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Messaggi - Eutidemo

#6046
Hai perfettamente ragione.
Per questo, secondo me, è necessario guardare sempre bene dentro il pacco regalo, e scoprire dove sta la fregatura.
La parte di Lacoonte è scomoda, ma se i Troiani gli avessero dato ascolto, Troia sarebbe ancora in piedi.
Disse: "Timeo Danaos, et dona ferentes!" (temo i greci, anche quando portano doni).
Non facciamoci fregare!!!
;)
#6047
ABOLIZIONE DI EQUITALIA, E DI INTERESSI E SANZIONI.
Qual'è il significato esatto della propagandata abolizione di EQUITALIA, e degli interessi e delle sanzioni sulle imposte dovute, e non pagate a tempo debito?
Cerchiamo di fare chiarezza, sebbene alcune specifiche innovazioni del DEF ancora non sia dato di conoscerle con precisione; per cui prendete quanto scrivo con cauto beneficio d'inventario.
In primo luogo, occorre capire bene alcuni concetti di base:
1) L'accertamento dei tributi evasi, omessi o tardivi, è di ESCLUSIVA competenza dell'AGENZIA DELLE ENTRATE; diversamente, invece, EQUITALIA, è solo l'ente addetto alla riscossione, che non fa che eseguire gli ordini (ruoli) della prima.
Abolire EQUITALIA, quindi, è come abolire una pistola in uso della POLIZIA, per poi, necessariamente, dovergliene fornire un'altra; perchè è EQUITALIA che "spara", ma è l'AGENZIA DELLE ENTRATE che preme il grilletto.
Nè può farne a meno, per legge!
Anzi, nè l'AGENZIA DELLE ENTRATE nè EQUITALIA possono comportarsi diversamente da come la legge prescrive.
2) Sostituire una "CARTELLA" con un SMS o con un messaggio WHATSAPP, in sè e per sè, non cambierà assolutamente niente, perchè, comunque gliela si comunichi, il contribuente dovrà SEMPRE pagare la somma:
- degli interessi;
- delle sanzioni;
- imposte non dovute.
Salvo riduzione delle seconde nel caso di ravvedimento operoso e delle altre forme di abbuono che già esistono adesso.
3) Attenzione, però: se si abolisce EQUITALIA, che per l'attività di riscossione riceve dal debitore il compenso per l'attività di riscossione, il cosiddetto "aggio", in effetti il contribuente, pur dovendo continuare a pagare come prima imposte, interessi e sanzioni, RISPARMIERA' COMUNQUE SU TALE IMPORTO!
Questo onere, anche pagando entro il termine di 60 giorni, corrisponde al 3% della somma dovuta e dopo due mesi raddoppia al 6%. Il che, secondo me, è davvero TROPPO.
4) Orbene, se si abolisce EQUITALIA, i casi sono due:
- o si appalterà la riscossione ad un altro ente "terzo", con un nome diverso, che comunque pretenderà anche lui i suoi "aggi" per il servizio reso (come accade dai tempi dei "publicani" dell'antica ROMA), perchè, come è ovvio, nessuno lavora "per niente";
- oppure "non" si appalterà più la riscossione ad un altro ente "terzo" (che comunque pretenderebbe un compenso), ma sarà lo stesso ERARIO a procedere direttamente alla riscossione; ed allora effettivamente il contribuente evasore o moroso non dovrà più pagare nessun aggio, ma il costo del meccanismo di riscossione ricadrà, diffuso, su tutti i contribuenti.
Non sono riuscito a capire bene quale sarà la "precisa" soluzione adottata, ma almeno da quanto leggo, mi pare di capire che, dal 1 gennaio 2017, dovrebbe entrare in funzione un nuovo ente di riscossione chiamato EQUIENTRATE che semplificherebbe la riscossione; e se, come sembra, esso non percepirà più aggi, dovrebbe essere in qualche modo "incorporato" nello Stato.
Per cui, se così fosse, in base al principio della "coperta troppo corta", come ho detto,  il contribuente evasore o moroso non dovrà più pagare nessun aggio, ma il costo del meccanismo di riscossione ricadrà, diffuso, su tutti i contribuenti (quelli che le tasse le pagano, ovviamente).
Senza considerare che la vedo davvero dura, ristrutturare tutta la riscossione in così poco tempo.
Forse sarebbe stato più semplice ed equo costringere EQUITALIA ad abbassare i suoi aggi (veramente troppo esosi): gli importi di imposte, sanzioni ed interessi, invece, mi sembra che resteranno esattamente quelli di prima...anche se ci sarà una sorta di CONDONO per il passato (del veccho ricorrente tipo "ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE").
Ed infatti, sembra di capire che, per le cartelle esattoriali "già emesse" nel passato ci sarà una sorta di sconto simile a quello del governo Letta nel 2014 (e all'altra mezza dozzina di "condonini" avvenuti negli anni precedenti): cioè, verranno cancellate le sanzioni, gli interessi e gli aggi maturati, nel momento in cui il contribuente decidesse di pagare subito gli arretrati, oppure in poche rate. 
Cioè, a coloro che scelgono di impiccarsi da soli, verrà abbuonato il prezzo della corda; il che potrebbe essere comunque conveniente, però!
:)
#6048
Ed infatti sto cercando ora di leggere il testo definitivo del DEF, sperando che le storture da me evidenziate siano state adeguatamente corrette dal Governo.
Se così fosse, vi prego di segnalarmelo...così mi risparmio la fatica.
Grazie.

:)
#6049
Io non faccio affatto "propaganda", come fanno altri a colpi di SLOGAN; espongo semplicemente argomenti, e critiche ragionate... che possono sicuramente essere sbagliate, ma vorrei che mi si dimostrasse il contrario.
Stai sicuro che se mi accorgo di aver fatto un ragionamento errato (come putroppo, non di rado, accade), e me lo dimostrano adeguatamente, non ho alcun problema a rettificare quanto ho detto.
Già l'ho fatto più volte.
Ma non tengo conto di contestazioni meramente gratuite!
:)
#6050
MANOVRINA POPULISTICAMENTE PROPAGANDISTICA, MA SOCIALMENTE INIQUA!
Renzi dà un BONUS alle PENSIONI MINIME, ma si tratta di mera propaganda a beneficio degli ALLOCCHI! 
Secondo i dati dell'INPS, infatti, solo una parte minima, intorno al 30% della spesa in quattordicesima, va alle famiglie meno abbienti, mentre il restante 70% va a ceti più elevati, in quanto:
a) Se un tizio è andato in pensione a 40 anni con la pensione minima, ma per vent'anni ha fatto pure l'avvocato, oggi percepisce 600 euro di pensione e 6.000 euro di guadagno professionale...e gli danno pure l'aumento sulla pensione.
b) Se una tizia, sposata con un avvocato che guadagna 6.000 euro al mese, è andata in pensione a 35 anni con la pensione minima, ed oggi percepisce 600 euro di pensione, questa verrà aumentata senza tenere conto del reddito globale della famiglia.
Questi sono i casi più frequenti -70%- (anche per mia esperienza personale), QUINDI NON CI STATE A PRENDERE PER IL CU(ORE)!!!
#6051
Il tempo medio di approvazione "bicamerale" dei disegni di legge parlamentari nell'ultima legislatura, secondo i DATI UFFICIALI, è stato di più di "CINQUECENTO GIORNI".
