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Messaggi - Apeiron

#601
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
11 Ottobre 2017, 13:06:53 PM
Ieri ho detto a @sgiombo queste parole a riguardo della "virtù" e della possibilità di realizzarla (direi che è piuttosto in tema  ;D ):
"D'altronde credo che sia un problema millenario: ok conosciamo cosa significa essere "virtuoso" ma è evidente che molti "in questa vita" (ossia per gli anni che abbiamo a disposizione) non riusciranno mai ad essere virtuosi visto che in ogni caso non è ovviamente facile come "cammino". D'altro canto però è anche bene avere come obbiettivo "la virtù" altrimenti si rischia che l'"uomo tirannico" che è in noi - usando l'espressione di Platone - agisca in modo indisturbato. Qualche mese fa leggevo su internet se i buddhisti ritenevano che "il Risveglio" è questione o meno di fortuna (visto che in pochi in questa vita si liberano) ? La risposta se non ricordo male era che ciò era in parte vero ma veniamo salvati da tale "sfortuna" dal fatto che "la morte non è la fine". Analogamente anche Kant "postulò" una vita dopo la morte per questo motivo (o un motivo simile). D'altronde a meno che per dire non siamo già "predisposti" il divenire "perfetti" per noi è un'impresa se non impossibile, davvero difficile (e anche si va per certi versi a "fortuna". Per esempio se domani un asteroide cadesse vicino a dove abito, non credo che mi rimarrebbe quel poco di comportamento "virtuoso" che ho (o credo di avere  ;D ).). E se uno nasce in un contesto (anche dettato dalla propria interiorità) che lo fa tendere a ciò che "non è virtuoso"? Mah... altro mistero della vita  :(  sono considerazioni come questa che mi fanno pensare che "qualcosa" di "oltre" ci sia.""
Anzitutto introduco il tutto dicendo che non era niente di che, appunto sono quei malanni che tra autunno e primavera vengono e vanno (anch'essi sono piuttosto impermanenti e fugaci, tant'è che da piccolo cercavo di "studiare" le sensazioni che mi provocavano e cercavo di trovarne una regolarità nel loro comportamento - ovviamente i risultati di quelle ricerche erano piuttosto modesti  ;D )
Leggendo il tuo ultimo messaggio mi sono reso ancora più conto di quanto "sono misero" ( ;D ). Ieri mi pareva che stesse arrivando una sorta di "parainfluenza" ma oggi come un bolla si è dissolto, sto meglio ecc. Ebbene per quanto riguarda la respirazione ieri era un po' difficoltosa e quindi questo mi distoglieva l'attenzione. Il problema è che seppur credo che sia vero quanto tu dici, ossia che il dolore può essere utilizzato come strumento di meditazione. Eppure ritengo che sia molto difficile. E anzi o malattie o circostanze di vario tipo possano impedire la pratica meditativa (sia laica che monastica. Monastica soprattutto visto che le regole mi paiono molto ferree. Ovviamente hanno chiaramente un loro senso  ;D ). Per questo motivo mi è venuta in mente l'idea per cui il ciclo delle rinascite possa essere visto nel buddhismo come una sorta di "corso pedagogico", ossia che finché non siamo davvero pronti dobbiamo rinascere. Poi ad un certo punto si può sperare almeno nell'Entrata nella Corrente. Ma l'austerità del buddhismo da questo punto di vista non sembra scendere a compromessi. Quasi che dicesse: muoviti a fare tutto adesso altrimenti poi potranno passare molti kalpas prima di ....  :-\  o forse mai  :-\ in ogni caso questo è in parte il discorso che mi ha fatto pensare che anche nel buddhismo c'è una sorta di "Fato" come per esempio la ciclicità del Dhamma, i buddha passati e futuri... Ossia che la realtà è "densa". E forse prima di poter "liberarci dell'io" forse si deve arrivare a "raffinare" il suo senso di identità e di appartenenza. Solo allora forse sarà pronto per...

