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Messaggi - daniele22

#61
La pratica ha un senso quanto più essa è coerente con la teoria che la sostiene. Ma la teoria è comunque metafisica, non si scappa.
Il concetto di "verità assoluta" esiste. Se la teoria si riferisce alla "verità assoluta", dandola per certa, in che senso può essere giudicata praticamente sostenibile?
Può essere giudicata più o meno sostenibile in ragione del numero di coloro che si attengono strettamente alla teoria. Più ci si allontana dal cento per cento, più la pratica va in crisi. Ma chissà come e chissà perché la teoria resta sempre in piedi. La pratica va dunque in crisi solo perché non è più sostenibile la teoria, quindi, non tanto per l'esistenza del concetto di "verità assoluta", ma per quello a cui questa ci obbliga. Per quel poco o nulla che so di Nietzsche, secondo me ha detto gatto prima di averlo nel sacco. Dio (il concetto di verità assoluta) non è morto, essendo solo mal interpretata la sua volontà, tanto dai credenti quanto dagli atei... allo stato attuale delle cose, l'eterno presente appunto
#62
Citazione di: iano il 30 Settembre 2025, 09:29:22 AMCome ho scritto l'ho compresa meglio inserita nel contesto della discussione. Ma se tu avessi provato a esporla in modo diverso, invece di riproporcela immutata, come fosse scolpita nella pietra, forse non avrei dovuto aspettare 4 anni per capire.
Ognuno di noi è come un cliché e per quanto ci si sforzi è molto difficile uscire dai propri binari. Io tra l'altro nemmeno mi sforzo, quindi non costituirò certo l'eccezione.
Ti ho già colto in fallo un paio di volte nel mentre che mi attribuivi cose che non avevo detto e questo atteggiamento, oltre che a essere offensivo, è pure sciocco. Avresti dovuto invece chiedere, se una cosa ti era poco chiara e oltretutto monotona, ma no, continui a mentire. Per darmi ragione infatti dovresti dire che la mappa e il territorio sono la stessa cosa, ma dato che non lo dici stai mentendo; non puoi pertanto darmi ragione.
In ogni caso nei topic in cui mi immergo cerco più che altro di smontare le tesi altrui, come sto facendo ora del resto. È chiaro che al tempo stesso devo ribadire il mio pensiero. Vuoi che prendiamo un topic a caso? Scegli tu
Saluti
#63
Citazione di: Kob il 29 Settembre 2025, 18:37:06 PMSe la conoscenza è funzionale alla vita, sia nella sua opera di smascheramento sia nella costruzione di ipotesi utili all'esistenza, allora essa non ha mai un esito definitivo.
Cioè non conclude né in una verità assoluta (che sia metafisica o meno), né in quella del relativismo. Dirsi: ecco, abbiamo capito che la verità è legata alle vicissitudine della storia, che è interpretazione, ecc., non comporta mai che tale processo si fermi.
Anche questa ipotesi, come tutte, – la verità come interpretazione –, verrà un giorno sezionata e smascherata.
Il boccone che dici di aver mandato giù – l'istinto alla verità, la passione per la verità (se ho capito bene quello che hai scritto) – mi sa che ti toccherà di nuovo e per sempre inghiottirlo, almeno finché sarai soggetto al fascino della conoscenza.
C'è naturalmente anche l'opzione "ultimo uomo" (che Nietzsche descrive nel Prologo dello Zarathustra): sa che Dio è morto ma rimuove il fatto di trovarsi nei pressi dell'abisso.  Tappa il buco con la sicurezza, il benessere, una cultura "leggera". Sicuramente è democratico e fautore del dialogo, così può stare in compagnia...
No. Fintanto che viviamo all'interno del tempo la conoscenza non può avere un esito definitivo. È la sete di conoscenza a generare il tempo. Non può essere che un eterno dialogo tra due opposti, ma uno dei due nasce prima dell'altro ed è quello più antico (si potrebbe pure dire di natura biologica). L'opposizione si oppone a quello più antico. Come? Nel nostro speciale mondo umano generando la metafisica.
