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Messaggi - Jacopus

#586
Il concetto di "doppio legame" è stata una geniale intuizione di G. Bateson, per descrivere quelle situazioni psicopatologiche nelle quali qualsiasi risposta si formula, sarà una risposta erronea. Il caso tipico è quello della madre che compra un paio di scarpe nere al figlio. Il figlio le indossa e la madre lo guarda delusa: "ma allora non ti piacciono più le scarpe marroni?" e viceversa.

Il capitalismo si trova in una situazione simile come lucidamente scrive E. Severino:
"O il capitalismo perviene realmente alla propria distruzione - giacchè considerato separatamente dalla innovazione tecnologica, esso è una forma di produzione destinata a distruggere la Terra, sì che il capitalismo, distruggendo la propria base naturale, distrugge sè stesso - oppure il capitalismo si convince del proprio carattere distruttivo e finisce con l'assumere come compito non più il semplice profitto, ma la sintesi tra profitto e salvezza della Terra- e anche in questo caso il capitalismo perviene alla propria distruzione, perché assume uno scopo diverso per cui il capitalismo è capitalismo".
Un po' tranchant ma di una lucidità tale, come solo il maestro poteva permettersi.
#587
Personalmente incornicerei sulla bacheca virtuale del forum o come brano di benvenuto, il commento di Iano. Di una umanità così bella ed anche rara di questi tempi. Un grande abbraccio.
#588
Bob. Un tentativo encomiabile di migliorare il forum, e, insieme, una riflessione centrale: come conciliare il diritto di scrittura universale con la competenza? Temo però che la soluzione non sia semplice. Basta pensare ai dissidi che ci sono stati fra me e te. Non c'era competenza? Non credo, nè da parte mia, nè da parte tua. Nonostante ciò la discussione è spesso degenerata per la difficoltà a comprendere le ragioni altrui. Avendo per un po' frequentato il mondo accademico ho constatato che spesso, anche a quei livelli di alta competenza, agisce la competizione, il narcisismo, l'incapacità di dire all'interlocutore: "hai ragione!". Immagina qui. Il meglio che possiamo fare è discutere con chi riteniamo possa darci qualcosa nella discussione e lasciar perdere chi invece, per i toni, la supponenza, la stravaganza dei temi o semplicemente l'ignoranza, non può aiutarci in questo cammino di riflessioni digitali. Il difficile, credo sia comunque accettare ciò che gli altri hanno da dire e sforzarsi di trovarci qualcosa di utile e di interessante o magari per interrogarci sul nostro modo di confrontarci. Come tu dici, è importante restare in bilico fra aristocrazia e democrazia, ma è un esercizio da svolgere nella pratica quotidiana. Individuare delle regole che selezionino e poi valutino continuamente gli interventi sulla base del loro valore, diventerebbe un ulteriore motivo di dissonanze, litigi e cacofonie. Il livello culturale medio di una società non possiamo certo svilupparlo a partire da un forum di filosofia, ma quello che tu aspiri è proprio una società con un livello culturale medio sufficientemente alto da eliminare, proprio a partire da ciò, quella fastidiosa cacofonia che tutti noi avvertiamo. Del resto è il prezzo della libertà, come tu giustamente osservi. Una libertà "facilitata", non tanto una libertà senza più doveri. Il focus è dato da una libertà che implica l'assenza di sforzo per capire e comprendere la realtà. Al punto che ormai mi aspetto che le persone esigano che la realtà comprenda loro, in un rovesciamento dei ruoli che è esilarante è