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Messaggi - PhyroSphera

#601
Citazione di: taurus il 22 Settembre 2023, 00:15:17 AMInfatti _ siamo sempre e solo polvere vivente !

Quel sedicente intervento del dio-monoteista fu riconosciuto tale SOLO nel 621/622 a.C. (per volonta' umana !) quando detto iddio-Tribale (Geremia !) venne elevato, osannato, esaltato.. a rango di onniveggente, onnipotente, onnisciente ..e tutti quei roboanti titoli che ha sfornato la mente umana.

Tutto questo a seguito della riforma di re Giosia... supportato da quella stravagante retorica del deutero-Isaia.

Questo anonimo autore (ben piu' dei vari Geremia e/o Amos) vien considerato il fondatore della famosa quanto oscura teologia della storia universale.
E proprio gli autori ebrei _ lo definiscono come il 2.o legislatore (dopo Mosè..)

Quell' "iddio" del deutero lo fa credere come colui che "esiste" e avrebbe mostrato la sua inconoscibile, e soprattutto, "misteriosa" essenza.
Pertanto a detto menzionato e "sconosciuto" autore interessava costruire una teologia monoteista... e tutto quel baraccone dottrinario che conosciamo... 

Ecco che appare nel testo biblico.. quella NUOVA espressione:
- iddio-Vivente !!
A significare che "lui" esisterebbe... eccome  (!?!? - sempre per chi crede..)

E dunque a questo Super-iddio, tra le altre storielle gli bastava solo pronunciare una qualsiasi sillaba (?)....et voila' la stupefacente creazione.
Questo spiega come detta fantastica storiella figura al 1.o capitolo della Genesi / mentre l' originale dei Kabhiru... il dio che plasma il fango...) verra' collocata al 2.o capitolo !   

Da rimanere altro che allibiti !!!

Ecco che Da allora, i furbacchioni del clero, fanno intendere al semplice gregge che Quel iddio-Super, pur sempre benevole e compassionevole (.. si fa per dire) - Interviene nella  STORIA degli umanoidi !!
....eccc...ecccc...ecccc......

La genesi storica delle Scritture ebraiche non è conosciuta nei suoi inizi e comunque non serve a indicare un granché. Alcuni ebrei raccontano che gli scritti del loro libro sacro non furono redatti per loro iniziativa e che in principio dovettero provarne distacco e non-consentimento.

Mauro Pastore 
#602
Citazione di: iano il 21 Settembre 2023, 01:32:16 AMQualunque cosa potremo dire essere un quadrato in effetti, se ne diamo una precisa definizione.


È falso quello che dici. Innanzitutto c'è una parola di cui tenere conto, "quadrato", che non indica qualunque cosa. Poi si sta trattando di geometria... C'è necessità di un pensiero rigoroso come si conviene a una 'metria'.

(Pitagora non era un sofista.)


Mauro Pastore 
#603
Citazione di: Eutidemo il 24 Settembre 2023, 06:47:11 AM
Ciao Knox :)
In ordine alle tue argomentazioni, osservo quanto segue:
1)
Tu scrivi: "Non bisogna confondere il metodo di formare un quadrato mediante l'accostamento di quattro segmenti, col quadrato ottenuto, nel quale i segmenti non ci sono più tranne che uno voglia estrapolarli, ma allora ci sarebbe un quadrato più quattro estrapolazioni, cioè delle figure sovrapposte!"
***
Trovo tale ragionamento del tutto "paralogistico", in quanto se tale argomentazione fosse logicamente valida, sarebbe valida, per assurdo, anche la seguente: ""Non bisogna confondere il metodo di formare un plotone mediante l'accostamento di trenta uomini, col plotone ottenuto, nel quale i soldati non ci sono più tranne che uno voglia estrapolarli, ma allora ci sarebbe un plotone più trenta estrapolazioni!"
***
In realtà, quindi, nel "quadrato" ottenuto, i "segmenti" ci sono ancora senza doverli "estrapolare", solo che si chiamano "lati"; così come i trenta "uomini" in divisa che formano un plotone si chiamano "soldati", ma non per questo cessano di essere anche degli "esseri umani".
***
Per cui, fuor di metafora, secondo me è errato sostenere che nel "quadrato" i "segmenti" non ci sono più tranne che uno voglia "estrapolarli", ne qual caso ci sarebbe un "quadrato" più "quattro estrapolazioni", cioè delle "figure sovrapposte".
Ed infatti i quattro "segmenti" chiamati "lati", non sono affatto delle "figure sovrapposte" al quadrato; bensì, al contrario, definendone la forma, ne fanno parte integrante, pur mantenendo la loro natura geometrica di "segmenti".
.
2)
Tu scrivi "In geometria dire lato non significa dire segmento"!
Ma, se è vero che "non ogni segmento costituisce un lato", però è senz'altro vero che "ogni lato è costituito da un segmento"; come, peraltro, precisato anche nel Dizionario Treccani.
***
.
***
Un cordiale saluto! :)
***

