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Messaggi - tersite

#61
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
05 Aprile 2019, 00:51:46 AM
Citazione di: paul11 il 04 Aprile 2019, 14:33:38 PM
 Sostengo che . La contraddizione insomma è ritenere che i fondativi non sono fondativi, sono diventati "virtuali" e che l'episteme che è la verità sia fondata invece sulla falsità fallibile, vale a dire tutto diventa opinione e relativismo. Il problema non è solo teorico o filosofico, non vogliamo ancora capire che le pratiche sociali e le istituzioni moderne sono anch'esse fondate (anzi in-fondate) su questa fallibile cultura e lo verifichiamo ormai ovunque. E' la prepotenza, l'arroganza, la forza a determinare la storia e le condizioni umane in cui sguazziamo e hanno addirittura l'alibi culturale che almeno un tempo non avevano. Oggi nemmeno il deterrente culturale può fermare la prevalenza del cretino perché anche l'indignazione popolare non ha più sostenitori culturali, tutti in balia del nulla.
Il sommo poeta aveva previsto tutto :

Piccolino, morta mamma,
non ha più di che campare;
resta solo con la fiamma
del deserto focolare;
poi le poche robe aduna,
mette l'abito più bello
per venirsene in città.
Invocando la fortuna
con il misero fardello,
Piccolino se ne va.

E cammina tutto il giorno,
si presenta ad un padrone:
- "Buon fornaio al vostro forno
accoglietemi garzone". -
Ma il fornaio con la moglie
ride ride trasognato:
- "Piccolino, in verità
il mio forno non accoglie
un garzone appena nato!
Non sei quello che mi va". -

Giunge al re nel suo palagio,
si presenta ardito e fiero:
- "Sono un piccolo randagio,
Sire, fatemi guerriero". -
Il buon Re sorride: - "Omino,
vuoi portare lancia e màlia?
Un guerriero? In verità
tu hai bisogno della balia!
Tu sei troppo piccolino:
Non sei quello che mi va". -

Vien la guerra, dopo un poco,
sono i campi insanguinati;
Piccolino corre al fuoco
tra le schiere dei soldati.
Ma le palle nell'assalto
lo sorvolano dall'alto
quasi n'abbiano pietà.
- "È carino quell'omino,
ma per noi troppo piccino:
non è quello che ci va!" -

Finalmente una di loro
lo trafora in mezzo al viso;
esce l'anima dal foro,
vola vola in Paradiso.
Ma San Pietro: - "O Piccolino,
noi s'occorre d'un Arcangelo
ben più grande, in verità.
Tu non fai nemmeno un Angelo
e nemmeno un Cherubino...
Non sei quello che ci va". -

Ma dal trono suo divino
Gesù Cristo scende intanto,
e sorride a Piccolino
e l'accoglie sotto il manto:
- "Perché parli in questo metro,
o portiere d'umor tetro?
Piccolino resti qua.
Egli è piccolo e mendico
senza tetto e senz'amico:
egli è quello che mi va...
O San Pietro, te lo dico,
te lo dico in verità!..."

G. Gozzano
#62
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
04 Aprile 2019, 23:04:43 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 04 Aprile 2019, 21:12:53 PM

secondo il ragionamento fenomenologico, non potrebbe "esistere" quella
particolare idea che è Dio (come altre idee particolari, naturalmente)?
Infatti quello che proprio non riesco a capire della Fenomenologia è il "dove" essa intenda porre il limite della,
chiamiamola, "oggettivazione del fenomeno".


