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Messaggi - doxa

#586
A Milano, nel teatro Carcano, da domani (17 novembre) l'attrice Lella Costa e l'attore Elia Schilton, recitano "Le nostre anime di notte", adattamento teatrale  tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore statunitense Alan Kent Haruf (1943 – 2014).

E' la storia di un uomo,  Louis Waters, e una donna, Addie Moore,  in età avanzata, entrambi vedovi e soli che vivono ad Holt, una piccola città immaginata da Haruf, nel Colorado.

Spesso  non hanno con chi parlare. I figli sono lontani e gli amici latitano.

Per vincere  la loro solitudine i due iniziano a frequentarsi a casa di Addie di sera.

In una di quelle sere lei gli dice:  "Verresti qualche volta a dormire da me ?" La proposta spiazzante di Addie  è forse scandalosa ma diretta, e lascia Louis molto sorpreso. Solo una donna può avere tale coraggio. Un uomo forse può chiederle di fare sesso, ma soltanto dormire insieme ....

I due anziani decidono di dormire nello stesso letto a due piazze, troppo grande per una sola persona. E la notte è lunga: quando si è vecchi si dorme poco e tanti "fantasmi" vengono a visitarti.

Addie ha bisogno di ingannare quelle ore di oscurità, di parlare e raccontarsi. Meglio con qualcuno capace di ascoltarti, magari di prenderti la mano nel buio. I due si riconoscono nelle inattese sintonie che diventano sentimento  amoroso.

Ma l'amore dei vecchi non è ammesso. La gente parla, sparla, s'indigna.  Il loro atipico rapporto fa scalpore ad Holt.

Figli e nipoti  della coppia dopo aver saputo della relazione, sospettando chissà che, si mettono di mezzo per porre fine a quel legame "scandaloso". Ma non vinceranno.

La reciproca compagnia è piacevole. Un piacere ineffabile, da riscoprire da vecchi.

Tra le pagine di questo romanzo in molti hanno sentito la fretta dell'autore nel terminare il racconto, una fretta determinata dalla sua malattia che lo avrebbe condotto alla morte poco dopo aver consegnato questo  romanzo all'editore.

"L'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore, ma col desiderio di dormire insieme": scritta da Milan Kundera, è una delle più belle frasi d'amore su questo argomento, che spiega come dormire insieme sia un gesto di  intimità tra due persone, ancora di più che fare sesso.



Dormire insieme è una prova d'amore? Dormendo insieme si mette alla prova la nuova coppia  ed è la dimostrazione di reciproca fiducia.

Si accetta infatti di restare incoscienti in balia di qualcuno che può scegliere se proteggerci, rassicurarci o approfittarne per farci del male.  Per qualcuno, dormire insieme è più intimo che fare l'amore.
#587
Riflessioni sull'Arte / Re: Coopercùlum
10 Novembre 2022, 16:41:49 PM
Il film "Vacanze Romane"  con gli indimenticabili protagonisti Audrey Hepburn e Gregory Peck, ha dato alla cosiddetta  "Bocca della Verità" ulteriore notorietà: era il 1953 e da allora il marmoreo mascherone è entrato nell'immaginario turistico mondiale.
 

La "bocca della verità" in una scena del film.
 
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Un'altra piacevole "Bocca della verità" è a Parigi.
 

Jules Blanchard: "La Bocca della Verità", 1871; il gruppo scultoreo è  nel  "jardin du Luxembourg":  sono i giardini pubblici del Palazzo del Lussemburgo, dal 1958 sede del Senato francese. 
 
L'immagine mostra la seducente giovane mentre senza timore introduce la sua mano nella "bocca della verità". Alla fanciulla è caduto improvvisamente il mantello che la copriva ed espone senza pudore il suo corpo nudo.
 
Sulla colonna  sono affissi la marmorea maschera  e il petroso specchio, che "riflette le verità" esposte alla sua luce,  ma la giovane si è opportunamente collocata di lato per evitare il riflesso e, con un sorriso malizioso, mette la sua mano in bocca alla divinità, certa di non poterne subire danno.
 

