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Messaggi - Lou

#571
Ma poi i filosofi mica son tutti t'amblè predicatori @.@, anzi - vorrei sapere in che misura sussista un nesso tra la figura del predicatore e la figura del filosofo, che in qualche modo nella mia testa cozzano, come figure.
Attendo nuove, grazie anticipate, giusto per sapere chi sono i filosofi "predicatori".
#572
Ciao Jacopus, la questione la trovo intrigante. Avendo una conoscenza appena sufficiente dei modelli a cui anch'io mi sono riferita - perciò non vorrei dire sciocchezze - mi pare che l'idea di una integrazione tra di essi abbia avuto delle teorizzazioni: sul grado di fattibilità e realizzazione, che, son riuscita a seguirti, avanzi come proposta, dovrei certamente approfondire lo studio per dare una mia opinione non campata in aria.
Quello che vorrei integrare rispetto alla questione da te posta è più l'introduzione di un elemento scettico che un reale contributo costruttivo: premesso che trovo affascinante l'idea di relazioni alla pari e tra pari scevra da legami le cui strutture implichino un principio di autorità ( che trovo assai verticalizzante come modalità ) e lascino spazio, semmai, all'autorevolezza orfana di (presa d') imposizione e originata e retta unicamente da dinamiche di riconoscimento, mi e ti domando se esistano ruoli in cui non sia necessaria e ineludibile ( quantomeno inizialmente ) quella presa impositiva che genera una distanza verticale. Mi domando, per esemplificare e e uscire dalla famiglia, inizialmente un allievo e un maestra/a sono - "pari"?
#573
Uhm... non sono ferratissima in materia, ma mi pare esistano e vengano impiegati algoritmi non deterministici, ad esempio quelli probabilistici che ammettono un - chiamiamolo - margine di scelta. Ovviamente si potrebbe obiettare (cioè mi auto-obietto) che quello che abbiamo chiamato margine di scelta sia in ultima istanza anch'esso determinato ( e così è ) da una istruzione che ammette la scelta tra diverse possibili opzioni/percorsi capace di generare risultati diversi.
#574
Piacere.:)
#575
Citazione di: Apeiron il 06 Agosto 2017, 23:37:43 PM
Per Jean e Lou: cos'è l'"intuito" (o il "non intuitivo")?
Riteniamo di averlo noi visto che ci sembra strano che Alice e Bob lo abbiano.

Ma gli animali hanno quei modi di pensare? E noi? Quand'è che possiamo stabilire che l'I.A. sia davvero simile a noi?

(spero che le mie domande abbiano un minimo senso - se non lo hanno sentitevi liberi di ignorarle ahahah)
Con ritardo immorale rispondo. Figurati se ignoro domande così "tendenziose":P
Può essere che nulla ti vieti di pensare che l'"intuito" (grammaticale) di Alice e Bob sia un pacchetto di istruzioni di cui sono dotati o meno, come noi - animali tra gli animali, con le nostre specificità.

#576
In ogni caso, la relazione o matrice relazionale (che preferisco) e con cui concludi (jacopus) è inscritta e implicita nel modello pulsionale freudiano, mi occorreva sottolinearlo semplicemente perchè trovo, da parte mia, rilevante il tratto comune in cui si radicano le modalità di svolgimento di questa matrice. Sono scettica sul fatto che una una relazione tra pari escluda il conflitto, non per grande simpatia nutrita per le gerarchie o il verticale, ma per una sorta di difesa d'ufficio per chi spesso in una relazione tra dispari.
#577
Sì Phil, appunto!
Per un software cos'è intuitivo?
E secondo, sono dotati di intuitività Alice e Bob?
L'intuizione è una proprietà programmabile?
Il punto è che hanno sviluppato e dato vita spontaneamente e, da un certo punto, autonomamente, aggiungo io ( a causa di errore umano o meno è secondario rispetto a ciò che mi interessa discutere in questa sede, seguendo questa linea è un baco e finita lì che stanno abbastanza inutili se si rendono incomprensibili a noi,  lo si corregge, è mancata una una istruzione e questi hai fatto di loro, in soldoni, nè mi interessano paure, scenari fantaapocalittici o robe del genere ) un insieme di simboli e di combinazioni, cioè un linguaggio proprio per comunicare tra loro esente da modalità intuitive, ma come si può sviluppare un linguaggio esente dal modo dell'intuizione? È possibile? Ovviamente la mia perplessità nasce dal fatto che ritengo non sviluppabile un linguaggio, nemmeno quelli detti artificiali, senza una intuitività alla base. Non avrebbero alcun senso, nè significato - immagino.
#578
Citazione di: Jean il 04 Agosto 2017, 18:53:18 PM
Citazione da: Lou - 03 Agosto 2017, 11:11:21 am
CitazioneSarebbe affascinante che si riuscisse a comprendere e decodificare quel che si son detti, se effettivamente si son detti qualcosa o, se curiosamente, si manifestassero il limiti di una intraducibilità radicale e una di una inacessibilità non risolvibili

ROMA - "Una copertura irresponsabile e basata sull'inseguire facili click". Dhruv Batra lo scrive a chiare lettere nella sua pagina di Facebook dopo la tempesta mediatica che lo ha investito.