Il boccone che dico di aver inghiottito è un'altra cosa.
Si tratta di un boccone di consapevolezza. Quella di avere appreso chiaramente la nozione della nostra condizione solipsistica. La metafisica quindi, che comprende pure la scienza, checché ne dicano gli scienziati, è stata e lo è ancora, solo un sogno in progressione e in accelerazione di cui vediamo oggi gli effetti. Tutto grazie all'istinto a conoscere.
In seconda battuta è un boccone che ti permette di comprendere la ragione di Dio, non della sua presunta parola, ma della certa ignoranza di fronte a ciò che chiede di essere compreso, ma non può essere compreso dato il nostro gravitare all'interno del tempo.
Comprendere tutto questo significa liberare le forze della nostra ragione soggiogate da una tirannia della ragione di stato che dura da millenni, nonostante le grandi democrazie occidentali pretendano di dire che siamo liberi. Il mondo torna a evolvere.
Nietzsche secondo me esagerava: l'abisso avrebbe solo le sembianze dell'abisso, ma questo è un punto di vista personale
Saluti


#64
Citazione di: iano il 29 Settembre 2025, 17:14:16 PMHai ragione Daniele, hai ragione, hai ragione...ma prova la prossima volta a dirlo con parole nuove, senza rimandarci in eterno ai tuoi post, perchè questo ci potrebbe aiutare a comprendere meglio cosa vuoi dire.
L'uomo usa la ragione come un gatto usa glii artigli. A volte li affina,a volte gioca e a volte ammazza.
Dal mio ingresso nel forum non ho mai avuto dubbi; la ricerca era già conclusa. In questi quattro anni è successo inoltre che inaspettatamente quando dissi di possedere i fondamenti della conoscenza fui snobbato più o meno da tutti, ma non ero io a essere snobbato. Era invece snobbata l'idea. Addirittura non c'era nemmeno curiosità di sapere.. e debbo dire che questo l'ho trovato a dir poco scandaloso. E tale è rimasta la situazione. Ma nel frattempo ho imparato molto circa lo "scandaloso".
Comunque, quando mi spiegherai come fai a darmi ragione.. est est est!.. e al tempo stesso chiedermi di esporre la mia ragione in modo diverso forse capirò qualcosa di più. Non si finisce mai di imparare
Saluti
#65
"Il pensatore: questo è ora l'essere in cui l'istinto della verità e quegli errori utili alla conservazione dell'esistenza si scontrano nella prima battaglia, essendosi dimostrato che anche l'istinto di verità è una potenza intesa alla conservazione della vita. In rapporto all'importanza di questa battaglia tutto il resto è indifferente: qui si pone il problema ultimo della condizione della vita e si fa il primo tentativo di rispondere con l'esperimento a questo problema. Fino a che punto la verità sopporta di essere assimilata? – questo è il problema, questo l'esperimento"
Nel discorso con Enrico73, che spero non abbandoni il forum, gli dissi che il suo pensiero era l'estremizzazione della vostra stessa postura mentale. Evidentemente, pur non dando la risposta sicura che offre Enrico anche Nietzsche la pensava in parte come lui se si poneva la stessa domanda. Sarebbe dunque questo timore a limitarvi?
Sono già più di quattro anni che insisto sul mio primo post di ingresso nel forum che riporto:
"Secondo me gli animali sanno benissimo quel che fanno. Certo, agiscono d'istinto, ma nessuno ha mai dimostrato che noi non lo facciamo. Potrebbe benissimo essere che noi d'istinto ci si rivolga alla ragione, e questa, di conseguenza, moduli nei modi più convenienti l'istinto selvaggio. Se si prova a immaginare un mondo senza regole orali o scritte, probabilmente anche noi vivremmo di puro istinto."
