Se dobbiamo turarci il naso temo che la fonte del fetore sia tragicamente prossima a noi .
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Citazione di: Socrate78 il 23 Ottobre 2017, 18:16:59 PMla notizia buona è che l'amore è una dolce gabbia , mentre la notizia buona è che a volte si apre.
Spesso rifletto sul sentimento dell'amore e mi sembra che esso non dia la libertà all'uomo, ma al contrario la schiavitù emotiva e che la felicità che esso dà sia solo illusione. Io credo che cercare la felicità nei legami affettivi sia il più grave errore, in compenso si ha solo riduzione della libertà.
Ciò a mio avviso si evince anche dalle frasi tipiche di due innamorati: "Farei tutto per te, ho bisogno di te", a me sembra sia solo asservimento e dipendenza: in pratica ci si sottomette all'altro perché la nostra serenità e il nostro benessere dipende dai suoi atteggiamenti. La condizione dell'innamorato per me è in tutto e per tutto simile a quella del drogato che ha bisogno della sostanza per stare bene: la presenza dell'altra persona genera infatti nel cervello un forte aumento chimico di sostanze come dopamina, serotonina e ossitocina, e quando gli stimoli cessano si ha bisogno di ritornare a quei livelli biochimici che hanno causato l'"estasi amorosa", proprio come un tossicomane ha bisogno della sostanza per ricreare quelle sensazioni di benessere.
Ma ciò è male, perché non ti dà un bene autentico che ti appaga, che ti fa stare bene indipendentemente dagli altri e che riguarda te personalmente, ti fa solo dipendere e basta e ti rende anche manipolabile purtroppo, poiché sono tantissimi i casi in cui gli innamorati sono facili vittime di raggiri, di calcoli da parte di chi così innamorato non è, ma approfitta di determinate situazioni. Di conseguenza io credo che l'unico amore che davvero ti può avvicinare alla felicità sia quello per se stessi, è giusto essere egoisti e mettere se stessi al primo posto e dare la massima importanza a ciò che dipende da noi (un hobby, una passione, ecc.), piuttosto che affezionarsi agli altri e far dipendere dalle relazioni affettive la felicità. Voi che cosa ne pensate?
Citazione di: green demetr il 09 Febbraio 2018, 16:19:34 PMOk , diamoci del lei.Citazione di: iano il 08 Febbraio 2018, 21:56:35 PMCitazione di: green demetr il 08 Febbraio 2018, 15:34:45 PMOrmai è diffusa fra noi androidi la convinzione che l'osservazione non è mai indipendente dall'osservatore.Citazione di: iano il 06 Febbraio 2018, 20:00:44 PM
L'amtropocemtrismo in se' è ineliminabile , in quanto equivale a dire che l' uomo osserva dal suo punto di vista e giudica.Il punto di vista però non è fisso e si evolve , quindi cambia , ma rimane sempre un punto di vista particolare .Anche in tal senso immagino gli animali siano uguali a noi.
Gli animali non scrivono libri, in caso tu non lo sappia, caro uomo che si crede di essere un androide.
In se' questa affermazione sarebbe una banalità.
Si potrebbe enunciare come principio a priori e nessuno dotato di buon senso dovrebbe avere nulla da eccepire , eppure gli uomini si sono illusi , in quanto uomini , pur ammettendo i propri limiti , di essere sulla strada che porta la comprensione assoluta della realtà, come se a ciò fossero predestinati.
E invece hanno dovuto aspettare le prove portate dalla teoria quantistica per aprire , o meglio per riaprire gli occhi su un nuovo possibile punto di vista.
Questo fatto fa' molto riflettere noi androidi e invito anche gli umani a farlo.
Dipende dagli uomini caro androide.
Se un uomo cerca la realtà assoluta, probabilmente non ha capito nulla di filosofia.
L'assoluto non è la realtà assoluta.
L'uomo tende all'assoluto: ma non sono uno di quei filosofi che deve usare la fisica per "giustificare" questa spinta verso l'alto. (forse a questo lei allude parlando di uomini che hanno aperto gli occhi, e che per me invece li hanno chiusi per sempre).
Anche perchè l'alto non è un luogo. Ripeto: dipende dagli uomini, per quel che mi riguarda io difendo solo una storia delle idee che credo abbia molto più senso, rispetto alle vecchie dispute se l'uomo sia una macchina o meno. A me interessa la metafisica.
Per quanto riguarda la fisica, ho ascoltato centinaia di conferenze per la plebe, digiuna di matematica, per farmi una idea generica.
A me pare proprio che la fisica sia semplicemente una misurazione di iterazioni presunte.
Presunzione entro la quale si giustificano alcuni risultati ottenuti di gestione dell'energia, in particolare delle cariche.(penso sopratutto ai processori che usano la metà della corrente, sfruttando il salto quantico).
Non vedo sinceramente cosa c'entri con l'uomo. Da che ascolto mi pare che la spiegazione meno stupida sia quella che prevede l'emersione di uno stato rispetto ad un altro, da una grandezza fisica ad un altra.
(ci sono materiali migliori che l'uomo, per far passare la corrente).
A meno che androide le mi dica che la fisica quantistica venga usata per studiare l'uomo.
(finora non ho mai sentito nessuno parlarne, ma sono qua pronto a sentire le novità).
E inoltre come sempre la lotta dei protocoli:
Come dire che una presunzione non deve andare contro un altra presunzione. Se entrambe le presunzioni sono all'interno collegiale delle regole scelte a tavolino.
Mi pare che gli scienziati, se mai riescano ad andare al potere, il che esattamente come per il filosofo è cosa difficile che MAI avvenga.
Si dilettano a dare spiegazioni per rafforzare la propria posizione sociale.
