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Messaggi - paul11

#61
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
04 Agosto 2021, 23:36:47 PM
 @iano
Non c'è mai una netta distinzione, questo è l'errore dell'indagine scientifica. oltre che entrare nelle particolarità perdendo di vista spesso il quadro generale. C'è sempre una relazione. Non c'è una distinzione netta fra corpo-anima-spirito, perché l'una sarebbe incompatibile con l'altra,  è come dire che è possible "estrarre" l'anima dal corpo. Noi vediamo un corpo fisico, i nostri sensi lo percepiscono, ma la nostra mente può non identificarsi con il proprio corpo, quello che gli psicologi chiamano "dissociazione".


Comunque ti rispondo indirettamente con la missiva per viator


@viator

Dimmi , c'è prima nella teoria scientifica della cosmologia l'energia o la materia, o per te sono due cose distinte?
Lo stesso "paradosso" è: cosa crea il tempo e lo spazio ,un corpo materiale fisico , oppure sono preesistenti alla materia?
Se la materia è scomponibile in energia,  la quale è "concentrata" nei legami chimico fisici e negli stessi componenti degli elementi che compongono  la materia, tutto è scomponibile in energia.


I tuoi pensieri, per quanto bislacchi, hanno energia pur non essendo materici? Quando pensi il tuo corpo "spreca" energia? Dove risiede e dove "svanisce"?


La fisica non risponde se non per energia misurabile, quantificabile( e perde le qualità).
E se dicessi che oltre ad una energia fisica c'è anche quella spirituale, "animica"?


Se non la fisica o chiunque non trova risposte sul "mistero" della vita, di come elementi fisici inorganici e in questo caso (la vita) organici riescano con combinazioni di energie fisiche a far emergere una "energia vitale"......
O già gli elementi fisici e subatomici hanno un'altra energia oltre quella fisica , oppure solo opportune combinazioni a determinate condizioni e circostanze fanno emergere un'altra energia che non è solo quella fisica.
Oppure se l'energia vitale, l'anima del "soffio vitale" è ritenuta fisica, prima di comparire dal niente deve necessariamente essere all'interno degli elementi .
Detto in termini cosmologici significa che già all'origine dell'universo oltre a tutta l'energia fisica che si espanderà nel tempo spazio dell'universo, c'è già anche quella "spirituale" , più precisamente, per me  è "animica".
Ecco perché c'è bisogno in filosofia di avere un pensiero "totale".
La stessa scienza ha necessità di una "ipotesi" totale dell'origine dell'universo. Come  a suo tempo scrissi, il bosone di Higgs ,come l'onda gravitazionale fossile, si sapeva che c'erano, esistevano, perché erano dentro le teorie, era solo da "scoprirne" l'evidenze strumentali .E adatto che i sincrotroni come quello del Cern sono ad energia potentissima, più sono potenti e più "ritornano" verso l'origine dell'universo e mostrano particelle subatomiche "nuove".
#62
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
04 Agosto 2021, 11:03:40 AM
 @iano


Con il meccanicismo cartesiano cambia la mentalità umana dell'indagine, perché ogni forma organica o inorganica viene osservata come materia in sé e per sé. Come avevo scritto nel precedente post manca la parte "animica", sia dall'osservatore che dell'osservato ; tant'è che Spinoza e Leibniz prendono le distanze da Cartesio, mentre gli empiristi seguiranno ,per certi versi , il Cartesio materico , Kant farà da "mediatore" fra le due posizioni.
Ma questo cambiamento di mentalità che apre a Bacone, Galileo e Cartesio, vale a dire alla modernità, viene da lontano e ha diversi fattori ,che sono interessanti e spesso sottovalutati o ignorati o proprio sconosciuti.
Uno dei motivi è che la tripartizione corpo-anima- spirito ,muta storicamente fino a far sparire l'anima. Il dualismo cartesiano , la res extensa gli oggetti da osservare ,e la res cogitans la mentae , finisce col spostare nella fisiologia umana il cogitans identificando il luogo del cogitans nella ghiandola pineale. E' un abbglio chiaramente, ma è significativo ,poichè si riterrà che indagando la fisiologia medica che diventerà  con Brentano psicologia empirista e avrà come suoi "studenti" Husserl  e Freud (il fondatore della psicanalisi), muteranno per mimesi il termine psiche antico come sede dell'anima in un  "luogo" chiamato inconscio e con la futura genesi della psicologia analitica di Jung (che comunque si discosta, basta studiare gli archetipi junghiani......) al comportamentismo fino al cognitivismo e neuroscienza attuale. L'attuale dicotomia fra mente, concetto non fisico, e cervello concetto fisico, fisiologico , risente ancora dal diciassettesimo secolo la dualità cartesiana.
Il secondo aspetto è la relazione fra metafisica aristotelica, la scuola peripatetica , dentro il cristianesimo, ma non solo. La decadenza del pensiero crstiano nel medioevo  giunge ad un freddo logicismo senza più fede. Oltretutto pensatori come l'ebreo saferdita Maimonide ed Averroè arabo, creerà fraintendimenti nel pensiero cattolico soprattutto.
Ci sono stati, come spesso avviene, nuovi pensieri che nascono da fraintendimenti e contraddizioni, il cui risultato portò al rovesciamento del relazione fra intelletto e ragione che pochi conoscono.


La conoscenza immanente è quella intuitiva ,in quanto identificarono la prima conoscenza come "intelletto spirituale", per questo alcuni poi divideranno la percezione dall'appercezione. Potrei dire metaforicamente che "la natura parla all'uomo" e lo fa senza mediazioni. Questo stato "mentale" è tipico nei bambini non ancora condizionati dall'educazione "tecnica" scolastica. La ragione viene dopo, essendo ordinatrice e regolatrice di ciò che lo "spirito intellettuale" aveva precedentemente "intuito".


Il discorso è complesso e bisognerebbe studiarsi attentamente  le forme ontologiche utilizzate dal criticismo kantiano e poi dalla fenomenologia husserliana per capire cosa hanno dovuto inventarsi  fra apriori  e noumeni , per ovviare all'antico metodo "animico" che ha l'uomo come "innatezza".
E' l'intuito che apre a scoperte innovazioni e non la ragione che orami è delegata all'ordinatore computazionale dei dati che è una macchina come il meccanicismo cartesiano.


Si sottovaluta quindi la visione diversa che fa prima il filosofo greco dai tempi di Anassimandro,
lui vede con occhi diversi dai nostri la natura ,perchè oggi abbiamo dicotomizzato la conoscenza  e negato essenze innate nell'uomo: poi nel medioevo hanno ancora un'altra visione del mondo fino appunto alla modernità. Nel medioevo per far un altro esempio la parte "animica" era definita "corpi sottili".


Non so se sono riuscito almeno a instradare il discorso......non è facile ,perchè noi oggi tendiamo a proiettare nel passato la nostra "mentalità", sbagliando quindi le esegesi ed interpretazioni.




Quando parlavo dell'unificazione delle scienze, che è davvero un problema scientifico perché in fisica vi sono contraddizioni fra teoria della relatività e meccanica quantistica, o fra biologia e microbiologia del DNA, RNA, ecc, con le leggi genetiche, intendevo soprattutto far capire quanto sottolineato sopra: noi tendiamo a mappare, catalogare, estendere e quindi quantificare miriadi e miriadi di dati , studiando i meccanismi, e ci sfuggono gli elementi primari come nell'esempio che ponevo del "come nasce la vita " dalla materia . La vita ,e siamo daccapo, era anima, "soffio vitale". Noi studiamo oggi la parte meno reale ,questa à la verità, la sola matericità non ci dirà mai nulla di come possa costituirsi la vita.
L'unificazione delle scienza permette le trasformazioni con leggi "ponte" fra i diversi campi, come ad esempio fra il meccanico, l'elettrico e il magnetico. Quindi non solo snellisce, ma fa sintesi e permette le trasformazioni.
#63
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
02 Agosto 2021, 23:02:03 PM
 Ipazia è l'unica che ha dato tutte  le  risposte al mio elenco ( che mi sono usciti......lì per lì, senza troppo pensarci) . Avete dato un vostro commento , ma se ritenete che vi siano dei punti, dei concetti, dei problemi più importanti di quelli da me elencati , scriveteli pure.
Prima di cercare di rispondervi vi chiederei ,per ogni punto, se storicamente sono oggi migliori o peggiori del passato. Ad es. la morale è sempre stata un problema nella storia o  è migliorata  o peggiorata attualmente?