Non avendo fino a oggi cavato un ragno dal buco, mi chiedo comunque ancor ora quale peso abbiano i sesterzi sulla psiche.. si intenda: se la fame di verità sta nell'istinto, dovreste semplicemente mangiarla. Io l'ho mangiata, sono rimasto sorpreso, ma mi è piaciuta.. beato me. Per male che vi vada dovreste solo digerire un boccone amaro, ma a mio vedere salutare e perfettamente assimilabile.
La verità è sempre dialogica finché siamo confinati nel tempo ed è inesauribile poiché la dialogicità è sempre promossa dai problemi del tempo in cui si vive
Saluti
#66
A parte l'interessante intervento sulle traduzioni riprendo questo pensiero raccolto:
"Nietzsche non contrappone istinto e ragione, anzi il suo obiettivo è mostrare che la ragione è un prodotto derivato, un adattamento organico, al pari dell'istinto. Smaschera la presunta purezza della razionalità, in quanto invenzione metafisica"
Questo é il nocciolo della questione, a mio vedere.
É riuscito a mostrarlo in modo convincente?
#67
Attualità / Re: La flottilla
28 Settembre 2025, 18:29:21 PM
Citazione di: anthonyi il 28 Settembre 2025, 11:08:34 AMInfatti I partecipanti italiani alla flottilla hanno chiesto che le navi militari italiane li scortino forzando il blocco navale. E' stata una richiesta significativa: i pacifinti partecipanti alla flottilla vorrebbero che l'Italia rischiasse un conflitto militare con Israele per assecondare alla loro strampalata azione propagandistica.
Ciao anthonyi, vuoi che le cose stiano proprio come dici? Ma no suvvia. Ci vorrebbe un'azione dei servizi segreti prima. Ti spiego: Quando la ragnatela dei servizi è approntata Mattarella lancia una minaccia pubblica perché non sarà certo una Pearl Harbour.. non siamo mica come i giapponesi noi. Tutti pronti dunque all'azione immediata dopo la reazione alla minaccia. Roba che si gioca sul filo dei minuti giusto per capirci. Tanto è cosa nota a tutti che il mossad è solo una banda di cialtroni incapaci e in più non se l'aspetterebbero mai dagli italiani... e invece zac e via!
Saluti
#68
Citazione di: Enrico73 il 28 Settembre 2025, 11:39:23 AMRisposta competa e dettagliata:
Caro daniele22, apprezzo la tua persistenza, ma noto che siamo arrivati al punto cruciale, dove il dibattito rischia di diventare una mera contesa di premesse. Assiomi, Arroganza e Protezione. Hai centrato il problema: tu definisci il Filtro-Censura come un "assioma indimostrabile," e la mia tesi come "presupposto e arrogante." Accetto la provocazione. L'Assioma: Se il Filtro-Censura è il mio assioma, l'esistenza della "coincidenza tra l'esistenza del dolore e piacere fisico" che non genera alcun disagio e la tua convinzione che tutto il resto sia solo metafisica è il tuo assioma speculare, altrettanto indimostrabile e non misurabile. Non è un errore, ma la necessaria premessa protettiva (o dogma) che ti consente di mantenere la tua visione emotivamente sostenibile, come tutti noi facciamo. L'Arroganza: Riguardo l'accusa di arroganza, la mia stessa teoria la disinnesca: l'arroganza non trova spazio nel mio modello, perché le proprie qualità intellettive vengono riconosciute come dono fortuito o come miglioramento a partire da una condizione di svantaggio intellettuale.  La mia postura è esplorativa, non di merito. La tua critica è perfetta per la mia teoria: definisci la mia visione come "indimostrabile" (censura cognitiva) e neghi l'esistenza di un Filtro (assioma protettivo) perché esso intaccherebbe la coerenza del tuo sistema basato sull'assioma della "coincidenza tra dolore e piacere". La Vera Questione: Accettare o Confondere. Tutto il mio intento era proprio evitare che tu complicassi il pensiero
"al solo scopo di renderlo confuso" per non affrontare ciò che ti turba. Tu neghi questa accusa, dicendo di volere solo il dibattito. Ma quando affermi che il tuo metodo "consiste nell'assumere l'assioma del tuo pensiero, e come ogni assioma la sua verità è indimostrabile," stai di fatto confermando che il tuo obiettivo è non mettere in crisi la premessa (l'assioma) che ti protegge. Non hai dimostrato che la mia teoria è sbagliata, ma solo che non è compatibile con il tuo assioma di coerenza. Ed è qui che la discussione finisce. Ti ringrazio per il tempo dedicato. Ti auguro di trovare la giusta serenità nella ricerca della tua "coincidenza tra dolore e piacere.

