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Messaggi - doxa

#586
Riflessioni sull'Arte / Camera del podestà
03 Marzo 2023, 11:10:54 AM
A San Gimignano (provincia di Siena) sulla piazza del duomo prospettano, tra gli altri,  la chiesa collegiata, il Palazzo comunale, detto anche "Palazzo del popolo" o "Palazzo nuovo del podestà", e il Vecchio Palazzo del Podestà. 


San Gimignano, piazza Duomo, sulla destra  la chiesa collegiata, al centro il Palazzo comunale, con a fianco la "Torre grossa" (sulla destra) e la "loggia del Comune" (sulla sinistra).

Il Palazzo comunale fu costruito nel 1288 ed ampliato nel 1323. Ospita il museo civico con numerose opere d'arte.

Nell'edificio c'è anche la cosiddetta "Camera del Podestà",  con dipinti in affresco.


"Camera del Podestà"


"Camera del Podestà"

Ci sono affreschi dedicati a scene di caccia e tornei cavallereschi, eseguiti nel 1290 circa dal pittore Azzo di Masetto.

Un ciclo di affreschi è invece dedicato all'iniziazione amorosa di un giovane, realizzato tra il 1305 e il 1311 dal pittore senese Memmo di Filippuccio, suocero del più noto pittore Simone Martini, che nel Palazzo pubblico di Siena dipinse in affresco la "Maestà" (che occupa tutta la parete Nord della "Sala del mappamondo"). 

La narrazione pittorica è articolata in due settori:

sulla parete sinistra  sono rappresentati episodi amorosi dagli esiti infausti, nelle quali sono riconoscibili alcuni personaggi:  il filosofo Aristotele, innamorato della cortigiana Fillide;  i danteschi Paolo e Francesca,  mentre leggono il "libro galeotto".

Sulla parete destra, in contrapposizione,  ci sono scene di vita coniugale, in un ambiente domestico tipicamente medievale.

Interessanti gli ultimi due ultimi riquadri.

Nella prima scena la giovane coppia è nella tinozza  per l'abluzione. I due si guardano e si carezzano, alla presenza di altre persone.



Nella scena successiva la  donna è già distesa nel talamo,  il marito scosta le coperte per mettersi a letto, la fantésca (= domestica, oggi detta collaboratrice familiare) chiude la tenda per celare ad altri sguardi l'intimità della coppia.


Il letto nuziale

Nel Medioevo non dormivano distesi, come avviene oggi, ma in posizione quasi seduta, con alti cuscini che sorreggevano il busto e la testa.

Il termine "testata" del letto  deriva dal fatto che vi si poggiava la testa; idem "spalliera" del letto: cosiddetta perché  il/ la dormiente vi poggiava le spalle.

Quelle abitudini avevano  motivazioni sia culturale  sia pratica.

Culturale per il riferimento alla morte: ai superstiziosi la posizione distesa, supina, evocava quella della salma, e la morte veniva esorcizzata.

Il motivo pratico: la posizione quasi seduta favoriva la digestione e scongiurava gli effetti  del reflusso gastro-esofageo, di cui soffrivano molte persone in quei secoli a causa di diete alimentari disordinate, oltre che dall'assunzione di cibi non sempre di buona qualità.
#587
Riflessioni sull'Arte / Re: Rainbow
22 Febbraio 2023, 21:29:41 PM
Nel precedente post ho scritto
Citazione"L'Iris è un bel fiore, che gli antichi Greci usavano piantare vicino le tombe perché l'omonima dea dell'Olimpo era connessa anche con la morte. Accompagnava le anime delle donne defunte  nel regno dei morti. Infatti fu lei a prendere l'anima della regina Didone di Cartagine, suicida per amore di Enea che l'aveva abbandonata, come racconta Virgilio nell'Eneide (versi 688-705)

Di solito il suicidio causato dall'amore non corrisposto avviene nell'età adolescenziale.

Poi l'individuo matura, entro di sé riesce a creare la "corazza psicologica" ed affronta altre relazioni di coppia, altre delusioni, abbandoni, periodi di lutto psicologico, successivamente si apre di nuovo alla vita e a nuovi amori, senza pensare al suicidio.

Il mito e l'antica letteratura greca narrano che la fenicia Didone o Elissa (altro nome di quella sovrana) non era una pùbere quando incontrò il troiano, Enea.


