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Messaggi - Jacopus

#571
CitazioneBobmax wrote: Quei tanti che plaudono, senza però alcuna loro intenzione di cambiare sesso, cosa mostrano in realtà?
Assenza di profondità, senz'altro, ma soprattutto nichilismo.
Mi sono soffermato su questo pensiero per cercare di capire se c'è qualcosa che ho trascurato. Da un lato infatti credo che il plauso derivi dalla soddisfazione che esistano dei diritti riconosciuti per situazioni "difficili", così come l'IVG, o la transizione di genere. Vi è innegabilmente un processo, in Occidente, e soprattutto in Europa, di allargamento dei diritti.È un processo "a fisarmonica", con alti e bassi ma la linea verso sempre maggiori diritti è costante, con una forte accelerazione, dopo la rivoluzione francese. In questo riconoscimento vi è la considerazione della dignità dell'essere umano nelle sue molteplici espressioni. È pur sempre un riconoscimento formale e non sostanziale, perché quello sostanziale significherebbe la modifica profonda dell'assetto capitalistico-liberale attuale è non ne vedo alcun segnale, eppure non è neppure un semplice regalo per rabbonire le folle. Anzi, le folle per essere rabbonite spesso hanno bisogno di capri espiatori semplici, come la ragazza madre, il trans, il delinquente, il mussulmano o l'ebreo. Ed allora in questa lotta pro/contro i nuovi diritti cosa si gioca realmente? Inevitabilmente in entrambi i campi ci sono i lucratori di affari e di consenso. Ma le due posizioni sono sovrapponibili? A mio parere no, a patto che chi difende questi nuovi diritti, li difenda in modo coerente ed avendo sempre presente l'umanità, distinta dal denaro. Le due posizioni ci sembrano interscambiabili perché ogni posizione è inquinata dal denaro ed anche se non è così, lo è nella percezione generale. Il male del nostro tempo, più che originarlo nel nichilismo, lo originerei in questa colonizzazione sempre più capillare del denaro, colonizzazione che rende fasulla ogni processo di liberazione.
#572
Citazione di: niko il 17 Aprile 2024, 15:30:38 PMBanalmente, i tanti che plaudono, plaudono al diritto, di usare il bisturi per il cambio di sesso in casi ben ponderati ed estremi, perche' (purtroppo) c'e' in giro chi, tale diritto, lo vorrebbe (arbitrariamente) negare.

La tua e' la stessa fallacia insita nel dire che i difensori del diritto all'aborto sarebbero eticamente malvagi perche' "plaudono all'aborto", nel senso che essi non vedrebbero o non considererebbero la sofferenza che un aborto, come fatto umano in se', comporta.

E invece, quasi sempre la vedono eccome, ma plaudono al diritto all'aborto non al fatto stesso dell'aborto in se'.

Perche' c'e' in giro chi, tale diritto lo vorrebbe arbitrariamente negare.

Ma il plauso al diritto, il plauso alla liberazione della tecnologia e della tecnica quando esse possono lenire e prevenire la sofferenza umana, non vuol dire il plauso al fatto in se'.

Davanti alla sofferenza, umana e non, non bisogna "fermarsi", non bisogna avere un atteggiamento di apparentemente "religioso", e in realta' meschino, "rispetto", qualunque cosa qui il termine rispetto voglia dire, ma difendere il diritto umano universale di lenirla e gestrla, tale sofferenza, e lottare per esso, soprattutto coi tempi che corrono.

La natura non ci ha insegnato, a "rispettare" la sofferenza, ma a lottare per liberarcene.

O Almeno, la natura mia.



Chapeu, Niko. Se c'è chi plaude evidentemente non ha capito cosa significa vivere la sofferenza oppure manipola la realtà per suoi fini, politici o altro. Chi vive queste condizioni è sempre in una situazione di dilemma. Un aborto è quasi sempre una sofferenza, sia se viene compiuto sia se si prosegue nella gravidanza (quando si pensava ad un aborto, è evidente che quel figlio, anche se nascerà, si porterà sempre appresso un'ombra di morte). Dobbiamo solo trovare l'umano nelle sue imperfezioni e trovare le soluzioni che accompagnino al meglio il nostro breve viaggio, senza scissioni paranoidi. Ognuno di noi è potenzialmente omosessuale, ladro, transessuale, ebreo, mussulmano, antropofago, artista, psicotico, dipendente, vigliacco ed eroe. Le scissioni sono il pane di chi vuole difendere i propri privilegi.
#573
Ma da cosa deducete che vogliono la famiglia borghese? E quel vogliono riferito a tutti gli "anormali" (in questo caso transessuali) è veramente il top. Bisognerebbe ogni tanto rispolverare Foucault.
#574

