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Messaggi - acquario69

#61
Citazione di: iano il 13 Febbraio 2019, 09:50:00 AM
Il vuoto è apparenza non meno del pieno , quindi non mi farei partigiano dell'uno a scapito dell'altro.
Mi farei partigiano delle apparenze in toto perché  sono ciò che ci permettono di rapportarci con la presunta realtà, ma nessuna apparenza è da privilegiare sulle altre , ne' quelle attuali , in essere , ne' quelle in potenza, che eventualmente saranno.
Di fatto si può dire che siamo coscientemente oggi alla ricerca di nuove apparenze , come quando tentiamo interpretazioni condivisibili della MQ.
Sappiamo che ciò è possibile , perché se sono oggi in essere le apparenze del pieno e del vuoto , della materia e della non materia , del tempo e del non tempo , in qualche modo queste sono state costruite , ma non sappiamo esattamente come.
Stiamo tentando di riprodurre in modo cosciente un processo che non ha avuto bisogno della coscienza per prodursi , o del quale processo non abbiamo comunque memoria.
Nella misura in cui comprensibilmente abbiamo confuso , e continuiamo a confondere , le apparenze con la realtà stessa , tale possibilità risulta destabilizzante.
Non è certo quindi il piacere di sentirci mancare la solida materia sotto i piedi che ci guida , ma la necessità di interiorizzare in modo soddisfacente le nostre nuove esperienze fatte grazie ai nostri nuovi sensi tecnologici.
E sopratutto di farlo tutti insieme , in modo di condividere le nuove apparenze , non meno di quanto condividiamo quelle gia' in essere , come il tempo , la materia .
Si possono avere legittimi dubbi sulla loro esistenza , ma , seppur non sia possibile provarlo , tutti giureremmo di condividere le stesse idee di spazio , tempo e materia.
Questa condivisione è ciò che ci ha tratti in inganno , portandoci a confondere le apparenze con la realtà, ma questa condivisione rimane un punto fondamentale che in qualche modo , non sappiamo quale , dobbiamo riprodurre.
Il termine stesso condivisione non rende pero' completamente ciò che voglio esprimere.
Chiunque affronti la meccanica quantistica , a qualunque livello alla fine non può, se persona ragionevole , NON condividerla , fosse anche di malavoglia.
Su questo non può esserci dubbio.
Può star tranquillo Ipazia che non mi butto giù da una finestra pensando di levitare , ne' tantomeno mettere in dubbio i risultati provati della scienza.
Voglio solo sottolineare l'importamza di un processo di condivisione che , se affrontato solo sul versante della ragione, resta un processo a meta' , e noi non sappiamo bene quale sia l'altra metà del processo , quella che porta all'ovvieta'.
Quella che ci fa' dire L insieme a Santo Agostino : So' cosa è il tempo, ma se mi chiedono di dire cos'è, allora non so' più cos'è.
Qual'e' quel processo che porta una apparenza all'ovvieta' ?
Quel processo che ha costruito il nostro senso di realtà , senza il quale oggi non parleremmo neanche di realtà, anche solo per presumerla.


ho una certa difficolta a seguirti per intero nel tuo modo di esprimerti..percio provo a rispondere per quello che sono riuscito a comprendere.

la prima e' che non mi sono affatto "schierato"
la mia non vuole essere un opinione in favore di...a scapito di..,
Il "vuoto" non fa appunto parte di qualcosa..essendo appunto "vuoto"..perche qualcosa per essere parte deve avere delle limitazioni, ma il "vuoto" (non essendo - ossia il non-essere) non può appunto averle..