Prima di diventare regina di Cartagine (fondata secondo il mito nell'814 a. C.), Didone era stata regina di Tiro (città nell'attuale Libano) ed aveva un marito, di nome Sicheo.

ll fratello di Elissa, Pigmalione, desideroso del trono di Tiro, fece uccidere Sicheo e prese il potere.

La donna, con altri fuggiaschi, dopo varie peripezie sulle coste del Nord Africa, dal re dei Getuli (popolo nomade nell'antica Libia), di nome Jarba o Giarba, ebbe il permesso di insediarsi nel territorio dove fondò la città di Cartagine.

Durante la propria vedovanza, Didone venne insistentemente richiesta in moglie da alcuni capi tribù della Numidia, ma scelse di sposare in seconde nozze Barca, uno dei suoi seguaci fuggiti con lei da Tiro.

Dopo aver finto di accettare le nozze, Didone si uccise con una spada, invocando il nome di Sicheo, il suo primo marito.

La mitologia riguardante Didone venne rielaborata da alcuni storiografi romani per dare la giustificazione all'origine delle guerre tra Roma e Cartagine. Successivamente il poeta Virgilio scrisse la sua versione del mito, diventato celebre nei secoli.

Nella versione virgiliana, Cupido istigato da Venere fa nascere l'amore tra Didone ed Enea, giunto naufrago a Cartagine con i suoi seguaci (I e IV libro dell'Eneide).

"Improbe amor, quid non mortalia pectora cogis! (= Amore ingiusto, a cosa non spingi i cuori dei mortali !)
(Virgilio, Eneide, IV, 412). Questo verso riassume il dramma raccontato nel IV libro dell'Eneide, che narra la triste vicenda dell'amore della regina Didone per Enea.




Enea e Didone, affresco nella "Casa del citarista", Pompei, III stile: 10 a. C. – 45 d. C..

Dopo un po' di tempo il fato volle l'interruzione di quel rapporto d'amore.

Giove, tramite Mercurio, impose all'eroe troiano la partenza da Cartagine per giungere con i suoi compagni sulla costa laziale.

Enea lascia Didone. Lei prima lo supplica, poi lo maledice ed infine, disperata, si trafigge con la spada che l'eroe troiano le aveva donato e si getta nel fuoco di una pira sacrificale, questa la versione dell'Eneide virgiliana.
#588
Riflessioni sull'Arte / Re: Rainbow
16 Febbraio 2023, 18:16:02 PM
La dea Iris della mitologia greca è denominata "Iridis" nella mitologia  di epoca romana,  e nella lingua italiana Iride: questo nome  è usato nell'oculistica per indicare la parte colorata dell'occhio con al centro la pupilla; nella fisica per definire lo spettro solare; nella botanica per designare le iridacee .


L'Iris è un bel fiore, che gli antichi Greci usavano piantare vicino le tombe perché l'omonima dea dell'Olimpo era connessa anche con la morte. Accompagnava le anime delle donne defunte  nel regno dei morti. Infatti fu lei a prendere l'anima della regina Didone di Cartagine, suicida per amore di Enea che l'aveva abbandonata, come racconta Virgilio nell'Eneide (versi 688-705). Perciò l'Iris nella simbologia dei fiori significa la fine di un amore. Ma può finire l'amore passionale ?
#589
Riflessioni sull'Arte / Re: Rainbow
16 Febbraio 2023, 17:52:29 PM


Marco Tullio Cicerone nella teologica "De natura deorum" (= La natura degli dei):
"... Perché allora non porre fra gli dèi anche la figura dell'arcobaleno; bello è il suo aspetto e appunto per questo, quasi a significare ch'esso è provocato da una causa che desta stupore, è detto figlio di Taumante. Ora, se l'arcobaleno è un dio, che farai con le nubi; è un fatto che l'arcobaleno è costituito dalle nubi assumenti determinati colori; e si dice che una di esse abbia generato i centauri. Ma divinizzare le nubi significa divinizzare i fenomeni meteorologici consacrati nei rituali del Popolo Romano. Di conseguenza le piogge, le bufere, le tempeste, gli uragani saranno da considerarsi alla stregua di altrettante divinità: del resto i nostri comandanti quando si mettono in mare sono soliti immolare una vittima ai flutti. ..." (3, 51)

Virgilio nel suo poema epico "Eneide": "... come sulle nuvole l'arco (arcobaleno) mille colori diversi proietta contro il sole..." (5, 88).