finalmente qualcosa su cui siamo d'accordo.
Secondo il ragionamento della fenomenologia perché negare proprio quell'idea particolare che è dio, come altre idee particolari, naturalmente ?
Dove è il limite all'oggettivizzazione ti chiedi etc.etc.....
Quindi un limite alla fenomenologia va trovato in qualcosa che la limiti se no ci si potrebbe inventare qualsiasi cosa.
E' una domanda profonda a cui il nostro intelletto non può giungere perché l'ultimo ritrovato della filosofia è la fenomenologia e questa l'abbiamo appena visto non pone limiti. Dobbiamo quindi trovare qualcosa che al di fuori della fenomenologia ne definisca i limiti. Quando si parla di limiti e di paletti fissi niente di meglio che i classici, e ritenendo le confessioni robetta da femminucce mi sono gettato sui Dommatici (notare la maiuscola) e li, subito, aprendo le pagine a caso come a voler esser guidato dalla volontà dell'essere ho aperto il volume a caso proprio su queste parole che cito letteralmente a vostra duratura memoria ed erudizione :

Natura dei demoni e loro potere divinatorio.

3. 7. La natura dei demoni è tale che essi, data la sensibilità del loro corpo aereo, oltrepassano agevolmente la sensibilità propria dei corpi terreni e, anche per la superiore agilità di questo corpo aereo, per rapidità hanno la meglio, senza possibilità di confronto, non solo sulla corsa di qualsiasi uomo o animale, ma anche sul volo degli uccelli. Dotati di queste due qualità relative al loro corpo aereo, vale a dire l'acutezza della sensibilità e la rapidità del movimento, preannunziano o annunziano molti fatti conosciuti prima, fonte di meraviglia per gli uomini a causa della lentezza della propria sensibilità terrena. Nei demoni s'è aggiunta, per di più, durante tutto il lungo arco di tempo in cui si sviluppa la loro vita, un'esperienza della realtà di gran lunga superiore a quella che può provenire agli uomini per la brevità della loro vita. Grazie a queste proprietà, che sono toccate alla natura di un corpo aereo, i demoni non solo predicono molti fatti futuri, ma ne compiono addirittura molti di stupefacenti. Ora, dal momento che gli uomini non possono dire o compiere questi fatti, alcuni, stuzzicati soprattutto dal vizio della curiosità, amando una falsa felicità terrena e un prestigio effimero, ritengono i demoni degni d'essere serviti e fatti oggetto di onori divini. Quanti invece si liberano da tali passioni non si lasciano ingannare o catturare da loro, ma ricercano e amano quel che è sempre immutabile, e partecipandone sono felici; anzitutto osservano che i demoni non debbono esser posti al di sopra di sé in quanto prevalgono per la sensibilità più acuta del loro corpo, che è aereo, fatto di un elemento più leggero. Del resto non ritengono al di sopra di sé, nei loro stessi corpi terreni, nemmeno gli animali, che pure hanno sentore di molte cose in modo più acuto....

ho voluto condividere con voi il mio stupore, così magari leggete anche S.Agostino, e rendervi noto il futuro corso del mio sviluppo spirituale, nonchè le mie future letture e per questo mi sarà particolarmente caro il suggerimento su S.Anselmo che causa ignoranza e presunzione ho trascurato.
#63
Citazione di: InVerno il 04 Aprile 2019, 10:02:23 AM
 
@Ciao tersite, se capisco cosa intendi, credo sia lo spartiacque tra la tradizione orale e scritta. Nel mondo ellenico simbolicamente Platone? Direi comunque più recentemente del tremila..anche se non saprei quando, ogni culto ha una sua storia.  Nel cristianesimo la tradizione orale era mantenuta nelle messe, i testi in latino inacessibili, prima della stampa è difficile considerarla una tradizione scritta..  e dopo la stampa i problemi teologici si sono amplificati come magma in eruzione. Oggi la tradizione è quasi completamente scritta, individuale.  Lo scrutinio critico della forma scritta (per non parlare di quello digitale) è molto più vorace delle chiacchere sul sagrato. Ma quello che manca di più della forma orale a mio avviso è la capacità creativa e di vivere l'attimo spirituale, anzichè l'attimo passato tra il testo e l'interpretazione. Sul forum pratichiamo "oralità scritta", il che confonde ancora di più :)

Tradizione orale e scritta è una di quelle questioni sulle "cose perdute" che come sbagli aggettivo, o malamente precisi una frase  immediatamente finisci assieme ad evola o ad un indiana jones degli archetipi, con successivi incarognimenti reciproci.
Siamo "obbligati" al testo e già ne avanza, guarda cosa capita con biglino.

