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Messaggi - Socrate78

#601
Il libero arbitrio non esisterebbe soltanto se fosse provato che ogni mia decisione, anche quella di scrivere questo messaggio, sia il frutto di meri impulsi elettrici e biochimici cerebrali che mi determinano, ma non si può e secondo me non si potrà mai dimostrare questo: una tesi di questo tipo infatti non è falsificabile né verificabile, non può essere sottoposta ad una prova che possa smentirla o affermarla definitivamente. E' possibile ad esempio che la stessa configurazione biologica sia determinata a sua volta da qualcos'altro che non sappiamo, come vibrazioni di quanti di energia, e che quindi il libero arbitrio possa situarsi in quel mondo, ad esempio quelle vibrazioni potrebbero davvero non avere una causa almeno come noi la conosciamo. Inoltre, forse io non sono molto libero di non volere ciò che voglio, ma non è nemmeno così vero: posso infatti decidere in ogni momento di smettere di fare ciò che sto facendo (pur desiderandolo), di non attuare la mia volontà, insomma ci sono molti margini che vanno ben al di là della mia stessa forza di volontà.
#602
Secondo me non è un'illusione, io ritengo di essere libero, infatti, pur avendo un determinato tipo di carattere (socievole ma non troppo, in genere non ostile, riesco ad essere versatile e a comportarmi in maniera molto diversa in rapporto agli scopi che nella vita mi propongo di raggiungere, in rapporto a quali emozioni intendo manifestare e al tipo di rapporto che voglio avere con gli altri, ad esempio posso essere più freddo o caloroso in base alle persone, anche più duro se la situazione lo necessita per poi cambiare, ora se io non fossi libero non sarebbe così, perché sarei DETERMINATO dai miei geni e dalla mia biochimica, senza possibilità di orientare con la volontà il mio comportamento. O non è così? Non è vero che se noi non riusciamo a definire con la nostra ragione limitata il libero arbitrio esso non esiste, il libero arbitrio è in fondo come la COSCIENZA, nessuno è riuscito mai a definirla, a dire dove è ubicata, ma questo non significa che non esista tanto più che ne facciamo esperienza immediata.
#603
Percorsi ed Esperienze / Re:Primo ricordo
13 Novembre 2018, 20:16:12 PM
Io purtroppo ricordo più nitidamente le cose "brutte" che quelle belle, ricordo benissimo tutti i rimproveri che ho preso a scuola, le litigate con i compagni e le rotture di piccole amicizie, le ricordo come se fosse ieri, mentre ricordo meno i momenti di gioia . Forse è perché ricordare i nostri errori serve per non ripeterli, giusto? Ma io dico che è ingiusto comunque, il nostro cervello dovrebbe essere programmato per farci solo pensare senza farci provare nulla di negativo, la sofferenza è espressione del limite della natura che non riesce a produrre un'intelligenza superiore ed allora compensa con il dolore.
#604
Forse i professori di filosofia perdono l'autenticità della ricerca filosofica poiché si rifanno al pensiero di altri, e quindi al più sono imitatori del pensiero altrui, è l'eccesso di studio che paradossalmente porta ad un ottundimento della facoltà critica, perché la mente si appoggia comodamente alla filosofia degli altri e non indaga oltre. Almeno, mi sembra di poter fare questo tipo di "diagnosi".
#605
Il problema però è che la filosofia è ritenuta da moltissimi come qualcosa di noioso e inutile nello stesso tempo, sono questi i due aggettivi che sono spesso associati alla pratica filosofica! Secondo voi, se si ha a che fare con una persona comunque intelligente ma che ha questi preconcetti, è bene lo stesso cercare di avvicinarla alla cultura filosofica o è meglio lasciar perdere?