Ma si tenga presente che, dall'inizio della Legislatura, sono stati presentati da Deputati e Senatori quasi 4.000 "QUATTROMILA" disegni di legge; e quelli che sono diventati legge, anche in Testi Unificati, sono solamente 26; per cui, considerando l'enorme mole di materiale su cui deliberare, Il tempo medio di approvazione "bicamerale" dei disegni di legge parlamentare di 500 gg è stato "oggettivamente" MOLTO rapido...se si considera che si sono dovuti esaminare ben 4.000 DDL.!!!!!!!!!
La cosa è dimostrata dal tempo medio di approvazione "bicamerale" dei disegni di legge governativi nell'ultima legislatura, che sono molti di meno, e che, secondo i DATI UFFICIALI, è stato di "OTTANTA GIORNI".
http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Statistiche/Stato/TempiApprovazioneDDL.html
Premesso quanto sopra, si tenga ora presente che il nuovo art.70 della Costituzione riformata, sancisce che "OGNI" disegno di legge approvato dalla Camera dei Deputati è "immediatamente" trasmesso al senato della Repubblica che, entro "DIECI GIORNI", su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo; nei "TRENTA GIORNI" successivi il senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei Deputati si pronuncia in via definitiva..."SENZA TERMINE DEFINITO". 
La mancanza di un termine definito, significa che la pronuncia della Camera in via definitiva può avvenire "sine die" (come oggi); per cui, in caso di disaccordo sulle proposte di modificazione del testo proposte dal senato, ci potrebbero volere 2 giorni come 200.
Quello che non è chiaro, peraltro, è cosa succede se la Camera accoglie solo in parte le proposte di modifica del senato; in tal caso, infatti, essendo mutato il testo del d.d.l. originario, logica vorrebbe che esso debba essere rinviato muovamente al senato, affinchè esso possa esprimere un ulteriore parere.
Ma se così fosse, avremmo lo stesso "ping pong" che c'è adesso, per cui non credo che la cosa sarebbe possibile; in ogni caso, sul punto, secondo me, la legge di riforma sarebbe dovuta essere più precisa (come su MOLTE altre cose).
Ma c'è un'altra considerazione da fare.
Il nuovo senato non è in seduta permanente (come ora), bensì, come ha detto Renzi, si riunisce circa ogni "TRENTA GIORNI" come il BUNDESRAT, per cui se la "trasmissione immediata" deve essere a"senato aperto", il Il tempo di approvazione bicamerale dei disegni di legge governativi potrebbe anche essere di "SETTANTA GIORNI"; più i tempi tecnici di approvazione definitiva (non definiti), che sono in media di "DIECI GIORNI", per un totale di "OTTANTA GIORNI", più o meno, ma potrebbero essere 2 come 200.
Per cui, in ogni caso, il tempo medio di approvazione "bicamerale" dei disegni di legge governativi (che sono quelli più importanti), se l'aritmetica non è un'opinione, sarà più o meno quello di prima.
Fatevi due conti da soli!
Quanto a quelli parlamentari, delle quasi 4000 proposte di legge presentate dai nostri parlamentari, solamente 26 sono diventate legge: cioè, lo 0,66%!
In futuro, presumo, saranno anche meno, a prescindere dal maggiore o minore tempo che ci vorrà per cestinarli; con buona pace della "Repubblica Parlamentare".
#6052
da GIADEFRAN » oggi, 8:22
[font="Lucida Grande", "Trebuchet MS", Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif]Su LA7, la notte del 14 ottobre, è andato in onda un dibattitto sul REFERENDUM, secondo me non molto "sportivo", tra Violante (esimio giurista) e Montanari (noto storico dell'arte).
Ne sintetizzo il contenuto, con miei commenti personali.
----------------------------------------------------------------------------------
Montanari inizia eccependo che la scheda elettorale è di carattere eminentemente propagandistico.
Violante ha ammesso espressamente che chi ha proposto la legge, l'ha intitolata indicando nel titolo i soli aspetti positivi della stessa; ed ha anche aggiunto: "Ci mancherebbe altro".
Però ha sottolineato che nessun emendamento è stato presentato dalle opposizioni circa il titolo della legge; mentre Montanari replica che i 5STELLE ne avevano presentato uno.
Violante non contesta la cosa.
Poi dibattono sul nuovo metodo previsto dalla riforma per eleggere il Presidente della Repubblica; Montanari sostiene che tale metodo consente al partito che ha la maggioranza (premiale, non effettiva) di nominarsi il Presidente, Violante lo nega.
Espongono le loro tesi in modo matematico, per cui non sono stato in grado di capirci molto; ma a capire che dal settimo scrutinio bastano 220 voti per eleggere il Presidente, ci arrivo...per cui è ovvio che chi ha la maggioranza (derivante dal PREMIUM dell'ITALICUM) in parlamento, il PDR ce l'ha cmq in tasca
Dal punto di vista giuridico, invece, ho preso atto che l'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto:
- per tre scrutinii, a maggioranza di due terzi DELLA ASSEMBLEA. 
- dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti DELLA ASSEMBLEA. 
- dal settimo scrutinio, invece, è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei "VOTANTI", e non più "dell'ASSEMBLEA"...per cui, se per ipotesi, in aula ci fossero solo 360 parlamentari, si potrebbe eleggere il Presidente con solo 220 voti (i 3 quinti del numero legale di 360).
Violante replica che la cosa è improbabile. 
Poi discutono sul connubio RIFORMA COSTITUZIONALE/LEGGE ELETTORALE (ITALICUM).
Violante dice espressamente che anche lui è sempre stato contrario all'ITALICUM, considerandola una legge sbagliata; per cui dice di aver accolto con piacere il fatto che RENZI abbia cambiato opinione, e sia disposto a modificare tale legge, pur di far approvare la RIFORMA COSTITUZIONALE...la quale, altrimenti, potrebbe risultare alquanto "pericolosa".
Montanari, invece, dice che non si fida delle rassicurazioni di Renzi ("stai serena, Italia!"), perchè, se vincesse il SI', "dopo" la legge elettorale non la cambierebbe più.
Violante replica, però, che prima del voto referendario non si fa in tempo a cambiarla; e, su questo, mi pare che abbia ragione.
Ma si fida delle promesse di Renzi, perchè -dice- se ancora una volta non mantenesse la sua parola...finirebbe per perdere le prossime elezioni.
Mi è parso evidente, però, che entrambi sono perfettamente d'accordo sull'inaccettabilità del connubio RIFORMA COSTITUZIONALE/LEGGE ELETTORALE (ITALICUM).
Poi passano a parlare del nuovo SENATO.
Violante dice che in molte altre Nazioni europee il senato viene eletto in seconda battuta, e non direttamente dal popolo; questo, sinceramente, non lo so.
Io, però, avrei replicato che la riforma RENZI/BOSCHI, ha ricopiato più che altro il SENATO USA, come si evince dall'identico numero di senatori (100) e da altre cose ancora.
Ma i Senatori USA vengono eletti dal popolo, non dai parlamenti dei singoli Stati, come invece si vorrebbe ora fare in Italia con i consigli regionali (indebitamente assimilati ai parlamenti statuali americani).
In effetti, fino al 1913, anche negli Stati Uniti i senatori venivano eletti dai parlamenti dei singoli Stati (per rimarcare l'autonomia statuale di ognuno di essi); ma poi, in considerazione della scarsa democraticità di tale sistema, il XVII emendamento attibuì al popolo il diritto di elezione dei senatori.
Quindi, per "aggiornare" la nostra Costituzione, non solo abbiamo ricopiato quella altrui, ma, per giunta (a parte il numero dei senatori), l'abbiamo anche ricopiata male; ed infatti abbiamo plagiato la vecchia versione, non quella nuova.