In ogni caso quando dicevo che ad un certo punto "l' Essere ha deciso di rifiutare la intermediazione rituale", o qualcosa del genere, scrivevo ironicamente*,  nel senso che le dimensioni (crescenti con l'agricoltura) del corpo sociale, andavano sottraendo valore prima al rituale di tipo familiare -che me ne faccio del dio antenato se siamo già in mille e ci sono cento persone che il mio, di padre, lo infilzano a piacer loro- ed in un secondo tempo a quello di clan -che me ne faccio di wananbuti se arrivano i nasi lunghi che sono il doppio e mi cancellano dal mondo.
Dalla agricoltura  nasce il re e quindi la casta sacerdotale e quindi la storia come la conosciamo noi.
Se dovessi render conto "temporalmente" della mia boutade la sistemerei tra il momento in cui l'uomo ha iniziato a crescere di numero con lo sviluppo definitivo delle pratiche agricole e  la nascità di un tipo di organizzazione sociale che dovesse dar conto a, e governare migliaia e migliaia di persone.
Contemporaneamente a quel processo di "accumulo di individui" nasceva la scrittura, e per tutto il tempo in cui la scrittura si sviluppava, la tradizione orale non ha mai smesso di essere indispensabile, tanto che la ritroviamo sino ai tempi moderni, e se fossi aggiornato sull'argomento potrei sicuramente citare qualche villaggio dei balcani in cui si ritrovano ancora tracce di una tradizione orale, come del resto ne esistevano ancora da noi in italia.
Non è possibile definire un momento in cui si passa da una tradizione orale a quella scritta; meglio, io non saprei stabilire i criteri per definirlo, e quindi dovrei adattarmi alle solite cose tipo prime legislazioni, tavolette sumeriche, codice di qui e codice di la, che non rendono nulla della tradizione orale che sicuramente è andata ben oltre platone, ma siamo sempre in territorio indefinito.

*mi sfugge sta cosa ogni tanto e posso farci nulla se non scusarmi sinceramente quando capita.
#64
Citazione di: Socrate78 il 04 Aprile 2019, 06:29:32 AM
@Tersite: Come fai a dire che questi rituali anticamente funzionassero, cioè in pratica che questi uomini ottenessero quello che chiedevano ai loro Numi attraverso il rito? Che cosa intendi dire quando dici che l'Essere ha deciso di sospendere l'intermediazione rituale? Sembra quasi che sostieni che qualche Essere supremo abbia deciso di punto in bianco di non ascoltare più le invocazioni dell'uomo.



Le domande che hai fatto richiedono lunghe spiegazioni, perchè sono cose di cui nessuno ha visto (quasi, come vedremo) nulla, e noi possiamo solo manipolare concettualmente dati ed ipotesi che provengono da discipline diverse.
Su ogni singola parola di ogni singola ipotesi potrebbero\possono e dovrebbero essere sollevate obiezioni di qualsiasi tipo perchè-- insisto ancora che è importante davvero-- sempre di ipotesi si tratta, a cui noi individui assegniamo un grado di affidibilità secondo i nostri personali criteri.
Quindi siamo in un campo scivolosissimo.
Detto questo possiamo chiaccherare della prima tua domanda.

---> Come fai a dire che questi rituali anticamente funzionassero, cioè in pratica che questi uomini ottenessero quello che chiedevano ai loro Numi attraverso il rito?

Qualche data per inquadrare il problema.

Gobekly tepe : 10.000 a.c. con nessun abitante perchè era un "qualche centro di raduno di cacciatori" di cui si conosce zero assoluto. Ne a cosa servisse ne perchè nell' 8000 a.c. l'abbiano totalmente interrato.