Ed ancora nell'Eneide:  Giunone invia Iris verso la flotta iliaca. La messaggera scende veloce dall'arco multicolore per incitare le troiane a dare alle fiamme la flotta di Enea ((V, 604 – 610).

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#590
Riflessioni sull'Arte / Re: Rainbow
16 Febbraio 2023, 17:29:56 PM


Arcobaleno: parola composta da "arco" + "baleno".
Il sostantivo baleno deriva dal verbo balenare,  sinonimo di lampeggiare; in questo caso si riferisce al fenomeno luminoso che accompagna le scariche elettriche nell'atmosfera, cioè alla breve e rapida emissione di luce intensa che accompagna il fulmine.

Fin dall'antichità l'arcobaleno è  fonte d'ispirazione per poeti, narratori e pittori, nell'antichità fu oggetto di  miti e leggende.

L'antico scrittore greco Esiodo (VIII – VII sec. a. C.) nel suo poema mitologico "Teogonia" dice che la dea Iris è messaggera degli dei e personificazione dell'arcobaleno. Come abito indossa il chitone con gocce iridescenti di rugiada, ha calzari alati ed ali d'oro. Suo attributo,  il bastone araldico. La mansione: annunciare all'umanità messaggi funesti;  per quelli propizi da parte degli dei era addetto il dio Hermes.



La dea Iris è citata nell'Iliade: Zeus ..."Subito spediva con un messaggio Iris dalle ali d'oro: / 'Vai, Iris! Falle tornare indietro, non lasciare / che mi vengano davanti! Non sarebbe bello, se combattessimo! ... (VIII, 397 e segg.).

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#591
Riflessioni sull'Arte / Re: Rainbow
16 Febbraio 2023, 09:22:56 AM
Negli anni 1912 – 1913 il pittore futurista Giacomo Balla, durante il suo soggiorno in Germania, a Dusseldorf, frequentò l'ambiente artistico tedesco e fece degli esperimenti con la rifrazione della luce, il cui archetipo è il "prisma di Newton": un disco composto da sette comparti colorati secondo i colori dell'arcobaleno. Facendolo ruotare, il disco mescola la luce riflessa da diversi colori e si ottiene l'illusione che tendano alla "fusione" tra loro e generare un'unica luce bianca.

Quel disco prende il nome dal suo inventore: Isaac Newton: il 16 febbraio 1672 scrisse un articolo sugli esperimenti che stava conducendo dal 1666 con la rifrazione della luce attraverso prismi di vetro. Riuscì a individuare i sette colori primari: rosso, arancione, giallo, verde, blu, viola e indaco. Sono detti primari perché non possono essere modificati da ulteriori rifrazioni.



Un prisma separa per rifrazione la luce nei colori che compongono lo "spettro visibile": è lo spettro elettromagnetico, compreso tra il rosso e il violetto ed include i colori percepibili dall'occhio umano.

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#592
Riflessioni sull'Arte / Re: Rainbow
16 Febbraio 2023, 09:16:36 AM
L'arcobaleno è un fenomeno naturale di rifrazione e riflessione della luce in rapporto alla posizione del Sole e alla dimensione delle gocce d'acqua; appare solo con determinate condizioni meteorologiche.

E' raffigurato con sette colori, e con significati culturali diversi: in Italia è simbolo di pace, negli U.S.A simboleggia la rivendicazione alla diversità sessuale.

In ebraico arcobaleno si dice qesher ed anche qesèt.

Nella Genesi, (9, 12 – 17) dopo la fine del "diluvio universale", Dio come segno di alleanza con l'umanità fa apparire l'arcobaleno.
 


Da quel mitico evento, venne assegnato all'arcobaleno un significato simbolico-religioso, anzi teologico: è il segno della riconciliazione divina con la terra, non solo con l'umanità ma con tutta la creazione. Ecco perché nella tradizione ebraica questo fenomeno naturale viene salutato recitando una speciale preghiera che benedice Dio perché "si ricorda del patto, è fedele e mantiene la Sua parola".

Per il profeta Ezechiele l'arcobaleno è il termine di paragone della luminosità che emana dalla gloria divina, che gli appare in una visione straordinaria tra fiamme di fuoco e creature angeliche, tra pietre preziose e lampi.

Ezechiele vide che Dio "Era circondato da uno splendore simile a quello dell'arcobaleno fra le nubi in un giorno di pioggia. Così percepii in visione la gloria del Signore" ( Ez 1, 27 – 28).