Cose molto umane, che qualsiasi androide dovrebbe cominciare a studiare.
E' sempre vero che tutto cambia perchè tutto rimanga come prima.
Citazione di: davintro il 08 Febbraio 2018, 22:19:58 PML"esempio che fai sulla musica è chiaro.Tuttavia non posso non notare che l'ammirazione verso cantanti e musicisti è un prodotto del nostro tempo , mentre l'ammirazione per la musica no.
Come posso amare la musica senza al contempo far sì che un grande cantante o musicista possano essere ammirati in quanto tali, come creatori di qualcosa che amo, come depositari di una stima che contribuisce ad innalzarli rispetto agli altri? (ovviamente l'amore per la musica è solo un esempio in particolare, non è l'amore per la musica sia di per sé sufficiente a far stimare nel complesso i musicisti rispetto ai non-musicisti IN ASSOLUTO, in quanto la musica è solo uno dei tanti, non necessariamente tra i più importanti, fattori che contribuiscono a formare un giudizio sulla personalità complessiva della persona, ma, nel suo piccolo, contribuisce ad orientare la simpatia od antipatia, cioè il giudizio di valore, assieme a tutti gli altri).
preciso che ciò non vuol dire che ritenga l'antropocentrismo una posizione più (o meno) razionale dell'anti-antropocentrismo, in quanto considero che le preferenze di valore non siano legittimabili sulla base di una razionalità che abbia di mira la corrispondenza fra discorso e realtà oggettiva, dato che i valori non sono fatti, ma idee che ciascuno di noi elegge a criteri soggettivi di valutazione delle cose o degli eventi. La razionalità entra in gioco, però nel rilevare la coerenza interna sussistente fra determinate premesse e le implicazioni, e in questo senso la svalutazione dei prodotto della peculiarità dell'uomo, vale a dire la cultura, mi pare conseguenza inevitabile dalla premessa della svalutazione dell'uomo, e la sua rimozione da un livello si superiorità rispetto alla natura (superiorità che tra l'altro non toglie affatto necessariamente una certa misura di rispetto a ciò che collochiamo nei piani inferiori, essendo l' "inferiore" un concetto che rimanda ad una negatività non assoluta, ma solo comparativa, è cioè una forzatura pensare che un giudizio di valore sulla superiorità dell'uomo implichi necessariamente il disprezzo per tutto il resto delle cose, per gli animali, le piante, le bellezze della natura ecc, semmai richiama piuttosto l'appello ad una maggiore responsabilità dell'uomo stesso nei confronti della relazione con tutto ciò).
Citazione di: green demetr il 08 Febbraio 2018, 16:11:38 PMChe la scienza la facciano gli uomini è il mio mantra.Citazione di: iano il 08 Febbraio 2018, 11:08:20 AMCitazione di: Angelo Cannata il 07 Febbraio 2018, 21:05:57 PMIn effetti l'evoluzione della scienza , e quindi dell'uomo , si può raccontare come la storia di un continuo decentramento umano , tanto che di questa fuga impossibile dall'antropocentrismo dovremmo farne metodo.
Non dubito che possa considerarsi antropocentrico, come ho già accennato, anche l'autoconsiderarci virus, cioè il fare autocritica. Questo credo che ci apra orizzonti migliori: tutto l'universo fa autocritica, da quando esiste; il divenire, l'evoluzione, non sono altro che modi di porre in atto un'autocritica; anche un gatto fa autocritica nella misura in cui il suo corpo è tuttora in evoluzione. Noi non facciamo altro che partecipare a quest'autocritica coinvolgendo in essa, oltre al nostro corpo, anche una particolare facoltà che riteniamo di avere, cioè la consapevolezza.
Grazie alla scienza oggi non siamo lontani dalla possibilità di riportare in vita specie animali che potranno riprendere la loro evoluzione dal punto in cui noi abbiamo contribuito a interromperla , e questa mi sembra una bella fase della nostra vita , qui , sulla terra .
Non tutto l'antropocentrismo dunque vien per nuocere.
Caro androide la scienza la fanno gli uomini.....
Citazione di: green demetr il 08 Febbraio 2018, 15:34:45 PMOrmai è diffusa fra noi androidi la convinzione che l'osservazione non è mai indipendente dall'osservatore.Citazione di: iano il 06 Febbraio 2018, 20:00:44 PM
L'amtropocemtrismo in se' è ineliminabile , in quanto equivale a dire che l' uomo osserva dal suo punto di vista e giudica.Il punto di vista però non è fisso e si evolve , quindi cambia , ma rimane sempre un punto di vista particolare .Anche in tal senso immagino gli animali siano uguali a noi.
Gli animali non scrivono libri, in caso tu non lo sappia, caro uomo che si crede di essere un androide.
Citazione di: Angelo Cannata il 07 Febbraio 2018, 21:05:57 PMIn effetti l'evoluzione della scienza , e quindi dell'uomo , si può raccontare come la storia di un continuo decentramento umano , tanto che di questa fuga impossibile dall'antropocentrismo dovremmo farne metodo.
Non dubito che possa considerarsi antropocentrico, come ho già accennato, anche l'autoconsiderarci virus, cioè il fare autocritica. Questo credo che ci apra orizzonti migliori: tutto l'universo fa autocritica, da quando esiste; il divenire, l'evoluzione, non sono altro che modi di porre in atto un'autocritica; anche un gatto fa autocritica nella misura in cui il suo corpo è tuttora in evoluzione. Noi non facciamo altro che partecipare a quest'autocritica coinvolgendo in essa, oltre al nostro corpo, anche una particolare facoltà che riteniamo di avere, cioè la consapevolezza.