Citazione di: Ipazia il 03 Ottobre 2018, 08:26:09 AMCitazione di: sileno il 27 Settembre 2018, 13:51:13 PMSì. Perfino alle origini della filosofia, che nasce narrata nei dialoghi platonici. E quando si fa atea lo fa in forma aforistica e narrativa. Anche nelle religioni, occidentali e orientali: ciò che rimane vivo dopo il crollo dei sistemoni teologici è l'anaddotica, la parabola, i cui contenuti a misura d'uomo (la morale della favola) permangono validi e stimolanti sempre. Il tramonto del pensiero medioevale risulta molto più efficacemente rappresentato da Cervantes che dal saggione di Huizinga. Le "relazioni pericolose" di Choderlos de Laclos ci raccontano la putrefazione dell'ancien regime più di tutti i libri di storia. Più tempestivo di tutti i saggi sulla materia è il rapporto tra umani e IA narrato nelle leggi della robotica di Asimov. Sul folgorante "la bellezza ci salverà" la società secolarizzata e atea avrebbe da riflettere più che su tutta la saggistica filosofica moderna. Certo non è facile trovare nel bailamme di narrativa quello che farà la storia del pensiero a venire. Ma c'è un unico per riuscirvi: conoscerla.Citazione di: Jacopus il 27 Settembre 2018, 11:10:05 AM
La distinzione saggistica/narrativa e' piuttosto artificiosa. Da un romanzo si possono trarre conclusioni e riflessioni molto piu' fondate che da un saggio. Esempio: con quanta grazia Voltaire si prende gioco di Leibniz in Candido e sicuramente ha raggiunto un numero di persone molto piu' grande di qualsiasi testo filosofico.
Credo che ad un certo punto saggistica e narrativa si rinforzino a vicenda e possano trarre ispirazione l'una dall'altra.
La psicoanalisi non sarebbe mai esistita se Freud non avesse avuto una solidissima conoscenza dei classici greci. Il nome della rosa non sarebbe quel capolavoro che e' se Eco non avesse conosciuto la filosofia scolastica medievale. E gli esempi potrebbero continuare.
Il senso della letteratura più alta è la riflessione eclettica e interdisciplinare. Libri non conformi a un banale orizzonte di attese, che contribuiscono a comprendere il mondo, stimolando a una nuova percezione dell'esistenza etica e estetica., che illustrano problematiche affettive, dilemmi di coscienza, come certi personaggi dell'inquietudine novecentesca, e alcuni tra i migliori romanzi d'amore. Libri che educano il pensiero, le emozioni, l'immaginazione.
Tra i romanzi "filosofici" voglio ricordare almeno "La nausea" di Sartre e "Lo straniero" di Camus.
C'è un rapporto tra psiche, filosofia e letteratura: la fantasia poetica e narrativa può raccontarci molto sulla condizione umana e sui problemi fondamentali dell'uomo.
Amo il libri dove un personaggio rappresenta un dasein: uno stile esistenziale in rapporto agli altri per comprendersi nella propria essenza e esistenza.
Ad es. ricordo il personaggio autobiografico di J. Conradi in "Linea d'ombra", metafora di una comune esperienza: l'acquisizione di una piena e dolorosa maturità e autocoscienza.
Saluti