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Messaggi - InVerno

#61
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
18 Giugno 2025, 00:03:28 AM
Trump che è stato eletto sfruttando le fobie dei "poteri forti" e promettendo "mai più guerre in medio oriente" viene preso per le orecchie dai "poteri forti" mentre stava collaudando il jet regalato dagli arabi, viene portato in un gabinetto di guerra e nel giro di poche ore mesi di annunci di "grandi trattative" vengono stracciati. E il presidente continua a credere in un accordo mentre quelli che sono evidentemente i "poteri forti" del paese dirigono le portaerei americane verso Teheran, ma nessun complottista pare essersene accorto, sono tutti Trumpisti. E' abbastanza stonato rispetto al resto del coro da farmi dire che forse hanno ragione quelli che dicono che le guerre proprio non gli interessano, evidentemente però per prevenire una guerra non basta disinteressarne, bisogna essere motivati a fermarla e saperlo fare, stesso problema che Trump sta incontrando in Ucraina, o in generale ovunque metta il naso.
#62
Citazione di: niko il 17 Giugno 2025, 16:09:38 PMIo credo che non sia possibile risolvere il "problema" che le donne, per motivi culturali e biologici, lavorano "di meno", intendo per meno ore, e per meno periodi di tempo nella loro vita, rispetto agli uomini.

Credo che questo non sia nemmeno un problema. Neanche i woke minimamente intellugenti, credo che lo considerino un problema.

Penso pero', che sia un obbiettivo di civilta', auspicabile, e urgente, far in modo che le donne, guadagnino quanto gli uomini a parita' di unita' di tempo, media, lavorata.

Perche' neancge questo, ad oggi avviene.
E invece, dovrebbe avvenire.
Se non ti rendi conto dell'impraticabilità di quello che avvochi mi incuriosisco, ci sono altri gruppi che sarebbe giusto fossero parificati oppure solo uomini e donne? È giusto che gay ed etero abbiano retribuzioni diverse? Bianchi e neri? Perché io non ho controllato ma sono sicuro che le hanno.

In ogni caso il punto fondamentale non era né questo né quello, il "woke intelligente" si è riempito la bocca di "patriarcato" e altre cospirazioni che indicavano coercizione da parte del gruppo opposto, la letteratura scientifica ha evidenziato le cause di questa discriminazione appaiono per la maggior parte di natura volontaristica anziché coercitiva, e questo è il vero punto di rottura e la fine di un era di vere e proprie teorie del complotto bellamente spiattellate dal mainstream senza basi scientifiche a supporto. Il maschio che ruba il lavoro alla donna è l'equivalente di sinistra del migrante che ruba il lavoro all'elettore di destra.
#63
Niko, ho capito cosa intendi, dico però che se lo chiami "lavoro maschile" dai ad intendere che la mascolinità sia una caratteristica del lavoro, questa tendenza statistica che evidenzi però non scaturisce dal lavoro (che cambia nel tempo per esempio con la meccanizzazione e permette sempre più l'accesso diversificato) ma dalle persone, sono le persone a essere maschili o femminili non il lavoro. Anche se fossimo d'accordo su cosa è un lavoro maschile e uno femminile continuo a non capire perchè due gruppi di persone, non solo uomini e donne, debbano avere redditi uguali, aggiungo che a mio avviso è sbagliato a priori misurare unicamente in denaro la questione, mi sembra che anche la Goldin lo evidenzi ma ci sono altri studi che suggeriscano che le donne sono meno interessate al "vil denaro" in un contratto rispetto ad altri aspetti, che fare per risolvere la questione? Se uno prioritarizza il proprio tempo personale magari rinunciando ad un centone sta sbagliando, lo dobbiamo fustigare? Fare classi solo femminili dove si insegna alle ragazze a prioritizzare l'aspetto monetario dei contratti? Attenzione a non invitare anche i maschi, altrimenti siamo da capo! Quello che si capisce chiaramente dall'approfondimento della questione è che i motivi dietro certe realtà dire che sono multifattoriali è un eufemismo, e sarebbe davvero curioso vedere cosa si potrebbe fare nella pratica per andare a tamponare ogni singolo aspetto di queste vicende, viene davvero la curiosità di eleggere un woke per vedere come se la cava, anziché ovviamente lasciare le persone libere di esprimere se stesse, questo mai, per chi crede di sapere sempre la proporzione giusta delle cose la libertà è intollerabile.

