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Messaggi - paul11

#586
ciao Mauro (Ox...)
l'uomo si costruisce durante la vita, non siamo su un treno a vedere il paesaggio,da osservatori. Noi costruiamo relazioni e queste sono temporali.La mente umana riesce a "presentifcare" il passato mnemonico,  e in questo trascorso c'è già l'inidirizzo di senso verso il futuro.
Perchè ogni cosa ha un verso, una direzione, un suo ciclo.
Vivamo il presente,oggi, perchè la prevalenza del cretinismo ,è quello di far finta di essere eternamente giovani, la sindrome di petere pan, perchè abbiamo paura da sempre di morire, e adatto che Dio è morto, secondo la cultura imperante, c'è un vuoto assoluto di senso, un abisso di mancanza di senso che non è colmabile..In politica nessuno progetta, gli statisti erano coloro che pensavano per generazioni, oggi pensano alal sedia del potere, alle public relation quando lasceranno la "cadrega", perchè tutti vogliono tutto e subito.Il sacrificio oggi è una ridicola e vetusta etica/morale. Bisogna arrivare al top.
Questo anche grazie al pragmatismo americano con la sua cultura di potere esportata, in una società di plastica e liquida.
Il cretinismo è quello del godersela, significa consumare, aver soldi, fregarsene altamente dei problemi come avere cura degli altri, del pianeta, direi persino di se stessi. Poi passano la vita a tracannare alcolici, a farsi di cocaina, a riempirsi di ansiolitici.Perchè un umano privo di spessore, è incapace di costruire relazioni solide, per cui bisogna sempre fare una"toccata e fuga",
Perchè la coscienza intenzionale ce l'hanno tutti, anche la prevalenza del cretinismo, e "morde" la coscienza stessa, perchè cerca relazioni serie, non banali e superfiziali, ha necessità di un senso logico, emotivo, spirituale,
L'uomo deve sentirsi coinvolto anima e corpo in qualcosa e la vita ,come dicevo, è un costruirsi attraverso i rapporti ,le relazioni umane, conoscenze, Non esiste forse un fine, ma la consapevolezza che qualcosa dentro di noi ha senso e cerca un senso, la trovaimo quindi nell'immanenza, negli attimi dopo attimi, nel tempo che scorre, in un amore che si trasforma e trasforma noi stessi, in delusioni, ma anche "vittorie".Non c'è un bilancio, non c'è un fine, perchè la fine è nota ,ma temporalmente è una sorpresa...e poi chissà?
#587
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
07 Giugno 2019, 00:51:47 AM
...meglio così, prendo due piccioni con una fava.
Secondo voi la categoria della libertà, della eguaglianza,dellagiustizia sono all'interno di una "immolazione" di carattere e derivazione naturale e fisicista?

Secondo voi J.Palach che si brucia vivo non deve prima vincere la propria paura? I giudici Falcone e Borsellino non sapevano con probabilità che dovendo svolgere un dovere in nome dei valori di uno stato come loro rappresentanti, andavano incontro ad u ndestino? E secondo voi è facile, è naturale, è fisicismo?
Cosa c'entrano  i valori etici/morali con l'etologia...Chiediamo a K,Lorenz di istruirci in etica, diritto e politica?
Se non sappiamo distinguere un Io trascendentale, dall'inconscio psichico, o dagli istinti animali........cosa c'entra con il forum di filosofia?

Odradek
Sarebbe buon costum in un forum argomentare ,invece di approvare, disapprovare,, "sono d'accordo", "non sono d'acordo" .......
Sono post sprecati, sarebbe meglio tacere, o meglio non scrivere
#588
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
06 Giugno 2019, 19:04:31 PM
a tutto il forum

La problematica dell' etica/morale è da me particolarmente sentita e per diverse ragioni
La prima è che ha un percorso lineare trasversale, come se fosse un essenza metafisica: Dio -etica/morale-diritto-politica-economia.
Per questo le religioni hanno un impatto rilevante nel sociale.
Le definizioni di morale ed etica date da Viator,sembrerebbero le più attuali.
E' altrettanto vero che storicamente sono mutate sia le definizioni che i contesti (sociale e /o individuale).

Una fondamentale premessa storica è che etica/morale( le tengo unite per comodità, in modo da non creare spero confusione) avevano un concetto esterno all'uomo: il bene, il giusto. I libri sapienziali ,non solo nella Torah  e Tanak ebrea e quindi nel Vecchio Testamento cristiano, prima relazionano il bene, e di conseguenza il male, correlate al comportamento virtuoso il cuicontrario è quello peccaminoso..
I dialoghi socratici, in Platone ,che hanno forte influenza dal pitagorismo e soprattutto orfismoseguono questo processo spirtuale-filosfico.
Appare più o meno velatamente una premessa: la natura umana da sola tende più verso il peccato che alla virtù, per cui è necessario il "comando", la legge.
Il cristianesimo ha una grande novità: il libero arbitrio

Nella modernità la tendenza è quasi contraria. Appaiono il materialismo dall'empirismo e il naturalismo dalle teorie evoluzioniste di Darwin.
C'è  una maggior fiducia sulla ragione umana,che viene dal metodo sperimentale scientifico moderno.L'umanesimo , l'illuminismo, spostano il focus culturale sulla soggettività umana e gli studi gnoseologici e poi epistemologici, il come viene processata la conoscenza, portano d ifatto a discutere della mente umana, dellla coscienza come luogo della conoscenza, nel frattempo iniziano gli studi empirici sulla psiche.

Dal punto di vista squisitamente filosofico, la gnoseologia, non potendo dimostrare i primitivi ontologici comincia a concetualizzare, gli apriori ad esempio analitici o sempre per esempio i giudizi  sintetici, la cosa- in -sè ecc.. Tutta la fenomonelogia che potremmo dare origine da Cartesio, tocca Kant, la dialettica di hegel, fino alla fenomenologia di Husserl.
La parte etica-morale nell'umanesimo-illuminismo, viene sviluppata come diritto di natura(gius-naturalismo) per cercare i fondativi sociali e costruire poi coerentemente una dottrina politica.saranno superati dallo storicismo di impronta hegeliana(la dialettica storica).
nasce così il concetto ancora attuale di un progresso evolutivo umano, più intelligente,( più etico/morale?) grazie ai progressi scientifici e deaal tecnica e all'evoluzionismo darwiniano, che nel positivismo saranno fondamentali.

Dall'imperativo categorico kantiano, alla coscienza "infelice" di Hegel come mediatore fra il concreto e l'astratto dialetticamente,fino al tentativo husserliano do costruire una teoretica formale e collegarla a quella pratica............personalmente non mi convincono, mostrano delle debolezze.
e forse si capisce anche il motivo per cui oggi è una babele .