Sulla questione della morte. Sì concordo che c'è una differenza e che tale differenza con le culture abramitiche. Assumo che una visione simile la abbiano anche il daoismo e il buddhismo (almeno lo Zen visto che Dogen dice che "La Natura di Buddha è l'Impermanenza" ma anche Nagarjuna secondo cui "i limiti del samsara sono i limiti del nirvana") Tuttavia ci sono anche somiglianze almeno con l'unica che in parte conosco, il cristianesimo. Per esempio il "Re della Morte", Mara, è "l'ultimo nemico" e il Nirvana è descritto come "il senza-morte". Descrizione simili per Dao e Brahman. Ad ogni modo la differenza potrebbe essere questa: mentre per gli orientali il "nemico" sono le nostre stesse illusioni, per la visione abramtica è "un altro" e lo stesso vale per l'Amico. L'Alterità, il riconoscimento dell'"io-tu", ossia il valore alla persona nella sua unicità e nella sua particolarità è un tema assai sviluppato nelle religioni abramitiche mentre la "dissoluzione", il raggiungere lo stato del "legno non scolpito" è il tema delle cosiddette "vie di liberazione". Espresse in questo modo la loro visione è completamente diversa. Ma a mio giudizio questa diversità rende ancora più "stravolgenti" le somiglianze inattese ;)  


P.S. Rispondendo al tuo "P.S." no purtroppo non so nulla.
#602
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
10 Ottobre 2017, 22:48:04 PM
Ho ancora pensato alla questione dello status ontologico del Nibbana (e la relazione con "Anatta") e ho trovato anche questo link che pare utile (oltre che dire le stesse cose che afferma Il Sari) https://what-buddha-said.net/library/Wheels/wh011.pdf ... ok ancora non capisco la differenza tra una visione "positiva" del Nibbana (almeno come tipo l'"Essere" di Parmenide per intendersi...) e dire che "non deve essere compreso come semplicemente non-esistenza". Ma sarà un mio limite ;D

Curiosità. Stasera mi sembra che mi stia vendendo un qualche malanno e stavo meditando su quanto il fatto di star male fisicamente impone restrizioni sulla vita, qualsiasi cosa si voglia fare (ok lo so è solo un normale malanno ma quando parto per la tangente ahimé non mi ferma nessuno  ;D ). Il che mi ha fatto riflettere e mi è sorta questa curiosità (forse un po' fuoriluogo): ma che succede a chi non ha la salute fisica per fare il monaco? Voglio dire i precetti del tipo "mangia al massimo 2 volte al giorno e chiedi solo cibo in elemosina" (e altri) chiaramente "funzionano" solo se si è in buona salute. Così come ad esempio chi non può camminare non può fare la "meditazione in cammino". Quindi mi chiedo per curiosità: in questi casi la corsa al Risveglio è rimandata alla vita successiva? :( idem a chi magari sorge una qualche malattia grave. In questi casi si confida nelle rinascite? :(
#603
Citazione di: Sariputra il 10 Ottobre 2017, 20:06:38 PMRazionalità è anche vedere i limiti della ragione stessa. I suoi confini. Il suo perimetro se così si può definire. Ora, sarebbe perfettamente assurdo usare un cucchiaino da caffè per scavare un canale o un bacino idrico. Per l'eventuale credente in un ipotetico Dio o in una dimensione trascendente significa ritenere che bisognerebbe disporre almeno di un escavatore per una simile opera. E' in questo senso, suppongo, che va interpretata la famosa frase biblica "I miei pensieri sovrastano..." Se invece un razionalista ritiene che non è accettabile nulla che non sia dimostrabile e verificabile dalla ragione umana posso solo dire: "Bien" parafrasando un famoso pilota asturiano... ;D Se mi trovo in una giungla e vengo assalito da una tigre, il mio bene sarà riuscire a sfuggirle. Per la tigre però sarà il suo male, visto che non avrà di che mangiare. Ciò che l'uomo vede come suo bene o come suo male, potrebbe non essere quello che un ipotetico Dio considera come il suo bene o il suo male ( disponendo dell'escavatore...). Quindi non penso ci sia vaghezza , ma tentativo di uscire dalla limitata prospettiva umana ( eppur si sale intravvedendo il profilo del prossimo scalino...questa sì che è vaga... :)).

Concordo con quanto dice @Sariputra.

@Sgiombo ed @epicurus: la vostra argomentazione è corretta. Sono le premesse discutibili. Non credo di continuare per ora la discussione perchè non mi viene in mente nulla di nuovo da dire per "favorire" la posizione a voi "contraria". E per farlo dovrei ripetere gli stessi concetti che ho già scritto, quindi ritengo che ciò sia inutile. Probabilmente non mi esprimo io chiaramente.