drammatico nello stesso tempo. In questo oceano "babelico" vi è questo piccolo natante chiamato "riflessioni". Sta a noi curarlo e trattarlo bene e magari anche perdonare e comprendere le "sparate" di qualche partecipante ( e lo dico in primo luogo a me stesso). Faccio un esempio di buon forumista, anzi due: Ipazia e Phil. Nei loro interventi non attaccano mai la persona, ma sempre i concetti, i principi, i temi che il loro interlocutore ha esposto. Penso che già avere questa accortezza, migliorerebbe il forum. Altra qualità importante, è anch'essa in via d'estinzione: l'umiltà. Sui temi di cui discutiamo vi è una tradizione di studi millenaria. Ci sono persone che leggono da mattina a sera su quell'argomento. Noi siamo solo degli appassionati lettori che si scambiano delle idee, ma dovremmo farlo con umiltà, poiché la nostra conoscenza è limitata (unica eccezione Eutidemo in campo giuridico😸). Insomma più che una nuova costituzione propongo la riscoperta di alcune regole di buona conversazione.
Infine. Problema dei moderatori. I moderatori, in virtù del loro ruolo, sembrano essere più potenti e autorevoli degli altri, attirandosi delle antipatie. Però nelle discussioni il moderatore è allo stesso livello degli altri. Se talvolta fa un richiamo lo fa nell'interesse di mantenere un minimo di ordine, senza però cadere nell' autoritarismo. Anche da moderatore è evidente il conflitto da mediare fra competenza e libertà di espressione.
#589
Tematiche Spirituali / Re: La mela di Eva
20 Gennaio 2024, 22:34:26 PM
Mi accodo ad Ipazia. Aggiungo che originariamente le specie "umane", gli ominini della paleontologia, sono davvero tante, ma la competizione fra di loro è avvenuta secondo le dinamiche della teoria evoluzionistica sintetica e non in altri modi.
#590
Credo che l'eterno ritorno di Nietzsche non abbia nulla di spirituale ma sia una trans valutazione sia dello spirito che della natura. Oltre la descrizione ciclica antica ma anche oltre la descrizione escatologica successiva. In questa "esplosione" vitale sta il bello e il brutto di Nietzsche. Un autore difficile da maneggiare e difficile da far schierare a destra come a sinistra. Nella mia personale bacheca filosofica è una specie di confine, come una sorta di ultimo filosofo in grado di filosofare, apparentemente, in modo creativo. Anche in questo cercando di restare fedele al concetto di "eterno ritorno" come cancellazione della tradizione storica e filosofica.
#591
Anche secondo me, rispetto all'eterno ritorno, l'interpretazione giusta è quella di Green. La scommessa è quella di riuscire a cambiare perfino il passato per non lasciarsi condizionare e creare così le premesse di una umanità che va oltre perfino la sua storia. Un compito paradossale ma che spiega bene un punto centrale di Nietzsche. Ed anche la sua valutazione (negativa) della storia dell'uomo, ritenuta il vero freno inibitore della sua forza vitale.
#592
Bobmax, sei in grado di vedere te stesso quando giudichi gli altri?  Oppure vedi solo le pagliuzze? Rispetto al discorso sul perdono avevo distinto fra il male che  è il male dell'uomo sull'uomo dal male di vivere che inizia quando si nasce e non può essere eliminato. Il primo deve avere un responsabile e deve avere una risposta dagli umani in carne ed ossa, altrimenti è, lo ribadisco, metafisica.
#593
Accidenti bob, che spirito conciliante portato al perdono. Invidiabile. Ti chiedo di leggere il mio precedente post dove c'è la
Risposta alla tua domanda.
#594
CitazioneNon è il male a non esistere, è il colpevole.