Palazzo del Lussemburgo e gli adiacenti giardini.
 

La facciata verso i giardini del Palazzo del  Lussemburgo: Il nome di questo edificio  deriva da un primo  fabbricato eretto nella metà del XVI secolo e appartenuto a François de Luxembourg.
#588
Riflessioni sull'Arte / Re: Coopercùlum
10 Novembre 2022, 16:40:11 PM
Lo scarabeo. Nell'antico Egitto lo scarabeo, chiamato "kheperer" simboleggiava la risurrezione. Gli amuleti a forma di scarabeo venivano indossati come monili tra i popoli del Mediterraneo. Fu usato  come simbolo della resurrezione anche  dai cristiani dei primi secoli.
 
Le chele dell'astice (e del granchio)  erano collegate alla simbologia dell'acqua ed erano anche elemento simbolico di Oceanus, antica rappresentazione umanizzata, contraddistinta da chele di astacus (astice) disposte come corna, sulla testa.
Intuibile il rimando evocativo alla forza, spesso anche distruttrice, dell'acqua.

astice
 
Nella mitologia greca Ōkeanós (Oceano) era un titano, figlio di Urano (il cielo) e di Gea (la terra).
Per Omero era una divinità fluviale, come quella rappresentata sull'artistico coperchio di un grande tombino per la raccolta delle acque piovane, nonchè gli scarichi dalle terme e dei bagni pubblici e privati; esse scorrevano e finivano  dentro il  principale canale fognario: la  Cloaca maxima, che aveva come patrona  Venere Cloacina.
 
Nell'antico immaginario anche un tombino di raccolta delle acque  faceva parte dell'ambito simbolico di competenza di Oceanus.
 
Lo scroto, raffigurato sfericamente in basso,  contiene i testicoli dell'apparato genitale maschile. Sul mascherone simboleggia la forza generatrice fluviale-marina.
 
I profili delle due teste di lupo: questo animale simboleggia la forza. Nell'Urbe la simbologia della lupa evocava i gemelli  Remo, Romolo e la fondazione di Roma.
 
Per gli Etruschi il Lupo  aveva la funzione di guida delle anime nell'oltretomba.
#589
Riflessioni sull'Arte / Coopercùlum
10 Novembre 2022, 16:37:14 PM
Dal verbo in lingua latina "cooperire" deriva il sostantivo "coopercùlum" (= coperchio).

Sinonimi: tombino, chiusino.

Tombino: diminutivo di "tomba". Infatti il coperchio di un tombino chiude l'apertura di una cavità e separa due ambiti: quello in superficie e quello sotterraneo, che agevola la vita umana con chilometri di oscuri condotti: scarichi fognari, linee elettriche, tubi del gas, dell'acqua, ecc..

Collegate al tombino ci sono le gesta di tante "bande del buco", come quella nel film "Operazione San Gennaro", nella Napoli degli anni '60 dello scorso secolo, per rubare il tesoro del Santo.

A Roma, è noto il marmoreo chiusino denominato "Bocca della verità".

 

Diametro di m 1,75 circa. Nel 1632 fu murato nella parete del prònao della basilica di Santa Maria in Cosmedin.
 


Basilica di Santa Maria in Cosmedin, Roma

Quel volto barbuto forse rappresenta una divinità fluviale; ha gli occhi, il naso e la bocca forati, per far defluire l'acqua dal livello stradale nel canale fognario.


Guardando con attenzione il volto si notano alcuni deteriorati simboli: uno scarabeo, due chele, due teste di lupo e lo scroto.






segue
#590
Riflessioni sull'Arte / Re: Mètopa degli antipodi
06 Novembre 2022, 15:59:43 PM
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Veduta laterale del duomo di Modena
 
 

Facciata del duomo di Modena
La cattedrale è decorata con fregi  architettonici e rilievi, come le  8 metope del XII secolo utilizzate per decorare le terminazioni dei quattro  contrafforti del cleristorio:  in architettura è il livello più alto della navata.
 