Per quanto riguarda gli esempi geometrici ammetto di aver fatto una brutta figura (capita quando uno cerca a forza di fare paragoni...). Sarebbe stato meglio questo: non si può utilizzare la geometria del piano per dare una descrizione di quella dello spazio tridimensionale (per non tirar fuori Flatlandia). Per fare un esempio fisico: è come parlare dei fenomeni di fisica della materia utilizzando la fisica della teoria dei campi quantistici (anzi a volte usano lo stesso sistema di calcolo). Ci sono interessanti somiglianze, connessioni veramente inattese e che mi lasciano estasiato, ma non si può davvero comprendere una utilizzando i concetti dell'altra. Ma anche questi paragoni "scientifici" non riescono completamente a rendere l'idea. (E idem il discorso del "daoista" che ha creato più confusione che altro)

Su questo tema trovo interessante questo sito: http://www.roangelo.net/logwitt/goats-man-and-god.html (purtroppo è in inglese). Una lettura interessante e anche se non condivido in toto quello che c'è scritto (ossia non metto il link per dire che quella è la mia opinione ;)) è un interessante punto di vista. 

Probabilmente non so argomentare bene. Se non sono riuscito a dare un minimo di "credibilità" (ossia per non far ritenere completamente assurda una posizone che ho cercato di difendere) con le mie argomentazioni lascio fare ciò a qualcun altro.

Se mi verranno altre idee e se riuscirò ad esprimerle meglio tornerò su questo argomento. Altrimenti lascio così com'è la mia argomentazione  ;)
(portate pazienza ma non so veramente cosa aggiungere. Se aggiungessi qualcosa magari sarebbero cose senza senso o sarebbero causa di lunghi equivoci, quindi preferisco prendermi una pausa da questa discussione. Ci ritornerò quando sarò più fresco e  avrò idee nuove e/o nuovi metodi per esprimermi meglio).

@Sariputra "Ritorno sulla mia personale convinzione che siamo troppo influenzati dall'idea paolino/platonica di Dio e infatti l'obiezione ha senso solo all'interno della cultura monoteistica abramitica in cui la morte viene opposta alla vita. In altre concezioni in cui la morte non è che un aspetto del divenire della vita non ha senso." Qui non capisco io cosa intendi, quindi se ti va ti chiedo di approfondire la questione  ;D posso concordare che una mentalità greco-romana (più che "platonica") e la mentalità abramatica siano talvolta molto difficili da conciliare (vedi le obiezioni che fai alla teodicea...) ma non capisco perchè scrivi questa nota sulla "vita e la morte" (la "morte" è negativa un po' per tutte le tradizioni antiche) e non capisco perchè eguagli la mentalità greco-romana e quella paolina.


@Inverno: riguardo al "Governo di Dio" possono valere gli stessi discorsi che abbiamo cercato di dire io, Sariputra e Acquario.
#604
@sgiombo e @epicurus
"Razionalismo" non significa ritenere che i concetti che noi produciamo siano universalmente validi. Se non si riesce a capire la differenza tra "eguaglianza" e "somiglianza" non arriveremo mai a capirci. Sinceramente non mi pare una posizione meno "razionalista" di chi insiste sulla stretta uguaglianza (ma questa NON è una prova dell'esistenza di Dio ovviamente).


Qualcuno trova difficile la possibilità di realtà trascendenti. Comprensibile ma questo non significa che chi le ritiene possibili sia "irrazionale".

Per quanto riguarda la "morale" e l'agire nell'esempio del "saggio daoista"... beh in un certo senso "lasciare" libero è "agire".