Eh no! Sulla Treccani in realtà è riportata l'analisi di un quadrato e i segmenti menzionati sono elementi interni all'analisi, non al quadrato. Il paragone che hai fatto col plotone funziona al contrario di quello che tu hai pensato: tu prova a cominciare dalle figure come un bambino: i soldati sono elementi separati che possono toccarsi ma restando separati; i lati del quadrato invece sono parte di una sola cosa, di un lungo ininterrotto perimetro. 
Il concetto di quadrato che tu vorresti sostenere si disegna diversamente dal quadrato, inserendo dei segni convenzionali indicanti la separazione degli elementi (delle barrette). Rifletti pure sul perché il vero e proprio segmento non si disegna con una semplice linea ridotta ma inserendo agli estremi delle barrette: perché si tratta di un'astrazione. Inutile oltretutto citare l'enciclopedia illudendosi di trovare in essa precisione e competenza che competono soltanto ai manuali (e bisogna trovarne anche di buoni). Ti sembra di avere ragione perché hai idee poco chiare sia sul quadrato che sul segmento e fai due errori che si sostengono a vicenda e ti pare di non stare sbagliando. Il fatto è che usi una prospettiva analitica senza consapevolezza di essa. In questi casi gioverebbe ritornare prima alla semplicità scolastica per rifarsi le idee giuste, poi si potrebbe provare a capire cosa è un'analisi matematica e provare a cimentarsi anche in qualcosa di complicato.

Mauro Pastore 
#604
Citazione di: iano il 21 Settembre 2023, 01:32:16 AMAl posto di ''quadrato'' scriverei ''perimetro del quadrato'', come in effetti poi più in là precisi:
''Ed invero, il "perimetro" è composto da "quattro lati", i quali non sono altro che dei "segmenti" le cui estremità si toccano a 90 gradi; niente di più, e niente di meno!''
Ma ancora poi scrivi:
''
Quattro "segmenti" messi a forma di "quadrato" costituiscono senz'altro un vero "quadrato"; ed infatti, se io mettessi al posto di ogni "lato" una "semiretta" invece di un "segmento", non otterrei nulla che possa essere descritto come un "quadrato".''

Potremmo dire che 4 rette possono delimitare una zona di piano che al verificarsi di precise condizioni diremo ''quadrato''.
Il quadrato quindi non sono 4 lati messi a ''quadrato'', né tantomeno ovviamente messi in croce :)).
Ma smentendomi direi che potrebbero anche esserlo.
Qualunque cosa potremo dire essere un quadrato in effetti, se ne diamo una precisa definizione.
Se invece ci affidiamo al solo intuito che abbiamo di ''quadrato'' rischiamo di dare lo stesso nome a cose diverse, e ciò inevitabilmente sarà fonte di apparenti paradossi.


Non bisogna confondere il metodo di formare un quadrato mediante l'accostamento di quattro segmenti, col quadrato ottenuto, nel quale i segmenti non ci sono più tranne che uno voglia estrapolarli, ma allora ci sarebbe un quadrato più quattro estrapolazioni, cioè delle figure sovrapposte... Né bisogna confondere il metodo di ottenere quattro segmenti da un quadrato con una analisi del quadrato. In geometria dire lato non significa dire segmento.

