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Messaggi - Mario Barbella

#61
Citazione di: Marco Dolivo il 30 Aprile 2016, 09:18:01 AM
In realtà questo testo l'ho scritto anche per il post gemello o quasi, Credere o non credere. Quindi mi scuso con tutti quelli che l'hanno già letto dall'altra parte, ma essendo coerente anche con questo Topic, l'ho riproposto.
Ho letto solo qualche risposta quindi scusate se sarò ripetitivo.
A prescindere dal fatto che chi non ha la consapevolezza spirituale è ben lontano dal valutare qualcosa di invisibile e apparentemente insensato come la figura di un DIO occulto e misterioso, dalle trame incerte ed incomprensibili, vorrei sottolineare il fatto che ultimamente qualcosa è cambiato. Visto che chi ha la capacità di sentire Dio non ha bisogno delle mie parole cercherò di parlare a chi giustamente cerca una spiegazione razionale.

Ultimamente la scienza e per la precisione la fisica quantistica ha fatto delle scoperte rivoluzionarie. Ovviamente se qualcosa esiste per d'avvero, una traccia di se deve pur lasciarla, o quantomeno una parvenza di plausibilità.
La fisica quantistica, rivoluzionando le leggi di base che riguardano la fisica classica, ci dice in contrasto con essa, che la materia non è isolabile. Che le particelle che compongono il nostro corpo sono tutte collegate tra loro tramite il vuoto quantistico e quindi ogni particella essendo circondata dal vuoto è in relazione tramite il vuoto stesso con tutte le altre particelle. La fisica quantistica, ci dice inoltre che il vuoto ha la capacità di mettere in fase o per meglio dire, ha la capacità far risuonare alcune molecole tra loro, ovvero di far si che più molecole inizino ad oscillare con la stessa frequenza. Quindi il vuoto è un veicolo tramite il quale si possono inviare comandi a determinate molecole. Cosi facendo, queste molecole tra loro risonanti creano un dominio di coerenza. Ciò, vuol dire che un gruppo definito di particelle si muovono o vibrano tra loro allo stesso ritmo e in quel momento vibrando alla stessa frequenza, sono coerenti tra loro.
Faccio un esempio grossolano e sicuramente sbagliato nel suo principio, ma che da l'idea di quello che voglio dire. Immaginate di avere una piastra piana attaccata ad uno strumento che gli trasmette vibrazione. Questo strumento che trasmette vibrazione è a sua volta collegato ad un computer che ha la capacità di selezionare una singola frequenza per volta. Adesso immaginate di mettere su questo piano del sale grosso, che essendo leggero si adatta bene allo scopo. Ad una certa frequenza selezionata con il computer, anche il piatto metallico vibra a quella frequenza. Si potrà notare che i chicchi di sale appoggiati casualmente sulla superfice si predisporranno assumendo una specifica forma fisica.
Cambiando frequenza anche la predisposizione quindi il disegno formato dai chicchi di sale cambia, dando forma ad un nuovo e diverso disegno. Questo esperimento è reale e potrete trovare qualche video in rete. Anche se come premesso, il principio scientifico di questo esperimento non calza alla perfezione con il vuoto quantistico, perché il sale si predispone in base ai punti di vibrazione del piano, questo serve a farci immaginare visivamente come una frequenza possa servire a creare agglomerati di particelle.
Ovviamente quello che succede nel nostro organismo è molto molto più complesso perché ad una certo comando, devono unirsi determinate particelle in una specifica sequenza non casuale ad un determinato punto del corpo per dare luogo ad una specifica reazione. In pratica, ballando allo stesso ritmo, le particelle come anche gli atomi che le compongono, si uniscono a svolgere un determinato compito che può servire per esempio a farci grattarci il naso come diceva Emilio del Giudice, oppure possono portare il cervello ad elaborare o a memorizzare una specifica informazione.
La fisica quantistica, ci da l'assoluta certezza che può esistere qualcosa che non si può ne misurare e ne pesare, questo è il vuoto quantistico.
Ma il vuoto quantico è solo uno strumento per portare alle particelle un comando. Questo vuol dire, e qui troviamo il nocciolo del discorso, che dietro il vuoto quantico c'è qualcuno che comanda. Che c'è un coordinatore, un direttore d'orchestra che fa in modo che il suono di ogni singolo elemento dell'orchestra risuonando con gli altri orchestrali dia luogo ad un suono disciplinato che trasforma il rumore in un tipo di musica piuttosto che in un'altra. Dove questo tipo di musica è funzionale ad una azione.
Parlando di domini di coerenza, si ha la certezza che esistono degli agglomerati di particelle risuonanti che a loro volta possono risuonare con altri domini di coerenza in una gerarchia verticale. Per esempio il polmone è un dominio di coerenza all'interno di un corpo con cui deve essere coerente. Se vediamo il polmone non troviamo una molecola che inspira e una che espira e una che sta senza fare nulla. Tutte seguono uno schema che gli permette di essere considerato un singolo organo. Quindi troviamo un dominio che forma il polmone che è all'interno di un individuo che è a sua volta un dominio coerente.  
