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Messaggi - anthonyi

#61
Citazione di: fabriba il 28 Agosto 2025, 12:37:59 PMIn questo senso lui sostiene che capitalismo, fascismo e comunismo siano sistemi di valori paragonabili a religioni. Nel capitalismo ad esempio immagino che la fede sia nel futuro (mi sembra che senza fede nel futuro cada l'dea che l'economia della società non sia un esecizio a somma zero, e con essa il capitalismo).
In questo senso, creiamo nuove forme di fede ancora oggi, mi sembra.

Fascismo e comunismo sono sistemi ideologici, che definiscono sistemi di valore. 
Essi sono certamente equiparabili e confronta ili a costruzioni religiose, e come le costruzioni religiose hanno bisogno di indottrinamento.
Quello che invece il tuo riferimento chiama "capitalismo", e che con più correttezza potrebbe essere definito sistema di pensiero democratico-liberale, non é un sistema ideologico ma un insieme di principi e metodi che dovrebbero permettere agli individui di organizzarsi secondo i sistemi di valori nei quali credono, quali essi siano, naturalmente rispettando quelli degli altri. 
Per questo il sistema democratico liberale non é equiparabile né alle religioni, né alle ideologie politiche. 
Quanto alla promessa di utopie future questa é un carattere tipico di tutti i sistemi politici. 
A rigor di logica, oltretutto, un sistema democratico-liberale non dovrebbe definire utopie che promettono un bene futuro perché la definizione di bene é demandata A ciascun singolo individuo e non a una promessa governativa. 
#62

E' vero che nel linguaggio religioso si fa riferimento alla scelta tra Dio e mammona, considerando quindi alternativi l'agire razionale in economia e il comportamento cultuale.
L'evoluzione del pensiero sociale ci permette però oggi di differenziare tra le due categorie di comportamento. 
L'agire razionale in economia é "razionalità rispetto allo scopo" a prescindere dallo scopo, mentre la cultualità religiosa entra nel merito della definizione degli scopi, individuali e sociali. 
Chiarire queste differenziazioni é a mio parere un modo per interpretare meglio queste questioni invece di entrare nella solita retorica massimalista della "società capitalista" che, scientificamente non vuol dire nulla.
Il problema della crisi di certe strutture sociali fondamentali, tra le quali c'é la religione ma anche lo stato democratico, é un problema grave, ma affermare che la causa di questo sia "il capitalismo", é solo retorica. 
#63
Citazione di: Jacopus il 27 Agosto 2025, 16:02:24 PMGià l'idea di inventare una nuova religione implica la percezione "sotterranea" che le religioni attuali non siano all'altezza di ciò che ogni religione dichiara di offrire, ovvero una credenza che ha a che fare con il "sacro". Le nostre società sono sostanzialmente desacralizzate