Professore alla Georgia Tech e ricercatore al Facebook AI Research (Fair), dove si sperimentano nuove forme di intelligenza artificiale, commenta amaro gli articoli che hanno parlato di quanto successo nel suo laboratorio.
Batra e il suo team stavano facendo dialogare due intelligenze artificiali allenate alla negoziazione con una serie di obbiettivi da raggiungere. Ma le cose non sono andate come sperato.

Quando si parla di negoziazioni, si intendono tutte quelle situazioni nelle quali fra due o più persone si istaura un dialogo per decidere qualcosa. "Dallo scegliere quale programma tv guardare al convincere i propri figli a mangiare la verdura, fino all'ottenere un prezzo migliore da un venditore", si legge nella relazione del team di Facebook.


Ogni "agente" artificiale ha dei valori, quanto tiene ad un certo oggetto ad esempio, e negozia con l'altro per raggiungere un obbiettivo. Si tratta di un esercizio linguistico e di logica.

I due "agenti" di Batra hanno però iniziato a mutare l'inglese per raggiungere prima l'obbiettivo. A leggere il dialogo delle due Ai non sembra però, ad un occhio profano, che quel linguaggio fosse poi così evoluto. Incomprensibile di certo, ma magari anche inutile.

Bob: i can i i everything else . . . . . . . . . . . . . .
Alice: balls have zero to me to me to me to me to me to me to me to me to
Bob: you i everything else . . . . . . . . . . . . . .
Alice: balls have a ball to me to me to me to me to me to me to me
Bob: i i can i i i everything else . . . . . . . . . . . . . .
Alice: balls have a ball to me to me to me to me to me to me to me
Bob: i . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Alice: balls have zero to me to me to me to me to me to me to me to me to
Bob: you i i i i i everything else . . . . . . . . . . . . . .
Alice: balls have 0 to me to me to me to me to me to me to me to me to 
Bob: you i i i everything else . . . . . . . . . . . . . .




Gli addetti ai lavori dicono che quando verrà potenziato il computer quantistico (del quale è stato testato positivamente il primo limitatissimo prototipo)  non vi sarà crittografia che potrà resistere alla sua enorme potenza di calcolo.

Così (forse) scopriremo in futuro se l'incomprensibile (e inutile..?) dialogo tra  i due "agenti" (A.I.) di Batra racchiudesse un senso e magari indicò una direzione che altri (... statene certi) invece di chiuder l'esperimento...

Uno dei problemi in ambito soprattutto militare è che le decisioni vengono prese senza indugio e la valutazione di quelli che potremmo definire cinicamente costi-benefici sempre più vien sottratta alle valutazioni umane... come quelle di un generale del passato davanti alla mappa geografica.

Qui si capisce bene come l'argomento, la "negoziazione", potrebbe riferirsi a quante "palle" restano a causa di un'azione...

La mia capacità enigmistica è ben poca cosa, in grado al più di produrre un indovinello per il valente Phil che vi si è dedicato e che ringrazio nuovamente.

Colà (topic :Varie) toglievo le lettere e lasciavo la punteggiatura... qui per la serie "suggestioni e passatempi d'estate" voglio affiancare all'ottima pièce umoristica di Phil le seguenti riflessioni.

Nel testo del dialogo si nota che solo Bob usa i puntini (sempre 14 e una volta 19) e il pronome "I" (in numero variabile) che potreste considerare "1", mentre Alice parla di "palle", normalmente tonde, no?... come degli zero...1 e 0...

Alice dopo l'intervento di Bob dice che tra le palle ora ne dispone di una, che vien meno al solo dire "I" del compagno .
Così ritorna a "0" ma ora espresso in simbolo e successivamente ancora in testo...

Che vi siano (almeno) due livelli, numerico e testuale..?   

Sapete bene che basta una lettera diversa per avere una password differente, lo stesso per i simboli di punteggiatura...


Suggestioni...