Ma chi comanda questo dominio coerente? La Spiritualità da una sua risposta, ma badate bene, anche la psicologia da una sua risposta e se credete che parlino di due cose diverse vi sbagliate. Ora sarebbe troppo lungo approfondire il discorso quindi sorvoliamo.
La nostra coscienza, che è la parte di noi che trae esperienza dalla vita, è influenzata da una coscienza collettiva. Cosa vuol dire. Ognuno di noi nasce in un determinato ambiente, e le persone o coscienze che compongono questo ambiente crea uno specifico dominio risonante e da questo il soggetto ne può essere influenzato. Un individuo che nasce nella periferia di Roma per esempio, potrà avere un  imprinting diverso da chi nasce in un quartiere bene. Ma comunque è sempre Romano che è differente da un Milanese e quindi Roma diventa un dominio superiore che ingloba entrambi. Ma poi, tutti e due, Milanese e Romano sono Italiani che sono diversi dai Tedeschi e quindi L'Italia diventa anch'essa un ambiente risuonante più alto. Poi l'Italiano e il Tedesco sono europei che sono simili dagli Asiatici. Ma poi tutti e due sono terrestri che sicuramente saranno diversi dagli Extra terrestri.
A questo punto e concludo, si può presupporre che anche se non ne siamo coscienti, nella stessa maniera di come una singola cellula non è in grado di definire un corpo umano, che ci possano essere dei domini di coerenza più alti a governare i domini sottostanti. A questo punto DIO diventa plausibile.
.
La divinità va cercata nell'IO cosciente (da non confondere con l'io del senso comune) o, se si preferisce, nello Spirito dell'IO cosciente. Questo vuol dire:  che l'IO coincide con l'intero Universo il che richiede si richiedere un grosso capovolgimento paradigmatico che, quanto meno, miri o almeno  tenti di non vedere più il mondo come insieme esterno all'IO bensì interno all'IO. Se non ci si sforza di fare questo allora non possiamo coerentemente parlare di cose dello spirito, di religione, ecc; sto dicendo che non è possibile parlare di queste cose in senso oggettivo, bisogna modificare l'ottica realista in ottica idealista (vecchia storia che movimentava le discussioni filosofiche nei salotti culturali dell'800
#62
Tematiche Spirituali / Re:Ma Dio...è buono o cattivo?
15 Settembre 2016, 10:08:39 AM
Citazione di: Sariputra il 06 Settembre 2016, 09:41:08 AM
Se accettiamo l'idea che le Sue vie non sono le nostre vie, oltre a non trovare più alcun senso in nessun tipo di riflessione teologica, circoscritta al'esclusiva esegesi dei testi sacri e privata del "perché", approderemo all'idea di sottomissione tipica dell'Ebraismo e dell'Islam. Nessun giudizio deve tentarsi su Dio, solo accettare supinamente e con devozione il suo inspiegabile agire, anche quando questo sembra cozzare con la ragione e la logica. Ossia viene ad anteporsi il credere al capire. Se credi puoi capire, ma non puoi capire per poter poi credere. Però il credere senza poter capire ha un reale significato? Si può veramente sopprimere il perché che nasce spontaneamente nel cuore? O , anche se sepolto sotto l'"abbandono" dato dal credere, lavora ancora come un tarlo , pronto a far crollare l'edificio che pensavamo di aver eretto sulla fede senza perché? Il perché di solito irrompe nelle nostre vite al mutare delle stesse. Un'improvvisa grave malattia, una perdita irreparabile, un dolore profondo, riportano immediatamente in superficie il perché , spesso sotterrando il credere. Credere che ritenevamo fosse solido e capace di resistere al vento doloroso dell'esistenza, scoprendo invece la nostra fragilità e la fragilità del nostro credere stesso.
Alla domanda se Dio sia buono o cattivo risponderei: "chiedilo all'IO, l'Osservatore universale unico, Coscienza logico-costruttiva dell'Universo".
#63
Citazione di: altamarea il 14 Agosto 2016, 23:33:59 PM
Anthonyi  il tuo post è interessante ma per rispondere adeguatamente vorrei dei chiarimenti.
Anthonyi ha scritto:
CitazionePartiamo da una definizione di razionalità: "La razionalità è un insieme di leggi che permette di sintetizzare la descrizione della realtà fenomenologica".
"La razionalità è un insieme di leggi" (?) quali leggi ?
Il sostantivo italiano "razionalità" deriva dal latino "ratio" e significa ragione, criterio, ... nell'agire, nel procedere  in modo consequenziale, facendo uso di premesse iniziali per giungere a conclusioni logiche.
Con "ragione" s'intende la complessiva capacità dell'uomo di "ragionare"; con razionale s'intende lo sviluppo coerente del pensiero. Se i due termini si usano come sinonimi, si afferma che l'individuo ragiona solo se si mantiene nei limiti della razionalità.