@ipazia


1) Morale
Mi pare di capire che anche tu ritieni la morale importante.
Io penso che sia meglio avere un"padre padrone" piuttosto che non averlo; mi spiego.
L'uomo ha necessità che qualcuno gli dica cosa sia bene o male, e su questi concetti educa (persino ai cani educano con il "premio", per fargli capire i comportamenti corretti).
La necessità di avere un punto di riferimento da seguire e poi contestare e persino per la psicologia moderna fondamentale per costruire il carattere, la personalità.
Per questo sostengo , per gli esseri che hanno consapevolezza, e quindi solo l'uomo (magari qualche animale ha qualche barlume.....), che il bene e il male è necessario . Saranno poi le interpretazioni, culturali, religiose, filosofiche,  a dire se sono corrette o errate ed è giusto che siano anche contestate per avere una presa di coscienza , ma il "saper stare al mondo" dignitosamente lo dichiara solo la morale.


Mi pare che ne avessimo già discusso: a te risulta che il cristianesimo, essendo fondato , lo dice la parola, sul Cristo , si sia comportato o abbia detto, come ci raccontano i Vangeli, cose contro la persona umana? Se io dovessi indicare nella storia tutti coloro che hanno di fatto spergiurato sul proprio credo  o fede, compiendo atti contrari a ciò che dovevano sapere fosse bene o male, che siano religiosi, spiritualisti, politici,  o l'uomo qualunque......forse saranno pochissimi a salvarsi.
La morale a questo serve, a poter dare il giudizio nella relazione  fra il bene e il male e l'etica, cioè i comportamenti se sono coerenti fra pensiero ed azione.
E qui aggiungerei un termine che è diventato ambiguo nel sociale, nella comunità degli umani, la libertà. E' stata fatta spacciare la libertà come contraltare alla morale, e si vedono oggi le conseguenze. Tutti vogliono, pretendono ........senza mettersi le "mani sulla propria coscienza".
Ma cosa davvero vogliamo oggi? Esseri liberi doveva comportare maggiore responsabilità e non solo sulle azioni, perché ribadisco senza una morale anche le azioni diventano prive di una "bussola", di un riferimento morale.


2) mancanza di un pensiero filosofico "totale", nel senso che comprenda un' interpretazione di chi,come, qualcosa abbia costituito l'universo


Ritengo che senza un pensiero filosofico  "totale" non sia possible ancorare i due aspetti relazionali per fondare una morale, che non può essere una banderuola al vento degli interessi personali. Quindi c'è l'aspetto di ancorarlo come "bene" rispetto ad una architettura filosofica e all'intimità della coscienza umana.
Ritengo che la modernità avendo  decostruito l'antico sistema filosofico , non possa più ancorare al pensiero filosofico moderno la morale.
Non c'entrano niente i dogmi: al tempo di Platone , Aristotele del pensiero poi ellenistico e di latino romano, assistiamo ad uno dei migliori periodi di civiltà nella storia umana.
Non si tratta di tornare indietro , la storia è irripetibile, ma di fare tesoro della storia umana: non tutto oggi è meglio del passato.


3) egocentrismo e individualismo promossi a livello di cultura, prima ancora che come atteggiamenti pratici
Ho specificato appositamente che è questa cultura moderna che ha promosso il soggettivismo, l'individualismo, l'edonismo, l'egoismo umano e quindi con malesseri sociali. Hanno camuffato la libertà come principio per costruire privilegi personali, i nobili e aristocratici oggi sono la grande borghesia ereditiera. Il pregio è l'innovazione e la scoperta scientifica, ma sono in mano all tecnica, libera di riconfigurare il sistema socio-economico-politico, per cui l'uomo cosiddetto più libero rischia di essere stritolato come "cosa", come oggetto qualunque nel suo individuale dramma umano, poco sorretto dalla comunità. L'uomo è più solo, ma più libero; più meccanismo, ma più tecnico.


4) debolezza della parte intima umana
Questa maledetta pandemia ha purtroppo evidenziato la solitudine e i drammi personali . La paura, il timore, il distacco ( il non avere nemmeno contatti con parenti ,amici), la perdita del calore umano. Non è che storicamente prima era tutto "rosa e fiori", sia chiaro, ma temo che proprio l'esaltazione del dover primeggiare, dell'essere sulla cresta dell'onda, questa competizione dell'uomo sull'uomo, anche fra colleghi di lavoro,  nell'avere e non più nell'essere, abbia contribuito a mortificare troppe persone che si sentono marginalizzate per vari motivi.
Forse i social nel tempo mediatico di internet , dove da una parte si è nascosti e dall'altra si cerca di comunicare, è il tentativo di poter mostrare che ci siamo , spesso è un urlo scomposto ma dichiarativo della necessità di cercare contatti umani, dove si può, anche se virtuali , ma pur di comunicare se stesso agli altri. Anche comunicare in fondo è amore.


5) scienze e quindi conoscenza quantitativa e non qualitativa


Sono stato troppo sintetico, andava specificato meglio. Intendevo dire che la scienza sperimentale moderna tende a dimostrare ciò che si "mostra", ciò che è visibile. Le crisi scientifiche sono avvenute o per nuove scoperte o per nuovi paradigmi, mutando gli assiomi. L'attuale scienza è nella "via  di mezzo", mancano i ponti per unificare varie teorie. La fisica classica è convenzione, e dall'altra la teoria generale della relatività e la meccanica quantistica non sono unite, nemmeno nella biologia sono unite la teoria dell'evoluzione e la microbiologia del DNA e RNA.
Queste conoscenze , come già avevo scritto, mancano di teorie costitutive fondamentali.
Dove nasce la vita da elementi chimico fisici? Quale è l'ultima particella subatomica che dovrebbe sapersi differenziare?  Come ha fatto una scimmia ad evolversi in ominide, e poi più nessuna scimmia lo ha fatto in milioni di anni? Quante domande qualitative prive di risposta. Misteri. Ma è mistero anche la coscienza, la mente, i pensieri......sono energia?, sono materia?,....dove nascono  e dove vanno a finire?
Ho posto l'esempio della scienza, in quanto paradigma costitutivo fondamentale di tutto il sistema di riferimento della cultura moderna. Altro esempio: è un corpo che crea lo spazio/tempo o lo spazio tempo è preesistente ad una materia? La cosmologia scientifica sembra che dica che prima c'è stato un "corpo" energetico/materiale........... Se lo spazio e il tempo esistono cosa sono ontologicamente,  la gravità ha il gravitone, e il tempo, lo spazio?
Sono domande fondamentali qualitative. La scienza studiando il fenomeno ,studia il suo meccanismo, ma poco sa cosa precede il fenomeno  e il meccanicismo causa effetto non aiuta a rispondere a miliardi di fenomeni con diverse velocità , così come i miliardi di reazioni chimiche che avvengono contemporaneamente nel corpo umano, La scienza per sua attitudine conoscitiva tende ad estrapolare un singolo fenomeno da un contesto complessivo dove quel fenomeno è solo una parte.


6) è più una conseguenza che un sintomo: perdita del senso di comunità.