Altro esempio: una retta potrebbe essere vista come una circonferenza di raggio infinito. Assurdo? Sì. Ma tant'è... E viceversa mandando il raggio di una circonferenza all'infinito... ogni punto dello spazio diventa il "centro". Assurdo? Sì.
#605
Citazione di: Kobayashi il 09 Ottobre 2017, 11:27:40 AMSì, in linea di massima ogni lavoro filosofico sembra articolarsi nei tre momenti di studio, creazione, critica. Tuttavia le differenze che dipendono dalla finalità specifica di ciascun lavoro sono tali che viene il dubbio se sia legittimo parlarne come se appartenessero alla stessa disciplina... Per esempio penso a Foucault, quel suo setacciare le tradizioni culturali e le istituzioni per comprendere come si sono formate le strutture del potere, poi penso a quei filosofi che invece hanno cercato di creare visioni del mondo da incarnare e da offrire ai lettori come consolazioni spirituali o qualcosa del genere. La bella immagine della ricerca della vena d'oro, che hai utilizzato tu, ricorda naturalmente l'alchimia, che è forse la tradizione che incorpora tutte le contraddizioni che la filosofia ha sempre tenuto celate nella propria pancia: trasformare realmente la materia grezza in oro, ottenere realmente il potere di cambiare il mondo, fuori da ogni metafora, e nello stesso tempo, ritrarsi dal mondo, rientrare nella dimensione metaforica, simbolica, e intendere il proprio lavoro di alchimista come perfezionamento di se', come purificazione interiore. Insomma, una continua oscillazione tra due poli: quello della realtà da comprendere e trasformare, e quello della vita da contemplare con i suoi simboli.

Per essere sincero  non avevo in mente l'alchimia. Il mondo è davvero piccolo, ho usato l'oro semplicemente per dire che il fine della filosofia è qualcosa di "valore". Concordo che la filosofia è fatta di lavori molto diversi tra di loro ma mi pare che il mio "format" delle "tre parti" sia abbastanza "universale" (ma non pretendo ovviamente che lo sia)  ;) Ma forse questa tripartizione non vale solo per la filosofia e quindi è troppo generica  :(
#606
Presentazione nuovi iscritti / Re:Elia, presentazione
10 Ottobre 2017, 16:03:20 PM
Citazione di: Elia il 09 Ottobre 2017, 18:23:20 PMCiao Apeiron, innanzitutto ti dico che per me rientri tra gli utenti che leggo con molto interesse, perché sai arricchire con sincerità e intelligenza ( e senza presunzione) gli argomenti e li affronti un po' tutti, con equilibrio e saggezza. Non saprei, ma il vecchio forum mi sembra fosse anche impostato meglio. Si trattavano piú argomenti e con una maggiore possibilità di spaziare tra gli stessi con vero amore per il dialogo reciproco. Qui invece mi sembra tutto piú ristretto, il dibattito mi sembra piú forzato e delimitato, quasi a voler incanalare il discorso secondo un solo modo di vedere. Secondo la mia esperienza chi ha cultura sa spiegarsi cosí bene, con una tale chiarezza (in quanto padrone dei concetti che esprime) che può comprenderlo anche un bambino, qualsiasi argomento affronti. Non so se si può dire la stessa cosa su alcuni topic che ho letto. Sí, mi trovo d'accordo anche con altamarea e sgiombo. E ancora... non so, uno strano fenomeno, forse soffro di allucinazioni, ma a volte mi è capitato di leggere dei post che poi vado a cercare per rileggerli e non trovo piú.

Ti ringrazio innanzitutto dell'apprezzamento  :)  però non sarei così sicuro che chi sa qualcosa è anche in grado di spiegarla. Conosco gente che sa le cose ma ha difficoltà a farsi capire (e anche io non è che sono in verità una cima a farmi capire eh   ;D ).


Ho dato un'occhiata al vecchio forum e devo dire di concordare. Ma ahimé il motivo secondo me è il calo del numero di utenti attivi. Ma qui non è che ci possa fare molto se non cercare di fare delle discussioni interessanti e sperare che qualcun altro si unisca  ;)
#607
@sgiombo, credo che mi abbia risposto a sufficienza Sari (e mi unisco anche io ai festeggiamenti  ;D  che novità essere d'accordo  ;D ). Il problema è che anche "altruismo" può essere vissuto come una parola vuota, una mera "legge" morale (etica? bah non so più che parole usare visto che non so se do il significato giusto alle parole  :( ). Ma l'etica invece riguarda la motivazione, a "quello che viene da dentro"...
Ossia chi si occupa dell'etica studierà bene il proprio "ethos", la propria interiorità e cercherà di capire perchè un comportamento altruistico (in genere) è migliore di uno egostico. Il problema dell'egoismo è che tende a dare un'importanza sproporzionalta all'Io, il quale diviene una sorta di tiranno - motivo per cui solitamente un comportamento "altruistico" è più impegnativo, richiede solitamente più sforzi e rinunce di uno egoistico. Motivo per cui è anche più "facile" e quindi chi segue un comportamento egoistico sembra più felice.

