Quando ed in che misura si verificò la "principale" "mutazione etnica" della popolazione italica, costituisce una questione controversa tra gli storici.
Ed infatti, semplificando, essa fu principalmente dovuta a due eventi storici, uno più lungo ed uno più breve (ma ci fu anche prima, e proseguì anche dopo):
.
1)
Il periodo più lungo, di circa tre/quattro secoli, riguarda l'epoca della tarda repubblica e del primo e medio impero, quando l'Italia fu letteralmente sommersa dagli "schiavi" provenienti dall'Europa occidentale, dai Balcani, dall'Asia Minore e dall'Africa; cioè da un territorio esteso per circa 5.000.000 km2 (meno i circa 300.000 Km2 dell'Italia).
***
Ovviamente, il flusso di schiavi fu "variabile":
- a seconda delle varie circostanze storiche;
- a seconda delle diverse opinioni degli storici.
Ed infatti:
a)
Walter Scheidel ritiene che la percentuale degli schiavi andasse dal 7% al 13% della intera popolazione imperiale; ma che fosse del doppio, cioè dal 15% al 25%, della popolazione italica.
b)
Altri storici ritengono che circa il 30% della popolazione dell'Impero nel primo secolo sia stata costituita da schiavi.
***
Non sono però riuscito a trovare nessuno storico che abbia (presuntivamente) calcolato:
- la percentuale dei "liberti" (cioè degli schiavi liberati), che era sicuramente elevatissima;
- la percentuale dei "peregrini" (cioè degli individui immigrati liberamente in Italia), che era anch'essa sicuramente molto elevata.
- la percentuale degli "italici provinciali" (cioè degli individui espatriati dall'Italia nelle varie province dell'Impero), che era anch'essa sicuramente molto elevata.
***
Ciò premesso, reputo non lontano dal vero che, all'inizio delle invasioni barbariche, la popolazione italica fosse ormai "ibridata" (se mi consentite l'orribile termine) al 60%/70% (se non di più) con etnie di origini straniere più o meno remote .
.
2)
Il periodo più breve, di circa uno/due secoli, riguarda l'epoca del tardo Impero, quando l'Italia fu invasa dai barbari di origine germanica (soprattutto Ostrogoti, e Longobardi); ma tutti gli storici convengono che, il loro numero fosse di gran lunga inferiore rispetto a quanto un tempo si pensava.
***
Per cui l'"ibridazione etnica" complessiva delle popolazioni Italiche, dal II secolo A.C, fino al VI secolo D.C., probabilmente, non superò l'70%/80%; e poi continuò in modo molto più lento, per una serie di fattori che non è qui il caso di elencare.
***
Prima di concludere, devo però fare due precisazioni:
a)
Prima del II secolo A.C., e sin dalla preistoria, l'Italia subì l'immigrazione di diverse e svariatissime popolazioni, alcune "indoeuropee" ed altre addirittura no (come gli Etruschi); per cui parlare di "popolazione italica", come ho fatto io, è solo una semplificazione ed una astrazione alquanto arbitraria.
b)
Non ho affrontato il tema del rapporto tra "cultura" e "genetica" (che sarebbe stato troppo complicato), in quanto:
- una popolazione può avere una derivazione genetica comune, ma poi distinguersi nel tempo in diverse culture (come Celti, Germani, Latini ecc.);
- una popolazione può avere diverse derivazioni genetiche, ma poi fondersi in un'unica cultura (Romani ed Etruschi).
c)
Quanto alle "percentuali di ibridazione" (termine di per sè molto discutibile) nei vari secoli, è anche essa una semplificazione alquanto arbitraria; per giunta basata più su mere congetture che su prove storiche inequivocabili.
***
E potrei farmi anche altre critiche ma lascio a voi il compito; augurandomi che siate "clementi"!
Grazie!
Ed infatti, semplificando, essa fu principalmente dovuta a due eventi storici, uno più lungo ed uno più breve (ma ci fu anche prima, e proseguì anche dopo):
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1)
Il periodo più lungo, di circa tre/quattro secoli, riguarda l'epoca della tarda repubblica e del primo e medio impero, quando l'Italia fu letteralmente sommersa dagli "schiavi" provenienti dall'Europa occidentale, dai Balcani, dall'Asia Minore e dall'Africa; cioè da un territorio esteso per circa 5.000.000 km2 (meno i circa 300.000 Km2 dell'Italia).
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Ovviamente, il flusso di schiavi fu "variabile":
- a seconda delle varie circostanze storiche;
- a seconda delle diverse opinioni degli storici.
Ed infatti:
a)
Walter Scheidel ritiene che la percentuale degli schiavi andasse dal 7% al 13% della intera popolazione imperiale; ma che fosse del doppio, cioè dal 15% al 25%, della popolazione italica.
b)
Altri storici ritengono che circa il 30% della popolazione dell'Impero nel primo secolo sia stata costituita da schiavi.
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Non sono però riuscito a trovare nessuno storico che abbia (presuntivamente) calcolato:
- la percentuale dei "liberti" (cioè degli schiavi liberati), che era sicuramente elevatissima;
- la percentuale dei "peregrini" (cioè degli individui immigrati liberamente in Italia), che era anch'essa sicuramente molto elevata.
- la percentuale degli "italici provinciali" (cioè degli individui espatriati dall'Italia nelle varie province dell'Impero), che era anch'essa sicuramente molto elevata.
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Ciò premesso, reputo non lontano dal vero che, all'inizio delle invasioni barbariche, la popolazione italica fosse ormai "ibridata" (se mi consentite l'orribile termine) al 60%/70% (se non di più) con etnie di origini straniere più o meno remote .
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2)
Il periodo più breve, di circa uno/due secoli, riguarda l'epoca del tardo Impero, quando l'Italia fu invasa dai barbari di origine germanica (soprattutto Ostrogoti, e Longobardi); ma tutti gli storici convengono che, il loro numero fosse di gran lunga inferiore rispetto a quanto un tempo si pensava.
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Per cui l'"ibridazione etnica" complessiva delle popolazioni Italiche, dal II secolo A.C, fino al VI secolo D.C., probabilmente, non superò l'70%/80%; e poi continuò in modo molto più lento, per una serie di fattori che non è qui il caso di elencare.
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Prima di concludere, devo però fare due precisazioni:
a)
Prima del II secolo A.C., e sin dalla preistoria, l'Italia subì l'immigrazione di diverse e svariatissime popolazioni, alcune "indoeuropee" ed altre addirittura no (come gli Etruschi); per cui parlare di "popolazione italica", come ho fatto io, è solo una semplificazione ed una astrazione alquanto arbitraria.
b)
Non ho affrontato il tema del rapporto tra "cultura" e "genetica" (che sarebbe stato troppo complicato), in quanto:
- una popolazione può avere una derivazione genetica comune, ma poi distinguersi nel tempo in diverse culture (come Celti, Germani, Latini ecc.);
- una popolazione può avere diverse derivazioni genetiche, ma poi fondersi in un'unica cultura (Romani ed Etruschi).
c)
Quanto alle "percentuali di ibridazione" (termine di per sè molto discutibile) nei vari secoli, è anche essa una semplificazione alquanto arbitraria; per giunta basata più su mere congetture che su prove storiche inequivocabili.
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E potrei farmi anche altre critiche ma lascio a voi il compito; augurandomi che siate "clementi"!
Grazie!
