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Messaggi - Ipazia

#5956
Citazione di: iano il 04 Marzo 2020, 22:39:42 PM
Non è che io voglia mischiare capre e cavoli.
In effetti non sono riuscito ad esprimere il mio pensiero.
Ho lanciato spesso l'amo della capacità di credere come fondamento dell'essere uomo, ma nessuno di voi ha mai abboccato, e da solo non riesco a sviluppare l'idea.

Vi ha abboccato uno che non è nessuno, Cartesio (Descartes), e il suo paradigma metafisico (dualistico) a mio parere regge ancora. Abbastanza bene anche sul piano fisico, malgrado la "robottizzazione" neuroscientifica paventata da Green. A partire dal cogito fondativo dell'essere umano (ergo sum), vi sono però vari modi di credere sui quali è davvero il caso di non mischiare capre e cavoli, come opportunamente afferma Jacopus.

CitazioneL'atto di pura fede sarebbe qualcosa di misterioso, se esistesse.

Su questo concordo: un "diavoletto ispiratore", un movente, ritengo ci sia sempre. Pure capace di spiegare perchè:

CitazioneMa in effetti non credo esista la pura fede come non esiste la pura scienza, ma solo uomini che tendono verso l'una o l'altra. Ma siamo d"accordo sul fatto che la pura fede non deve essere spiegata, e quindi non può essere contraddetta da prove contrarie.

Sarebbe davvero assai strano che le teorie scientifiche non spiegassero i loro paradigmi. Newton si rifiutò di fingere una teoria "scientifica" sulla natura della gravitazione universale, di cui sapeva però calcolare e giustificare gli effetti. Hypotheses non fingo è il confine sottile, ma netto come il rasoio di Ockham, tra credere religioso (fede) e credere scientifico (basato su prove sensibilmente evidenti):

CitazioneMa anche ogni teoria scientifica si sviluppa a partire da ipotesi che non vanno spiegate. Succedono però cose strane.Quando le moderne teorie rigettano ad esempio l'ipotesi dello spazio e tempo assoluto di Newton, sembra che vogliano dire, senza dirlo direttamente, che le loro ipotesi alternative sono invece da abbracciare.

Invece lo dicono direttamente con riscontri sperimentali che dimostrano la relatività dei concetti di spazio e tempo che vanno da Euclide a Newton, il cui campo approssimato di validità, per semplicità di calcolo, rimane confermato per grandezze di dimensione umana, mentre va ricalcolato relativisticamente per le distanze cosmiche, inclusi i viaggi spaziali. Da abbracciare c'è solo l'evidenza dei riscontri sperimentali che traggono la teoria dalla finzione ipotetica.

CitazioneMa ciò che a me pare fondamentale, tanto fondamentale che sembra sfuggire, e' proprio questa capacità di abbracciare, o di credere.

Ma ben diversa tra i due modi di credere. Credere all'evidenza ripetuta, suffragata dall'esperienza, è una necessità evolutiva legata alla sopravvivenza dei viventi: sfuggire di fronte al predatore e al cataclisma.
#5957
Citazione di: Eutidemo il 05 Marzo 2020, 07:14:21 AM
Ciò che "diviene" a mio parere, non è l'<<essere assoluto>> (cioè il minimo comun denominatore di tutte le cose), bensì le sue <<manifestazioni>> fenomeniche...cioè l'<<esistere relativo>> delle singole cose.
L'essere dello schermo, non cambia col mutare delle immagini proiettate su di esso...che prima sono una e poi un'altra.

L'essere dello schermo qual'è ? Tela, tubo catodico, cristalli liquidi, plasma, ...? E il minimo comune denominatore di tutte le cose ? La particella di Dio ? L'Universo, che per somma sfiga dell'Essere diviene anche lui ? E forse diverrebbe anche Dio, se esistesse davvero.