Citazione"Il concetto di Dio è utile a spiegare la realtà osservata?"
E' utile per chi crede Dio come creatore, altrimenti è inutile.  Certo, Dio "crea" la Cosciennza del Mondo, cioè l'"Osservatore" (forse è proprio qui il grosso misterodel così detto BIG BANG! ::)  :)
Citazionese Dio è importante nel pensiero, lo è anche nella comunicazione.
Perché ? Che tipo di comunicazione ?
Citazionechi non ha paura di morire perché crede in un'altra vita probabilmente vive di meno.

Cioè ? Perché vive meno ?
#64
Citazione di: paul11 il 20 Aprile 2016, 10:59:20 AM

C'è una preghiera intima e silenziosa, posso pregare anche dentro un supermercato, o in auto, in mezzo alla gente, e  c'è una preghiera collettiva che amplifica il potere energetico e dispone tutti alla bontà  ; le culture orientali conoscono il potere del mantra

....Dimenticavo, quì è importantissimo e fondamentale la fede, il credere. deve raggiungere lo spirito:da spirito a spirito,
per questo la mistica è una via.
Come non essere d'accordo con questa anzi, con queste considerazioni?
#65
Citazione di: Jacopus il 08 Agosto 2016, 22:43:33 PM
Buonasera a tutti. Il presupposto del discorso che vorrei proporvi è dato dalla differenza fra spiritualità e religiosità, intendendo con la prima una ricerca interiore magari anarchica, artistica, ma che intende superare i limiti di una visione semplicemente materialistica del mondo. La seconda è invece quella stessa spiritualità inserita in una organizzazione, in una identità connotata, all'interno della quale si produce subito una ortodossia più o meno rigida.
Ebbene, ho l'impressione che una volta che la spiritualità si organizza e diventa "istituzione religiosa", subito compare il nemico, l'impuro, il malvagio, l'empio. Colui che non sta con noi e che quindi deve essere emendato o bruciato attraverso il fuoco purificatore (simbolico o reale). Si può giungere in questo assetto a pensare che eliminare il corpo possa essere salutare per l'anima. Questo meccanismo in realtà è presente in tutti i gruppi. In qualche modo e fatte le debite proporzioni anche un interista è un empio per un milanista. La differenza deriva dall'importanza di ciò che c'è in palio. Uno scudetto, salvo personalità patologiche, non scatena le stesse emozioni di un certo regime politico o di una visione del mondo terreno e ultraterreno.
E' come se le istituzioni e fra queste quelle religiose, si ritenessero in fondo, ognuna l'unica depositaria della verità e gli altri come dei soggetti che stanno "errando".  Una visione monodimensionale  amplificata dalle religioni monoteiste. Vi porgo un indizio piuttosto noto che ci viene dato dalla radice del ........
Sottoscrivo la posizione descritta nel post qui riportato che distingue il sentito religioso, che dovrebbe essere tutto interiore sebbene influente sulla vita vissuta dell'individuo, dall'appartenenza partecipata a gruppi o a comunità religiose che disciplinano, volutamente o no, gli individui delle comunità medesime.
Senza volerlo, tali comunità danneggiano sia le comunità stesse che lo spirito religioso dei singoli. Tuttavia, conscio di questa debolezza di queste comunità, penso, per esempio, a quella cattolica che, appunto, soffre appieno e da sempre le conseguenze negative cui accennavo, non di meno non mi sentirei di criticarla in tutto e per tutto per motivi molto complessi  che non riuscirei di riassumere qui. :'(
#66
Tematiche Spirituali / Re:Io chi sono?
04 Agosto 2016, 22:36:46 PM
Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2016, 18:22:26 PM
Se l'uomo sa chi è, allora scoprirà chi è il Signore Dio. Finché non sa chi è, come può sapere chi è il Signore Dio? Se non sa chi è il Signore Dio non può sapere chi è il suo fratello e, finché non sa chi è il suo fratello, non cercherà mai la Pace perché non sa cosa vuol dire Pace. L'uomo e il suo prossimo sono l'immagine del Signore Dio vivente, cioè l'immagine dell'Amore e della Pace.
Se l'uomo non ha scoperto  chi è perderà questa immagine facilmente e la distruggerà nel suo fratello, senza accorgersi. Per questo la ricerca religioso serve a rispondere alla domanda: IO chi sono?
L'IO (Che è ben altro che il comune "io", anzi, si potrebbe dire -tanto per capirsi- è qualcosa che che sintetizza tutti i comuni "io" dell'universo), direi che è il centro o baricentro o la singolarità centrale o, meglio di tutto, il centro di riferimento assoluto dell'Universo.
E' bene partire da queste basi per parlarne seriamente seppure con qualche difficoltà per l'inadeguatezza del linguaggio ordinario (linguaggio impastato di oggettivismo ma che quello che ora disponiamo). :'(
#67
Tematiche Filosofiche / Re:Problema Irrazionalità
01 Agosto 2016, 22:06:01 PM
Citazione di: davintro il 30 Luglio 2016, 15:06:30 PM
L'ingiustificabilità degli assiomi, dei principi della logica non determina l'arbitrarietà e la contingenza delle operazioni della logica, ma stabilisce un ultimità oltre il quale non è possibile procedere. La razionalità la intendo come un processo mentale attraverso cui, operando appunto relazioni tra ente ed ente, si ricercano degli argomenti che corroborino e supportino la pretesa di verità dei nostri giudizi sulla realtà. Un'opinione è razionale nella misura in cui si accompagna a motivazioni che mostrino la corrispondenza tra lo stato di cose che l'opinione indica e quelle effettivo. Questo accompagnarsi è sicuramente una relazione.  Quindi si può dire che la razionalità presuppone sempre una molteplicità che è il carattere fondamentale del mondo di cui abbiamo esperienza. Per ragionare dobbiamo avere sempre di fronte qualcosa di differenziato a cui applicare il ragionamento, altrimenti la relazione motivazionale sarebbe impossibile, la relazione presuppone come minimo una dualità. La logica è razionale in quanto opera delle inferenze tra premesse e conseguenze, secondo il modello del sillogismo. Tuttavia questo sistema di inferenze presuppone la validità di alcuni assiomi, il principio di identità, terzo escluso... validità che non può però essere giustificata da altro, proprio perchè in quanto "principi" non hanno nulla prima di loro. Ma tale ingiustificabilità non conduce a pensare che la logica sia una convenzione arbitraria fondata su basi dogmatiche. In realtà queste basi sono intuitive. L'assurdità delle conseguenze a cui condurrebbe il rifiuto di pensare che A= A o di pensare che se A=B e B=C allora necessariamente A=C è un'assurdità che non può essere argomentata ma non ce n'è bisogno perchè è evidente. L'evidenza è il fondamento della razionalità e per questo è anche l'ideale regolativo a cui tende ogni razionalità: giungere a una condizione in cui la visione del reale è così evidente che non ha più bisogno di essere ulteriormente indagata (a prescindere che tale condizione sia effettivamente raggiungibile o meno nella storia). Si può dire la razionalità si fonda su principi non "irrazionali", (contrari alla razionalità) ma comunque "arazionali" (non un risultato della razionalità ma senza necessariamente contrapporsi ad essa), immediati intuitivi ma non per questo dogmatici: delle verità evidenti sui cui si regge ogni possibile catena di razionalizzazioni ma che non possono essere a loro volta razionalizzate. Altrimenti la razionalità resterebbe il gioco infantilistico ed ottuso che si traduce in un regresso all'infinito in cui non si riconoscono i principi primi che fondano la logica e si continua a reitereare inutilmente la domanda "perchè?, perchè? perchè? perchè..." quando ormai le cose sono di per sè evidenti.