Montanari, invece, contesta la similitudine con le altre costituzioni europee, sostenendo -per esempio- che in Germania vige -in senato- il "voto di blocco", cioè, un vincolo di mandato che li lega al territorio,in quanto rappresentano gli "esecutivi" dei land; mentre da noi non è così, quindi il paragone è incongruo.
Passando ad altro argomento, Violante dice che il nuovo senato costituirà un "contrappeso" costituzionale molto importante, perchè voterà anche le leggi costituzionali (tutte), non solo quelle che riguardano le autonomie locali.
Io replicherei, invece, che questo presenta un doppio aspetto negativo, in quanto:
- si demanda al senato un compito che non ha niente (o poco) a che vedere con le autonomie locali;
- si consente a dei soggetti, non consacrati dal voto popolare, di mettere mano addirittura alla Costituzione della Nazione.
E tra tali soggetti, non dimentichiamolo, invece degli attuali senatori (età minima di 40 anni), eletti dall'intero popolo italiano...potrebbe in futuro anche esserci il Sindaco diciottenne di Moncenisio in Val Susa, comune con appena 36 abitanti; il quale potrebbe contribuire a cambiare la nostra Costituzione, consacrato dal voto di 19 moncenisiani (ammesso che i 36 siano tutti maggiorenni)...voto conferito per fare il sindaco, non un altro "mestiere".
Sarà pure una eventualità meramente teorica...ma una Costituzione seria, tali assurdità non dovrebbe consentirle neanche in teoria!
Passando ad altro argomento, Violante dice che il Presidente della Repubblica costituirà anche lui un "contrappeso" costituzionale molto importante, perchè avrà più tempo per valutare i dd.ll.; e su questo, secondo me, ha ragione.
Montanari replica che un senato non eletto dal popolo, non è legittimato, e che la riduzione dei costi è illusoria, perchè corrisponde a 91 cent. per italiano.
Violante cambia argomento, sostenendo che è stato potenziato il potere di iniziativa popolare delle leggi; secondo me è vero il contrario, in quanto il numero delle firme necessario per avanzare la proposta è stato elevato da 50.000 a 150.000.
Per cui è deprecabile l'aumento del numero di elettori necessario per avanzare la proposta; in ogni caso, visto che lo si è triplicato, la discussione e la deliberazione conclusiva su tali proposte avrebbero dovuto essere garantite nei tempi, nelle forme e nei limiti stabiliti dalla stessa legge costituzionale, e non da meri regolamenti parlamentari.
Questi ultimi, infatti, rientrano nell'ambito dell' "autodichìa" (cioè della totale indipendenza e autonomia del parlamento, rispetto ad altri organi costituzionali); per cui, i cittadini elettori, che hanno presentato il progetto non hanno alcuna garanzia circa il suo "iter" parlamentare, essendo esso in esclusiva balìa del parlamento, senza che la Corte Costituzionale o altri organi possano intervenire in alcun modo.
Si tratta, quindi, di una disposizione in senso nettamente antidemocratico, benchè abilmente mascherato. 
Poi Violante torna sulla questione della eleggibilità dei senatori, e, secondo me, dice una corbelleria da primato olimpionico: e, cioè, che quando i cittadini eleggono il loro sindaco o i loro consiglieri regionali, in effetti, stanno eleggendo anche i loro senatori, sapendo che esiste tale eventualità!!!
Il che è un assurdo logico e giuridico.
E' un assurdo logico, perchè non si può costringere un imprenditore ad assumere 10 operai, con la riserva che il comitato di fabbrica può, poi, decidere che 2 di questi svolgeranno anche le funzioni di dirigente.
Se io assumo una COLF, non mi si può dire che -per legge- così facendo le ho implicitamente conferito anche il mandato di mio avvocato di fiducia!
E' un assurdo giuridico, perchè non si può costringere un elettore a votare una persona come SINDACO (essendo persuaso della sua conoscenza delle problematiche locali), ma con l'alea che, un domani, costui potrebbe svolgere tale compito a "part-time", per svolgere pure quello di SENATORE; e, questo, sebbene l'elettore non riconosca affatto che abbia anche competenza e professionalità per tale ruolo, ma solo per quello di SINDACO.
Montanari, icasticamente, replica: "Non sarebbe un "voto", bensì una "delega in bianco"!
Poi Montanari, dice una cosa che ho sempre sostenuto anche io (e che le cifre dimostrano): il bicameralismo è tutt'altro che lento, in quanto ha varato sin TROPPE LEGGI (scritte male, putroppo).
Secondo Yahoo Answers il numero delle leggi varate dai parlamenti europei, ad oggi, sarebbe il seguente: 
1. Gran Bretagna: 3.000 leggi
2. Germania: 5.500 leggi
3. Francia: 7.000 leggi
4.Italia: 150.000 - 200.000 leggi.
Mi pare un po' eccessivo.
Secondo Normattiva, invece, un più serio progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati – in collaborazione con la Corte Suprema di Cassazione, l'Agenzia per l'Italia Digitale e l'Istituto poligrafico della Zecca dello Stato, invece, le leggi italiane sono circa 75.000: più di dieci volte la seconda in classifica.
E DOVREMMO CREDERE CHE IL BICAMERALISMO PARITARIO AVREBBE RALLENTATO LA PRODUZIONE DI LEGGI? SE COSI' FOSSE, SECONDO ME, BISOGNEREBBE RADDOPPIARE IL NUMERO DELLE CAMERE, NON DIMEZZARLO!!!
Violante replica citando esempi specifici di leggi che ci hanno messo molto tempo a passare il vaglio di Camera e senato.
E' vero!
secondo me, non risulta affatto vero che il bicameralismo attuale abbia causato una insostenibile lentezza nella emanazione delle leggi, a causa del "rimpallo" delle medesime da una camera all'altra.
Semmai, in alcuni casi, le ragioni sono state ben altre, come la cronaca insegna (cause politiche, non istituzionali); per esempio la "legge anticorruzione" (alla fine varata dalla Severino), ha impiegato ben 1456 giorni per arrivare in dirittura d'arrivo...e non certo per colpa del bicameralismo, ma semmai per la "bicamerale" concorde ed unanime resistenza di entrambe le camere a vederla approvata.
In compenso la legge per salvare le liste elettorali del PDL, scadute per decorrenza dei termini, fu approvata in appena una settimana (da entrambe le camere).
Misteri della politica (rectius: della "partitica" del "do ut des"), non del sistema bicamerale!
In ogni caso, quanto a "produttività legislativa", non mi sembra proprio che il nostro bicameralismo paritario si sia dimostrato particolarmente "stitico"...come le cifre di cui sopra dimostrano!
Al riguardo, sintetizzando il loro pensiero:
- Violante insiste nel dire che bisogna cambiare la macchina (bicameralismo paritario)
- Montanari insiste nel dire , invece, che bisogna cambiare non la macchina, ma il conducente (classe politica).
Dice testualmente: "Uomini che non funzionano, ci vogliono convincere che la riforma li farà funzionare!"
Poi si mettono a discutere se sia vero o meno che la riforma costituzionale l'hanno chiesta JP Morgan e le banche d'affari, per poter fare meglio questi ultimi (gli affari).
Io non so se Renzi ha fatto quello che ha fatto, in linea con quello che ha fatto anche Blair; il quale, licenziato come premier, è stato ora assunto (anche ufficialmente) dalla JP Morgan...pare per due milioni e mezzo di dollari all'anno.
Vedremo!
Violante e Montanari continuano a discutere se la riforma sia stata fatta per i cittadini o per le banche d'affari, con varie argomentazioni, sulle quali sorvolo.