Mauro Pastore
#605
Citazione di: taurus il 22 Settembre 2023, 00:17:29 AMBen pochi...

e di sicuro NON compensano di certo l' Indicibile male, sofferenze, distruzioni, Dis-Umani ROGHI di questa piu'
(.. si fa per dire) perfetta religione della croce !!     

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Molti hanno invocato il nome di Cristo senza crederci per davvero.

Mauro Pastore 
#606
Citazione di: taurus il 21 Settembre 2023, 23:58:43 PMNON è cosi'  !!!

Trattasi SOLO di espressioni linguistiche e NON di pensare in un altro modo !

Quando ero in Egitto ho avuto incontrare dei "copti".... (poichè..parlocchio l' arabo..) ebbene questi mi hanno detto che invocano l' iddioAbramitico della croce con:

- All Lah !!!
proprio perchè cosi' vien espresso In ARABO  !!

percio' nulla a che fare... con quel.... "pensato" in vari modi !

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A volte ai nomi diversi si fanno corrispondere i modi diversi, altre volte no. Per evitare fraintendimenti allora si passi alle espressioni Dio della Torah, Dio della Bibbia, Dio del Corano... Dio ebraico, cristiano, musulmano... Non ne devi fare questione di vocaboli.

Mauro Pastore 
#607
Citazione di: taurus il 20 Settembre 2023, 16:47:11 PMVerso A quale entita' divina  ??

Dato che per TUTTI  i compatrioti/correligionari  del Gesu' somatico  il divin-Abba' era il Solo/Unico/Vero iddio  !?!

Gli stessi ex-Cani politeisti convertiti lo riconoscevano come nuova ed esclusiva-Singola divinita'  (proseliti e company...)

E dunque  quele sublime atto di FEDE recitavano, quotidianamente i granitici credenti monoteisti.. terrorizzati dal loro vendicatore Abba', colui che abborriva... chiunque fosse al suo divin-fianco ?

Proprio "lui" che mai e poi mai avrebbe spartito la sua eterna gloria con Nessuno (come riporta l' illuminato e ben noto deutero-Isaia nel suo epico Libro della Consolazione (capitoli  42  +  48  !!).

Ecco allora DA quel celeberrimo passo del Deuteronomio (cap. 6) si otterra'  quella antica e celeberrima formulazione:

- Shema Israel - adonai Elohenu, adonai ECHAD (!!!)..ecc.ecc..ecc..ecc.. 

Idem (come gia' postavo) per gli ultimi monoteisti.. proveniente dall' Arabia /  Il loro assoluto ed eterno (??) inconfondibile atto di fede / ricalca quello ebraico... l' iddio-Abramitico...
essendo "egli" troppo orgoglioso per aver un (sedicente) figlio  !!

sure coraniche: IV, 171  /  simile ai menzionati capitoli del deutero-Isaia - è la sura  LI, 51  !!!


Non cosi' per il (corrotto) cristianesimo che poggia la Fede su una  (simil) paganeggiante-trimurti ..ecc..eccc...eccc.....

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Dio è uno ma è pensato in vari modi: Jahvè, il Padreterno, Allàh.
Comunque non bisogna pensare il mondo monoteista con i criteri adatti per quello politeista. La religione monoteista non si fonda su virtù eccezionali ma sull'intervento di Dio. Inutile accusarne la pochezza umana. Se uno vuole primeggiare nella religione deve farsi pagano. Ciò non toglie che anche tra i cristiani vi siano grandi uomini. (Questo per rispondere al tenore polemico del tuo messaggio.)
Il presunto paganesimo dei cristiani esiste veramente quando c'è un sincretismo, o si tratta proprio di pagani, o può essere una questione di linguaggio.