Per tutto ciò ritengo che andrebbe recuperata la distinzione classica intelletto-ragione: l'intelletto coglie immediatamente e intuitivamente i principi di verità  evidenti, la ragione opera discorsivamente (avendo di fronte la molteplicità degli oggetti empirici) ma tenendo costantemente conto di tali principi. Quando se ne discosta diviene irrazionale e contraddittoria, di fatto smette di essere se stessa
.
A parte dettagli, almeno per me meno importanti, quanto dici è fuori discussione, basta leggere "La grande domanda" di Alister McGrath ediz. Bollati Boringhieri 2016, libro che tratta magistralmente il problema dei creduti "falsi problemi" o false convinzioni
#68
[font="Segoe UI", "Helvetica Neue", "Liberation Sans", "Nimbus Sans L", Arial, sans-serif]IL TENSORE[/font] :)
(PER I NON ADDETTI AI LAVORI)
 
            Vorrei rendere semplice con un esempio il significato pratico del termine oggi altisonante di "Tensore" reso famoso dalla "Relatività" di Einstein ed oggi più popolare grazie soprattutto al lavoro di divulgatori, come, per citarne uno, Carlo Rovelli, in occasione del centenario della pubblicazione einsteiniana.
Mi rivolgo a chi sia animato da normale curiosità scientifica e non abbia rigetto dei ricordi di nozioni matematiche apprese alle medie superiori, non importa se oggi annebbiate o dimenticate. Nessuna pretesa di rigore e precisione scientifica in questa mia breve riflessione che spero di qualche utilità per un curioso  "non addetto ai lavori"
Immagino, allora, d'essere un qualsiasi normale automobilistica, in normali condizioni di salute e di spirito (seppur un po' noioso almeno in questa spiegazione), che si accinge a percorre un normalissimo  tratto di autostrada di una cinquantina di chilometri, che si sa  ben servito dagli ordinari sistemi autostradali, un tratto che si sa essere perfettamente rettilineo e pianeggiante, inoltre il percorso dovrebbe svolgersi in condizioni di bel tempo, di giorno, disponendo di tempo più che sufficiente alle  esigenze della circostanza, con l'uso di una normale autovettura che finora non ha mostrato alcun problema di funzionamento. Si dispone, dunque, di un insieme di informazioni, un pacchetto di conoscenze giudicabile come sufficiente per assicurare un grado di ordinaria tranquillità a chiunque si accingesse, come me, ad affrontare quel percorso in auto. Tale tranquillità, i buona parte garantita dal su riportato pacchetto informativo, fa dire a me ma anche ad altri automobilisti, che si sta trattando di un percorso "facile", un aggettivo, questo, uso a sintetizzare praticamente le caratteristiche di sviluppo un processo privo di problemi e difficoltà particolari, anche se, nel caso in esempio, nessun automobilista serio oserebbe illudersi, di poter bloccare i comandi dello sterzo e dell'acceleratore e quant'altro occorresse sicché l'auto potesse auto-guidarsi fino a destinazione mentre il guidatore si permette un pisolino dopo aver solo attivato un qualche allarme di prossimo arrivo a destinazione.
Perché nessun serio automobilista oserebbe pensarlo? Ma perché il pacchetto di conoscenze descritto, anche se molto rassicurante, non copre (ovviamente) tutto quanto occorre sapere ad un automobilista circa i dettagli reali e/o potenziali del percorso reale e tant'altro, e poi, si è detto, si usa una "normale" autovettura, quindi, non certo adattata per una guida satellitare che fornirebbe le informazioni puntuali mancanti che giungerebbero ai comandi esattamente alla bisogna senza che l'automobilista debba preoccuparsene.
In sintesi abbiamo un pacchetto iniziale di informazioni che copre, diciamo, il 70% del necessario per il compimento del percorso, l'altro 30% mancante sarebbe da acquisire ed applicare, assieme al precedente, dall'Osservazione cioè dall'azione della guida; è inutile dire che il totale effettivo delle due percentuali è comunque sempre minore di 100 se non altro, ma ne siamo ben lontani,  per il noto principio di indeterminazione. La differenza fra le due parti qui sintetizzate della Conoscenza dicono:
-quota del 70%: è la linearizzazione del percorso, ovvero il conferimento di un grado di facilità al percorso così che l'Osservatore non debba darvi piùche l'ordinaria attenzione;
-quota del 30%:  è la quota non linearizzata che, per questo, richiede l'attenzione particolare dell'Osservatore (del guidatore) il quale provvederà a linearizzarla, per quanto possibile, grazie alla serie di provvedimenti che andrà ad elaborare grazie alle successive informazioni (conoscenze) acquisite via via con l'Osservazione (guida) stessa. E' bene precisare che per linearizzazionequi intendiamo la facilitazione di un concetto complesso quasi rendendolo come una linea continua, non necessariamente retta, purché di semplice andamento, in altre parole, una linea di facile sviluppo e comprensione, Il o i pacchetti di tali informazioni sono ciò che ad un "non addetto ai lavori" potrebbe esse reso sotto il concetto di tensore.
Gli aggettivi semplice, facile, soddisfacente più adatto  ed altri simili vengono qui usati ed evidenziati in corsivo non solo perché utili per un più semplice argomentare sulla divulgazione scientifica ma sopratutto perché adducono ad un argomento scientifico ben più rilevante benché trascurato o, meglio ancora, dimenticato nella quotidianità operativa di moltissimi fisici odierni, sto dicendo dell'Osservatore! Tuttavia, in questa riflessione senza pretese rigorose sull'argomento "TENSORE", l'argomento "Osservatore" può essere convenientemente rinviato e trattato a parte come mi riprometto.
 