Nel Siracide, testo che fa parte della Bibbia cattolica (LXX e Vulgata) ma non di quella ebraica (Tanakh) né di quella protestante perché considerato apocrifo, ci sono due riferimenti all'arcobaleno:

1."Osserva l'arcobaleno e benedici colui che lo ha fatto: quanto è bello nel suo splendore !. Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, lo hanno teso le mani dell'Altissimo" (43, 11 – 12).

2. "Come un astro mattutino fra le nubi, / come la luna nei giorni in cui è piena, / come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, / come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria,[...]" (50, 6 – 7).

L'evangelista Giovanni nell'Apocalisse dice che "Un arcobaleno simile nell'aspetto a smeraldo avvolgeva il trono" di Dio (4, 3). In seguito aggiunge: "Poi vidi un altro angelo potente, discendere dal cielo avvolto in una nube; sopra il suo capo c'era l'arcobaleno" (10, 1).
 


un solo arcobaleno rappresenta simbolicamente la realtà fisica, il secondo arcobaleno, invece, simboleggia la spiritualità:
i due arcobaleni insieme alludono alla fusione e l'equilibrio di Cielo e Terra, materiale e spirituale.

Il filosofo greco Alessandro di Afrodisia, vissuto tra la fine del II secolo d. C. e i primi decenni del III sec. d.C., descrisse il fenomeno che appare quando ci sono due archi di arcobaleno: la zona di cielo al di sotto dell'arco principale, l'inferiore, appare più luminosa di quella al di sopra.

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#593
Riflessioni sull'Arte / Rainbow
16 Febbraio 2023, 09:09:37 AM



Da domani, 17 febbraio, al "Mudec" (= Museo delle Culture) di Milano (Via Tortona 56), si può vedere la mostra titolata: "Rainbow. Colori e meraviglie fra miti, arti e scienza", visitabile fino al 2 luglio.

L'esposizione è basata su diverse narrazioni collegate all'arcobaleno, considerato fenomeno naturale, ma anche scientifico, antropologico e storico-artistico.

In Asia, Australia, Africa e nelle Ande l'arcobaleno viene rappresentato come un serpente, anche bicefalo, che regola le acque cosmiche.

Nella mitologia norrena e in altre culture l'effimero arcobaleno era considerato ponte di collegamento tra la Terra e il cielo, tra la materialità e la spiritualità.

Anche per la mitologia greca l'arcobaleno è un ponte: Iride (in greco Iris) è la messaggera degli dei e personificazione dell'arcobaleno, che la dea crea come sentiero per spostarsi fra cielo e Terra. E' vestita di "iridescenti" gocce di rugiada.

Iris è citata nell'Iliade e nel quinto libro dell'Eneide.

Per la luminosità di colore variabile la membrana dell'occhio fu denominata "iride".
 

Pierre-Narcisse Guérin, Morfeo e Iris, olio su tela, 1811, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo.

Questo dipinto del francese Guérin rappresenta Morfeo, il dio dei sogni, addormentato, con le braccia distese sopra la testa; è sorpreso nel sonno da Iris, accompagnata dal piccolo Eros.

Morfeo, nelle sue apparizioni notturne, prendeva le forme delle persone o delle cose sognate dall'umanità. Quando inviava sogni portava con sé un mazzo di papaveri con il quale sfiorava le palpebre dei dormienti e donava loro realistiche illusioni.

Esiodo nella sua "Teogonia" dice che i sogni erano personificati dagli "Oneiroi", deità minori e figli della Notte, in greco antico "Nyx", nella mitologia romana "Nox".

Nell'Iliade e nell'Odissea la divinità che personificava il sogno era "Oniro", figlio di Hypnos, dio del sonno.


 

William-Adolphe Bouguereau: "La Notte", dipinto a olio, 1883, Hillwood Museum and Gardens, Washington DC, U.S. A.

Nox, la dea che personifica la notte terrestre, è descritta con ali nere e drappeggi neri. Ma in questo dipinto il pittore francese Bouguereau l'ha raffigurata senza ali, semicoperta da un drappeggio nero, mentre fugge dai corvi che la vogliono assalire.

Nox era contrapposta ai suoi figli: Etere (la luce), ed Emera (il giorno).

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#594
Ultimo libro letto / Re: Leggere romanzi è utile ?
14 Febbraio 2023, 15:19:48 PM
Gentile Sapa,
Quando ti accingerai a leggere Proust armati di pazienza...




