Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - sapa

#586
Attualità / Il valore della libertà
26 Febbraio 2021, 14:51:06 PM
Comunque, la faccenda va per le lunghe e, se prima in Italia si dava la colpa a Conte, adesso dovremo prendercela con qualcun altro. Io torno a chiedere per quale strana ragione non posso, in regione arancione, raggiungere il Parco Nazionale che sta a 1 ora di macchina da casa mia, solo perchè questo ricade, amministrativamente, in Comuni diversi dal mio. Con queste giornate quasi primaverili, invece di poter andare (rigorosamente in solitaria, più distanziato di così...) a immergermi e a confondermi nella natura, sono costretto a rimanere nel mio Comune di residenza a respirare smog e a rischiare, se esco, di incontrare un infetto. Comincio a non poterne veramente più, tra un po' mi sa che contravvengo a questa regola, a mio avviso, poco sensata. Qui si limitano le libertà personali anche di chi è consapevole ed attento, perchè non si è in grado di discernere chi si comporta bene da chi si comporta male e in nome di un fantomatico bene comune. Per me, non bene...
#587
Tematiche Culturali e Sociali / La poesia
26 Febbraio 2021, 11:21:10 AM
Citazione di: Estack il 26 Febbraio 2021, 11:01:01 AM
Citazione di: sapa il 24 Febbraio 2021, 20:56:03 PM
Citazione di: Estack il 24 Febbraio 2021, 08:36:03 AM
La risposta che mi ha colpito di più è la seconda, secondo voi esistono delle soluzioni per bloccare questo fenomeno?
Ciao Estack, quale fenomeno vorresti bloccare? Io credo che più che altro andrebbe sbloccato un altro fenomeno, cioè quello che ha sempre favorito le arti, poesia compresa anche se forse in misura minore rispetto alle altre, e che oggi si è di fatto interrotto: il mecenatismo. Perchè se il poeta può tornare a vivere di poesia, come il musicista di musica, probabilmente la ricerca artistica si evolverà, diversamente si potrà fare solo ciò che dice Ipazia, cioè vivere di antiquariato e di imitazione. Antiquariato ed imitazione che hanno contraddistinto anche epoche d'oro e che non sono il male in sè, ma che non sono sicuramente fattori evolutivi. Forse occorre che gli Stati dedichino risorse anche a questo, come facevano nell'antichità, o che almeno favoriscano chi intende farlo. Ma anche, e forse soprattutto, che a destinare queste risorse siano chiamate figure in grado di discernere quale progetto è valido e quale invece no. Anche qui, il finanziamento a pioggia rischia di diventare un impoverimento generale, che porta a scarsi risultati.
Il fenomeno della sparizione della poesia vorrei fermare.
Ok, però non mi sembrava che Ipazia, nel suo intervento, parlasse di sparizione della poesia. Ne sottolineava, piuttosto, la rarefazione e la ormai raggiunta maturità espressiva, come succede anche per altre forme d'arte. Ma rimanendo sul discorso della poesia, ricordo  delle discussioni su questo forum, nelle quali qualche utente metteva in dubbio la forma poetica che non fa uso di metrica e rime, definendola di fatto una "prosa poetica". A mio avviso c'è ancora molta prosa poetica, in giro, prima o poi qualsiasi prosatore di livello sforna la sua gemma di poesia,  che sia una bella immagine o un salto logico di qualità. Poesia in forma di  canto, invece, direi che non ne esiste più. Per poetare cantando, infatti, credo occorrerebbe molto studio, probabilmente delle scuole apposite. Come dicevo sopra, occorrerebbe "investire".
#588
Ciao Federico, scusami, forse mi sono perso qualcosa e non riesco a capire bene il tuo discorso sulla filosofia della Perfezione. Siccome ne dai dei campi di applicazione, ma non mi ricordo tuoi interventi introduttivi all'argomento ( a parte quello sulla simbologia della Croce e Nietzsche, che però, senza conoscere le basi teoriche del tuo pensiero, ho fatto  fatica a capire e condividere integralmente, come questo), a mio avviso sarebbe meglio far precedere qualcosa sullo schema generale di pensiero che ti sei dato. Mi piacerebbe seguire il discorso, penso che una filosofia della Perfezione possa portare ad esplorare lontano, ma così posso rimanere solo in silenzio, perchè mi sfugge da dove si parte e dove si vorrebbe arrivare.