           
            
#69
Citazione di: sgiombo il 23 Giugno 2016, 08:34:20 AM
Citazione di: Mario Barbella il 22 Giugno 2016, 23:39:47 PM
Citazione di: sgiombo il 22 Maggio 2016, 22:04:41 PM
CitazioneProvo ad obiettare malgrado l' abissale distanza che separa le mie convinzioni dalle tue, e che addirittura mi impedisce di comprendere almeno alcune tue affermazioni (se non sarà possibile un confronto costruttivo, pazienza: tentar non nuoce).


Innanzitutto ci tengo a precisare che, sebbene nettamente minoritaria fra gli "addetti ai lavori" (che secondo me sono in gran parte buoni ricercatori scientifici ma pessimi filosofi irrazionalisti) esiste anche almeno un' interpretazione universalmente ritenuta "


Per me una "prova" (= dimostrazione razionale o/e empirica" dell' esistenza di Dio non la si può trovare da nessuna parte; all' esistenza di Dio (del Dio dei deisti; non di quello dei teisti e in particolare delle tre principali religioni monoteistiche, che è autocontraddittoria, senza senso) si può credere soltanto arbitrariamente, immotivatamente, unicamente per fede.


Circa l' oggettività della conoscenza scientifica, a mio parere non può essere dimostrata dal momento che ciascuna esperienza fenomenica cosciente, nella quale "sono contenuti" enti ed eventi materiali – naturali ("res extensa"), oltre che mentali o di pensiero ("res cogitans"), trascende ciascun altra: che altre esperienze fenomeniche coscienti oltre alla "propria" direttamente esperita, vissuta esistano non si può dimostrare, né tantomeno mostrare; e, se ne esistono, a nessuno è dato di "sbirciare nelle esperienze fenomeniche altrui" onde verificare se i loro contenuti sono uguali o meno a quelli della "propria".
Che oggetti (e soggetti) delle sensazioni fenomeniche coscienti (reali anche indipendentemente da esse, anche allorché esse non accadono realmente) esistono non si può dimostrare, né tantomeno mostrare. Ma se esistono, allora non possono essere "costituiti da" sensazioni fenomeniche coscienti (sarebbe eclatantissimamente autocontraddittorio l' affermarlo!), bensì da "cose in sé" non sensibili" ma solo "congetturabili" (noumena).



La "conoscenza flaccida" che potrebbe essere "la sostanza dell'impasto" fra res cogitans e res extensa o fra "contenuto idealistico della coscienza" e "realtà materiale o realistica esterna", ovvero "la sostanza di cui è fatto l'Universo" fa purtroppo parte di quelle tue affermazioni il cui significato non mi è per nulla comprensibile.
E così pure il "Dio" che starebbe "proprio dentro la singolarità IO perciò è, come dire, una Singolarità dentro la Singolarità senza una 'distanza' ulteriormente riducibile", nonché la " 'Conoscenza assoluta' (prerogativa per ora solo divina)".


Le particelle/onde subatomiche per me semplicemente sono entità/eventualità teoriche ipotizzate (e non falsificate ma "confermate" dalle osservazioni empiriche) atte a spiegare il "comportamento" (divenire) delle "cose" (enti ed eventi) materiali "macroscopiche" direttamente osservate. E la cui osservazione fra l' altro ne da per l' appunto conferma e non falsificazione (almeno per ora); e la cui intersoggettività, indimostrabile, deve essere ammessa se si vuole credere sensatamente alla conoscenza scientifica).


Vedo che in buona sostanza sei in accordo con me per quanto attiene all'inadeguatezza del consueto linguaggio oggettivo (realista) piuttosto che un linguaggio ispirato ad una visione idealista. So bene che ciò sarebbe ora impossibile dopo almeno un milione di anni di realismo dell'umanità. Mi accontento, tuttavia, dell realismo purché, almeno, con la coscienza diffusa di muoverci secondo un linguaggio fuorviante le cui conclusioni nel capo scientifico quantistico sono da prendere con tante pinze.