CitazioneVoglio solo sottolineare l'importanza di un processo di condivisione che , se affrontato solo sul versante della ragione, resta un processo a meta' , e noi non sappiamo bene quale sia l'altra metà del processo , quella che porta all'ovvieta'.
Quella che ci fa' dire insieme a Santo Agostino : So' cosa è il tempo, ma se mi chiedono di dire cos'è, allora non so' più cos'è.

certo...la ragione da sola e' un processo che porta alla distorsione,essendo appunto monca del suo lato essenziale.
e in tal senso credo che il tempo sia un altro fenomeno apparente dietro al quale corrisponde un non-tempo..cosi come la ragione percepisce il tempo che scorre e diviene,(lato sostanziale) l'intelletto,cioe lo Spirito,coglie il non-tempo,immutabile ed eterno (lato essenziale) 

Stessa cosa, stessa analogia (vedi citazioni precedenti) per vuoto e forma
#62
La realta non e' come ci appare e a questo punto bisogna essere ostinatamente ottusi per non arrivare a capirlo.
La stessa materia (unico illusorio punto di riferimento per menti limitate) non e' come ci appare attraverso i nostri sensi..dopodiche si cerca pure di giustificarlo mentalmente..con tutte le fantasie, le mere opinioni personali e vari sofismi del caso

Eppure anche la fisica quantistica lo ha dimostrato, arrivando a cogliere quello che i premoderni avevano gia intuito da sempre.
Piu si indaga sulla materia e piu dovrebbe essere ormai chiaro che non esiste nessuna "solidità" e che non vi e' reale separazione tra le cose.

La materia non può essere di per se qualcosa di autonomo e a se stante (e peggio che mai avere l'allucinazione di considerarla come l'unica realtà)  "prima" di questa e' il vuoto che in un certo senso la rende manifesta.
Quel "vuoto" lo si può chiamare anche Dio o Spirito o Tao...

Ma per voi materialisti risulta troppo difficile e per alcuni impossibile arrivare a capire che quel "vuoto" e' in realtà Tutto 

—————————

Trenta raggi si uniscono al mozzo e nel suo non-essere si ha l'utilità del carro.
S'impasta l'argilla per fare un vaso e nel suo non-essere si ha l'utilità del vaso.
S'aprono porte e finestre per fare una casa e nel suo non-essere si ha l'utilità della casa.
Perciò l'essere costituisce l'oggetto e il non-essere costituisce l'utilita
Tao te ching (XI)

O Sariputra, la forma è vacuità e la vacuità è forma. 
La vacuità non differisce dalla forma, la forma non differisce dalla vacuità. Qualunque cosa sia forma, quella è vacuità; qualunque cosa sia vacuità, quella è forma.              
Prajnaparamita Hrdaya (Sutra del Cuore)
#63
Tematiche Filosofiche / Re:Il fine giustifica i mezzi?
03 Febbraio 2019, 14:57:49 PM
@Socrate
Forse prima ancora di arrivare alla distinzione individuale bisognerebbe tentare di capire meglio cosa intendo quando scrivo il cosa comporta il venire al mondo...in altri termini sulla Creazione in generale

Ma su questo,siamo off topic e bisognerebbe aprirne un altro.

#64
Tematiche Filosofiche / Re:Il fine giustifica i mezzi?
03 Febbraio 2019, 12:41:54 PM
Citazione di: sgiombo il 03 Febbraio 2019, 09:45:09 AM
Stando così le cose (se bisogna essere astuti come serpenti), venendo "a bomba" il cristianesimo (anche a prescindere da quanto hanno ampiamente fatto senza troppi scrupoli cristiani singoli e chiese: anche considerando astrattamente l' insegnamento letterale di Gesù Cristo come tramandatoci)  afferma (e io, si parva licet, concordo) che il fine giustifica i mezzi (che siano proporzionati ai fini da una parte, agli ostacoli a conseguirli dall' altra): che altro potrebbe significare "siate astuti come serpenti"?