Quando ci si immola in nome di un valore(es.  la libertà) o di un martire per  una fede religiosa, c'è qualcosa che non segue la semplice regola della natura, se accetta di morire per una idea.Nessun animale o vegetale o che sia sopprime la sua essitenza per un ideale(giusto o sbagliato che sia). Il cosiddetto mentale può raggiungere una tale fede,credere talmente in una idea da superare l'istinto di sopravvivenza.
La cultura ,intesa come idea, può essere più potente del richiamo naturale biologico.
#589
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
05 Giugno 2019, 18:19:18 PM
Citazione di: Ipazia il 05 Giugno 2019, 14:14:33 PM
L'ontogenesi dell'etica è scritta nel suo nome: ethos technè. Tecnica del (buon) posto dove vivere. Tecnica sociale perchè hs è animale sociale. Ethos è ambiente: naturale e antropico. Questi sono gli ingredienti del frullato, senza necessità di alcun ingrediente trascendente, ma di molta buona filosofia che sappia riempire di significato e valore il vivere umano, die Lebenswelt.
se la genesi etimogica fosse quella che dici un capitalista con mega villa a Bel Air sulle colline di Santa monica in California ha " una buona tecnica del buo posto per vivere": "fottendo" il prossimo
#590
Attualità / Re:Rischio default
05 Giugno 2019, 14:28:28 PM
la stima è reciproca jacopus.
Ho voluto forzare la discussione(spero simpaticamente) uscendo dai luoghi comuni che i media ripetutamente come megafono dei poteri forti ,comunicano al popolo.
Anche a me i "vecchi" hanno insegnato "fai i passi lunghi come la gamba e non di più", per cui spendo il "sostenibile" dalle entrate famigliari. ti dico subito infatti che le massaie con sale in zucca sono più economiste di tanti scellerati economisti di professione che vendono fumo. Forse è proprio anche per questo che le famiglie, da  vecchi insegnamenti, tendono  a risparmiare ,in un contesto storico di eterna incertezza: "...perchè non si sa mai...". E' saggio, ma non so fino a che punto sia intelligente....
Perchè questo sistema non  è costruito sui lavoratori dipendenti o sui pensionati.Mille famiglie saggiamente gestiscono le entrate e le spese? Ci pensa uno speculatore a gestire   i sudati risparmi delle famiglie, ci pensa un politico a far pagare le sagge famiglie.
e questo sistema è sempre di più onnipotente e onnicomprensivo. Paga il saggio quanto lo stolto, lo speculatore, il cinico, l'onesto e l'evasore....anzi no: paga quasi sempre il saggio onesto.

Il termine "fiducia" che per me è molto serio ,nel contesto economico nel mercato degli "innominati", mi fa storcere le budella.
perchè non di fiducia si tratta. I broker, banche, finanziarie, comunque speculatori, si avventano sui debiti(in questo caso pubblici di stati), laddove vedono debolezze, amplificando la debolezza stessa per poterci cinicamente guadagnare.
Ci vedo la stessa regola naturale  del predatore e della preda.Non c'è assolutamente etica e termini etici che tengano nel sistema economico capitalistico della sopraffazione.

Non c'entra la relazione alta inflazione= banca d'italia che assorbe totalmente i titoli di stato nelle aste.
Quì il problema è SOLO e ribadisco  solo, politico e ideologico liberistico contro il social-comunismo.
Prima anni Settanta: finisce la parità dollaro= oncia d'oro. Risultato, la moneta diventa fine a s stessa, un titolo al portatore senza nessuna correlazione fisica e materiale e quindi diventa oggetto meramente speculativo
Le banche centrali, compresa la banca d' italia era sottoposta al ministero del tesoro.
In due passaggi storici è avvenuto che:
il potere finanziario del fare soldi diventa più potente dei settori agricoli e industriali dove il "fare" è produrre fisicamente qualcosa.
Da quel momento il poter delle banche e finanza cresce a dismisura., Poco dopo si aprirà la riforma del sistema bancario e finanziario, che toglierà gli steccati di banche a statuto speciale di banche popolari, id casse di risparmio, ecc, tutte diventano banche di affari(prima solo quella di Cuccia era titolata a intervenire nei procedimenti finanziari di grande aziende in crisi di ristrutturazione e riconversione industriale)  e ancor più successivamente  la liberalizzazione del sistema finanziario che ha comportato all'invasione di banche e finanziarie  estere con incorporazione delle banche italiane: altra sudditanza estera.

Tutto questo nel processo politico di perdita rivendicativa e del potere reale di scambio  dei salari, stipendi e pensioni, perdita dell'identità politica della sinistra storica, perdita dei diritti lavorativi.
Se non si capiscono le correlazioni fra economia e politica, si perde il tassello fondamentale del capire la storia.

I titoli di stato con inflazioni a doppia cifra nei primi anni Ottanta erano così alti e profittevoli, che parecchi imprenditori preferivano investire in titoli di stato piuttosto che investire in macchine e sistemi per fare innovazione e miglioramenti industriali.
E nessuno diceva niente..........C'è voluta la caduta del muro di Berlino, per aprire la sceneggiata dei debiti sovrani.
Ma già negli anni Ottanta si diceva che il debito pubblico non era REDIMIBILE, ma era nella dottrina neo-keynesiana il "dovere" da parte dell ostato di investire in grandi opere pubbliche e nel sistema del welfare, così "giravano i soldi" e tutti avevano di che vivere.

Quando le dottrine mutano, perchè venne Milton Friedman(monetarista dell scuola di Chicago) consigliere economico di di Ronald Regan, influenzò il "falco" Tatcher che sconfisse la labour party dei minatori in Inghilterra , ecco il vento della "restaurazione".

In altri termini, non esiste una dottrina politica-economica meglio di un'altra, esiste una ideologia liberista capitalistica che sceglie di volta in volta nelle cicliche crisi economiche, nelle cicliche  lotte rivendicative salariali, nelle cicliche storiche battaglie sui diritti civili e sociali, di far "rinculare" il popolo e tenerlo "buono"

Non hai capito il passaggio fra privato e pubblico.
E' insostenibile un default dal punto di vista contabile, in quanto il patrimonio dello Stato italiano ,in termini di ambiente, patrimonio culturale e artistico è immenso e inestimabile: Allora di che default parliamo? Ma se fallisce un privato invece mettono all'asta il suo patrimonio? Lo capisci che in termini giuridici essere lavoratore dipendente o pensionato  è diverso da essere una società di capitail ed è  ancora diverso da essere uno Stato? Perchè tre trattamenti contabili,fiscali, di diritto diversi ?
Perchè così compagnie estere si sono comprate alcune isole greche, grazie ai default. Deprezzo una moneta speculativamente ,crollano i prezzi interni e quindi conviene comprare gli immobili, società, tutto ciò che conviene
#591
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
05 Giugno 2019, 13:20:43 PM
Citazione di: viator il 05 Giugno 2019, 12:52:14 PM
Salve Paul11 : "Infine l'etica. Quale è l'ontogenesi dell'etica?".