#589
Tematiche Filosofiche / Cristianesimo ed egualitarismo
24 Febbraio 2021, 22:05:30 PM
Ciao viator, molto semplicemente io penso che l'egualitarismo, al quale faceva riferimento il tuo autostoppista, sia caratteristica intrinseca del Cristianesimo, in quanto il senso della parola di Cristo è che tutti partiamo dagli stessi blocchi di partenza. Il che non vuol dire che arriveremo tutti insieme e che non ci saranno primi e ultimi, quanto che la corsa non è taroccabile e falsata, l' opportunità viene data a tutti. Scusami se rispondo in modo così poco documentato e senza citazioni dotte, ma a me il senso sembra essenzialmente quello, pur non essendo io un cristiano devoto.
#590
Tematiche Culturali e Sociali / La poesia
24 Febbraio 2021, 20:56:03 PM
Citazione di: Estack il 24 Febbraio 2021, 08:36:03 AM
La risposta che mi ha colpito di più è la seconda, secondo voi esistono delle soluzioni per bloccare questo fenomeno?
Ciao Estack, quale fenomeno vorresti bloccare? Io credo che più che altro andrebbe sbloccato un altro fenomeno, cioè quello che ha sempre favorito le arti, poesia compresa anche se forse in misura minore rispetto alle altre, e che oggi si è di fatto interrotto: il mecenatismo. Perchè se il poeta può tornare a vivere di poesia, come il musicista di musica, probabilmente la ricerca artistica si evolverà, diversamente si potrà fare solo ciò che dice Ipazia, cioè vivere di antiquariato e di imitazione. Antiquariato ed imitazione che hanno contraddistinto anche epoche d'oro e che non sono il male in sè, ma che non sono sicuramente fattori evolutivi. Forse occorre che gli Stati dedichino risorse anche a questo, come facevano nell'antichità, o che almeno favoriscano chi intende farlo. Ma anche, e forse soprattutto, che a destinare queste risorse siano chiamate figure in grado di discernere quale progetto è valido e quale invece no. Anche qui, il finanziamento a pioggia rischia di diventare un impoverimento generale, che porta a scarsi risultati.
#591
Citazione di: anthonyi il 24 Febbraio 2021, 18:26:52 PM
Citazione di: Gyta il 24 Febbraio 2021, 17:30:10 PM
Citazione di: Ipazia il 24 Febbraio 2021, 15:42:40 PM
Diciamo che lo stereotipo cui attingi è datato. La spectre finanziaria non fa sconti a nessuno. Greci e Italiani ne sanno qualcosa. Se in Africa fa affari d'oro ci sarà pure una qualche responsabilità della classe dirigente africana.
Che la responsabilità sia pure loro è assolutamente sensato e scontato.. 
(.. evidenziare cose a tutti note non è lo stesso che stereotipare.. )

Citazione di: anthonyi il 24 Febbraio 2021, 16:10:29 PM
Diciamo che ti sei risposta da sola, fai ragionamenti confusi sconfinando nell'apologia di reato.
.. mi sembrano parecchio chiari.. per chiunque voglia intenderli per ciò che dicono..
Citazione di: anthonyi il 24 Febbraio 2021, 16:10:29 PM
Le banche svolgono un servizio fondamentale nel sistema economico
Ecco, l'hai detto: fondamentale al sistema economico!
Citazione di: anthonyi il 24 Febbraio 2021, 16:10:29 PM
qualunque cosa tu acquisti puoi star tranquilla che non sarebbe stata disponibile senza il loro contributo, qualunque sia la tua fonte di reddito dubito che ci avresti comunque potuto contare senza il contributo delle banche.