Ti posso rispondere cosi:

Siate astuti come serpenti significa stare vigili perché il miglior trucco del "diavolo" è nel convincerci/si che non esiste
Ed e' il mezzo che usa per il proprio fine...cosi che senza che ce ne accorgiamo diventa pure il nostro

(potenzialmente e' già in noi da quando nasciamo,essendo che il venire al mondo "produce" distinzione...e il "diavolo" - diaballon=separare/dividere - rappresenterebbe tale distinzione/separazione)

Ciao
#65
Tematiche Filosofiche / Re:Il fine giustifica i mezzi?
03 Febbraio 2019, 06:40:55 AM
CitazionePerò i cristiani dicono di porgere l'altra guancia...e come si concilia ciò con la giustizia? Non si concilia, è chiaro.


eppure in un altro passo viene invece detto;
Non sono venuto a portare la pace ma la spada,a dividere ..eccetera,eccetera
Il che sembrerebbe agli antipodi del porgi l'altra guancia

Ma ce ne sarebbe anche un altro che in un certo senso (sempre secondo me) pare come conciliarle entrambi,simmetricamente a seconda della situazione
siate astuti come serpenti e semplici come colombe

Secondo me nel primo caso vuol farci intendere che dovremmo stare attenti a non attaccarci alle cose del mondo...e che quindi bisogna appunto staccarsene..che fa riferimento a quel "dividere con la spada"
..ma nient'affatto perche bisogna rinunciarci ma semplicemente nel non volerle possedere, altrimenti e' gioco forza finire noi stessi per esserne posseduti, col risultato, piuttosto ridicolo,di non viverle affatto! (e questo e' l'esempio più lampante dell'uomo "moderno").. il che a sua volta sarebbe ripreso in quest'altro importantissimo passo: chi perde la propria vita la troverà

Nel porgi l'altra guancia, secondo me dice più o meno di non cadere nelle provocazioni..e comunque le cose tra loro si ricollegano sempre
A me fa tornare in mente un aneddoto Taoista che dice che il ramoscello (apparentemente debole-esile) in caso di intemperie e' quello che "vince' il ramo più grosso ma rigido,perche il primo si flette (si abbassa) il secondo rimane inflessibile e finisce solo per spezzarsi...quindi anche in questo caso la gerarchia e' apparentemente rovesciata (secondo la mentalità dei profani) ma in realtà e' al contrario quella dritta e corretta
#66
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
02 Febbraio 2019, 05:15:25 AM
Citazione di: Freedom il 01 Febbraio 2019, 15:02:11 PM
Mi meraviglierei del contrario. Se già ci riesci qualche volta, a mio modo di vedere, è un risultato ottimo. In un certo senso è quello che ritengo così importante da averci fatto un Topic in Spiritualità:

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/morire-alla-propria-volonta/

Prendi un po' troppo le cose alla lettera...in realtà mi stavo solo prendendo in giro da solo 🙂
#67
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
01 Febbraio 2019, 22:19:28 PM
Citazione di: Sariputra il 01 Febbraio 2019, 15:24:25 PM
Ma ha veramente senso il concetto di noumeno?

In realta e' un termine parecchio ambiguo ed ho sbagliato ad inserirlo.
quello a cui intendevo io risale a Platone...poi da quando ci ha messo mano Kant,l'ha finito per disintegrare...per quel po che ancora poteva "comunicare"...e in effetti il termine più appropriato era Noesis,l'unico possibile ad uso (e consumo) della filosofia per i "pensanti" occidentali (o meglio quella che fu, per quel poco che ancora poteva contribuire e oggi praticamente morta e sepolta già da un bel pezzo!)
#68
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
01 Febbraio 2019, 14:57:13 PM
Citazione di: Ipazia il 01 Febbraio 2019, 14:11:07 PM
Non esiste una ratio individuale. La ratio è intelligenza collettiva che si tramanda di progenie in progenie. E' essa a dettare la gerarchia perchè, se ha senso il concetto di noumeno, è la ratio ad incarnarlo.

Prima ho scritto..liberarsi della propria individualità e aprirsi in maniera disinteressata.
Devo riconoscere che non sempre ci riesco!
Grazie ciao
#69
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
01 Febbraio 2019, 13:04:35 PM
Citazione di: Ipazia il 01 Febbraio 2019, 09:07:07 AM
Se la Ratio non è un gadget eliminabile e non vi sono alternative ad essa  (se sì, quali ?) conviene imparare ad usarla al meglio delle sue possibilità.