Le prime comunità, molto probabilmente, nascevano dalla necessità che il sentirsi uniti quantitativamente rispondeva meglio alle esigenze prima difensive ed eventualmente di attacco, compreso il cacciare insieme. Non c'era ancora proprietà privata, c'era la territorialità animale.
Fino a non troppo tempo fa ,c'erano paesi dove il pane lo si produceva in unico forno, c'era l'abbeveratoio comune per il bestiame, c'era il lavatoio comune .........oggi non conosciamo quasi nemmeno il dirimpettaio.....ognuno perso per i fatti suoi. Si pregava insiemi nei  rosari nel mese di maggio, c'erano gli sgabelli fuori dalle porte di casa e chiacchieravano del più e del meno, e e la chiave di casa o era sotto lo zerbino dell'entrata o sullo stipite della porta...tutti sapevano e nessuno rubava....o pochi. Tutti si conoscevano  e ci si sentiva meno distanti. Ora ci sono porte blindate e allarmi che ogni tanto suonano per i fatti loro...e rubano di più, ammazzano per poco, si ha timore persino di chiedere "scusi....dovrei passare, per cortesia...", perché non sai più chi hai davanti, e la sera se incontri qualcuno in strade buie di periferia .......eviti cambiando strada. C'era  più fiducia..
Sono io che sbaglio queste descrizioni?  Dove stiamo andando? In quale mondo?




@viator


1)il fatto è che sono un anarchico (pacifista si intende......) quindi ne farei più che volentieri a meno.
Ma ho riflettuto parecchio negli anni post adolescenziali . L'uomo spontaneamente non crea una società giusta, deve raggiungere prima una cera maturità, sapersi autodisciplinare, aver un alto senso morale, per bloccare le sue rabbie, le sue nevrosi, il suo "veleno".
Purtroppo temo che ci sia necessità, sperando che prima o poi avvenga questa maturità di autogovernarsi responsabilmente, di qualcuno che detta le "leggi". Che sia un Dio, un tiranno, un monarca, un aristocratico , una democrazia, .......qualcuno detta le regole e tutti obbediscono. E ancora oggi è così....è cambiato poco o niente.
La mia quindi non è affatto nostalgia , è constatazione che tolta la legge accade un "far west" globale: tutti contro tutti.


2) Non conosco nessuna società comparsa finora, compresa questa , che non abbia un principio di autorità. Non c'è bisogno di una morale per l'autorità, basta la legge anche senza morale. Semmai è la legge che non fondandosi su una morale rischia di poggiarsi....sul nulla. Non è un caso che concetti some sovranità , democrazia, stanno decadendo.


3) Se riesci ad argomentare ragionevolmente come questo universo sia sorto senza l'intervento di qualcosa, qualcuno.....sarò in attesa di tue spiegazioni.


4) e 5) ) sono tue battute. Ho risposto a Ipazia.
6) un sintomo in effetti è una conseguenza: se avessi la febbre è un sintomo di un'infezione.
Per cui la perdita del senso di comunità, o potrei altrimenti dire di identità culturale è grazie ad esaltazioni egoistiche ed individualiste comminate dalla cultura moderna.


@iano
sei propenso alle scienze....
Il colore rosso è immanente alla vista, noi non vediamo le frequenze, vediamo gli effetti delle frequenze, nello spettro dell'udibile e visibile. Abbiamo dovuto fondare l'elettricità con il magnetismo (questo è  un "ponte" a cui alludo  altrove, cioè unificare diverse teorie che permettono delle trasformazioni, Maxwell in questo caso) per inventare un oscilloscopio e vedere le frequenze radio ,ecc.


La coscienza mi dice che tutto vibra.......respira: chi si dilata e si restringe, chi pulsa e si ritrae come un cristallo, chi inspira ed espira,  sembra tutto "animico", dal vagito al rantolo.
#64
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
02 Agosto 2021, 13:34:04 PM
 Taglio la testa a l toro. Perchè da "filosofo" la discussione si sta arenando in sentenze pregiudiziali da parte vostra e non ho voglia di battibecchi sterili


Allora: adatto che tutti viviamo nel medesimo tempo storico : fatevi un "esame di coscienza" e concretizzatelo  costruendo un elenco dei limiti che questa cultura ha sia nelle pratiche che nelle teoretiche.


Successivamente, dopo  i sintomi, si può fare l'eziologia, la  prognosi e quindi la terapia.
Senza una condivisione dei problemi attuali , in un ordine di importanza, non si può discutere di nichilismo attuale, di questo tempo.Se siamo felici e contenti, con ventre obeso " e rutto-libero" fantozziano, allora non ci sono problemi , il nichilismo è un'invenzione.


Il mio elenco dei sintomi, che or ora mi passano per la coscienza e per me determinano il nichilismo culturale attuale sono:

1) la morale
2) mancanza di un pensiero filosofico "totale", nel senso che comprenda un' interpretazione di chi,come, qualcosa abbia costituito l'universo
3) egocentrismo e individualismo promossi a livello di cultura, prima ancora che come atteggiamenti pratici
4) debolezza della parte intima umana
5) scienze e quindi conoscenza quantitativa e non qualitativa
6) è più una conseguenza che un sintomo: perdita del senso di comunità.


.....a voi .


#65
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
01 Agosto 2021, 13:53:08 PM
Citazione di: viator il 01 Agosto 2021, 12:57:24 PM
Citazione di: baylham il 31 Luglio 2021, 18:26:06 PM
Non comprendo chi afferma da una parte l'esistenza di verità, di morali, di principi universali, assoluti, immodificabili e dall'altra denuncia l'esistenza di una società nichilista, decadente, dissoluta, priva di verità, di morale, di principi.
Questa incoerenza, contraddittorietà, dunque conferma la tesi contraria, che le verità, le morali, i principi non sono universali, assoluti, immodificabili, ma relativi.

Per me la tecnica e la morale precedono la religione e la filosofia, sono quest'ultime che dipendono dalle prime.



Salve bailham. Approvo profondamente. La realtà dei rapporti tra il mondo del reale e quello dell'ideale è insita nella più banale delle gerarchie : i bisogni da una parte, le facoltà dall'altra.


I religiosi, gli idealisti, gli utopisti, i filosofi......partono bellamente dal presupposto che i bisogni risultino modificabili od eliminabili sulla base di quanto essi vanno predicando e che consiste unicamente in principi facoltativi.


Tutto ciò che ha a che vedere con la soddisfazione o la facilitazione dell'espletamento dei bisogni.........viene fieramente avversato dagli spiritualisti poichè evidenzia la subordinazione del loro ruolo all'interno del funzionamento dell'esistenza naturale delle cose e delle loro necessità intrinseche. Saluti.


i bisogni da una parte, le facoltà dall'altra.

come dire che c'è un umano con il bisogno di accendere il fuoco e privo delle sue facoltà cerca la pietra focaia, poi lo stesso uomo della caverna, apre una porta ad accede ad un altro mondo dove vi è una sterminata biblioteca in cui fa emergere le sue facoltà.
Non è che i bisogni umani , e bisognerebbe chiarire cosa si intende per bisogni (solo quelli economici, oppure anche quelli umani invisibili e non economici?), fra le altre ...contraddizioni  da te scritte in poche righe (riuscirai a fare un record mondiale).

A te risulta tanto per fare un esempio che Gesù nei Vangeli è descritto come un anacoreta solitario, oppure partecipa ad un pranzo di nozze a Canaan, all'invito a pranzo di un centurione, all' ultima cena.........
Queste tue barbari e rozze prolusioni linguistiche senza nemmeno conoscere i contesti.
E poi Socrate e le miriadi di dialoghi socratici di Platone: Repubblica dove descrive la vita privata e pubblica........

Ma che idee ti sei fatto , di filosofia, religione , che forse loro non vivevano, non avevano relazioni sociali, non mangiavano?  Cosa critichi se prima non conosci?
#66
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
01 Agosto 2021, 13:38:47 PM
Citazione di: baylham il 31 Luglio 2021, 18:26:06 PM
Non comprendo chi afferma da una parte l'esistenza di verità, di morali, di principi universali, assoluti, immodificabili e dall'altra denuncia l'esistenza di una società nichilista, decadente, dissoluta, priva di verità, di morale, di principi.
Questa incoerenza, contraddittorietà, dunque conferma la tesi contraria, che le verità, le morali, i principi non sono universali, assoluti, immodificabili, ma relativi.