Poi Violante sostiene che il riaccentramento di alcuni poteri nelle mani dello Stato Centrale, invece che in quelle delle Regioni, costituisce un miglioramento del "sistema Italia", ed un vantaggio diffuso per i cittadini; su questo sono perfettamente d'accordo con lui!
Però la riforma sarebbe dovuta essere un po' più "risolutiva", nel distinguere il concetto di "tutela" e di "valorizzazione" dei beni culturali (Stato), dalla "promozione" dei medesimi (Regioni); giustamente Montanari osserva che è molto difficile distinguere tra "valorizzazione" e "promozione" ...per cui il contenzioso proseguirà.
Il che vale anche per altri aspetti.
Poi Montanari critica lo spostamento di tutti i poteri, per quanto concerne le GRANDI OPERE, da Regioni a Stato, sostenendo che questo potrebbe dare luogo ad abusi.
Io non sono d'accordo con lui, in quanto:
- "abusus non tollit usum";
- secondo me è più facile che gli abusi si verifichino a livello regionale, che non a livello centrale.
Ha ragione Violante a dire che, finchè le regioni continuano a mettere i bastoni tra le ruote, le GRANDI OPERE non si faranno mai!
Montanari, invece, insiste nel dire che serve comunque il consenso delle istituzioni locali; non condivido molto, perchè altrimenti è ovvio che tutti vorranno l'iceneritore nel cortile del vicino invece che nel proprio...ed in tal modo gli inceneritori non si potranno allocare in nessun posto!
L'ultima parte del dibattito, concerne i c.d. "statuti dei diritti della minoranza"; i quali, però, vengono stabiliti dai regolamenti parlamentari...cioè, dalla "maggioranza".
Violante replica che la cosa è inevitabile, e che, comunque, le maggioranze variano.
Al riguardo, l'art. 64 della riforma sancisce che i regolamenti delle Camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari; viene inoltre stabilito che i membri del Parlamento hanno il dovere di partecipare alle sedute dell'Assemblea e ai lavori delle Commissioni
Sotto il profilo soggettivo si noti che la riforma costituzionale, identificando i destinatari di quest'ultimo nelle "minoranze", sembra presupporre una configurazione plurale e politicamente non omogenea ed unitaria dell'opposizione parlamentare.
Il disposto in esame, operaltro, può essere ascritto a pieno titolo, tanto nel contenuto quanto negli obiettivi, nell'ambito di quei processi di ripensamento del nostro assetto istituzionale che hanno investito la natura della forma di governo parlamentare, il rapporto tra corpo elettorale e istituzioni rappresentative e di governo, e la disciplina degli strumenti volti a frenare gli abusi del principio maggioritario. 
Secondo Montanari, però, sembra una contraddizione prevedere che saranno i regolamenti delle Camere a disciplinare lo "Statuto delle opposizione" laddove i regolamenti delle Camere vengono approvati dalla maggioranza, e non dalle opposizioni (tra l'altro la maggioranza partorita dall'Italicum, legge elettorale a forte impronta maggioritaria); il che comporterebbe una compressione del ruolo delle minoranze in Parlamento.
Infine viene sancito il dovere per i membri del Parlamento di partecipare alle sedute dell'Assemblea e ai lavori delle Commissioni; però, se si voleva davvero ridurre l'assenteismo dei nostri parlamentari, si sarebbe anche dovuta stabilire una sanzione graduale analoga a quella dei dipendenti pubblici (censura, sospensione, rimozione), in assenza della quale tale disposizione risulterà del tutto inefficace.
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Questa è la mia sintesi e le mie considerazioni...ma suggerisco di vedere direttamente il dibattito.
http://www.la7.it/tgla7/rivedila7/speci ... 016-195644[/font]
#6053
Attualità / DIBATTITO NON TROPPO SPORTIVO!
15 Ottobre 2016, 08:20:03 AM
Su LA7, la notte del 14 ottobre, è andato in onda un dibattitto sul REFERENDUM, secondo me non molto "sportivo", tra Violante (esimio giurista) e Montanari (noto storico dell'arte).
Ne sintetizzo il contenuto, con miei commenti personali.
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Montanari inizia eccependo che la scheda elettorale è di carattere eminentemente propagandistico.
Violante ha ammesso espressamente che chi ha proposto la legge, l'ha intitolata indicando nel titolo i soli aspetti positivi della stessa; ed ha anche aggiunto: "Ci mancherebbe altro".
Però ha sottolineato che nessun emendamento è stato presentato dalle opposizioni circa il titolo della legge; mentre Montanari replica che i 5STELLE ne avevano presentato uno.
Violante non contesta la cosa.
Poi dibattono sul nuovo metodo previsto dalla riforma per eleggere il Presidente della Repubblica; Montanari sostiene che tale metodo consente al partito che ha la maggioranza (premiale, non effettiva) di nominarsi il Presidente, Violante lo nega.
Espongono le loro tesi in modo matematico, per cui non sono stato in grado di capirci molto; ma a capire che dal settimo scrutinio bastano 220 voti per eleggere il Presidente, ci arrivo...per cui è ovvio che chi ha la maggioranza (derivante dal PREMIUM dell'ITALICUM) in parlamento, il PDR ce l'ha cmq in tasca
Dal punto di vista giuridico, invece, ho preso atto che l'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto:
- per tre scrutinii, a maggioranza di due terzi DELLA ASSEMBLEA. 
- dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti DELLA ASSEMBLEA. 
- dal settimo scrutinio, invece, è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei "VOTANTI", e non più "dell'ASSEMBLEA"...per cui, se per ipotesi, in aula ci fossero solo 360  parlamentari, si potrebbe eleggere il Presidente con solo 220 voti (i 3 quinti del numero legale di 360).
Violante replica che la cosa è improbabile.  
Poi discutono sul connubio RIFORMA COSTITUZIONALE/LEGGE ELETTORALE (ITALICUM).
Violante dice espressamente che anche lui è sempre stato contrario all'ITALICUM, considerandola una legge sbagliata; per cui dice di aver accolto con piacere il fatto che RENZI abbia cambiato opinione, e sia disposto a modificare tale legge, pur di far approvare la RIFORMA COSTITUZIONALE...la quale, altrimenti, potrebbe risultare alquanto "pericolosa".
Montanari, invece, dice che non si fida delle rassicurazioni di Renzi ("stai serena, Italia!"), perchè, se vincesse il SI', "dopo" la legge elettorale non la cambierebbe più.
Violante replica, però, che prima del voto referendario non si fa in tempo a cambiarla; e, su questo, mi pare che abbia ragione.
Ma si fida delle promesse di Renzi, perchè -dice- se ancora una volta non mantenesse la sua parola...finirebbe per perdere le prossime elezioni.
Mi è parso evidente, però, che entrambi sono perfettamente d'accordo sull'inaccettabilità del connubio RIFORMA COSTITUZIONALE/LEGGE ELETTORALE (ITALICUM).
Poi passano a parlare del nuovo SENATO.
Violante dice che in molte altre Nazioni europee il senato viene eletto in seconda battuta, e non direttamente dal popolo; questo, sinceramente, non lo so.
Io, però, avrei replicato che la riforma RENZI/BOSCHI, ha ricopiato più che altro il SENATO USA, come si evince dall'identico numero di senatori (100) e da altre cose ancora.
Ma i Senatori USA vengono eletti dal popolo, non dai parlamenti dei singoli Stati, come invece si vorrebbe ora fare in Italia con i consigli regionali (indebitamente assimilati ai parlamenti statuali americani).
In effetti, fino al 1913, anche negli Stati Uniti i  senatori venivano eletti dai parlamenti dei singoli Stati (per rimarcare l'autonomia statuale di ognuno di essi); ma poi, in considerazione della scarsa democraticità di tale sistema, il XVII emendamento attibuì al popolo il diritto di elezione dei senatori.