L'opportunismo in nome della sopravvivenza individuale la quale deve fungere opportunisticamente - attraverso la riproduzione - alla sopravvivenza sia individuale che di specie, le quali devono fungere opportunisticamente al mantenimento e diffusione della vita, la quale deve fungere opportunisticamente al rinnovamento ed alla variegazione-complicazione del mondo, i quali devono fungere opportunisticamente alla persistenza dell'esistente attraverso l'entropia, (cioè l'andamento fondamentale del mondo di cui ti-ci chiedevi), la quale consiste nella tendenza all'uniformità (raggiunta la quale il mondo morirebbe perchè non avrebbe "più nulla da fare") attraverso il suo contrario, cioè appunto la diversificazione (mantenendo la quale il mondo invece vive).
Mirabile apparente contraddizione che permette l'intera DINAMICA, quindi cioè LA VITA dell'esistente. Saluti.
Dico subito che la penso diversamente , ma il tuo argomento è serio e lo dico sinceramente. Tant' è che a mio parere o ha ragione Nietzsche o ha ragione il "virtuoso"", le vie di mezzo sono ipocrite
La tua argomentazione infatti è  logica. e segue l'argomentazione da me esposta nel precedente post.
In natura esiste una regola, non un'etica. Il ghepardo osserva un branco di antilopi e sceglie chi è in fondo al branco, chi fa fatica a stargli dietro ,perchè è meno forte, più debole, malato. Il ghepardo se che non può correre più di tanto e non può fare troppi tentativi, perchè la regola è spendere meno energia possible(nella corsa) e guadagnarla come cibo,se vuole continuare ad esistere.

Il problema etico umano, per quanto esposto poc'anzi, non ha mio parere giustificazione dalla materia o dalla natura.
o meglio, regge se è legato alla parentela, alla famiglia, al massimo al clan, alla tribù, ma allargato ad una nazione, a diversi villaggi, città, luoghi, comincia ad apparire, per quanto umani, l'Altrui ,ed è già competizione.

Ma mi chiedo, da dove nascono i termini teorici e il vissuto pratico del virtuoso,dell'onesto,e i valori di giustizia, libertà, uguaglianza, fratellanza,ecc.?
Per quanto sostenuto nel post precedente sostengo che nessuna parola linguaggio , forma, sostanza, nasce dal nulla, tutto ha riferimento dentro il mondo(o universo).A quali essenze formali sono referenti le categorie etiche e morali?

La mia risposta è nel sopra-naturale, per questo sono anche credente, anche metafisico. Perchè non so dare una significativa e seria giustificazione  ai concetti etici e morali umani nell'ontogenesi riferita alla materia, o alla natura.
Ma ribadisco, è altrettanta seria la tua argomentazione
#592
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
05 Giugno 2019, 11:30:46 AM
La filosofia può (non necessariamente) incidere sulla cultura, quindi costruire e costituire il sistema culturale, ad esempio come nel postmodernismo , il relativismo. Si possono avere Socrate, Platone, Aristotele, ma non è detto che ad un ipotetico innalzamento di una cultura corrisponda  necessariamente un miglior governo sulle pratiche umane: non sono certo  i filosofi a decidere chi e come governa all'interno del sistema economico e politico.

Ho in sospeso, per il momento uno studio sul materialismo storico e le influenze filosofiche sul pensiero di Marx(filosofico idealista) ed Engels(meno filosofico e naturalista), poi di Lenin, Stalin.
Mi interessa, breve parentesi, per capire come e dove nel pensiero relazionato fra filosofico e sociale, Marx e poi Engels abbiano sbagliato. Perchè il comunismo ah perso e personalmente mi interesserebbe recuperare, dopo quasi due secoli di storia e di altri pensatori (pensiero sociale) varie analisi.
Non so fino a che punto Marx possa essere considerato "filosofo", lo trovo più economista, sociologo, politico, ma comunque di enorme importanza.

Importa eccome l'ontogenesi del linguaggio,  lo studia il cognitivismo più che le neuroscienze.
E' chiaro, e su questo sono d'accordo con te e Odradek, che non riuscendo a stabilire "scientificamente"  da dove venga, ci tocca prenderne atto e infatti filosoficamente  quando necessita una teoria della conoscenza una gnoseologia, un'epistemologia, si presuppone come a-priori, bypassando di fatto il problema.

Cosa vuol dire "gestire al meglio" queste facoltà? Secondo quale criterio e parametro?

Da un punto di vista filosofico è invece fondamentale capire ,almeno per una filosofia che pretenda risposte universalistiche, se sia materia, se sia natura o cos'altro, da dove scaturiscano delle facoltà "mentali".Se l'universo ha un suo "verso", un suo cammino, ha implicitamente delle regole e ordini che la caratterizzano e che la scienza fisica e naturale cerca di capire con le leggi.
Un filosofo cerca le essenze nelle forme sintattiche universali come forma, e cerca la semantica negli apparire, nelle manifestazioni, negli eventi dei fenomeni, per potere "leggere il mondo".
Significa che il nostro linguaggio ha il potere di relazionarsi con il linguaggio universale degli eventi, della storia. della vita, e può più o meno essere con-forme nella relazione umano e mondo(universo). Il fine, almeno il mio, è vivere meglio come interezza umana(psichicamente, emotivamente, economicamente, politicamente,ecc).


Il fatto che la logica e matematica funzioni è molto importante, ma filosoficamente appunto  non basta.
Se prendo una bussola, un qualunque sistema, ho necessità di costruire dei parametri di riferimento per avere il "punto" della mia situazione, della mia posizione.
Ribadisco che io dica padre o un inglese father o un francese père, utilizziamo parole diverse ,ma indichiamo lo stesso oggetto.
Qualunque sistema, anche inventato, può funzionare, l'importante è che fra segno e significato la relazione sia corretta.
Come dimostrano i linguaggi evoluti nell'informatica a partire dal linguaggio macchina, assembler, al basic, all'Html, ecc
Noi abbiamo inventato il metro estensivo, il sistema sessagesimale, il litro, il kilo, l'importante è che i multipli e sottomultipli corrispandano nelle grandezze. ma siamo dentro l'estensione e non nell'intensione che forse è più importante nella filosofia. nella qualità quindi più che alle quantità.