Catal Huyuk : 6000 a.c. con circa 5000 abitanti; tracce di commercio, qualche sigillo, nessun tempio, seppellivano i cari sotto il pavimento; culto privato dei morti con forti collegamenti ai riti di fertilità; gli antropologi suggeriscono che dormire col bisnonno sepolto sotto il tinello favorisse un forte legame spirituale.

Nabta Playa : sito enigmatico; forse 4000 a.c.; costruzione megalitica di mille anni precedente stonehnge, gruppetto di case intorno, zero assoluto.

Piramide di cheope 2500 a.c. babilonia intorno al 2000 a.c.

L'iliade viene datata intorno  l'800 a.c. la genesi intorno al 600 a.c.

Erodoto nel 400 a.c. già non ci capiva più nulla del perchè e del per come dei riti

Nasce kant nel 1724. Da gobekly tepe sono passati 11.724 anni.

Quindi ragionando con l'accetta possiamo parlare di una "ritualità pubblica" e quindi della (preesistente perchè non ci si può ritrovare le cose tra le mani dal nulla) classe sacerdotale (classe come classe gruppo di persone, non come cosa dei comunisti) dal 6000 a.c. in poi.
Dal 6000 a.c. al 2500 a.c. siamo nella nebbia più assoluta, solo fittissima nebbia, non buio.
Gli egizi li conosciamo tutti e i babilonesi pure.

Ora se rileggiamo la tua domanda
---> Come fai a dire che questi rituali anticamente funzionassero, cioè in pratica che questi uomini ottenessero quello che chiedevano ai loro Numi attraverso il rito?

Devo chiederti di circoscrivere il periodo che va dal 10.000 a.c. sino al 1724 perchè come faccio a render conto di undicimila anni di rituali ?
Andiamo almeno di duemila in duemila perchè se no mi tocca scrivere pagine interminabili.
Scegli tu il periodo o se preferisci scegli tu un tipo di rituale.
Nessuna domanda verrà elusa, solo che ci va davvero un sacco di tempo.
#65
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
04 Aprile 2019, 12:02:59 PM
@ davintro

mi hai fatto inscemire per dieci minuti....poi mi sono reso conto che ti\mi era sfuggito un errore di battuta.  Al posto della virgola ci va il punto e virgola tra discussione e se.

-----> ma non una "scienza della filosofia": l'epistemologo lavora sulla base di un punto di vista che non può essere lo stesso a cui restano interne le scienze che sottopone a critica, e per forza di cosa dovrà considerare il proprio punto di vista come "scientifico" in un senso diverso, e più fondamentale delle scienze messe in discussione, se, come Kant, ritenesse che l'unico materiale scientificamente indagabile fosse quello sensibile su cui lavorano le scienze naturali, come potrebbe SCIENTIFICAMENTE, mettere in discussione
#66
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
03 Aprile 2019, 23:33:18 PM
Citazione di: paul11 il 03 Aprile 2019, 22:04:27 PM
siamo tutti utili o inutili,,,,,,,dipende.
Questo forum, almeno da quando vi sono presente, purtroppo non ha mai analizzato parecchi filosofi o argomenti più specifici e meno generici. Deleuze, mi pare di capire ti interessa.Apri una discussione, un topic, e per quel che mi riguarda  ti seguirò volentieri così come è avvenuto con questa discussione aperto sul pensiero di Levinas,ebreo francese.

A me non importa nulla di deleuze, hai chiesto quali sono le mie preferenze filosofiche ed io te le ho esposte; tra le altre cose aprissi un topic su di lui verrebbe a tirarmi per i piedi ogni notte.