Riguardo alle banche l'unico contributo è quello che io -mio malgrado- fornisco loro ;-)
Citazione di: anthonyi il 24 Febbraio 2021, 16:10:29 PM
Riguardo poi al discorso originario, sul rapporto tra legalità e bene, sappi che la legalità è comunque bene
La legalità non è sempre e comunque un bene! Talvolta lo è altre non lo è. Molti purtroppo sono i casi dove la disobbedienza civile fu l'unico modo per affermare giustizia. Non rammento chi fu a dirla se kennedy, churchill o chi altro: "Quando una legge (/l'istituzione/lo stato) sbaglia è nostro compito rettificarla".  Anche se siamo lontani dai periodi idealisti, non per questo siamo privi di capacità di intendere.  Riferendomi al nostro paese ho detto che la nostra costituzione è retta su principi validi! ..Ma tra le leggi ispirate da buoni principi e il renderle fattive c'è di mezzo l'infinito mare della  "giustizia che fa quello che può" visto che i conti si fanno col reale in gioco.
E tu gyta non sei parte del sistema economico? Non hai bisogno di comprare cibo per mangiare, e giga per connetterti a logos? Nella produzione di tutte queste cose le banche sono necessarie, mentre non è per nulla necessario tutto quell'odio sociale che ti porti dentro e che distribuisci gratuitamente nei tuoi post, mischiato con il riferimento superficiale a principi etici e giuridici.
Quali sono i principi costituzionali che affermi di condividere? Credi che incitare al non rispetto delle legge derivi da un principio costituzionale?
Nella costituzione non c è scritto che il lavoro è un diritto, certo il lavoro è tutelato, ma è comunque qualcosa che devi saperti conquistare con il tuo impegno.
Ciao anthonyi, non sono un esperto di costituzione, ma se è vero che vi si legge che l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, è logico affermare che il lavoro è un diritto, che va tutelato e, in teoria, garantito. Ti dirò, io non ho mai capito bene in che modo uno Stato possa garantire un tal diritto a tutti, a meno non sia uno Stato nel quale si accentrano gran parte delle funzioni economiche e  di mercato , per il quale il cittadino è un "dipendente" a tutti gli effetti,  quindi uno Stato forse non eminentemente democratico.Riguardo alle affermazioni di Gyta sulle banche, io le trovo molto vicine a quanto affermava B.Brecht, nella celebre frase che recitava, più o meno: " E' più criminale fondare una banca, che svaligiarla". Un paradosso che, però, induce alla riflessione.
#592
A causa di questa pandemia, questo termine è entrato nel linguaggio comune e nelle abitudini di molti. Tralasciando lo smart working, altro neologismo di origine "pandemica",  quando prima ci si muoveva come mandrie verso la sede di un convegno, di un  corso di formazione o anche di una fiera, adesso si sta comodamente a casa propria, magari in tuta o addirittura in pigiama e pantofole, direi con praticamente gli stessi effetti, se non migliori, di prima. E, per me veramente una pacchia, si può anche fumare! D'altra parte, come non intuire le naturali controindicazioni di questa prassi ormai consolidata sull'economia dei consumi? Essendo iscritto a un Ordine professionale, io devo ottemperare ogni anno all'obbligo di conseguimento dei crediti formativi ( e ci sarebbe molto da dire, ma non in questa sede...) e questo obbligo mi costringeva a percorrere centinaia di chilometri, perdendo ore e ore di viaggio, a prenotare alberghi e ristoranti, insomma a dedicare molto tempo alla sola pianificazione della mia partecipazione all'evento. Tutto ciò si traduceva in notevoli spese per consumi, che oggi con il webinar sono del tutto abbattuti. Tutto ciò non può far bene alla società dei consumi, ma fa sicuramente benissimo alle mie finanze e alla qualità del mio tempo e della mia vita. Insomma, per me è una cosa positiva, forse l'unica che questo virus pestifero ci ha portato.
#593
Attualità / La querelle Gozzini / Meloni
22 Febbraio 2021, 10:59:05 AM
Citazione di: Claudia K il 21 Febbraio 2021, 19:43:43 PM
Buonasera.
Cosa ne pensate?
Personalmente sono molto perplessa per la "levata di scudi buonisti" pro-Meloni.


Intanto, malgrado ogni impegno, non riesco a leggere nulla di "sessista" nelle parole del Prof. Gozzini.
Il quale inizialmente stava esprimendo la propria opinione su una personalità politica (Meloni) e parlando di politica.