Non so se esista un dio matematico o cos'altro, ma è proprio nelle corrispondenze del "numero aureo", dell'arco a tutto sesto, del pi greco , nelle disposizioni delle foglie attorno il fusto di una pianta, tutto sembra seguire delle regole e degli ordini, delle cadenze temporali, che troviamo stupefacenti, magiche, ecc, che ci fanno riflettere.
E noi ne siamo "dentro" queste regole e ordini e questo può  incidere sulla significazione della nostra vita, del nostro manifestarci al mondo come esistenza.
Qquando si dice ottimizzazione, si evidenzia un criterio universale,quello della conservazione dell'energia.
Ogni sistema, fisico o naturale segue una regola efficientistica(guarda caso mutuata anche in economia) quello di spendere il meno energia possible e acquisirne il più possibile, per mantener un sistema in equilibrio, come il metabolismo fatto di reazioni ci costruzione anaboliche e di distruzione cataboliche.

Quando vediamo correlazioni fra i domini ,dentro i sistemi, una regola generale sta trasversalmente unendoli definendosi come essenza formale universale.

E ancora.......le sacre scritture  religiose sono compatibili con le regole gli ordini universali? Cosa ci dicono, come lo dicono?

Infine l'etica. Quale è l'ontogenesi dell'etica? Siamo molto probabilmente nella stessa problematica da dove scaturisca la logica e la matematica nelle facoltà umane.
Ma cosa significa giustizia? Essere ne giusto? Daccapo si presuppone un ordine ,una regolarità, un'armonia
#593
Attualità / Re:Rischio default
05 Giugno 2019, 10:08:16 AM
Trovo fantasmagorica una discussione sul debito pubblico sia dal punto di vista economico che politico.
L'economia capitalistica ha necessità che si creino debiti, non li ricevete a casa da varie finanziarie sul credito al consumo, dall'automobile allo smartphone alle vacanze,ecc, vari tipi di tan taeg, tassi d'interesse?

Quando ad oggi il tasso d'interesse è dell'1% e quando il prestito bancario(fra banche) è addirittura negativo, significa dover cercarsi dove speculare.
E cosa frutta di meglio se non il debito pubblico, sopratutto in Italia dove il risparmio e gli immobili sono alti nel privato?
Se sono alti i valori del privato ,significa che il debito pubblico ha elargito a pioggia denaro sui privati ovviamente  indebitandosi.
Il come avvengono manovre ,tassazioni dirette e indirette, denaro che arriva dall'Europa ed elargito..........chiedetelo ai rifiuti gestiti dalle mafie italiane. Quindi è politico come viene gestita la redistribuzione della ricchezza in Italia.

Tornando ai tassi d'interesse: ier lo spread italiano sui titoli pubblici tedeschi era superiore a 200. quindi c'è un tasso superiore almeno  del 2%. 
E' ovvio che le grandi finanziarie internazionali, a cui, stupidamente penso io, lo stesso stato italiano dà in mano i titoli nelle aste pubbliche(basta andare sul sito della banca d'Italia e vedere i nomi delle grandi finanziarie internazionali)  prendono i titoli e vanno sul mercato secondario a Londra ,ed è lì che avviene lo spread speculativo .
Un tempo in cui eravamo meno stupidi, era la banca d'Italia che assorbiva l'intera asta dei titoli pubblici
Perchè il debito in assoluto è interesse sul capitale(il frutto del capitale investito) e il capitalismo ha necessità di espandersi e lo fa indebitando e costruendo il rapporto creditore/debitore.
Ed è chiaro in una economia globale dove i tassi del pil, di crescita sono bassi, che chi disponga di grandi capitali e ci metterei  igrandi fondi comuni dìinvestimento, vadano a speculare sul debito e quello pubblico è diventato u naffare sopratutto dopo la grande crisi immobialiare statunitense di più di un decennio fa.

E' poilitico, nel momento in cui un economista vedei conti italiani nella sua totalità. Se il risparmio privato può benissimo supportare il debito pubblico in uno stato, l'azione ad esempi odi default, è bastonare il popolo, per questo in europa chiedono riforme bancarie, fiscali, pensionistiche, ecc. Il come all'interno di uno stato venga gestita la bastonata è il governo italiano che decide.

Quindi se per ipotesi dovesse avvenire una bastonata dall'europa verso l'italia, dove pensate che vedano a pescare i soldi?
Un governo si caratterizza di destra o sinistra proprio sul come  e verso chi ritiene di prelevare, con una manovra "di rientro dal debito, il denaro .

Il problem del debito pubblico dal punto di vista teorico e pratico economico, non si pone, come già scrissi a suo tempo, nessuno è in grado di stimare il patrimonio ambientale, artistico culturale italiano, diciamo demaniale: quanto vale un quadro degli Uffizi, quanto vale il monte bianco o un'isola? Ma se diventa invece privato, ipotizziamo che u nprivato acquisti dallo stato il colosseo o un'isola, allora diventa patrimoniale nelle scritture contabili private. 
Ai fini di una apertura di una linea di credito fiduciaria con banche o finanziarie, chiedono garanzie per un credito, come un'ipoteca immobiliare su un muto e allora il valore del colosseo o dell'isola acquistata entra come bene patrimoniale di garanzia di un credito.
Sul debito pubblico invece no. Quindi la teoria muta in funzione se si sia un privato con lavoro subordinato  o pensione, una società di capitali o un ente giuridico pubblico e già questa è un'aporia in termini di sistema politico/economico. (Aporia voluta)

Tirando le righe: il debito pubblico è un affare speculativo in termini di massa monetaria gestita sui mercati secondari  speculativi, che viene utilizzata anche ai fini politici, come forma di ricatto per bastonare un popolo(produzione e redistribuzione delle risorse economiche
#594
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
04 Giugno 2019, 00:58:44 AM
Citazione di: odradek il 04 Giugno 2019, 00:35:35 AM
paul11
Se la genesi non è naturale, non è psicologica, la forma matematica e logica da qualche parte deve "saltare fuori".Sicuramente è un sistema autoconsistente e universale per cui non può appunto uscire dalla "pancia" dei singoli individui umani che ne farebbero opinione,seppure appartenga a tutti i singoli umani, ma come linguaggio costruito,formale, non naturale.
E' un apriori perchè le forme geometriche e il numero non sono nemmeno in natura, semmai anlogicamente applicabili alla natura, ma rimangono una costruzione trascendentale umana..La matematica e la geometria sono assai più antichi di Aristotele. Euclide, degli stesi pitaogorici.Non può essere scaturito quindi dal rapporto unità dei molteplici.

o:
Fondamenti della matematica è compito della matematica e della logica, genesi della matematica è compito di non saprei bene cosa, forse dell'antropologia, ma si fa prima a dire che sarebbe compito della filosofia, ma in realtà il problema è un altro.
Tutti si chiedono perchè la matematica funzioni, e nessuno riesce a dare una risposta. L'evidenza è che appariene alla costruzione umana. Il problema vero è perchè la matematica funzioni così bene; rispondere a questo è risolvere la questione, non chiedersi da dove venga. Dove venga lo sappiamo tutti, dalla nostra testa.

