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Messaggi - Alexander

#586
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
11 Dicembre 2020, 15:07:55 PM
La coscienza è data immediatamente [/size]in potenza[/size], ma appena comincia a muoversi in qualche [/size]atto[/size] i contenuti che la "inquinano" o "fecondano", secondo il punto (ideologico) di vista, provengono dall'esterno fin dal primo imprinting parentale. L'integralismo autoreferenziale idealistico è caratteristico di una visione ottocentesca borghese che, idealisticamente, doveva inventarsi un uomo [/size]stirneriano[/size] per sopravvivere alla frustrazione del fallimento dell'illusione liberal-liberista.[/size]


Niente è più lontano dal mio modo di sentire dell'Unico stirneriano.
Osservando il mondo attuale non mi sembra, tuttavia, che l'illusione liberal-liberista se la passi male..ci sono altri pensieri ottocenteschi che se la passano peggio (come il marxismo per esempio).
#587
Credo che l'abuso di immagini o filmati pornografici, oltre a creare una dipendenza difficile da superare nel tempo, sia un motivo forte di chiusura verso l'altro da sè; rischiando spesso di isolarci.  di renderci anche aridi affettivamente. C'è poi tutto il falso problema di crederci magari non all'altezza (in senso sessuale) dell'eventuale partner, prendendo un pò troppo sul serio le "performance" degli attori porno. Anche questo va indagato. Non so se sia questo il problema di socrate78, naturalmente.
#588
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 23:26:06 PM
Buonasera Donalduck



Penso che non riusciamo a comprenderci bene.Forse perché diamo significati diversi ai termini. Allora: per me "realtà" è  ciò che esiste, che è in atto. Comprende l'agente conoscente e l'oggetto conosciuto. L'agente conoscente crea la realtà ( agisce)e ne viene a sua volta creato (re-agisce).
Faccio mio questo celeberrimo passo:


«La vera filosofia deve in ogni caso essere idealista: anzi deve esserlo, se vuole semplicemente essere onesta. Perché niente è più certo, che nessuno può mai uscire da se stesso, per identificarsi immediatamente con le cose distinte da lui: bensì tutto ciò che egli conosce con sicurezza, cioè immediatamente, si trova dentro la sua coscienza. [...] Solo la coscienza è data immediatamente, perciò il fondamento della filosofia è limitato ai fatti della coscienza: ossia essa è essenzialmente idealistica.» Schopenhauer
#589
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 21:22:43 PM

Buona sera Donalduck

Bisognerebbe specificare cosa significa "anche se esistesse in maniera indipendente dal soggetto". Il punto è sempre la definizione di esistenza o realtà (io non faccio distinzioni tra i due termini e li uso come sinonimi). Ritengo che sia impossibile definire l'"esistenza in sé" indipendentemente da qualunque soggetto, tutt'al più si può fare appello a una precaria (e a mio avviso fallace) concezione intuitiva non razionalmente esprimibile. In particolare mi sembra impossibile spiegare, sempre senza ricorrere al concetto di soggetto percipiente in cosa consista la differenza tra esistere e non esistere, in cosa consista questo attributo di "esistente". Senza questa definizione anche la frase citata non può avere un senso, basandosi su un concetto indefinito.



Esistere come essere in atto, presente nella realtà.
Quindi se l'universo fosse in atto anche in mancanza di alcun soggetto conoscente, quindi in mancanza di un soggetto che esiste,in atto, sarebbe COME SE non esistesse ( come se non fosse in atto).
Il soggetto è naturalmente quello che dice:"Esisto!".
Uso il termine "soggetto" per indicare l'ente che percepisce o pensa, in opposizione all'"oggetto"  che viene percepito ( o più correttamente che pensa di percepire).
#590
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 13:47:14 PM

Buongiorno Ipazia

"Essere esattamente come non esistesse" è diverso da "non esistere". E' l'antinomia della hybris antropocentrica idealistica contro i fondamenti ontologici realistici, che vanno dalle tracce dei fossili alla legge di gravità. Pure universale.


Non c'è identità tra "come se non esistesse" e "non esiste". In mancanza del soggetto quell'esistere diventa come se non esistesse.Punto.
I fondamenti ontologici realistici li pone il soggetto. Chi altri?
#591
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 13:41:26 PM

Buongiorno viator


(.....sarebbe esattamente come SE PER IL SOGGETTO STESSO non esistesse., quindi non esisterebbe soggettivamente)SENZA un soggetto percipiente significa senza la presenza di alcun soggetto , non del singolo.
le cause oggettive esistenti al di fuori di un soggetto potrebbero continuare a produrre effetti oggettivi anche in mancanza di soggetti.


Certo, ma in mancanza di soggetti percipienti sarebbe esattamente COME SE non le producessero.