#595
Ultimo libro letto / Re: Leggere romanzi è utile ?
13 Febbraio 2023, 17:12:03 PM
Buon pomeriggio "aspirante filosofo". Oggi ti promuovo ! Da aspirante a cultore di saggezza, consacrato alla filosofia per essere libero.  Perciò puoi abbreviare il tuo nick in "filosofo 58".  ???
Ovviamente sto scherzando !

Scrisse Rabàno Mauro, monaco di epoca carolingia, che fu abate di Fulda e arcivescovo di Magonza: "Ti chiedo di non disprezzare, da ingrato, la fatica dello scrivere, l'energia che ci vuole per salmodiare, l'applicazione e la cura necessarie per la lettura" (Carmi 38, pag. 196, ll, 2- 4).  :)
 
 Queste parole di Rabàno invitano il lettore a non disprezzare la fatica dell'autore del testo (per esempio un romanziere) del quale il lettore può beneficiare.
 
 Certamente la lettura di un romanzo o un libro di fantascienza possono indurre a riflettere e trarne un nuovo e più ampio orizzonte. Infatti numerosi studi dimostrano che leggere aumenta le nostre capacità cognitive e stimolano il nostro pensiero analitico.
 
 La lettura di un romanzo può suscitare l'immaginazione, ma solo leggendo saggi e monografie (non fictional books) si riceve maggior beneficio conoscitivo di tipo specifico.
 
 Secondo te la "Commedia"  dantesca, che è un capolavoro letterario, un poema didattico-allegorico, per un non credente è utile per conoscere l'inesistente struttura dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso ?
 
 Apprendere notizie dai romanzi storici ? Dopo averli letti non ti viene il dubbio sulla loro veridicità ? Il romanzo storico è un genere "ibrido" e il lettore sa (o dovrebbe sapere) che non sta leggendo un saggio di storia.
 
 Per esempio, io non ho mai letto i romanzi storici di Valerio Massimo Manfredi; lessi "Lucrezia Borgia" di Maria Bellonci, ma subito dopo acquistai un libro con la biografia "storica" della Borgia.
 
 Lo so, anche la storia viene manipolata dagli storici, la neutralità è difficile. Ma un tragico evento lascia poco margine all'interpretazione.
 
 Anche "I promessi sposi" è un romanzo storico. Il personaggio realmente esistito è soltanto la "monaca di Monza", non Renzo, non Lucia. Comunque dopo aver letto il romanzo manzoniano ho esaudito il mio desiderio di andare a Lecco, che è "Quel ramo del Lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotti di monti" per imbarcarmi sul battello e andare nei luoghi dell'ambientazione.
 
 Certamente un bravo autore di romanzi storici è capace di descrivere il contesto di un'epoca, di far conoscere gli usi e la quotidianità delle persone lontane nel tempo.


Un bel saluto anche ad Ipazia. Leggo sempre con attenzione ciò che scrivi  :-*

Si, sono d'accordo con te. Un romanzo ben scritto è avvincente. Ho fatto l'esempio de "I promessi sposi", ma è soltanto fiction. Però se aiuta psicologicamente a "star bene", perché no ?

#596
Ultimo libro letto / Re: Leggere romanzi è utile ?
10 Febbraio 2023, 21:25:49 PM
Scrivere significa costruire dal nulla una trama, che può piacere o meno a chi la legge.

Il testo può assumere un significato diverso dall'intenzione creatrice dell'autore, secondo la sensibilità del lettore.

E' il rischio che ogni scrittore sa di poter incontrare, come quando viene lanciata una bottiglia tra le onde del mare e non sa da chi verrà raccolta.

Io di solito non leggo romanzi ma biografie,  brevi racconti,  saggistica.

Purtroppo, erroneamente, si considera la narrativa il "vertice" della scrittura. Invece è necessario definire l'importanza di un testo in base alla sua utilità, alla sua capacità descrittiva.

Elaborare un saggio o un articolo per un quotidiano o una rivista settimanale non è più semplice di un lungo e noioso romanzo.

Bisogna avere la capacità di "cogliere" gli elementi descrittivi e costruire la coerente narrazione, maneggiare i tempi verbali e gli avverbi in modo da costruire il corretto andamento temporale.

C'è anche la questione vocaboli. Molti italiani, in particolare i giovani, possiedono un lessico di circa mille parole. La limitatezza è dovuta anche agli sms e alle e-mail, che stanno cambiando il nostro modo di comunicare: è una scrittura "veloce", deve concentrare le informazioni in poco testo, spesso scritto in modo sciatto.