Mauro Pastore
#608
E' morto Gianni Vattimo, teorico del Pensiero Debole, in questi anni ancora il filosofo italiano più tradotto all'estero.
Dal cattolicesimo al comunismo poi al radicalismo, poi ancora dal cristianesimo al comunismo, che reinventò come "ermeneutico": con l'idea dell'uguaglianza e attraverso le sfide della Globalità, Vattimo fu un esponente del cosiddetto postmodernismo, più che un esperto di postmodernità.
La matrice fondamentale del suo pensiero era il relativismo, di cui rifiutò i contraddittori estremismi, ricollegando la sua riflessione al movimento cristiano, del quale accettò la spiritualità separandola dalla religione, ma senza continuare a negare quest'ultima. Il suo confronto quindi consenso col marxismo fu segnato dalle esperienze di letture dell'opera di Nietzsche, che lo portarono verso altri esiti, anche politici; tuttavia ne propose una versione accettabile, quindi una reinvenzione. Ciononostante, la nuova nozione di interpretazione, applicata al contesto marxista, conduceva in pratica alla completa distruzione dei vecchi schemi. Il suo comunismo ermeneutico difatti si basa su un principio che non può essere ricondotto a un pensiero unico, a un sistema prefissato.
"Le avventure della differenza", così recita il titolo di un suo libro precedente al ritorno alla causa comunista, sembravano volgere verso altri lidi, nonostante tutto; ma Vattimo era anche l'autore di "Oltre l'interpretazione" e sosteneva la necessità che al Pensiero Debole seguisse una nuova fase, in analogia con la vecchia metafisica, per una nuova forza. Mentre diceva di combattere gli assoluti della tradizione metafisica, ne cercava altri...
All'inizio consapevole che l'epoca postmoderna racchiudeva in sé tanti aspetti negativi oltre che positivi, col tempo ne fu coinvolto. Assai emblematico il suo atteggiamento verso la liberazione sessuale, che passò di segno, dalla denuncia del moralismo, alla caduta verso il suo solo rovescio: la lotta a favore dei diritti omosessuali, ma pure la tolleranza verso le imitazioni omosessuali dei diritti eterosessuali, fino all'impotenza a fronte delle contraffazioni, che trasformano l'emancipazione sessuale in una controproducente farsa. Parallelamente a tutto ciò, la decadenza fisica dovuta alla malattia, quindi delle penose vicende giudiziarie, a sèguito delle quali un suo assistente universitario fu condannato col carcere per circonvenzione di incapace. L'ultimo periodo della sua vita non sconfessava la sua filosofia, incentrata, sulla scia di Heidegger, sull'adesione al divenire, cui collegava pure il significato della teologia cristiana, però ne mostrava i limiti; sicché quelle stesse debolezze che ne avevano costituito il potere si trasformavano in vuoti negativi.
Molto c'è da dubitare di quel che gli fu attribuito durante l'ultimo periodo della sua vita; l'idea di una prospettiva ancora comune comunque la aveva ritenuta insostituibile anche nelle condizioni attuali. In fondo viviamo ancora in un dopoguerra, cinquant'anni di Guerra Fredda forse lasceranno molto più di un secolo di conseguenze; ma il dissidio tra Blocchi Est ed Ovest del mondo non è più protagonista come una volta, sostituito dal contrasto tra Meridione e Settentrione del mondo. Verso Oriente dominano le autarchie, l'Occidente è in realtà preda del caos e nel frattempo i movimenti di massa da Sud a Nord del Pianeta pretendono pari opportunità e pari risorse e mettono a rischio identità costruite spesso anche a prezzo della vita. In questo quadro l'appello alla relatività della esistenza umana e alla condivisione dei beni convive con il monito alla necessità di un rapporto con l'Assoluto e di conservare gli strumenti e le capacità per il benessere; e la idea socialista e quella liberale hanno ancora un senso ma non più definitivo come una volta. Sicuramente il restante proposito comunista di molti intellettuali prende ancora oggi le difese dei poveri del Terzo Mondo e di fatto preferisce la crisi etnica a una riproposizione dei divari economici. Ma il riferimento al Villaggio globale, che non va confuso per quello alla mondializzazione, questa attuata da una parte non tutte, consiste in un superamento della comunistizzazione, non più possibile protagonista in una situazione nella quale si può agire simultaneamente e si deve agire rispettando tutte le differenze. Se Gianni Vattimo aveva insistito per altra via, ciò dipese dalla sua condizione storica, entro cui la nuova epoca era vissuta solo parzialmente... E' insomma la distinzione tra postmodernismo e postmodernità! Quale parte sconfitta della Guerra Fredda, la intellettualità di estrema sinistra si accontentava di un lavoro ai margini...
Cosa resta della vicenda intellettuale, politica e filosofica del Professor Vattimo? E' un esempio di apertura di nuovi orizzonti e di moderazione, che molto ha significato per tanti; dalla quale si possono trarre molte conoscenze e informazioni sugli eccessi del marxismo, sui ritardi del cattolicesimo, sui cambiamenti dell'Occidente; cose che un tempo erano importanti, che segnavano gli eventi, e che ora non sono sparite ma hanno cambiato funzione e ruolo. Quale coscienza critica, Vattimo lo fu più della parte comunista che di quella capitalista, tuttavia i suoi sforzi non erano per quest'ultima e il suo scopo in tanto lavoro di decifrazione di pensieri diversi non era quello di entrare nella loro orbita, ma di allontanarsene. Certo la situazione odierna non può essere decisivamente interpretata con i metodi da lui costantemente usati. Ciononostante l'ostinazione di vasta cultura italiana a proseguire entro schemi uguali e modalità non diverse rende per un certo verso la sua opera ancora attuale; ma con tutti i limiti che essa porta con sé, per ingenuità e genericità rispetto a tanti problemi che proprio oggi ci sono. In una società dove neanche l'integrità del corpo è considerata un valore, la deliberata approssimazione con la quale Gianni Vattimo affrontava le questioni importanti, per evitarne la paralisi o la degenerazione, non funziona più; e assai criticamente aggiungo che non funzionava per tutti neanche prima! Ma la sua era solo una proposta. Per questo nel rapportarsi al suo lavoro bisogna evitare sopravvalutazioni e giudicarlo nei suoi contesti, sia spaziali che temporali. Assurdo sarebbe accoglierlo acriticamente... Su tutto spicca l'attenzione per il divenire, esattamente come in tanto pensiero contemporaneo; e in questa attenzione ci può essere un'opportunità, ma c'è anche un rischio; e ciò appunto vale per tanta filosofia contemporanea.