La collocazione originaria delle "metope" (lato meridionale)
Le 8 metope originali sono conservate nel museo lapidario del duomo di Modena,  quelle oggi visibili  all'esterno sono copie moderne.  Ognuna presenta un soggetto diverso:
 
un ermafrodita che mostra i suoi attributi sessuali,
 
un uomo dai lunghi capelli, con la barba e i baffi, seduto in posizione  yoga,
 
la sirena bicaudata (con due code),
 
l'ittiofago (mangiatore di pesci) con la testa di uccello, mentre divora un pesce; ha un piede umano e uno zoccolo di toro; alle sue spalle  si vede un volto di donna con gli occhi chiusi,
 
fanciullo con il drago, che sarebbe uno "psillo", cioè un essere immune dal morso dei serpenti,
 
fanciulla con un terzo braccio che le  esce dalla schiena,
 
La "grande fanciulla", in posizione accovacciata: indossa una lunga veste plissettata e l'acconciatura dei capelli è in stile orientale,
 
la metopa "degli antipodi".
 

 "Maestro delle metope", Metopa degli antipodi, XII secolo, in pietra calcare, Museo lapidario del duomo di Modena. 
 
In altorilievo ci sono due figure femminili in posizione rannicchiata,  una di fronte l'altra in modo speculare ma capovolte.
 
Guardando la foto, la fanciulla sulla sinistra ha i capelli raccolti a treccia, indossa una veste plissettata, e sta seduta; dietro di lei c'è un falco, che nella simbologia cristiana allude alle forze del bene contrapposte a quelle del male.
 
L'altra ragazza ha sul capo una cuffia che ne raccoglie i capelli corti  e si oppone alla posizione della precedente figura stando capovolta a testa in giù.
 
Gli storici dell'arte considerano questa scultura la rappresentazione simbolica degli "antipodi", i due poli: l'essere e l'esistere.
 
L'Essere è un tema che attraversa tutta la storia della filosofia fin dai suoi esordi.
Anche l'esistere è argomento ontologico e si relaziona con l'Essere, ma in subordine, come suo modo contingente di manifestarsi e di fluire, perciò attiene alla dimensione del divenire.
 
Nel cristianesimo il  ribaltamento "antipodico"  significa che non è l'uomo che muore per Dio, ma Dio per l'uomo. Infatti il Vangelo narra  che Gesù, Figlio di Dio e Dio stesso, ha dato la vita per la salvezza  dell'umanità.
#591
Riflessioni sull'Arte / Mètopa degli antipodi
06 Novembre 2022, 15:55:44 PM
Prima di descrivere la "metopa degli antipodi" reputo necessario dire cos'è una mètopa.
 
Guardate  la sottostante foto parziale della trabeazione del Partenone, ad Atene.
 

 
La trabeazione dell'architettura classica greco-romana era costituita da tre elementi: architrave, fregio e cornice, evidenti nella foto. 
 
Fermate la vostra attenzione sulla parte centrale: il fregio, ornato dall'alterna successione di marmoree metope a rilievo e  triglifi.
 
Foto di una mètopa: nome che deriva dal greco metópē, parola composta da "metà-" (= tra, in mezzo) + "ópē" (=  apertura, foro).

Metopa con altorilievo, Centauro e Lapith, Partenone
 
Invece i petrosi triglifi  hanno due uguali scanalature centrali verticali (i glifi); le due scanalature alle estremità sono la metà di quelle centrali; messe insieme formano idealmente la terza scanalatura, da cui il nome triglifo: dalla parola greca tríglyphos, composta da "trèis" (= tre) e "glyphè" (= solco, scanalatura).
 
Ora facciamo un salto nel tempo e dal Partenone, costruito nel V sec. a. C. come tempio di Atena, ci trasferiamo  a Modena nel XII secolo. Qui  vediamo le maestranze che stanno costruendo la chiesa cattedrale, capolavoro dell'architettura romanica, consacrata nel 1184 dal pontefice Lucio III.  
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#592
Riflessioni sull'Arte / Re: All Saints' Day
01 Novembre 2022, 08:18:09 AM
Gentile Viator, grazie per la tua lettura del mio post. A volte tra ricerca delle notizie ed elaborazione del testo mi scorrono veloci le giornate, che trascorro in tranquillità. Nel contempo miglioro il mio  sapere...

