La libertà del proprio limitato tempo di vita ha un valore che nessun padrone puó pagare. Basta riuscire a sopravvivere; alla vita provvede la libertà.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: Phil il 29 Febbraio 2020, 11:14:41 AM
Forse anche l'oltre-uomo, colui che è "oltre" il coro, non potrebbe che esser anch'egli eroe tragico, che con la sua necessaria morte (e annesso amor fati) terrebbe in vita l'eterno ritorno, ovvero il percorso che porta al suo stesso coronamento "oltre" l'umanità deicida, ma non oltre la tragedia del vivere (l'esser-per-la-morte, come riformulerà qualcuno venuto dopo Nietzsche).
Citazione di: paul11 il 29 Febbraio 2020, 00:57:49 AM
ciao Ipazia,
Sileno indirizza la sua sentenza a tutta la stirpe umana.
Sono d'accordo che "la morte di dio" ha lasciato spazio ad una decadenza.
E qui penso che Nietzsche abbia fallito, più ancora di un "dio in vita".
E se tanto mi dà tanto......significherebbe che alcuni paradigmi nietzscheani
non sono filosoficamente pertinenti e deformano il suo pensiero.
E' solo un invito a riflettere la mia, non una sentenza.
Citazione di: anthonyi il 27 Febbraio 2020, 07:10:18 AM
... in poco tempo siamo ritornati all'ordinaria e democratica contrapposizione tra sinistra e destra.
Citazione di: Lou il 26 Febbraio 2020, 16:08:27 PM
Per rispettare la diversità occorre imparare a rispettare l'unicità: Ogni individuo è unico e insostituibile rispetto all'altro e viceversa. Tra gli uomini c'è variabilità, differenza, non identità. perciò trovo molto importante salvaguardare il principio di uguaglianza, il solo che può garantire il rispetto per le nostre unicità e differenze. Siamo sempre l'altro, l'uno per l'altro. In questo siamo tutti uguali.
Citazione di: baylham il 26 Febbraio 2020, 10:52:27 AM
Sono convinto che i principi siano inutili: fino a che punto si può spingere il principio di precauzione?
Spinto all'estremo ottiene il risultato opposto.
Perciò entra in gioco la politica, di cui non apprezzo gli inviti all'unanimità.
Citazione di: Phil il 22 Febbraio 2020, 20:45:13 PM
...
Detto altrimenti, secondo me la verità appartiene al lato del soggetto (narrazione, descrizione, etc.), mentre nel lato dell'oggetto c'è esistenza (esperienza, accadere, etc.); il linguaggio è ciò attreverso cui l'uomo "guarda" il reale, conviene che egli sappia cosa appartiene alla "lente" e cosa al "panorama": nel mondo "troviamo" la verità, oppure la verifica del nostro discorso (concettualizzazione, etc.)? E quando non la troviamo, ciò che viene falsificato è la realtà o il nostro discorso?
P.s.
Fermo restando che in generale si parla di «verità» con tanti significati (empirico, mistico, logico, etc.); questa è solo la spiegazione della mia preferenza personale (quantomeno off topic).