Anzi, uno degli effetti oggettivi delle cause oggettive potrebbe essere (essere stato) la produzione dei soggetti umani)


Questa però è un'ipotesi che fa il soggetto. In mancanza del soggetto non nascono ipotesi.


(L'"io" è termine denotante l'esistenza di individui, non di soggetti. Tieni presente, tanto per aumentare la confusione, che la definizione di "soggetto" sarebbe "chi o ciò che agisce".....ma anche "ciò o chi E' SOGGETTO A ....", cioè subisce. Tale seconda definizione mi sembra del tutto confinante con quella di "oggetto".....in fondo la differenza - ampiamente mistificabile - consiste in una semplice "S-")


Qui per "io" s'intende la facoltà di percepirsi come ALTRO dall'oggetto percepito.
#592
Sono d'accordo che c'è stata un'evoluzione , sotto alcuni aspetti, dell'umanità (forse a macchia di leopardo, però), ma anche un'unvoluzione sotto altri.Per esempio c'è attualmente una forte difficoltà, soprattutto tra i giovani, di mantenere l'attenzione per un tempo sufficiente ad approfondire gli argomenti e non solo per averne una semplice infarinatura. C'è una fortissima iperspecializzazione, imposta dal mercato del lavoro, che rende l'immagine di un'umanità parcellare e poco critica, assai disposta a bersi tutto e il contrario .Trovo poi che ci sia un sempre più forte e subdolo tentativo di controllo delle masse (proprio ieri la notizia di come Huawei stia sviluppando un software per riconoscere dai tratti fisiognomici le persone di minoranza musulmana uiguri).La pandemia ha accelerato questa trasformazione in quella che si potrebbe forse chiamare "umanità della sicurezza". La gente infatti, per la sicurezza, sembra disposta a rinunciare a tutto, anche a libertà fondamentale e alla propria privacy. Importante è vivere il più a lungo possibile, godendo di beni materiali, accettando limitazioni e controlli per questo nobile fine.
#593
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 11:16:08 AM
Senza un soggetto percipiente l'universo, anche se esistesse in maniera indipendente dal soggetto stesso, sarebbe esattamente come se non esistesse. Il concetto stesso di esistenza ha necessità di un soggetto che percepisce qual-cosa. Ogni cosa è tale perché è posta di fronte ad un soggetto che la definisce come "cosa". Allo stesso tempo il soggetto si definisce in rapporto all'oggetto: "io non sono questo; sono Altro da ciò".
#594

Buonasera Ipazia


Mi sembra una posizione strettamente materialista riduzionista, che ha il fastidioso effetto di chiudere la discussione in merito. L'anima, nel senso tradizionale del termine, è distinta dalla psiche.
#595
Buona domenica Ipazia




Il paragone non regge perchè auto e guidatore sono entità distinte, contrariamente all'[/size]unità psico-somatica[/size] che costituisce un indivisibile individuo umano.[/size]


Questo ragionamento mi appare inficiato dal fatto che lei considera aprioristicamente l'anima come parte integrante del corpo, mentre l'anima tecnicamente viene definita come agente immateriale che informa il corpo, definito come materiale. Un insieme è composto da più elementi, ma non significa che gli elementi sono necessariamente dipendenti uno all'altro.Se prendiamo un sacchetto e lo riempiamo di frutta, avremo la forma del sacchetto. Al venire meno del sacchetto non sparisce anche la frutta, ma solo la forma dell'insieme.

#596
Buona domenica bobmax


D'altronde la razionalità ha il nichilismo quale compagno inseparabile. Ne è l'altra faccia della medaglia.[/size]Di modo che più si assolutizza la razionalità e più il nichilismo si sviluppa.E il mondo, nel progresso scientifico e tecnologico, sembra trovare la conferma della bontà di questa assolutizzazione della razionalità. Senza accorgersi di sviluppare così in se stesso la propria futura devastazione.


Mi chiedo se il nichilismo sia davvero un necessario effetto dell'eccesso di razionalità,della sua assolutizzazione, oppure sia al contrario un difetto di approfondimento.Io lo definirei come un effetto della mancata visione olistica della persona.Ossia l'approdo di quella particolare tendenza della modernità a vedere e considerare in modo "parcellare" l'esistenza, frutto dell'iperspecializzazione tecnoscientifica che ha la sua importante funzione nel processo di miglioramento materiale, ma indubbiamente diventa un ostacolo quando ci troviamo a considerare un "insieme" com'è la persona, ma più in generale l'esistenza.
#597

Buongiorno viator


Non ho scritto che l'io, o il sé, come si vuol chiamare quel senso di esistere, non esista. Ho invece messo l'accento sul fatto che questo senso interiore è una manifestazione della "persona", che è termine più ampio che non "io" e che ha il suo fondamento in relazione all'altro. Davanti allo specchio mi vedo come "io" , ma divento "persona" quando mi metto in relazione con l'altro. Quando cioè divento consapevole della mia alterità. Quando sono altro e non il generale.
Ritengo che Il "badare a se stessi" è possibile sia all'egoista che all'altruista. L'egoista bada a se stesso incurante degli altri, l'altruista invece bada a se stesso cercando anche il bene degli altri.
#598
E l'io, cioè l'anima individuale, non è mai esistito.Si tratta solo di un'illusione. E' solo l'illusione che esiste.