Temo che l'Essere continui ad essere, aldilà dei sotterfugi logici, una questione ontologica e se ne venga fuori metafisicamente (e fisicamente) con un perentorio: L'Essere non è  :)
#5958
Citazione di: paul11 il 04 Marzo 2020, 19:48:30 PM
ciao Ipazia,
 
La virtù  in Grecia, nacque con il nomos di Esiodo che insieme dichiarava i principi di sovranità del re.
La virtù  era l'armonia che nasceva dal rapporto cielo e terra e quindi l'uomo.
Non si capirebbe altrimenti come mai tradizioni più antiche di quella greca, quella vedico indiana, egiziana, sumerico babilonese, già la interpretavano nel divino.

Leggere il pensiero greco attraverso le lenti deformanti della teologia non rende un gran servizio alla verità all'ermeneutica storica. Appena i greci si divincolarono dalla superstizione e cominciarono a ragionare filosoficamente si posero la questione dell'archè e non la trovarono nel logos, ma in acqua-aria-terra-fuoco, atomi, universo infinito (apeiron). Su questo disputarono le menti più illuminate dell'epoca e gli dei li vedevano come una specie aliena di immortali che si fa i fatti suoi su cui era inutile tergiversare. Così limitati che se si usava oculatamente il "divino" immanente che è in noi, l'intelligenza, ci si poteva barcamenare tra i loro dissidi e portare la pelle a casa come fece quel campione carismatico di hybris che sfuggì alla morte denominandosi Nessuno (già sulla gestibilità logica del Nulla avevano le idee chiare, evidentemente: ma è un Logos tutto umano).

Il seguito della storia ...

CitazioneAristotele è un filosofo con un piede ancora nell'antichità e un altro predispone la modernità.
E' il periodo ellenistico, quello di Alessandro Magno, di cui Aristotele era aio, precettore.
La scuola peripatetica, quindi aristotelica arriva fino al tomismo e la scolastica.
Aristotele si contraddistingue per una visione più pratica che teoretica ed è per questo che la sua influenza arriva più di Platone a certi filosofi moderni che seguono comunque il filone empirista.

Come ho scritto altrove il passaggio dalla civiltà greca a quella latina sposta anche le direzioni del pensiero. Il diritto latino si occupa più della domus che del nomos greco, degli interessi privati più che delle virtù in senso originario.
Quindi da una parte è corretto dire che Aristotele influisce in qualche modo sullo spartiacque fra morale ed etica, in cui la morale del nomos svanisce secondo l'interpretazione etica che deriva dalle prassi. Ed è quello che vado dicendo da un bel po' di tempo. Perchè il comportamento etico non ha fondamenti, se non l'osservazione di gruppi sociali, di società di tradizioni diverse. Quindi ogni gruppo sociale, stato, nazione, tradizione, addirittura luoghi diversi hanno etiche diverse.
Non è fondativo osservare, semmai è capire la legge che governa l'osservazione. L'etica che diventa usanze diverranno parti dei codici legislativi. Ma questo non cambia nulla né dal punto di vista teoretico, in quanto la morale è virtù e l'etica prassi comportamentale e la mores usanza.

... riporta ad una concezione immanente del Nomos per il pensiero "alto" antico. L'aretè contenuta nella cicuta di Socrate non deriva dalla superstizione che arriva fino a Kant del dio introiettato, ma dal rispetto al nomos di Atene. Così come la virtus romana è strettamente correlata allo sviluppo della civis romana, fino a chiudere il cerchio ermeneutico di una religione "anglicanizzata" nella figura divinizzata dell'imperatore che di quella civis globale era il simbolo supremo. Un dio mortale, e già questa è una grazia evolutiva di rara intelligenza.

CitazioneGli studi "rigorosi scientifici moderni" sui comportamenti sono limitati a  test. Sull'attendibilità di tutti i test, compresa statistica, stocastica, calcolo delle probabilità , lo lascio ai rumors intestinali del mainstream culturale. A cosa poi servono in pratica? A imbonire le folle con pubblicità, marketing economico e politico, culto dell'immagine.

Ti zappi sui piedi se credi nel comunismo. Il comportamentismo alla Pavlov che con scosse elettriche si insegna al topo la via per mangiare il formaggio? E' superato dal cognitivismo.
Persino le ideologie liberali e liberiste, "prendono atto" degli individualismi e impongono alla politica di non intromettersi, in quanto  secondo il loro dettame il dare e avere, le transazioni, sono equilibratrici ed esaltano l'astuzia, il cinismo, l'egoismo, il narcisismo, la megalomania.
Il migliore, il più "forte" vince e il povero è un inetto. Questa è la sentenza del "rigore scientifico".

