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Messaggi - Ipazia

#5941
Quanto la struttura influenzi la sovrastruttura lo dimostra quel piccolo grumo di materia  dai molti nomi scientifici, popolarmente noto come coronavirus. Perfino il capo supremo della più ubiquitaria religione mondiale ha dovuto subordinarvi le proprie liturgie, pretenziosamente salvifiche, passandole sotto le forche caudine della (vituperata) tecnoscienza della comunicazione  ;D
#5942
Tematiche Filosofiche / Re:Il ruolo della filosofia
09 Marzo 2020, 08:36:03 AM
Prima di interrogarsi sul suo ruolo bisognerebbe definire cos'è filosofia e, credendo al suo stesso nome, dare per certo che essa è amore del sapere. Sapere che si concretizza in episteme, in (cono)scienza. Quindi il suo ruolo è di conatus verso la conoscenza, motore antropologico di produzione di sapere.

In tale significato riprenderei la felice osservazione di phil in altra discussione che ha generato questa: in ogni epoca i filosofi si sono occupati di tutto il sapere che stava loro intorno e ne hanno tratto nutrimento per il loro sapere. Direi che questo è il ruolo più importante che la filosofia ha storicamente svolto e che è cresciuto via via che il sapere cresceva e con esso le sue specializzazioni. Fungere la collante razionale dell'accumularsi di conoscenze da cui deriva un secondo irrinunciabile ruolo: riempire tutto ciò di significato. Non arbitrariamente, ma intessendo sapientemente i fili dell'episteme in un abito mentale di pregio, di valore antropologico. Metafisico.
#5943
Citazione di: bobmax il 08 Marzo 2020, 23:04:57 PM
Citazione di: Ipazia il 08 Marzo 2020, 19:33:51 PM
Ringrazio per gli auguri, ma non credo che il senso della vita stia nel dimorfismo sessuale umano, ma nella vita tal quale.

Non è la differenza in sé. Neppure l'attrazione. E nemmeno ciò che troppo spesso chiamiamo superficialmente "amore", mentre è solo appropriazione.

È invece la mancanza, sempre presente anche nell'estrema vicinanza. È la promessa di una impossibile totale felicità, a donare senso alla vita attraverso la donna.

Tornando al tema si potrebbe dire: il non essere che è  :D

La vita è vivere e riprodursi, certamente, ma il sale di tutto ciò sta nei conflitti e loro sintesi che continuamente si generano aguzzando l'igegno di chi, antinichilisticamente, della vita fa un valore.
#5944
Ringrazio per gli auguri, ma non credo che il senso della vita stia nel dimorfismo sessuale umano, ma nella vita tal quale.
#5945
Marx sbaglia ?!  ;D

Basta lo strumento con cui stiamo comunicando e come esso influisca su asset irrinunciabili anche della filosofia (soggetto-oggetto; io-sé-es) per capire quanto avesse ragione. Poi ci sono quisquilie come l'economia, l'ecologia e la (ri)composizione di classe... Idealisti su Marte !
#5946
Citazione di: baylham il 06 Marzo 2020, 14:51:23 PM
Se l'Essere è il comune denominatore di ogni ente, che cosa è ciò che differenzia un ente dall'altro?

Ma ancora più difficile: cosa accomuna un ente all'altro (il fatidico A=A  ;) ) ?
#5947
Dopo Lavoisier parlare di sostanza aristotelica é come costringere la filosofia ad imboccare l'autostrada col calesse. Almeno questo risparmiamoglielo alla sua veneranda età.