Spero di aver risposto a dovere e in modo completo (lo stesso spero che valga per l'altro argomento "sull'etica"  ;)  )
#608
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
10 Ottobre 2017, 15:50:02 PM
@Sgiombo l'obiezione che mi sollevi è molto interessante. D'altronde credo che sia un problema millenario: ok conosciamo cosa significa essere "virtuoso" ma è evidente che molti "in questa vita" (ossia per gli anni che abbiamo a disposizione) non riusciranno mai ad essere virtuosi visto che in ogni caso non è ovviamente facile come "cammino". D'altro canto però è anche bene avere come obbiettivo "la virtù" altrimenti si rischia che l'"uomo tirannico" che è in noi - usando l'espressione di Platone - agisca in modo indisturbato. Qualche mese fa leggevo su internet se i buddhisti ritenevano che "il Risveglio" è questione o meno di fortuna (visto che in pochi in questa vita si liberano) ? La risposta se non ricordo male era che ciò era in parte vero ma veniamo salvati da tale "sfortuna" dal fatto che "la morte non è la fine". Analogamente anche Kant "postulò" una vita dopo la morte per questo motivo (o un motivo simile). D'altronde a meno che per dire non siamo già "predisposti" il divenire "perfetti" per noi è un'impresa se non impossibile, davvero difficile (e anche si va per certi versi a "fortuna". Per esempio se domani un asteroide cadesse vicino a dove abito, non credo che mi rimarrebbe quel poco di comportamento "virtuoso" che ho (o credo di avere  ;D ).). E se uno nasce in un contesto (anche dettato dalla propria interiorità) che lo fa tendere a ciò che "non è virtuoso"? Mah... altro mistero della vita  :(  sono considerazioni come questa che mi fanno pensare che "qualcosa" di "oltre" ci sia. Per esempio Schopenhauer era determinista ma aveva un chiaro (più o meno) concetto di "virtù"... ma come è possibile "sfuggire" a questa catena della causalità se ogni nostro comportamento è nella stessa catena? Postulando che si possa "uscire" dalla catena. Ma sinceramente credo che qui a meno di postulati addizionali non se ne esca - tra questi "postulati" ritengo che sia possibile metterci anche che qualcosa "in noi" sfugga dalla catena deterministica (o "probabilistica"). Finora nessun sistema filosofico mi pare essere riuscito a dare una risposta soddisfacente se non facendo assiomi o salti logici.

@Phil. In parte ti ho risposto rispondendo a @sgiombo. Ad ogni modo il motivo è più che altro motivazionale. Se davanti ad una scelta importante della vita sono già convinto che non ho libertà di scelta, come faccio a scegliere e dare importanza alla scelta? (scusami la ripetizione di parole...)
#609
Mah... Dire che "Dio è onnipotente, infinitamente buono..." non ci dice però come agisce.

Per esempio sul tema della libertà: supponiamo che Dio impedisse all'uomo di fare certe azioni... Si comporterebbe in modo errato o in modo giusto?
Se io costringo "X" (agente dotato di libertà di scelta) di scegliere quello che voglio io farei una cosa giusta o no?

E ora faccio casino introducendo il daoismo ma ahime mi vedo costretto a farlo. Nel daoismo il "saggio" non considera le "diecimila creature" come sue e per questo motivo non impone la sua volontà su di esse. Le lascia vivere (il che, nel caso umano, singifica anche lasciare la libertà di scegliere male). Secondo voi il saggio "daoista" è "buono", "malvagio", sia "buono" che "malvagio", nessuno dei due, perchè?

Il problema della teodicea è questo: noi ci costruiamo un concetto di bene e cerchiamo di "imporlo" a Dio. Se questo non ci soddisfa allora diciamo allora "Dio non esiste" (o peggio la posizione per cui "dio" è malvagio). Queste discussioni ci fanno capire cosa "buono" al "livello" divino non significa. Ma questo per un credente sarebbe troppo poco perchè d'altronde non può credere in un qualcosa di cui si parla solo in modo negativo. Così esiste anche il "lato catafatico" della teologia per cui invece noi sappiamo che Dio ha certe "caratteristiche", per cui ad esempio possiamo affermare che Dio è "più simile" all'"uomo buono" (d'altronde se saremo in Comunione con Dio e questo è descritto in modo positivo, mi aspetto che in un senso importante sia vero che "si sta bene"...) rispetto all'"uomo malvagio" (ossia la Comunione con Dio non mi farà star male...). La teodicea non regge perchè si dimentica il lato "apofatico" di tutta la questione...

