Citazione di: paul11 il 11 Giugno 2017, 14:41:09 PML'ho chiesto più volte anch'io.
Qual'è la ragione che spinge gli attuali migranti africani abbiano parecchio denaro da investire in un viaggio che è un martirio?
Le ragioni dichiarate sono molteplici.
C'è chi risponde che è la fame. Quelle terre sono periodicamente esposte alle carestie.
C'è, invece, chi sfugge alle guerre locali, di cui i mass media occidentali sovente scordano di parlare. L'Africa è percossa da una miriade di piccole guerre intra ed inter tribali, che, per quanto geograficamente limitare, provocano morte, distruzione e persecuzioni, seminando terrore fra le popolazioni civili. La guerra non è solo in Siria, i teatri di guerra sono molteplici.
C'è chi mi ha risposto che la ragione del loro emigrare sta nel desiderio di trovare condizioni di vita migliori, meno animalesche, più umane.
Ma il vero filo che tiene unite tutte le diverse motivazioni, in un unico intreccio, è senza dubbio la speranza. Il viaggio e il successivo approdo danno corpo e sono il nutrimento della speranza, il cui primo apparire determinò queste persone ad abbandonare tutto.
Il costo è economicamente elevatissimo. A costituire i fondi necessari concorrono in pratica tutti i componenti della famiglia (parliamo di famiglie molto grandi), la quale contribuisce perché anch'essa nutre una speranza di vita migliore, rappresentata dalle rimesse di denaro provenienti dai paesi ospitanti.
Queste persone, in genere, ma non è la norma, poiché il fenomeno migratorio si mostra sotto molteplici volti ed assume diverse sfaccettature, di cui la traversata in mare è solo una delle tante possibili, conoscono bene le difficoltà ed i pericoli cui vanno incontro. Sanno perfettamente a priori i rischi cui si espongono. Eppure non demordono. Evidente che la probabile morte in mare rispetto alla quasi certa morte per inedia o per mano di qualche sciacallo connazionale è una motivazione sufficiente per affidare bambini e se stessi nelle mani di carnefici senza scrupoli.
La dignità che esigi a vantaggio di ciascun uomo o donna non risiede nella residenza, ma è un qualcosa propria della persona umana. I migranti non l'abbandonano con l'intrapresa del viaggio, se la portano appresso, anzi letteralmente addosso, cucita sulla pelle. È vero, invece, che sovente, una volta abbandonati case ed affetti, o sbarcati su coste credute ospitali, questa dignità sia calpestata da individui che nel proprio animo hanno portato a compimento un processo di disumanizzazione del prossimo. Evento non raro, peraltro. Processo Ben noto ai tempi dei progrom contro popolazioni inermi, e che, in concorso con altri ingredienti, ha consentito l'istituzione e il funzionamento dei campi di sterminio.
Il fenomeno migratorio è complesso e va approcciato in maniera sensata, ciò che al momento è assente, non con semplicistiche ed isteriche chiamate alla guerra santa che eriga palizzate o scavi fossati a protezione della purezza della nostra cultura (quale poi?). Gli isterismi e le reazioni scomposte di solito hanno solo esiti nefasti.
Preoccupante, per esempio, è l'istigazione all'odio che certi individui in questi tempi stanno fomentando. Parlare alla pancia è più semplice e redditizio che parlare con ragione alla ragione delle persone. Più facile fare proseliti, più facile radunare intorno a sé una folla berciante, e fra questo vociare si perde il senso di un messaggio che può davvero diventare pericoloso.