CitazioneAugurereste a qualcuno di trovarsi nelle condizioni di Lara o avere un figlio (maschile sovraesteso) così ?
Sono sicuro che se avessi un figlio così lo amerei ugualmente, perché i figli non devono essere procreati a nostra immagine e somiglianza. Soffrirei soltanto perché so che dovrà vivere in una società di persone giudicanti ed incapaci di sentire empatia vera.
#575
Perfettamente ragione, Phil, grazie per la precisazione. Il mio uso del termine giusnaturalismo è forse dovuto alla necessità di connettere o meglio (nel mio caso) disconnettere ogni fondamento "naturale" con l'etica umana. Ovviamente esiste anche il problema opposto, ovvero il rischio di considerare il diritto esclusivamente ciò che viene legittimato come diritto positivo (ovvero come legge e suoi derivati, più piccoli o più grandi).

Le affermazioni di Ipazia sono invece impressionanti, perchè manifestano un bisogno di "purezza" che è sempre stato un principio delle destre, ma che non ha niente a che fare con un pensiero progressista, dove si tende a comprendere e non a dividere il mondo in "buoni" e "cattivi", come piace invece tantissimo ai reazionari. Tra l'altro definire disabilità la transessualità è da paese mussulmano più che da paese civile, visto che neppure un'organizzazione conservatrice come L'American Psychiatric Association, che stila il famoso DSM, non la considera più tale.

Consiglio vivamente di vedere questo film, molto delicato sull'argomento, anche per paragonare il livello di accettazione della "disabilità" da parte di un paese non mussulmano, come invece il nostro dimostra spesso di essere.

https://it.wikipedia.org/wiki/Girl_(film_2018)
#576
Citazione di: niko il 15 Aprile 2024, 17:33:57 PMe' molto piu' metafisico considerare l'ordine umano separato dall'ordine naturale, o eccedente rispetto ad esso, che non tutta la perniciosa metafisica che, pure, puo' nascondersi presso un marxismo estremizzato, o ipostatizzato.
Perchè? La metafisicità qualitativamente comporta lo stesso tipo di errore sia che si tratti di scientismo che di teologia, non è (solo) un problema qualitativo, ma tocca l'essenza dello nostro stesso rapporto con il mondo. Non a caso il marxismo è nato all'alba del positivismo.
Citazione di: niko il 15 Aprile 2024, 17:33:57 PMPer me, tutto il possibile, e' ripetibile.
Se solo il ripetibile fosse possibile, non starei qui a parlare con te davanti ad uno schermo. Per pensare il cambiamento occorre pensare anche ciò che appare impossibile, ed è solo grazie a questa qualità tipicamente umana, che siamo riusciti ad avere quel successo che altre specie animali non hanno avuto.

Citazione di: niko il 15 Aprile 2024, 17:33:57 PMsecondo le leggi di natura.

Non essendo monista, non applico le leggi di natura al mondo antropico, poichè homo sapiens sapiens si è parzialmente emancipato dalla natura ed è contemporaneamente natura ed extranatura, senza per questo che si debba considerare super-natura. Se si applicano le leggi di natura al mondo etico dell'uomo si rischiano fenomeni imbarazzanti e in linea di massima tendenti alla riduzione della libertà, indipendentemente dal classico binomio destra-sinistra.