Il concetto su cui è stato interrotto dai buonisti in linea con lui, infatti, era quello di "come può una <pesciaiola> aver l'arroganza di interloquire con Draghi?
I buonisti in linea lo interrompono, e paradossalmente lo interrompono in difesa dei <pesciaioli> !
Tanto che uno dei due docenti di buonismo suggerisce il termine <peracottara>, che ha lo stesso identico senso del <pesciaiola> nell'evidente accezione gozziniana,  e solo non chiama in causa (offendendoli) i pesciaioli. 
I termini successivi sono stati improvvisati dal Prof. Gozzini nel tentativo indotto dai buonisti di non ledere altre categorie di lavoratorie e umani.
Resta che il Prof. stesse svolgendo una valutazione squisitamente politica, nei confronti di leader politico, e che quel leader politico - in politica - non si sia mai fatta alcuno scrupolo di andare per slogans sommari quanto offensivi verso gli avversari, laddove quello "incompetenti" da ella usato come refrain ...è solo sinonimo ancora più feroce perchè più diretto, del <pesciaiola> gozzziano,  SE debitamente contestualizzato.


Al momento sono sconcertata dalla pandemia di ipocrisia... Ma potrei non aver afferrato qualcosa, e posto per questo...
Ciao Claudia, riguardo a questa vicenda penso che sia questione di terminologia: se il professore di cui parliamo si esprime nei confronti di Giorgia Meloni con termini da bar, benchè un "peracottara/pesciaiola" corrisponderebbe, come da te affermato, al refrain meloniano "incompetente", abbassa a mio avviso il livello del confronto ben oltre a quanto non faccia la Meloni stessa. Non si tratta di buonismo, quanto di basso livello di comunicazione. Francamente, che un politico d'opposizione tacci di incompetenza chi è al potere, lo trovo veniale . Chi, invece, da un pulpito previliegiato quale un dibattito pubblico tra presunti "cervelli", non la "piazza" di un' osteria, si abbandona a considerazioni popolane, (al di là del merito), incarna ai miei occhi il profilo del populista tout court, capace di far sghignazzare chi la pensa come lui e di scatenare le ire di chi è in contrapposizione. Non ha fatto una bella figura, quest' uomo. L'accusa di buonismo farisaico a chi insorge a dire che questo linguaggio è offensivo e inapproriato, può essere ben girata anche a chi insorge contro chi è insorto, in una sterile spirale autoreferenziale. Perchè davanti a queste cose si dovrebbe, secondo me, rispolverare il classico "Non ti curar di lor, ma guarda e passa", che alla fine sarebbe molto più appropriato ed istruttivo.
#594
Concordo con tutti gli interventi, questo problema non è di facile soluzione e richiede uno sforzo di coscienza. I flussi migratori che ci interessano, però, non sono paragonabili a quelli che hanno contraddistinto i nostri, verso il nord Europa o il continente americano, a inizio del secolo scorso. Le migrazioni ci sono sempre state e, tranne non si trattasse di profughi, hanno sempre visto spostarsi masse di poveri, verso nuove opportunità. Ciò che oggi ci mette in crisi, è il fatto che ai poveri tunisini che approdano sulle nostre spiagge privi di documenti di identità, noi non potremo offrire alcuna opportunità, anzi, per come è stato gestito finora il fenomeno, abbiamo la quasi assoluta certezza che costoro finiranno ai margini, costretti a delinquere o a vivere d'espedienti, come facevano nella loro terra d'origine. Infatti, poi, tutti o quasi si affannano a richiedere lo status di profugo, perchè sanno che con quello di migrante economico non andranno da nessuna parte. Ecco che non sono pochi i tunisini che, al loro arrivo sulle nostre spiagge,  si dichiarano gay, quindi perseguitati dalle leggi del loro paese che se da una parte si è liberato dalla dittatura, ancora molto ha da fare nel campo dei diritti civili. Io penso che, destra o sinistra, non si possa lasciare morire in mare nessuno, possiamo dare opportunità di studio ai giovani o a chi lo chiede, ma poi i migranti devono tornare donde sono venuti, o migrare altrove ci siano possibilità per loro. Le redistribuzioni di ricchezza sarebbero l'ideale, per attenuare le differenze inique, ma dubito che, a parte quanto già contemplato nelle varie misure di welfare nazionali e internazionali, sia imminente un cambio di passo.