E per usarla al meglio delle possibilità dovrebbe rispettarne la gerarchia 

equivale a liberarsi della propria individualità (che non significa eliminarla)..e' un apertura completamente disinteressata.
#70
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
01 Febbraio 2019, 05:16:27 AM
Citazione di: Ipazia il 31 Gennaio 2019, 18:34:57 PM
La Ratio non è un gadget eliminabile

infatti non mi risulta che abbia mai detto una cosa del genere e nemmeno l'autore dell'articolo sopra (sarebbe interessante sapere come ti sarebbe venuto in mente)

CitazioneSe esiste un ordine nel mondo, esso si manifesta attraverso la sua misura e misurandolo lo si conosce.

La razionalità e' l'elemento caratteristico dell'uomo ma viene in secondo ordine dopo il noumeno.
La ratio misura ma non arriva a conoscere un bel niente perché da sola non riuscira mai a "vedere" dietro le apparenze fenomeniche e perciò basera tutto su delle illusioni generando solo una gran disordine che si riflette nel mondo stesso (e che se quest'oblio continuerà l'esito finale sarà semplicemente l'autodistruzione in tutti i sensi..e in fondo visto l'andazzo non sarà tutto questo danno, il mondo si sarà finalmente liberato da questa brutta infezione!)...come si può tranquillamente riscontrare non essendo altro che il prodotto dei suoi stessi effetti
#71
Citazione di: Jacopus il 31 Gennaio 2019, 08:16:19 AM
Ha ragione Acquario. Salvini e Trump sono il precipitato chimico di un percorso socio-politico precedente, che ha basi in tutto l'occidente ma che è particolarmente virulento on quei paesi dove l'ideologia individualistica predomina. Dare dell'ignoranza o della stupidità fa parte dello stesso progetto del Grande Inquisitore, che ringrazia. Non è stata soddisfatta la promessa del benessere "facile" da parte del precedente establishment, che disponeva di carte migliori e che puntava (con una zavorra consistente di demagogia) ancora sulla difesa dei valori scaturiti dell'illuminismo (peccato che si erano dimenticati di quello più importante: l'universalismo). Ora si procede spediti verso un nuovo modello che crede di raggiungere il benessere "facile" riproponendo giochi a somma zero + autoritarismo.
Gli esclusi prima o poi si organizzeranno e potremmo scivolare così verso uno stato di Polizia simile a quello descritto in Brazil da Ian Gilliam.

Per quanto mi riguarda il benessere e' per me tutt'altra cosa da quello meramente economico...altrettanto "destra" e "sinistra"
La menzogna che sia da una parte o che sia dall'altra rimane sempre menzogna...solo questa e' la vera questione.

https://comedonchisciotte.org/il-popolo-coglione-2/

...e da queste vengono fuori solo una montagna di chiacchiere su chiacchiere inutili ...su questo e in Italia in particolare state davvero messi malissimo, un lavaggio del cervello impressionante te lo posso garantire, visto che la cosa la vivo "dal di fuori"...una cortina densissima di fumo impressionante vi avvolge,che si può tagliare con il coltello.

State bene cosi!..in fondo ve lo meritate in pieno
#72
Citazione di: Eutidemo il 31 Gennaio 2019, 07:04:47 AM
Citazione di: acquario69 il 31 Gennaio 2019, 03:45:32 AM
Il problema e' che siamo tutti diventati ancora più ...brutti sporchi e cattivi...di sempre
Mannaggia li pescetti !!

Che Salvini sia immediatamente processato !!

https://www.youtube.com/watch?v=EMW2UH3F_Dg
PS: " Oaooo ma n'do vai !!?? "

Non solo siamo diventati diventati ancora più ...brutti sporchi e cattivi...ma anche più STUPIDI e IGNORANTI!


e' un bel problema!..e ora che si fa?
Come fare per sbarazzarsi di questa plebaglia che ha pure l'arroganza di alzare la testa?!
nemmeno più i giornalisti gli riesce più tanto come prima di convincerli a farli stare zitti e buoni al loro posto...
lo si e' notato con l'elezione di Trump
https://www.youtube.com/watch?v=wxZhxp95sWg
#73
Il problema e' che siamo tutti diventati ancora più ...brutti sporchi e cattivi...di sempre
Mannaggia li pescetti !!