MAURO PASTORE
#609
Citazione di: Socrate78 il 19 Settembre 2023, 19:59:05 PMNelle lettere paoline però è contenuta, e questo la Chiesa Cattolica non lo afferma ma lo sa benissimo, la dottrina calvinista della predestinazione alla salvezza o alla perdizione.
Infatti in una lettera è scritto: "Chi di voi potrà stupirsi che Iddio crei VASI D'IRA (Vaso è metafora per l'animo umano) destinati alla PERDIZIONE? Non ha forse podestà sull'argilla il vasaio? Perché come esistono vasi destinati ad usi nobili (vuol dire anime destinate al Paradiso), così ne esistono altri destinati a contenere immondizia e letame: alla fine della vita quel vaso sarà pieno d'ira......
Ecco, per me si tratta chiaramente, se si vuole seguire il testo paolino, del sostenere la predestinazione all'Inferno o al Paradiso e quindi la completa inutilità delle opere, essendo tutto già scritto da un destino fatale. O mi sbaglio'


L'espressione "vaso" indica anche una vuotezza (qualcosa eventualmente da riempire), solo arbitrariamente potrebbe essere fatta corrispondere direttamente ad anime o persone... Il testo di Paolo non è una affermazione di fatalismo.
La dottrina della predestinazione nel calvinismo è variamente intesa. In ogni caso essa non va confusa con una vera e propria teoria della predeterminazione e bisogna fare attenzione al vario utilizzo dei termini e alla precisione di essi.
La dimensione di Dio è l'eternità e in Lui tutto è già compiuto. Quindi se uno crede, dato che la fede è in Dio e l'atto di fede è rivolto a Lui, ciò corrisponde, in un certo senso, a qualcosa già esistente in Dio. Ma questo non significa che noi siamo dei burattini. Il fatto è che molti interpretano questa dottrina come se dimensione umana e divina fossero le stesse e ciò conduce a terribili fraintendimenti.
La storia interna ed esterna del calvinismo è stata segnata da varie concezioni della predestinazione e da relative discussioni anche durissime. Una distinzione fondamentale è tra quelli che pensano alla doppia predestinazione e quelli che ne pensano solo una. In ogni caso si deve ragionare sulla parola: essa appunto, "predestinazione" non significa "predestino". Nel concetto di destinazione vi è sempre quello di altra possibilità, nel concetto di destino invece tale altra possibilità non è compresa.
Non è quindi vero che Calvino e i calvinisti sostenessero e sostengano un destino già esistente per il paradiso oppure per l'inferno.
Peraltro in fatto di predestinazione non esiste solo la dottrina di Calvino.