Diciamo che è una proposizione logicamente indecidibile  ;D
#610
Citazione di: paul11 il 09 Ottobre 2017, 15:10:33 PMAperion è più facile essere uomini saggi o uomini "animali"? Detto altrimenti: è più facile che la morale vinca sull''egoismo o viceversa? Non parleremmo di morale senza sapere che sono esistiti e sicuramente anche oggi esistono, nonostante tutto, persone che "per scelta di vita hanno appunto scelto "l'Essere che l'Avere" ( " mimando" un vecchio libro oggi probabilmente demodè di E.Fromm). Sostengo che l'egoismo è più forte della morale nell'impulso umano, ma può essere vinto. La morale non ha una ricompensa diretta, l'egoismo sì. Quello che molto pragmaticamente accade a tutti noi è un compromesso fra il sistema condizionante cultura-economico-sociale del "tutti contro tutti"e il desiderio di non perdere la nobiltà d'animo, perchè non vogliamo abbruttirci in toto, perchè sappiamo "fermarci in tempo". Oggi quindi si parla di un "sano egoismo" dico purtroppo, perchè la morale dell'egoista è arrestarsi prima di un cinismo assoluto; questo implica che c'è comunque sempre un barlume quanto meno di empatia, di pietà, che non è ancora morale o quanto meno non lo è più o lo è sempre meno .

Ho voluto essere provocatorio appositamente per dimostrare come @socrate78 nella sua critica alla morale abbia sia ragione che torto ;D . Concordo che bisogna almeno essere "egoisti sani" e già questo purtroppo mi (ci?) è tremendamente difficile (e complimenti a chi riesce!). Però secondo me tu stai parlando di "etica" più che di "morale". La "morale" per quanto ho capito il significato del termine è un sistema di regole e di definizioni di "giustizia" convenzionali. Per esempio la morale di leggi dittatoriali la considero "morale" ma "non etica". L'etica credo che riguardi l'eccellenza dell'individuo (Eraclito: "ethos anthropoi daimon"), la morale invece potrebbe andar contro l'etica. Motivo per cui mentre ritengo che per sfuggire alla barbarie la legge sia necessaria, ritengo che per così dire la "vera legge" si trovi nei nostri "cuori" ("ethos"). Ovviamente spesso chi parla di "coscienza morale" usa il termine "morale" in modo uguale alla mia concezione di "etica". Quindi ahimé credo di aver creato un equivoco  ;D
#611
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
09 Ottobre 2017, 15:15:26 PM
Citazione di: altamarea il 09 Ottobre 2017, 12:13:56 PMMozione d'ordine. :) Mi sembra che state usando in modo indifferenziato i termini etica e morale. Per quanto ne so nel concetto di etica c'è un contenuto filosofico, perché studia e valuta la morale, le norme condivise in una società, esamina i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di dare uno status deontologico ai comportamenti degli individui. L'etica suggerisce anche come discernere il bene e le modalità per attuarlo, quali i criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane. Invece la morale riguarda l'agire, il comportamento umano, considerati in rapporto all'idea che si ha del bene e del male: per esempio giudizio morale. Sbaglio io ?

A mio giudizio la morale coincide con le leggi. La morale per questo motivo la ritengo più un fatto convenzionale, magari che mira ad un fine.

L'etica invece si occupa di trovare l'"eccellenza" della persona (per esempio "ethos antropoi daimon" di Eraclito).

Concordo però con te che le due sono confuse e io stesso non ho idea se sto usando in modo corretto le parole  ;D ovviamente ritengo più importante l'etica perchè la morale è qualcosa di "esterno" mentre l'etica riguarda qualcosa di "vissuto". Però è anche vero che si parla di "coscienza morale..." come si parla dell'ethos, quindi non so se dico bene.
#612
Di per sé il termine morale significa semplicemente un insieme di regole che distinguono ciò che è "giusto" da ciò che "non è giusto", ergo si potrebbe benissimo avere una morale egoistica come nel caso dell'edonismo.