J4Y 
"Ma Dhruv Batra mette le mani avanti: "Per quanto l'idea che le intelligenze artificiali abbiano inventato un loro linguaggio possa suonare allarmante e inaspettata a chi non è del settore, è un aspetto molto noto e sul quale c'è una corposa letteratura da decenni". E spiega: "In poche parole, gli agenti in ambienti dove si deve risolvere un compito, spesso troveranno modi non intuitivi..."
Cioè - sul grassettato (mio)?
#579
Olio di palma allo stato puro. Ahahahahaha, geniale l'ermenuetica, tranne per l'ottimistico :P  "oramai" finale. Ci ritorno, con più tempo.
#580
È su questo punto che, riflettendoci, mi trovo combattuta:certamente il desiderio di libertà, essendo desiderio per definizione non è libero, ma è una delle molle che fa intraprendere un viaggio in vista della libertà, quale meta. Io ci vado cauta a definirlo difetto da estirpare, poi mi ritrovo molto in accordo quando affermi che è importante "cambiare sguardo e non paesaggio", ma, forse, anche la disponibilità a cambiare paesaggio e provando a muoversi tra differenti paesaggi, sono esperienze che stimolano il cambiamento dello sguardo, alla faccia di Seneca.
#581


"Bob: i can i i everything else . . . . . . . . . . . . . . 
Alice: balls have zero to me to me to me to me to me to me to me to me to 
Bob: you i everything else . . . . . . . . . . . . . . 
Alice: balls have a ball to me to me to me to me to me to me to me 
Bob: i i can i i i everything else . . . . . . . . . . . . . . 
Alice: balls have a ball to me to me to me to me to me to me to me 
Bob: i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 
Alice: balls have zero to me to me to me to me to me to me to me to me to 
Bob: you i i i i i everything else . . . . . . . . . . . . . . 
Alice: balls have 0 to me to me to me to me to me to me to me to me to 
Bob: you i i i everything else . . . . . . . . . . . . . . 
Alice: balls have zero to me to me to me to me to me to me to me to me to"


La notizia - divenuta virale su web e social, al netto di sensazionalismi e al di qua di più o meno accentuate coloriture giornalistiche - è interessante.
Lo sviluppo autonomo da parte delle stesse tecnologie generate dall'uomo di comunicazioni dotate di un codice linguistico non decodificabile e incomprensibile, ad oggi, all'uomo stesso pone  e ripropone interrogativi sull'AI, la robotica e, più in generale,  sullo sviluppo e l'evoluzione del linguaggio. Sarebbe affascinante che si riuscisse a comprendere e decodificare quel che si son detti, se effettivamente si son detti qualcosa o, se curiosamente, si manifestassero il limiti di una intraducibilità radicale e una di una inacessibilità non risolvibili.
#582
Non capisco, quale sarebbe il/i difetto/i da estirpare? In precaria conclusione.
(Di tutti e di nessuno, a sto punto - per pochi)
#583
Perdonato.;)
Scherzi a parte, ma in base a quale " idealtipo" di viaggio quale metro e criterio di paragone stiamo giudicando e criticandone altri?
Apro a questa domanda.
Così fan "molti", mi sta bene...ma così come fan molti è "viaggio"? E tanti che scrivono in questo forum rispetto a questi "molti", dove si situano - prendono distanze da certi tipi di viaggio, ma quali viaggi realizzano?
Domande a bizzeffe.
#584
Citazione di: Jean il 27 Luglio 2017, 08:19:00 AM
Taluni son viaggi  ricorrenti, ciclici... chissà che qualcosa della nostra vita non rimanga nelle pieghe dello spazio-tempo in attesa di ripresentarsi... questa strana coppia (lo spazio-tempo), dove lo spazio viaggia (si muove) nel tempo e il tempo viaggia (si muove) nello spazio... forse che per fare un bel viaggio occorra essere in due?

Si, qualcosa rimane nelle pieghe dello spazio-tempo (collettivo ed) individuale... ad esempio l'amore, che può esser per qualsiasi cosa o come più facilmente accade, per un'altra persona che per un certo tempo, accostandosi a noi, inesplicabilmente ci completa, del tutto o in parte...

E dunque per fare un bel viaggio occorre la dualità, esser in due...

... un giorno di 44 anni fa un ragazzino e una ragazzina appena adolescenti scapparono assieme...


"Giuro, che primo poi ti vengo a riprendere". Era il 1973 e, nella periferia di Roma, un ragazzino sinti di 14 anni, si chiamava Giuseppe Mastini, si innamorò di una ragazzina un anno più grande di lui: Giovanna Truzzi, anche lei di una famiglia nomade.