Quindi, per "aggiornare" la nostra Costituzione, non solo abbiamo ricopiato quella altrui, ma, per giunta (a parte il numero dei senatori), l'abbiamo anche ricopiata male; ed infatti abbiamo plagiato la vecchia versione, non quella nuova.
Montanari, invece, contesta la similitudine con le altre costituzioni europee, sostenendo -per esempio- che in Germania vige -in senato- il "voto di blocco", cioè, un vincolo di mandato che li lega al territorio,in quanto rappresentano gli "esecutivi" dei land; mentre da noi non è così, quindi il paragone è incongruo.
Passando ad altro argomento, Violante dice che il nuovo senato costituirà un "contrappeso" costituzionale molto importante, perchè voterà anche le leggi costituzionali (tutte), non solo quelle che riguardano le autonomie locali.
Io replicherei, invece, che questo presenta un doppio aspetto negativo, in quanto:
- si demanda al senato un compito che non ha niente (o poco) a che vedere con le autonomie locali;
- si consente a dei soggetti, non consacrati dal voto popolare, di mettere mano addirittura alla Costituzione della Nazione.
E tra tali soggetti, non dimentichiamolo, invece degli attuali  senatori (età minima di 40 anni), eletti dall'intero popolo italiano...potrebbe in futuro anche esserci il Sindaco diciottenne di Moncenisio in Val Susa,   comune con appena 36 abitanti; il quale potrebbe contribuire a cambiare la nostra Costituzione, consacrato dal voto di 19 moncenisiani (ammesso che i 36 siano tutti maggiorenni)...voto conferito per fare il sindaco, non un altro "mestiere".
Sarà pure una eventualità meramente teorica...ma una Costituzione seria, tali assurdità non dovrebbe consentirle neanche in teoria!
Passando ad altro argomento, Violante dice che il Presidente della Repubblica costituirà anche lui un "contrappeso" costituzionale molto importante, perchè avrà più tempo per valutare i dd.ll.; e su questo, secondo me, ha ragione.
Montanari replica che un senato non eletto dal popolo, non è legittimato, e che la riduzione dei costi è illusoria, perchè corrisponde a 91 cent. per italiano.
Violante cambia argomento, sostenendo che è stato potenziato il potere di iniziativa popolare delle leggi; secondo me è vero il contrario, in quanto il numero delle firme necessario per avanzare la proposta è stato elevato da 50.000 a 150.000.
Per cui è deprecabile l'aumento del numero di elettori necessario per avanzare la proposta; in ogni caso, visto che lo si è triplicato, la discussione e la deliberazione conclusiva su tali proposte avrebbero dovuto essere garantite nei tempi, nelle forme e nei limiti stabiliti dalla stessa legge costituzionale, e non da meri regolamenti parlamentari.
Questi ultimi, infatti, rientrano nell'ambito dell' "autodichìa" (cioè della totale indipendenza e autonomia del parlamento, rispetto ad altri organi costituzionali); per cui, i cittadini elettori, che hanno presentato il progetto non hanno alcuna garanzia circa il suo "iter" parlamentare, essendo esso in esclusiva balìa del parlamento, senza che la Corte Costituzionale o altri organi possano intervenire in alcun modo.
Si tratta, quindi, di una disposizione in senso nettamente antidemocratico, benchè abilmente mascherato.    
Poi Violante torna sulla questione della eleggibilità dei senatori, e, secondo me, dice una corbelleria da primato olimpionico: e, cioè, che quando i cittadini eleggono il loro sindaco o i loro consiglieri regionali, in effetti, stanno eleggendo anche i loro senatori, sapendo che esiste tale eventualità!!!
Il che è un assurdo logico e giuridico.
E' un assurdo logico, perchè non si può costringere un imprenditore ad assumere 10 operai, con la riserva che il comitato di fabbrica può, poi, decidere che 2 di questi svolgeranno anche le funzioni di dirigente.
Se io assumo una COLF, non mi si può dire che -per legge- così facendo le ho implicitamente conferito anche il mandato di mio avvocato di fiducia!
E' un assurdo giuridico, perchè non si può costringere un elettore a votare una persona come SINDACO (essendo persuaso della sua conoscenza delle problematiche locali), ma con l'alea che, un domani, costui potrebbe svolgere tale compito a "part-time", per svolgere pure quello di SENATORE;  e, questo, sebbene l'elettore non riconosca affatto che abbia anche competenza e professionalità per tale ruolo, ma solo per quello di SINDACO.
Montanari, icasticamente, replica: "Non sarebbe un "voto", bensì una "delega in bianco"!
Poi Montanari, dice una cosa che ho sempre sostenuto anche io (e che le cifre dimostrano): il bicameralismo è tutt'altro che lento, in quanto ha varato sin TROPPE LEGGI (scritte male, putroppo).
Secondo Yahoo Answers il numero delle leggi varate dai parlamenti europei, ad oggi, sarebbe il seguente:  
1. Gran Bretagna: 3.000 leggi
2. Germania: 5.500 leggi
3. Francia: 7.000 leggi
4.Italia: 150.000 - 200.000 leggi.
Mi pare un po' eccessivo.
Secondo Normattiva, invece, un più serio progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati – in collaborazione con la Corte Suprema di Cassazione, l'Agenzia per l'Italia Digitale e l'Istituto poligrafico della Zecca dello Stato, invece, le leggi italiane sono circa 75.000: più di dieci volte la seconda in classifica.
E DOVREMMO CREDERE CHE IL BICAMERALISMO PARITARIO AVREBBE RALLENTATO LA PRODUZIONE DI LEGGI? SE COSI' FOSSE, SECONDO ME, BISOGNEREBBE RADDOPPIARE IL NUMERO DELLE CAMERE,  NON DIMEZZARLO!!!
Violante replica citando esempi specifici di leggi che ci hanno messo molto tempo a passare il vaglio di Camera e senato.
E' vero!
secondo me, non risulta affatto vero che il bicameralismo attuale abbia causato una insostenibile lentezza nella emanazione delle leggi, a causa del "rimpallo" delle medesime da una camera all'altra.
Semmai, in alcuni casi, le ragioni sono state ben altre, come la cronaca insegna (cause politiche, non istituzionali); per esempio la "legge anticorruzione" (alla fine varata dalla Severino), ha impiegato ben 1456 giorni per arrivare in dirittura d'arrivo...e non certo per colpa del bicameralismo, ma semmai per la "bicamerale" concorde ed unanime resistenza di entrambe le camere a vederla approvata.
In compenso la legge per salvare le liste elettorali del PDL, scadute per decorrenza dei termini, fu approvata in appena una settimana (da entrambe le camere).
Misteri della politica (rectius: della "partitica" del "do ut des"), non del sistema bicamerale!
In ogni caso, quanto a "produttività legislativa", non mi sembra proprio che il nostro bicameralismo paritario si sia dimostrato particolarmente "stitico"...come le cifre di cui sopra dimostrano!
Al riguardo, sintetizzando il loro pensiero:
- Violante insiste nel dire che bisogna cambiare la macchina (bicameralismo paritario)
- Montanari  insiste nel dire , invece, che bisogna cambiare non la macchina, ma il conducente (classe politica).
Dice testualmente: "Uomini che non funzionano, ci vogliono convincere che la riforma li farà funzionare!"
Poi si mettono a discutere se sia vero o meno che la riforma costituzionale l'hanno chiesta JP Morgan e le banche d'affari, per poter fare meglio questi ultimi (gli affari).