Il mio assioma non può essere dimostrato ovviamente, ma almeno poggia su conoscenza certa. Il pensiero arrogante non è la tua teoria, bensì quel pensiero evidenziato. Non cambiare le carte in tavola poiché sono ancora lì e ti rendi ridicolo. E invece continui a farlo perché non ho mai detto che voglio unificare piacere e dolore, ci mancherebbe solo questa, e nemmeno posso dire che il mio pensiero direzioni verso l'uno, tra l'altro. Inoltre non provo disagio. Tutte menzogne quindi, quelle che ti ho elencato.
Comunque un'esperienza intellettuale qual è un dialogo con altra persona di sicuro porta qualcosa. Ti auguro di continuare come dici "il viaggio leggero affamato di domande e mai di risposte, perché il grande limite umano sta proprio in questo, l'ossessiva ricerca di risposte, che non arriveranno mai".
Strana formula, grazie comunque 
Un saluto
#69
Attualità / Re: La flottilla
28 Settembre 2025, 08:56:06 AM
La hybris di Israele può essere fermata solo con la forza. Non penso che la flotilla sia all'altezza, ma potrei sbagliarmi
#70
Citazione di: Enrico73 il 27 Settembre 2025, 19:00:13 PMCaro daniele22, apprezzo che tu abbia fatto una critica, ma continuo a notare che stiamo scivolando in un terreno di astrazione che svuota di significato i concetti fondamentali del mio modello. Il Dolore non è un Astratto, è un Meccanismo. Tu affermi che la sofferenza, il coraggio, ecc., sono sostantivi "sdrucciolevoli". Questo è vero nel linguaggio comune, ma non nella mia proposta. Nel mio modello: Il dolore psichico non è un astratto filosofico, ma una lacerazione che attraversa i sistemi neurologici facendo collassare la mente. Questa lacerazione è il tentativo di sottrarsi all'elaborazione delle informazioni che la causano. Il dolore è, quindi, un segnale informativo con una funzione specifica: spingere il Filtro-Censura ad agire come un limitatore di banda cognitiva. Non è un'opinione, ma un meccanismo di sopravvivenza. Se non fosse un segnale "forte," in presenza di dolore molto forte si perderebbe la coscienza ("blocco di sistema"). La Prova del Filtro nella Tua Replica. Mi dici che hai dubbi sul dominare i tuoi pensieri e che li "abbandoni facilmente e in fretta" quando non ne hai certezza o ti generano disagio. Questa descrizione è, di fatto, la manifestazione perfetta e auto-dimostrazione del Filtro-Censura in azione. Il tuo "abbandonare" i pensieri scomodi è esattamente l'atto di censura volontaria e in tempo reale delle informazioni che potrebbero provocare dolore. Il luogo in cui operi questa scelta, anche se la percepisci come un "non dominare" o un semplice "lasciar andare," è il pre-conscio. È lì che la mente, per evitare il sovraccarico emotivo, opera la scelta più tollerabile: filtrare. Il tuo atteggiamento non è una semplice "visione filosofica," ma una strategia evolutiva per mantenere la sostenibilità emotiva. Ti chiedo quindi di non confondere i concetti del mio modello con i sostantivi astratti del linguaggio comune, ma di considerarli come meccanismi evolutivi concreti. Chiudiamo il Loop. Quello che stiamo facendo qui è toccare un punto sensibile, ed è un bene. Tuttavia, se questo dibattito ti provoca disagio al punto da spingerti a "complicare un pensiero al solo scopo di renderlo confuso," è probabile che tu stia attivando una censura ancora più forte e protettiva. Questo atteggiamento non ti avvicina alla comprensione dei tuoi meccanismi. Tutti noi funzioniamo così. Accetta quello che puoi accettare e rimanda l'analisi di ciò che ti provoca dolore o fastidio. Se vuoi affrontare in modo non conflittuale l'attivazione del tuo filtro, ti sconsiglio la confusione e ti suggerisco l'osservazione. La meditazione, soprattutto profonda, è uno dei pochi strumenti che può attenuare il filtro in modo significativo, AIUTANDOCI a capire cosa SIAMO in grado di sostenere e cosa è meglio, per ora, evitare. Un abbraccio
"Tuttavia, se questo dibattito ti provoca disagio al punto da spingerti a "complicare un pensiero al solo scopo di renderlo confuso," è probabile che tu stia attivando una censura ancora più forte e protettiva."