Buon pomeriggio bobmax

Posto una riflessione


Penso che si dovrebbe superare la disputa falsamente centrale sull'esistenza/inesistenza dell'io, caratteristica per esempio di molta speculazione orientale, e orientarci piuttosto verso il concetto di "persona". L'io è una manifestazione della persona, ma non la esaurisce. L'io è un concetto che ha assunto troppa valenza ontologica nell'occidente, e la radice di tutti i nefasti problemi dell'individualismo e del soggettivismo. Se torniamo all'esempio dell'auto e del guidatore, l'occidentale è portato subito a pensare che sia l'io il guidatore e la mente/corpo il veicolo. In realtà questa distinzione funzionale ci preclude la visione della relazione che intercorre e che forma l'insieme "persona".Sappiamo che per i greci la persona era la maschera che si portava, o per meglio dire quel tratto del volto tra gli occhi e il mento (prosopeion).Per gli antichi quindi la persona non era ancora espressa in forma compiuta, in senso ontologico.La definizione che ne darà Severino Boethius è la prima che si conosce e che fonda il carattere della persona, così come viene concepito in Occidente: "persona est naturae rationabilis individual substantia".  Questa definizione così fondamentale per la filosofia occidentale ha creato il grande problema della nostra cultura, cioè quello di porre la razionalità come la più alta qualità dell'essere umano, con tutti i problemi che ne derivano verso gli esseri umani ( e non) che ne sembrano privi (per esempio i neonati, le persone mentalmente ritardate, i dementi),se cioè questi dovessero essere considerati persone nel pieno senso del termine.La visione cristiana, iniziata dai padri della chiesa, non indica invece una comprensione del termine persona come un individuo esclusivamente razionale, ma un concetto interamente differente che ha le seguenti caratteristiche:


a) Una persona non può essere mai concepita in se stessa (io) ma solo in relazione ad un'altra persona.
a bis) Una persona non è solamente relazionale ma allo stesso tempo altro.
b) Una persona è unica, irripetibile e insostituibile.
c) Questo paradosso di comunione e essere altro rivela il significato di vero amore.
d) Questo dà luce al mistero della libertà.


L'amore non è una categoria psicologica, un sentimento dell'individuo. L'amore è una categoria ontologica che consiste nel dare spazio all'altra persona di esistere come altro e acquisire l'esistenza nel e attraverso l'altro. E' quello che viene definito come un atteggiamento kenotico, un dare se stesso. Uno cioè non è "persona" solo perché possiede un io, sensazione di autosufficienza, ma lo è solo nell'amore. E uno ama solo quando permette all'amato di essere altro da se stesso, cioè di esistere come "altro".Da questa riflessione ne segue che la libertà della persona non è semplicemente quella di fare scelte o prendere decisioni, ma diventa la libertà di essere altro, cioè non essere come assorbito dal comune e dal generale.Questo può avvenire solo in un rapporto appunto kenotico.Un rapporto in cui ogni persona permette all'altra persona di essere se stessa, di avere perciò una propria "identità".



#599
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
05 Dicembre 2020, 15:29:55 PM
Buon pomeriggio Eutidemo




Grazie per gli auguri che ricambio, ma penso che sarà un mesto Natale, chiusi in casa o al massimo con una passeggiata nei dintorni di casa. Dopo un pranzo rigorosamente in famiglia, per chi ce l'ha. Altrimenti in completa solitudine. Fatta la legge (il dpcm in questo caso) però "trovato l'inganno", come sempre avviene in questi casi. Ho appena sentito degli amici che mi hanno informato che il pranzo di Natale lo faranno tranquillamente anche quest'anno, la Vigilia però. Così quel che si voleva evitare il 25, avverrà il 24!


A riguardo del culto mitraico mi sembra di ricordare che si sviluppò intorno al secondo secolo d.C. all'interno dell'Impero Romano.  Non potrebbe darsi che alcuni passi e credenze cristiane vennero adottate dai seguaci di Mitra quando già molto diffuse tra la popolazione?
#600
Un altro esempio che si potrebbe fare è quello del guidatore e dell'auto.Con l'auto in panne il guidatore non può viaggiare, ma questo non significa che è rotto anche il guidatore. Con il cervello "rotto" (per qualche malattia) la coscienza non può più protrarsi all'esterno, ma questo non significa che la coscienza sia "rotta".