Per me la tecnica e la morale precedono la religione e la filosofia, sono quest'ultime che dipendono dalle prime.
Come al solito, non si comprende.
Il filosofo, come qualunque umano, è interprete di segni, significazioni, sensi.
E' un umano e rimane in quanto tale, non ha una rivelazione da svelare, ma un'interpretazione.
Se dico che l'atomo è formato da neutroni, protoni elettroni scomponibili a loro volta in altre particelle subatomiche sostengo un "assoluto" almeno ad oggi per la scienza .
Un assoluto, non è quindi qualcosa che  "sta lì", è comunque interpretazione. O si entra nel merito per sconfessare quell'assoluto , e allora uno scienziato scopre qualcosa che fa mutare il concetto di configurazione atomica attuale, così vale per la filosofia. O si è in grado di dire chi, cosa, come, perché, l'universo esiste  per via logica deduttiva , o dire "qualunque cosa passi per il cervello" senza nessuna relazione con l'universo, la terra, la vita, l'esistenza, l'individuo umano, la società, ecc.  o rimane "voce flatua", evanescente.
Il  nichilismo è conseguente quindi ad una interpretazione di una filosofia. O si è in grado di entrare nel merito o si fa "chiacchiera".


Quindi dove, come, esiste la contraddizione o si fa davvero assolutismo ,mascherando l'incapacità di entrare nel merito di una interpretazione filosofica .
Chi dice che c'è contraddizione  e dice altro e non la mostra fa il più assolutismo possibile.


Per te la tecnica e la morale precedono la religione e la filosofia: dimostralo argomentando, può darsi sia vero, ma devi mostrare il tuo ragionamento.

#67
 @iano
daccapo......
se io dicessi che le persone sono senza cervello, verrebbe da considerarla una metafora, in quanto fisicamente un  uomo privo di cervello muore.
Ma se dico che le persone sono prive di coscienza , non intendendosi nulla di fisico , si può farne a meno........questa è la tipica "mentalità" del post moderno occidentale.
Tutto ciò che non è fisico è "orpello".
E la conoscenza allora cosa è? I pensieri cosa sono : fisici come una mela?
A me ormai pare ovvio, che dovranno essere recuperati culturalmente, e lo si può fare solo se la cultura  deciderà  che non è solo nel mondo fisico la risposta a problematiche umane. Così come a me pare del tutto ovvio che fin quando saremo attaccati alla tecnica ,figlia della cultura moderna che l'ha oltremodo gonfiata, non ritorneranno ad essere prese in considerazioni forme non appartenenti al mondo fisico.


@kobayashi
L'esempio che fai dimostra che c'è una conoscenza innata nell'uomo che non ha consistenza fisica e quindi è fuori dalla conoscenza scientifica moderna.
Si dice che il cervello umano  è analogico con il mondo , è evidente, ma per poterlo essere significa che c'è qualcosa di ontologico, cioè che "è", che esiste ,ma non è visibile.


Pensiamo per esempio ad un bambino che inizia ad imparare matematica, geometria e grammatica.
Non si possono insegnare ad un essere che non sappia relazionare un concetto astratto con un segno e un significato che spesso viene posto dall'insegnate per immagini . L'immagine è di di per sé una astrazione, ma che  può correlare  a sua volta sia con qualcosa di fisico che qualcosa di astratto.


Ma cosa vuol dire trascendentale ,ma distinto dal trascendente? Questa è un'altra complicazione creata nella modernità per soppiantare la metafisica. Ciò che è astratto ,che non ha consistenza fisica, dal trascendente passa al termine trascendentale.....altra mimesi moderna. Il termine trascendente apre alla spiritualità e religione ,quindi alla ontotelologia; per soppiantarla ,si inventa un altro termine, ma sempre di un contenuto non direttamente fisico si tratta.
Idem l'essere, che cosa è per Heidegger, per oggi?
Personalmente non penso a nette distinzioni fra soggetto umano come agente conoscitivo e oggetto, come se fossero in due mondi distinti, semmai sono le interpretazioni delle relazioni fra uom e mondo che mutano storicamente cambiando indirizzo e finalità .Ma proprio perché tutto è relazionato, pur sapendo che il sasso non conosce l'uomo, ma l'uomo può conoscere il sasso.


La scienza non ha bisogno di ossessionarsi per la relazione mente-cervello, non è un suo compito, perché lo scienziato è pagato per ricercare quello che gli dice il committente che non "glienepuòfregaredimeno " della mente. Il neuroscienziato vede grazie a risonanze magnetiche apposite........sono gli strumenti, come amplificatori dei sensi, che fano la scienza, per cui la mente, la psiche, l'anima, la coscienza,  sono  invisibili.
E che cosa ne è di umano senza mente, psiche, anima, coscienza, ....? Un corpo meta-bolico, un insieme complesso di chimismi, una concatenazione di funzionalità .....è quello che studia la medicina e il trattamento del paziente: un corpo senza anima...  poi  ci si inventa i diritti del malato per sopperire.




Il problema delle monadi di Leibniz.
E' un problema fondamentale: come nasce la vita? Risposta che la scienza attuale non sa dare.
Come è possibile che gli elementi chimico fisici, come idrogeno, elio, azoto........che da soli hanno proprietà e caratteristiche (n° atomico, peso atomico, configurazione elettronica per legami polari e covalenti, n° neutroni, n° protoni, ecc.) costituiscano composti che hanno proprietà a sé, ad es. l'acqua H2O è un composto che non è uguale alla somma delle proprietà dell'idrogeno ed ossigeno, ha sue caratteristiche proprie, ........e poi risalendo ai materiali inorganici . Leibniz capisce che non c'è un ultimazione dell'atomo ,poichè i materiali inorganici sono continuamente divisibili, ma non i corpi organici che hanno vita. Se taglio in due un gatto , non ho due gatti....il gatto muore.
E aggiungo io: come è possible che da composti materiali sorga la vita e solo da elementi cosiddetti organici come carbonio, ossigeno, azoto, .....perchè i loro composti hanno proprietà e caratteristiche tali da indurre la vita?
Quindi, sempre a mio parere: i casi sono due a) o la materia stessa ha dei principi nascosti in apparenza che si evidenziano in determinate condizioni; cos'è , un quark, un bosone,  un particolare stato di una particella subatomica?  : b) o c'è uno "spirito" vitale che aggiunto alla matericità degli elementi chimico fisici  determina la vita.


Quindi o vi è un monismo (una monade leibniziana) o una dualità che interagisce....La scienza ovviamente fa un silenzio assordante.




Il mio parere è che è possibile ancora oggi sostenere una metafisica filosofica, quindi anche una ontoteologia se i cosiddetti "fatti", evidenze sensibili, esperienze di vita, e per esperienza non intendo solo nel mondo fisico naturale, se  sono all'interno di un sistema filosofico, così come fecero Platone ed Aristotele (ovviamente aggiornato con le conoscenze scientifiche, non scientiste, attuali).
#68
 Quel che penso è che i filosofi dopo Aristotele non lo abbiano superato , o meglio, se pur ammirandolo come Leibniz, non lo hanno completato e a volte o  spesso si sono contraddetti.
Questo perché o è stato accettato e poi tentando di aggiornarlo ai tempi lo hanno di fatto contraddetto contraddicendosi, oppure la stragrande maggioranza lo ha totalmente ignorato seguendo ben altro.
Devo anche dire che è proprio in  questo periodo che vado ad approfondire il pensiero di Aristotele dopo quello di Platone.