Io non so se Renzi ha fatto quello che ha fatto, in linea con quello che ha fatto anche Blair; il quale, licenziato come premier, è stato ora assunto (anche ufficialmente) dalla JP Morgan...pare per due milioni e mezzo di dollari all'anno.
Vedremo!
Violante e Montanari continuano a discutere se la riforma sia stata fatta per i cittadini o per le banche d'affari, con varie argomentazioni, sulle quali sorvolo.
Poi Violante sostiene che il riaccentramento di alcuni poteri nelle mani dello Stato Centrale, invece che in quelle delle Regioni, costituisce un miglioramento del "sistema Italia", ed un vantaggio diffuso per i cittadini; su questo sono perfettamente d'accordo con lui!
Però la riforma sarebbe dovuta essere un po' più "risolutiva", nel distinguere il concetto di "tutela" e di "valorizzazione" dei beni culturali (Stato), dalla "promozione" dei medesimi (Regioni); giustamente Montanari osserva che è molto difficile distinguere tra "valorizzazione"  e "promozione" ...per cui il contenzioso proseguirà.
Il che vale anche per altri aspetti.
Poi Montanari critica lo spostamento di tutti i poteri, per quanto concerne le GRANDI OPERE, da Regioni a Stato, sostenendo che questo potrebbe dare luogo ad abusi.
Io non sono d'accordo con lui, in quanto:
- "abusus non tollit usum";
- secondo me è più facile che gli abusi si verifichino a livello regionale, che non a livello centrale.
Ha ragione Violante a dire che, finchè le regioni continuano a mettere i bastoni tra le ruote, le GRANDI OPERE non si faranno mai!
Montanari, invece, insiste nel dire che serve comunque il consenso delle istituzioni locali; non condivido molto, perchè altrimenti è ovvio che tutti vorranno l'iceneritore nel cortile del vicino invece che nel proprio...ed in tal modo gli inceneritori non si potranno allocare in nessun posto!
L'ultima parte del dibattito, concerne i c.d. "statuti dei diritti della minoranza"; i quali, però, vengono stabiliti dai regolamenti parlamentari...cioè, dalla "maggioranza".
Violante replica che la cosa è inevitabile, e che, comunque, le maggioranze variano.
Al riguardo, l'art. 64 della riforma sancisce che i regolamenti delle Camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari; viene inoltre stabilito che i membri del Parlamento hanno il dovere di partecipare alle sedute dell'Assemblea e ai lavori delle Commissioni
Sotto il  profilo soggettivo si noti che  la riforma costituzionale, identificando i destinatari  di  quest'ultimo  nelle  "minoranze",  sembra  presupporre  una configurazione plurale e politicamente non omogenea ed unitaria dell'opposizione parlamentare.
Il disposto in esame, operaltro, può essere ascritto a pieno titolo, tanto nel contenuto quanto negli obiettivi, nell'ambito di quei processi di ripensamento del nostro assetto istituzionale che hanno investito la natura della forma di governo parlamentare, il rapporto tra corpo elettorale e istituzioni    rappresentative e  di governo, e la disciplina degli strumenti volti a frenare gli abusi del principio maggioritario.    
Secondo Montanari, però, sembra una contraddizione prevedere che saranno i regolamenti delle Camere a disciplinare lo "Statuto delle opposizione" laddove i regolamenti delle Camere vengono approvati dalla maggioranza, e non dalle opposizioni (tra l'altro la maggioranza partorita dall'Italicum, legge elettorale a forte impronta maggioritaria); il che comporterebbe una compressione del ruolo delle minoranze in Parlamento.
Infine viene sancito il dovere per i membri del Parlamento di partecipare alle sedute dell'Assemblea e ai lavori delle Commissioni; però, se si voleva davvero ridurre l'assenteismo dei nostri parlamentari, si sarebbe anche dovuta stabilire una sanzione graduale analoga a quella dei dipendenti pubblici (censura, sospensione, rimozione), in assenza della quale tale disposizione risulterà del tutto inefficace.
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Questa è la mia sintesi e le mie considerazioni...ma suggerisco di vedere direttamente il dibattito.
http://www.la7.it/tgla7/rivedila7/speciale-referendum-s%C3%AC-o-no-15-10-2016-195644
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#6054
Nella Costituzione del 1947, era previsto il "PRINCIPIO DI SUPREMAZIA", nel caso  dell''"INTERESSE NAZIONALE".
Con la riforma del 2001 del Titolo V Cost., IN NOME DELLA NECESSITA' DEL CAMBIAMENTO, venne eliminato sia il "principio di supremazia",  sia l''"interesse nazionale".
Con la riforma del 2016 del Titolo V Cost., IN NOME DELLA NECESSITA' DEL CAMBIAMENTO, viene reintrodotto sia il "principio di supremazia",  sia l''"interesse nazionale".
Sulla qual cosa si può essere d'accordo o meno, MA DIMOSTRA CHE IL CAMBIAMENTO NON E' BUONO IN SE' STESSO, VISTO CHE QUESTE CONVULSE E FREQUENTI RISCRITTURE DELLA COSTITUZIONE, SPESSO CONSISTONO NON IN UN PASSO IN AVANTI, MA IN DUE PASSI INDIETRO.
Cioè, appunto, in questo caso, alla Costituzione del 1947.
In realtà l'Italia è come un malato, che si rigira continuamente nel letto, illudendosi che il continuo CAMBIAMENTO di posizione lo farà stare meglio.
ILLUSIONE....NON E' COSI' CHE SI GUARISCE!!!
#6055
Caro Paul11...sottoscrivo!!!
:)
#6056
Caro Paul11, in effetti lo strano è che il refuso lo trovo pure io dappertutto; evidentemente esso risale proprio alla stesura originale della legge, per cui esso viene ristampato "tel quel" in ogni riproduzione.
E che diamine, almeno le leggi se le facessero rileggere da un correttore di bozze, prima di promulgarle!!!
Come già ho detto più volte, comunque, anche io sono dell'avviso che  il ricorso non sarà accettato, sia per eventuali ragioni (o "pressioni") di Stato, sia perchè si avrà la scusa che non è possibile inserire tanti riferimenti in una scheda sola, e che non si possono predisporre più schede; anche se, in effetti, ci sono esempi storici di schede chilometriche, con spiegazioni discorsive a margine, sia all'estero che in Italia (dove, in alcune occasioni, si sono votate contemporaneamente schede plurime, ognuna delle quali confezionata "a libretto).
Vedi le immagini sotto, se riesco a caricarle. ;)
Quanto al "bicameralismo perfetto", sebbene ne abbiano esagerati i difetti, imputando ad esso le colpe di una politica incapace, secondo me il modo migliore per superarlo sarebbe stato abolire del tutto il Senato; ma avvicendare l'attuale Senato con un senato che è una sorta di "ircocervo" (nè carne nè pesce), non sarà altro che sostituire il  "bicameralismo perfetto", con un  "bicameralismo imperfettissimo"...nel senso che funzionerà molto "imperfettamente", inceppando ancora peggio il funzionamento delle istituzioni.
Ho un'unica speranza, se vincerà il SI': e, cioè, che in realtà il senato della riforma sarà solo uno zuccherino per far finta di compensare le Regioni dell'ENORME PERDITA DI IMPORTANZA che subiranno.
E che perciò il nuovo "senaticchio" starà lì ad ammuffire senza combinare nulla; e, perciò, senza neanche combinare i danni che sicuramente deriverebbero da una sua effettiva "entrata in funzione":
In pratica, abolito il CNEL, il nuovo SENATICCHIO sarebbe il suo sostituto; inutile e solo di facciata.
