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Messaggi - Sariputra

#586
Citazione di: Ipazia il 18 Ottobre 2018, 12:07:10 PMConcordo. L'introspezione nicciana della falsa coscienza è un buon metodo per individuare e liberarci dalla cattiva etica. Non è l'unico maestro in proposito, ma è certamente uno dei più stimolanti, perchè accetta anche la negazione di se stesso: (in etica, soprattutto) "non vi sono fatti, ma solo opinioni. E anche questa è un'opinione."

La diversità di opinioni però genera anche conflittualità. Difficile trovare un'etica su simili premesse. Piuttosto utopistico, direi...
Non trovo per nulla stimolante N. (no, anzi, mi stimola un forte sentimento di avversione...di cui non faccio mistero peraltro).
Ci credi veramente in un mondo futuro ipotetico dove tutti si accettano nella loro diversità d'opinioni? Se non accettiamo nemmeno l'opinione di nostro marito o di nostra moglie... :(
#587
Citazione di: Ipazia il 18 Ottobre 2018, 11:51:27 AMIl metodo scientifico produce armi di distruzione di massa e medicina salvavita. Che famo ?

Serve un'etica che il metodo scientifico non può dare, direi...
#588
cit.Ipazia:
La farneticazione dei contenuti non implica quella del metodo.

Ma  se i contenuti sono farneticazioni cosa me ne faccio della bontà del metodo? Se il vino fa schifo a cosa mi serve una buona botte? Mah!...non capisco  :-\
#589
Citazione di: Ipazia il 18 Ottobre 2018, 09:30:06 AMAppunto: il fumetto sublima il desiderio di qualcosa di diametralmente opposto alla realtà. Non di eroi illusori da fumetti necessitano la filosofia e la sua prassi.


Dobbiamo sempre ritornare alle 'origini', ai nostri mitologici genitori per capire:
Adamo ed Eva furono puniti per essere vegeteriani. Avrebbero dovuto mangiare il serpente...(l'Amoroso Loki) ;D  ;D
(Robert Sabatier)
Però è anche vero che, se Adamo non avesse mangiato quella mela, Eva gliel' avrebbe rinfacciato per tutta la vita, si sa come sono le donne, a volte ::) ...purtroppo l'unico periodo glorioso per l'uomo fu quella stagione che precedette la nascita di Adamo...  e temo che resterà quello, malgrado la filosofia, la scienza , le religioni e le loro prassi...però sempre l'uomo tiferà per Thor (specialmente i calvi...) e sempre troverà schifoso l'Amoroso Loki...salvo quando proporrà i suoi 'dolcetti'...:(
#590
cit.:
l'oltreuomo (decisamente non più superuomo, consegnato definitivamente ai fumetti) col suo martello dialettico roteante sull'Amoroso Mercato e la sua morale subumana. Compito elettivo per filosofi.

Nei fumetti però Thor sconfigge sempre Loki, mentre nel nostro tempo l' Amoroso Loki accarezza la bionda criniera del dio col martello, proponendogli di gustare l'ultimo suo prodotto: una nuova delizia...qualcosa di così buono e 'fatto per lui' come mai nessun dio si è mai sognato di donare all'uomo...
#591
E' un lavoro che è già iniziato...certo, non ancora  a livello istituzionale gerarchico della Chiesa...ma ormai è diffuso in piccole realtà che fanno la cosiddetta " preghiera profonda" e che stanno portando avanti questo processo di rinnovamento. Si tratta di piccoli centri di spiritualità, piccoli eremi , a volte autogestiti, frequentati da piccoli gruppi. Si pratica la meditazione, spesso rielaborando tecniche orientali, unendola con la riflessione sui testi. La "bibbia" di questi gruppi è "Dio nel Silenzio" di Gentili e Schnoeller. Si integrano tecniche di training autogeno e di psicologia transpersonale. Si condivide in fraternità, ecc. Sono realtà poco o nulla conosciute, non pubblicizzate. Si conoscono a volte per caso o con il passa-parola. Roba quasi da catacombe! ;D Penso alle esperienze di 'respiro circolare'...a Piero Ferrucci... a  Ken Wilber...