Si può usare qualunque sistema e qualunque idioma, e tutti funzionano, dal sistema decimale a quello binario, ottale, esadecimale, dagli idiomi arabi a quelli latini: non è quì il problema, basta che vi sia il filo logico di coerenza fra segno e signifcato.
Il problema è a monte come un sistema si autogiustifica in sè come coerenza e consistenza,
E' chiaro che venga dalla nostra mente, ma come vi è nato, daccapo, quale è la sua genesi?


La matematica e la geometria sono molto più antichi degli stessi pitagorici, come dicono la geometria sia più vecchia della matematica, perchè la geometria è fatta di paletti e corde tese (e prima erano tracce di piede, ramo, sasso trascinato da un paletto all'altro) e dalla suddivisione di quella "traccia" tra un paletto e l'altro, nasce l'unità di misura che diventerà numero.
Oppure dicono che la matematica venga prima della geometria, che può essere nata dal fatto che i primi pastori avevano un sacchetto che conteneva tante pietre quante pecore avevano. Una pecora una pietra, una fila di pietre, una fila di pecore, e poi una pietra bianca per le pecore che puoi contare su una mano e una pietra nera per quelle che rimangono (magari la pecora nera è uscita da lì...)e poi un conto corrente on-line, è solo questione di tempo, anche se è facile dirlo dopo.

Difficile pensare ad una matematica "pastorizia" (per la matematica serve gente che pensi e non che lavori) e quindi comunemente si pensa che la matematica derivi dalla "geometria naturale" -o emergenza della geometria, chi o sa- scaturita della necessità delle "pezzature" agricole nei primordi delle civiltà fluviali.
Per inciso, nelle isole della polinesia, le suddivisioni venivano eseguite a raggera (partendo dalla sommità dell'isola) di modo che i clan avessero la ragionevolmente "stessa quantità" di terreno costiero, collinare e montuoso, però stavano in Polinesia che non a caso, attualmente è lussuosa meta di pellegrinaggio laico.
I sumeri conoscevano le equazioni e usavano la trigoneometria ,altro che pastori..........




paul11
Ma apre un'altra aporia il formalismo logico matematico, quella stessa denuncia della crisi della scienza positivista di fine ottocento inizi novecento, la cui origine Husserl indica in Galileo, nella "matematizzazione delle scienze" dichiarata da Heidegger, nella netta separazione fra scienza e filosofia, che nonostante le scoperte e invenzioni della tecnica scientifca, separa conoscenza e umanità, perdendo il senso "del mondo della vita". Quindi la forma e i formalismi non possono neppure esssi pervenire ad un orizzonte di senso della vita umana, anzi.

o:
Il formalismo logico matematico non apre nessuna aporia in nessun campo perchè non serve a dar senso alla vita, o a fornire risposte di tipo psicologico o filosofico.
Il formalismo logico matematico serve a dar conto della conformità (si\no conforme-non conforme) che gli enunciati hanno rispetto alle regole di inferenza logica, ed in quell' ambito viene utilizzato.

Le aporie nascono quando lo si voglia intendere in altra maniera che non sia quella per cui è stato "creato" (simbolizzato graficamente) o lo si voglia attribuire ad una corrente di pensiero per svalutare la corrente medesima, attribuendogli assunzioni non corrispondenti.  


Nel momento in cui si pensa che il mondo possa essa tradotto segnicamente in matematica ed aritmetica, noi cominciamo culturalmente a ragionare in quel modo e pensiamo che validare e giustifcare passi per l'oggettivazione dei fenomeni.Tutta la scienza moderna è costruita sul fondamento matematico, non c'è nemmno fisica che tenga senza calcolo. ma ciò che è ancora più importante  avviene nella separazione fra soggetto conoscitivo e oggetto di indagine, dove la metodica spersonalizza il soggetto e amplifica l'oggetto. la ricaduta culturale è l'oggettivazione anche dell'uomo a sua volta fonte di indagine come se fosse cosa perdendo quindi tutto "il mondo delal vita" a partire dalla coscienza intenzionale.

paul 11
Gli atti delal coscienza, dal punto di vista fenomenologico, non sono solo atti formali linguistici.

o:
Ma vengono espressi riferiti e comunicati come atti linguistici.
E se gli atti linguistici vengono espressi riferiti o comunicati in forma grammaticalmente e sintatticamente corretta allora possono essere formalizzati, indipendentemente dal fatto che questa formalizzazione possa servire a qualcosa.

Ma cè qualcosa di più. Il tuo stile di scrittura come il mio, il modo di porci, indica qualcosa di più del puro formalismo.Non esisterebbe narrazione se fosse solo forma

paul11:
Husserl essendo  di formazione scientifico matematica già nell' opera "ricerche logiche" implica l'intera coscienza  e la riduzione di soggetto e oggetto, separazione metodica delle scienze,a soggettività di un io trascendentale superando sia l'empirismo ,sia il noumeno della cosa-in-sè kantiana.E' l io intenzionale, intesa come coscienza motivata alla datità, al conoscere a "inglobare" assimilare gli oggetti del mondo ponendoli nella coscienza che apre all'orizzonte della creatività e progettualità umana.  Realismo, idealismo, soggetto e oggetto, queste separazioni vengono ridotte al soggetto cogitante, pensante che modella e rappresenta il mondo sempre dal topos origianrio che non può essere che un io che trascende gli oggetti gli altrui, divendeno intersoggettivo e non separato dal mondo e dai propri simili