Tornarono a casa dopo qualche giorno, i genitori dissero loro che non avrebbero mai più dovuto vedersi. Così è stato, fino al 30 giugno scorso. Quando Giuseppe Mastini, che nel frattempo era diventato Johnny lo Zingaro, un bandito, un omicida condannato all'ergastolo, un'icona del crimine degli anni '80, ha deciso di fuggire dal carcere.

Era l'ennesima volta, la terza dicono i ritagli dei giornali dell'epoca, ma erano trent'anni che non provava più a scappare. Questa volta infatti era diverso: Johnny non era fuggito per la libertà, ma per l'amore. In uno dei suoi permessi lavorativi, concessi dall'istituto penitenziario di Fossano per svolgere attività nella scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, ha incontrato alcuni vecchi amici sinti romani.


Gente che non vedeva da quando era ragazzino. Non hanno ricordato i tempi delle rapine, dei colpi nelle ville, di quegli omicidi che gli sono costati l'ergastolo. Ha fatto loro soltanto un nome: "Giovanna, ve la ricordate Giovanna?". Se la ricordavano. Di più avevano il suo numero di telefono: viveva in Toscana da anni, aveva quattro figli grandi. Johnny il bandito non ha resistito. L'ha chiamata: "Ti ricordi?" le ha detto. "Non ti ho mai dimenticato" gli ha risposto.

Così hanno organizzato la fuga, lui da Fossano lei da Pietrasanta, dove era agli arresti domiciliari. Il 30 giugno Johnny lo Zingaro è salito su un taxi che lo ha portato alla stazione di Genova. Ha preso un treno che lo ha portato a Viareggio, dove ha trovato lei che lo aspettava. A casa Giovanna aveva lasciato una lettera per i suoi figli: "Scusate, ma scappo con l'amore della mia vita".

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/07/26/news/johnny_lo_zingaro-171723665/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P1-S1.4-T1


La storia ci racconta come finì la corsa... (Guccini docet)

... coincidenza, quanto detto ben si collega a questo intervento:

Il viaggio ci rende sempre e comunque migliori?

(post 24-Lou) https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/il-viaggio-ci-rende-sempre-e-comunque-migliori/msg13817/#new

... ritengo che pur ri-trovandosi spesso in una continuazione della vita di tutti i giorni in molti casi, il desiderio di viaggiare nasca e sia mosso da una profonda esigenza di evasione, fuga, avventura, esplorazione, curiosità, nostalgici di una patria nomade e, aggiungo, alienazione - proprio dalla esperienze della quotidianità, per molti.

Ho fornito degli spunti, per chi abbia voglia, in questi giorni d'estate, di svilupparli...

un cordiale saluto
Jean


Ciao Jean, effettivamente con sto caldo opprimente in città il desiderio di catapultarmi nella mia fresca valle estiva tra le Alpi ridurrebbe un viaggio a mera fuga evasiva in vista del mai sopito e nostalgico amore per un paesaggio che rende liberi  dove l'aria fresca, il suono del ruscello nelle orecchie e verde negli occhi in ozio totale dove lo Slow sarebbe già frenesia, in un tempo immobile in cui il solo mobile è respirare  - sotto i pini che gettano ombre sulla piazzola della roulotte. Roba e condizioni che mi danno tempo per riflettere, di cui sono avare tante giornate quotidiane. Anche noi nomadi abbiamo la nostra parte di ricchezza, nella fuga. È, da parte mia, banalmente figurato questo dire, ma l'impulso all'evasione, come ben dice (a mio parere s'intende) acquario69, narra di viaggi, reali o immaginari, che non sono mai tali in pieno, ma sono indice di un malessere da cui sorge l'impulso alla deterritorializzazione,  una sorta di  libertà intrecciata in qualche modo sconosciuto al filo dell'amore.
Forse "in fondo a quel filo"  johnny lo zingaro ha intravisto la sua libertà, chissà.
#585
La lentezza è una disposizione e susseguente distensione dell'animo.:)
Comunque stavo commentando un dire apeironico:
"il problema è che il viaggio oggi viene fatto per il motivo opposto, ossia come "continuazione" della "vita di tutti i giorni". "
Non sono d'accordo su questa generalizzazione: ritengo che pur ri-trovandosi spesso in una continuazione della vita di tutti i giorni in molti casi, il desiderio di viaggiare nasca e sia mosso da una profonda esigenza di evasione, fuga, avventura, esplorazione, curiosità, nostalgici di una patria nomade e, aggiungo, alienazione - proprio dalla esperienze della quotidianità, per molti.