#595
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
19 Febbraio 2021, 10:18:12 AM
Citazione di: iano il 18 Febbraio 2021, 06:10:52 AM
Citazione di: sapa il 17 Febbraio 2021, 21:29:54 PM
Comunque, a proposito del binomio natura-bellezza, varrebbe la pena di fare questa prova: lasciare incolto e incustodito per qualche anno il giardino di casa e osservarne i cambiamenti "naturali". Dapprima, potremo  notare una crescita vigorosa di erbe infestanti soffocare a poco  a poco le nostre ortensie e i nostri tulipani, perchè è vero il detto " l'erba cattiva non muore mai". In seguito, nel ghiaino o nelle crepe dell'asfalto, vedremo crescere le prime graminacee, poi sul lavoro da esse svolto,  si affiancheranno o si sovrapporranno le dicotiledoni. In seguito i primi arbusti e  le prime essenze legnose, che cresceranno stentate, ma colonizzeranno a poco a poco tutto il colonizzabile. Insomma, in una lotta ingaggiata per accaparrarsi la luce, la vegetazione tenderà, nel tempo,  a ricoprire ogni cosa, avvicinandosi pericolosamente all'uscio di casa, con effetti estetici  alquanto discutibili e tali da costringere il proprietario a metter mano a falciatrice e rastrello. La natura e il bello non sempre viaggiano appaiati.
Come notava Jacopus è da decidere se noi ci consideriamo parte della natura oppure no.
Quando parliamo di giardini e terreni "artificiali", cioè curati dall'uomo , sottintendiamo che convenzionalmente non lo siamo.
Ma appunto , è solo una convenzione dialettica, che però, presa troppo sul serio ha fatto non pochi danni.
Credo in generale sia dannoso prendere troppo sul serio i racconti che facciamo.
Penso che la natura sia un buon giardiniere al quale chiedere consiglio se intendiamo curare un nostro orto.
Se dividiamo la natura in appezzamenti si troverà sempre qualcosa di brutto.
Ma, in quanto appartenenti a pieno titolo alla natura, anche dentro di noi è sepolta una saggezza che sembra affiorare attraverso il nostro giudizio estetico.
L'importante è non cadere nell'inganno che tutto ciò che sia razionale ,artificiale e cosciente sia bello  e buono, mentre il resto non lo sia.
La bellezza della natura, quando la cogliamo, ci invita a cercare le sue ragioni .
L'importante è non ripetere sempre gli stessi errori.
Una cosa è tagliare la "brutta" erba del giardino, altra cosa è farci una "bella" colata di cemento.
Ciao iano, con me sfondi una porta aperta, io sento la natura come la mia casa, anche quando, per lavoro, sono costretto a non assecondarla, fin dove posso, o a cercare di tenerla a freno, per trarne il sostentamento. Parlavo, però, del concetto di bellezza naturale, che non da tutti è accettato nella stessa maniera. A mio avviso, si tende  a interpretare il senso di "soggezione" che si prova davanti allo spettacolo di una montagna imponente, o di un vulcano in attività, o ancora di una cascata immensa, come bellezza, quando invece è stupore, timore reverenziale e soggezione, appunto, di fronte alla forza devastante che si avverte. La natura non è bella in sè, l'età dell'oro, nella quale tutto era in equilibrio stabile, appartiene al mito. Nonostante ciò, io continuo a ricercare un mio personale equilibrio con la natura, che trovo, più che bella, affascinante.
#596
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
18 Febbraio 2021, 13:46:33 PM
Citazione di: viator il 17 Febbraio 2021, 22:30:48 PM
Salve sapa. La natura ed il bello non vanno a braccetto. Ma che scoperta originale. L'uomo troverà bello solo ciò di cui ha bisogno, può giovarsi, può ricavarne appagamento, soddisfazione.




Aprendo un addome umano od animale quanti di noi sarebbero in grado di riconoscere la bellezza dei visceri sanguinolenti e pulsanti che ne escono ? Eppure, a livello sia macro- che micro-scopico non esistono strutture, costruzioni più complesse, funzionali, concettualmente ammirabili (pure preziosissime in caso di necessità di trapianti).