Il rigore scientifico serve a falsificare le idee bislacche e per questo è giustamente avversato dalla religione che su quelle idee pascola dalla notte dei tempi. Pure le idee bislacche secolari, perchè Minerva, a differenza di S.Pietro, è incorruttibile e non basta benedire l'acqua per convincerla (nemmeno i virus convinci) o stabilire la verità per decreto statale.

CitazioneSpinoza è un ebreo, e gli ebrei sono più materici di quanto possa far sembrare le loro mistiche, non mi sorprende affatto.

Ma dobbiamo concedere loro che anche se sono all'origine di quell'errore millenario del Logos coniugato con l'orrore millenario del totalitarismo monoteistico - che tanti danni arreca anche nel nostro tempo -, almeno hanno prodotto pensatori come Spinoza, Marx, Freud, Einstein che hanno rivoltato come un calzino questa visione del mondo:

CitazioneLibertà è una bellissima parola, come l'amore. Si uccide per libertà e amore.
Sottrarsi ad una condizione, non significa essere più liberi, perché la libertà crea nuove problematiche e condizioni. Un cane alla catena dovrà il padrone sostentarlo. Un cane randagio dovrà badare a se stesso compreso il sostentamento.
C'è chi nasce per non prendersi responsabilità e sono le moltitudini di pecore smarrite che cercano  sempre l' uomo forte" e lo votano alle politiche perché, essendo  illusi e ingenui, gli risolva i loro problemi. Per esperienze sociali mie personali, sono pochi che hanno "gli attributi" per decidere
e prendersi le responsabilità e molti scappano per "non sporcarsi le mani".

... fatta di pecore, pastori e cani da guardia rigorosamente alla catena perchè scordino in eterno di essere lupi addomesticati.

CitazioneLa metafisica oggi è un coronavirus del regno animale e naturale che manda al tappeto una cultura di scientisti che vorrebbero andare su Marte e non riescono nemmeno a vivere sul pianeta natale.

Torniamo alle preghiere, processioni, ossa di santi e acque benedette ?
#5959
Citazione di: iano il 04 Marzo 2020, 13:43:00 PM
E dopo i Siriani avremo alle frontiere i Turchi stessi.
Ma non dovrebbe essere un problema se invece di chiamarli siriani e turchi inizieremo a chiamarli col loro vero nome ,uomini di questo solo mondo , ognuno dei quali è specie a se'.
Se ogni uomo fa' razza a se spariscono le razze.
Se ogni uomo ha il suo nome spariscono le nazioni.
E non è buonismo .
Semmai sfrenato ottimismo.
Ma cosa altro dovrei dire?

Che è semplificazione estrema. Sono siriani che hanno ucciso altri siriani e curdi e insegnato ai loro bambini ad uccidere. Prima di accoglierli meglio passarli ai raggi x. Se ne abbiamo i mezzi. Altrimenti è meglio lasciarli dove sono. Come stanno facendo i greci. Ci sono diversità che danno vita e diversità che danno morte. Anche le diversità sono diverse tra loro.
#5960
Sfondare i limiti epistemologici dell'episteme non è grande impresa, essendo una porta aperta. Sfondare quelli fisici è un po' più complicato e il giardino dell'esserci pare non offrire, se non immaginarie, alternative. Tanto vale fare di necessità virtù e riempire di spirito quel giardino. Finchè il limite, di fronte al quale siamo tutti equamente poveri (la livella), non ci separerà.
#5961
Problemi utilizzo forum / Re:Aggiornamento forum
04 Marzo 2020, 11:05:26 AM
Per recuperare la possibilità di formattazione del testo, che diventa problematica tanto in modifica che dopo l'anteprima, ho risolto ripristinando sempre la veduta del testo in elaborazione in formato "struttura" (premendo il tasto : freccia obliqua tra parentesi quadre) e non in formato "vista", come solitamente riappare dopo ogni richiamo da anteprima o modifica o citazione. E' un passaggio in più, noioso oltremodo da cellulare o tablet, meno da pc, ma salva pure da onerose formattazioni "automatiche" del testo da dover poi ricorreggere.
#5962
La distinzione tra ethos e mores penso sia tanto filologicamente che metafisicamente infondata. Sull'etica Aristotele scrive tre libri che alimenteranno la filosofia morale latina. La virtù (aretè/virtus) è adeguamento soggettivo esemplare ai principi etici collettivi e non può che derivare da questi, tanto fisicamente che metafisicamente, a meno di non cadere in una virtù innata che può essere solo oggetto di fede (penso anche per Kant che la postula).

