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Messaggi - anthonyi

#5836
Ho vissuto una vita di sofferenza psicologica comunque mai diagnosticata ufficialmente, anche se mi è capitato di avere contatti con psichiatri o psicoterapeuti in momenti difficili. Per la tipologia sintomatologica tendevo ad associare il mio male alla depressione bipolare. All'età di 40 anni scopro che la fonte dei miei problemi è un'infestazione malefica. Da quel momento inizia un iter di scoperta di un modo nuovo di vedere la realtà, al di fuori cioè dell'effetto di quella forza innestata nella mia mente.
Dopo alcuni anni di cura, basata soprattutto sulla preghiera, direi che della mia patologia è rimasta soltanto l'ombra.Vi è stata anche una sorta di "crisi spirituale" perché sono una persona estremamente razionale che tende ad analizzare tutto, e in tal caso ho avuto un accesso particolare, da allora, infatti sento continuamente i sibili della reazione di questa cosa che agisce nella mia mente, a tanti miei pensieri e a tante situazioni sacrali con le quali mi relaziono. Io non so quanto sia particolare la mia esperienza, e quanto rapporto possa avere con altre situazioni di patologia mentale, ritengo però che al riguardo vi sia una certa ortodossia, ad esempio nelle regole assunte dalla Chiesa Cattolica si afferma che per i sospetti infestati bisogna prima verificare che non abbiano patologie mentali con cause ordinarie. Il problema è che questa verifica è impossibile perché non si conosce la causa delle patologie mentali. Mi sembra che nel dibattito, anche in questo, si confrontino la tesi ereditaria (Che nel mio caso potrebbe anche avere conferma visto che ci sono problemi vari in buona parte della famiglia) e quella sociale. Naturalmente vi sono anche posizioni intermedie, che danno peso probabilistico alle due tesi. Mi domando perché la stessa elasticità non possa essere usata anche nei confronti di una tesi spirituale.
#5837
La discussione sulle identità nazionali richiama, come è logico, il riferimento allo scarso senso patriottico del nostro paese. Non possiamo dimenticare che noi Italiani siamo stati separati da differenti staterelli fino a 150 anni fa. Uno dei più forti meccanismi di identificazione patriottica scatta nelle guerre o sommosse che chiamano in causa il popolo ma noi non ne abbiamo avute pochissime.
#5838
Volevo rispondere a InVerno.

A me non sembra ci sia una filosofia emergenziale nella riforma, bene o male è stata dibattuta nel giro di due anni, tenendo conto anche del lavoro dei saggi di Napolitano poi ..
Secondo me poi, il problema non è neanche la velocità delle leggi, quanto quella di dare ai cittadini la certezza di chi prende le decisioni. Nella vecchia Italia vivevano l'esperienza dello scaricabarile, qualsiasi politico, di fronte a qualcosa che non funzionava, poteva accusare il sistema di essere farraginoso, poteva dire che le decisioni non dipendevano da lui. Se come probabile, le riforme passeranno, il vincitore delle elezioni potrà governare e prendersi la responsabilità dei suoi atti governativi. Alle successive elezioni gli Italiani si faranno i conti, se il governo è stato efficace lo rivoteranno, altrimenti cambieranno.
#5839
paul 11 ha scritto
Temo che di fatto lo siano o che quanto meno riducano sensibilmente la democrazia nel paese realizzando un quadro di gestione politica sempre più nelle mani di un esecutivo che può essere eletto grazie a esorbitanti premi elettorali da minoranze di votanti e quindi per nulla rappresentativo.

L'attuale riforma prevede però il doppio turno, questo vuol dire che nel secondo turno devono essere il 50%+1 dei votanti a confermare il partito di governo. In Italia si confonde la democrazia, che può essere definita in tanti modi, con il parlamentarismo proporzionale che è una forma di questa.
Il riferimento che poi spesso viene fatto al periodo delle dittature fasciste mi sconcerta ancora di più. Sia in Italia che in Germania, le dittature andarono al potere in quelli che erano sistemi parlamentari proporzionali e per effetto anche dell'incapacità di tali sistemi di garantire condizioni stabili di governo.
