito della teoria economica per cui il valore di un bene è il valore che a quel bene attribuiscono
gli attori dello scambio economico.
Dicevo, come Marx costruisce il suo "sistema" proprio a partire dalla considerazione del valore come
valore-lavoro, così Von Hayek arriva alla teorizzazione dello "spontaneismo" a seguito di una tesi
meramente economica. Se, infatti, il valore di un bene è il valore che a quel bene attribuiscono
gli attori dello scambio economico, allora il valore di un bene non solo non è in alcun modo
prevedibile (prima dello scambio, ovviamente), ma non è nemmeno bene lo sia, perchè la situazione
ottimale di scambio la si ottiene soltanto al momento dello scambio (qui c'è la radice di fondamentali
teorie economiche moderne, quali l'"equilibrio perfetto" o la teoria dei prezzi).
Ora, ciò che io credo è che si possa negare alla radice tutta l'impalcatura hayekiana (e naturalmente
non lo si può fare senza negarne alla radice il sofismo), ma misconoscerne la grandezza no, questo
non lo trovo onesto.
saluti
ciao Mauro (Oxdeadbeaf)
avresti sbagliato a paragonare Von Hayek ai filosofi, non è un uomo di cultura, è un ideologo dei poteri forti, un giustificatore che più avanti spiego.
Non esiste tanto il concetto di spontaneismo che utilizza ambiguamente Von Hayek, esiste l'innatismo e/o istinto.
Von Hayek fa l'operazione ambigua ideologica, di portare un concetto naturale dentro le organizzazioni umane che sono culturali.

Tutto nasce dal naturalismo dottrinario della teoria dell'evoluzione di Darwin, interpretata e strumentalizzata ideologicamente dall'estrema destra politica .La sinistra storica che si illuse di scegliere anch'essa la strada del naturalismo ai fini comunisti ha perso storicamente già nella fase teorica, nell'interpretazione originaria del concetto soggettività (concetto moderno filosofico)- individuo(concetto sociologico)-individualismo(concetto economico),, etica (nell'ambiguissimo concetto naturalistico).
La prassi storica ha dato ragione ai poteri"forti" e Von Hayek più che costruire ex-nihilo una elaborazione argomentativa, non ha fatto altro che suffragare e giustificare l'interpretazione di spontaneismo=individualismo. Di un Von Hayek, i poteri forti, avrebbero anche potuto farne a meno, ma è stato il periodo storico del keynesianesimo (più stato ,meno privato) e delle rivendicazioni sociali   civili con il comunismo in Russia, a chiamare in causa  il "megafono"Von Hayek.

Il giusnaturalismo(diritto di natura) finisce con lo storicismo di marca hegeliana, perchè nasce il concetto di stato politico e non più  di stato contrattuale.
#581
Attualità / Re:I minibot
10 Giugno 2019, 20:51:58 PM
E' da tempo che si discute della sparizione fisica delle monete come sistema di transazioni in contanti.
Perchè così il denaro di tutti sarà detenuto dalle banche che a loro volta lo useranno per speculare.
Aumenterebbe la massa monetaria , con i rischi impliciti per la popolazione.
Non cambierebbe nulla per quanto riguarda il diritto formale. Se si acquista un immobile c'è bisogno di un notaio, ecc.
Sarà sempre possibile creare società fantasma e di prestanome, ma è altrettanto vero che tutte le transazioni sarebbero tracciabili (come per la recente fattura elettronica) e l'evasione in teoria sarebbe più difficile, visto la possibilità di incrociare i controlli da parte degli organismi istituzionali preposti visto che l'informazione sarà praticamente tutta digitalizzata
#582
ciao Mauro(Oxdeadbeaf),
Stai sbagliando i paragoni giustificativi e argomentativi.
Un Von Hayek e il suo pensiero è potuto assurgere a giustificazione(non certo causazione) di una ideologia imperante, grazie al pensiero moderno applicato alla tecnica.
Il pensiero moderno ha sbagliato a parametrarsi su quello scientifico, che ha conseguentemente e storicamente comportato la "morte della filosofia. Se il pensiero empirista nasce denunciando "il sonno dogmatico" della metafisica, di fatto si è consegnato al dominio scientifico, ben più potente nella pratica e ben meno perspicace del pensiero filosofico.

Quale è la definizione di"spontaneismo": a quale dominio appartiene? E' atto istintivo o atto meditato? Una contrattazione a tuo parere è un atto calcolato, meditato oppure istintivo?
Di quale spontaneità si tratta?

In termini squisitamente filosofici, non confondere il soggettivismo con l'individualismo.

Una comunità non nasce per l'economia, ma per identità collettiva,Chi pensa che sia economico il modo per cui è nata la comunità, sbaglia l'origine identifcativa (prima parentale, poi per tribù o clan...) con le necessità pratiche di difesa e cooperazione interna.
Un ape non si chiede il perché il destino lo ha voluto fuco o regina: l'uomo sì.