Questo pensiero è arrogante, quindi ben lontano da un buon dialogo.
Tutta la mia tesi filosofica parte dall'unica cosa certa che mi sia data di conoscere: l'esistenza del dolore e piacere fisico. Tutto il resto è solo metafisica, interpretazione, anche in ambito scientifico, quindi anche quando è misurabile.
La tesi può essere sbagliata, inadatta, ma non genero certo confusione all'interno di essa e inoltre il dibattito non mi genera alcun disagio.
Probabilmente sei caduto in una trappola mentale. Lo si intuisce da questo tuo pensiero:
"Questa descrizione è, di fatto, la manifestazione perfetta e auto-dimostrazione del Filtro-Censura in azione".
L'azione del filtro censura, che è quella che io ti contesto a fronte della mia visione, costituisce l'assioma del tuo pensiero, e come ogni assioma la sua verità è indimostrabile. Da un assioma indimostrabile, ¿cosa ti aspetti di poter dimostrare? Evidentemente solo ciò che cade all'interno del tuo assioma, che è quello da me dettagliatamente criticato
Un saluto
#71
Citazione di: Enrico73 il 27 Settembre 2025, 10:47:01 AMCaro daniele22, apprezzo la tua riflessione, ma noto che stiamo scivolando in territori molto astratti che rischiano di allontanarci dal nucleo concreto della discussione. Il mio modello del filtro-censura nasce dall'osservazione di meccanismi specifici e misurabili. Forse sarebbe più produttivo concentrarci su aspetti pratici: hai mai notato, nella tua esperienza, situazioni in cui eviti consapevolmente di approfondire certi pensieri perché genererebbero disagio?
Ciao.. va bene.
Mi sembra comunque di avere fatto una critica abbastanza circostanziata alla tua posizione di pensiero.
È vero pure che nel tuo porre il tema parli di grande sofferenza. Non penso quindi che a generare questa c'entri più di tanto la mia visione filosofica piuttosto che la tua, però la visione potrebbe rafforzarla o indebolirla (pure qui due opposti).
Il disagio, come molti sostantivi della lingua, poggia su terreni assai sdrucciolevoli, così come amicizia, coraggio, sofferenza etc.
Premetto che nutro parecchi dubbi sul fatto di essere padrone dei pensieri che affiorano alla mia coscienza; non sono certo tra quelli che dicono "devi pensare positivo". Per rispondere alla tua domanda dico che può anche accadere, ma siccome non ho certezze sulla legittimità (sul corrispondere al vero) di tali pensieri li abbandono facilmente e in fretta a se stessi
Un saluto
#72
Citazione di: Enrico73 il 26 Settembre 2025, 11:23:52 AMCiao daniele22, i punti principali sono il filtro come meccanismo di sopravvivenza e il pre-conscio come spazio di scelta e sperimentazione.