o:
le frasi contengono tante e tali assunzioni che ci vorrebbero cento pagine per focalizzarle una per una. Si dovrebbe iniziare ad esaminare le implicazioni di Husserl, contestualizzarle e poi metterle a confronto con le risultanze attuali.
E' impossibile replicare ad affermazioni che implicano montagne di assunzioni ed intere concezioni su questioni che sono ancora oggetto di accanita discussione non solo, ma anche di difficile collocazione.
Piaccia o non piaccia la fenomenologia ha permeato tutto il Novecento.ne sono studioso, non fautore, tanto per essere chiari.ma la fenomenologia nasce in risposta proprio alla crisi della scienze moderne
Verissimo che ancora oggi vi sono molti dibattiti, ma Heidegger, Levinas, l'ermenutica di Gadamenr tutto il movimento psicologico fenomenologico(Galimberti) la stessa logica , semiologia, ecc, ne sono comunque influite.
#595
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
03 Giugno 2019, 23:48:48 PM
Citazione di: viator il 03 Giugno 2019, 22:43:41 PM
Salve Paul 11. Citandoti : "Se la genesi non è naturale, non è psicologica, la forma matematica e logica da qualche parte deve "saltare fuori".Sicuramente è un sistema autoconsistente e universale per cui non può appunto uscire dalla "pancia" dei singoli individui umani che ne farebbero opinione".
 Ma la matematica è una convenzione artificiosa creata dagli umani !. E' solamente un NOSTRO strumento. Non occorrono grandi viaggi mentali per capire il perchè sia stata creata. L'uomo ha creato la logica (della quale la matematica è la più convenzionale delle espressioni) quale strumento di tutela dall'imprevedibile e relativo che lo circonda affliggendolo. L'uomo ha sempre odiato l'incertezza.

Per cui ha formulato le convenzioni matematiche, così comode per la prevedibilità dei loro risultati umanamente utilizzabili !.

Che poi, fuori dell'ambito umano, le più ovvie oppure ferree regole della matematica si dimostrino smentibilissime.................................basti pensare alla riproduzione, meccanismo che sommando 1+1 realizza come risultato il 3 (o più), mentre in altre forme (beffa delle beffe) ci mostra atti riproduttivi per i quali 1 diviso 2 ha per risultato 2. Saluti.
daccapo: quale è la sua genesi?  La convenzione avviene dopo, quando linguisticamente viene accettata da tutti la formalizzazione e si costruiscono gli assiomi fondativi,.manca il suo presupposto come origine. Se è una convenzione universale signifca che tutti gli umani ne sono dotati, ma non fuoriesce dalla natura.Non basta dire : il cervello è analogico al mondo. Bisogna dire perchè l'uomo è dotato di questo tipo di cervello.E non può essere la natura che ha scelto solo l'uomo, o l'uomo come specificità straordinaria fuoriuscito dallo stesso dominio naturale
Si possono saltare, bypassare i fondativi sui quesiti della natura, ma di fatto l'uomo è dotato aprioristicamente di questi "strumenti",di questo sono d'accordo.

Non è semplice e banale . La semiologia di Pierce, segno, significato ,type e token nasce nel periodo in cui si ridiscutono i fondamenti logico matematici e lingustici. Tutta la filosfia analitica del linguaggio del Novecento discute del sistema di relazione umano che essendo evoluto può raggiungere forme di conoscenze che modellano e rappresentano il mondo.
Quando Aristotele , Kant, Husserl pongono le categorie , significa che ogni forma proposizionale ricade in una griglia logica che permette di validare o meno ,giustificare o meno, quell'atto linguistico che attraverso il segno, numerico o di un alfabeto indica, denota, un significato il quale raccoglie in sè rappresentandolo, fenomenologicamente è una visione eidetica, un oggeto fisico e lo memorizza nella mente. Tutto il mondo noi lo trasformiamo in segni linguistici che a loro volta hanno un signifcato.
#596
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
03 Giugno 2019, 22:15:38 PM
Citazione di: davintro il 02 Giugno 2019, 01:47:19 AM
per Odradek

certamente la matematica rientra a pieno titolo nell'ambito del modello di razionalità puramente deduttivo, dubito che tale modello di esaurisca nella fondazione della matematica. Le proposizioni matematiche indicano relazioni logiche fra quantità, ma la quantificazione è sempre un processo mentale reso possibile dalla componente della materialità degli oggetti: nella misura in cui un oggetto ha una certa estensione spaziale, cioè materica, è pensabile come divisibile in una molteplicità di singole unità logiche la cui quantità possiamo misurare tramite numeri. Ma questo processo presuppone implicitamente un punto di vista qualitativo, per operare misurazioni su un oggetto occorre delimitarlo spazialmente, dunque riconoscere una forma immateriale, aspaziale che lo limiti. In assenza di tale limite formale ogni quantificazione sarebbe impossibile, non si può fissare nessuna misura quantitativa di fronte a uno spazio infinito e indeterminato, come sarebbe la pura materia. Se la deduzione è un procedimento che discende da premesse aventi valenza universale, allora una premessa di tal genere può essere rintracciata nell'evidenza dell'esistenza degli atti coscienti tramite cui attribuiamo significato agli oggetti, compresa l'attribuzione di quantità, se ogni giudizio quantitativo, su cui si fondano le scienze naturali, presuppone l'unità formale e qualitativa dei loro oggetti, allora tale evidenza va trasferita anche al rinvenimento di tale forma, della qualità, in termini generici, anche se poi l'esperienza a posteriori tornerebbe in gioco nel momento in cui si tratta di determinarla contenutisticamente, collegando l'individuo a una determinata specie


Per Sgiombo, a cui faccio gli auguri e congratulazioni per la nascita del nipotino...

non è vero che per riconoscere la necessità di introdurre la forma come fattore distinto rispetto a quello materiale occorra l'empiria. Anche senza bisogno di osservare fattualmente la lavorazione del marmo che introduce in esso una forma nuova rispetto a quella del blocco grezzo, riconosco che la risposta alla questione sull'individuazione del tipo di materia di un oggetto, è insufficiente rispetto alla questione della qualità specifica circa l'idea dell'oggetto in questione. Quindi, anche fermandomi alla semplice osservazione del blocco di marmo, senza avere esperienza del mutamento di forma, ma solo con l'immaginazione, posso riconoscere che il materiale di cui è costituito può in linea teorica essere formalizzato in modo diverso da quello attuale, e questo basta per ammettere la distinzione della "causa", o, usando una terminologia che il linguaggio attuale troverebbe più adeguato forse al contesto, "principio", materiale rispetto a quella formale, come distinzione aprioristica,, quindi l'esistenza di un livello dell'ontologia apriorista, e al contempo non tautologico