In filosofia la modernità razionalista del cogitans cartesiano, passando per l'io penso kantiano e arrivando all'io trascendentale fenomenologico, non ha nulla a che fare con la pseudo dottrina spontaneista di Hayek.

L'errore di Marx è sottovalutare la coscienza umana sopravvalutando il materialismo storico, e di fatto ponendosi più come economista che filosofo, sullo stessso piano di Hayek: uguale e contrario e quindi entrambi errati.
Infatti non sono il fisicalismo, il materialismo, il naturalismo le alternative a Von Hayek

Hayek è un ideologo che ritenendo la libertà negativa (libertà DA .) essenziale e negando la libertà positiva ( libertà PER.) ha postulato ,contro il Welfae State, contro la pianificazione economica del sistema comunista,   infine ritenendo il liberismo economico  uguale al liberalismo politico.Questa è ideologia, con nessuna profondità di pensiero filosofico.
Il soggetto è un io come dubbio, come pensiero, come psicologia, come conoscenza intenzionale, dove al centro vi è una coscienza non riducibile ad uno spontaneismo che non c'è nemmno nello scambio economico.
Il principo edonistico, non è l'io filosofico, l'utilità non è etica/morale. Quindi lo spontanesimo si colloca come pensiero nettamente di "destra" politica, mettendo in contraddizione il pensiero comunista materialista storico, perchè di identica origine, pur su mezzi diversi(l'uno parla di una sponateità egoistica, l'altro di cooperazione), e con effetti uguali.
#583
Ciao Mauro(Oxdeadbeaf)
ha delle buone ragioni anche Baylham.
Von Hayek crede ad uno spontaneismo economico,senza che il suo pensiero sia ancorato a nessuna filosofia.Lo spontaneismo dovrebbe essere collocato come naturalismo filosoficamente.
Ma l'uomo contemporaneo, è più cultura che natura.
Se non fa figli, va contro natura.Se accumula, va contro natura. Un leone non uccide un intero branco di gazzelle e poi le mette in banca.
Von Hayek è rappresentante di una ideologia dei poteri forti, che non ha nessi e senso, dal punto di vista filosofico e culturale.Non è "forte" come posizione culturale ,è forte per i poteri forti, quindi, privi di una cultura.

Trovo che sia la sottrazione della filosofia ad un suo dovere , una delle colpe, se colpa si può dire,
di essersi posta in subordine di fatto e come scelta alla scienza, dall'empirismo ad oggi.
Per quanto i massimi filosofi e pensatori del Novecento abbiano o abiurato o criticato fortemente il capitalismo, sostenuto dal lascia fare al mercato da Von Hayek,nessuno ha trovato un antidoto, compreso Marx.
Perché tutti non hanno costruito una filosofia capace di sostenere "il mondo della vita" e il "senso della vita".Non è l'anti mercato, l'anti-capitalismo ,non sarà l'ennesimo ambientalismo sventolato dai media(se fosse davvero contro il sistema attuale i media non lo promuoverebbero, e questo fa pensare....) a far cambiare la direzione di marcia dell'attuale cultura globale nella sua essenza.

E' chiaro che ogni individuo, ogni persona, collocata in questo sistema, accettato o meno, vi ritaglia i suoi spazi di vivibilità, che spesso significa adattarsi.Ognuno nonostante tutto vi cerca i suoi significati, vive insomma.
Tutti i pensatori e filosofi, hanno saputo anche brillantemente descrivere le nefaste ricadute esistenziali sull'uomo, ma ribadisco saper analizzare un sistema non significa averne trovato un'alternativa teoretica e soprattutto pratica, per poterne uscire in un mondo più vivibile.
Dopo diversi secoli di scientismo, tecnicismo, invenzioni e scoperte, anche ammaliati dall'enorme
luna park del capitalismo, temo che non siamo più abituati a pensare diversamente da questo sistema, siamo condizionati fino al midollo per trovarne alternative fattibili,ammesso che sia fattibile per via pacifica, perché questo potere finto democratico e finto libero, non lascia veri spazi e tempi di alternatività, Quindi ,abbiamo capito molto della parte distruttiva del pensiero moderno, ma non siamo in grado di costruirne uno seriamente alternativo, piegati al relativismo postmoderno. Che significa poi una cultura prostrata di fatto ad osservare il cinico mondo del "fotti l'altrui prima che ti fotta lui" che non è spontanesimo, perchè costruito sulla diffidenza, piuttosto che sulla fiducia, sull'ostilità e la sopraffazione, piuttosto che sulla compagnia sincera e amicizia.. Temo  che il risultato dell'adattabbilità ci stia insegnando a non più vivere
spontaneamente: questo è il paradosso sull'altro  spontaneismo di Von Hayek che non è affatto  spontaneità del gesto umano.
Non siamo macchine, siamo umani che piangono di gioia e di dolore.Dovremmo recuperare il gesto della vita.
#584
Attualità / Re:I minibot
08 Giugno 2019, 18:40:55 PM
Citazione di: anthonyi il 08 Giugno 2019, 16:49:35 PM
Un saluto a tutti, chi segue la politica attuale si sarà accorto di quanto sta catturando l'attenzione la trovata finanziaria del governo che vuole usare dei pezzi di carta, denominati minibot, per pagare le imprese che hanno crediti nei confronti della P.A.. Per quel che mi riguarda mi rimetto all'idea di Draghi: "Se sono moneta sono illegali, se non lo sono, sono debito pubblico."
Voi che ne pensate, e soprattutto, li accettereste in pagamento?
Ha ragione tecnicamente Draghi.Qualunque forma di titolo di credito/debito o è moneta(come se reinventassimo, che ne so,, il "ducato") e se emesso dallo stato è un debito. perchè un titolo corrente legale ha un suo controvalore, oppure non è un titolo di credito/debito.