Per rispondere alla tua domanda sulla sostanza dell'universo, dico che è la Conoscenza (che non è ciò che comunemente s'intende con tale termine) cioè la sostanza che si attribuisce a Dio ma, aggiungo, anche all'IO (da non confondere con 'io)
CitazioneA parte il fatto che non mi é possibile comunicare con chi usa termini inconsueti, se non "suoi personalissimi" che non spiega e dunque a me non possono che risultare del tutto incomprensibili come "Conoscenza (che non è ciò che comunemente s'intende con tale termine)" e "'IO (da non confondere con 'io)", evidentemente nemmeno tu hai compreso per nulla quanto scrivo io dal momento che non preferisco per niente un "linguaggio ispirato a una visione idealista" (?) al "consueto linguaggio oggettivo (realista)" ;fra l' altro non sono affatto monista idealista.
Per descrivere e conoscere il mondo naturale - materiale (che per me non esaurisce la realtà in toto), e in particolare nella meccanica quantistica, ritengo perfettamete adeguato, per nulla fuorviante e non necessitante di essere "preso con alcuna particolare pinza" un linguaggio realista, come credo anche di aver sostenuto a chiare lettere accennando a Schroedinger.

Cerco di chiarire cosa intendo quanto scrivo "IO" ovvero Osservatore universale: dico, a mo d'esempio, che l'IO sta all'io (comunemente inteso) come il Legislatore sta al tale funzionario incaricato di compilare questo o quel testo legislativo. Aggiungo che il Legislatore Va ben oltre al Parlamento di un Paese perché anche quest'ultimo tende ad esprimere in qualche modo le idee politiche di quel Paese (qui si noti l'autoreferenza che anche caratterizza l'evoluzione dell'Universo) che, poi, non è che l'IO stesso, cioè, l'Osservatore Universale
#70
Citazione di: Andrea Molino il 06 Luglio 2016, 22:56:57 PM
Eccomi...
Come promesso ho aggiornato il testo della mia ipotesi e riporto di seguito i link:
https://www.wattpad.com/story/74000705-mente-irreale
http://www.easytarg.com/Documents/Tutorials/MenteIrreale.pdf

Per non tediare troppo chi si è già sorbito la versione precedente, riporto di seguito la parte iniziale del testo (tralascio la cronologia perché è rimasta praticamente invariata a parte l'aggiunta dell'articolo segnalato da JEAN):

Buona Lettura!


Mente Irreale

La natura dell'Universo

Il senso della Vita

Teoria Cibernetica della Creazione (tutta da dimostrare).

Ovvero, l'informatica che incontra la filosofia.



Inquietudine e Ricerca

·Perché creare un universo così incredibilmente grande per uomo che vive sulla piccola Terra?
·Perché un Dio così grande dovrebbe creare l'uomo e poi essere infastidito dal fatto che l'uomo esprima la propria natura?
·Qualunque sia la colpa di un uomo come può essere giusta una punizione eterna come l'inferno?
·Considerata la natura dell'uomo, come può Dio concepire un Paradiso in cui l'uomo non avrebbe la possibilità di esprimerla?
Come conseguenza di questa inquietudine, per alcuni anni, rifiutai in modo praticamente totale tutto ciò che avesse a che fare con la Fede. Non che abbia cominciato a comportarmi in modo disonesto, ma smisi di partecipare alle funzioni religiose e iniziai ad interessarmi al gentil sesso.
Una volta uscito dal tunnel dell'adolescenza, però, ricominciai a sentire il bisogno di trovare risposta alle solite domande esistenziali.
La scienza non era in grado di rispondere alle domande che mi interessavano e paradossalmente richiedeva anch'essa vari atti di fede per ipotesi del tipo:
·L'universo è sempre esistito, oppure si espande e si contrae poi ne crea un altro, oppure ce ne sono infiniti...
·All'inizio c'era un punto in cui era concentrato tutto il potenziale, poi tutto ha iniziato a muoversi aumentando l'entropia, ma a un certo punto potrebbe anche tornare indietro (dipende a chi lo chiedi)
·La vita è scaturita spontaneamente da un brodo primordiale di elementi che per qualche strana ragione hanno deciso di andare contro l'entropia.
·L'intelligenza umana è semplicemente frutto dell'evoluzione indotta dalla selezione naturale.
·Dopo la morte non può esserci nulla
Così, iniziai a cercare di colmare le lacune: l'obbiettivo era quello di conquistare un minimo di serenità, semplicemente perché ho sempre sentito il bisogno di conoscere la verità delle cose o almeno una spiegazione che con contrasti con le altre cose che conosco e su cui baso i miei ragionamenti.
In altre parole, io non riesco ad accettare le incongruenze; ovviamente le incongruenze che vedo io, magari gli altri non le vedono e viceversa...
Le risposte che cerco, difficilmente potranno trovare una conferma sperimentale di tipo scientifico, ma secondo me la logica, in alcuni casi, può costituire di per sé una prova; ovviamente una cosa che a me sembra logica, magari ad altri sembra campata in aria e viceversa.
Il fatto è che la logica è assolutamente rigorosa ed indiscutibile quando viene applicata ad informazioni certe, ma io sto indagando questioni su cui si discute da millenni e non sono in grado di prescindere dal mio punto di vista.
Dopo queste doverose premesse, passo ad illustrare i passaggi logici (dal mio punto di vista) che mi hanno portato a concepire la teoria esposta in questo saggio.