L'iconografia dei dipinti di solito non costringono ed esternare la propria ideologia, ma sono ancora un ateo "non devoto",  interessato anche  alla religione e dintorni.

Grazie anche a te Inverno. Leggo sempre i tuoi post, specie  quelli di carattere storico-religioso.
 
Oggi è l'1 Novembre,  "Solennità di tutti i santi".

A proposito di questi, lo sapete che dal noto  detto "Tutti i Salmi finiscono in gloria" (perché terminano con la parola "gloria") deriva quello popolare in uso  da tempo a Roma, ma non solo: "Tutti i santi finiscono in gloria" ?  E' un modo ironico per affermare che  di alcuni eventi  si conosce l'esito sin dall'inizio.
 
Il calendario liturgico della Chiesa cattolica oggi commemora i santi, compresi quelli non canonizzati. 
 
I martiri  per la fede furono tanti e in tempi diversi, perciò la Chiesa, nella convinzione che ogni martire dovesse essere venerato, scelse un giorno da dedicare a tutti.
 
L'idea della commemorazione liturgica collettiva di tutti i martiri nacque nel IV secolo nelle comunità cristiane  in Oriente, ma ognuna   commemorava  in date diverse.  Per esempio, ad Antiochia di Siria nella domenica successiva alla Pentecoste, a Edessa il 13 maggio.
 
Il 13 maggio fu anche la data che s'impose in Occidente. Venne scelta dal papa Bonifacio IV. Quel giorno dell'anno 610 questo pontefice, a Roma,  dedicò il Pàntheon  [che in lingua greca significa  (tempio)"di tutti gli dei" (pagani)] alla Vergine Maria e a tutti i martiri con il nome di  "Sancta Maria ad Martyres" (Maria è considerata la regina di tutti i santi, testimoni di Dio),  stabilendo l'annuale celebrazione, che attirava molti fedeli e anche pellegrini.
 
Il Pantheon fu fatto costruire nel 27 a. C.  da Marco Vipsanio Agrippa, genero dell'imperatore Cesare Ottaviano Augusto. L'edificio originario era di dimensioni ridotte rispetto a quello attuale,  fatto riedificare dall'imperatore Adriano tra il 118 e il 125 d. C.. Dal IV secolo cominciò ad essere abbandonato e successivamente saccheggiato dai cosiddetti "barbari".
 
Nel 609 l'imperatore bizantino Foca donò il Pantheon a papa Bonifacio IV che l'anno successivo consacrò il sacro edificio, come sopra detto, dedicandolo alla Vergine Maria e a tutti i martiri, schiera collettiva cristiana contrapposta a tutti gli dei pagani.   
 
Sia in Oriente sia in Occidente oltre ai martiri iniziarono a commemorare nella stessa data del 13 maggio  anche chi non era stato martirizzato ma aveva dimostrato di essere testimone della fede in Cristo, oppure era stato "confessore", termine che veniva usato come sinonimo di martire, per indicare dal III secolo i cristiani condannati alla prigione e alla tortura.  Fra il IV e il V secolo alla parola "confessore" fu attribuito anche il significato di "martire bianco" per indicare chi aveva sacrificato la propria vita all'ascesi.
 
Papa Gregorio III, che pontificò dal 731 al 741, per contrastare le resistenze del paganesimo nel Nord Europa, spostò la festa di "Tutti i santi" dal 13 maggio all'1 novembre, per sovrapporla alla festa celtica di Samhain (Halloween).  Inoltre, per dare vigore al culto tributato a Roma, fondò un oratorio nella basilica di San Pietro, dedicandolo " in honorem Salvatoris, Sanctae Dei genetricis semperque virginis Mariae dominae nostrae, sanctorumque apostolorum, martyrum quoque et confessorum Christi, perfectorum justorum (= "in onore del Salvatore, della Santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria nostra Signora, e dei santi apostoli, dei martiri e dei confessori di Cristo, dei giusti perfetti).
 