Riguardo al tuo primo punto, le discriminazioni sono intrinseche al funzionamento del filtro stesso. La 'Biblioteca di Babele della Mente' è una mole vastissima di informazioni ; l'informazione in sé può generare contraddizioni a cascata e imprigionare la mente in un circolo degli opposti. Il filtro agisce come un limitatore di banda cognitiva per evitare questo sovraccarico emotivo e informativo. La coscienza è quindi l'elaborazione finita e tollerabile che emerge in seguito alla scelta di filtrare solo una parte di quel sapere. Quanto alla natura del filtro: hai assolutamente ragione, la sua funzione primaria non è reprimere, ma proteggere. Lo scopo evolutivo è ridurre il dolore insopportabile che l'individuo proverrebbe dalla piena consapevolezza di tutte le informazioni, soprattutto quelle contraddittorie. È un atto di volontà (nel pre-conscio) che, seppur libero, è condizionato dalla consapevolezza che l'informazione non filtrata genererebbe un dolore insopportabile. L'individuo, pur rinunciando con dolore all'informazione, ottiene un vantaggio enorme in termini di riduzione del dolore. In sintesi: il filtro è il meccanismo che ci permette di esistere nonostante la complessità e il dolore, trasformando la totalità in una porzione gestibile. È un meccanismo fallace, ma è proprio questo squilibrio a garantire l'evoluzione anche col filtro attivo.
Ciao Enrico, mi sembra che l'idea del filtro sia cruciale e mi fa piacere che tu te ne renda conto.
Noi viviamo in un mondo pesantemente linguistico.
La categorizzazione esprime un concetto; un sostantivo qualsiasi della nostra lingua rappresenta senz'altro un concetto. Possiamo anche aggiungere che un concetto corrisponda a una generalizzazione di ciò che sta dentro la nostra testa innanzitutto e che si riferisce a un mondo là fuori.
Forse hai letto che ho ripetutamente offeso i colleghi di forum di essere degli idioti (In senso eracliteo). In sostanza li accuso di non rendersi conto del fatto che nei loro dialoghi accade spesso che siano convinti di riferirsi al mondo là fuori, mentre si stanno riferendo al mondo che sta dentro la loro propria testa. Mi sembra che il tuo pensiero rappresenti l'estremizzazione di tale postura a mio giudizio fuorviata, squilibrata.
Secondo me Il filtro non filtra concetti, categorie (tutta roba che sta dentro la tua testa umana), filtra il suono, il rumore, la luce, la materia, l'odore e il gusto della materia. Quello è il mondo là fuori e ogni specie a suo modo lo comprende.
Questo tipo di postura mentale fa sì che tu veda i concetti e i loro opposti presenti contemporaneamente nella scena. Praticamente vi sarebbe perdita di dimensione temporale. Quella infine che dice (nel topic "immaturità") che l'immaturità nega la maturità quando invece sarebbe che è la maturità ad affermare l'esistenza dell'immaturità. C'è un prima e c'è un dopo. Il filtro quindi, sarebbe quello che in prima istanza originerebbe gli opposti
Un saluto
#73
Citazione di: Enrico73 il 25 Settembre 2025, 10:36:18 AMCiao Daniele,
Grazie per la tua riflessione. Il tuo pensiero sul fatto che il nostro pianeta consenta l'esistenza di tutte le categorie è fondamentale e non è affatto in conflitto con l'idea del Filtro Cognitivo; al contrario, ne illustra la necessità e la complessità!
Non siamo in conflitto: Il mio testo riconosce che l'insieme del sapere (la Biblioteca di Babele della Mente) è una mole di informazioni vastissima e spesso enormemente contrastante, una "sommatoria del sapere acquisito, innato e collettivo". Questo sapere include tutte le categorie che hai menzionato.
La Funzione del Filtro: Il problema non è l'esistenza di queste categorie, ma la loro simultanea elaborazione a livello di coscienza. Il filtro-censura emerge proprio come un meccanismo di sopravvivenza , il cui scopo primario è ridurre il dolore che tale quantità di informazioni, specialmente se contrastanti, provocherebbe.