#5840
Tematiche Filosofiche / Re:Sul disegno intelligente
29 Aprile 2016, 17:52:42 PM
Vorrei dire a Hollyfabius, ma perché un creatore dovrebbe uccidere la sua creatura, e poi perché per conoscenza, se l'ha creata è evidente che la conosce già, direi anzi che l'atto della creazione svela un approccio costruttivo che è l'esatto opposto dell'approccio distruttivo di chi uccide.
#5841
Percorsi ed Esperienze / Re:L'indemoniato di Gadara
29 Aprile 2016, 17:38:10 PM
Le interpretazioni che io faccio sono di natura simbolica e sono intercorrelate, sono il risultato di un'esperienza interiore perché da persona che ha vissuto pesanti esperienze di marginalizzazione sociale e di infestazione malefica mi sono identificato con questa esperienza. Naturalmente l'interpretazione può essere condivisa o meno, ma in ogni caso non è una valutazione storica dell'evento.
#5842
Tematiche Filosofiche / Re:La direzione della storia
27 Aprile 2016, 16:23:03 PM
Mario Barbella ha scritto:
La direzione del percorso della storia acquista un senso se riferito al sistema di riferimento assoluto universale che è l'Osservatore cioè l'IO nella sua unicità. Solo così assumono significato tutti quei termini particolari come, per esempio, il Tempo, quello di Sant'Agostino, ma non solo,che riteniamo essere indefinibili per via del fatto di cadere  in inevitabili tautologie quando tentiamo di spiegarli o definirli.  Questa problematica  discende dalla convinzione errata, ma inevitabile nella vita quotidiana dell'umanità,  di  ritenere l'Osservatore, ovvero l'IO, come  sostanzialmente, seppure non completamente, esterno rispetto al resto dell'universo e da questo in buona parte indipendente. Questo  alimenta la credenza di considerare del tutto ovvio e naturale fissare sistemi di riferimento stabili ed assolutamente (o quasi) indipendenti da ciò che è il resto del mondo e ciò che vi avviene.

Mi sembra che queste argomentazioni siano riferibili a qualsiasi fenomenologia della realtà. Certo il senso della storia gode di un'attrazione magnetica che non caratterizza altri aspetti della realtà. Al di la del relativismo dell'osservatore, che comunque si riduce se gli osservatori sono tanti, io credo che la domanda sia oggettiva anche perché, almeno per la mia esperienza, lo studio della storia ti da l'impressione che dietro ci sia qualcosa che la muove, qualcosa che può essere sintetizzato con leggi come la teoria assiale, oppure con la descrizione delle ere della storia umana. Oggi siamo nell'era di Internet, un sistema di comunicazione, proviamo a riflettere sul ruolo che le forme di comunicazione hanno avuto nella società umana, scrittura, stampa, telefono, radio internet. La storia corre sul filo .....
#5843
Percorsi ed Esperienze / L'indemoniato di Gadara
26 Aprile 2016, 17:01:26 PM
Volevo mettere in comune questa mia riflessione sul brano di Vangelo che parla dell'indemoniato di Gadara.

Il brano del vangelo che narra dell'indemoniato di Gadara è caratterizzato da 3 punti interessanti:
1)   La gente chiede a Gesù di andarsene, perché ha paura;
2)   L'uomo guarito vuole seguire Gesù;
3)   Gesù gli dice di tornare tra la sua gente per rendere testimonianza.
Quest'ultimo punto in particolare è interessante, in tutti i Vangeli Gesù chiede ai miracolati di non dir nulla, perché allora chiede all'indemoniato di render testimonianza?
Certamente Gesù non incita nessuno a seguirlo, ma questo perché vuole che chi lo segue comprenda che il seguirlo vuol dire abbracciare la sua croce. Tra i seguaci di Gesù poi, c'è anche la Maddalena, che era stata liberata anch'essa dagli spiriti.
Allora, perché l'uomo di Gadara deve tornare tra la sua gente, quale deve essere la sua missione e cosa può insegnare a noi?