Per Ipazia

ovvio che una statua di marmo non potrebbe pensarsi senza il marmo, o, allargando un attimo l'esempio, un qualunque tipo di statua non potrebbe pensarsi senza un certo tipo di materiale, Ma il "mio" ""spiritualismo" non ha mai avuto la pretesa di negare, alla Berkeley, l'esistenza della componente materiale negli oggetti dell'esperienza mondana, ma solo di riconoscerne l'insufficienza riguardo la conoscenza delle cose nella complessità dei suoi aspetti, delle loro stratificazioni ontologiche, potremmo dire. Quindi se da un lato non si possono pensare statue di marmo senza marmo, dall'altro non si possono pensare nemmeno statue di marmo che non siano "statue". E l'idea di "statua", lungi dall'essere un'astrazione, è concretissimo fattore ontologico che impone al marmo un determinato modo d'essere, che non avrebbe fintanto che resta blocco appena estratto dalla cava, già solo per la differenza, fenomenologicamente registrabile, tra un vissuto che l'osservazione di una statua produce in me rispetto all'esperienza di un semplice blocco. Se le differenze formali fossero solo astrazioni, in contrapposizione con la concretezza materiale del marmo, come potrebbero incidere, performativamente, sullo stato d'animo, sulle esperienze soggettive di una coscienza che ne fa esperienza?
trovo che vi siano nelle risposte una più o meno ascendenza nascosta  alla fenomenologia husserliana.... ma non è chiaro.
Quando Husserl scrive "filosofia della matematica", una delle sue prime opere, Frege allora massimo logico-matematico esistente, maestro di Russell, risponde che la matematica non può essere fondata sullo psicologismo.Quel psicologismo che il maestro di Husserl, Brentano nella sua "psicologia empirica" di carattere descrittivo ,influenzerà anche un certo Freud.
Se la genesi non è naturale, non è psicologica, la forma matematica e logica da qualche parte deve "saltare fuori".Sicuramente è un sistema autoconsistente e universale per cui non può appunto uscire dalla "pancia" dei singoli individui umani che ne farebbero opinione,seppure appartenga a tutti i singoli umani, ma come linguaggio costruito,formale, non naturale
E' un apriori perchè le forme geometriche e il numero non sono nemmeno in natura, semmai anlogicamente applicabili alla natura, ma rimangono una costruzione trascendentale umana..La matematica e la geometria sono assai più antichi di Aristotele. Euclide, degli stesi pitaogorici.Non può essere scaturito quindi dal rapporto unità dei molteplici.
Ma apre un'altra aporia il formalismo logico matematico, quella stessa denuncia della crisi della scienza positivista di fine ottocento inizi novecento, la cui origine Husserl indica in Galileo, nella "matematizzazione delle scienze" dichiarata da Heidegger, nella netta separazione fra scienza e filosofia, che nonostante le scoperte e invenzioni della tecnica scientifca, separa conoscenza e umanità, perdendo il senso "del mondo della vita". Quindi la forma e i formalismi non possono neppure esssi pervenire ad un orizzonte di senso della vita umana, anzi.

Gli atti delal coscienza, dal punto di vista fenomenologico, non sono solo atti formali linguistici, Husserl essendo  di formazione scientifico matematica già nell' opera "ricerche logiche" implica l'intera coscienza  e la riduzione di soggetto e oggetto, separazione metodica delle scienze,a soggettività di un io trascendentale superando sia l'empirismo ,sia il noumeno della cosa-in-sè kantiana.E' l io intenzionale, intesa come coscienza motivata alla datità, al conoscere a "inglobare" assimilare gli oggetti del mondo ponendoli nella coscienza che apre all'orizzonte della creatività e progettualità umana.  Realismo, idealismo, soggetto e oggetto, queste separazioni vengono ridotte al soggetto cogitante, pensante che modella e rappresenta il mondo sempre dal topos origianrio che non può essere che un io che trascende gli oggetti gli altrui, divendeno intersoggettivo e non separato dal mondo e dai propri simili
#597
Attualità / Re:Rischio default
03 Giugno 2019, 21:36:35 PM
Citazione di: Jacopus il 02 Giugno 2019, 22:25:30 PM
Sono piuttosto preoccupato. Poiché questa strategia del "ricatto" non può funzionare sempre. Chiedo agli economisti del forum: "che possibilità reali ci sono che l'Italia vada in default? Ed in questo caso che conseguenze ci sarebbero?
il problema è politico, non economico.Non è affatto vero che i conti siano peggiorati rispetto agli anni passati. Il risparmio italiano privato garantisce il debito pubblico, molto di più di altri Stati europei, di cui il peggiore è il lussemburgo di Junker.
E chi mai vorrebbe il default o il reset? L'atto di infrazione è contabilmente dovuto visto che ci sono i trattati sottoscritti, ma un conto è attuarlo e un conto è ascoltare, come già fatto mesi fa con uno spread giocato ad arte per creare la solita strategia della tensione.
L'europa deve pensare al dopo Merkel e al prossimo presidente della BCE.La Francia ha problemi interni e la granBretagna continua a trattare una brexit ....attendendo una prossima votazione che l'annullerà, perchè non conviene neppure alla G.B..
Siamo nella  fase di ricollocare le carichi importanti ,soprattutto scadrà la potente figura del presidente  della BCE.Non vedo chi si potrebbe prendere la responsabilità di dichiarare un default di uno stato come l'italia ,fra i fondatori dell' europa?
La Cina silenziosamente aumenta l'area di potenza globale, Trump difende la posizione egemone con i dazi, proprio la patria pragmatica del liberismo e "dell'andiamo a globalizzare il mondo". Putin come al solito è il ninja  nella  fase interlocutoria.

Sono la Merkel o Macron che appoggeranno il default italiano? E' esagerato. Trump identifica l'europa con il germanocentrismo e intanto l'Italia si trova a negoziare eonomicamente con la Cina.Ma quando mai è accaduto in passato?
Si vedono nettamente vuoti di poteri globali. L' italia deve decidersi come smarcarsi. La posizione di un sovranismo italiano fuori dall'europa è anacronistico, è debole e preparerebbe  invasioni economiche estere.E' necessario un salto di qualità politico in Europa ,recuperando la stessa Gran Bretagna e facendo tesoro dell'esperienza degli ultimi decenni con le contraddizioni da sanare dei trattati sottoscritti.E' chiaro che un europo economica alla lunga cederà se non diventa politica.
E' importante che il governo italiano attuale non si comporti da cafone, perchè i nostri mali sono strutturali e per colpa nostra e non consentono ormai da troppi anni crescite signifcative del pil, in quanto sono costi che drenano la ricchezza prodotta.
Non abbiamo soggetti politici ed economici all'altezza della sfida, per cui pur non vedendo scenari catastrofici, si continuerà a vivacchiare...da italiani appunto.
#598
Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 20:28:06 PM
Potrà sembrare paradossale, ma il mito evangelico della morte di Gesù può essere visto ANCHE come la prefigurazione simbolica dell'epoca moderna, dominata dal razionalismo, dallo spirito laico e dall'ateismo di massa che costituiscono una vera e propria "morte di Dio" (vedi Nietzsche, Marx, Engels, Freud, ecc.) o, meglio, la morte della Sua incarnazione (la religione) nella cultura umana.
Per questo il teologo T. Altizer considera l'ateismo come "vangelo", cioè come "buona novella": perché la morte di Cristo (l'ateismo) diventa il preludio della sua imminente resurrezione come Redentore, come Logos, come Verità Ultima.

