Citazione di: Claudia K il 14 Febbraio 2023, 22:45:00 PMQuesta volta sono io che vado OT e mi chiedo: ma fosse che quasi tre anni di pandemia, con strumentalizzazione urlata e "politicizzata" ...persino al riguardo delle mascherine...abbia insegnato che quello "stile" non porta a nulla?Più che OT direi che è un'interessante questione trasversale al topic e al festival: le "macchine del fango", della "caciara" e della schadenfreude iniziano ad essere meno mimetiche (o è il fango a non essere più quello di una volta?), anche per l'uomo della strada che magari non ha studiato i segreti dell'arte retorica o della comunicazione mediatica, ma talvolta riesce a capire da solo che è meglio astenersi (anche in politica) piuttosto che infervorarsi "pavlovianamente" per l'ultimo scoop in fugace tendenza (mass)mediatica, troppo allarmistico e fazioso per non avere un doppio fondo, sia esso di disinformazione o strumentalizzazione. Probabilmente il mix di (ab)uso dei social, esperienza pandemica e graduale disincanto verso ideologie "da boomer", inizia sommessamente ad entrare in circolo nel corpo sociale, per quanto ancora nettamente sotto la "soglia critica" (in tutti i sensi) della "saturazione" (della maggioranza).
Il disincanto porta solitamente o al disinteresse, all'ottundimento del fervore da piazza, oppure al suo opposto, al tentativo di ripristinare un incanto in cui dibattere e dibattersi come si è ormai abituati a fare. La storia del disincanto percorre anche quanto sintetizzato da Ipazia:
Citazione di: Ipazia il 15 Febbraio 2023, 14:24:35 PMdopo lo stregone, il prete e lo psicologo, il mago sociale è diventato l'influencerche fa emergere una certa parabola di difficoltà calante: per disincantarsi dallo stregone occorreva sfidare le perigliose forze della natura e di divinità misteriose; per disincantarsi dal prete occorreva decostruire la tradizione teologica (magari proprio con l'ausilio delle scienze naturali, e non); per disincantarsi dallo psicologo occorre(va) constatare i limiti scientifici della sua efficacia (magari senza buttare via il bambino con l'acqua sporca); mentre per disincantarsi dall'influencer di turno basta... avere una testa pensante mentre ci si gode, se piace, il suo show. C'è stato ad occhio e croce anche un ristringimento di audience per l'incantatore: lo stregone incantava tutti, il prete tutti ma con meno presa sui giovani, lo psicologo soprattutto le fasce di mezza età e giovanile, l'influencer quasi solo la fascia giovanile (fermo restando che oggi la gioventù si è estesa proporzionalmente all'aspettativa di vita media). Non voglio dire che ci sono sempre meno "giustificazioni" per farsi incantare, perché l'incanto, in quanto tale, incanta senza che siano necessarie giustificazioni; inoltre non tutti, aldilà delle apparenze e del calendario, siamo sincronizzati nello stesso "periodo storico di disincanto", quindi ignorare la permanenza di corpose differenze prospettiche sarebbe una banalizzazione indebita e ingenua (quindi, a suo modo, ancora mistificante).
Anestesia dei valori, disimpegno politico, ignavia, bulimia da infosfera, o altro che sia, non è detto che possa avere, a dosaggio variabile, anche qualche lato pragmaticamente proficuo, o quantomeno meno deleterio, per me, dello sciamare coi paraocchi dietro all'ultimo dei "nostri" che sobilla animosamente con un «la sai l'ultima su di "loro"?».
P.s.
@InVerno
Concordo e, a proposito di sassi, rilancio con: chi non ha avuto dei "Maneskin" nella sua gioventù, scagli la prima pietra...