Citazione di: Jacopus il 24 Settembre 2017, 20:40:51 PMCitazioneiano, il tuo ragionamento sugli uomini che si sono sempre spostati può portare a pericolose conclusioni, in passato la violenza è stata lo strumento di risoluzione di ogni conflitto, il più forte aveva ragione, il più debole no. Dobbiamo accettare questa legge come una legge necessaria anche oggi?E chi sarebbe il più forte oggi? Dal tuo ragionamento sembrerebbe che i più forti siano i migranti che spostandosi liberamente fanno sentire il loro fiato minaccioso sugli inermi "cittadini" delle nazioni evolute. Se questa interpretazione fosse giusta, non ti nascondo la mia inquietudine. Mi auguro solo che tu non faccia parte della classe dirigente di oggi o di domani.
Non pensi che la violenza sia stata esercitata e continua ad essere esercitata proprio dal mondo occidentale? Il più forte ha ragione anche ora nei paesi del terzo mondo. Le difese dello stato di diritto prima e dello stato sociale poi, funzionano solo in una ristretta area della terra, guarda caso proprio quell'area che richiama i migranti.CitazioneNaturalmente non è che questi abitanti non si possono muovere dal loro stato, solo che sono soggetti alla legge, che stabilisce se e come lo possono fare. La legge non è stata creata per far danno a loro, ma per proteggere i cittadini dello stato verso il quale vanno.Nessuna legge, Anthony, può chiedere alle persone di non migliorare la loro condizione, specialmente se sono soggette a bombardamenti, a forme di intimidazione politica, a impossibilità ad esercitare la loro personalità (pensa dove l'omosessualità è considerata un reato, ad esempio), alla povertà, non alla povertà assoluta, perché quelli che sono sottoalimentati non riescono neppure a spostarsi dal proprio villaggio, ma quella povertà che ha fatto spostare anche milioni di italiani negli ultimi centocinquanta anni.
E' la solita storia ambigua della borghesia. Per potersi legittimare e manipolare le classi meno abbienti, furono gli ideologi borghesi a concepire l'uguaglianza di fronte alla legge, e poi le pari opportunità, la libertà di espressione e di parola e tutti i diritti che oggi tutelano la dignità umana.
Una volta usciti dai confini del mondo occidentale però, l'uomo occidentale riacquistava le sembianze dell'homo homini lupus, e tuttora questo doppio binario è mantenuto con un certo successo.
Non ci si può neppure nascondere dietro la legge. Per quanto io sia tutto sommato un uomo d'ordine e quindi non mi dispiace essere governato da leggi certe, bisogna pur riconoscere che possono esistere leggi ingiuste. Non è sufficiente rendere positiva una legge (cioè scriverla seguendo determinate procedure) per garantirgli legittimità e giustizia.CitazioneLa tua idea che esista un travaglio di passaggio, per un futuro migliore è a mio parere discutibile, al di là dei grossi costi immediati, economici e sociali, ci sono i costi futuri perché queste persone sono culturalmente troppo distanti e quindi tenderanno nel nostro mondo a ghettizzare, a rinchiudersi in realtà marginali nelle quali riprodurranno le realtà, e i mali, del loro mondo di provenienza.Questo che dici è un tuo pregiudizio, che ha una parte di verità e una parte di falsità. Basti pensare ai meridionali che 50 anni fa popolarono il triangolo industriale. Nella stragrande maggioranza dei casi ora c'è una comunione di ideali e di cultura fra oriundi meridionali e settentrionali doc,, ma sono serviti 50 anni. Esiste ovviamente una minoranza che ha comportato dei problemi, ma in linea di massima erano problemi anche ricollegabili al tipo di accoglienza riservato ai meridionali.
Tu parli di mali del loro mondo di provenienza. Ma è esattamente il contrario, proprio perché comprendono i mali del loro mondo di provenienza che i migranti lasciano i loro paesi. Tu hai idea di cosa significa abbandonare il proprio paese. Probabilmente no, non hai alcuna idea in proposito. Se lo fanno è perché sono senza speranza e nello stesso tempo distrutti dalla necessità di abbandonare la loro casa, la loro storia, la loro cultura. Quello che il nostro mondo dovrebbe garantire, tra l'altro proprio secondo i principi del liberalismo e del capitalismo, è di dare ai figli dei migranti le stesse chances di noi cittadini di serie "A". Se al figlio di un "vu cumprà" dici: "Ok, tuo padre ha fatto grandi sacrifici, ha buttato via la sua vita, affinchè tu faccia il grande lavoro del "vu cumprà", e poi magari il figlio del figlio acquisisce degli strumenti culturali che gli fanno comprendere come la storia della sua famiglia sia una storia di dominio e di sottomissione, allora potrebbe esserci una reazione. A 50 anni sopporti e lavori come un mulo, a 20 puoi agire in un modo diverso, se non c'è stata giustizia. A questo proposito dovremmo guardare agli USA, che citiamo di solito in modo poco serio e poco documentato.CitazioneE che dire dei popoli Rom che rappresentano un problema sociale dovunque essi siano, perché riproducono certe strutture comportamentali, le località che li hanno accettati hanno vissuto solo il travaglio dei disagi che portavano, ma non hanno visto da questa presenza nessuna buona opportunità.La grande maggioranza dei rom, forse non lo sai, anche in Italia è cittadino italiano, lavora e paga le tasse, vive in case popolari o di proprietà.