Mauro Pastore
#610
Citazione di: taurus il 19 Settembre 2023, 12:25:19 PMInfatti -
Cosi' come proprio il Tarsiota - per PRIMO - riporta l' istituzione del banchetto eucaristico  !!

E perchè MAI ???

Una convincente risposta (tra le tante..)  la da' l' autore correligionario del Gesu' somatico _ ovvero l' ebreo R. Calimani....... 

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Tu domandi perché e ti lamenti, ma io non ho detto che Paolo ha inventato il cristianesimo, dicevo che nelle Lettere paoline è mostrato questo nascere, che accadde spontaneamente e misteriosamente, come sempre quando si tratta di religioni.

Mauro Pastore 
#611
Tematiche Spirituali / Re: Uomo-Io, Dio-Sé
19 Settembre 2023, 09:11:43 AM
Citazione di: Ipazia il 19 Settembre 2023, 05:00:40 AMLo diceva anche Lady Thatcher, ignorando deliberatamente  che il suo essere membro sociale privilegiato era assai diverso dalle possibilità date ad un membro umano espropriato dal colonialismo anglosassone.

La condizione antropologica è dialettica, retroattiva, non sillogistica e monadica.


Se una cosa è vera, non è annullata dalla presunta ingiustizia di chi l'afferma. È pure la scienza che afferma l'individualità essere base della collettività e non viceversa. È disonesto o stupido fingere che l'antropologia neghi questo principio. Se voialtri avete troppa voglia di sognare, dovreste abbandonare il campo politico e non presumere di stare facendo ancora uso della filosofia.

Mauro Pastore
#612
La affermazione da parte di Paolo di non aver ricevuto il Vangelo da uomo è nel cap.1 della Lettera ai Galati.

Mauro Pastore 
#613
Citazione di: taurus il 18 Settembre 2023, 17:15:13 PMSolo una precisazione....  in quale passo vien riportato questa (sedicente) caduta dal Cavallo ????

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Ho espresso delle inesattezze. Nel testo biblico si menziona solo la caduta senza il cavallo (di cui però pure si è tramandato, non con la Bibbia) e della "esperienza" seguente sono riportati tre resoconti, tra i quali nel secondo si menziona Gesù di Nazareth, negli altri due si nomina genericamente "Gesù". Quando lessi il testo degli Atti io pensai che la indicazione del Nazareno fosse una attribuzione di Paolo solo momentanea e poi abbandonata. Lessi peraltro di uno studioso che interpretava la faccenda ugualmente e che aveva concluso che l'esperienza originaria non conteneva riferimenti a persone storiche. Comunque a esser decisiva è la affermazione, da parte di Paolo, di non aver ricevuto il Vangelo da un uomo.
Per il resto, si tratta di capire il linguaggio biblico nella sua varietà e senza prevenzioni.

Mauro Pastore
#614

Citazione di: taurus il 18 Settembre 2023, 17:36:28 PM  Mi scusi... forse sono ancora rimbambito dal catechismo del collegio.. I vari docenti del seminario arcivescovile di Giaveno _ Torino (ho conservato ancora gli appunti.. dei 2 anni trascorsi) insegnavano che proprio il tarsiota  ha posto - per PRIMO (!) - i 2 fondanti pilastri dottrinali di questa (distorta _ per me.. polvere vivente)  religione monoteista, e che sono:

- 1) la parola della croce / ovvero non solo la Motivazione della comparsa quaggiu' del (futuro) 2.o Adam - MA il significato "mistico" di quella orrenda morte.. eccc..eccc....

