A differenza di molti apprezzo la tecnica e la tecnologia, che non considero affatto immorale o amorale, ma parte della riflessione e scelta morale individuale e collettiva. In breve la tecnica stessa è un oggetto a cui si applica la morale.
Mi limito ad osservare che la maggioranza degli strumenti tecnici migliorano grandemente le capacità umane.
Ad esempio, in questa pandemia, oltre al distanziamento personale, a che cosa ci si affida per la cura medica immediata: ai test chimici, ai respiratori artificiali, alle mascherine, tutti prodotti della tecnica, di cui semmai la maggioranza protesta la mancanza. Per il prossimo futuro già si pensa ad un vaccino, altro prodotto della tecnica. In reazione ad un virus, SARS-CoV-2, una macchina biologica naturale, come sembra, sempre grazie alla tecnica, accertato.
Per alcuni aspetti la macchina, il robot, l'algoritmo sono molto più egualitari di qualunque giudizio umano. Spesso l'uguaglianza di trattamento viene considerata un'ingiustizia perché non tiene conto delle condizioni diseguali, ma forse si dovrebbe agire sulle condizioni.
Che il principio "non uccidere l'uomo" sarà superato in una civiltà robotica mi sembra inevitabile a favore almeno del principio "uccidi meno uomini possibili", quello stesso test da cui Phil ha riavviato la discussione. Faccio un esempio banale: in caso di alluvione si può scegliere se allagare la campagna o la città, basta aprire o chiudere delle chiuse. Non mi dispiace affatto affidare questa decisione ad un elaboratore programmato sulla base di sensori e un algoritmo contrattato pubblicamente.
Do per scontati, inevitabili, i guasti, i difetti delle macchine e le loro drammatiche conseguenze. Anche su questi riflette e interviene la morale.
Mi limito ad osservare che la maggioranza degli strumenti tecnici migliorano grandemente le capacità umane.
Ad esempio, in questa pandemia, oltre al distanziamento personale, a che cosa ci si affida per la cura medica immediata: ai test chimici, ai respiratori artificiali, alle mascherine, tutti prodotti della tecnica, di cui semmai la maggioranza protesta la mancanza. Per il prossimo futuro già si pensa ad un vaccino, altro prodotto della tecnica. In reazione ad un virus, SARS-CoV-2, una macchina biologica naturale, come sembra, sempre grazie alla tecnica, accertato.
Per alcuni aspetti la macchina, il robot, l'algoritmo sono molto più egualitari di qualunque giudizio umano. Spesso l'uguaglianza di trattamento viene considerata un'ingiustizia perché non tiene conto delle condizioni diseguali, ma forse si dovrebbe agire sulle condizioni.
Che il principio "non uccidere l'uomo" sarà superato in una civiltà robotica mi sembra inevitabile a favore almeno del principio "uccidi meno uomini possibili", quello stesso test da cui Phil ha riavviato la discussione. Faccio un esempio banale: in caso di alluvione si può scegliere se allagare la campagna o la città, basta aprire o chiudere delle chiuse. Non mi dispiace affatto affidare questa decisione ad un elaboratore programmato sulla base di sensori e un algoritmo contrattato pubblicamente.
Do per scontati, inevitabili, i guasti, i difetti delle macchine e le loro drammatiche conseguenze. Anche su questi riflette e interviene la morale.