Ma non è quello che socrate78 voleva sentirsi rispondere. Quello che vuole sentirsi rispodere (penso) è se è possibile avere davvero un comportamento verso l'altro senza il desiderio "egoistico", ossia per esempio comportarsi verso l'altro con "amore disinteressato", come affermano svariate religioni e filosofie. Da un punto di vista teorico in sostanza questo richiede che nelle azioni non si cerchi alcun vantaggio personale e quindi le azioni stesse in tale stato ideale non sarebbero fatte senza "preoccupazioni" individuali e quindi in ultima analisi sarebbero "spontanee" e "senza sforzo". Ora quando si pone un tale di tipo di ideale bisogna capire se è un ideale con una differenza quantitativa o qualitativa rispetto al "reale" da dove si parte. Nel caso delle azioni umane "normali" cerchiamo il vantaggio personale: ad esempio studiamo per imparare, mangiamo per tenerci in vita e anche per il gusto di mangiare.... Ergo un uomo simile avrebbe rispetto a noi una differenza qualitativa rispetto all'uomo "reale".

Ora è possibile stabilire se un uomo ha raggiunto o meno l'ideale del completo disinteresse (ossia se ha trasceso o ridefninito l'io (per esempio se uno mette il proprio interesse come l'interesse dell'umanità)  ;) )? Ovviamente no. Un tale essere umano tuttavia apparirebbe sempre senza preoccupazioni, proverebbe magari dolore ma sarebbe libero dall'attaccamento (ossia dal volere per sé qualcosa) e dall'avversione (bramare altro...), sarebbe completamente privo della paura della morte... Si può vedere se un uomo si avvicina a questi "stati". Ma con un'analisi razionale possiamo vedere che è tremendamente difficile - se non impossibile - trovare un uomo simile. Ergo è più probabile che un uomo cerchi di tendere a quell'ideale senza mai effettivamente raggiungerlo. Se un tale uomo con tutto l'impegno tende a tale ideale si vedrà in lui un onesto impegno e un onesto sforzo, avrà molti scrupoli e molte preoccupazioni (ossia una descrizione che pare opposta a quella del "realizzato"). Ma aspetta... non sto andando quasi fuori tema? Non era d'altronde richiesto un'opinione su una morale di regole, premi e punizioni e non sto descrivendo l'etica (ossia lo studio dell'ethos) invece dello studio della morale (ossia l'insieme delle regole)?

E così ora possiamo analizzare la morale. Esiste dunque il disinteresse nel caso delle morali "sociali"? No. Come ben socrate78 afferma ad esempio il capitalismo chiaramente mira al "vantaggio" degli imprenditori ecc. Ergo non può esistere veramente una morale che dal "reame politico-sociale" finisca per entrare nel "mondo interiore" dell'uomo. Perfino la morale più "altruistica" se prevede "ricompense" di qualsiasi tipo per chi la rispetta diventa "egoistica" (e qui ha ragione Nietzsche... troppi si comportano in modo "giusto" perchè anelano alla sola ricompensa e non fanno "il giusto perchè è giusto" ma fanno "il giusto perchè da ricompensa"). Concludo dicendo che quella che si salva dalla critica di Nietzsche non è la morale bensì è l'etica in quanto è l'etica ciò che farebbe "il giusto perchè è giusto" (ossia mira al giusto-in-sé). La ricompensa arriva in un secondo momento come "speranza" per chi è "giusto"...

L'etica vera secondo me è una "cosa che si sente da dentro". Motivo per cui associo all'etica come "purezza del cuore" e simili.
#613
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
09 Ottobre 2017, 10:18:43 AM
@paul11, ovviamente sono d'accordo con te che anche la scienza come tutto il resto del sapere umano è condizionato dalla società ecc. Ma le teorie scientifiche odierne non contemplano la presenza del libero arbitrio, sia se si abbraccia l'indeterminismo sia se si abbraccia il determinismo in ogni loro forma (e lo stesso vale per le teorie filosofiche). Motivo per cui il libero arbitrio è da consierarsi un assioma, un postulato pratico per cui riuscire a parlare di "responsabilità" ecc (oltre che suggerito dall'evidenza "sperimentale", nel senso che ogni giorno dobbiamo scegliere e talvolta - anzi per certe persone quasi sempre  ;D  - le scelte sono estremamente difficili). Non credo anzi che si possa riuscire a costruire un sistema formale di natura fisica o metafisica che dimostri la possibilità del libero arbitrio. L'unica strada è d'altronde porlo come assioma.

