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Messaggi - Lou

#601
Citazione di: Apeiron il 09 Maggio 2017, 23:06:00 PM@paul11/@Lou. Aprite una discussione interessante. Il Dubbio dunque è un esercizio filosofico o devo renderlo una pratica di vita?
A mio parere l'esercizio del dubbio è una esperienza irrinunciabile in quanto costitutiva dell'essere umano, una fisiologia propria del pensare e, oltre a quanto affermato da paul che condivido,  propulsiva per soffermarsi e sviluppare interrogazioni, verso sè stessi, il mondo, le relazioni, il proprio agire, le proprie credenze ed esperienze verso tutto ciò che diamo per scontato convintissimi e certi di agire sapendo quel che stiamo facendo e pensando sia in svolto in tutta autonomia, quando forse sono i saperi, gli abiti mentali,  dispositivi precostituiti e automatismi che ci agiscono più di quanto sospettiamo.  Detto ciò, trovo tuttavia, che nel momento in cui questo esercizio non individua alcuna necessità di sopensione avvitandosi su sè stesso, ritengo che la vita pratica e quotidiana e ovvia risulterebbe del tutto inagibile.
#602
l'ho presa a imprinting per un'alba. =.=  Il re dei colori deve essere un burlone.
#603
Citazione di: Apeiron il 08 Maggio 2017, 21:42:43 PM
"Secondo la Bhagavadgita, è perduto, per questo mondo e per l'altro, colui che è «preda del dubbio», quello stesso dubbio che il buddismo da parte sua cita fra i cinque ostacoli alla salvezza. Perché il dubbio non è approfondimento, bensì ristagno, vertigine del ristagno..."

E io sono il "campione del dubbio", totalmente "impossessato" da esso. Mi servono evidenze, mi servono prove, la curiosità mi spinge continuamente a farmi domande e il dubbio mi ridesta dalle (false?) convinzioni che inevitabilmente mi faccio. Se la Verità è l'obbiettivo (irragiungibile) della ricerca filosofica (e umana in generale...), il dubbio è quello che ci permette di non ancorarci a mete temporanee. Per esempio Buddha cominciò a dubitare della propria "salvezza" quando ebbe quello che io definisco il primo risveglio: l'emozione del samvega (non spiego il significato perchè a volte penso di non esserne all'altezza, in italiano si può tradurre con "trasalimento"). Ma il dubbio è insidioso e maligno perchè distoglie da ogni percorso umano. Se si dubita di riuscire a trovare lavoro è quasi certo che non si riuscirà a trovarlo, se si dubita di sé stessi non si riuscirà a "fiorire", se si dubita di un cammino spirituale ci si blocca, se si dubita della propria capaicità artistica non si fanno più opere. Il dubbio è il nemico di ogni azione, buona o cattiva che sia. Sempre lì insidioso ad ogni pensiero, parola o azione il Dubbio è pronto a travolgerti. E più uno è attivo, più uno è vitale e più uno si impegna nel cammino, più il dubbio cerca di schiacciarlo e bloccarlo.

Come tutte le cose il Dubbio può portare buoni e cattivi frutti. Il Dubbio è l'unoco strumento per smascherare la falsità o per riorganizzare la propria prospettiva (ad esempio grazie al dubbio uno può avere un rapporto più autentico con una qualsiasi religione). MA il dubbio è anche sempre lì, meschino, pronto a ingannare. Si prende gioco di noi e ci fa continuamente pensare cose che non vogliamo. Ci vuole fare fare arrendere, bloccarci la strada.   

In sostanza la filosofia è in un certo senso "dubitare, testare, mettere in discussione". Si può davvero "mettere in discussione" in continuazione? La filosofia dunque può passare dall'essere uno slancio per il miglioramento all'essere il ristagno assoluto, la catena che non si riesce più a spezzare perchè ormai la si ama troppo, quasi fosse una sorta di "Sindrome di Stoccolma"? Ebbene sì, il dubbio diventa un problema perchè in fin dei conti lo amiamo troppo, ma tale amore nasconde un artiglio. Il ristagno.