#606
Il fatto è che non è tanto il comunismo in sé ad essere malato, semmai lo è la natura umana che è egoista. Lo vediamo nei bambini, tra le prime parole che il bambino piccolo pronuncia c'è l'aggettivo "MIO" e il pronome "IO"! In fondo anche il filosofo Rousseau, ben prima di Marx, aveva affermato che la proprietà privata non può essere considerata un elemento stabilito dalla natura, perché la natura è come se avesse dato tutto a tutti: questa considerazione condusse Rousseau a scrivere nel discorso sull'origine della diseguaglianza la famosa frase: "Maledetto quell'uomo che ha per la prima volta cinto un pezzo di terra e ha dichiarato "Questo è MIO"!, proprio perché in quest'istinto al possesso Rousseau vedeva anche l'origine della prevaricazione, perché ci si impossessa di un bene negando agli altri la possibilità di beneficiarne. Tuttavia, non sempre l'instaurazione del collettivismo ha prodotto conflitti, ad esempio all'inizio della sua storia Israele ha visto la creazione di fattorie collettive (Kibbutz) in cui vigeva il comunismo, la proprietà della terra era comune e ognuno riceveva in cambio dal suo lavoro il frutto del lavoro altrui, allo stesso modo come avveniva in URSS in fattorie del tutto simili (Kolckoz). Ora, nei kibbutz non ci sono state mai rivolte e il socialismo si è affermato spontaneamente, e ancor oggi in Israele vi sono in tutto 66 kibbutz (isole di comunismo in un paese molto capitalista) in cui la proprietà privata non esiste, e chi li ha visitati o vi ha fatto del volontariato ha ammirato questo sistema per l'atmosfera di condivisione e di cooperazione altruistica che lo caratterizza. Ora, se il socialismo fosse stato davvero così innaturale e inapplicabile, allora nemmeno situazioni del genere sarebbero dovute affermarsi e sopravvivere, o no?
#607
@Inverno: Sei sicuro che le cifre di milioni di morti scritti in Arcipelago Gulag corrispondono a realtà? Ovviamente non puoi esserlo, visto che non l'hai visto con i tuoi occhi, può benissimo essere propaganda. Tutto può essere, almeno in parte, frutto di propaganda, perché chi scrive non è un computer, ma una persona con una propria ideologia. Di conseguenza è sempre bene dubitare di tutto e chiedersi se chi scrive può avere l'interesse ideologico a mentire, a distorcere la realtà. In realtà è esistita una propaganda capillare contro l'Unione Sovietica, iniziata negli anni trenta e sostenuta da ambienti ultraconservatori statunitensi di destra (a volte filo-nazisti), che avevano tutto l'interesse a screditare il comunismo, da cui le famose frasi secondo cui "i comunisti mangiano i bambini", diffuse anche dalla propaganda fascista (della repubblica di Salò), poi diffuse dalla propaganda cattolica. Ad esempio un certo William Hearst (forse non sai chi fosse....), americano ultramiliardario conservatore che gestiva giornali fondamentali come il New York Times e l'American Chicago, dedicò la sua vita proprio all'anticomunismo e a screditare quel mondo attraverso le copie del suo giornale che vennero diffuse in Inghilterra e in Europa, il soggetto in questione era in rapporti epistolari con Hitler che sosteneva la sua campagna propagandistica, nel 1934 durante un viaggio in Germania venne ricevuto da Hitler come ospite ed amico. Dalle pagine dei suoi giornali iniziò quindi a sostenere che la carestia in Ucraina del 1931 venne deliberatamente provocata dal regime per affamare la popolazione e che milioni di persone furono fatte morire solo in quell'occasione. William Hearst non faceva altro che servirsi del materiale fornitogli dai nazisti tedeschi per affermare, l'8 febbraio 1935, che sei milioni di persone erano morte di fame in URSS.  Ma quando Gorbaciov fece aprire gli archivi dell'URSS nel 1989 risultò che le cifre dei morti nei gulag erano state incredibilmente gonfiate dalla propaganda e non corrispondevano a quelle diffuse dagli autori anticomunisti, che parlavano di centinaia di milioni di morti. Ora, rimane il fatto che ognuno di noi ha anche il diritto a dubitare e a non ritenere per forza verità assoluta quello che alcuni intellettuali, sia pur autorevoli, scrivono.