Il concetto di sostanza e forma di Aristotele che si uniscono ha avuto in Cartesio una banalizzazione nel tentativo di dividere  in un certo qual modo la forma, il cogitans, dalla sostanza, l'extensa. Seppur la corrente razionalista moderna  rimane sostanzialmente nella filosofia metafisica , i tentativi di spiegare la realtà, il reale, cade in contraddizioni, o come in Cartesio in assurdità come la ghiandola pineale.
Il primo errore della modernità è il  far sparire gradualmente la triade spirito-anima-corpo, facendo dell'anima, il "soffio vitale", l'intelletto modernistico e Cartesio è il primo a caderci dividendo lo spirito dal corpo e ponendo fisicamente la conoscenza nel mondo materico. Il cervello prende il posto dell'anima fino a quando con l'empirismo psicologico diventerà psiche, facendo mimesi del termine antico che indicava tutt'altro .....e l'anima nel frattempo è sparita.
Il primo problema è gnoseologico , è il metodo di conoscenza innata che ha l'uomo. Spostandosi totalmente nel ragionamento deduttivo-induttivo e viceversa, dimenticando la parte animica innata intuitiva che non estrinseca per ipotesi ,tesi, assiomi, postulati, enunciati.
Il darwinismo ha contribuito ha far credere ad una scienza ingenua che il conoscere......puff......sia venuto chissà come e perché, in maniera progressiva evolutiva come se il progresso e l'evoluzione in sé siano una "coscienza animica" teleologica , con finalità, contribuendo a focalizzarsi sul cervello materico.
E sono ancora lì da sei  secoli da Cartesio e quasi tre secoli da Darwin a chiedersi se la mente esiste e il rapporto con il cervello. E' ovvio che la scienza per suo metodo sperimentale materico non troverà mai la soluzione se non muta i paradigmi del suo sistema conoscitivo. Leibniz è sicuramente più avanti da quasi sei secoli fa  rispetto alla scienza attuale, perché aveva intuito, capito degli aspetti fondamentali.


L'altra strada è l'irrazionalismo  e allora la logica deduttiva serve a poco a spiegare sia l'agente conoscitivo che il mondo, e nessuno lo ha davvero compiuto tranne Nietzsche ,ma sul versante opposto di una ontoteologia. La mistica, il visionario è una posizione incondivisibile filosoficamente , non è più filosofia è altro ,pur con tutto il rispetto e stima. Nietzsche non è un vero filosofo, così come Ignazio di Loyola, Santa Caterina non lo sono. Questo non significa che la loro strada perseguita non sia significativa, tutt'altro .


Oppure un'altra strada ancora  è il tentare di unire la filosofia della logica deduttiva ,sapendo che ha un limite nel ragionamento  ,con la parte irrazionale mistica, visionaria. Forse è possibile, non so se qualcuno l'abbia mai percorsa nell'ultimo secolo: penso di no.
#69
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
28 Luglio 2021, 00:06:50 AM
 I due "vecchi" modi di costituire la morale sono per via  filosofica metafisica e religiosa.
La religiosa prescrive come "  legge", comandamenti, riti ,dichiarati da una divinità.
Nella Bibbia vi sono due libri dedicati : Deuteronomio e Numeri che ben pochi cristiani hanno letto. Lì c'è la "costituzione" ebraica fin nei particolari.


La via metafisica è interpretazione filosofica. Platone dice che è "bene" ciò che fa da "sfondo" all'umanità. Vale a dire come si presenta l'universo, il cielo, la natura. Aristotele entra di più nei particolari della vita umana per dichiarare un' etica.


Sembrerebbe che l'uomo non debba alterare le supreme armonie che hanno formato sia i fenomeni che la natura, in quanto sono la condizione per la sussistenza della vita umana.
Questo significa che la morale è inscritta negli universali, intesa come armonia.


La "dissoluzione" dei principi morali si evidenzia nella modernità. L'uomo e non più i principi universali sono al centro dell'universo, della cultura. Questo spostamento della centralità costituisce la nuova gerarchia culturale. La morale non è più un universale, ma dipendente dall'interpretazione umana sull'uomo stesso, con tutte le problematiche annesse. Perchè se intanto viene dichiarata la scienza e la dimostrazione della verità "solo" scientifica  , le scienze non possono appurare scientificamente secondo il protocollo sperimentale cosa è la coscienza, cosa è un'anima, spirito. La scienza vuol vedere e toccare per avere la prova ,proprio come un "santommaso".
Tutte le scienze, comprese quelle umanistiche moderne seguono questa modalità formulativa dettata dalle scienze naturali-fisiche, è ovvio che decade l'antica gnosi religiosa, la gnoseologia filosofica per far posto all'epistemologia moderna, che è filosofia della scienza moderna.
La morale quindi era un principio esterno all'uomo, o un comando religioso, o una interpretazione degli universali in filosofia. Se diventa a misura d'uomo, allora non è più filosofia, fallisce anche Kant nella "critica della ragion pratica" e nella "critica del giudizio", avendo tolto il principio fondativo dichiarandolo "noumeno" che in buona sostanza era l'ontologia metafisica.
Rimane una morale intima all'uomo che può guidare l'etica, i comportamenti umani, ma non è bastevole perchè individuale.
La psicologia sostituisce il concetto di anima con l'emotività, la passione,  con l'empirismo  di Hume, Locke e infine con la psicologia empirista di Brentano alle cui lezioni assistono Husserl, fondatore della fenomenologia e maestro di Heidegger, e un certo Sigmund Freud fondatore della psicanalisi.......ma questi nel tentativo di voler spiegare i processi "psichici", hanno "decostruito", destrutturato la morale, considerandola come impaccio alla nuova cultura moderna .


Oggi la morale è solo un "intento", per quanto nobile, come i principi umani proclamati , non sono "ontologici" e l'etica , come l'antichità è governata nella forma laica, non più religiosa, della legge-sanzione ,dichiarando legittimità e legalità. Le virtù sono scomparse, vengono concettualizzati i "valori" che non sono direttamente morali anche se ne derivano, ma sono ambigui come la libertà ed entrano nelle Costituzioni degli Stati Occidentali , ma sono le pratiche che mettono in crisi la loro costituzione teoretica, non essendovi una ontologia morale moderna.




Capisco che fin quando non si hanno  chiari i pensieri filosofici e religiosi all'interno del processo storico si farà inevitabilmente confusione su cosa si intenda morale e tecnica e la loro relazione.
La morale convenzionale sociale nasce sempre da una sacralità, che sia religiosa o laica che si chiami Dio o Stato , nella pratica operano in maniera identica e Socrate lo aveva capito. La maieutica socratica era da parte sua l' "allevare" al governo chi aveva il potere in maniera giusta.
Perché senza morale è indeterminato il concetto di giudizio  se non attraverso le leggi che governano l'intero sistema sociale. Le leggi non sono identiche alla morale, ma le leggi possono sostituire la morale, operando  con la relazione legge/sanzione: se il cittadino opera seconda legge è "buon cittadino", se non opera secondo la legge è malvagio e va sanzionato.
La morale è colei che sovraintende la tecnica ,sono gli uomini morali che giudicano i tiranni, i governanti. Socrate è costretto ad uccidersi , perché aveva dichiarato come incapaci i governanti della sua epoca . Tutti gli uomini morali ch decidono apertamente, nel campo sociale,  di sfidare il potere costituito ,sono pericolosissimi e spesso vengono uccisi. Perchè destabilizzano il potere con concetti e termini che arrivano non solo alla mente, ma anche al cuore. Per quanto la gente possa essere "stupida", sa dentro di sé chi sta dicendo il giusto .....e lo segue.


