Citazione di: Kobayashi il 12 Settembre 2018, 07:53:06 AM
Il discorso sullo squilibrio tra principio maschile e femminile nel cristianesimo è, credo, assai fertile e doveroso anche dal punto di vista istituzionale (come ricordavi tu, le donne non possono celebrare la messa e questo è difficile da accettare come qualcosa di naturale).
Ma che questo discorso sia sovrapponibile al dualismo materia-spirito non mi torna del tutto.
Perché la materia, al di là di assonanze linguistiche, dovrebbe rimandare simbolicamente al femminile?
So naturalmente che in molte tradizioni avviene esattamente questo, ma proprio l'idea di spirito=maschile, materia=femminile, non potrebbe in realtà essere ancora un'eredità della mentalità patriarcale degli ultimi millenni?
CARLO
Mah, forse l'elemento più importante di questa distinzione sta nel fatto che Mater Natura (la Mater-ia) "partorisce" ogni forma di Vita, proprio come gran parte delle creature viventi è partorita dalla "rappresentanza femminile" di ciascuna specie.
Ma, in realtà, quel mistero che chiamiamo "spirito" è sempre stato raffigurato alternativamente da motivi simbolici maschili (gli dèi), femminili (le dee, spesso anche dee della Natura) e, nelle espressioni più alte-universali, androgini.
In ogni tempo e luogo, cioè, il divino ha uno spiccato carattere trinitario (si veda il mio thread: https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/le-varianti-simboliche-della-'trinita'/msg21914/#msg21914 ), sebbene non manchino dei simbolismi totalizzanti quaternari che includono la Materia nell'Unità Divina (la Croce, la Tetrakis, la Svastica, ecc.). Scrive Jung:
"In contrasto con il pensiero trinitario di Platone, l'antica filosofia greca pensava secondo formule quaternarie. In Pitagora la parte principale non è sostenuta dalla triade, ma dalla quaternità, come nel cosiddetto giuramento pitagorico, dove si dice che la tetraktis «ha le radici della natura eterna». Nella scuola pitagorica dominava anche l'idea che l'anima non fosse un triangolo, ma un quadrato. La quaternità è la premessa logica per ogni giudizio di totalità. Se si vuole pronunciare un tale giudizio, esso deve avere un aspetto quadruplice. Ad esempio, per designare l'intero orizzonte, si nominano i quattro punti cardinali". [JUNG: Psicologia e religione - pg. 164]