Citazione di: Phil il 03 Maggio 2024, 20:12:43 PM@bobmaxSi ma cosa sarebbero queste etiche auto-affermate?
Che io sappia, non esiste un "chiedersi perché" che possa essere contraddittorio; semmai un'affermazione può esserlo, ma non una domanda. Chiedere il perché dell'"esistenza in assoluto" (dell'Essere, in matafisichese) non è l'ingenuo chiedersi il perché di una forma di esistenza, sia umana o meno (v. differenza ontologica). Ciò premesso, per un religioso che crede nel creazionismo (premessa fondamentale, perché se parlassi da ateo direi altro), la domanda prioritaria, quella che regge tutte le altre, non può che essere quella sulla creazione, o meglio, sul perché della creazione (il sapere il come sarebbe già solo curiosità). Poiché ogni discorso religioso sul bene dell'agire umano non ha fondamento finché la divinità non scopre le carte del suo movente, del perché ha creato (e se non le scopre, ecco la necessità del dogmatismo, come velo protettivo del sancta sanctorum). Se non ci fosse stato il gesto creativo, non ci sarebbero né l'uomo, né il bene etico, etc. che su quel gesto fondano la ragione del loro senso; non su altro (su cos'altro? Sempre religiosamente parlando e facendo attenzione a non capovolgere il fondamento con il fondato). Senza la conoscenza di quel fondamento, c'è senso senza ragione; dogmatismo, appunto. Se prima di essere agenti etici, siamo creature (come qualcuno crede), il perché siamo creature non può che essere prioritario: se siamo stati creati per capriccio o per essere messi alla prova o per essere sudditi o per noia/solitudine divina, non è affatto indifferente, ma è anzi l'unico fondamento autentico (e ragionevole, non dogmatico) di ogni discorso etico possibile. Peccato che tale perché non si stato dichiarato nero su bianco e in modo univoco. Esempio banale: se creo un arnese, non posso dire che esso funzioni bene o funzioni male, se non ho chiaro perché l'ho creato; e se non lo rivelo all'arnese, egli potrà congetturare quanto vuole sul proprio funzionare bene o male, ma non saprà mai se ha colto davvero nel segno.
La confusione sotto il cielo dell'etica (per chi la vede) è dovuta proprio al fatto che non c'è chiarezza sul principio, inteso come perché religioso della presenza umana; se questa non fosse una presenza religiosa, creata da una divinità, allora sarebbe solo manierismo biasimare qualunque legge di natura (forte vs debole) ed ogni compromesso sociale sarebbe fondato sul quieto vivere, senza plus-valori meta-fisici. Se invece la presenza umana è dovuta a volere divino o a un "piano divino" (dunque non al caso o a un mero meccanicismo naturale), non conoscerne il perché comporta non (poter) conoscere il fondamento di un'etica non autoreferente, ma appunto fondata sul gesto iniziale e, soprattutto il suo senso (che quel perché interroga). Non potendo conoscerlo con certezza, allora c'è fede senza ragione profonda, con buona pace di tutte le fallacie medievali (il che non è un peccato capitale, ma non deve per forza capovolgere la priorità onto-logica e "semantica" della creazione sulle teorizzazioni etiche della creatura).
Se non un delirio di onnipotenza.
Inoltre la morale viene ampiamente spiegata sia nella bibbia che nel vangelo.
anzi mi pare che entrambi i testi siano due massimi esempi di teoria morale.
Per il fedele dovrebbero essere qualcosa di più di una teoria, ma di una verità ispirata o dettata direttamente (la tavola delle leggi) da Dio.
Sia il vecchio patto (giudaismo) che il nuovo patto (cristianesimo) è fatto con Dio stesso.
Diverso il caso dell'islamismo, che invece è una religione della guerra e quindi assolutamente immorale rispetto alle prime due.
Il fatto che venga tollerato nelle nostre democrazie oggi deve fare i conti con la capacità di influenza dei social, capacità che sorpassa qualsiasi ideologia del passato.
La dettatura sotto ipnosi fatti dai cellulari è un arma non per cristiani ed ebrei, che infatti perdono fedeli, giorno dopo giorno, ma per l'islam che invece vede adepti alla guerra santa giorno dopo giorno.
Oggi l'islam può vantare di estendersi ininterrottamente fino al sud africa.
E dunque quale è la morale? Quale è il piano divino?
Quello giudeo cristiano della pace.
O quello islamico della guerra?
Oggi attizza di più la guerra o la pace?
Ecco che forse la morale non è una etero-morale aggiustata in base al momento, ma qualcosa di più profondo.
E che abbiamo a quanto pare completamente dimenticato.
Non rimane che rileggere la Bibbia.