 
E' chiaro che se qualcuno presenta una nuova religione é convinto che la sua sia migliore delle altre.
Quanto alla desacralizzazione io allargherei il ragionamento, la società moderna non ha più miti, in nessun settore, non solo in quello religioso, è la causa é l'inflazione di simboli che abbiamo grazie ad internet.
#64
Tematiche Spirituali / Inventare una nuova religione
27 Agosto 2025, 14:03:01 PM
E' possibile inventare una nuova religione oggi? 
Nel corso della storia umana certamente ci sono state molte credenze o filosofie di vita che si sono evolute, affermate, decadute.
E' difficile però evidenziare una vera nuova religione senza pregressi. 
Il Cristianesimo si sviluppa dalla religione ebraica, e anche l'islam.
La religione ebraica, poi, é uno sviluppo di culti mesopotamici preesistenti. 
Ci sono poi tesi antropologiche che, addirittura, sostengono una radice unica comune di gran parte delle culture religiose umane, una radice che unisce le religioni degli indiani d'America con quelle del mediterraneo perché é più antica del tempo della seconda colonizzazione umana del continente americano, oltre 10 mila anni fa.
Insomma il mondo delle religioni é poco avvezzo alle novità, forse l'unica religione effettivamente nuova nella storia é scientology.
D'altronde in quel mondo é difficile sostituire le credenze già affermate, prova ne sia il fatto che una religione come il cristianesimo non é mai riuscita ad affermarsi nell'oriente, caratterizzato da culture religiose antiche e radicate.
Questo vale per il passato, ma per il presente é ancora peggio. Il mondo moderno, infatti, é caratterizzato da un'inflazione di comunicazione emotiva che tende a relativizzare tutte le simbologie mitologiche preesistenti.
Infatti assistiamo alla crisi anche di quelle credenze religiose che si sono affermate nel passato. Se Gesú tornasse oggi sulla terra, non lo seguirebbe nessuno perché sarebbero tutti a smanettare sullo Smartphone che di simboli, religiosi e non, ne offre a migliaia.
Il mondo di oggi vive un'entropia culturale, dove nulla é importante, mentre una religione, per affermarsi, deve far credere di essere la cosa più importante. 
#65
Citazione di: Phil il 26 Agosto 2025, 16:15:49 PM. Indico solo che il Nulla è difficile da maneggiare, per la sua "concreta semplicità"; e se cerchiamo di tirarci fuori valori, Bene/Male, etc. potremo riuscirci solo se, magari inconsciamente, ce li abbiamo prima già messi dentro.
Il nulla può solo produrre il nulla, e la psiche umana non può mai annullarsi, perche mantiene sempre in memoria, conscia o inconscia, tutta la sua esperienza di vita. Si può decidere di escludere ciò che é superficiale per cercare verità piú profonde, Questo é quello che si fa in meditazione, ma quello che ne esce é sempre il risultato dell'esperienza di vita individuale. 
#66
Citazione di: Phil il 25 Agosto 2025, 17:37:15 PMla non uccisione degli animali ma l'uccisione degli embrioni e dei sofferenti, etc. è un po' come se Mosè fosse tornato dal monte Sinai con un mazzo di fiori: difficile da decifrare il nesso, logico o religioso che sia (ogni riferimento a Kasyapa non è puramente casuale).
Al di là di queste carenze di nesso logico, io credo che il nostro Mel fed cerchi semplicemente una sorta di sintesi tra diverse istanze proprie della sinistra politica, impresa quanto mai difficile. 
#67
Se vogliamo essere costruttivi, possiamo dire che il nostro Mel fed, coerentemente con la sua visione monistica, non accetta idee che siano in contraddizione con le sue.
Chissà perché, poi, nel suo post iniziale, parla di dibattiti e di dialettica?
#68
Una volta tanto mi tocca dar ragione a jacopus, "famiglia naturale" é un concetto abbastanza privo di senso scientifico e pieno di riferimenti giusnaturalistici.
C'é poi quell'idea che esprimi, Mel fed, di "disprezzo del pluralismo", che é socialmente pericolosa. Cosa proponi di fare per quelli che non si adeguano al tuo monismo, dicci un pò? 
>:( >:( >:(
#69
Credo che bisognerebbe intendersi con quello che si intende con "intenzione". 
L'intenzione é in effetti un atteggiamento psichico, che comunque deve essere in qualche modo dimostrato con specifici comportamenti. 
Esso poi non va confuso con il tentativo effettivo di compiere un reato. 
L'intenzione si può esprimere anche con semplici dichiarazioni, in tal caso, però, c'é un grande problema interpretativo. Mi vengono in mente le dichiarazioni di alcuni esponenti politici israeliani sulla loro volontà di "far sparire" gli arabi dai territori occupati che vengono interpretate dagli anti israeliani come "genocidio" del popolo palestinese. 
#70
Tematiche Filosofiche / Re: Fallacia naturalistica
22 Agosto 2025, 17:53:35 PM
Citazione di: Alberto Knox il 22 Agosto 2025, 16:55:03 PME poi c'è un altro punto di vista del dissidio che non vede la natura (solo) come volontà di potenza e che quindi non giustifica la volontà di potenza della dittatura e dei regimi totalitari. Tutto sta a come si intende la natura immagino. La quale non è soltando estensione (res extensa) ma è anche pensiero (res cogitans).
Perché la volontà di potenza non dovrebbe essere il risultato di processi evolutivi naturali?
In molti animali sociali si evidenziano situazioni gerarchiche, i concetti di maschio alfa o di capobranco sono stati usati per spiegarle. E gli animali competono, esattamente come gli uomini, per acquisire il potere sui loro simili.
La gerarchia crea organizzazione e rende più funzionale la comunità, per questo la natura la utilizza.
Nell'uomo assistiamo certamente ad un aumento dimensionale, e anche a un cambiamento qualitativo.
Tale cambiamento é però legato fondamentalmente alle costruzioni simboliche, fondamentale ed esclusivo carattere dell'essere umano.
E qui avrei un appunto per jacopus. La cultura é determinata dalle costruzioni simboliche, esse sono il vero momento di passaggio per la specie umana, quello che c'era prima, Lucy compresa, é solo biologia. 
#71
Tematiche Filosofiche / Re: Fallacia naturalistica
22 Agosto 2025, 17:32:51 PM
Citazione di: Jacopus il 22 Agosto 2025, 10:33:09 AMAssimilare natura e cultura comporta anche un altro problema di difficile soluzione. Se tutto ciò che è culturale è "naturale" (cioè ovvio, imprescindibile, necessitato, come quando si dice "fa parte della sua natura), allora si può giustificare la shoah, il genocidio dei palestinesi, i totalitarismi, il divieto della donna di andare in chiesa quando ha il ciclo mestruale, la sotto posizione alla decima, il taglio della mano verso i ladri e così via.
Insomma torniamo alla "notte delle vacche tutte nere", o come diceva frate Antonino da Scasazza "È uguaglio".
E' la convenzione giusnaturalistica che ti fa fare questo ragionamento, jacopus, in realtà non sta scritto da nessuna parte che ciò che é naturale, sia morale.
Affermare che certi comportamenti siano l'evoluzione di archetipi già presenti naturalmente nella nostra testa non vuol dire giustificarli ma spiegarli. 
Consideriamo ad esempio il raptus omicida, nel quale la gran parte delle energie mentali dell'individuo sono canalizzate verso un obiettivo e vengono annichilite le altre funzioni mentali. Il raptus rappresenta certamente una struttura comportamentale che si é evoluta naturalmente per favorire la sopravvivenza in condizioni difficili di aggressione fisica, questo lo spiega come comportamento, ma certamente non ne giustifica le conseguenze. 
#72
Citazione di: niko il 18 Agosto 2025, 10:39:25 AMNichilista, quelli che mi conoscono me lo dicono a volte (ok), narcisista mai, guarda... a te come ti e' venuto in mente?  ;D