Comunque, se uno padroneggia la lingua sa dominarla anche quando scrive un sms, un post nei topic, le lettere d'amore, relazioni, temi, articoli, saggi.

Scriveva Cicerone: "Nihil est in historia pura et inlustri brevitate dulcius" (= Nulla nella storia è più dolce di una pura e illustre brevità"). Questa frase la ripeto spesso a me stesso, tentato come sono a volte di allungare il testo che sto componendo.

La brevità può anche dipendere dall'indigenza mentale e l'incapacità espositiva. Ma la brevità a cui accennava Cicerone è la calibratura dei pensieri, la limatura delle frasi, l'essenziale.
#597
Ultimo libro letto / Leggere romanzi è utile ?
09 Febbraio 2023, 16:40:06 PM
Lo scrittore di origine russa ma naturalizzato statunitense Vladimir Nabokov (1899 – 1977), era solito concludere le sue lezioni alla Cornell University (università statunitense situata a Ithaca, nello Stato di New York) dicendo agli studenti che le opere letterarie studiate e argomentate durante il corso non insegnano nulla di utile come affrontare le difficoltà della vita: "non vi aiuteranno in ufficio, né sul campo di battaglia, né in cucina, né in camera dei bambini", non essendo che un lusso".

 Ma leggendo il romanzo "Alla ricerca del tempo perduto" ("A' la recherche du temps perdu), pubblicato in 7 volumi tra il 1913 e il 1927 dallo scrittore francese Marcel Proust (1871 – 1922), si comprende che invece è utile la lettura de la "Recherche", che comincia con: "Longtemps, je me suis couché de bonne heure" e prosegue con la descrizione dei pensieri che accompagnano il dormiveglia, quando la candela è spenta e gli occhi socchiusi quel "je" non sa se dorme, sogna, pensa, se è fuori o dentro quel libro che prima teneva tra le mani.
 
 Comunque, anche se si ha la consapevolezza che non ci sia niente da capire, leggendo la "Recherche" si acquisisce un "valore cognitivo" sulla comprensione e sulla consapevolezza del tempo.
 
 Un romanzo come quello di Proust ci può insegnare ad essere più generosi con noi stessi, che passiamo uno dopo l'altro sul palcoscenico dell'esistenza, domandandoci chi siamo, chi vorremmo essere, consapevoli che la nostra vita non è altro che il tempo perduto.
 
 La facoltà d'illuderci psicologicamente aiuta.
#598
Varie / Re: Lista utenti ignorati
08 Febbraio 2023, 14:29:38 PM
Sapa, non ti preoccupare. 

Non sei nella lista dell'Inquisizione ! 

Io leggo sempre i tuoi post, perciò scrivi.  :)
#599
Ultimo libro letto / Re: La luce delle stelle morte
05 Febbraio 2023, 21:11:53 PM
Complimenti Bob, e grazie per il tuo chiarimento !  :)
#600
Ultimo libro letto / Re: La luce delle stelle morte
05 Febbraio 2023, 18:29:07 PM
Buonasera Mariano,
se non sbaglio, in sintesi hai scritto che l'essere è connesso e condizionato con l'avere. Infatti quando perdiamo la persona o la cosa amata, l'elaborazione del lutto induce impercettibilmente a modificare psicologicamente il proprio essere.

Come si sa,  linguisticamente il verbo "avere" evoca il possesso,  il verbo essere esprime il concetto di esistenza: "io sono".

Dal punto di vista filosofico essere e avere  possono subire mutamenti nel tempo e nello spazio.

Nell'antichità il filosofo Eraclito disse che il divenire è la sostanza dell'Essere. Egli afferma che tutto scorre (panta rei).

Anche l'amore !

Amare è un dono sospeso sull'abisso della perdita. E' soggetto al divenire.  Il dolore è sempre in agguato, ma proporzionale all'intensità di quell'amore.

Prepararsi alla perdita aiuta ad elaborare il lutto amoroso, complicato e persistente. E' necessario trovare nel dolore lo spazio per evolvere, riaprirsi al futuro.

La persona amata, con la quale si condivide la quotidianità, se all'improvviso ci abbandona o muore, provoca un vuoto, la sua perdita crea una lacerazione psicologica, la sofferenza. 

La perdita fa capire quanto la persona amata  sia decisiva per  l'esistenza di chi la subisce.