Me lo auguro proprio, se vincerà il SI'!
Quanto alla Costituzione redatta quasi settanta anni fa, tieni presente che la parte seconda di essa, negli ultimi 15 anni, è stata riscritta ben 3 volte (con modifiche di decine di articoli); e questa riforma in parte viene emanata, proprio per correggere le storture della riforma del 2001, non di quelle del 1948....la riforma del 2006, invece, è stata "trombata" dagli Italiani con un Referendum.
E a parte tali riscritture, tieni pure presente che non è affatto vero che la nostra Costituzione sia antiquata, essendo, in media, una delle più recenti; e, comunque, forse quella che ha ricevuto più aggiornamenti e "ringiovanimenti" in assoluto.
In effetti, tra i paesi occidentali più vicini a noi, quella che ci batte di più, quanto a "giovinezza", è la La Costituzione spagnola, approvata il 6 dicembre 1978; poi, nell'ordine,  l'attuale Costituzione francese  essendo entrata in vigore il 4 ottobre 1958, e quella tedesca, essendo entrata in vigore 23 maggio 1949.
Ma si tratta di pochi anni di differenza, e, comunque, la nostra Costituzione è quella che ha ricevuto più modifiche e aggiornamenti nel corso del tempo rispetto alle altre (in ispecie le tre sopra citate): ben 43 articoli su 139!
Ed ora se ne vorrebbero modificare ancora 47.
Peraltro, altre Costituzioni molto più antiche, sono state aggiornate molto meno radicalmente e molto più di rado della nostra: per esempio, la Costituzione USA, che vanta quasih 240 anni di età, ha avuto solo 27 modifiche (che loro chiamano emendamenti).
La "Costituzione" (si fa per dire) del Regno Unito, invece, è composta da un insieme di atti scritti che risale addiritura alla "Magna Charta Libertatum": un documento che il re Giovanni Senzaterra fu costretto a concedere ai lord del Regno d'Inghilterra, il 15 giugno 1215, e che più o meno, in 800 anni, ha ricevuto non più un centinaio di effettive e sostanziali modifiche.
Ma, ovviamente, si tratta di cose diverse!
Per cui, come si vede, la Nostra Costituzione non è affatto "vecchia"; e, comunque, nella sua non certo lunghissima esistenza, ha già ricevuto moltissimi aggiornamenti (per la verità anche troppo, e non tutti felicemente concepiti).
Un secolo è un battito di ciglia nella vita di una Nazione; ma l'Italia è come un malato, che non trova pace, e si gira e rigira continuamente nel suo letto, illudendosi che una nuova posizione la faccia stare meglio.
ILLUSIONE!!!
https://www.youtube.com/watch?v=rFauAo457nE


#6057
Caro Paul, in questo caso, la tua osservazione è del tutto corretta.
;)
Ed infatti, bisognerebbe anche distinguere tra "leggi", "decreti legge" e "leggi delega", mentre io ho riportato solo il totale; ma, purtroppo, non riesco a trovare una fonte che distingua gli uni dagli altri.
E' ovvio, peraltro, che l'approvazione dei "decreti legge" è molto più rapida, e questa è una delle ragioni per le quali se ne abusa; per cui, "a spanne", ritengo che una buona quota delle 75.000 leggi, sia costuita da decreti legge.
Ma, anche ammesso che i dd.ll. costituiscano la metà dei provvedimenti (il che forse è eccessivo) visto che in tutto vantiamo bel 75.000 leggi (secondo le stime più prudenti), si tratta pur sempre di dieci volte le leggi della seconda in classifica; la quale pure, come noi, ha una legislazione composita di "leggi", "decreti legge" e "leggi delega".
Per cui, insisto nel dire che la "produttività" normativa del nostro parlamento bicamerale, sia pure di pessima qualità, è tutt'altro che scarsa...anzi, direi che è addirittura "frenetica" (per esperienza personale); per cui, se fosse vero che il superamento del "bicameralismo paritario" la accellerasse ancora, penso proprio che smetterei definitivamente  di seguirla, e mi dedicherei all'ippica.
Il problema è la QUALITA', non la QUANTITA!
E la prima, non si migliora certo creando una seconda camera a cui possono accedere persino dei diciottenni (attualmente l'età minima per i senatori è quaranta anni), che hanno solo esperienze locali relative a problematiche locali (sempre che abbiano almeno quella).
:'( :'(  :'( 
#6058
Caro Paul11, forse non ti sei accorto che il testo inizia con un "refuso", perchè, ovviamente, il verbo non è un participio passato singolare ("approvato"), bensì un indicativo presente seconda persona plurale ("approvate"); come, peraltro, è invece scritto correttamente più avanti.
Si tratta, infatti, di un quesito: "approvate?", per cui non sarebbe sintatticamente possibile formularlo con il participio passato "approvato?".
Il participio passato, invece, appare correttamente più avanti, laddove si chiede di approvare ("approvate?") il "testo della legge di revisione dell'articolo... (o degli articoli ...) della Costituzione, concernente ... (o concernenti ...), <<"approvato">> dal Parlamento", senza alcuna "singolarizzazione" degli "ARTICOLI" (plurale), a cui far riferimento del quesito: ed infatti <<approvato>>  costuisce predicato verbale del <<testo>>, non degli <<articoli>>.
E' ovvio, infatti, che il TESTO da approvare è uno solo, sia pure con riferimento anche a più articoli.
Ed è pure ovvio che, in questo caso, gli articoli sono davvero alquanto esuberanti, per comprimerli materialmente in una scheda sola, perchè, in realtà, in un solo TESTO-MINESTRONE, si sono accorpate almeno dieci RIFORME diverse; per ciascuna delle quali si sarebbe dovuto emanare un distinto provvedimento e indire un diverso referendum.
Ed in effetti, come da me già evidenziato il mese scorso nel mio commento online, e come ora più autorevolmente sostenuto da Onida nel suo ricorso, il testo della riforma è del tutto disomeogeneo; per cui, in effetti, anche se si comprimessero tutti gli articoli in una sola scheda, si rispetterebbe, sì, l'art.16, ma non il principio costituzionale circa la libertà di voto, perchè con un unico SI' o NO, si dovrebbero accogliere in blocco cose distanti anni luce una dall'altra.
Sintetizzando con un esempio:
- l'attuale scheda ti chiede solo se ti piace mangiare il cioccolato, senza precisare che, oltre al cioccolato, ci sono pure molte scorie azotate da mandare giù...per cui ti fa fesso (disinformato) e contento;
- una eventuale scheda, invece, che ti chiedesse se ti piace mangiare il cioccolato, mescolato con scorie azotate, ...ti renderebbe sicuramente più informato, ma non certo molto contento della scelta che sei forzatamente costretto a fare.
Quale possa essere la soluzione giuridica all'orrendo pastrocchio combinato dai due incompetenti apprendisti stregoni, non so proprio quale possa essere.
Quello che posso dirti è che, "rebus sic stantibus", sarò COSTRETTO a votare NO!
E, sinceramente, la cosa mi secca molto, perchè ad alcune delle "riforme" contenute nel (complessivamente indigeribile) minestrone, avrei risposto con un convintissimo SI'; ne elenco sei, nel mio commento.
#6059
Caro Paul11, non capisco bene.
Tu stesso ammetti che l'art.16 sancisce che "...qui esplicitamente il testo dice che può riguardare UNO o PIU' articoli di riferimento...", a seconda che la nuova legge costituzionale, ovviamente, revisioni UNO o PIU' articoli.
E fin qui siamo d'accordo.
Ma poi aggiungi: "Hanno giustamente inserito nella scheda il TITOLO DELLA RIFORMA, ovviando al problema tecnico di come presentare la scheda all'elettore."