L'evoluzione umana non si ferma all'intelletto o alla fase della malattia ma procede verso qualità più elevate quali: saggezza, amore, umiltà, compassione, consapevolezza, ecc. (Pierre Weil)

Spesso sono proprio i sacerdoti della 'nuova generazione', molto giovani, a portare avanti queste esperienze. L'eucarestia è il momento finale di queste giornate. Credo che ci sia ancora un passo da compiere, sembra come essere fermi in mezzo al guado, ma le cose si muovono...come evolveranno non si sa...E' la generazione dei quarantenni, spesso arrivati dopo profonde crisi esistenziali. Pochi i giovani, ma i giovani sono pochi in qualunque proposta ormai, di tutti tipi: culturale, politica, religiosa...sono sempre più isolati come gruppo, ma sempre pià virtualmente connessi tra loro. Quasi nessuno segue alla lettera la morale istituzionale cattolica... si naviga a vista sperando nel proprio "buon senso"...La maggior parte sono genitori e vivono tutti la difficoltà di conciliare questa ricerca con il 'mondo' e i suoi ritmi sempre più rapidi, ossessivi e totalizzanti. Sono credenti infedeli e spesso increduli,  pieni di dubbi...varia umanità insomma .


cit.Kobayashi:
La mia convinzione è che il cristianesimo possa ripartire da questa prassi. Non dalla teologia (la dottrina), non dalla morale, tanto meno dalla Chiesa con tutte le sue preoccupazioni istituzionali in fondo irrilevanti... Ma dall'ascetica dei primi secoli (disciplina che resta al centro della vita del monaco anche oggi).

Concordo, anche se un pò di conoscenza teologica direi che è necessaria per questi credenti...i primi monaci conoscevano i testi. Questa spesso manca oggigiorno. Non c'è tempo per leggere...il lavoro...si è sempre indaffarati e troppo stanchi alla sera...così alienati. Il cambiamento è lento, forse non porterà a nulla, non si sa...però tutto parte dal 'basso'...
#592
@Carlo Pierini
Non è che non ti sto rispondendo è che non ci intendiamo proprio... :( o forse diamo significati diversi ai termini...lo stesso mi sembra con Ipazia.
Non voglio togliere nulla alla scienza ... magari solo non farne un totem...essere consapevole dei limiti...limiti della rappresentazione.
Questa è la mia posizione, con cui voi evidentemente non concordate...pazienza.:)
Il mondo è bello perché è vario (dicono... :-\)
Ciao
#593
Sono perplesso in questo equiparare l'etica con l'accettazione dell'ingiustizia. Che i paria indiani siano e siano stati costretti ad accettare l'ingiustizia sociale, per esempio, non significa affatto che in cuor loro lo ritenessero giusto e che non provassero ripugnanza per ciò. Che un saggio scritto da un occidentale pretenda di comprendere l'intera sofferenza provata e subita da quegli infelici e poi , non si sa come, stabilire che lo ritenessero in cuor loro persino giusto (come se si potesse misurare l'assenza di rancore in persone talmente avvilite dalle loro condizioni inumane e dalla sofferenza...li hanno intervistati? >:( )è una cosa assurda. Che siano tornati a lavorare per i loro aguzzini delle caste superiori dimostra solamente l'estrema miseria, povertà e soggezione che erano (e in parte sono ancora...) costretti a subire, pur di sopravvivere. Negli stessi anni c'era già chi parlava contro questo sistema sociale iniquo e ingiusto e non dimentichiamo che, ben 2400 anni prima, c'era già chi, in India stessa, non faceva distinzioni di casta alcuna...
Che l'etica imponga anche (o soprattutto...) coraggio lo dimostra il fatto che spesso coloro che parlavano contro una morale falsa, egoista e antiumana...hanno fatto una brutta fine!
#594
@Carlo Pierini
dare del 'relativista' al Sari è come dare della "donna morigerata" alla Cicciolina... ;D
In realtà sono fondamentalmente un anti-speculativo. Non amo il proliferare incontrollato delle teorie sul "reale" (qualunque cosa s'intenda soggettivamente con questo termine...).
Pertanto sono necessariamente un critico dell'esperienza.
Essere un critico dell'esperienza comporta essere inevitabilmente anche un critico dell'esperienza  percettiva da cui scaturisce il pensiero, esperienza percettiva che anche ne determina i limiti , secondo me.
Alla mente che si rappresenta il 'mondo' non interessa il fatto di  conoscere in sé e per sé, ma gli interessa solamente perché essa si possa "realizzare" meglio. Dunque, i fenomeni che la mente si rappresenta, non hanno un valore in sé, ma solo in rapporto  a questa 'realizzazione' e quindi come mezzo per soddisfare questo desiderio.
Dire "il mondo non è che la mia rappresentazione" significa esercitare la critica sull'esperienza percettiva. C'è la rappresentazione (del mondo) e c'è la coscienza critica di questa rappresentazione. Diventare consapevoli di una rappresentazione  in quanto tale, significa esserne autocoscienti. Questa è la libertà data dall'autocoscienza critica di ogni rappresentazione/ teoria. E ciò comporta che la critica delle rappresentazioni non è essa stessa una nuova rappresentazione. Perché la mente/coscienza si porta sul piano della consapevolezza critica e non su quello delle rappresentazioni.
Un esempio di 'coscienza critica' mi pare quello della consapevolezza che viviamo oggi in un momento storico permeato dal "mito del dato" (Wilfrid Sellars ne era un autorevole critico radicale ho scoperto...).
Mi fermo qui perché mi accorgo che, come sempre, tendo a ripetere gli stessi concetti. :(
Ciao
#595
Riflessioni sull'Arte / Re:Arte moderna?
15 Ottobre 2018, 17:25:13 PM