Intanto diciamo che il ritorno tra la sua gente non è per lui la soluzione preferita, lui preferirebbe seguire Gesù. Egli già immagina il suo futuro, in mezzo alla sua gente, guarito, ma con il marchio del suo passato perennemente stampato nella mente di quelli che gli sono attorno, che ce l'hanno con lui non tanto per quello che è stato, ma perché si è emancipato da quella condizione di sofferenza. La sua gente, in effetti, non ha gradito quella guarigione, tanto è vero che chiede a Gesù di andarsene.
Perché la gente di Gadara voleva che l'indemoniato continuasse a star male? Perché aveva bisogno di qualcuno rispetto al quale sentirsi più fortunata, migliore, perché poteva illudersi che, se il male era dentro di lui, allora bastava allontanarsi da lui per allontanare il male, perché aveva bisogno di un capro espiatorio.
L'uomo di Gadara rappresenta l'escluso, l'emarginato, l'ultimo della lista, quello che viene messo da parte, magari dopo essere stato caricato di colpe non sue, colui che viene escluso, ma anche che si autoesclude perché non regge il peso del confronto con gli altri rispetto ai quali si sente, e viene fatto sentire inferiore. A quest'uomo Gesù restituisce la dignità, è significativa la notazione del vangelo che, dopo la guarigione, l'uomo viene trovato ben vestito.
Gesù, guarendolo e restituendogli la dignità, rompe le regole sociali che lo condannavano all'esclusione, o meglio le mette in discussione. La vera rottura, infatti, si potrà realizzare solo quando quell'uomo saprà stare in mezzo alla sua gente, a testa alta, per questo Gesù gli chiede di tornare da loro.
#5844
L'idea delle due forme di intelligenza sovrapposte è interessante, io credo però che il problema sia più complesso, sono tanti i comportamenti umani in contraddizione con la logica evoluzionistica. Con contraddizione io non intendo solo comportamenti che rendono debole l'individuo o la comunità, ma comportamenti che contrastano con altri comportamenti che, nella logica evoluzionistica dovrebbero essere vincenti. L'eterno dibattito sulla reale natura umana, violenta o pacifica, approcciato con la logica Darwiniana per me non lascia scampo alla seconda ipotesi. Sappiamo che l'uomo, nel corso della sua storia biologica, è stato un animale estremamente violento e che tale propensione, nel corso degli ultimi secoli, si è profondamente ridotta, forse per effetto di quell'intelligenza sovrapposta, forse per effetto di input sociali la cui origine però non può essere attribuita all'uomo che non aveva una natura pacifica.
#5845
Tematiche Filosofiche / Re:Lo spirito deleterio
25 Aprile 2016, 19:40:24 PM
Nel corso della mia vita spesso ho avuto comportamenti auto distruttivi. A un certo punto poi mi sono accorto che la fonte di questi comportamenti non ero io, ma una forza malefica che agiva dentro di me. Forse una visione spiritualista come quella che ho sviluppato ultimamente può aiutare a comprendere i meccanismi che si muovono dietro ogni spirito deleterio, il quale vive una situazione dualistica nella quale, nei momenti giusti, la parte negativa entra in azione per bloccare le opportunità relazionali.
Anche la timidezza può avere una spiegazione analoga, della presenza di una volontà negativa che blocca la persona in un momento in cui per lei sarebbe molto importante comunicare
#5846
Loris Bagnara ha scritto:
Ma parliamo anche della coscienza. Che cos'è la realtà della coscienza se non la più colossale sfida alla concezione materialista?
Come si spiega, scientificamente, l'esistenza dell'autocoscienza?
Secondo il darwinismo, tutte le strutture biologiche e le loro funzioni e proprietà si conservano perché, sorte ad un certo punto casualmente, si sono poi rivelate di qualche utilità, giusto? Non ci può essere un'altra risposta, per il darwinismo.
Ma, domando io, qual è l'utilità dell'autocoscienza? Non dell'intelligenza, ma dell'autocoscienza.
Anche un computer è intelligente, perché con opportuni algoritmi è in grado di fornire risposte sensate agli stimoli dell'ambiente.