La Scelta nel Pre-Conscio: Il mondo esterno ci offre tutto – amore e odio, gioia e dolore – ma l'individuo, nel pre-conscio , è costretto a scegliere deliberatamente solo una parte di questo sapere. La coscienza è solo la manifestazione delle scelte operate in quello spazio sicuro, non il luogo della scelta. È nel pre-conscio che si decide il prezzo del dolore da pagare in termini di conoscenza.
Il Ruolo degli Opposti: Tu accenni al fatto che la nostra esistenza le contenga tutte, e il mio testo evidenzia che il pre-conscio è proprio "uno spazio sicuro dove posso sperimentare, testare combinazioni di informazioni contraddittorie ed esplorare scenari alternativi". Qui, "il concetto di opposto non solo è tollerato, ma favorito". È la coscienza che non può sostenerne il peso simultaneo senza un blocco di sistema o una lacerazione psichica.
In sintesi, il tuo punto è corretto: il mondo è tutto ciò. La mia teoria si concentra sul motivo per cui non possiamo esserne uniformemente consapevoli e come il nostro Filtro-Censura sia lo strumento protettivo che limita, il "limitatore di banda cognitiva",  per permetterci di funzionare. Come dici tu, a volte si cerca la via dell'esplorazione come antidoto al dolore (come suggerito dal tuo "possiamo anche dire che il nostro pianeta abbia permesso che noi si abbia dei sensi..."), ma questa via ha un costo, e non tutti sono disposti a pagarlo, o in grado di sopportarlo.
Grazie ancora per il tuo spunto critico. Spero di averti chiarito la coerenza tra il tuo pensiero e il nucleo della mia teoria.
Un saluto.
Bene, però c'è qualcosa che proprio mi sfugge di questo tuo pensiero:
"La Funzione del Filtro: Il problema non è l'esistenza di queste categorie, ma la loro simultanea elaborazione a livello di coscienza."
Secondo me invece il filtro (i filtri) è responsabile del fatto che avvengano in successione delle discriminazioni sulle informazioni provenienti dal mondo e che producono finalmente una elaborazione mentale finita (coscienza di).
Hai detto in precedenza e giustamente che questa censura del filtro non è repressiva, bensì protettiva.
Sarebbe quindi protettiva a fronte della pressione che l'ambiente esercita su tutti i nostri sensi. Il senso dell'udito, tanto per dire, assorbe rumori e non le categorie di cose che fanno rumore. Stesso valga pure per gli altri sensi. A fronte di tale pressione il nostro essere in qualche misura agisce difendendosi dagli eccessi che lui valuta insopportabili (o non supportabili) dai sensi. Ma questo agire accadrebbe sempre istante dopo istante nel divenire. Sarebbe in fondo tutto questo processo a giustificare infine la varietà delle specie viventi e la varietà delle culture umane. Una visione in un certo senso lamarckiana della storia (alla faccia del "caso").
Pertanto, quello che mi sfugge è la necessità della presenza di simultaneità delle categorie in un istante. Perché ti intenda, dovresti quindi ampliarmi quel pensiero
Un saluto
#74
Tematiche Filosofiche / Re: Immaturità
26 Settembre 2025, 07:16:37 AM
La maturità, di fatto, mi sembra costituita dal non rendersi conto di essere divenuti marciscenti. Pensiamo invece di essere maturi
#75
Di recente vi ho dato degli idioti (in senso eracliteo), offesa senz'altro non nuova alle orecchie del pubblico più anziano.. e che ci posso fare?.. mi si scusi. Sarà che la mia intenzione è chiara, basta guardare il mio primo post in questo forum, ma per me è facile discernere sulla mia onestà intellettuale.
È difficile opporsi al cuore.. diceva sempre Eraclito. ¿Cosa potrebbe essere allora più facile? Affidarsi alla propria ragione dico io, senza cioè confrontarla con la ragione degli altri; questo, nella speranza che comprenda una buona volta quale sia la ragione del proprio cuore
Saluti