Come vivete voi l'esperienza del Dubbio?
Dipende che dubbio, a mio parere, cerco di spiegarmi.
Penso che il dubbio filosofico, di cui la cifra emblematica per me è lo scetticismo in ogni sua forma è un dubbio per principio irrisolvibile. Ma è anche un dubbio di carta, puramente teoretico che appartiene alla vita e all'attività del pensiero e si gioca nella stanza isolata delle riflessioni filosofiche e che, agli occhi della vita quotidiana pregna di credenze e certezze entro cui si muove, potrebbe risultare ridicolo, folle e ozioso e del tutto ininfluente rispetto alle azioni pratiche che comumente agiamo e che si muovono entro un sapere che per vivere non mettiamo in discussione e che nella sua ovvietà non ne rendiamo certo conto. Se ti incontro per strada non è che ti dico, "so che esisti", ma semplicemente ti dico "Ciao" prendendo e assumendo per scontato e certo il sapere della tua esistenza. Come scettica invece le cose "magari" andrebbero diversamente, sempre che ci siano cose che vanno, cose e andare e che di ciò si possa saperne la verità.
Diversi sono i dubbi ordinari e quotidiani e le incertezze non scettico/filosofici con cui abbiamo a che fare, questi sono risolvibili e li risolviamo continuamente e praticamente, li decidiamo e se non riusciamo a risolverli e deciderli, effettivamente, rimaniamo immobili e ristagnanti e in preda ad una angoscia che immobilizza l'azione. A livello pratico la certezza (che come scettica non mi nego la possibilità che possa esser del tutto infondata) ha la meglio su ogni skepsi, al di là di ogni ragionevole dubbio.
#604
Perchè le ritieni assemblabili?
#605
Ehm, a dire il vero questo lo trovo forum a bassissimo tasso polemico e tranquillissimo nelle discussioni.  :D Si poi i miei modi e toni sono perfettibili, mi impegno dai a migliorare ( però detto francamente io quella domanda che ho posto la considero legittima da fare, dovrei proprio autocensurarmi per non farla).
#606
Allora innanzitutto chiarisco a Far che leggendo questo nel primo topic:
"Tuttavia, rileggendolo adesso mi pare evidente che non possa essere stato scritto da una ragazzina, da una quattordicenne/ sedicenne. La mano sapiente di un adulto si vede, eccome!
Del diario vero e proprio non c'é quasi nulla. Molte espressioni e riflessioni della protagonista mi sembrano spudoratamente opera di un adulto: sono troppo maturi per una ragazzina... per quanto intelligente possa essere. Dunque, per me èun falso.


P.S.: Pensate a quanti rimaneggiamenti simili vengono realizzati per raccontare gli avvenimenti storici... D'altronde, se la storia viene scritta dai vincitori..."


la domanda che ho posto mi è venuta spontanea proprio in ordine di due ragioni:

1)che anch'io leggendolo ho avuto l'impressione che alcune riflessioni svolte fossero assai mature, ma da ciò non sono giunta d'amblè a decretare la falsità del testo: le congetture proponibili per rendere conto di questa maturità riflessiva sono molteplici e al di là della mia impressione, volevo appunto avere indicazioni su sguardi critici, dato che sulla stesura dell'opera sono stati svolti studi recenti di cui non sono aggiornata di cui magari qualcuno era a conoscenza, che non solo condividessero, ma  supportassero (o smentissero) con analisi più approfondite questa impressione in modo da poter eventualmente renderne conto e sviluppare quale ipotesi possa essere la più plausibile per questa maturità che traspare nel testo. Io son fatta così non mi accontento della impressione di semplice lettrice quale sono, e non essendo nè una storica nè una letterata, mi riservo il dubbio che le impressioni che il testo mi da corso possano anche essere una cantonata per una mia mancanza o erronea comprensione da un lato, e dall'altro, non avvalorare senza elementi una ipotesi o l'altra per rispondere di quella che a me pare una evidenza di maturità.  Perciò se ho domandato l'ho fatto per questo e per estendere non solo a una mia impressione o al mio sguardo da quel che mi era parso essere il titolo del topic, non per malafede o poco rispetto per l'interlocutore: che ne so visto che è anni che non leggo studi a riguardo magari mi ero persa nuovi elementi emersi  per poter avvalorare che so, l'ipotesi della "dettatura" (faccio un esempio) o che so io, attraverso analisi comparative più approfondite con gli originali (che non ho mai fatto in prima persona e cmq ben mi cimentassi ora necessiterei di un traduttore perchè la lingua originale non sono in grado di leggerla) magari ne è uscito che Otto ha inserito parti farina del suo sacco, in quel caso dando vita a tutti gli effetti a un altra opera in cui è coautore, oppure analisi scientifiche sui materiali o analisi calligrafiche hanno apportato nuovi elementi per chiarire, oppure è possibile che una ragazzina che fugge da quando ha pochi anni per le persecuzioni magari acuisce una spiccata e precoce sensibilità riflessiva e una maturità d'eccezione rispetto alle coetanee...
Per sguardo critico intendo anche questo, non fermarmi a me, è perchè ho io quest'evidenza e allora è così, e sviluppare e ascoltare anche chi magari più in gamba di me e magari passa la vita a condurre studi su questi aspetti.