La realta' spirituale esiste, ma per accedervi bisogna prima liberarsi di molte zozzure inerti e consolatorie, tipo che la sofferenza, quale universale esperienza umana, sia giustifcata in quanto educativa, preparatoria, motivante, redentiva... ma che siamo, in un film della Disney? O nella parte (e interpretazione...) peggiore del Vangelo e della Bibbia?

Il mondo materico, io, lo vedo tutti i giorni; viceversa il mondo della sofferenza redentiva, sai, oltre a non aver prodotto nella mia vita mezzo miracolo, prodigio, profezia avverata, angioletto o fantasmino... non ha prodotto, nemmeno, mezzo discorso umano sensato e coerente...

Dai, su', amico, che qui per come (e da dove!) ti vedo io sei tu solo una possibilita' impersonale della natura, mirabilmente inesausta nel suo stesso verificarsi: nessuno ti ha messo al centro, nessuno ti ha acquistato al prezzo del suo sangue, nessuno ha, o mai ebbe, grandi proggetti per te; e quindi... fidati, che tra tutte le espressioni possibili nel volto di Dio, ti salva molto di piu' l'indifferenza, che non l'amore  :D



Ammetto che l'uso del concetto può essere discutibile, quello che volevo dire é che tu rappresenti delle tue opinioni e visioni  personali come qualcosa di oggettivo.
Il fatto che tu non creda di essere stato acquistato "a prezzo del tuo sangue", non vuol dire che gli altri non possano crederlo. 
Quanto ai progetti che ha Dio su di me, ma tu che ne sai? Se tu ritieni di essere inutile nel disegno divino, è se lo credi probabilmente lo sei, non vuol dire che anche gli altri siano inutili.
Nella fede é più importante il credere dell'essere, é il credere a generare l'essere.
La sofferenza può essere una strada di crescita della coscienza, ma solo a patto che ci si creda. 
#73
Citazione di: niko il 18 Agosto 2025, 00:17:43 AMChe la sofferenza serva a crescere, a intendere o a essere liberi, questi, sono tutti imbellettamenti metafisici della sofferenza: formalmente "veri", al limite, ma (comunque) insignificanti :D

Infatti: la sofferenza, soprattutto quella umana, servira' pure, in astratto, a crescere, a intendere o a essere liberi, ma l'uomo, sostanzialmente, non mira a crescere, a intendere o a essere libero, l'uomo mira (direttamente) alla sua felicita'... e cioe' alla sua realizzazione intrinseca, alla sua individuazione, come tutto e come tutti, tra tutto e tra tutti... cosa tra le cose, pianta tra le piante, animale tra gli animali, al di la' di certe pretese di eccezionalita', questo e' l'uomo... e quindi, nessun tradizionale "lato positivo", della sofferenza, giustifica, la sofferenza stessa.