Sulla sub-stantia qualche passo avanti si è fatto dai  tempi aristotelici e non c'è più partita possibile.
#5948
Citazione di: paul11 il 07 Marzo 2020, 13:34:42 PM
Sugli ultimi interventi riguardo all'essere, ontologico, gnoseologico, semantico, e il punto di vista indiano suggerirei il sinolo aristotelico che differenzia i concetti di forma, sostanza ed essenza, per poi unirli e costruire la relazione fra eterno e divenire, fra ciò che è e ciò che diviene altro da sé,compreso potenza e atto

Di che sostanza o essenza é costituito il sinolo Paperino ?
#5949
Cucù  8) : da qualche tempo, anche in metafisica non proprio d'antan, i ta onta, di cui si occupa l'onto-logia sono gli esist-enti, per i quali il minimo di dignità metafisica richiesta é una rigorosa definizione del loro campo di esistenza.
#5950
Citazione di: Eutidemo il 06 Marzo 2020, 08:36:29 AM
Ciao Ipazia.
Come anche sostiene Hans-Friedrich Fulda (ma non solo lui), la "logica speculativa" costituisce la "vera metafisica"; per cui io insisto nel sostenere che dire che "l'Essere non è"  equivale a dire che "A non è A".
Il che sarebbe un assoluto "controsenso" (per usare un blando eufemismo), sia "logico" che "metafisico".
Temo che la metafisica se ne faccia un baffo della "vera metafisica" del Sig. Hans-Friedrich Fulda (ma non solo lui) e della sua "logica speculativa" se arriva a confondere una proposizione ontologica (esistenza) con una proposizione logica (identità).
#5951
Citazione di: green demetr il 06 Marzo 2020, 01:04:45 AM

E' evidente che lo spazio-tempo della fisica meccanica NON è lo spazio tempo della fisica quantistica.

Hai pienamente ragione ma essi fingono che non sia. Esattamente come ogni religione finge non sia un altra religione.

Come non è la percezione (psicologica) del tempo antropologico o l'orologio biologico. La scienza queste cose le sa e non fa "finta di nulla".

Concordo con anthonyi che anche le discipline neuro-psico-scientifiche debbono poter dire la loro sull'Anima, anche per lasciare spazio alla filosofia di occuparsi della parte di Anima che le compete: quella oltre il limite della scienza e delle sue metodologie :P

P.S. Sono qui per caso, attaccata all'amo di iano che probabilmente è del tutto OT, ma evidentemente da qualche parte doveva pescare. Ho detto la mia sulla "fenomenologia della fede" e passo la mano.
#5952
@green

Ringrazio per la completa e articolata replica, su cui devo prendermi il tempo per cucinare la tanta carne al fuoco senza bruciarla.
A volo d'uccello trovo la risposta più sintetica negli aforismi finali del Tractatus di Wittgenstein sulle risposte della scienza e il mistico.

Concordo pienamente, via Marx, sulla centralità della prassi. Più difficile il suo collegamento al mistico, che resta, per quanto ineludibile, percorso individuale. Forse di anime elette: come l'unio mystica tra Ulrich ed Agathe in Musil. Appena i numeri crescono si passa alla setta e la pratica ferina finisce con l'irrompere con tutta la sua forza demoniaca; costringendo a correre ai ripari nel fenomenologico, dentro i limiti, ripassando per l'ennesima volta i fondamentali.

Sull'Anima: partendo dalla riflessione fondativa di LW credo anch'io che, invertendo i termini hegeliani della questione, la filosofia debba farsi fenomenologia dello spirito. Partendo dalla materia, non dallo spirito che ne è emanazione, come evoluzione insegna. Dalla terra, come esorta il misticismo nicciano. Da lì nasce l'infinito leopardiano che non atterrisce, ma dolcemente naufraga.
#5953
Citazione di: paul11 il 05 Marzo 2020, 15:18:45 PM
ciao Ipazia
A tuo parere c' è  da una parte "rigore scientifico"  e dall'altra "specchi deformanti", e da quale deduzione è posto un simile giudizio? A me risulta che vi siano scienziati credenti, anche oggi, e credenti che vanno dal medico. Non tiene argomentativamente un cotal giudizio.

Tiene eccome, soprattutto per la seconda parte. Per la prima, la scienza aiuta a liberarsi dalle superstizioni, ma, contrariamente alla religione, non si avventura oltre quello che sa, ma lo fa rigorosamente, usando pure la stocastica dove non ha elementi sufficienti per la deduzione. Imperdonabile sarebbe comunque che lo scienziato credente avesse le idee poco chiare su ciò che spetta a Cesare e ciò che spetta a Dio, confondendo la sua imperizia con la volontà divina e la perizia altrui coi miracoli.