L'etologia umana studia con rigore scientifico i comportamenti della nostra specie, indagando la costellazione motivazionale dell'universo etico-morale che si manifesta fenomenicamente, e lo fa con un bagaglio di conoscenze ben maggiore di quello degli antichi, non certo immuni da derive razzistiche pregiudiziali su base ideologico-religiosa: ganga purificata dal logos scientifico.

Al quale logos, l'ultima lezione di ontologia presa dalla filosofia venne impartita quattro secoli fa da un ebreo biscomunicato che postula: Deus sive Natura. Da allora il logos scientifico si è occupato di natura, lasciando i numi al loro destino, e questa è la penultima rivoluzione filosofica, centrata sulla certezza.

L'ultima è quella fondata sulla certezza dell'incertezza che solo per i poveri di spirito prelude all'inferno nichilistico, mentre per chi è spiritualmente ricco apre le sconfinate praterie della libertà di ricerca e sperimentazione. Anche qui pescando dal greco e fondandoci una scienza: psicologia.

Questo lo dico per Green affinchè elabori il lutto di un'Anima e di un Dio/Essere che sono morti perchè passati a miglior vita, quella del rigore scientifico. Che nell'umano troppo umano della "cattiva falsificazione" celebra i suoi nefasti, ma non è un buon motivo per negare i fasti e le fortune evolutive della "buona falsificazione" che da tanti idola ci ha liberato.

La certezza dell'incertezza è il luogo del mistico di LWittg, esaltato dalla bellezza della poesia e dallo stupore della contemplazione del Kosmos, mai così ricco di logos - dall'immaginifico al reale - come negli anni che stiamo vivendo. Immaginifico che contiene pure il parco giurassico delle antiche metafisiche in sè e delle loro improbabili rivoluzioni o rinascite filosofiche. Fatto salvo che un'ermenautica avventurosa non ci consegni finalmente il Santo Graal, la Tuttologica pietra filosofale incontrovertibile, che sogna(m)(n)o dalla notte dei tempi. Evento sensibile di fronte al quale anche gli incalliti, analitici, miscredenti moderni non potranno che chinare il capo.
#5963
Anche le regole hanno bisogno di eccezioni affinchè la cortina fumogena dell'ideologia continui ad operare. Ma il sistema è talmente coerente che anche l'immigrato abbronzato ha servito fedelmente i suoi committenti master of war. E ne stiamo ancora pagando le conseguenze. Decisamente preferibile il cinghialone miliardario doc che porta a casa i marines.
#5964
La filosofia non si cala in una cultura. La fa. L'etologia umana è legittima erede del concetto di ethos, depurato dalla ganga ideologica sommamente variabile di una virtù sovrasensibile. La virtù, anche per i cristiani, nasce dal corpo e dai suoi bisogni di nutrimento, cure, protezione. Tali bisogni sono Kosmos perenne della condizione umana che sta alla base della teoria dei bisogni umani; incontrovertibili se si vuole mantenere la condizione umana. Lasciando le declinazioni ideologiche dell'aretè ai puri spiriti. Pure nella versione moderna di schiacciatori di etologici tasti tecnoscientifici al decimo piano della piramide di Maslow.
#5965
Citazione di: paul11 il 02 Marzo 2020, 21:56:00 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Marzo 2020, 18:38:12 PM
@paul11

Per quanto ritenga l'ethos umano ben radicato nella physis, trovo che confondere i due ambiti in una episteme totalizzante sia scarsamente proficuo per l'episteme stessa ed abbia già prodotto fin troppi strafalcioni storici, dai quali qualcosa dovremmo avere pure imparato