Nel IX secolo in Irlanda, Inghilterra, Baviera e in alcune zone della Gallia si celebrava al primo novembre una festa che il calendario irlandese di Oengus denomina "dei santi d'Europa".
 
Un altro pontefice, Gregorio IV,  nell'anno 835 decretò che la festa di "Tutti i Santi" diventasse festa di precetto. Sollecitato dai vescovi francesi, questo papa chiese ed ottenne da Ludovico il Pio, re dei Franchi e sovrano dell'impero carolingio dall'814 all'840,  di estendere la festa in onore dei martiri a tutti i territori a lui soggetti. Il decreto fu emanato, "omnibus regni et imperii sui episcopis consentientibus" ("essendo d'accordo tutti i vescovi del suo regno e impero"), e da quel momento la celebrazione, da festa locale di Roma e di altre comunità cristiane,  cominciò ad essere  una festività religiosa  diffusa in Europa.
 
Ma ci vollero ancora vari secoli perché l'1 Novembre diventasse in tutta la Chiesa d'Occidente la data di commemorazione di tutti i santi. Fu papa Sisto IV a renderla obbligatoria in occasione del Giubileo nel 1475.
 
"Ognissanti" è considerata nel nuovo calendario liturgico una solennità, cioè fa parte delle feste più rilevanti, perché secondo la Costituzione "Sacrosanctum concilium", emanata dal Concilio Vaticano II, nell'anniversario della commemorazione dei santi la Chiesa proclama il mistero pasquale, realizzato nei santi che hanno sofferto per Cristo. Essi hanno offerto la propria vita col "martirio rosso" (i veri martiri) e con il "martirio bianco" (gli asceti).
The end
 
#593
Riflessioni sull'Arte / All Saints' Day
31 Ottobre 2022, 09:18:00 AM
Per la vostra  preparazione spirituale all'evento di domani, 1 Novembre,  All Saints' Day, offro al  vostro  sguardo l'immagine di una folla di santi. 


Beato Angelico, "Tutti i santi", 1425 circa,  composizione a tempera su tavola, particolare  dalla predella della pala d'altare realizzata per la chiesa di San Domenico a Fiesole.

La cosiddetta "Pala di Fiesole" raffigura la  Madonna in trono col Bambino, angeli e santi. Fu eseguita  dal Beato Angelico e  da Lorenzo di Credi.

L'intera pala, di cm 212 x 237, fu divisa in più parti,  conservate in vari musei.

In questo dipinto l'artista presenta tutti i santi, i beati dell'Ordine domenicano, gli evangelisti, gli apostoli, gli angeli, i martiri e la Madonna, tutti in posizione adorante verso il Cristo nella gloria in cielo, circondato da angeli nella scena centrale.

Il vero nome del "Beato Angelico" era Guido di Pietro.  Prese i voti nel 1418 circa nel convento di San Domenico di Fiesole, con il nome di fra Giovanni,  perciò detto "Fra' Giovanni da Fiesole".

I primi ad attribuirgli l'appellativo di "Angelico" furono fra Domenico da Corella e fra Cristoforo Landino; anche il pittore e storico dell'arte Giorgio Vasari lo chiamò Beato Angelico nella sua opera "Le Vite". Questo nome gli fu conferito sia per la religiosità di cui sono permeati i suoi dipinti sia per l'umiltà che lo ha caratterizzato per tutta la sua vita.

Fra' Giovanni considerava la pittura un tramite per illustrare il Vangelo e insegnare attraverso le immagini, contribuendo in tal modo alla salvezza delle anime. Egli raffigurò sempre soggetti sacri. Visse circa 60 anni. Nacque nel 1395 circa e morì nel 1455.

Fu beatificato  nel 1982 dal pontefice Giovanni Paolo II. Dal 18 febbraio 1984 è il patrono degli artisti.


lastra tombale del Beato Angelico, realizzata nel 1455 dallo scultore Isaia Ganti, detto Isaia da Pisa, basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma.

La lastra è rettangolare e a rilievo: la figura scultorea del giacente è tra le due lesene scanalate di tipo ionico collegate dall'arco modanato. Negli spazi fra l'arco e il bordo della lastra ci sono due teste d'angelo. Ai suoi piedi l'iscrizione.