La questione era su levinas (perché poi specificare ebreo francese? nel caso fosse stato un inglese protestante non sarebbe stato uguale il suo peso? che c'entra ebreo francese...a meno che tu non ti riferissi all'influsso che la decennale ruminazione talmudica potesse  aver avuto su  il suo pensiero ma questo era un argomento che mi sarei riservato per dopo...) e su come il suo concetto di altro fosse pesantemente influenzato dal concetto di dio.
Deleuze era la solita fastidiosa deviazione dal discorso
#67
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
03 Aprile 2019, 19:40:44 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 03 Aprile 2019, 19:14:09 PM
Ciao Tersite
Scusami la franchezza, ma hai capito che si sta parlando della teoria della conoscenza?
saluti

Ma sono io che ti ringrazio soprattutto per la franchezza.
Fosse sempre così accettata come viene distribuita il mondo filosofico sarebbe molto più vicino ad un mondo ideale che ad una cosa molliccia di tipo cartesiano.
Si ho capito che si sta trattando della teoria della conoscenza.
Sono anche disposto a rispondere alle successive trenta domande (in maniera succinta ed esaustiva) aspettando che nel corso delle tue argomentazioni mi infili di nuovo dio o qualche altra solfa idealistica, una volta con gentile, una volta con kant, una volta con agostino sino ad esaurimento, secondo i consueti metodi teologici a cui si ispirano i tuoi metodi argomentativi.
#68
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
03 Aprile 2019, 19:36:12 PM
Citazione di: paul11 il 03 Aprile 2019, 18:35:02 PM
...e chi sarebbero? Lo strutturalismo di levy Strauss, l'esistenzialismo di Sartre, il decostruzionismo di Deridda, Foucoult, Deleuze?

Oltre Wittegenstain c'è tutta l'analitica sul linguaggio: parole, parole, parole..........

Tutti pensatori anche con ottimi intuiti, nulla di costrutto tale da rappresentare un Kant, un Husserl, per non parlare degli antichi...
Ci sono Guattari, Benjamin e a noi contemporanei la filosfia politica di Agamben, Zizek....ma non hanno "forza" nonstante abbiano
ottimi spunti.

Prova  a dire la tua?

Provo a dire la mia più diffusamente, non posso ritrarmi a precise richieste del resto, sarebbe amorale.
Se viene richiesta la "mia" è chiaro che la "mia" si riferisca alle affermazioni che hai fatto tu non certo la mia inutile visione del mondo.
Inanzitutto abbiamo una chiara valutazione della filosofia degli ultimi cinquant'anni.
Do per scontata conoscenza ed approfondimento ( non imposto mai la discussione sul piano accademico o pretesco-se non richiesto laddove devo citare le fonti- e quindi non te ne chiedo dimostrazione).
Quindi chiedo conto solo dei termini che hai usato che mi sembra il minimo per una discussione.
Tu parli di non avere "forza". Quindi assumo non abbiano forza e vengo dietro alla tua assunzione. E qui iniziano i problemi.
Se non hanno "forza" dire che hanno ottimi spunti che senso restituisce ?
Quello che intendo io è questo :
"  dall'alto della mia conoscenza filosofica posso concedervi il beneficio del dubbio, alla luce della mia salda conoscenza, e non fosse salda la mia lo è quella della scuola a cui mi sono assegnato, affermo che non avete "forza"  ma avete "ottimi spunti,
perché e per come non siete ancora in grado di capirlo, perché non avete ancora il mio grado di conoscenza o della mia scuola, ma prima o poi lo capirete.
Questa è la "mia".
#69
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
03 Aprile 2019, 18:45:07 PM
Il secolo che ci apprestiamo a vivere sarà di deleuze.
Non ricordo chi lo ha detto ma se serve uno schieramento di campo - per quanto ridicolo possa essere, adesso che ho esplicitato l'appartenenza parlare di schieramento di campo e quanto sia grottesco all'interno della sua "ottica" - è quello.
Ma insisto, trovo la mia affermazione veramente ridicola e la fornisco per altrui uso, chiarezza, consumo ed esigenza.
Sempre a disposizione di chiunque,
suo tersite.
;D
#70
Citazione di: InVerno il 03 Aprile 2019, 17:19:26 PM
E' proprio l'assenza di inchiesta logica personale ciò che denota i percorsi ritualistici (e quindi popolari) a differenza di quelli mistici e teologici, che necessitano di conoscere la cosmologia perlomeno a grandi linee, e l'origine della sofferenza non è questione di lana caprina. Se questioni di questa portata son irrisolte ci si rivolge ad un agnosticismo di fatto.