La tecnica c'è sempre stata dall'età del ferro, rame bronzo....... Ma la morale , i saggi ,i sapienti erano coloro che mettevano in guardia di non andare oltre il limite, che poteva essere una legge divina o una filosofia, non dimentichiamo che Aristotele fu il precettore di un certo Alessandro Magno. I gesuiti diventeranno "aio" dei rampolli dei nobili nel medioevo. Chi governava doveva essere educato anche al governo.
La tecnica non avendo più la condizione morale che possa contrastarla, nella modernità si muove libera.....oltre al limite stabilito.
Dal momento in cui la tecnica, con la scienza, può dal Novecento distruggere l'intero pianeta, se non viene temperata dalla morale ed essendo la tecnica diffusa non solo ai grandi Stati occidentali e orientali, ma praticamente ovunque......sale il livello di pericolosità dell'intero sistema .
I negoziati, la contrattazione decide oggi il punto di equilibrio, precario, non essendovi una morale. Lasciando a capi di governo, non più educati al "buon governo", ma sempre più populisti e legati al nazionalismo ,all'utilità personale alla convenienza del "suo" popolo, le sorti del mondo.


Come mai ancora oggi si parla ammirati di saggi e sapienti antichi.......spariti dall'orizzonte dalla modernità ad oggi che decade inevitabilmente negli strapiaceri stradesideri ai danni dei propri simili?
L'uomo morale teneva in considerazione tutti. Studiati meglio come i metafisici sapevano relazionare dallo schiavo a colui che aveva il potere. Nell'antica Roma, alcuni schiavi divennero più ricchi dei nobili e alcuni dei nobili lasciarono eredità e prebende ai loro schiavi che trattavano da pari in quanto si affezionarono e si fidavano più di altri nobili. Gli schiavi erano generalmente prigionieri di guerra: dovevano forse sterminarli? Gli tornavano utili . Sarebbe utile studiarsi anche i costumi dei greci e romani di cui per molte cose dovremmo ancora imparare qualcosa......o tanto.
Conobbero molte forme di potere, dalle monarchie alle democrazie, dalle tirannie, ai tribuni, alle repubbliche, ai populismi. Non è un caso che il capolavoro di Platone "Repubblica"  ha tutti i contenuti di come costruirla, di come sapere gestire la Città che era Atene. Sono passati  più di duemila anni......
#70
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
26 Luglio 2021, 13:07:06 PM
 La mia personale posizione di identificare il nichilismo moderno con i paradigmi neopositivistici a cui la stragrande maggioranza dei pensatori, filosofi, scientisti si è piegata, nasce dalla dissoluzione del principio morale. Senza morale non c'è etica e la politica e l'economia sono puro negoziato quanto lo è il negozio giuridico. Nei negoziati vince il potente, perché la regola è che vince nel rapporto di forza.


Se la morale è quindi al centro del problema di un mondo globale, con una tecnica che si muove a ritmi esponenziali riducendo l'uomo a "cosa fra le cose", a numeri, ecc, l'unica soluzione, a mio parere, è la meta-fisica filosofica.
L'uomo e in questo appoggerei un neoumanesimo, deve riprendersi responsabilità globali ormai, in un mondo in cui la relazione me/altrui, umanità/natura devono essere riformulati  e senza le retoriche degli intenti privi di finalità, dove i valori politici  come eguaglianza, libertà, fratellanza sono inferiori a quelli di potere e di denaro ,di utilità egoistica ,di convenienza personalistica.
Non è più possibile in un mondo dove i tempi incalzano, dove le geografie si stringono, dove l'immateriale dell'informazione corre sul web e tutti possono sapere di tutto. La tecnica ha stretto  i tempi e le geopolitiche ed è quindi impossibile fingere che i problemi dell'altrui non siano nostri problemi perché prima li ignoravamo perché l'atrui a sua volta ci "vede", ci percepisce dentro la sua cultura. Il mio timore in un tempo in cui non ci sono più campi di battaglia con frecce e spade, ma dove le conoscenze tecniche sono sempre più alla portata di tutti i popoli , l'uomo post moderno sia un bambino immaturo che gioca a fare "dio" con strumenti tremendamenti potenti  per sé e per il mondo..
Da questa semplice disamina nasce da parte mia l'esigenza che vi debba necessariamente essere una morale condivisa. Perchè penso che alla fine tutti vorrebbero pace, tranquillità, serenità ,sicurezza.


La morale può nascere solo dalla metafisica . Il saggio era colui che tramandava conoscenze attraverso narrazioni con all'interno una morale.
#71
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
24 Luglio 2021, 23:46:33 PM
 @Kobayashi
La verità non può che essere eterna, questo è un punto fondamentale.
Se la verità decade nel divenire, allora sarà il punto di vista storico, il punto di vista scientifico a decidere le "leggi" che governano gli umani, e chi ha il potere deciderà cosa è giusto o sbagliato.
Che forse il bene e il male siano possibili a chiamarsi nell'ordine di un divenire per cui ogni uomo decide ciò che è bene o male? Se esiste il bene e il male sono eterni e per sempre, e non a interpretazione dei tempi storici o delle singole utilità , piaceri, desideri particolari umani.
Il divenire si mostra nel tempo, ma non è il tempo a decidere, ribadisco, i fondamenti della costituzione, nè della natura che nasce, muore e risorge nel suo eterno ciclo, né della fisica per cui le particelle elementari diventano qualcosa altro da sé, e neppure dell'uomo che continua a ripetere gli stesi errori negli stessi problemi da sempre.


Altro è dire che l'esistenza è anche gioire, avere piaceri, desideri ,essere felici: nessuno e ribadisco, nessuno lo ha mai negato. Ma i saggi, i filosofi, gli stessi religiosi e spirituali, hanno posto limiti affinchè l'eccesso non decadesse in schiavitù dei desideri, piaceri.
Questo limite non può che essere eterno e non deciso dalla politica o dall'economia , o da chi comunque governa la società degli uomini.
I limiti furono annunciati come virtù  e la virtù non è altro che la qualità la capacità di sapere gestire le emozioni, i ragionamenti, i desideri con i propri simili, con la natura, seguendo principi universali e in quanto tali eterni . Oggi si dice che non c'è etica, per forza non c'è nemmeno la morale che la governa , non c'è il bene e il male, c'è l'utile egoistico, c'è il conveniente espediente per "fregare" i propri simili.
Caduti i principi universali eterni, decade la morale che detta le virtù in funzione di ciò che è bene e male, decade asua volta l'etica, vale adire il comportamento.........rimane una coscienza (che lo scientismo nega) che "prude" ma che non ha riferimenti.
Metaforicamente abbiamo perso la bussola, e l'ago della bussola per funzionare deve segnare il Nord, affinché un cammino abbia senso e non sia disorientato.


Il nichilismo è implicito nella metafisica quando l'uomo ha fede nel divenire e non negli eterni, questo era già chiaro in Socrate/Platone quando accettano la molteplicità del divenire come evidenza esistente rispetto al tempo eterno. Ma era altrettanto chiaro che la verità era nel tempo eterno, non nel divenire . Non è un caso che la metafisica antica greca nasce  anche come risposta culturale ai sofisti che avevano ridotto la verità " a misura d'uomo" e quindi ad opinione. I numerosi dialoghi socratici di Platone,  una parte dell'opera Organon di Aristotele che indica "Confutazioni sofistiche" (ed eristiche)"  ne sono la prova.


La problematica nasce dal fatto che la conoscenza immanente, immediata, è pratica ed è più "potente" della teoretica dei fondamenti, perché la pratica porta alla tecnica, alla scienza moderna al potere fisico sulla natura e sui propri simili.  Aristotele è già più "pratico" di Platone e infatti Platone è inviso da Nietzsche e Heidegger, non così Aristotele.


La scienza non è la metafisica ,se si è compreso. La scienza era molto tenuta in considerazione già dai metafisici, ma come conoscenza della natura , la meta-fisica è "oltre"la fisica e non "contro" la fisica, come parecchi del forum pensano  e agisce per logica deduttiva. Sono due domini della conoscenza relazionati, ma diversi è come parlare di spirito, anima e corpo fisico, ci sono relazioni, ma ontologicamente ognuna è diversa dall'altra per proprietà e caratteristiche. La metafisica nasce quindi come continuità della conoscenza fisica, non come alternativa. Allora si capisce che tolta la meta-fisica decadono tutte le forme e i contenuti ad essi relazionati e non rimane che l'empirico moderno, il fisico naturale che è il sistema delle apparenze.