Citazione di: niko il 15 Aprile 2024, 17:33:57 PME quindi, cosa potrebbe essere l'uomo, di diverso dalla natura? Di questa domanda, si puo' solo ridere. Per non piangere.
Non ci trovo nulla da ridere e neppure da piangere. Questo è un posto dove si pongono delle domande e si cercano delle risposte nel reciproco rispetto. La tua visione del mondo è tradizionale, nel senso che vi è una lunga tradizione positivista, monista, o riduzionista che è vicina a quello che dici. Anche la mia posizione ha una tradizione, che è quella dualista, spogliata però dal peso metafisico e che quindi si riconduce ai soliti nomi: da Nietzsche in poi, ma che ha eminenti esponenti in molti campi. E' una posizione forse dettata da convinzioni personali, che nascono, a loro volta, dalla mia storia e dalla mia esperienza, ma che trovo più rispondenti a ciò che credo che sia la natura umana: un centauro fra natura e cultura, impossibile da ridurre, nè all'una, nè all'altra.
#577
CitazioneNon si puo', sorprendere la vita.
E invece sì. E tutta qui la differenza. L'ordine cosmologico esiste nel mondo fisico ma nel mondo antropologico non esiste alcun ordine ripetibile e corretto. Il "materialismo scientifico" o ogni scientificità nelle discipline umanistiche è una distorsione, una scientificizzazione impropria, ivi compreso il socialismo ed il marxismo. Ciò, ovviamente, non toglie che il marxismo sia una miniera di insegnamenti, ma pensarlo come l'inevitabile verità di un pensiero che dalla scienza giunge al mondo dell'umano conduce verso quella stessa metafisica che voleva combattere. Occorrerebbe invece pensare il marxismo non come esito deterministicamente dato (materialismo scientifico) ma come scelta di libertà, secondo quello che ereticamente professavano i marxisti francesi (Sartre) e poi la Scuola di Francoforte. Non c'è nessuna tavola delle dieci leggi marxiste, così come non c'è nessuna tavola delle dieci leggi bibliche. Chi crede ad una di queste due tavole è ancora in una fase della vita in cui cerca rassicurazioni e non si sente responsabile di sè e degli altri.
#578
Ma infatti Niko, anche il marxismo, specialmente quello del socialismo reale, è stato ferocemente giusnaturalistico, sulla base della naturalità della lotta di classe e del dominio futuro del proletariato. Peccato che quel giusnaturalismo non ha comportato alcuna uguglianza e/o libertà, ma solo oppressione, come ogni giusnaturalismo. Il superamento di ogni giusnaturalismo significa fare i conti con la nostra storia e con il nostro senso di responsabilità, unito al nostro senso etico, altrimenti ogni Grund, ogni fondamento, diventa foriero di violenza. Questo è l'insegnamento di Heidegger (che pur avendo avuto simpatie con il nazismo, va letto attentamente, perchè è tutto, tranne che nazista - è la stessa storia di Nietzsche, del resto, i grandi pensatori sono difficili da etichettare). Sul resto del tuo discorso sono d'accordo.
#579
Pio. Il passaggio maschio/femmina è un continuum. Esistono maschi più maschi di altri, che sono comunque maschi. Questa distinzione netta maschio/femmina è funzionale ad un mondo intollerante. Detto questo, la mia risposta alla tua domanda:
"Ne vale la pena?" è sì. Perché prima di arrivare a 60 anni ci sono tutti gli anni precedenti, che se non si vivono bene, sono comunque un inferno, fino al punto del rischio autolesionistico (comprensivo di tossicidipendenze e suicidario). Servirebbe una società meno integralista e meno falsamente bigotta, per il rispetto di tutti quei diritti che non intaccano la mia sfera di libertà. Se una persona abortisce, divorzia, cambia sesso, vuole morire perché è un malato terminale, crede nel Dio Spaghetto o dorme con gli stivali, posso farmi un idea su di lui, ma devo tutelare la sua libertà.
#580
Phyrosphera, nel primo intervento, scrive molte cose interessanti, nel senso che sono indizi di un percorso e di un processo, che agli occhi di Phyrosphera è negativo, mentre per me ha aspetti più positivi che negativi. Partiamo dall'etica del viandante. Galimberti richiama la filosofia di Heidegger, per il quale è necessario abbandonare ogni "Grund" perché in esso c'è sempre un "Abgrund". (Fondamento vs Abisso). In questo processo vi è anche l'abbandono di ogni identità di genere, poiché la scelta umana si emancipa da ogni Grund, anche da quello biologico. I fondamenti sono in crisi ma si tratta di una crisi emancipativa, poiché ogni giusnaturalismo è una catena che l'umanità (o meglio una parte dell'umanità) è costretta a sopportare. Dio, il patriarcato, le tradizioni, il genere, il sangue, la terra, il partito, il piccolo padre, il Conducator, il nihil sub sole novi, L'homo homini lupus, il liberalismo come supposta legge naturale, sono tutte dimensioni che si collegano per sottomettere l'uomo a supposte regole "fondanti", Grund, che incatenano l'umanità. In questo basso continuo è però presente una melodia che è quella della ricerca di una umanità adulta che cerca in essa la propria autonomia. Un "Grund" non più situato in modo alienante al di fuori di essa. È in questo percorso ben ci sta anche il patto modificato fra Adamo e Gesù. Affinché però questo processo sia davvero emancipatorio "bisogna studiare". L'umanità deve essere preparata altrimenti si rischia di oscillare fra revanchismo fondativo (ad esempio sovranismo), cacofonia (social digitali) e timidi segnali di ricerca autonoma di senso come spera Galimberti e prima di lui, Heidegger. È chiaramente tutto ciò è il piano ideologico di un conflitto legato al dominio materiale e chi domina e non mollerà facilmente la presa se non c'è coscienza collettiva di questi passaggi.