E tra l'altro il libero arbitrio richiede un qualche tipo di "separazione" dell'"io" dal "resto del mondo". Altrimenti è impossibile parlare di scelte! Ma davvero è possibile fare una teoria della natura scientifica o metafisica e da principi generali riuscire a ricavare la presenza di una qualche forma di libero abitrio? A mio giudizio l'unica possibilità è ricorrere ad un postulato.
#614
Presentazione nuovi iscritti / Re:Elia, presentazione
08 Ottobre 2017, 17:06:33 PM
Anzitutto benvenuto  :)

Lasciami però chiederti una curiosità!
scrivi: "ho letto già molti post e l'ho anche confrontato col vecchio, quello ormai chiuso e in sola lettura, e mi sembra però piú  interessante quello (ahimè) andato."... ti riferisci al "tenore" delle discussioni, agli argomenti trattati, alla quantità degli stessi...?  ;) E perchè?  ;D (sei libero di non rispondere se ritieni ad esempio che la risposta sarebbe troppo lunga)

P.S. Te lo chiedo solo perchè una critica costruttiva a mio giudizio è sempre utile, sullo spirito degli ultimi messaggi di questo argomento: https://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sul-viaggio-e-in-viaggio/hotel-logos-533/. Se ti va puoi anche dire la tua in quell'argomento (o almeno credo che sia possibile farlo :) )
#615
Scienza e Tecnologia / Re:La massa dell universo
08 Ottobre 2017, 17:02:52 PM
ESSERE IMMORTALE
Ps: secondo me vale la pena aprire un topic per ogni argomento anche perché ogni domanda può portare a infiniti mondi diversi e non basterebbe un solo topic per spiegare tutto...oltre tutto ogni argomento sarebbe più facile da trovare
APEIRON
Sì chiaro. Non è sbagliato anche questo, anzi è un ottimo punto di vista  ;) mi ero dimenticato di aggiungere "in my humble opinion"  ;D ovviamente rispetto la tua opinione. Fai come preferisci!



Per quanto riguarda le tue domande. Cerco di rispondere una ad una

In cosmologia la massa risulta costante solo se avessimo un universo statico? In tal caso Ma perché? 
(Attenzione: io parlo di massa come quantità assoluta e non densità di massa); la quantita di massa che si è creata in principio è variata a livello cosmologico?

Il teorema di Noether che ho citato parla della quantità globale (o totale) di energia (o di massa-energia ;) ). Se la geometria dell'universo restasse invariata nel tempo allora si avrebbe la conservazione dell'energia. Ma in questo caso NO (a meno che non si associ energia al campo gravitazionale. Ma farlo crea problemi in quanto il campo gravitazione è la curvatura dello spazio-tempo e quindi definirne una densità è alquanto problematico  ;D ). Pensa ad esempio al "redshift": il fotone che si "allunga" (ossia aumenta la sua lunghezza d'onda) perde energia. Quindi se l'universo si ingrandisce... Ok comunque fai conto che la cosmologia è la scienza in cui il laboratorio è "tutto l'universo" il che già è un concetto alquanto problematico (ergo sono scettico anche io su alcune mie informazioni  ;) ).


In relatività,  invece, si può parlare di conversione massa-energia (come giustamente tu dicevi nel caso della quantità di moto, oppure un corpo che viene accelerato da una sorgente massiva, ecc)....Ma ad esempio la gran parte della massa di una stella rilascia fotoni e neutroni (radiazioni), quindi la massa diminuisce.....Ma questo che legame può avere con la cosmologia? È solo una visione locale? Nel complesso tende tutto alla radiazione?
La cosmologia moderna si fonda sulla relatività generale, ossia si impone all'intero universo di rispettare una certa geometria e se ne prevedono le conseguenze. Sull'altra domanda ti risponderò quando avrò più tempo perchè la risposta è molto complessa e si devono prendere molti punti di vista (ma in genere la componente dominante dell'universo sarà per i modelli attuali l'energia oscura).
Per iniziare puoi vedere https://en.wikipedia.org/wiki/Timeline_of_the_far_future.


Penso di avere posto un bel quesito su cui ragionare ma forse sono io che ho le idee confuse......
Hai posto certamente un bel quesito. E credo che anche i più grandi cosmologi abbiano le idee alquanto confuse  ;)  non è certo un difetto!