Conosco il paradosso nordico, per rispondere anche a Baylham, ma considerati i limiti degli studi su cui si poggia non lo userei se non sottoforma di dato preliminare in un contesto specifico, non penso che si avrebbero gli stessi risultati specialmente fuori europa. Le tendenze che evidenzia a mio avviso non sono assolutamente paradossali, ma pongono un interrogativo serio: Ipotizziamo che lo studio predica quello che succederebbe anche in Italia, se le donne decidessero di voler fare ancora di più le maestre forse dovremmo fermarle, inserire delle quote blu? Starebbero chiaramente mentendo a loro stesse  e noi dovremmo "raddrizzarle" verso ingegneria, è quello forse deve fare la Svezia, mettere la facoltà di ingegneria obbligatoria solo per le donne? Come si potrebbe risolvere un tale cul de sac ideologico?
#64
Ma non esiste innanzitutto il "lavoro maschile" e il "lavoro femminile", pensavo non fossimo cattivi sessisti, esiste la retribuzione di donne e uomini quella è misurabile, ma la colonna "lavoro maschile" è vuota perchè non esiste un pezzo di carta scritto da nessuna parte nel mondo (esclusi alcuni stati teocratici) che prevenga alle donne mansioni, sono prassi sociali non caratteristiche del lavoro stesso, fare il pompiere non ha nulla di intrinsecamente maschile, è semplicemente prassi che non lo facciano le donne e non è mai stato un problema per nessuno.
#65
La famosa preferenza "donne-persone" e "maschi-cose" l'abbiamo trovata sin nei bonobo, non esiste nessuna cultura nella storia umana che abbia avuto maggioranza di donne interessante al "campo delle cose" e maschi interessati al "campo delle persone", sostenere che questo sia impresso dalla cultura è in totale assenza di prove, specialmente quando i dati a riguardo  suggeriscono l'esatto contrario. Allo stato delle conoscenze attuali queste preferenze sono molto profonde e non si capisce neanche il beneficio di andarle a toccare, sono lì per un motivo, perchè nell'unione di queste diverse  inclinazioni si ha una FAMIGLIA, il vero nucleo sociale che i poveracci woke, individualisti fino al midollo, hanno completamente dimenticato e che vive dell'unione di diverse inclinazioni maschili e femminili, le une complementari alle altre.

Per la filosofia facciamo alcuni ipotetici:

Ti sentiresti rappresentato se il parlamento fosse popolato unicamente da neri e gay? Io si, pur non essendo nessuno dei due, se sono stati votati significa che rappresentano il popolo di cui faccio parte, irriguardevolmente delle caratteristiche somatiche e dalle preferenze sessuali, un nero gay può fare una legge perfettamente giusta anche per un etero bianco, secondo me.

Se l'offerta di lavoro incontra la domanda dovremmo essere contenti, se io voglio fare il dentista e riesco a fare il dentista dovrebbe essere un fatto positivo della società. Quanto influisce sul mio benessere di "essere dentista" il fatto che una percentuale degli appartenenti al mio stesso sesso, o colore della pelle, facciano i dentisti a loro volta? Se io fossi l'unico dentista bianco ed etero in Italia sarebbe un problema per chi esattamente? Per me? Per i clienti? Per chi? Perchè?
#66
In un economia di mercato ideale tutte le differenze dovrebbero accontare a differenze di compensazione, nel mondo reale esistono contratti di categoria etc che non sono discriminanti tra uomo e donna, è illegale, se un uomo decide per qualche motivo di fare il badante viene pagato esattamente quanto una donna, o di meno perchè gli "stereotipi di genere" lo ritengono minormente adatto di una donna. E' un problema? Per me no, gli stereotipi di genere raccontano una realtà sperimentabile e probabilisticamente veritiera e la compensazione ne consegue.

Una differenza cessa di essere neutra quando esce dal tuo mondo platonico e altera le preferenze di qualcuno, il fatto che l'economia registri o meno questo processo dipende da quanto è granulare, ma le differenze si trovano anche in campi non economici come quello della rappresentazione politica. L'unica cosa che è "neutra" è la parola "discriminazione", in un contesto liberale diventa negativa se è imposta o positiva se è frutto di una preferenza personale, in un contesto socialista l'esatto contrario (almeno in teoria). 

Una disparità partecipativa o rappresentativa può essere indizio di una discriminazione imposta, ma NON è una prova.
Ci sono valanghe di discriminazioni che si originano volontariamente dai soggetti stessi, non sono imposte a "vittime" ma insistono su agenti pienamente in possesso del loro destino, sia in senso individuale che associativo che attuale che storico. Perciò a differenza dei woke che sventolano foglietti dove pensano che una percentuale dimostri qualcosa essa non dimostra niente, ma è un indizio che può portare ad uno studio, come è successo per la vincitrice del Nobel sopradetto, che con numeri, fatti e prove dimostri scientificamente (o refuti) l'esistenza di questa discriminazione negativa.
#67
Citazione di: niko il 14 Giugno 2025, 13:49:38 PMInverno, questo tuo ragionamento si confuta da solo:

> se le differenze fossero neutre,

> quindi tutto il ragionamento precedente e' una gran cavolata.
Hai ragione, se introduciamo nel mio ragionamento un ossimoro come "differenze neutre" esso perde di senso, ma lo stesso risultato si potrebbe ottenere introducendo altri elementi nonsensicali, tipo il "caldo freddo" o "l'alto basso", cosa caspio sono le differenze neutre? Non rispondere a me, dillo a quelli che fanno delle preferenze in base a queste "differenze neutre", per esempio come dicevo il rischio infortunistico\morte sembra che per le donne non sia per niente neutro ma piuttosto una kryptonite che previene la domanda di assunzione e spinge l'individuo femminile a cercare un altro lavoro non imposta da nessuno, il maschio rimane e viene pagato per quel rischio.
#68
Citazione di: Jacopus il 14 Giugno 2025, 09:05:43 AMA me sembra una sciocchezza Inverno. Potresti citarmi il testo del premio Nobel? Il cervello delle donne è strutturalmente e funzionalmente identico a quello dell'uomo e dotato anch'esso di neuroplasticità. Pertanto è vero il contrario. Più si aprono opportunità più i due generi si amalgamano anche come professioni svolte. Si tratta però di un processo lungo, intergenerazionale, poiché il genere femminile è stato schiacciato per millenni da culture che la ritenevano adatte a qualcosa e non altro. Tuttora se parli con persone colte mussulmane ti diranno che l'Islam non è contro la donna che lavora, ma la donna per la sua natura può lavorare solo come massaia, infermiera, ostetrica, maestra. L'unico vero limite lo vedo solo nei lavori estremi dove servono in modo preponderante i muscoli, ma fortunatamente, grazie alla tecnologia, sono sempre meno rilevanti.
Dubito che la dott.ssa Goldin abbia esaminato l'aspetto neurologico, essendo un economista ha semplicemente osservato i comportamenti che generano la disparità reddituale, scoprendo cose arcinote come l'impatto della maternità e l'avversione femminile al rischio sia lavorativo che contrattuale. Il fatto è che sono comportamenti volontaristici o perlomeno non esiste prova siano indotti dagli aguzzini col pisello, l'avversione al rischio per esempio è generalmente collegata al testosterone. Detto ciò, le differenze neurologiche saranno minime, ma è agli estremi della gaussiana dove una minoranza di fattori genera la maggioranza dei risultati, motivo per il quale gli abitanti delle prigioni di tutto il mondo sono nella maggior parte uomini pur avendo un cervello strutturalmente identico, una quota rosa che non interessa a nessuno.
#69
Basta prendere una battaglia a caso per verificare che i presupposti sono quelli, ti propongo quella del cosiddetto "gender paygap" : uomini e donne sono uguali ma sono pagati diversamente, se hanno delle preferenze diverse in ambito lavorativo sono dovute a differenze culturali (maschi blu femmine rosa etc) ma abolite quelle avremmo dovuto avere stipendi perfettamente uguali. Siccome è illegale praticamente ovunque pagare una donna meno di un uomo per la stessa mansione e basta uno scarso avvocato per risolverla, il problema che si presenta è che uomini e donne prediligono diverse mansioni, cioè sono diversi, e più vengono ridotte le imposizioni culturali più si diversificano invece che amalgamarsi(paradosso nordico). Impossibilitati ad accettare il fatto che donne e uomini sono diversi e preferiscono diverse mansioni i woke hanno seguitato a dire sciocchezze sull'argomento fino al 2023 dove una prode economista ha vinto il Nobel per aver scoperto sul tema praticamente quello che anche un bambino sapeva sin dall'inizio ma che nella cultura "woke" era andato smarrito.
#70
Citazione di: Il_Dubbio il 11 Giugno 2025, 11:40:45 AMStoricamente (che io sappia) fu proprio Turing a ritenere che una macchina potesse fare le stesse cose che fa un umano. E i computer attuali non c'erano ancora. Anzi diciamo che l'inventore teorico degli attuali computer è proprio Turing.

Non credo che la chiamasse "intelligenza", forse proprio pensiero.
A parer mio l'intelligenza dovrebbe essere un parametro, ovvero un valore attribuibile ad un sistema. E' in sostanza qualcosa che si può "misurare".
Solo che potremmo misurare (per assurdo) l'intelligenza di un umanoide e trovare quel valore molto piu alto di un umano.
Per questo la sottile differenza che passa tra un umano ed un umanoide, non dovrebbe essere nel valore di intelligenza, ma della sua qualità. La qualità però non la si misura.
Ci si è fermati ad una qualità, ovvero agli algoritmi, dove i valori sono le soluzioni.

Ma un uomo pensa e gestisce la sua vita come se stesse utilizzando, come qualità, algoritmi, oppure la sua qualità è diversa da un algoritmo?