L'Universo necessità di un creatore
Se l'universo fosse immutabile si potrebbe sostenere che è sempre esistito, ma nell'universo tutto si trasforma.
Tutto il potenziale che muove l'universo deve avere un'origine, cioè il fatto stesso che tutto si trasforma aumentando l'entropia, implica un punto d'origine in cui esisteva tutto il potenziale, il che implica che un'entità esterna all'universo abbia fornito il Potenziale.
Il fatto che tutto l'universo sia stato generato dall'interazione di tre sole semplici particelle, neutrone, protone ed elettrone che seguono delle leggi altrettanto semplici, implica che l'entità fonte del Potenziale, sia dotata di un'intelligenza che non fatico a definire Divina.
L'argomentazione è tanto complicata ed estesa da non ammettere una discussione capace di esito, anche se questo è auspicabile e, soprattutto possibile sempre che si riparta da un universo (globalità del tutto) diverso da quello da sempre presupposto e consolidato. Questo "diverso universo" sarebbe nient'altro che l'IO cosciente unico ed assoluto che IO assumo come principio assoluto dell'Universo.  Questo "IO", non è neppure il caso di dirlo, è un concetto diversissimo dal solito io, diciamo così, comune. L'IO cosciente ed unico sarebbe, niente meno, che l'Universo
Accettando l'IO cosciente tutto diventa più semplice almeno pel fatto che di colpo spariscono antichi problemi e quesiti impossibili anche rimangono problemi riguardo nella definizione delle Sue caratteristiche; va detto subito che queste difficoltà dipendono dall'assoluta autoreferenzialità che, detto in parole povere, è quella di parlare e ME stesso di ME stesso il ché auto-destabilizza ogni sistema di riferimento (inteso in senso oggettivo) che non sia la Singolarità centrale e generatrice che poi è l'IO, appunto.
Ci si potrebbe domandare: "ma questo IO è forse Dio?" no, perché Dio è "Conoscenza  assoluta" e Centro di una Campo interamente incluso in tale singolarità centrale, mentre l'IO, pur sempre Centro, non include l'intero campo della Conoscenza, da qui la sua "debolezza" e la sua caratteristica fallibilità.
Non oso andare oltre per tema di non essermi ben spiegato.  ::)
#71
Citazione di: sgiombo il 22 Maggio 2016, 22:04:41 PM
CitazioneProvo ad obiettare malgrado l' abissale distanza che separa le mie convinzioni dalle tue, e che addirittura mi impedisce di comprendere almeno alcune tue affermazioni (se non sarà possibile un confronto costruttivo, pazienza: tentar non nuoce).


Innanzitutto ci tengo a precisare che, sebbene nettamente minoritaria fra gli "addetti ai lavori" (che secondo me sono in gran parte buoni ricercatori scientifici ma pessimi filosofi irrazionalisti) esiste anche almeno un' interpretazione universalmente ritenuta "


Per me una "prova" (= dimostrazione razionale o/e empirica" dell' esistenza di Dio non la si può trovare da nessuna parte; all' esistenza di Dio (del Dio dei deisti; non di quello dei teisti e in particolare delle tre principali religioni monoteistiche, che è autocontraddittoria, senza senso) si può credere soltanto arbitrariamente, immotivatamente, unicamente per fede.


Circa l' oggettività della conoscenza scientifica, a mio parere non può essere dimostrata dal momento che ciascuna esperienza fenomenica cosciente, nella quale "sono contenuti" enti ed eventi materiali – naturali ("res extensa"), oltre che mentali o di pensiero ("res cogitans"), trascende ciascun altra: che altre esperienze fenomeniche coscienti oltre alla "propria" direttamente esperita, vissuta esistano non si può dimostrare, né tantomeno mostrare; e, se ne esistono, a nessuno è dato di "sbirciare nelle esperienze fenomeniche altrui" onde verificare se i loro contenuti sono uguali o meno a quelli della "propria".
Che oggetti (e soggetti) delle sensazioni fenomeniche coscienti (reali anche indipendentemente da esse, anche allorché esse non accadono realmente) esistono non si può dimostrare, né tantomeno mostrare. Ma se esistono, allora non possono essere "costituiti da" sensazioni fenomeniche coscienti (sarebbe eclatantissimamente autocontraddittorio l' affermarlo!), bensì da "cose in sé" non sensibili" ma solo "congetturabili" (noumena).



La "conoscenza flaccida" che potrebbe essere "la sostanza dell'impasto" fra res cogitans e res extensa o fra "contenuto idealistico della coscienza" e "realtà materiale o realistica esterna", ovvero "la sostanza di cui è fatto l'Universo" fa purtroppo parte di quelle tue affermazioni il cui significato non mi è per nulla comprensibile.
E così pure il "Dio" che starebbe "proprio dentro la singolarità IO perciò è, come dire, una Singolarità dentro la Singolarità senza una 'distanza' ulteriormente riducibile", nonché la " 'Conoscenza assoluta' (prerogativa per ora solo divina)".


Le particelle/onde subatomiche per me semplicemente sono entità/eventualità teoriche ipotizzate (e non falsificate ma "confermate" dalle osservazioni empiriche) atte a spiegare il "comportamento" (divenire) delle "cose" (enti ed eventi) materiali "macroscopiche" direttamente osservate. E la cui osservazione fra l' altro ne da per l' appunto conferma e non falsificazione (almeno per ora); e la cui intersoggettività, indimostrabile, deve essere ammessa se si vuole credere sensatamente alla conoscenza scientifica).