Il solito mantra.
Prima definisci l'ethos e la physis in termini greco antico, che non sono da confondere con l'etica e la fisica in termini moderni.  E poi vediamo gli strafalcioni storici. Se li intendi come sinonimi allora fai anti-filosofia

E' un mantra incontrovertibile. Ethos è il fondamento dell'etica e physis delle scienze naturali e matematiche. Se non li intendi così allora riduci la filosofia a chiacchericcio teoresi. Con strafalcioni, pure sanguinari, al seguito.
#5966
Per sapere di che sostanza sia fatta la democrazia liberal-liberista è sufficiente il dato di costo di affitto quadriennale dell'albergo denominato "White House" nella Santa Sede dei liberal-liberisti. Un costo decisamente all'insegna della diversità antropologica. Rispettabile ? Dipende.
#5967
@paul11

Per quanto ritenga l'ethos umano ben radicato nella physis, trovo che confondere i due ambiti in una episteme totalizzante sia scarsamente proficuo per l'episteme stessa ed abbia già prodotto fin troppi strafalcioni storici, dai quali qualcosa dovremmo avere pure imparato
#5968
Citazione di: green demetr il 02 Marzo 2020, 10:29:29 AM
Lasciare il tutto alla episteme moderna significa tra l'altro non aver capito la crisi dei fondamenti di tutte le scienze.
Se nessuna scienza può arrogarsi alcun dirito teoretico stai certa che lo faranno praticamente con le cattive.

Parlare di crisi dei fondamenti di tutte le scienze significa tra l'altro non aver capito l'episteme moderna, la cui metaphysis non persegue più il Tutto come la metafisica classica, ma la coerenza epistemica in sezioni del reale (da definire a sua volta) rigorosamente de-finite. Coerenza verificabile sul campo sperimentalmente, con esclusione ipso facto dal campo epistemico delle velleità scientistiche, cui restano solo le praterie, indubbiamente ampie, dell'ideologia e pro-paganda.

CitazioneMa qui mi fermo, rimaniamo pure negli spazi astratti e aerei della filosofia teoretica. (per me fondamentale per quella pratica)

Che peró, esclusa l'epistemologia, c'entra poco con l'episteme, la metaphysis, di cui sopra, dal mio osservatorio mentale sul de rerum natura.

CitazionePS
Solita correzione su Nietzche, come nel caso di Paul, la faccio solo perchè ci tengo a voi, di solito lascerei cadere le provocazioni.
Nietzche non insegna ad accettare le cose come sono, anzi invita ad una guerra (intellettuale) perpetua contro ogni forma di stasi.

Mai dubitato: panta rei. Anche per le ere geologiche, figurarsi per le nostre visioni del mondo e le loro millenarie sicumere. Peraltro tutte in crisi.

Citazionepps
Per quanto riguarda la natura vista dal bias, ovviamente intendo che vi sia una res extensa, quando kant e lo stesso cartesio parlano del cattivo demone. Non esiste alcuna res extensa in sè.

Esiste quella contro cui incocciamo continuamente essendone, dialetticamente, parte inclusa; e separata, col nostro ego cogitante mortale.

CitazionePreferisco certo la Physis greca che si riallaccia all'idea dei fenomeno.

Anch'io. Narrabile e, forse, dicibile. Sotto il fenomeno, nulla.
#5969
Citazione di: green demetr il 01 Marzo 2020, 12:45:24 PM

Vedo che insisti a intendere la natura come super-egoica.

Un conto è la sovrastruttura che genera l'io penso, tesi del nostro marx, un conto è la natura.

Mentre la prima è il risultato politico (incluso quello della economia politica), la seconda è una invenzione della chiesa, che pensa il Dio in relazione all'uomo, inteso come naturale.
La natura è lo strumento del Dio. In poche apodittiche parole.
Ma Dio appunto non esiste, e dunque nemmeno la Natura.

Se diciamo natura che non sia relata a Dio, ci tocca rifare i conti da capo.

Vogliamo dunque rifarci alle sciocchezze delle neuroscienze? al pensiero del post umano?
A tutte quelle forme della sovrastruttura che determina l'essere egoico?