E per qual mai ragione ne risultiamo disgustati ? Per ragioni culturali, ovviamente, per il fatto che ci hanno insegnato che la "nuda verità" corporale serve solo a far funzionare altre nostre "funzioni" invisibili e mai sanguinolenti, e che quando compare alla nostra vista potrà farlo solo attraverso la nostra sofferenza e morte. Saluti.
Concordo con te, viator, dico solo che questo assunto era, secondo me, parte di  quanto affermato originariamente da Alexander. E concordo anche con Inverno, prima che il mio giardino, lasciato a sè stesso, si trasformi in una giungla amazzonica deve passare parecchio tempo, diciamo nell'ordine di qualche decina d'anni ( ma un giardino lasciato incolto anche solo per 5 anni non è un bello spettacolo) .  L'aspetto che volevo far risaltare è che la maggior parte dei paesaggi che ci sono noti, è formata da paesaggi antropici, nei quali la natura è di fatto "irregimentata", a prezzo di fatiche umane continue. Tolte le montagne, i deserti e il mare, ben poca è la natura incontaminata e selvaggia. La campagna è un paesaggio artificiale, bello a volte, altre meno, ma nel quale la natura è continuamente e volutamente lasciata ai margini. I filari di vigneti che impreziosiscono le zone del Prosecco o del Monferrato sono quanto di meno naturale possa esistere.
#597
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
17 Febbraio 2021, 21:29:54 PM
Comunque, a proposito del binomio natura-bellezza, varrebbe la pena di fare questa prova: lasciare incolto e incustodito per qualche anno il giardino di casa e osservarne i cambiamenti "naturali". Dapprima, potremo  notare una crescita vigorosa di erbe infestanti soffocare a poco  a poco le nostre ortensie e i nostri tulipani, perchè è vero il detto " l'erba cattiva non muore mai". In seguito, nel ghiaino o nelle crepe dell'asfalto, vedremo crescere le prime graminacee, poi sul lavoro da esse svolto,  si affiancheranno o si sovrapporranno le dicotiledoni. In seguito i primi arbusti e  le prime essenze legnose, che cresceranno stentate, ma colonizzeranno a poco a poco tutto il colonizzabile. Insomma, in una lotta ingaggiata per accaparrarsi la luce, la vegetazione tenderà, nel tempo,  a ricoprire ogni cosa, avvicinandosi pericolosamente all'uscio di casa, con effetti estetici  alquanto discutibili e tali da costringere il proprietario a metter mano a falciatrice e rastrello. La natura e il bello non sempre viaggiano appaiati.
#598
Il problema, Eutidemo, credo sia il fatto che la gente era già negli alberghi, pronta e con gli sci già ai piedi. Alberghi, perciò, che già da giorni si erano attrezzati, per ospitare le "orde scivolanti", che adesso sono costrette a tornare a casa, con la coda tra le gambe e ben invelenite contro le Autorità. Si dirà, temo, che il vuoto esecutivo lasciato dal precedente governo non ha aiutato, la colpa ricadrà sulle spalle di Renzi, ma rimane, a mio avviso,  che l'intempestività delle ordinanze del Ministro Speranza ( e del vecchio governo giallo-rosso) sono ormai proverbiali. I tecnici dicono da settimane che vorrebbero un altro lockdown duro, come mai tutta questa gente, esercenti compresi, è corsa a riaprire? 
#599
Citazione di: Alexander il 12 Febbraio 2021, 17:44:37 PM
Buongiorno Sapa


Il personaggio principale di "morte a Venezia" è chiaramente un pederasta. Lo stesso Mann, se non ricordo male, aveva queste "tendenze".