Allora l'uomo potrebbero essere semplicemente un computer biologico, e comportarsi esattamente come si comporta ora: non ne vedremmo la differenza, non ci possiamo accorgere dall'esterno che un "individuo" in realtà non è autocosciente. L'autocoscienza si percepisce solo dall'interno. Non sto dicendo nulla di nuovo, filosofi della mente hanno già detto tutto questo.
Ma, allora, se l'autocoscienza non è necessaria per reagire in maniera intelligente agli stimoli ambientali, perché l'evoluzione darwiniana l'avrebbe premiata, nell'uomo, in maniera così spettacolare?

Concordo perfettamente, quando la nostra intelligenza diventa introspezione, interiorità e non si interessa più delle realtà ambientali, ci rende più deboli sul piano evoluzionistico. Questo è uno dei tanti caratteri umani che è difficile spiegare come prodotti da una selezione naturale.
Ora supponiamo di dare per giusta la teoria Darwiniana per tutte le specie, verrebbe fuori un'eccezione, la specie umana, sarebbe solo da spiegare perché quest'ultima fa eccezione ...
#5847
In effetti il nuovo senato conterà poco, si occuperà di questioni inerenti le autonomie. Forse, come dice qualcuno, potevano semplicemente abolirlo. L'importante è aver superato, forse, il bicameralismo perfetto che ormai rimane soltanto nel sistema italiano.
#5848
Tematiche Spirituali / Re:il perdono: quanto costa?
25 Aprile 2016, 14:48:35 PM
Sono infestato da una forza malefica, in passato, quando il mio problema era più grave mi capitava di essere assalito da repentini attacchi di rabbia spesso privi di qualsiasi fondamento. Un sacerdote Salesiano mi consigliò di inserire, nella serie di preghiere che recitavo per il mio problema, l'affermazione del perdono per tutti coloro che mi avessero mai fatto del male. Gli attacchi in effetti si ridussero sostanzialmente in forza e numero. Dal mio punto di vista, quindi, il perdono può avere un costo, ma ha anche un vantaggio, in spirito e salute.
#5849
Seguo il dibattito sulle riforme e sento tanti gridare allo scandalo. Secondo questi il pericolo è che, con il 25% dei voti, qualcuno potrebbe controllare le funzioni principali. A parte il fatto che al doppio turno deve comunque votare il 50% +1, era questa la richiesta della Corte Costituzionale, ma poi se l'elettorato è disaggregato non è questa una buona ragione per lasciare un paese senza governo.
Io non sono soddisfatto di queste riforme perché sono presidenzialista, o meglio, vorrei che gli italiani potessero eleggersi direttamente un Presidente del Consiglio, controllato, ma non nominato da un Presidente della Repubblica che invece va bene così com'è eletto, chissà il pubblico di Logos cosa ne pensa?
#5850
Tematiche Filosofiche / Re:La direzione della storia
24 Aprile 2016, 16:07:22 PM
La domanda sulla direzione della storia porta a pensare all'idea di una finalità che la caratterizzi. E' un'idea non accettabile sul piano di una visione causale e casuale dell'evolversi degli eventi. Può essere interpretata anche come una domanda di senso per la storia stessa, è una domanda antica, per quasi tutta la storia dell'umanità gli uomini più acculturati, (di tutti gli altri, come già fatto notare, non abbiamo testimonianza) sono stati convinti che la storia avesse un senso, e tale senso lo hanno cercato, nel tempo moderno invece, non ci crede più nessuno.
Contrariamente a quanto affermato da altri io non credo che la direzione della storia sia sintetizzabile nell'idea di progresso, il problema è capire se quello che noi reputiamo progresso sia l'effetto di meccanismi naturali o meno. Nel primo caso noi saremmo semplicemente come una specie biologica che si sta espandendo nell'universo fino ad occuparne tutti gli spazi occupabili. E' nel secondo caso che, invece, il discorso diventa interessante, perché in tal caso, il progresso, sarebbe il prodotto di una volontà che lo ha creato, che ha prodotto la storia, la nostra storia, e che forse un giorno si farà riconoscere da noi ....