Vogliamo rifarci alla natura come la intesero i presocratici e i pensatori coevi orientali a priori di qualsiasi Dio o Uomo-Dio. Che poi è laddove cercó di riportarla Nietzsche rifacendo i conti da capo (magari sbagliati, ma sempre meno di quelli che andava martellando).

Sia essa essere, ente o concetto cambia poco. Cosi la esperiamo nella sua fenomenicità e così la trattiamo fenomenologicamente.

CitazioneIl problema dell'in sè di Ceravolo non è così indifferente rispetto a quello che pensi.

Infatti ponendo un in sè all'interno della natura si sta dando il via alla possibilità della analisi.

Anche di quelle plurali come dici nel tuo intervento finale.

Non porre le premesse di qualsiasi analisi significa consegnarsi in toto al potere delle sovrastrutture.

Le premesse le pone qualsiasi disciplina conoscitiva (scienza) definendo i confini della propria episteme.

CitazioneSignifica affidarsi alle scienze cognitive, adattive, solo perchè performanti, ossia adatte alla economia politica come già Marx ci ha avvisato.

La mercificazione dell'esser umano spacciata come Natura, è la solita sostituzione, del morto un Dio, se ne fa un altro.

Marx ci ha avvisato di quanto la sovrastruttura abbia una grande propensione a farla fuori dal vaso e la sovrastruttura Capitale eccelle in tale arte. Anche Dio non ci va leggero...

CitazioneIl concetto di Natura che lo giustifica è il mezzo più adatto come lo ha dimostrato e tutt'ora dimostra, la persistente presenza del Dio cristiano

... avendo ben compreso quella sezione della natura che è la "natura umana", storicamente determinata...

CitazioneTroppo facile per le forme ideologiche del capitalismo moderno, che usano qualsiasi dispotivo(agamben) esistente.

... al pari del capitalismo che è la summa teologiae della modernità.

Citazione
Il bias parte proprio dalla Natura.

Direi di tornare a Kant e rischiararci le idee. Se vogliamo ripensare il politico come categoria rifondativa del fare filosofia. (cosa su cui sarei d'accordo).

Penso sia un bias insuperabile, trascendentale, tanto vale farsene una ragione per noi della cosa, liberandolo dalla lussuria mercatistica di preti e mercanti. E alfine accettarlo con filosofica consapevolezza come ci insegnó il maestro di Röcken.

Il dubbio che mi sovviene è se stiamo parlando della stessa Natura o natura.
#5970
Tematiche Filosofiche / Re:Sileno
01 Marzo 2020, 10:44:28 AM
Non si tratta di pensare la condizione mortale come superabile ma di inserirla in un contesto filosofico che decongestioni l'elemento tragico (la Medusa pietrificante) in evento naturale, eternamente ritornante nella riproduzione generazionale, sgravato del pathos individuale "umano troppo umano" che conduce al vicolo cieco dell'illusionalità sovrannaturale, evolutivamente regressivo e infantilizzante.

Tale era la problematica esistenziale di Epicuro, Schopenhauer, Nietzsche, Marx, Freud,... e di ogni umano che non si accontenti di scorciatoie sovrannaturali. Posta l'inconsistenza metafisica dell'essere, nulla osta che al nichilistico "essere per la morte" - con eventuale recupero post mortem - si contrapponga un vitalistico "essere per la vita" che è il percorso filosofico che FN perseguirà per tutta la sua esistenza distaccandosi dal disincantato pessimismo antihegeliano e antispiritualista del suo primo ispiratore Schopenhauer e cercando nella natura la risposta.

Nella natura che è qui ed ora, Dasein, esserci: nel buon cibo, aria salubre e pensieri all'aperto diffidando dei pensieri al chiuso. Non una sistematica, ma un inesauribile percorso di suggerimenti al fine di gustare al meglio i doni di Dioniso nella sua veste reale di terra e natura. Rifuggendo da tutto ciò che converte il vino in aceto.

In tale percorso FN si divincola dalla biografia delle sue origini, producendo un discorso filosofico originale, al netto dei pregiudizi del suo tempo cui tutti dobbiamo pagare pegno restando, nella gran parte dei casi, al di qua dei loro confini.