2) L'altra ragione per cui ho domandato è che, data proprio l'enorme rilevanza simbolica dei diari e le molteplici versioni e il ruolo determinante che ha assunto nella formazione di una coscienza collettiva in merito ai nefasti eventi del secolo scorso e sapendo che il testo è stato strumentalizzato da negazionisti, revisionisti e via dicendo cercando di dimostrarne la falsità, un trend "critico" assai discutibile ( a parer mio ) e sapendo che i curatori delle varie edizioni sono stati molteplici, mi era parso corretto non, come Far legge a muzzo,  "che non dobbiamo esprimere le impressioni personali", ma anche ragionevolmente inquadrare la storia delle varie edizioni, gli apporti ed evoluzioni critiche che nel tempo sono stati compiuti, i vari curatori, i tentativi di destiturne per fini ideologici l'autenticità etc., oltre che esprimere le proprie sacrosante impressioni e pareri, mi pareva lecito avere una visione della complessità del problema e, non perchè sono una collaborazionista del sistema dominante e accetto tutto quel che mi viene detto, ma per me stessa (e ho evidentemente sbagliato a proporlo in forma di domanda in questo topic) esigo di avere una visione quanto più accurata possibile delle dinamiche in gioco, degli elementi che emergono dagli studi, per formarmi un giudizio (che può benissimo radicarsi ed essere stimolato nell'impressione della lettura come punto di partenza, ma è qualcosina in più rispetto ad essa e necessita ampliamenti e ricerche per essere suffragata) sull'opera e decretarne eventuali passi "falsi".
#607
Intanto grazie baylham, di questo ne sono a conoscenza, infatti volevo sapere appunto se estistono contro-studi in merito, che non si risolvano e riducano la  evidenza a "è una mia impressione".
#608
Io vorrei capire una cosa, questa "evidenza" è una impressione e sospetto vostro personale o ci sono studi, analisi e fonti e prove che attestino che dietro il diario di A. F. ci sia un ghostwriter "adulto" e "vincitore" e "manipolatore"? Se mi fornite studi e informazioni a riguardo ve ne sarei grata, che, a oggi, mio malgrado, ne sono ignorante.
#609
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
05 Maggio 2017, 17:45:32 PM
Citazione di: sgiombo il 04 Maggio 2017, 21:30:09 PM
Citazione di: Lou il 04 Maggio 2017, 21:09:17 PM
@sgiombo
sì però è ammissibile pure una certa continuità tra pensiero e realtà e realtà è pensiero, una cesura netta non mi convince.
CitazioneBeh, qui il problema é quello, per me "fondamentalissimo", per l' appunto dei rapporti fra realtà e pensiero, queste due "cose" (ontologicamente) distinte e (ontologicamente e gnoseologicamente) reciprocamente in relazione.
Brevissimamente, ho notato che hai Spinoza in firma, celebre è il suo "ordo et connexio rerum idem est ac ordo et connexio idearum" che affronta e a suo modo risolve  il problema fondamentalissimo che attraversa tutta la filosofia: seppur in modo ancora superficiale poichè i vari topic e molti vs interventi sono densi e per rispondere e argomentare in modo adeguato dovrei soffermarmi in maniera diversa, mi è parso che nei tuoi (ma non solo) di interventi, pur distinguendo il piano chiamiamolo del pensiero dal piano dell'essere, ne ammettano una relazione, sarebbe interessante sviluppare che tipo di relazione intercorre tra i due piani, a mio parere la proposta di Spinoza (che se non erro pure Hegel riprende) che vede garante della relazione manina manina  delle due espressioni, uno stesso ordine è affascinante.
#610
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
04 Maggio 2017, 21:18:18 PM
@sariputra
è per gran parte dei motivi poetici che adduci che ritengo importante fissare il divenire come stabile realtà. Sapere del passare e della fragilità e della fugacità rende ogni cosa preziosa, ogni istante, ogni accadere, unico.

Così parlò l'elefante Lou nella sala dei cristalli.:)
#611
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
04 Maggio 2017, 21:09:17 PM
@sgiombo
sì però è ammissibile pure una certa continuità tra pensiero e realtà e realtà è pensiero, una cesura netta non mi convince.
#612
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
04 Maggio 2017, 18:19:24 PM
È che non porre a sfondo uno o più principi stabili pensare è mal di mare. :)
#613
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
04 Maggio 2017, 17:50:34 PM
"Semmai chi fa confusione è chi crede che ci sia o sia possibile arrivare a un discorso (filosofico, scientifico o religioso) capace di aderire sempre più alla essenza reale del mondo, fino a essere lo stesso con essa. "
Però maral in quanto appartenenti al mondo pur ognuno di noi partecipa di questa supposta essenza reale dello stesso, ergo (almeno un po') non vedo perchè non dire che siamo parte di questa famigerata essenza reale e, in più, non vedo perchè pensare che sia inintelligibile d'amblè ?
#614
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
04 Maggio 2017, 17:33:56 PM
Sì, è che mi suona innaturale un inizio e una fine del divenire, trovo più ragionevole l'idea (indimostrabile forse) che siano gli enti, cioè le cose che sono soggette al passare e passano, non il passare stesso. Del resto, nutro la convinzione che una volta che una cosa è passata e finita l'accadere continua anche dopo di lei.
#615
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
04 Maggio 2017, 16:38:36 PM
"Ciò che è reale diviene senza posa ( o si trasforma senza posa se si preferisce...)."
Sì chiaro, ma per me è palese che questo "si trasforma senza posa" significa proprio la permanenza del divenire. :-\