CitazioneLa superstizione? Sicura che l'uomo che professa scienza "non si tocchi", non abbia cornini, non abbia ritualità compulsive? A mio parere sbagli a contrapporre l'uno sull'altro

c.s.

CitazioneRicorderei che il "rigore scientifico" è un metodo. Non è la strumentazione, che è amplificazione sensitiva, a dare il risultato; bensì l'interpretazione dei dati strumentali rispetto a un quadro di riferimento che è sempre rappresentazione e mai realtà.

Fatta la tara della superstizione dell'assoluto, resta la bontà oggettiva del risultato: aspirina vs. preghiera

CitazioneSecondo me con il coronavirus si " toccano i gioielli di famiglia", prendendo magari misure precauzionali. Il caso è invincibile, anche per la scienza che ne prende atto con statistica, stocastica,, calcolo delle probabilità. Ci sono cose che sono imponderabili...per chiunque.

Vuoi mettere una messa grande con musiche d'autore e corteo in processione con reliquie varie, che ignora il coronavirus e blatera di punizioni divine e trame sataniche  ;D
#5954
Citazione di: Sariputra il 05 Marzo 2020, 14:50:49 PM
Il problema dell'"essere" mi sembra però rimandare a quello della 'verità', intendendo qui la 'verità del giudizio'. C'è un legame inscindibile tra essere e attribuzione di un predicato all'essere stesso, un'attribuzione di proprietà e qualità. Il termine 'essere' in sè è vuoto. Non si può infatti parlare dell''essere', perché ogni tentativo di discorso su di esso, non riuscendo a eludere il paradosso della predicazione, va a collocarsi immediatamente nel 'regno del non-essere'..Così facendo la realtà dell'unità assoluta dell'essere viene degradata a mera finzione, apparenza (illusione..). La contrapposizione dialettica tra essere e divenire non riesce così a cogliere l'unità del reale. L'esistenza non è una opposizione tra essere e non-essere, al contrario, è proprio tale opposizione ad essere fittizia, perchè si fonda su una erronea comprensione del rapporto tra essere e predicazione.
Al linguaggio non è richiesto di parlare dell'essere, bensì di testimoniare, attraverso la propria inconsistenza al riguardo, dell'assoluta coincidenza di essere e non-essere..
un saluto

Concordo sull'infondatezza sofista della contrapposizione, che però non è tra copula e predicato, ma tra essere e divenire. E' sostanziale, non (solo) semantica. La realtà è data da materia in movimento, nell'assoluta coincidenza di essere (materia: Parmenide, atomismo) e non essere (trasformazione: Eraclito). Questo intende Wittgenstein quando tra le prime proposizioni del Tractatus afferma che non esistono le cose, bensì i fatti, che sono cose in perenne trasformazione e movimento, per cui il reale diventa Tat-sachen-raum: spazio delle cose di fatto. Ontologicamente. Semanticamente possiamo aggiungerci anche il postulato sull'interpretazione dei fatti (Nietzsche).

Tutto ciò ci allontana dalla plausibilità di una Maya noumenica (Essere) e ci obbliga a lavorare sui veli fenomenici in un'opera di disvelamento che ci dice non la verità di Maya/Essere, ma la verità della relazione tra i veli nel loro interagire.
#5955
Citazione di: Eutidemo il 05 Marzo 2020, 12:04:14 PM
L'Essere non è  nella stessa misura in cui A non è A:)

Nella sezione filosofica di un forum filosofico non è lecito confondere una proposizione metafisica con una proposizione logica. L'Essere di cui sopra, con maiuscola canonica, è l' "oggetto" metafisico (ὄντος) di cui parla l'evocato Parmenide. Per cui la proposizione va letta in senso ontologico: L'Essere (oggetto, ente, cosa) non esiste. E' una invenzione dei filosofi decostruita pezzo a pezzo dall'evoluzione epistemica: infatti non hai saputo rispondere ai miei punti interrogativi  ;D Magari qualcuno più navigato in cose metafisiche ci potrà provare.