Gli ingredienti ci sono, li provo a cucinare a mia maniera.

Abbiamo il "semplice" che crede in dio ( assenza di inchiesta logica personale).
Caratterizzato ( e condizionato ) all'interno di un percorso ritualistico.
Da una parte.
Dall'altra abbiamo il percorso dotto che si "figura" nel mistico e nel teologo.
Caratterizzato dalla conoscenza di un corpus (qualunque) di conoscenze.
Dall'altra.

Quando ci muovevamo in gruppi di 50-60 persone ( con scarsa consapevolezza delle categorie kantiane che aspetteranno ancora  cento mila anni per giungere all'essere, diecimila più diecimila meno per placare gli scettici congeniti) occorreva un fortissimo livello di coerenza ,interno al gruppo sociale, per coalizzare individui in grado di disintegrare il gruppo per qualsiasi motivo attinente alla divisione delle risorse.

Sarebbe così sorprendente assistere al sorgere di rituali che rafforzassero la coesione?
Sarebbe cosi sorprendente se questi rituali si basassero sull'intermedazione tra forze sconosciute e lo spaventoso stato di esistenza di esseri che incominciavano ad intuire un qualche grado di separazione dalla natura e fossero nello stesso tempo sottoposti alle sue leggi alla stessa stregua degli animali che cacciavano?
I rituali funzionavano eccome e han funzionato per decine di migliaia di anni all'interno dei gruppi in cui venivano officiati, ma per una di quelle maligne svolte che prende il divenire, l' Essere ha deciso sospendere la intermediazione rituale, ovvero questi riti non funzionavano più. Tre\quattro\cinque mila anni fa? Forse accerteranno  forse no.
Questa perdita d'efficacia del rituale è avvenuta molto dopo che una classe sacerdotale  si fosse organizzata, da cui la teologia.
Il rituale non funziona più ? Benissimo vi spieghiamo con la teologia perché questo non funziona più e smettetela di rompere i maroni.
A questo punto della storia arriviamo noi e la nostra spiritualità, la nostra storia, le nostre stratificazioni i nostri linguaggi e la nostra legittima naturale vitale ricerca di dio.
Amen.
#71
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
03 Aprile 2019, 17:48:35 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 03 Aprile 2019, 17:04:39 PM

Quindi la Ragion Pratica non c'entra nulla (ammettevo infatti qualche intervento addietro,
in risposta a Davintro o a Paul, che vi è un Kant un forte "stacco" fra la Ragion Pura e quella Pratica).
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
saluti

Quindi è lecito prendere a prestito affermazioni scollegate dall'intero pensiero di un filosofo ed appicicarle qua e la secondo la convenienza ?
Non abbiamo ancora affrontato il postulato dell'esistenza dell'anima e di dio tra le altre cose e come questi postulati nutrano l'esistenza ed il pensiero del povero corpo di kant.
#72
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
03 Aprile 2019, 16:38:36 PM
Citazione di: paul11 il 03 Aprile 2019, 14:37:33 PM
Si è indagato formalmente con la logica da Frege in poi, con Pierce nella semiologia, con Wittgenstein nel linguaggio , per arrivare a cosa?...a relativizzare.


Fuori da ogni polemica, davvero, come fosse un foglio appiccicato da qualche parte e non un mio post, ma solo due cose.

1-Il pensiero non si è fermato a Wittgenstein, il "primato" è passato alla francia negli ultimi cinquanta anni. Sono stati seriamente fatti i conti  con questo dato di fatto  ?

2-
Citazione di: paul11 il 03 Aprile 2019, 14:37:33 PM

L'inadeguatezza umana, ha costruito l'incertezza del pensiero , ma che paradossalmente ha permesso alle prassi di andare oltre alla teoretica.