"Per Altizer, la metamorfosi kenotica [la morte] di Dio determina la scomparsa del sacro dalla storia. È questa è la fase storica che stiamo vivendo, ma non la condizione finale, non la meta suprema. In realtà il crollo del sacro e l'avvento del profano stanno già alle nostre spalle, ma la rivelazione, l'epifania di Dio, continua. Noi siamo all'alba della terza e ultima età dello Spirito (piuttosto gioachimita che hegeliana): «Una nuova rivelazione sta per irrompere nella nuova età, e questa rivelazione differisce dal Nuovo Testamento tanto quanto questo differisce dal Vecchio».
La seconda fase segna dunque il trionfo del profano sul sacro; Dio abdica alle sue primordiali epifanie di potenza e di purezza assolute per incarnarsi e morire".  [SERGIO QUINZIO, prefazione a T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano - pg.23]

"Partecipando alla realtà della morte di Dio, sperimentandola concretamente nella sua vita, l'uomo contemporaneo attinge la salvezza. Dio, annientando se stesso, libera infatti l'uomo da ogni alienante trascendenza, da ogni vincolo di soggezione e di peccato, da ogni oppressione e pena".  [T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano (Introduzione di Sergio Quinzio) - pg.14]

"Solo una falsa dialettica postula un definitivo e insuperabile baratro fra gli opposti [teismo/ateismo], perché solo in quanto dualisticamente isolati l'uno dall'altro gli opposti sono raggelati in una forma statica e rifiutano la loro intrinseca risoluzione".  [T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano pg.87]

Ma Altizer non è il solo:

<<Secondo la tradizione indiana, l'umanità si trova in questo momento nel "Kaliyuga", cioè nell'«epoca buia», epoca di tutte le confusioni e di totale decadenza spirituale, ultima tappa di un ciclo cosmico che si chiude>>.  [ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pg.189]

<<L'«èra buia», il Kali-yuga, sarà seguita, dopo una dissoluzione, da un'èra nuova, rigenerata. Si incontra la stessa idea in tutte le tradizioni dei cicli cosmo-storici. (...) L'epoca buia è assimilata all'oscurità, alla notte cosmica, e come tale può essere valorizzata nella misura precisa in cui la morte rappresenta un «valore» in sé; è lo stesso simbolo delle larve nelle tenebre, dello svernamento, dei semi che si decompongono sottoterra per rendere possibile la comparsa di una nuova forma>>. [ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pg.191]  

In altre parole, dopo un dominio di 17 secoli della figura di Cristo (o della religione cristiana), con l'avvento della scienza e del razionalismo il suo regno decade rapidamente e inizia una vera e propria passione che culmina nel dilagante relativismo moderno che, se non è ancora la morte totale di Dio (o della religione), è molto prossimo ad essa.
Siamo in attesa, dunque, di una Sua trasfigurazione e resurrezione come Verità ultima, cioè come Principio universale incarnato.

<<Tornerò a Sion e siederò in mezzo a Gerusalemme; e Gerusalemme sarà chiamata 'la città di verità'>>.  (Zaccaria: 8,3)
Questa è escatologia cristiana, con tutte le varianti e interpretazioni che vi sono......
Il concetto fondamentale è che l'uomo è incapace di autogoverno e tende e decadere,compreso chi crede.
La comparsa dell'anticristo è dentro l'istituzione chiesa, così dice una delle escatologie più importanti e alcune dichiarazioni di Ratzinger collegate alle epistole di S. Paolo, al Mysterium Iniquitatis, fanno pensare.
Il messaggio di chi morì in croce era di amarsi, ma non poteva cambiare il destino dell'umanità dalle condizioni terrene.
La seconda venuta ,prefigura dei passaggi fondamentali, come la figura dell'anticristo, ma sono tutte interpretazioni non dentro le sacre scritture, ma interpretate e reinterpretate.
Non sono scienza o razionalismo direttamente a incidere sul destino umano, è la natura umana il problema,  i concetti di possesso, proprietà, di sopraffazione ,di  dominio sulla natura stessa e sui propri simili che sembra essere indomabile

E se questo fosse vero, non c'è scienza, filosofia o quant'altro che possa arrestare la fine dei tempi
#599
Storia / Re:Poteva il III reich vincere la guerra?
29 Maggio 2019, 10:33:17 AM
E' il fanatismo che ha fatto iniziare e perdere la guerra al nazismo tedesco.
Avevano il potere culturale e tecnologico, avevano fisici di primi piano erano, i n° 1 al mondo con la missilistica di Von Braun dei V1 e V2 lanciati su Londra : non c'è Francia o Gran Bretagna che tenga. Le leggi razziali li separarono dal potere economico e fecero fuggire i loro migliori cervelli proprio in USA.
Ad un certo punto uno stratega doveva sapere che fra tre potenze mondiali , quali Germania, USA e URSS, se due si uniscono la  terza perde. Riuscirono a far compattare  il capitalismo americano e i l comunismo russo e la corsa alla tecnologia della bomba atomica la vinsero gli Usa anche grazie agli esuli  fisici ebreo-tedeschi....e fu la fine.

Arrivo ad ipotizzare che un sistema fanatico,per costituzione rigido e non aperto ,tende ad implodere all'interno....se anche avessero vinto la guerra.
#600
Non sono molto d'accordo che la gelosia sia dialettica all'amore; piuttosto che la gelosia vi vedrei l'"indifferenza", l'assenza di trasporto della coscienza.
Se l'amore è la totalità intenzionale della coscienza che si relaziona, la  gelosia mostra il "possesso", quello a cui mira il possesso non è tanto il corpo fisico quanto  lo spirito della propria/proprio compagna/o.
Nasce dalla perdita della totalità della coscienza, perché nulle è più totale e "stordente" di amare fisicamente, spiritualmente ,psichicamente, persino "ragionevolmente" finita l'ìnfatuazione dell'innamoramento. La gelosia è "giusta", come sintomo dell'amore quando si percepisce la perdita di attenzione, ma il limite è la morbosità determinata dalla sfera affettiva.
Quando e se un amore finisce è giusto lasciar liberi di andare .Il sacrifico è nell'amore, non nella gelosia che se è vera sfocierà nell'indifferenza, nel non provare più trasporto per la/il  propria compagna/o