Questa è la questione.
A livello semantico non ci vedo nulla di male nel chiamarla intelligenza, salvo che per "intelligenza" non si inglobino anche altri elementi più pertinenti secondo me alla "coscienza", "Coscienza Artificiale" sarebbe davvero preoccupante, intelligenza artificiale in un certo senso lo è anche la calcolatrice di Berlusconi.
#71
Sarebbe curioso contestualizzare il cospirazionismo antimedico nella storia occidentale, personalmente non ho idea quanto fosse diffuso in passato e quanto realmente la sfiducia che c'è oggi ,che comunque interessa una minoranza di persone, sia realmente un passo indietro. E' difficile tenere traccia di superstizioni, cospirazioni e miti intorno ad un problema così importante come la cura del proprio corpo, già aver raggiunto un consenso generale sembra un passo avanti determinante rispetto all'apparente confusione precedente alla scoperta dei batteri. E' incredibile pensare che fino a poco tempo fa non era chiara l'importanza di lavarsi le mani persino per i medici operanti, la valanga di teorie riguardanti "spiriti" e "demoni" ci racconta qualcosa della confusione e del "cospirazionismo" a riguardo, prima di internet si raccontava su carta stampata che c'era un omone cattivo col forcone che guidava orde di sciagure ai cattivi, pensa tre secoli di scienza cosa hanno portato.
#72
Sono contento che la tua visione delle cose si distacchi da quello che tradizionalmente è considerato "woke", praticamente ognuno dei tuoi punti elencati contiene almeno una differenza sostanziale con ciò che è considerato woke, non capisco perciò perchè prenderti la briga di provare a salvare un termine portandontelo a spasso nella tua versione delle cose anziché accettare che quello quello comunemente accettato nel "woke" è molto diverso da ciò che ritieni giusto tu.

1) Woke è egualitario, le loro proposte nella maggior parte dei casi si fondano sul principio equo=giusto
2) Le discriminazioni woke sono sempre negative e sempre rimediabili, sempre "culturali", scevre da limitazioni biologiche o antropologico
3) Le quote sono solo uno strumento ma il "pensare in quote" è circolare al punto 1
4) Le relazioni umane sono solo competizione e tra i vari gruppi può esistere solo una "tregua" amministrata dallo stato in forma legale. Questo è ancora più chiaro quando dalla partecipazione (al lavoro es) si passa alla rappresentazione politica, dove solo una donna può rappresentare una donna, solo un gay rappresenta un gay (eguale nel cinema) perchè l'esperienza di un individuo che appartiene ad un gruppo è aliena ed inconciliabile a quella di chi appartiene ad un altro, perciò la collaborazione non mediata dalla forza è impossibile, la forza è la "quota".
5) Pur avendo avanzato io stesso l'idea che "woke" sia più un atteggiamento retorico che un insieme di contenuti, quella stessa retorica è marcatamente diversa nei repubblicani di oggi che pretendono di operare "dal basso" della classe operaia, degli emarginati e cospirazionisti vari, Woke non parte dal basso ma dall'alto. NON è "woke" il culto del narcisismo repubblicano, l' IO IO IO Trumpiano, il me ne frego delle resposabilità sociali, climatiche, economiche e istituzionali delle mie azioni, il movimento MAGA si è pensato e venduto come antitesi e cura al woke, hanno strabordato basandosi su paure iperboliche, ma il senso è quello.
#73
Sono d'accordo che molta discussione è ancorata alla confusione che fa il branding del prodotto, chiamarla "Intelligenza Artificiale" ha chiaramente dei motivi commerciali, gonfia di aspettative il pacchetto azionario e rimanda a mondi fantastici, ma la natura cruda del prodotto la si prova sperimentandolo e scoprendo abbastanza facilmente i "binari" su cui lavora. Mi domando se chiarmarla così non stia solo facendo confusione tra i consumatori ma anche tra i produttori che ne sottovalutino la duttilità applicativa, ma in un contesto di competizione di mercato così acceso e spinto da pressioni geopolitiche possiamo star certi che ogni possibile applicazione verrà esplorata con grave danno alla nostra sanità mentale.
#74
Citazione di: anthonyi il 11 Giugno 2025, 08:16:21 AMLa differenza é rappresentativa di una tendenza negli USA comunque a tutelare mediatica mente la classe medica, presentando come inconcepibile l'esistenza di una rete di corruzione dentro di essa. 
Non ho visto la serie ma se il tuo riassunto è corretto non mi sembra rappresentativo di una tendenza americana generale, mi sembra infatti che il cospirazionismo antimedico, specialmente in epoca Covid ma anche prima, è piuttosto diffuso e per certi versi rappresenta una delle punte di diamante del Trumpismo (Kennedy) e che l'opacità finanziaria e strutturale del sistema farmaceutico sia una piastra di Petri per miliardi di cospirazioni.