Vedo che in buona sostanza sei in accordo con me per quanto attiene all'inadeguatezza del consueto linguaggio oggettivo (realista) piuttosto che un linguaggio ispirato ad una visione idealista. So bene che ciò sarebbe ora impossibile dopo almeno un milione di anni di realismo dell'umanità. Mi accontento, tuttavia, dell realismo purché, almeno, con la coscienza diffusa di muoverci secondo un linguaggio fuorviante le cui conclusioni nel capo scientifico quantistico sono da prendere con tante pinze.

Per rispondere alla tua domanda sulla sostanza dell'universo, dico che è la Conoscenza (che non è ciò che comunemente s'intende con tale termine) cioè la sostanza che si attribuisce a Dio ma, aggiungo, anche all'IO (da non confondere con 'io)
#72
Tematiche Filosofiche / Re:Cartesio aveva ragione?
21 Giugno 2016, 00:11:46 AM
Citazione di: Sariputra il 16 Giugno 2016, 10:04:57 AM
Citazione di: Qualcuno il 16 Giugno 2016, 00:41:43 AMCiao a tutti, sono nuovo del forum, spero di non aver sbagliato sezione. Secondo voi é giusto "cogito ergo sum" o sarebbe meglio dire "cogito ergo es"? In pratica noi potremmo dire di essere senza che avvengano contatti con l'ambiente esterno o serve un fattore esterno a riconoscere la nostra esistenza? Vi faccio un esempio, se l'umanità dovesse estinguersi non sarebbe così sbagliato dire che l'universo finirebbe di esistere in quanto non ci sarebbe più nessuno a riconoscere la sua esistenza (in verità questo discorso lo si vede spesso per il tempo). Cosa ne pensate?

Serve un fattore esterno per potersi conoscere. Come può esistere un soggetto senza un oggetto?
Nel caso della scomparsa della razza umana, l'universo continuerebbe ad esistere perchè infiniti esseri senzienti ne fanno esperienza. Il grado di consapevolezza di questi esseri senzienti è difficile da stabilire, non ci sono certezze al riguardo. Di sicuro tutti questi esseri starebbero molto meglio e tirerebbero un sospiro di sollievo dall'estinzione dell'essere umano... :)
D'accordo, non ha senso un soggetto senza oggetto, ma correggerei che non ha senso un oggetto senza l'IO o Coscienza osservante. L'IO (che non è l'io comunemente inteso come riferito ad un qualsiasi tale). Tale IO è unico ed assoluto ed è la singolarità sintesi dell'Universo. L'IO, dunque, giustifica ed è l'Osservatore Universale che,osservando l'Universo, cioè vivendo, osserva SE STESSO. ;)
#73
Tematiche Filosofiche / Re:Cartesio aveva ragione?
17 Giugno 2016, 22:21:06 PM
"COGITO ERGO SUM" è esattamente la stessa cosa di "IO sono", d'altra parte l'IO (da non confondere con l"io" comunemente inteso) è, niente meno che l'intero Universo. In altri termini, IO e il Mio universo è l'entità assolutamente UNICA, auto-referente. Questa radicale autoreferenza spiega l'inadeguatezza del nostro linguaggio (in generale) quando si pretende di entrare ne dettaglio quantistico col consueto linguaggio oggettivo, cioè costruito sull'ingenua -seppur comoda- visione oggettivistica del mondo, :-\  :o
#74
Tematiche Filosofiche / Re:Cartesio aveva ragione?
17 Giugno 2016, 22:01:55 PM
Citazione di: Sariputra il 16 Giugno 2016, 10:04:57 AM
Citazione di: Qualcuno il 16 Giugno 2016, 00:41:43 AMCiao a tutti, sono nuovo del forum, spero di non aver sbagliato sezione. Secondo voi é giusto "cogito ergo sum" o sarebbe meglio dire "cogito ergo es"? In pratica noi potremmo dire di essere senza che avvengano contatti con l'ambiente esterno o serve un fattore esterno a riconoscere la nostra esistenza? Vi faccio un esempio, se l'umanità dovesse estinguersi non sarebbe così sbagliato dire che l'universo finirebbe di esistere in quanto non ci sarebbe più nessuno a riconoscere la sua esistenza (in verità questo discorso lo si vede spesso per il tempo). Cosa ne pensate?

Serve un fattore esterno per potersi conoscere. Come può esistere un soggetto senza un oggetto?
Nel caso della scomparsa della razza umana, l'universo continuerebbe ad esistere perchè infiniti esseri senzienti ne fanno esperienza. Il grado di consapevolezza di questi esseri senzienti è difficile da stabilire, non ci sono certezze al riguardo. Di sicuro tutti questi esseri starebbero molto meglio e tirerebbero un sospiro di sollievo dall'estinzione dell'essere umano... :)
#75
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Matrimonio
10 Giugno 2016, 22:06:50 PM
Citazione di: Mario Barbella il 16 Maggio 2016, 21:53:12 PM
Un mio parere su come evolveranno il matrimonio ed i suoi effetti non saprei darlo, suggerirei a chi si ponesse questa domanda  di..... RIVOLGERSI A DARWIN !(scherzo!).................ma non troppo......
.......ma non troppo...ma non semplicemente perché Darwin è più tra noi ma perché, seppure lo fosse, la teoria dell'evoluzione darwiniana non prevede risposte verificabili  se non sempre nel futuro. :P