Inadeguatezza.... ; siamo di nuovo nei demoni dell'in in-adeguatezza, in-conoscibilità, in-conscio e tutte queste limitazioni sempre ritornanti.
Sono proprio i territori che i francesi han zappato nell ultimo cinquantennio.
#73
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
02 Aprile 2019, 20:36:34 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 02 Aprile 2019, 19:44:53 PM
Ciao Tersite
Ma prego, continuiamo a far finta di non sapere che per Kant: "Dio non ha più realtà dell'idea che io abbia cento talleri in tasca"...
saluti

Io so quel che sta scritto nella critica della ragion pratica. E la dentro sta scritto che tutto viene fatto risalire a dio.

Non farlo rivoltare nella tomba il povero kant levandogli anche dio lui che già per il suo pietismo si è privato di tante cose. Non dio, kant.

p.s.: di kant al massimo discutono nei licei con il professore di filosofia, o dove si tratta di storia della filosofia.  Non se ne può fare a meno. Finchè mi si dice: prova a sostituire alla parola anima\spirito la parola mente e allora si può anche fare, ma quando proprio ti dicono dio nel senso di dio, con cosa lo sostituitsco ?
Ha stabilito tre postulati persino

p.s.01:----> C'è chi, in maniera risibile, ritiene questo concetto

risibile...facciamo finta di niente o cosa? decidi tu..  ;D
Se prendo cappello e mi fisso su quel risibile cosa dovrei dire di chi dice facciamo finta che e ignora (o finge di non sapere) dei tre postulati kantiani ?
Vogliamo continuare?  E se ignora allora perché dice risibile non possedendo la materia e se invece la possiede perché finge di ignorare i tre postulati? Domande e domande..tutto per un risibile..la filosofia è strana...
#74
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
02 Aprile 2019, 18:45:01 PM
-------> Ma "chi vi autorizza" ad identificare (quali fondamenti mai avrebbe il farlo, oltre ad un mero pregiudizio arbitrario) il noumeno con Dio e addirittura ad attribuire  ad esso una "venerazione" da parte di chi lo propone come ipotesi razionalmente esplicativa metafisica (e metapsichica; letteralmente "al di là dei fenomeni sia materiali che mentali)?

Non l'ho fatto.
Io ho proposto che il concetto di inconoscibilità fosse modellato sulla conoscena perfetta posseduta da dio.
La questione del noumeno di kant nasce con la ragion pura e viene risolto nella ragione pratica in dio, e questo lo fa kant; il noumeno e la legge morale risolvono in dio.  Critica pura, pratica e giudizio, liscia gassata o ferrarelle ?  ;D

Poi c'è il noumeno come lo intendi tu e che a me in fin dei conti non da nessun fastidio perché più o meno so da dove parti, ma non è una cosa generale, è una cosa mia.

Non potrei contestarti l'uso\riadattamento\stravolgimento dei termini perché è una mia metodologia di pensiero abituale.
Non potrei nemmeno darti del "metafisico" perché io stesso manipolo\i e mi  balocco\con concetti che con il reale hanno contatti meno che vaporosi.

Tutte le volte però che scrivi noumeno devi assumere la consapevolezza di trascinarti  un orpello gravido di scorie, che prima o poi, tra un discorso e l'altro e tra i mille fraintendimenti della parola scritta emergeranno qua e la, ogni tanto.
#75
Citazione di: Socrate78 il 01 Aprile 2019, 16:20:05 PM

Dio è insomma la Sostanza di tutte le cose ed esiste già da prima che questo mondo fosse ed è totalmente autosufficiente, altrimenti avrebbe dentro di sé un limite che non lo farebbe essere Dio.


Ci andrebbe qualcuno però che interpretasse la sua volontà ed i suoi disegni perchè io da solo non ce la faccio.
Per questo confido molto nel clero.
Ci andrebbe qualcuno che rendesse conto anche di quell'insomma datosi che sull autosufficienza dubbi non ce ne erano perchè russell era arrivato alle teiere volanti; alle carrozzine volanti  s'era spinto nemmeno lui.