Dove sta scritto che l'uomo sacrifica la sua esistenza e i relativi contenuti : il problema è il senso e i significati esistenziali relazionati ad una verità ultima. Perché da qualcosa o qualcuno sarà ben scaturito questo universo, con le sue regole e ordini fisco naturali? Queste furono le domande che si posero i metafisici, e non solo.


Non esiste un modo di ripensare la saggezza in questo tempo. Il saggio era colui che sapeva tesaurizzare al conoscenza sia teoretica che pratica, per esperienza della propria esistenza e la comunicava, la trasmetteva alle nuove generazioni. Oggi il saggio .....è nelle cantine o in soffitta.
#72
Tematiche Filosofiche / Re:CONTRO IL NICHILISMO
24 Luglio 2021, 19:21:26 PM
 

@ viator
E chi  non si riproduce, non crea figli, forse non vive? L'uomo può farlo o per natura, perché è sterile o per scelta culturale, per volontà non vuole avere figli. La vita umana non è riducibile interpretativamente come un coronavirus, l'uomo ha un coscienza che per la scienza è "invisibile", quindi indeterminabile e indimostrabile: questo è il limite della scienza e relativa ideologia del pensiero: lo scientismo. La vita umana è bios e zoe.


Ti contraddici  se poi attribuisci  all'uomo proprietà e caratteristiche che non ha il bios dei regni animale e vegetale. E' proprio questa interpretazione culturale, o individuale, personale, della vita, che ci rende anche singolarmente unici.


@iano


la tecnica, è evidente storicamente, è figlia proprio della metafisica, se si ha la voglia e volontà di studiarla, prima di scrivere.....imprecisazioni.
E' Euclide che già postula i fondamenti della geometria, è Aristotele che nella sua opera Organon che indica i principi del silligismo , analitica, topica, confutazione sofistica....insomma.
Lo strumento logico insieme a geometria e matematica hanno costituito i linguaggi che hanno permesso di primeggiare nella tecnica da parte della cultura Occidentale. Il sillogismo deterministico in Aristotele  anticipa di quasi due millenni la scienza di  Galileo. Vuol dire non solo osservare il fenomeno, ma poterlo descrivere nella forma logica matematica: questo è il fondamento della Tecnica, non esiste una scienza moderna senza un protocollo di logica, e le leggi infatti sono la sintesi nel linguaggio logico e matematico di come il linguaggio umano trasferisce nei segni il fenomeno osservato fisico naturale.
Con la nascita della scienza moderna sperimentale "classica" si ha una rapida evoluzione tecnologica fino a diventare esponenziale. L'uomo passa rapidamente dal contado alla fabbrica. Nell' Ottocento la città più industriale al mondo Manchester contava il 94% dei lavoratori come operai, oggi sono circa un terzo. L'accelerazione della tecnica sconquassa i fondamenti della filosofia politica, perché riconfigura sempre più velocemente (oggi siamo alla terza o quarta rivoluzione industriale)) l'assetto socio economico e con esso quello culturale che dovrebbe sovraintenderlo. In verità la scienza che dovrebbe essere predittiva diventa a sua volta asservita allo spirito moderno della tecnica, che dona in continuazione alle applicazioni militari e civili, armi per il potere militare e "ricchi premi e cotillon" al disorientato uomo moderno . La tecnica prende il posto di "Dio" poiché diventa salvifica per l'occidentale e gli da potere sugli altri popoli. La capacità di applicazioni materiali rende l'uomo meno schiavo delle primarie necessità . Ma questa tecnica è così veloce che così come l'uomo doveva adattarsi alle origini alla natura, oggi si adatta alla cultura che domina la stessa natura divenuta "risorsa" e quindi "bene" economico da sfruttare. L'uomo segue, come la sua cultura che ne ha decretato il potere salvifico,  la tecnica, che infatti è indeterminabile in quanto nessuno può predire come sarà il mondo fra dieci ,venti anni......inarrestabile, in quanto essendosi consegnata ad essa per  il dominio del potere, nessuno vuole rinunciarvi. Quindi la tecnica stritola nei suoi ingranaggi gli stessi umani che sono stati resi come una componente organicista, meccanicista, dove la vita è ridotta allo stesso parametro di un virus, dove la logica matematica , i dati le statistiche, sono numeri , ma dietro a quei numeri quantitativi vi stanno vite qualitative.


Non è mai esistita nella storia dell'umanità un umano che nella sua vita deve continuamente adattarsi a continue velocità tecnologiche che mutano , basta guardare le continue trasformazioni nel mondo del lavoro. La tecnica è così impattante nelle sue declinazioni applicative nella vita civile , e non solo, che il vecchio è inadeguato, mentre un tempo  era il saggio,  un uomo diventa obsoleto come una macchina, e questo entra nella coscienza del disagio e dificoltà di "come ci si sente" per un uomo. Ciò  significa che se la tecnica è stata partorita da mente umana per avere potere e ricchezza, per star bene economicamente, materialmente, da tempo ormai sfugge a qualunque tentativo di poterla "domare" , ma proprio perché da potere. Quindi è la tecnica che precede l'uomo e non può che generare conflittualità ingestibili da parte della cultura moderna e postmoderna che l'ha voluta e tuttora la vuole per i propri piaceri e desideri egoistici.
Non dimentichiamoci che la fisica dell'atomo e l'ingegneria genetica, forse le due più potenti branche scientifiche, hanno creato bombe atomiche e .......un covid, perché nessuno e ribadisco nessun potere costituito mondiale può arrestare la ricerca e l'innovazione, anche a danno dell'uomo stesso : tutti vogliono il potere tecnico.
#73
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
22 Luglio 2021, 19:12:29 PM


XPhyroSphera
Severino origina il suo pensiero dalla considerazione, di derivazione parmenidea, che se "una cosa (un ente) è, non può non essere". Svolgendolo in una logica dialettica negativa , le apparenze diventerebbero delle negazioni, in quanto il divenire nega l'eterno ed è nell'eterno la verità.
Per cui la trasformazione fisico-naturale, secondo cui la legna bruciando diviene cenere è dialetticamente una negazione, in quanto la legna non può sparire diventando cenere; sono due enti diversi: detto altrimenti significa che la legna NON "è" cenere. E' un concetto logico linguistico.
Teologicamente, per via ontologica si può considerare l'Essere come Dio: sono d'accordo.
Filosoficamente non è necessaria che vi sia una "figura" divina, in quanto "inficiata" da una "rivelazione" religiosa e non per via logica deduttiva . E' sostituibile con l'Essere ,intesa come figura originaria a fondamento degli universali, come verità assoluta.


Distinguerei l'eterno e il divenire, così come l'essenza e la molteplicità. La molteplicità del divenire di ogni singolo ente, ci confonde gnoseologicamente, poiché è governato dalle apparenze. Questo è il motivo fondamentale per cui la scienza non è la filosofia. La scienza tende a conoscere il fenomeno fisico naturale, nelle sue molteplici trasformazioni , riducendolo a leggi operazionali logico matematiche, a quantità di dati; la filosofia deve cercarne l'essenza nel fenomeno , non perdersi nelle infinite variabili che determinano tutti gli enti fisico naturali , che determinano tutti gli enti variabili della cultura umana, che infatti diventa particolarismo perdendo il quadro d'unione della conoscenza .