Una minoranza piuttosto nutrita invece vive ai margini, non è scolarizzata, vive in campi nomadi dove vige appunto la legge del più forte e dove lo stato e le istituzioni civili non riescono ad entrare. Bisognerebbe iniziare a chiedersi anche qui, chi è nato prima, l'uovo o la gallina? l'uovo della devianza dei rom, o la gallina della cosiddetta società civile, che aveva tutto l'interesse a ghettizzare un popolo?
Che poi ci siano esiti diversi a diverse ghettizzazioni non cambia il senso del discorso, ampiamente documentato, ad esempio, dai famosi esperimenti di psicologia sociale di Zimbardo (scrivi Zimbardo su google se vuoi saperne di più).
Il mio ragionamento sulla violenza era per mettere in dubbio quel modo di ragionare per cui le migrazioni devono essere subite, perché in fondo ci sono sempre state.
Comunque riguardo alla tua tesi per la quale siamo noi occidentali ad essere violenti e non loro, io non la condivido. La civiltà si costruisce rifiutando la violenza, e la civiltà occidentale è il risultato di questo rifiuto che è stato costruito nei secoli.
Ancora poi con le solite storie dei bombardamenti, che al massimo hanno riguardato un milionesimo del territorio africano, e dell'omosessualità (Non appena hanno capito che il dichiararsi omosessuali poteva dargli delle chance tutti a dichiararsi omosessuali, che poi se sono tutti omosessuali come fanno a riprodursi così tanto è un mistero).
Su una cosa siamo d'accordo, sul fatto che loro hanno il diritto di cercare di stare meglio, ma questo diritto si può realizzare in tanti modi, deve essere compatibile con le condizioni sociali del posto dove vorresti andare. E poi si può cercare di stare meglio anche a casa propria. Pensa se tutti quelli che sono venuti avessero investito i soldi spesi per il viaggio in un'attività economica e ci avessero aggiunto il lavoro del tempo inutilmente speso ad effettuare il viaggio. Certo anche noi Europei facciamo i nostri errori, secondo me li trattiamo troppo bene. Noi abbiamo l'idea di uno standard di benessere civile che deve essere garantito a tutti. Nel momento in cui, però, questo benessere viene garantito a un africano crea uno squilibrio tra lui e i suoi simili che sono rimasti in Africa per cui produce un incentivo forte per gli altri a venire. Naturalmente il problema è favorito dai mezzi di comunicazione, secondo me bisognerebbe sequestrare tutti gli smartphone, altro che pagargli il wi-fi, per impedirgli di fare i fighi con i compari che sono rimasti in Africa.
"Questo che dici è un tuo pregiudizio, che ha una parte di verità e una parte di falsità"
Il mio non è un pregiudizio, è osservazione dei fenomeni sociali. Naturalmente io non escludo che in astratto si possa realizzare una cosa come l'integrazione sociale, se però guardiamo al grande esperimento del melting pot statunitense vediamo che comunque tutte le popolazioni tendono a restare realtà separate, nera, ispanica ...
Queste realtà separate tendono a riprodurre problematiche sociali specifiche, abitudini. Un gruppo di immigrati somali aveva ad esempio riprodotto, in territorio Italiano, la "tradizione" dei rapimenti di persona. I Senegalesi, a Roma, utilizzano la rete delle loro relazioni sociali per gestire il traffico di droga. Ne più ne meno di quello che hanno fatto siciliani e calabresi in nordamerica.
Tu mi dirai, ma i criminali si devono catturare e mettere in carcere, il fatto è che la cultura criminale è parte della cultura sociale, non tutti i siciliani e calabresi andati in nord-america erano mafiosi e ndranghetisti, ma tutti erano culturalmente predisposti ad accettare quelle realtà per cui hanno comunque favorito l'espansione di mafia e ndrangheta nel nordamerica.
Così la vedo io, naturalmente comprendo le buone intenzioni di voi buonisti che vorreste salvare il mondo, ma io sono preoccupato per il futuro che ci aspetta se non avremo il buon senso di fermare queste invasioni.
Ti saluto.

) cultura,queste positività,essendo la nostra cultura anche il risultato dell'interpretazione di queste diverse parti.