#608
In realtà adesso, con la globalizzazione e la crisi conclamata del Welfare, il capitalismo sta dimostrando sempre più il suo aspetto più ferino, predatorio e selvaggio, ma proprio per questo è anche più vulnerabile. La crisi del 2009, figlia del capitalismo stesso, ha avuto il merito di evidenziarne i mali e le contraddizioni, e credo che il sistema ad un certo punto si troverà con le spalle al muro, perché non si potrà continuare a consumare con la popolazione che continua a crescere. Inoltre secondo me il socialismo non significa necessariamente dittatura, tralasciando il fatto che questa è un'accusa che i capitalisti fanno in continuazione a chi contesta il loro sistema, dicono sempre: "Eh ma, solo il capitalismo è libertà, il socialismo è dittatura....". Si potrebbe rispondere che il capitalismo è la dittatura del capitale, del denaro, che condanna inevitabilmente una parte consistente della popolazione mondiale alla fame e condiziona fortemente il potere politico delle nazioni. Se ci pensi, al giorno d'oggi fortunatamente la coscienza comune non accetta più un sacco di cose che in passato erano normali, non accetta più lo schiavismo (almeno la maggior parte delle persone....), non è più accettata la monarchia assoluta nel mondo occidentale, quindi non potrebbe essere che un giorno anche il capitalismo verrà ricordato come qualcosa di incivile e condannabile al pari di schiavismo e monarchia assoluta?....
#609
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
06 Novembre 2018, 16:53:07 PM
Gli Stati Uniti comunque non è vero che hanno promosso così agevolmente la critica al loro sistema, anzi. Non sono mai esistiti né sono stati mai ammesse formazioni politiche che avevano come ideologia il comunismo e il socialismo, anzi negli anni cinquanta ci fu il fenomeno del Maccartismo, in cui la lotta anticomunista assunse i contorni di una paranoica caccia alle streghe, vedevano comunisti dappertutto. Se erano davvero democratici ammettevano l'esistenza di un partito ispirato al marxismo, invece tutto il sistema USA è basato su un rigido bipartitismo che sostanzialmente rispecchia sempre le variazioni ideologiche della classe imprenditoriale al potere, che può essere o molto conservatrice (repubblicani) o più liberali su alcune tematiche specifiche (democratici), ma non si ammettono affatto formazioni che mettono in discussione sia pur minimamente l'assetto sociale dominante.
#610
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
05 Novembre 2018, 17:27:14 PM
@Viator: Comunque mi sembra generalmente di comprendere che tu, anche leggendo altre risposte a diverse discussioni, tendi a preferire la fredda ragione ai sentimenti o all'etica, è così?..... Preciso che il mio non è un giudizio, ma una sensazione leggendo il tenore dei tuoi interventi nel complesso. Spero comunque che il problema di che cosa far indossare ai generali proprio non si ponga, in quanto auspico un futuro di pace.
#611
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la filosofia?
05 Novembre 2018, 17:15:47 PM
La vera filosofia è a mio modesto parere produrre pensieri in grado di cambiare, in maniera più o meno grande, la mentalità di un'epoca. Ad esempio i sofisti e Socrate nell'antica Grecia cambiarono una mentalità in cui ogni aspetto della vita umana era ascrivibile al divino, agli dei, e misero al centro l'uomo con le sue domande e la sua ricerca della verità. A loro volta i filosofi moderni misero in discussione l'aristotelismo e il principio d'autorità basato su Aristotele, e Kant a sua volta demolì molti pilastri dell'Illuminismo smontando la fiducia eccessiva nella ragione. Nietzsche poi mise in discussione i fondamenti della morale, Marx le teorie economiche formulate da Adam Smith. Come si può notare, il pensiero filosofico trae origine e si alimenta dalla rottura rispetto ad una mentalità corrente, ad un sistema sociale ritenuto universalmente valido, mostrandone le criticità e seminando il dubbio.