Non so se l'universo scaturisce da una precisa "volontà" divina, poiché il "disegno divino" che racchiude l'ultima e originaria verità,  ci è nascosto e quindi anche l'Essere. Semmai direi che l'universo è "così come è", una presa d'atto e noi non possiamo fare altro che tentarne di svelarne le essenze , le caratteristiche e proprietà dell'essere universale. Questo tentativo è interpretazione che ogni filosofo, a suo modo, tenta di costruire come pensiero.
Noi dobbiamo fare i conti con la trasformazione, distruzione, morte, così come con l'Essere (Dio per i credenti): questo è ineludibile dalla "vera" filosofia (o teologia).
Quindi le domande quali: dov'è l'essere nelle cose, enti, che si trasformano; perché c' è distruzione e morte, sofferenza e dolore che vive ed esiste nell'universo?
I dati di fatto, cioè come è in fondo il mondo, sono effetti di un "disegno" dell'Essere, per cui l'Esistenza, tutto ciò che è chiamato ad esistere nel mondo , deve avere necessariamente un significato relazionale con l'Essere, in quanto quest'ultimo  lo ha compreso, è interno,  nelle regole universali di ciò che è il mondo in cui esitiamo. Quindi l'esistenza a sua volta ha un senso e significato che è dentro la realtà del mondo: tocca alla propria conoscenza e coscienza darne un senso e significato.
Il niente è proprio il nichilismo, vale a dire pensare che la nostra esistenza ,come tutte le cose, enti, venga dal nulla e sparisca nel nulla, vorrebbe dire che è priva di significato , e se lo è la vita allora lo è anche  l'universo che non ha senso e significato . Ed è questa la caratteristica dell'attuale tempo storico culturale: neo relativistico e neo sofistico, opinione e nessuna verità.


Quello che tu chiami "atteggiamento mentale" è l'approccio culturale moderno e soprattutto post moderno. Ed è determinato dalla Tecnica. Quando la scienza moderna diventa potenza tecnologica , l'uomo diventa volontà di potenza assoluta e ritiene quindi di determinare il proprio destino grazie alla tecnica che diventa salvifica surrogando l'Essere ( lo sostituisce ,ma non lo supera culturalmente, e questo è il motivo per cui Dio non è morto, e la metafisica non è morta: in quanto insuperabili ).
Il soggettivismo moderno  è il porre la volontà umana al centro dell'universo per piegarne le forze fisico naturali, ma facendo ciò ha piegato anche se stesso , il proprio "essere" come banale e semplice costituzione di metabolismi immagine di funzioni organiche e meccanicistiche  al proprio ego smanioso di conquiste. L'uomo ridotto a meccanismo organico non è più la  tecnica, perché è la tecnica che ormai precede l'uomo che l'ha costituita, come artefice del proprio destino, per cui l'umanità verrà stritolata dalla propria creatura.


Le contraddizioni sono ovvie, evidenti pe un metafisico. Si è scelto la molteplicità, perdendo le essenze e l'Essere. La vita quindi è venire dal nulla e sparire, quindi il significato essendo meramente organico , materico, come qualunque vivente è ridotto a numero, a statistica, a operazionalità tattica e strategica dipendente dalla politica ed economia.


Al nichilismo attuale non vedo alcuna soluzione, perché manca totalmente la "riqualificazione" della vita umana come senso e significato che esulano dall'organismo materico a cui questa attuale cultura ha ridotto dallo scientismo relativistico. E infatti il problema di questa "cultura" è non sapere più cosa è la mente, cosa è la coscienza , ha ridotto l'anima ad una psiche(originariamente la psiche corrispondeva all'anima), ad una entità ingenua spiegabile da repressioni e pulsioni sessuali , ad un lettino psicanalitico, psicologico, psicoterapeutico : come se la malattia umana del vivere sia resa sopportabile dalle parole di un proprio simile(sofistica) , da un ecclesiasta, o da un populista politico. Finchè la matericità del prodotto della tecnica sarà ritenuta superiore alla vita stessa interpretata come il fenomeno, un apparire nel mondo per poi sparire, non potranno che sorgervi conflittualità originate dalle contraddizioni culturali.
#74
Tematiche Filosofiche / Esistono le cose?
19 Luglio 2021, 15:31:49 PM
 ......E daccapo. Tutto ciò che il pensiero umano chiama all'esistenza esiste: un ricordo, l'ircocervo, e l'ippogrifo. Un ricordo forse non vive in noi? L'ircocervo e l'ippogrifo se li narro li faccio vivere quanto il capro, il cervo e il cavallo. Cosa allora significa "percepire"? Con i sensi? Il cervello è nella pelle, negli occhi, nelle orecchie? Oppure i sensori sono collegati ad un cervello che "sente", che "vede", che "ode". Che forse un cieco ,un sordo, non sanno vivere e chiamare all'esistenza a loro volta le loro forme di rappresentazione del mondo?


Altro è dire che la "dimostrazione" di ciò che è "vero" è "solo" in ciò che vedo, ascolto......ipocrisia.
Che forse la storia passata è stata vissuta dagli attuali viventi? E ci si crede...e perché?
Il labile confine dell' "esistere" filosofico, è lo stesso confine  nella caverna di Platone:
dove c'è il falso, il verosimile e il vero.
Il "pensiero" di Wittgenstein , affinché la sua testa non sia un orpello , un suppellettile per ornamentare arredi,  "pensa" prima di dire. E il pensare è superiore al vedere. Se le sue tavole della verità logiche sono applicabile a primitive formulazioni proposizionali che costituiscono ad esempio  algoritmi e non oltre, significa che lui ha giustamente delimitato il confine in cui un certo linguaggio può definirsi, ma riconosce che c'è altro da quello spazio linguistico che ha tentato di definire. E quell'"altro" è un intero mondo.
#75
 L'Occidente e non solo è anche metafisica, nel momento in cui il pensiero e i suoi strumenti come matematica, geometria, logica, non essendo materiali fisico naturali, lo determinano.
Quindi trovo contraddittorio dire che la scienza sia fisico, naturale. Semmai è l'indagine che ha per oggetto la natura fisica, ma il pensiero che lo descrive ha necessità di un linguaggio che non è materia fisica o naturale, ma è meta-fisica. Altro ancora è il procedere sillogistico, predicativo proposizionale logico , induttivo, deduttivo, eccetera. Quando già Euclide postula è già scienza, quando Aristotele pone il sillogismo dimostrativo prelude già alla modernità......


Altro è dire che oggi siamo ancora  in un tempo neorelativistico, neosofistico e dove tutto è opinione e nulla è verità e da qui pensare di poter "ristrutturare" un pensiero metafisico.
E' ovvio che il riduzionismo scientistico ha posto i moti comportamentali  come se fossero la risultante di meccanismi chimico organici , a sua volta ne risulta che l'etica non ha fondamento morale e l'opinione è ridotta a negare il bene e il male, quindi tutto è lecito e permesso nel limite dell'Assoluto laico che è lo Stato moderno con la legge sanzione.....in sostanza la modernità  ha compiuto solo mimesi dall'antichità, costruendo surrogazioni infondate filosoficamente e quindi non solo non hanno soluzioni , ma hanno perso  i fondamenti su cui ricostruire. Senza le fondamenta morali l'etica è il selvaggio paesaggio di semafori legislativi delle  barbare  metropoli moderne


Una via possibile è proprio a iniziarsi dal pensiero "debole" post moderno, dalla constatazione, a parere degli autori, che l'uomo non può "arrivare" ad una metafisica per limiti di ragionamento: una ipocrisia, prima che contraddizione in termini. Quando Einstein scrive : E= mc2 è metafisica come la costante di Planck o il principio di indeterminazione di Heisenberg.......dove il visibile dimostrativo cessa la sua funzione lasciando sempre più al pensiero la modellazione e rappresentazione della realtà fisico naturale: se questa non è metafisica?
Quindi l'ambiguità è nel trovarsi nella decadenza filosofica post moderna con la fisica classica, galileiana e newtoniana, superata dalla metafisica dell'invisibile, dell'oltre la fisica naturale "convenzionale", appunto meta-fisica.