Non mi sembra poi così difficile distinguere le due cose...

Ed è il male assoluto, la sua possibile realtà, a sfidarci.

E anche questo non mi sembra sia così difficile...
Senza colpevole non esiste neppure il male, a meno che non si voglia interpretare il male in modo metafisico, il che non è possibile, quando si viene assassinati.
#595
Il perdono ha come precondizione il male. Bisogna distinguere due tipi di male, che spesso si confondono consapevolmente, strumentalizzando, oppure inconsapevolmente. Il male naturale è il primo, un male rispetto al quale non è possibile fare altro che sottomettersi e che si chiama morte con le sue innumerevoli maschere. Il secondo è il male dell'uomo sull'uomo, da Caino in poi. Bisogna quindi perdonare Caino e le sue innumerevoli maschere (come lo stupratore di bambine). Il perdono più che un atto, dovrebbe essere pensato come processo. È vero ci può essere il perdono del "grande buono" come il principe Myskin, ma ciò non esclude che il perdono dovrebbe essere una pratica sociale prima di essere una virtù o un "talento" dei saggi. È la società che dovrebbe insegnare il perdono come processo. E come accenna Aspirante ciò può accadere solo quando non si ragiona più sul colpevole ma sulla situazione e sulla necessità di conciliare la responsabilità individuale (ineliminabile) e la responsabilità collettiva. Solo quando l'una non elide l'altra allora il perdono diviene un frutto che migliora la società in profondità e in modo duraturo, evitando il principio pericoloso e ambivalente del perdono come sacrificio. Il perdono non è una rinuncia ma la costruzione di un nuovo noi, e per far questo bisogna unire la vittima e il carnefice, il primo affinché non si nutra di vendetta e il secondo affinché chieda di essere perdonato e chieda il motivo del suo "essere carnefice".
#596
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
16 Gennaio 2024, 17:12:33 PM
Ulteriore precisazione sulle portaerei. Ebbene sì, ho usato un'iperbole. Usata proprio per sottolineare la disparità di forze attualmente in campo. Non sono particolarmente pro-USA, ma a scanso di equivoci occorre constatare che la potenza militare USA è estremamente più alta di ogni altro paese. Se a ciò aggiungiamo quella degli altri paesi NATO, la disparità è grandissima. Ciò non vuol dire vincere una guerra a suon di bombe atomiche, ma significa vincere (ancora per qualche anno, decennio, secolo?) le guerre a bassa intensità che si ripetono dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, con qualche scacco (Vietnam), ma con in mano ancora gran parte del potere del mondo. Questa disparità di forze convenzionale è ben rappresentata proprio dalle portaerei americane, dalla loro stazza e dal loro numero. Tanto per fare un paragone. La prima portaerei italiana (Garibaldi) ha una stazza di 15.000 tonnellate o giù di lì, le ultime americane superano le 100.000. Gli USA hanno 11 di questi bestioni in giro per il mondo ed altre quattro in costruzione. La seconda di questa classifica è la Cina con 3 (ma di dimensioni minori). Giusto per capire la differenza di potenza militare, che diventa anche potenza economica e politica, ovviamente, specialmente se serve a controllare i mari, che sono intimamente connessi con il commercio.
#597
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
15 Gennaio 2024, 21:07:38 PM
Una precisazione strettamente tecnica. Le portaerei americane sono "fuori misura" e possono fare qualsiasi cosa, controllare rotte, conquistare stati, deportare popolazioni, iniziare la terza guerra mondiale e vincerla. In sovrappiù sono affondabili solo usando una bomba atomica (forse). Che vi sia una inequivocabile decadenza dell'impero americano è evidente, ma siamo ancora, mutatis mutandis, all'epoca di Marco Aurelio, non all'epoca di Romolo Augustolo.
Gli unni cinesi peró si stanno preparando bene, visto che le loro ultime portaerei iniziano a pesare 80.000 tonnellate, vicino allo standard americano di 100.000.
#598
Attualità / Re: Donazione rifiutata
13 Gennaio 2024, 14:57:53 PM
Un gesto coerente ed anche coraggioso, ma è un papa circondato da nemici dentro e fuori la Chiesa. Su Woytila grande statista, effettivamente lo era, uno statista temporale, nella grande tradizione dello stato della Chiesa. Niente a che vedere con Dio in ogni caso ( ricordo in particolare le affettuose foto fatte insieme ad un macellaio cileno).
#599
Tematiche Filosofiche / Re: Logica e Verità
12 Gennaio 2024, 21:08:51 PM
Sono d'accordo sui limiti della logica relativamente alla verità, soprattutto se si è dualisti, ovvero se si ritiene che le leggi fisiche non siano applicabili all'uomo in quanto soggetto etico.
#600
Tematiche Filosofiche / Re: Autorità e Verità
08 Gennaio 2024, 19:25:01 PM
Si può affrontare il problema dell'autorità fondata sulla verità come un processo che avanza per stadi. La verità non potendo essere contraddicibile è un assoluto e nel corso della storia dell'uomo quell'assoluto è stato interpretato da ideali che si sono susseguiti, come una specie di dinastia: Natura (pensiero greco), Dio (pensiero giudaico-Cristiano), Uomo/sovrano (pensiero moderno da Cartesio-Hobbes fino ai totalitarismi), Tecnica (pensiero post-moderno). Passaggi che non sono netti e che si sovrappongono, visto che la Tecnica è un dono prometeico e quindi che esisteva già nella cultura greca. Ma la traiettoria è questa e implica l'assunzione di ruolo dominante da parte dell'ideale sovrano di quel momento storico.
Il problema consiste nel fatto, che a differenza degli altri stadi, il passaggio del dominio della tecnica non è stato pensato a sufficienza e pertanto non può essere contrastato. A questo pensiero dominato dall'assoluto attraverso diversi cromatismi, come opporsi? Oppure, dobbiamo davvero opporci? Forse questo desiderio di assoluto che si ripete nei secoli, è semplicemente il desiderio di sconfiggere la morte. Ma qualcosa mi dice che non è così, che è necessario saper distinguere i vari tipi di assolutismo.