Che Salvini sia immediatamente processato !!

https://www.youtube.com/watch?v=EMW2UH3F_Dg
PS: " Oaooo ma n'do vai !!?? "
#74
Citazione di: Sariputra il 30 Gennaio 2019, 14:05:39 PM
Mi riallaccio alle considerazioni di @Acquario, che saluto, perché riportano nel discorso la 'scissione', l'"inganno" che nutre il Grande Inquisitore e in definitiva  tutti noi.

Mi sembra quasi che il problema stia nel non rendersi consapevoli che il 'bene' non è un oggetto della coscienza, qualcosa che la coscienza osserva, che se ne sta lì davanti ad essa. In questo modo la coscienza è schizofrenica, scissa o 'satanica' tanto per restare nel solco del pensiero di FD. In termini cristiani si potrebbe dire "è l'ha-satan che guarda il bene"... Questo è un punto molto importante, a mio parere, perché ci fa capire la posizione del Grande Inquisitore, e di tutti noi. Mettiamo l'etica " davanti"alla coscienza stessa, non la integriamo, non diventa coscienza stessa, non la nutre, è solamente un "totem", un feticcio . Non è l'alimento di cui si nutre la coscienza e che assimila facendolo essere 'se stessa'.  Così che il bene, l'etica diventa semplicemente un altro condizionamento della mente. E' qualcosa di cui si appropria e con cui comincia a misurare le cose.  Non diventando integrità stessa della coscienza,ma in un senso più ampio, di tutta la persona , di rispetto per tutto se stesso, corpo compreso che non è "altra cosa", l'etica necessariamente porta all'ipocrisia. La mente , in un certo senso, se ne rende conto perché è nella sua natura consapevole avvertire lo stacco, percepire l'ipocrisia sottostante al suo stesso agire e "osservare" l'etica, e ne soffre.  Il Grande Inquisitore soffre, il bacio lo sconvolge perché è il contatto con l'integrità che non può sopportare, essendosi ormai identificato con un 'bene' posto fuori da sé, messo là per proteggere il condizionamento.
Quando la mente è attratta da qualcosa, diventa condizionata. Il Grande Inquisitore è attratto dall'idea di "salvare il mondo", di "placare la sofferenza, almeno un pò". Ma non lo fa perché mosso da un'integrità etica , ma dal proprio disperato tentativo di fuggire proprio la necessità di questa integrità; questa sì che, se diventa coscienza stessa e non il suo soprammobile, manifesta il potere del reale cambiamento . Quindi sorge l'avversione,  verso Cristo stesso  che nel romanzo di Dostoevskij simbolegggia questa integrità.  Tutti noi facciamo esperienza mentale dell'immediata avversione che proviamo appena qualcuno, anche senza volerlo, va a toccarci nella nostra ipocrisia etica. Noi pensiamo di essere giusti perché osserviamo (osserviamo , non siamo...) un 'etica a noi esterna, messa là per rassicurarci. Appena uno ci fa notare un'incoerenza...apriti cielo! Come si permette? Chi crede di essere?E poi...poi...in fin dei conti...tutti siamo ipocriti, anche Lui lo è, anche Dio stesso lo è...e così partono le giustificazioni..è uno dei lavori preferiti dalla mente quello di trovare giustificazioni.

credo che il "difetto" in nuce del Cristianesimo (e a parer mio la sua stessa fragilità con cui avrebbe poi fatto i conti) sia stato quello di aver in qualche modo "identificato-personificato" Dio come qualcosa appunto di "esterno" ...o per meglio dire quello che avrebbe portato al suo fraintendimento, lo stesso che poi avrebbe causato la sua "istituzione" 
Totalmente diverso per quanto invece riguarda le Dottrine orientali,ma non solo,quelle.
Perche l'integrita,come accenni tu sopra,era (ma in realtà lo e' sempre e sempre lo sarà) ancora rimasta (poi come ben sappiamo, e' lo stesso occidente a infettare direi quasi irrimediabilmente gli stessi orientali)

sulll'integrita di cui si parla abbiamo appunto l'esempio delle dottrine orientali e questo a prescindere dal fatto di definirle orientali perché l'integrita e' integrità punto,senza bisogno di etichette...lo si può riconoscere nel Vedanta degli indiani (non dualità) nel Taoismo cinese (la via o Tao) nello Zen giapponese (pienezza del "vuoto") negli indiani d'america (il Grande Spirito)...cambiano le forme ma e' sempre la stessa identica Verità