Ha ragione Jean ( che non conoscevo come raffinato gourmet ) i bussolai non sono biscotti ripieni e quindi, evidentemente, quella pasticceria veneziana vicino a S.Lucia mi ha rifilato la classica 'sola' ,spacciandomela per 'bussolai' (sola peraltro assai deliziosa.... :)). Mio padre, che è vissuto per 4 anni a Venezia per studio, mi raccomandava sempre di non chiedere mai informazioni ad un veneziano...si divertivano a mandarti fuori strada. Ultimamente le cose sono un pò cambiate, perchè di veneziani veraci ne sono rimasti ben pochi; giusto qualche gondoliere (forse...)
Saluto l'amico Jean (sperando non sia un veneziano... :-[).
#596
Carlo e Ipazia, rappresentazione non significa, come ho già scritto, che il mondo materiale non esiste o che c'è coincidenza tra la costruzione mentale e il mondo, ma significa che non lo posso conoscere per quello che è , ma solo per rappresentazioni (pertanto "elefante" è una mia rappresentazione, il fatto di provare la percezione dolorosa dello schiacciamento dato dal finirci sotto no... ;D ). La scienza è quindi una rappresentazione  di strumenti atti a questo scopo, cioè a conoscere in modo più corretto la rappresentazione che la 'mente' si fa del 'mondo'. Il mondo è lo sfondo, la rappresentazione ciò che la 'mente' vi proietta sopra . Processo inevitabile e necessario purché si sia consapevoli  che è una proiezione e non lo sfondo.
La costruzione scientifica non è arbitraria e soggettiva ma ha il suo limite, del quale bisogna, a mio parere, esser consapevoli (ossia non costruirsi una proiezione immaginaria, e rappresentazione quindi, di una scienza 'assoluta'...).
Il leone e la leonessa hanno pari dignità perché, senza sfondo, dove si proietta la rappresentazione mentale? E senza questa proiezione come è dato esser consapevoli dello 'sfondo'?
Vedi pertanto che il "principio di complementarietà", come lo definisci, non è rigettato ma invece, in quest'ottica, pare addirittura più saldo filosoficamente (ovviamente sempre a parer mio...ossia della mia rappresentazione di non-filosofo ;D).
#597
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Ottobre 2018, 12:18:20 PM
Citazione di: Sariputra il 15 Ottobre 2018, 11:28:12 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Ottobre 2018, 11:07:38 AM
Citazione di: Sariputra il 15 Ottobre 2018, 10:53:58 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Ottobre 2018, 10:42:44 AM
Citazione di: Sariputra il 15 Ottobre 2018, 10:23:55 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Ottobre 2018, 10:19:10 AM
Citazione di: Sariputra il 15 Ottobre 2018, 10:13:45 AMPer approfondire ulteriormente la concezione del mondo come mia rappresentazione posto questo link ad un commento di Diego Fusaro sul tema,..
CARLO Vuoi dire che anche Diego Fusaro è "una tua rappresentazione"?
Ovviamente!... ;D Nota però che non si sta negando l'esistenza del 'materiale' , ma solamente si sostiene che di questo non può darsi che una nostra rappresentazione...
CARLO Certo, quando trasferiamo il "materiale" nel nostro linguaggio, non diventa altro che una nostra rappresentazione. Ma se la mia rappresentazione contraddice la tua, è sicuro che almeno una delle due è falsa (se non entrambe). Quindi non è sufficiente dire che <>, ma dobbiamo chiarire che <>. Per questo la scienza ha scoperto il metodo sperimentale: per scartare le false rappresentazioni ed ammettere solo quelle corrette. ...E, a giudicare dall'enorme successo che essa ha riscosso (nel dominio che le compete), è molto più probabile che abbia ragione lei e non Schopenhauer.
SARIPUTRA E' sempre "corretta" o "falsa" in rapporto alla rappresentazione che se ne fa la mente del "metodo sperimentale". E cos'è questo 'metodo' se non anch'esso una rappresentazione che nasce e si sviluppa sulla base delle percezioni?
CARLO Appunto: esiste il mondo ed esiste quella "giusta rappresentazione" del mondo che noi chiamiamo "verità". Ma se diciamo che <>, occultiamo questa distinzione di soggetto e oggetto con-fondendo indebitamente i DUE enti nel solo concetto nebuloso di "rappresentazione" (o "percezione") e rendendo nebuloso e confuso anche il concetto di "verità", per la gioia dei relativisti. Per cui, come ho ripetuto più volte, dobbiamo correggere il motto di Hume da <> a <<esse est iusta interpretatio perceptionis>>.
SARIPUTRA Infatti , quel che dice S., riportato anche dal Fusaro, e che io condivido è che le "rappresentazioni" sono relative , ma non è relativo il fatto che il 'mondo' è una rappresentazione e, di conseguenza, non è relativo il fatto che l'uomo, unico (per quel che se ne sa...indimostrabile a parer mio) tra tutti gli esseri senzienti, può essere consapevole di questo "processo di costruzione mentale"... cioè di essere l'autore della rappresentazione.
CARLO Questo è solo un "furbetto" gioco di parole per imporre il relativismo come una verità assoluta, cioè per contrabbandare come valida una contraddizione. Infatti, l'affermazione <> è anch'essa una rappresentazione, quindi, a rigor di logica, dovrebbe essere anch'essa relativa. Insomma, se io dico di pesare almeno 70 chili e tu dici che non ne peso più di 30, le nostre due rappresentazioni si contraddicono, e per stabilire quale delle due è falsa non ricorriamo a una terza rappresentazione soggettiva, ma ricorriamo ad una bilancia di precisione; e se essa indicherà 72 chili, non avremo dubbi che la tua rappresentazione è falsa e quindi deve e essere cancellata dal novero delle rappresentazioni corrette. Ergo, è falso anche che <>, ed è vero che <>. Se poi non sempre è facile capire quale sia la corretta interpretazione del mondo, ciò non vuol dire che possiamo fare di tutta l'erba un fascio e accettare indiscriminatamente qualsiasi "rappresentazione". Altrimenti non staremmo qui a discutere se sia più corretta la mia rappresentazione del mondo o quella di Hume-Schopenhauer. Questa è roba da asilo, non da NG di filosofia!