#581
Citazionevisto che di solito l'etica si fonda su convinzioni religiose.
A quando la ricostituzione della Sacra Inquisizione? Che di solito l'etica di fonda su convinzioni religiose è di una supponenza incredibile. I cinesi evidentemente non hanno etica così come la metà della popolazione europea, che si professa atea o agnostica. Le carceri in Italia dovrebbero avere almeno 20 milioni di posti letto.
#582
Tematiche Filosofiche / Re: Il linguaggio
09 Aprile 2024, 23:12:10 PM
Bell'intervento Alberto. La frase di Heidegger è molto nota e ripetuta spesso ma ciò non toglie che sia anche molto vera. La tecnica nasce dal linguaggio? Direi di sì. La tecnica è solo "male"? Direi di no. Senza tecnica, stasera non avrei mangiato delle deliziose linguine al pesto ma una sbobba inguardabile (e sarei già stato fortunato).
Linguaggio e tecnica sono ambivalenti, e forse non riusciamo ancora a gestirli bene, poiché l'uomo è un animale non ancora del tutto stabilmente determinato (Nietzsche).
#583
La pena di morte è il solito slogan di questi personaggi politici, che pompano sulla polarizzazione sociale, come "istrumentum regni". Dispositivo vetusto che rinasce a causa dell' arretramento culturale generale e più accentuato in Italia. Due sono le ragioni principali per superare la pena di morte, la prima è morale. A partire da Hobbes, uno dei padri dell'assolutismo, la nostra delega di potere ad organi sovracostituiti ha il limite della intangibilità del nostro corpo biologico (altro istituto nobile, l'habeas corpus). Un potere che ha il potere di vita e di morte non si distingue in nulla rispetto al ladrone (Agostino). I meccanismi mimetici della società inoltre sono tali che, con l'adozione della pena di morte aumenterebbero inevitabilmente le morti in carcere o in caserma, perché la vita umana è diminuita di valore. Senza contare i processi di polarizzazione che una pena del genere mette in campo.
Tutto ciò dal punto di vista teorico/filosofico/sociopsicologico.
Da un punto di vista pratico, la musica non cambia, per due ragioni principali: i condannati a morte sono sempre appartenenti alle classi povere, mentre viene applicata di rado ad appartenenti delle classi al potere ( tranne in casi particolari di guerra intestina di potere). La seconda ragione ancora più prosaica consiste nella dimostrazione storica ormai accertata che nei paesi dove è applicata la pena di morte i reati gravi non solo non diminuiscono ma addirittura aumentano. In realtà la pena di morte è un retaggio del principio della vendetta, che passata dai clan e dalle tribù, ogni tanto qualche politico per una manciata di voti vorrebbe riesumare. In realtà la proposta di legge adatta sarebbe quella di escludere candidati politici che fanno questo tipo di proposte.
PS: sugli argomenti di Eutidemo sul caso specifico sono completamente d'accordo.
#584
Tematiche Filosofiche / Il linguaggio
07 Aprile 2024, 23:38:12 PM
Cos'è il linguaggio? Ad un primo livello è la rappresentazione simbolica (di solito fonetica, ma esiste anche la lingua dei segni) dì qualcos'altro. La parola "ponte" indica il "ponte" reale che attraversiamo. A questo livello di rappresentazione simbolica il linguaggio e successivamente la sua registrazione (scrittura), sono stati essenziali per lo sviluppo e il progresso di homo sapiens. Non credo che vi sia invenzione più importante di questa.
Ad un secondo livello però, il linguaggio ed ancor di più la scrittura, non sono più soltanto una efficace mappa della realtà ma diventano a loro volta strutture di una realtà parallela. Al punto che si può scrivere e parlare di mondi del tutto irreali come quello di Harry Potter o quello di Frodo Baggins. Da mappa della realtà il linguaggio/scrittura diventa mappa di una mappa, creando il primo prototipo di realtà virtuale. A questa dimensione è forse possibile ricondurre il potere "magico", che nelle società tradizionali veniva attribuito in particolari occasioni o secondo particolari procedure alla parola. La parola che crea il mondo: "all'inizio era il Verbo". In questa duplice funzione sta l'ambiguità del linguaggio/scrittura: mappa che trasmette il sapere, rendendoci così virtualmente immortali come specie e permettendoci il ns sviluppo straordinario, ma anche mappa di mappe e quindi possibile realizzazione di labirinti virtuali o Torri di Babele, dalle quali diventa impossibile distinguere la realtà che originariamente il linguaggio/scrittura serviva a mappare.
#585
Attualità / Re: Il nuovo kippur
04 Aprile 2024, 19:49:55 PM
La democratura di Israele sta devastando un pezzo importante di mondo. Immaginate quanta rabbia si sta accumulando a Gaza. Una rabbia che si estinguerà solo fra generazioni, poiché non vi è e non ci sarà un riscatto come accaduto al popolo ebraico. Una rabbia che diventerà integralismo, violenza da strada, tossicodipendenza, violenza intra familiare, autolesionismo, e che importeremo in quantità, provocando ulteriore destabilizzazione e quindi demagogia in Europa. L'unica opzione sensata per Israele ora è ottenere la pax romana.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ubi_solitudinem_faciunt,_pacem_appellant
(Mode Sarcasm - Off)