..e' la differenza che intercorre nella tua frase sopra quando dici:
Noi pensiamo di essere giusti perché osserviamo (osserviamo , non siamo...)
..e per osservare vuol dire mettersi di fronte a qualcosa...si attua una prima separazione tra soggetto ed oggetto...
Con l'osservazione, come dici tu inizia l'analisi scandagliata, il calcolo mentale..il bianco da una parte il nero dall'altra..perdendo sempre di più l'unione intrinseca della realtà stessa..e il suo oblio 
(Da ESSERE-ENTE...a NIENTE)
https://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/nun-me-scuccia'/60/
#75
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
31 Gennaio 2019, 03:34:32 AM
OBLIO DELL'ESSERE
(Dinamica sul tramonto dell'Essere)

 
1) LA PIANURA DELL'OBLIO
Repubblica, 620 e-621 b: qui Platone descrive la Pianura di Lethe (Oblìo) come caratterizzata da "tremenda calura e afa", per di più essendo "priva di alberi e di qualunque prodotto della terra"; errando in questo luogo terribile, avviene per l'anima l'accadimento dell'Oblìo: essa "si scorda di tutto", cioè dimentica ciò che essa era prima di cadere nella Manifestazione, e più in generale si scorda del Non-Manifesto, in cui dimorava nascosta e custodita, e degli Archetipi iperuranici (v. Fedro).
 
2) L'OCCIDENTE COME TERRA DELL'OBLIO
Secondo Heidegger, nell'Occidente avviene nel modo più radicale l'esperienza dell'Oblìo dell'Essere, esperienza temibile e inquietante che sarebbe iniziata già ai tempi di Platone. Nell'età moderna, si assiste poi all'espansione travolgente di tale dimenticanza dell'Essere: essa finisce per contrassegnare ogni aspetto della vita moderna e contemporanea, e tutto questo appare come il compimento di un Destino.
 
3) CHE COS'E L'OBLIO DELL'ESSERE E COSA COMPORTA?
Esso è "l'oblìo della differenza tra l'essere e l'ente" (v. Il detto di Anassimandro, in Sentieri interrotti), per cui l'essere viene ridotto all'ente, e quindi "dimenticato" nella sua "differenza ontologica" e nel suo intimo relazionarsi all'ente. Conseguentemente, solo gli enti in quanto tali sono pensati come realmente esistenti: l'attenzione cade dunque esclusivamente su di essi, che non sono più intesi come manifestazione, sia pure parziale, dell' ulteriorità dell'Essere.        
 
4) IL PREDOMINIO DELLA RAGION CALCOLANTE
Tale predominio è correlato all' Oblìo dell'Essere, cresce in proporzione all'intensità di tale "dimenticanza", trattandosi di aspetti di uno stesso "destino". Preliminarmente, occorre precisare che cosa sia "Ragione", ed è l'etimologia stessa a consegnarcene il significato più essenziale, che non è solo quello strettamente "logico".
Ratio = conto, calcolo, stima, valutazione (v. Ernout-Meillet, Dictionnaire étymologique de la langue latine, Paris, 1932); da cui Rationarius = ragioniere, colui che è valente nel fare i conti; Rationarium = libro dei conti; Rationem ducere = condurre il conto (fino al totale) (v. E. Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, Torino, 1976).
A volte, Ratio ha anche il significato di piano, progetto, come in Cicerone: per cui  "Instituta ratio" = il piano (progetto) prestabilito. Come si può notare, calcolo e progettazione non sono aspetti secondari e occasionali della ragione, ma appartengono originariamente alla sua essenza, la quale non per caso ha dispiegato tali contenuti nel corso della storia dell'Occidente.
 