Non li accetterei se non fossero istituiti  legalmente,
#585
Non è chiaro l'argomento, per cui se non si comprende la logica è difficile avere un esercizio critico.
"Presentificare" non è irrazionale o illogico, è una scelta in una storia  in cui domina ,come nel forum, fisicalismo, materialismo e naturalismo.
Significa non rimandare al doman e vivere l'attimo, perchè la morta è il "nulla",  fine di tutto. Domani essendo già oltre il presente,
potrebbe già essere la fine.
La precarietà esistenziale impone la presentifcazione del fare quì e ora.
Se è questo che si vuol dire, non hanno importanza le definizioni di mezzo o fine, e nemmeno di debiti o crediti, perchè rimandano ancora al domani.

Il problema ,ribadisco se questo è il fulcro della discussione, è che manca il senso, il nesso fra ieri, oggi e domani,Per cui è implicita la rottura temporale e la discontinuità.
Ma è la cultura che lo impone, è il sistema politico ed economico coerente alla cultura.nessuno è in grado di sapere cosa avverrà fra 5 anni.
essendo tumultuoso il futuro, allora il rischio lo si presentifica vivendo assolutamente l'oggi, per non perderlo già domani.
Quindi l'occasione dell'attimo fuggente è da cogliere al volo.Il rimpianto è lasciare le occasioni per strada.

Non c'è il senso dell'immortalità, questo mondo ha  assetti precari e i tempi del cambiamento sono velocissimi, questo non permette la pianifcazione. Siamo in tempi di migranti per lavoro di alti livelli come di poveri cristi che mgrano per il mondo in cerca di luoghi più fortunati.
Tutti sono comunque accomunati dallo spostarsi. Creare qualcosa di "solido", una famiglia ,una casa, in un tempo in cui oggi sei in un luogo e domani devi necessariamente per  lavoro spostarti, porta con sè una cultura della dislocazione continua della mobilità fisica e mentale,della'dattamento. continuo.Fare figli è un "impedimento", una condizione, un bagaglio con annessi e connessi.Infatti chi non si muove o sono troppo giovani o troppo veccchi, la via dimezzo l'età del tempo del lavoro che sostiene giovani e vecchi è spinta a scegliere, da condizoni a lei esterne, più che per sua scelta volontaria.Certo alla fine sceglie, ma in base al contesto che gli sta attorno.
La famiglia è precaria, il lavoro è precario, la vita è precaria, i politici sono eternamente precari, l'economia è precaria priva di sicurezze.
Allora o ci si deprime in una eterna incertezza dove più nulla è sicuro, è "rifugio"e tanto vale spendere oggi piuttosto che risparimiare per il domani.
Nelle nuove generazioni è in atto da tempo: non sanno se arriveranno ad una pensione, meglio non pensarci, meglio non pensare più a problemi privi di soluzione nell'oggi.
Quindi la differenza di chi progettava nel passato  era nel fare sacrifici oggi per ottenre un utile domani, la nuova generazione è fortemente condizionata dall'esterno e sceglie di vivere oggi perchè è inutile fare sacrifici. La contraddizone sta nel fatto che i giovani possono permettersolo essendo coperti alle spalle dalla vecchia gnerazione che li auta economicamente, perchè aveva fatto quei sacrifici.
Finiti i risparmi ne vedremo delle belle.
Stiamo bruciando quindi i sacrifici per il risparmio ,stiamo bruciando il futuro.Il rischio è accettare qualunque cosa proporrà il futuro, perchè si è perso il senso che teneva insieme il passato-presente-futuro.