Carlo, dire che anche la scienza è una rappresentazione non significa dire che è inutile o illusoria, significa solamente stabilire il 'limite' di quella rappresentazione mentale , cioè non assolutizzare nemmeno la scienza. Essere consapevoli di ciò non è relativismo, ma semplicemente il porsi su un piano di 'consapevolezza' di questo limite. Questa consapevolezza di essere "costruttori di rappresentazioni" non può essere 'relativismo' perchè il relativismo si pone sul piano delle rappresentazioni, non su quello della consapevolezza/coscienza di questo. Infatti non è 'relativo' che il mondo è una mia rappresentazione (concetto a cui "non ci si può mai sottrarre" dice Schopenauer...).
Non mi sembra un "gioco di parole" furbesco e nemmeno sottintende l'imporre il realtivismo come "verità assoluta", infatti la coscienza che il mondo è una mia rappresentazione mi fa essere consapevole anche del fatto che pure una concezione relativistica non è altro che una mia rappresentazione...

In realtà questo "principio di consapevolezza"  si muove in direzione autonoma sia alla concezione 'assolutistica' che a quella 'relativistica' delle rappresentazioni, a mio parere (una sorta di "coscienza critica", se così si può dire, che ambedue sono  solo rappresentazioni)...e fatto risuonare da me, oggi, come ruggito di virile leone ( che ha visto le leonesse andarsene con un altro leone...).
#598
Riflessioni sull'Arte / Re:Arte moderna?
15 Ottobre 2018, 12:04:54 PM
Citazione di: sgiombo il 15 Ottobre 2018, 11:42:43 AM
Citazione di: Sariputra il 15 Ottobre 2018, 09:29:24 AMcit.Sgiombo: Beh, l' avevo ben capito quali erano i fini "meno nobili": vecchio satiro! Ma se sono innocuo come un cucciolo di barboncino!!.. ;D ;D Con "meno nobili" intendevo la mia inconfessata intenzione di approfittare del viaggio a Venezia per fare un'abbuffata dei famosi 'bussolai', i deliziosi biscotti ripieni tipici della città lagunare... ;)
Caspita, devo confessare la mia colpevolissima e deprecabile ignoranza dei bussolai: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa! MI sa che per Natale "accontento mia moglie" (o meglio: spero che creda che lo faccio per lei) per tornare a Venezia a gustarmeli.