5) LA DISPONIBILITA' DEGLI ENTI ALLE PRETESE DELLA RAGIONE
La visione razionale del mondo esige alcuni presupposti tali per cui: a)gli enti sono anticipatamente pensati come eternamente accessibili alle progettazioni della ragione, la quale può disporne a piacimento, in vista degli impieghi ritenuti necessari; b) la potenza della ragione è pensata anticipatamente come illimitata, per cui qualsiasi ostacolo o vincolo può esser tolto nel corso del dispiegarsi della sua potenza: il pensiero tecnico-scientifico è la forma più potente di ragion calcolante, e come tale sostituisce le forme precedenti, troppo impacciate e ormai obsolete. Tali presupposti muovono comunque dall'Oblìo dell'Essere, poiché solo con tale evento essi risultano credibili; in caso contrario infatti....
 
6) DAL PENSIERO COME COM-PRENSIONE AL PENSIERO COME  MEMORAZIONE
Il pensiero razionale tipico della tecnoscienza è essenzialmente "com-prensione" prevaricatrice, nella misura in cui il suo proposito è quello di circondare e catturare gli enti, per assicurarseli in qualche modo; nello stesso tempo, è "non-pensoso", in quanto incapace di pensare l'Essere, avendolo "dimenticato". L'alternativa ad esso è il pensiero pensoso, meditante, rammemorante, detto così perché, avendo "memoria" dell'Essere, ad esso si orienta: il suo simbolo è Mnemosyne, il suo atteggiamento di fondo è quello del "raccoglimento" e del "ringraziamento".
 
7) SULLE TRACCE DELL'ESSERE, FINO ALLA RADURA LUMINOSA, DOVE, NEL DIRADARSI DELLA FORESTA, ESSO TRASPARE...
Il cercatore "memorante" è tale perché, non rinchiudendosi nell'ente, si mette in cammino, sulle tracce dell'Essere...a volte esse si fanno sempre più esili, fino a perdersi nel folto del bosco...altre volte, esse conducono ad una schiarita, dove qualcosa dell'Essere traluce...Ma chi sa inoltrarsi nella foresta selvaggia senza farsi sviare? Per rispondere alla domanda, occorre partire non tanto dal cercatore, dalle sue abilità o dalle sue negligenze, quanto piuttosto dall'Essere stesso: è Esso infatti che, secondo  circostanze che appartengono esse stesse al "Destino dell'Essere", si occulta o si disvela, si sottrae o si concede...
 
8-) IL PERICOLO ESTREMO E L'AUTORIVELAZIONE POETICA DELL'ESSERE
Un'elegia di Hölderlin chiede: A che i poeti, nel tempo della povertà?
Il tempo della povertà e del pericolo estremo è il nostro, in quanto ossessionato dalla furia calcolante e manipolatrice, correlata alla fuga degli dei e al ritrarsi dell'Essere; meditando la domanda di Hölderlin, Heidegger osserva che, da sempre, l'autorivelazione dell'Essere accade nell'autentica poesia sapienziale (per questo la Saggezza Aurorale presocratica si esprimeva nel linguaggio poetico, e non in quello concettuale). Veramente poeti sono quelli cui è concesso il non-sviamento, addentrandosi nei Sentieri dell'Essere.
 
9) HÖLDERLIN, IL PRECURSORE
Nel tempo della "povertà", Hölderlin è considerato da Heidegger il precursore per eccellenza, poiché in lui comincia a riaffiorare nuovamente l'esperienza e la grandezza della Poesia disvelante, rivelatrice dell'Essere. Da essa sgorga l'invito al "Soggiornare poetico" sulla Terra, sotto il Cielo: tale quieto soggiornare, raccolto e pensoso, è senza-calcolo e disarmato, avendo riguardo e rispetto per tutti gli esseri, poiché in essi vede ovunque un segno del Cielo e del Divino inaggirabile, cioè dell' Essere e dei suoi ritmi di rivelazione e nascondimento.

Fonte: www.filosofiatv.org
(Paolo Scoccaro)