I corposi Diari di Mann, che coprono un arco di oltre un quarantennio di vita, rivelano le battaglie interiori che l'artista dovette affrontare contro la sua spiccata predisposizione alla pederastia; tema il quale si trovò riflesso più volte nei suoi lavori, in particolare attraverso l'ossessione dell'anziano Aschenbach per il quattordicenne polacco Tadzio nella novella La morte a Venezia (WP)
Ciao Alexander, Ascenbach un pederasta tout court? Ho letto la novella di Mann ( e visto il film di Visconti) tanti anni fa, l'impressione è quella, anche se in realtà mi sembra ci sia alla base una morbosità di tipo estetico. Aschenbach si innamora di Tadzio, come io potrei innamorarmi della Venere di Milo o del David di Michelangelo, non già per possederli, quanto per fondermi in loro e nella loro bellezza. Non è improbabile che T. Mann abbia scritto l'opera con l'intento forse neanche tanto subliminale  di confessare la propria pederastia, fatto è che ci ha costruito sopra un'opera che dice anche altre cose e che non fu, a quanto mi risulta, messa all'indice. Su Wikipedia trovo le seguenti testimonianze:

       
  • - La moglie di Thomas Mann, Katia, ricorda che l'idea della storia nacque durante una vacanza che fece nella primavera del 1911 con il marito a Venezia:
«Tutti i dettagli della storia, a partire dall'improvvisa apparizione del pittoresco straniero nel cimitero, sono frutto dell'esperienza... Il primissimo giorno nella sala da pranzo, vedemmo la famiglia polacca, che appariva esattamente nel modo in cui la descrisse mio marito: le ragazze erano vestite in modo abbastanza convenzionale ed austero, e il bellissimo e affascinante ragazzino di tredici anni indossava un vestito alla marinara con colletto aperto e merletti molto graziosi. Attirò immediatamente l'attenzione di mio marito. Quel ragazzo era straordinariamente attraente, e mio marito lo osservava in continuazione con i suoi compagni sulla spiaggia. Non lo inseguì per tutta Venezia - questo non lo fece - ma il ragazzo lo affascinò, e pensava spesso a lui... Ricordo ancora che mio zio, il consigliere privato Friedberg, un famoso professore di diritto canonico a Lipsia, era indignato: "Che scandalo! E perdippiù un uomo sposato e con famiglia!"[2]

Ma poi, le parole dell'autore che testimoniano, probabilmente, il suo reale obiettivo:

       
  • - Lo stesso Mann menzionò questa storia in una lettera scritta all'amico Phillipp Witkop il 18 luglio 1911, mentre ancora stava lavorando alla stesura del racconto:
«Sono nel mezzo di un'opera: una cosa veramente molto strana che ho portato con me da Venezia, una novella seria e pura nei toni, che riguarda un caso di pederastia in un artista attempato. Dirai, "Hum hum!" ma è abbastanza decorosa[3]


#600
Per rispondere a Eutidemo, concordo che stimolare e propugnare la convenienza di atti di pedofilia/pederastia non debba essere lecito, a meno non si tratti di studi medico-scientifici. Però, io tuttora faccio un po' di fatica a distinguere: la pedofilia, come dice giustamente Eutidemo, è l'attrazione sessuale di un adulto per bambini impuberi, e fin qui tutto bene, mentre la pederastia identifica l'amore omosessuale di un adulto maschio  per ragazzi adolescenti del suo stesso sesso , giusto? Allora, pederasta, seppur platonicamente e in senso estetico, sarebbe il protagonista di " La morte a Venezia" di T. Mann. Mi sfugge, a questo punto,  il termine con il quale viene denominata la pederastia femminile, cioè l'amore omosessuale di un adulto femmina per ragazze adolescenti. La stessa pedofilia è una pratica che vede impegnati solo soggetti adulti maschi, oppure esistono  anche pedofile femmina? In ogni caso, mi sono fatto l'idea che, per il costume ordinario, le pratiche sessuali tra soggetti di notevole differenza di età, sia omo che etero, vengano  giudicate diversamente se l'adulto che le commette è maschio, piuttosto che femmina. C'era un'amica di mia moglie, per esempio, nubile, che  dichiarava  apertamente di fare sesso solo con ragazzi al massimo ventenni. Oltre quell'età, perdeva l'interesse. La classica nave-scuola, insomma, ma  a parte qualche sorrisetto, come dire "furba lei",  nessuno l'ha mai redarguita. Se, invece, io mi mettessi ad andare con ragazze 18 o 20enni, sarei un vecchio bavoso disgustoso e immorale, da condannare.