Del suo  originale sepolcro marmoreo, un onore eccezionale per un artista a quel tempo, è ancora oggi visibile la sola lastra tombale, vicino all'altare maggiore.
#594
Riflessioni sull'Arte / Musaicum opus
28 Ottobre 2022, 21:49:57 PM
"Virgin mother, daughter of your Son":  Dante Alighieri nel XXXIII Canto del Paradiso (vv. 1 – 21) fa dire a San Bernardo:

"Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
  termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
  non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se' a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace.

Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz'ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate".


"Vergine madre, figlia del tuo figlio": a Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore,  c'è un mosaico che  evoca questa frase. Lo vide anche Dante Alighieri durante il suo soggiorno a Roma in occasione del Giubileo del 1300: il musaicum opus raffigura Cristo mentre ascende al cielo tenendo tra le braccia l'anima bambina di sua Madre. Questa decorazione musiva è  nella  calotta absidale, tra le finestre che illuminano l'abside.

Nel 1295-'96  il pittore e  frate francescano Jacopo Torriti preparò i cartoni per i mosaici dell'Incoronazione della Vergine e le "Storie di Maria, firmati e datati: JACOB(US) TORRITI PICTOR H(OC) OPUS MOSIAC(UM) FEC(IT) / (ANNO DOMINI MCCL)XX(XXVI).

Sono 5 pannelli: al centro la  scena della "Dormitio Virginis", la morte di Maria, madre di Gesù.
La Vergine è distesa sul letto funebre. Cristo ne tiene tra le braccia l'anima nella sembianza di una  infante.

Ai lati due cortei.  A destra quello guidato da San Paolo con santi e donne velate. A sinistra quello guidato da San Pietro con santi e patriarchi. Nello sfondo a sinistra la città di Sion e a destra il Monte degli Olivi.

Le altre scene a sinistra della Dormitio rappresentano l'Annunciazione e la Natività;  a destra l'Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio.

#595
Riflessioni sull'Arte / Re: Calunnia
23 Ottobre 2022, 17:58:02 PM


Adombrare sospetti infondati di ambito morale getta discredito sul calunniato. Numerosi politici e personaggi pubblici hanno subìto false accuse o notizie tendenziose su di loro per danneggiarli. Altri sono stati calunniati, condotti in tribunale e infine assolti.

L'avvocato penalista Carlo Carandente Giarrusso in un suo articolo evidenzia che la calunnia è un reato grave, che si configura quando una persona, volutamente e consapevolmente, accusa un'altra di aver commesso un reato, sapendola innocente.

Il reato di calunnia può essere realizzato anche a mezzo di una denuncia anonima rivolta all'autorità giudiziaria o altra autorità (ad es. polizia, carabinieri, guardia di finanza).

A differenza della  diffamazione, con il quale il reato di calunnia viene spesso, comunemente e impropriamente, confuso, non si tratta di una offesa generica alla reputazione o all'onore dell'incolpato, ma della falsa attribuzione della commissione di un reato nella consapevolezza che l'accusa è falsa perché l'incolpato è innocente.

La calunnia appartiene alla categoria dei reati "perseguibili d'ufficio": significa che una volta presentata una denuncia per calunnia, il procedimento che si instaura prosegue indipendentemente dalla volontà del soggetto che l'ha presentata.

Non basta essere innocenti: in tribunale a fronte di una ingiusta accusa  bisogna anche dimostrare di esserlo. L'individuo falsamente accusato, se è in grado di farlo e il caso lo consente,  deve  indicare agli inquirenti gli  elementi utili alle indagini a suo favore, fornendo ad esempio un alibi o magari indicare nominativi di persone che possono smentire i fatti o le accuse, o ancora produrre documenti a discolpa e comunque tali da dimostrare o provare non solo la propria innocenza, ma anche l'intenzione consapevole e dolosa dell'accusa rivoltagli dall'accusatore.