#612
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
05 Novembre 2018, 13:07:56 PM
@Viator: Non si può fare una considerazione così fredda basandosi SOLO sui numeri eventuali delle perdite, le persone non sono numeri od oggetti, un approccio del genere finisce per disumanizzare l'uomo. E' moralmente molto diverso, come del resto è stato già detto, uccidere dei nemici esponendosi in battaglia come hanno fatto gli anglo-americani sulle spiagge di Normandia, rischiando la vita, e invece farlo schiacciando un bottone da un aereo e sganciando un'arma terribile mentre tu sei al riparo da altre possibili offensive e gli altri non hanno scampo. Cade tutta l'etica in un solo colpo, forse ti concedo che può essere LOGICO, ma la pura razionalità svincolata dall'etica, dall'emozione e dalla sensibilità è barbarie, poiché porta a giustificare praticamente tutto in nome del tornaconto.
#613
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
04 Novembre 2018, 14:45:31 PM
@Sariputra: Le giustificazioni americane ai bombardamenti mi sembrano le stesse degli israeliani quando, dopo aver bombardato i civili palestinesi, dicono che in quelle zone c'erano anche obiettivi militari e armi. Sembra che si copiano a vicenda.
#614
I dati dicono però che la globalizzazione stia portando a gravi squilibri e ad una situazione in cui, a livello mondiale, le diseguaglianze si accentuano e non si livellano affatto. Almeno è la situazione attuale, poi se avviene qualcosa che faccia cambiare il corso degli eventi ad ora non si può dire.
#615
@Donquixote: Sinceramente mi sembra di aver evidenziato, proprio con il post di apertura, che non si può parlare di fallimento del socialismo reale visto che sul suo crollo hanno pesato moltissimo i fattori esterni, dovuti alla fortissima ostilità del mondo capitalistico (capitanato dagli USA) che spinsero l'URSS a spendere moltissimi capitali in armamenti, e oltretutto per tutti gli anni ottanta i russi dovettero mantenere l'esercito intrappolato in Afghanistan, poiché l'amministrazione Reagan aveva buon gioco a fomentare e sostenere la guerriglia afghana (tra l'altro erano fanatici islamisti!) e ciò creò quello che venne definito il Vietnam sovietico, con ulteriori risorse destinate al capitolo militare. In un'economia capitalista come quella americana il destinare risorse agli armamenti è funzionale al sistema, poiché crea accumulo di denaro, mentre in un'economia socialista esso è deleterio, poiché dissipa risorse altrimenti destinate alla collettività. La cosiddetta guerra fredda fu in tutto e per tutto un conflitto autentico, in cui l'obiettivo, come in ogni guerra, è affossare l'avversario, abbatterlo economicamente, isolarlo il più possibile nelle relazioni internazionali. Inoltre, fatto molto importante, gli USA si rifiutarono sempre di esportare tecnologia informatica in URSS, poiché ovviamente non si voleva che una nazione con cui si era in lotta si sviluppasse. Se poi vogliamo ancor di più entrare nei dettagli, si può dire che il sistema entrò in crisi per altri fattori che con il socialismo nulla hanno a che vedere, ma che testimoniano semmai l'allontanamento progressivo dell'URSS da quel modello nell'epoca post-staliniana: a partire dagli anni sessanta (riforma del 1965) si introdussero pian piano degli elementi di economia di mercato soprattutto nelle campagne all'interno dell'economia pianificata, ma questo creò dei conflitti di interesse tra queste due economie parallele, con maggiore difficoltà nella pianificazione e quindi caos; la liberalizzazione capitalistica "soft" operata da Gorbaciov poi non funzionò e vide semmai aggravarsi i problemi sino ad un vero crollo economico sotto il governo di Eltsin (capitalismo restaurato), quindi a rigore si può persino capovolgere il discorso e dire che non ha funzionato il capitalismo invece del socialismo. Pensa che negli anni novanta l'aspettativa di vita in URSS scese dai 67 anni di età sino ai 59, e ciò indica come ci fosse molta più miseria sotto il capitalismo che prima.