Accontentare le mogli è il primo dovere di un buon marito... ;D  
A parte gli scherzi, Venezia è una città realmente meravigliosa ( benché bistrattata in modo ignobile...), ricca di suggestioni e 'misteri'; di storie ai confni tra realtà e leggenda. E' senza automobili e, se si evitano i sovraffollati vaporetti, perdendosi camminando tra le calli più nascoste, rivela sempre angoli nuovi o scorci di mare, alla fine di stretti budelli che paiono ormai diroccati, capaci di suscitare in noi quasi una sorta di commozione... :)
#599
Citazione di: sgiombo il 15 Ottobre 2018, 11:37:13 AMGrazie, Sari per avermi risparmiato di rispondere a CP (condivido le tue risposte, salvo preferire l' uso del termine "coscienza" per "mente"). Ho cominciato a leggere Dieci lezioni sul buddismo di Pasqualotto, ed é certamente interessante (penso che te ne parlerò brevemente (spero per tutti e due!) in messaggi privati.

Sì, io uso di solito il termine 'mente', ma dovrei più correttamente usare il termine buddhista vinnana (che però non ha esattamente lo stesso identico significato del nostro termine 'coscienza'...in quanto comprende anche il significato di "nutrimento" e di "spazio/serbatoio/raccolta). Il termine mente è però più comprensibile per tutti, meno "specialistico"...
#600
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Ottobre 2018, 11:07:38 AM
Citazione di: Sariputra il 15 Ottobre 2018, 10:53:58 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Ottobre 2018, 10:42:44 AM
Citazione di: Sariputra il 15 Ottobre 2018, 10:23:55 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Ottobre 2018, 10:19:10 AM
Citazione di: Sariputra il 15 Ottobre 2018, 10:13:45 AMPer approfondire ulteriormente la concezione del mondo come mia rappresentazione posto questo link ad un commento di Diego Fusaro sul tema,..
CARLO Vuoi dire che anche Diego Fusaro è "una tua rappresentazione"?
Ovviamente!... ;D Nota però che non si sta negando l'esistenza del 'materiale' , ma solamente si sostiene che di questo non può darsi che una nostra rappresentazione...
CARLO Certo, quando trasferiamo il "materiale" nel nostro linguaggio, non diventa altro che una nostra rappresentazione. Ma se la mia rappresentazione contraddice la tua, è sicuro che almeno una delle due è falsa (se non entrambe). Quindi non è sufficiente dire che <>, ma dobbiamo chiarire che <>. Per questo la scienza ha scoperto il metodo sperimentale: per scartare le false rappresentazioni ed ammettere solo quelle corrette. ...E, a giudicare dall'enorme successo che essa ha riscosso (nel dominio che le compete), è molto più probabile che abbia ragione lei e non Schopenhauer.
SARIPUTRA E' sempre "corretta" o "falsa" in rapporto alla rappresentazione che se ne fa la mente del "metodo sperimentale". E cos'è questo 'metodo' se non anch'esso una rappresentazione che nasce e si sviluppa sulla base delle percezioni?
CARLO Appunto: esiste il mondo ed esiste quella "giusta rappresentazione" del mondo che noi chiamiamo "verità". Ma se diciamo che <>, occultiamo questa distinzione di soggetto e oggetto con-fondendo indebitamente i DUE enti nel solo concetto nebuloso di "rappresentazione" (o "percezione") e rendendo nebuloso e confuso anche il concetto di "verità", per la gioia dei relativisti. Per cui, come ho ripetuto più volte, dobbiamo correggere il motto di Hume da <> a <<esse est iusta interpretatio perceptionis>>.

Infatti , quel che dice S., riportato anche dal Fusaro, e che io condivido è che le "rappresentazioni" sono relative , ma non è relativo il fatto che il 'mondo' è una rappresentazione e, di conseguenza, non è relativo il fatto che l'uomo, unico (per quel che se ne sa...indimostrabile a parer mio) tra tutti gli esseri senzienti, può essere consapevole di questo "processo di costruzione mentale"... cioè di essere l'autore della rappresentazione.


Schop. amava molto gli animali (molto più dell'uomo...) e arriva ad affermare che ogni essere senziente, a parer suo, si 'rappresenta' il mondo. E' una cosa che , a rifletterci, fa perdere il senno, da quanto è bella questa immagine...