Dopo l'assoluzione si valuta se denunciare o agire civilmente per il risarcimento dei danni subìti di diverso tipo. Infatti il danno da accusa ingiusta va ravvisato in una profonda sofferenza interiore, in un ingiusto patimento causato dall'illecito altrui che viene qualificato come danno morale, oltre al danno esistenziale, che racchiude in sé la lesione all'immagine, all'onore, alla reputazione e alla riservatezza.

Quindi, per quanto detto, la calunnia è un reato grave ! Grave dal punto di vista penale ma anche per le sue implicazioni morali.

The end
#596
Riflessioni sull'Arte / Re: Calunnia
23 Ottobre 2022, 17:17:33 PM
Calunnia era una divinità minore nella  mitologia greca. Gli Ateniesi la consideravano malefica, perciò temuta e rispettata. La chiamavano "Diabolé" e le offrivano sacrifici affinché non facesse loro del male.

In epoca romana la diffusione della calunnia e gli effetti che produceva avevano costretto le autorità a considerarla un  reato e come tale a perseguirlo.

Nell'80 a. C. la "Lex Rèmnia de calumniatòribus" dispose che i calunniatori dovessero essere tratti in giudizio davanti lo stesso tribunale che aveva giudicato colpevole un innocente calunniato. La pena accessoria prevista per il calunniatore era quella di non avere più la possibilità di accusare altri in futuri processi.

La calunnia il più delle volte nasce dall'invidia e dalla gelosia. Ma calunniare non è facile: il calunniatore deve avere capacità e furbizia. Le "armi" di cui si serve sono:  l'inganno, la menzogna, lo spergiuro, l'insistenza, l'impudenza, ecc..

Nella Bibbia ci sono storie nelle quali anche persone virtuose subiscono danni morali a causa della calunnia. Per esempio la casta Susanna o l'innocente Susanna. La sua storia, ambientata a Babilonia,  è nel libro di Daniele (cap. 13, 1 – 64).

Per il suo carattere edificante e il lieto fine che lo caratterizza, il racconto della casta Susanna divenne un tema  per l'ispirazione artistica fin dall'epoca paleocristiana. Una delle prime raffigurazioni di questa narrazione vetero-testamentaria  è in affresco nelle catacombe di San Callisto, a Roma, rappresenta Daniele difende Susanna durante il processo.


Un interessante dipinto  che mostra la pubblica fase processuale, con numerose persone presenti, è quello realizzato nel XVIII secolo da Sebastiano Ricci


Sebastiano Ricci, Daniele salva Susanna, olio su tela, 1726 circa, Galleria Sabauda, Torino

Bello anche  questo noto dipinto realizzato da Guido Reni

Guido Reni,, Susanna e i vecchioni, olio su tela,  1620 circa, Galleria degli Uffizi, Firenze

Nel nostro tempo c'è il fenomeno delle "fake news": quanto più la falsità  viene diffusa tanto più viene creduta.
#597
Riflessioni sull'Arte / Re: Calunnia
22 Ottobre 2022, 20:55:30 PM
Calunnia deriva dal latino "calumnia" (= ingiuria, accusa infondata).
 
 Commette il reato di calunnia (punito dal Codice penale, art. 368) l'individuo che accusa un altro o altri pur sapendo della loro innocenza. La falsa accusa diffama chi la subisce.
 
 Nell'opera lirica "Barbiere di Siviglia", elaborata musicalmente da Gioacchino Rossini,  "Don Basilio" dice che la calunnia "va ronzando nelle orecchie della gente" e si trasforma da sospetto a verità per chi l'ascolta:
 
 "La calunnia è un venticello,
 un'auretta assai gentile
 che insensibile, sottile,
 leggermente, dolcemente,
 incomincia a sussurrar.
 
 Piano, piano, terra terra,
 sottovoce, sibilando,
 va scorrendo, va ronzando
 nelle orecchie della gente
 s'introduce destramente,
 e le teste ed i cervelli
 fa stordire e fa gonfiar.
 
 Dalla bocca fuori uscendo
 lo schiamazza va crescendo,
 prende forza a poco a poco,
 vola già di loco in loco;
 sembra di tuono, la tempesta
 che nei sen della foresta
 va fischiando, brontolando
 e ti fa d'orror gelar.
 