???
Giustamente un piffero!
Hai appena detto tu stesso che, per legge, nella scheda dovevano indicare gli "UNO o PIU'" articoli di riferimento...", mentre, nella scheda, non ce n'è neanche uno, ma si sono meramente limitati a riportare il TITOLO della riforma; quindi non hanno ovviato alcun problema tecnico.
Sarebbe come se un Professore chiedesse ad un alunno di elencargli i vari capitoli di un'opera letteraria, e quello si limitasse a recitargli il titolo dell'opera stessa!
;D  ;D  ;D

Su resto, invece, siamo pienamente d'accordo!
#6060
Caro Paul11, secondo me tu stai confondendo (come molti), due cose completamente diverse; il che è "pericolosissimo", sia concettualmente che praticamente.
Ed infatti:
1) Un conto è dire che, con il "bicameralismo paritario", ci sia stato un rallentamento nella produzione delle leggi, poichè questo:
-  è smentito dall'esorbitante numero di leggi prodotte in Italia (molto maggiore che all'estero), che è un dato di fatto  dimostrabile;
- è smentito dall'esperienza degli operatori del diritto, che (come me) sono subissati da una nomorroica profluvie di nuove leggi, che si susseguono ad un ritmo frenetico quasi settimanale.
2) Un altro conto, invece, è dire che tale esorbitante e ridondante mole di norme, non dimostra certo, di per sè, l'efficienza ed efficacia di un Parlamento in quasi settant'anni di storia...in quanto  si tratta di una proliferazione normativa caotica e non  organica.
Sono due cose diverse, entrambe vere, e che hanno poco o nulla a che vedere col cosidetto "bicameralismo paritario", in quanto non è certo lui la causa delle leggi scritte male.
Ed infatti, semmai, sarebbe vero il contrario, perchè due camere paritarie:
- se teoricamente potrebbero aver il difetto di rallentare la produzione delle leggi (il che, in base ai numeri, non sembra sia vero); 
- sempre teoricamente dovrebbero avere la peculiarità di scriverle meglio ...in quanto non si può negare il fatto che un doppio esame consente una maggiore ponderazione dei provvedimenti legislativi, e, quindi, una loro maggiore qualità.
Almeno in teoria! ;)
Ma, in pratica, è comunque sicuro, che ridurre il numero delle camere legiferanti, di per sè, NON PUO' AVERE ALCUNA INFLUENZA SULLA QUALITA' DELLE LEGGI PRODOTTE!
Ed infatti, resta tutto da dimostrare che dieci fessi riuniti in una camera sola, facciano leggi migliori degli stessi dieci fessi, divisi in due camere differenti; cambiato l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia. ;D
Quindi, stiamo attenti a non confondere le carte in tavola!
Quanto al fatto che vi siano norme "praticamente dimenticate", ma che improvvisamente quelle norme "capziosamente" (?) possano essere utilizzate da un giudice o da un avvocato, non capisco che cosa intendi; in nessuno stato moderno esiste l'abrogazione per "desuetudine", e, comunque, non vedo cosa c'entri questo con il tema della riforma costituzionale.
Sono invece perfettamente d'accordo con te, quando dici che i nostri parlamentari, tutt'altro che "rallentati" dal "bicameralismo paritario", non fanno che emettere in continuazione nuovi provvedimenti; e, come giustamente scrivi tu, "... ogni anno cambiano qualcosa disorientando il cittadino e rimpinguendo di addetti specialistici che vanno da commercialista all'avvocato".
Per questo, nel mio primo post, avevo "provocatoriamente" scritto:
"E DOVREMMO CREDERE CHE IL BICAMERALISMO PARITARIO AVREBBE RALLENTATO LA PRODUZIONE DI LEGGI? SE COSI' FOSSE, SECONDO ME, BISOGNEREBBE RADDOPPIARE IL NUMERO DELLE CAMERE,  NON DIMEZZARLO...così almeno ci darebbero un po' di respiro!!!!
Quanto ai "testi unici e procedurali" delle Camere e Senato,  nelle cui pieghe procedurali vi sono troppe possibilità  da parte di un gruppo politico  di bloccare normative, costruendo un'opposizione strumentale che allunga infinitamente i tempi legislativi, in realtà si tratta semplicemente dei "REGOLAMENTI" che si dà da se il Parlamento, nell'ambito del suo potete di "Autodichia"; e che nessun giudice o Corte (anche costituzionale) può sindacare.
Ed in base a tali "REGOLAMENTI", si possono porre in essere abusi sia da parte delle minoranze che della maggioranza.
Quanto a tali "REGOLAMENTI", se ne può abusare allo stesso modo, sia in un "bicameralismo paritario", sia in un "bicameralismo diseguale"; per cui, su tale problematica, la riforma non incide affatto. 
Ed infatti, sotto il profilo della "legittimità procedurale", occorre rilevare che per evitare un dibattito parlamentare, volto a ponderare una legge di così radicale importanza (quella di riforma costituzionale RENZI/BOSCHI), e ad emendare i numerosi difetti della riforma, il governo ha fatto ricorso al cosiddetto "canguro"; cioè, ad una prassi parlamentare anti-ostruzionismo (ispirata alla "Kangaroo Closure" britannica, che, però, è una cosa un po' diversa) , la quale consente di votare gli emendamenti accorpando quelli in tutto simili e quelli di contenuto analogo, per cui, una volta approvato o bocciato il primo emendamento, risultano decaduti tutti gli altri.
Cioè, in parole povere, "saltando" le presunte "lungaggini" del dibattito parlamentare.
Tale meccanismo, in verità, non era previsto espressamente dal regolamento del Senato: ma la giunta fece rientrare tale tecnica tra quelle "consentibili" i base ai poteri del Presidente del Senato previsti dall'articolo 102 comma 4 del REGOLAMENTO DEL SENATO.
Al riguardo, quest'ultimo, fece presente che detta prassi "marsupiale", era già stata seguita nel 1996 in "analogia all'articolo 85 del REGOLAMENTO DELLA CAMERA" comma 8; che, appunto, la consente.
Peccato, però,  che, anche volendo adottare per "analogia" il comma 8 dell'articolo 85 del Regolamento della Camera, il Presidente del Senato si è dimenticato che l'articolo 85 bis del Regolamento stesso dice che "le disposizioni di cui all'ultimo periodo del comma 8 dell'articolo 85 non si applicano nella discussione dei progetti di legge costituzionale".
E il progetto di riforma, riguardava, appunto, una "legge costituzionale".
A parte il "canguro", peraltro, il Governo ha fatto ricorso anche alla cosidetta "tagliola" ed alla cosiddetta "ghigliottina", che funzionano nel modo seguente:
- la "tagliola" viene utilizzata per limitare i tempi degli interventi dei senatori o dei Deputati;
- la "ghigliottina" è invece uno strumento parlamentare che permette di fissare la data entro cui votare il provvedimento in esame, per cui, scaduto il tempo, si procede con la votazione finale, sia che gli interventi si siano conclusi sia che no.
Insomma, tutto "de prescia", come si dice a Roma!
Per cui  ci si potrebbe anche immaginificamente figurare questa riforma, come l'infelice frutto dell'incrocio genetico tra un "porcello" (la legge elettorale con cui è stato incostituzionalmente eletto questo parlamento) e un "canguro"; per giunta cieco, in quanto gestito   nell'utero in affitto di una "gatta presciolosa".
Sul resto delle tue considerazioni, sono abbastanza d'accordo; sebbene alcune dovrebbero essere meglio approfondite.
Ciao :)