Citazione di: PhyroSphera il 19 Novembre 2024, 17:39:47 PMLa fede cristiana quale fede monoteista non si basa sul Gesù storico ma sul Cristo della fede.
Su rinascita e reincarnazione: il cristianesimo non si basa sulla considerazione dei cicli cosmici ma neppure ne nega.
Il fatto che la maggior parte dei cristiani, nel trovarsi davanti a ciò che afferma i ritorni cosmici della vita, sia perlopiù propenso a negarne o a restarne perplesso, questo non fa parte della dogmatica cristiana. La maggior parte dei cristiani non mette assieme le idee di inferno e paradiso con quelle di reincarnazione e rinascita, però queste ultime sono espressioni non del tutto universali dei ritorni cosmici. Nel credo niceno-costantinopolitano c'è la menzione della nuova vita che verrà ('la vita del mondo che verrà'). Tale dizione non consente certe affermazioni cosmologiche; ma la dottrina cristiana è fatta così. Si tratta di un monoteismo, che afferma l'assolutezza e trascendenza di Dio. Certo si dice di Dio Creatore e del creato, ma del cosmo solo indirettamente, dipendendo tutto dalla fede. Ciò però non significa che il cristiano non possa sviluppare delle idee e conoscenze sul cosmo, tutt'altro. La fede apre una differente visione del mondo, la quale non è una presa di posizione arbitraria.
Le mie posizioni sul ritorno cosmico della vita sono basate su riflessioni personali, anche semplicissime. Eccone alcune. Eticamente: non è pensabile che Dio che è amore non consenta più di una vita nel mondo per ciascun individuo. Ciò è del tutto evidente nel meditare sulle sciagure e le sfortune. Fisicamente: essendo il mondo limitato - da Dio! - le combinazioni mondane sono in numero non infinito e perciò sono destinate in qualche modo a ripetersi. Non sono riflessioni nuove, mi risulta.
La reincarnazione, quale affermazione culturale oltre che filosofica, fu accolta da pochi pensatori cristiani. Si tratta di una nozione che può essere compatibile con una dottrina dell'anima, per esempio col cristianesimo neoplatonico; però ciò che viene in essa detto carne non corrisponde a quanto indicato dal linguaggio biblico e ortodosso. Questi indicano con tale termine non la fisicità e corporalità, ma la mondanità e materialità, ciò che non ha potere da solo e ha bisogno di essere bilanciato dalla presenza di Dio... non a livello naturale, ma nelle circostanze della vita altrimenti impossibili!! Questa terminologia non va d'accordo con quella delle religiosità orientali; ma si sa che le culture religiose a volte si possono trovare sovrapposte.
Parimenti la rinascita è un'affermazione culturale e filosofica che implica qualcosa cui l'orizzonte cristiano è oltre. E' un concetto essenziale, che prescinde dalla esistenza dei singoli. Se consideriamo la realtà universale, il ritorno alla vita si presenta come una ripetizione. Ma la fede cristiana nel Dio creatore implica una concezione degli eventi nella loro singolarità: la vita nella sua originalità, non solo e non tanto originarietà. Il ritorno alla vita per il cristiano che ha trovato consapevolezza ed espressione non si trova adeguatamente espresso secondo l'idea della rinascita.
Attraverso la meditazione sul pensiero occidentale nella sua analogia a quello orientale, io trovai possibile utilizzare due concetti, rispettivamente per la realtà animica e spirituale:
metempsicosi e palingenesi.
L'uomo, essere razionale, ritorna alla vita nella palingenesi; le realtà semplicemente animate con la metempsicosi.
Trovavo nella dottrina di U. Zwingli tutti e due i riferimenti, ma utilizzati e concepiti differentemente - senza alcuna vera contraddizione col mio pensiero.
Tra mille incertezze ritornai spesso a meditare le dottrine di Zwingli, in certi loro aspetti assai poco conosciute, in altri assai fraintese, come a vari livelli capita con l'opere dei grandi riformatori cristiani moderni; ma Zwingli è il più arcano tra i grandi pensatori della Riforma Protestante, anche per tantissimi evangelici.
MAURO PASTORE
Molto semplicemente, se ci fosse la reincarnazione, il paradiso e l'inferno non sarebbero definitivi: un'anima dannata potrebbe a un certo punto salvarsi, rivelandosi, con cio', non definitivamente dannata (comportandosi bene in una vita terrena successiva) e un'anima beata, potrebbe a un certo punto dannarsi (vivendo una vita successiva, e comportandosi male in essa).
Ricordati che ognuno ha il libero arbitrio e per ognuno deve valere la piena significativita' della vita attuale e presente che egli vive, quindi, chi nasce a questa terra provenendo dall'inferno, ha una incredibile e immeritata occasione di rimediare a tutto, e cambiare il suo destino, e chi nasce provenendo dal paradiso, ha una inquietate e assurda occasione di rovinare, tutto.
Per non parlare del fatto che le anime dannate dovrebbero desiderate con tutte le loro forze la reincarnazione (loro hanno tutto da guadagnare, e niente da perdere, in caso tocchi loro un "altro giro" su questa terra) e le anime beate, temerla con tutte le loro forze (loro hanno tutto da perdere e niente da guadagnare). Ci sarebbe di conseguenza speranza, tanta speranza, pure all'inferno, e paura e terrore, tanta paura, pure nel paradiso, insomma l'impianto dottrinario salterebbe tutto.
Per non parlare, peggio ancora, del fatto che, dato che le anine beate devono temere la reincarnazione, e le anime dannate desiderarla, un dio che concedesse la reincarnazione un po' a caso ogni tanto a tutte e due le categorie, sarebbe un dio buono con i cattivi, e cattivo coi buoni.
Avrebbe senso, solo se si reincarnassero ciclicamente sempre e solo le anime dei cattivi, non mai quelle dei buoni, in prospettiva di svuotare tutto l'inferno e ricreare un mondo perfetto in un lasso di tempo infinito, o comunque lunghissimo. Cosa che curiosamente, se fosse vera, implicherebbe che, mentre la popolazione di uomini sulla terra per quel che ne sappiamo noi sembra aumentare, in realta' la popolazione complessiva di esseri senzienti dell'universo/cosmo, non farebbe altro che diminuire, nel tempo, se il piano fosse quello di svuotare l'inferno dando sempre nuove possibilita' di salvezza a tutti i dannati in esso contenuti.
Ma ancora peggio, pare che, secondo i cristiani, un bel giorno, ogni anima dovra' riprendere e reindossare il proprio corpo. Se a un'anima dovesse corrispondere una serie di ventisette corpi, perche' la tale anima si e' reincarnata ventisette volte, come la mettiamo? Centro di controllo multiplo da remoto? C'e' farsi girare la testa magari, la serie e' di diciannove uomini, e otto donne...
Di casini direi che ce ne sono abbastanza, per dire che cristianesimo e reinarnazione, sono incompatibili....



, fiumi di lacrime, diluvi di lacrime, piu' me lo fate stare simpatico, e lo fate stare simpatico a tutto il mondo.