 Alla fin trabocca e scoppia,
 si propaga, si raddoppia
 e produce un'esplosione
 come un colpo di cannone,
 un tremuoto, un temporale,
 un tumulto generale,
 che fa l'aria rimbombar.
 
 E il meschino calunniato,
 avvilito, calpestato,
 sotto il pubblico flagello
 per gran sorte a crepar".


#598
Riflessioni sull'Arte / Calunnia
22 Ottobre 2022, 19:57:15 PM
Lo scrittore e filosofo Luciano di Samòsata  (120  circa d. C. – 192 circa), noto per l'arguzia e irriverenza nei suoi scritti satirici, nel libro in lingua latina titolato  "Calumniae non temere credendum" (= Come difendersi dalla calunnia) evidenzia che numerosi calunniatori  frequentano le corti dei regnanti, le quali  brulicano di gelosie, sospetti, e abbondano le occasioni per adulare e per calunniare.

Il testo di Samòsata ispirò sia Raffaello sia Sandro Botticelli per la loro rappresentazione artistica della calunnia.


Sandro Botticelli, Calunnia, tempera su tavola, databile tra il 1491 e il  1495, Galleria degli Uffizi, Firenze.

"Calunnia" è un dipinto allegorico  ambientato in un ampio loggiato con pilastri, archi a tutto sesto e nicchie; ci sono marmi,  fregi dorati sui plinti, nei lacunari, sulle basi delle nicchie e sopra di esse, con varie scene mitologiche; dentro le nicchie ci sono statue a tutto tondo che raffigurano personaggi biblici.

La drammatica scena nella fastosa ambientazione architettonica  rappresentata nel quadro va "letta" da destra verso sinistra: 

il re Mida,cattivo giudice con le orecchie d'asino, è seduto sul trono in posizione elevata; ai suoi lati ci sono due figure: sono Ignoranza e Sospetto come consiglieri.

Mida  protende il braccio  verso Livore (= rancore, il quale indossa un  pastrano con  cappuccio di color marrone)  che con la mano destra  stringe il polso  di Calunnia, la donna bella che si sta facendo acconciare  la capigliatura da Insidia e Frode.

Calunnia con la mano sinistra  impugna una fiaccola, mentre  con la mano destra trascina per i capelli il calunniato, nudo in terra (ha soltanto le mutande), con le mani giunte in segno di preghiera. 

Sulla sinistra  c'è il Rimorso, l'anziana donna con pastrano e cappuccio neri, che torce il busto del suo corpo  per osservare l'alta e nuda donna con i capelli ramati che simboleggia la Nuda Veritas (vedi Odi di Orazio, I, 24, 7, l'unica autorità che va rispettata e accolta): ha gli occhi rivolti verso il cielo, il braccio destro elevato verso l'alto,  col dito indice sembra mostrare il luogo lontano della vera fonte di giustizia, quella divina.


particolare



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#599
Riflessioni sull'Arte / Re: Il bacio
14 Ottobre 2022, 20:41:05 PM
Vi ricordate  la scena dei baci tagliati nel film "Nuovo Cinema Paradiso", diretto dal regista Giuseppe Tornatore ?

Quel bel film è del 1988.

Cliccare sul link

https://youmedia.fanpage.it/video/ab/VtRxD-SwEwRo68g9
#600
Riflessioni sull'Arte / Re: Il bacio
14 Ottobre 2022, 13:32:08 PM
Nel bacio  l'eros si associa alla tenerezza.


Francesco Hayez, Il bacio (terza versione), 1859 – 1861, olio su tela, collezione privata.

Hayez  (1791 – 1882) ha ambientato questo dipinto in un contesto medievale. Ci sono  due giovani innamorati che si stanno baciando vicino un androne, dove si scorge  la base e la colonna su cui poggia un marmoreo contenitore per l'acqua. Dietro l'arco gotico  c'è una figura in penombra in posizione tergale, forse una domestica.

L'uomo ha le mani sul viso della ragazza mentre la bacia. Lei  poggia le sue mani  sulle spalle dell'amato.
 

I due innamorati, particolare; forse è un bacio di commiato