Nessun cammino insomma, tra quelli possibili umani (esistenziale, sapienziale o spirituale, o tantomeno, politico e pratico) puo' essere pensato senza ipocrisia come veramente, importante quanto la meta... cammino redentivo... equivalente, alla metà stessa... non gettabile via, quale puro mezzo, all'esaurirsi, di una sua, eventuale, questa si', veramente effimera, funzione.

Fatti foste... a viver come bruti... perche' la vita e', continuamente, e ovunque, individuazione, ingiustizia, sopraffazione, trascendimento continuo dell'astratto nel concreto...la vita e' senza scopo, e senza scopo, di fondo, non c'e' sapienza, ne' sviluppo, ne' attesa, ne' ricordo, ne' progresso, ne' (vera) liberta'; solo una sofferenza inevitabile che al massimo va' accettata, e non verbosamente commentata...

La vita, non e' un chiaroscuro ai fini di una trasparenza o di una contemplazione finale, non ci sono, inizi assoluti o cose ultime; il male, per quanto della vita sia o possa essere "ombra", veritativita' dell'effimero, incombenza di un limite, non (de)finisce, perche' non, finisce...



Il tuo discorso nichilista, niko, non dimostra null'altro che il tuo stato interiore.
Tu pensi interiormente che l'uomo sia una realtà brutale e priva di coscienza, di aneliti virtuosi, e quindi ritieni che questo tuo pensiero dimostri l'oggettività di questa ipotesi. 
Credi che la realtà spirituale non esista per il semplice fatto che lo pensi tu.
Sei una dimostrazione vivente del concetto di narcisismo. 
#74
Citazione di: Kob il 17 Agosto 2025, 10:29:31 AME se invece la religione non fosse altro che una forma d'arte?
Così se la letteratura soddisfa il bisogno di bellezza, la religione, con le sue immagini, i suoi simboli, risponderebbe alla sete di salvezza.
E come la bellezza è soggettiva, nel senso che ciascuno cerca nei grandi testi della tradizione letteraria qualcosa di specifico, chi la perfezione della forma, dell'espressione, chi la profondità psicologica delle figure rappresentate, chi semplicemente una storia in cui immergersi, etc., la salvezza è altrettanto personale (salvezza dalla morte, o salvezza da una vita incosciente, ottusa, che procede verso il suo esaurimento come un meccanismo cieco; e ancora: salvezza come recupero della vera umanità, di un respiro più profondo, etc.).
Le forme letterarie sono mutate nel tempo. Avrebbe senso dire che l'Odissea è letteratura ma Il processo di Kafka no?
Così anche nella religione io vedo trasformazioni, mutamenti, nuove forme che sostituiscono quelle più antiche, tentativi, slanci azzardati, o temporanei ripiegamenti.
L'arte é un insieme di supporti fisici, visivi o uditivi, indirizzati a sollecitare un'emozione di tipo estetico. 
La religione é un insieme di supporti fisici, narrativi e rituali, indirizzati a sollecitare un'emozione etica. 
In effetti, kob, hai colto un punto interessante della questione. 
#75
Attualità / Re: Quattro bambini rom
16 Agosto 2025, 17:30:24 PM
Citazione di: InVerno il 16 Agosto 2025, 16:39:59 PMDare una casa popolare ad un rom è un gesto magari nobile ma è anche la sconfitta del multiculturalismo, perchè in maniera molto surrettizia gli si chiede praticamente di smettere di essere rom, il nomadismo è il punto centrale di quella religione. Per il poco che so della loro storia non è stato il nomadismo a metterli nel mirino delle persecuzioni, anzi funzionavano molto bene come lavoratori stagionali che si muovevano da una corte all'altra, le persecuzioni sono nate per motivi religiosi da parte dei sempre compassionevoli cristiani, e da allora i rom hanno chiuso la loro cultura alle influenze esterne rendendosi ancora più difficili da integrare.
Ma che ti inventi, inverno, la gran parte dei rom sono cristiani. Il problema, semmai, é stato che una parte di loro, per tirare a campare usavano la magia nera, la cartomanzia, è queste sono cose condannate dalla chiesa.
Non mi risulta comunque che facessero i lavoratori stagionali, sono persone dall'indole indipendente, organizzano spettacoli, circhi, fiere, gioco d'azzardo. Sfruttano la dimora non stabile anche per fare furti e truffe.
Hanno un forte senso d'identità che non credo possa essere annullato con una casa popolare. 
Il problema é che gli altri abitanti delle case non li vogliono, perché comunque nel tempo un'immagine inaffidabile se la sono fatta. 
E questa immagine, purtroppo, continuano a confermarla, checché ne dica jacopus.