- 2) la spettacolare resurrezione / a significare l' invincibilita' della morte (tradotto: redenzione, salvezza...ecc..ecc..) Mi domando allora - quei docenti, il cui compito era preparare i nuovi ministri del culto _ erano impazziti ??

E' pur vero che ho "bruscamente"  interrotto il corso.. (per altri motivi) , ma proprio ri-leggendo i  miei vecchi appunti.. smentiscono,  alla grande,  quanto evidenziato _ e dunque "quei docenti".. erano semplici cantastorie 
------------------------------------ 


Nelle lettere paoline si trovano tante cose, ma tutto ciò non nega quel che io ho evidenziato. Paolo non si basa sulla memoria di Gesù di Nazareth e andare a trovarne le inclusioni è perfettamente inutile. Quanto a morte e resurrezione, si tratta in realtà di capire che Dio è presente nelle avversità affinché possiamo spostare sempre più in avanti i limiti delle situazioni negative. Comunque non disconosco la funzione dei segni. La vicenda di Gesù di Nazareth è considerabile tale.

Mauro Pastore
#615
Citazione di: Socrate78 il 28 Luglio 2023, 15:12:50 PMEbbene, leggendo i Vangeli in maniera obiettiva io credo che si possano notare gravi contraddizioni nel delineare la personalità autentica di Gesù, poiché vi sono passi in cui Gesù sembra essere molto duro, severo, intransigente (direi spietato nei giudizi, come se mandasse tutti all'Inferno) ed altri invece in cui prescrive un'abnegazione estrema, una bontà spinta sino al sacrifico estremo.
Ad esempio si leggono queste parole tremende: "Crediate che io sia venuto a portare la pace sulla Terra? No, vi dico, la DIVISIONE. D'ora in poi si schiereranno fratello contro fratello, madre contro figlio, e suocera contro nuora!" , "Chi ama suo padre, suo fratello, sua madre più di me non è degno di me" (sembra il Dio geloso dell'Antico Testamento) in altri passi invece si legge: "Beati i miti di cuore, poiché erediteranno la Terra", "Dai a chi ti domanda, se una persona chiede di fare con te un miglio tu fanne anche due", ma i due modi di esprimersi sono a mio avviso inconciliabili, poiché nel primo esempio si nota un Gesù che di fatto vuole la divisione e alla guerra, nell'altro invece si nota un'altra figura che esalta la mitezza e l'amore. Sembrano due persone diverse. Non solo, Gesù in molti Passi sembra prendersela proprio con coloro che nella società del tempo erano considerati appunto apprezzabili e buoni (gli scribi e i farisei) e proferisce terribili parole verso di loro affermando che si autoingannano e che tutto quello che fanno lo fanno solo per l'ammirazione altrui (diciamo pure per narcisismo usando un termine moderno) e dice chiaramente che i peccatori (pubblicani, ladri e prostitute) precederanno i farisei (cioé i GIUSTI per la società del tempo) nel regno dei Cieli, sembra quasi significare che è meglio restare nella condizione di peccato proprio per non inorgoglirsi, e quindi in questo senso avrebbero quasi ragione i protestanti ad affermare che le opere non salvano l'uomo, ma salva solo la fede in Cristo.
Ora, sinceramente io resto molto perplesso, poiché mi sembra quasi che esista una sovrapposizione tra due Gesù diversi, uno mite e l'altro invece assolutamente intransigente, spietato nei giudizi e che sia quindi molto difficile stabilire quale sia la verità.
Quindi mi chiedo: è possibile che i detti di Gesù siano stati falsificati in parte nel redarre i Vangeli (per esigenze teologiche, sociali o politiche) e che quindi per questo ci siano contraddizioni così gravi?

La redazione dei Vangeli obbediva a esigenze di fede e per questo non fu neutrale ma invece di parlare di falsificazioni si dovrebbe dire di persuasioni (io penso che erano giuste).

Mauro Pastore