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Messaggi - Ipazia

#6076
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
04 Febbraio 2020, 23:48:15 PM
C'è anche la pesca, ma appartiene allo stesso stadio della caccia-raccolta. E vi sono situazioni di integrazione tra caccia, pesca, allevamento e agricoltura. Dipende dalle risorse presenti e dalla facilità di domesticazione di animali e vegetali. Diamond spiega bene le fasi e la distribuzione geografica nel libro più volte citato, che vale la pena di leggere.
#6077
Citazione di: Vito J. Ceravolo il 04 Febbraio 2020, 18:41:00 PM
Ciao Ipazia,
lo sai che non ho scritto che la ragione ha l'in sé delle cose, bensì che la ragione è l'in sé delle cose, come sai anche la differenza fra essere e avere. Quando Hegel afferma che tutto è razionale, mette il soggetto nelle cose, annullando le cose sulla scia kantiana. Quando dico che la ragione è l'in sé delle cose (distinguendo la ragione dallo strumento razionale conoscitivo) tutelo l'oggetto permettendo l'accesso razionale ad esso.

"La ragione è l'in sé delle cose": intendi dire che ne è il significato ? Se è così siamo comunque fuori dall'ontologia delle cose, ovvero la proprietà di essere un in sè che ha una sua essenziale noumenicità. Peraltro una ragione "in sè delle cose" distinta dallo strumento razionale conoscitivo non saprei proprio dove andarla a cercare. Forse nel luccichio che in sè, ovvero in me, vedo quando guardo il sole, al punto iniziale dei 10 punti in cui l'in sè inizia da in me la sua odissea metafisica con sdoppiamento tutelare della ragione al suo seguito e servizio ?

CitazioneDi nuovo ciao Ipazia,
parlare di autorità come di manualistica ha un certo limite per lo sviluppo del pensiero: è chiaro che il tuo affermare «del concetto hanno il difetto di non accedere al noumeno» sia una posizione corretta, però, ripetere tale posizione, denota due difetti: o non hai letto le possibilità presentate in "Guida mistica al noumeno" e "Linguaggio e noumeno"  dove si supera tale problematica concettuale; oppure le hai lette ma non hai posto alcuna critica su di esse (io non le ho lette tali critiche) così ripetendo inutilmente tale problematica già superata.
Voglio dire, se non ti piacciono le soluzioni proposte, sarai sicuramente in grado di indicarle e spiegarmi il perché.

Vedrò di focalizzare ...

CitazionePer me invece fu ingenuo Nietzsche, perché pur avendo l'ingegno di rilevare i difetti metafisici per i quali tale metafisica era difettosa, non cerco di sistemarla, ma scelse consapevolmente ("la mia filosofia è nata già morta") la via di negare tutto, pur avendo – ripeto – rilevato i punti tramite cui poter affermare tutto. Ma in fondo... per me è ingenuo tanto il realismo quanto il nichilismo, quindi non facciamocene un callo.

Forse era nata morta perchè la soluzione non era meramente metafisica e sistemarla metafisicamente, con un nuovo sistemone, era l'ultima cosa che desiderava fare. Già si era speso molto con il Wille e l'eterno ritorno, avendone alla fine ben poche gratificazioni teoretiche. Meglio con l'amor fati, ma sospeso sul nulla. Un nulla più grande delle esili forze rimaste (Ecce homo).

Citazione... Però devo dirti una cosa: qui, con l'idea della sovrasensibile ragione in sé di principio non misurabile fisicamente se non tramite le sue conseguenze fisiche etc... In questa filosofia la scienza è rinchiusa in un ambito puramente fattuale, senza possibilità di accesso diretto a tale mondo.

Sul dualismo cogito-physis penso ci sia ancora spazio di discussione. Ma chiamare il cogito: "sovrasensibile ragione in sé" mi turba alquanto.
#6078
Attualità / Re:Tempo di Carnevale
04 Febbraio 2020, 17:42:12 PM
2002 è palindromo, non 2020  8)
#6079
Citazione di: Phil il 04 Febbraio 2020, 12:38:25 PM

La stessa interpretazione nichilista non ha un fondamento assoluto e veritativo (essendo molto più destruens che costruens), è piuttosto solo la (sconsolata?) constatazione che i fondamenti finora proposti come assoluti (dalle scienze umane, il nichilismo filosofico non parla di quanti e leggi fisiche), semplicemente non lo sono perché, al di là del loro successo storico, sono incapaci di uscire dalla propria autoreferenzialità (la scienza ci riesce infatti percorrendo altre vie, non solo teoretiche).

Non è detto che le scienze umane non possano percorrere le stesse vie, non solo teoretiche, della scienza, rinunciando ai fondamenti assoluti così come ha fatto la scienza. Nel caso del coronavirus vediamo come lo spazio teor-etico e pratico tra comunità scientifica e comunità umana tenda ad azzerarsi in una comune declinazione della ratio. Il che può valere in tutti i casi in cui il "gioco di società" oltrepassi l'ambito del sollazzo, trattando "convenzioni" vitali.
#6080
Citazione di: Vito J. Ceravolo il 03 Febbraio 2020, 18:52:14 PM
Per chi vorrà testare questo pensiero. Un'introduzione:

1. Qui troverete lo scioglimento della dicotomia oggetto-soggetto, quindi noumeno-fenomeno, non come annullamento di uno o l'altro, ma come riconoscimento delle loro verità distinte ma dipendenti, senza contraddizione (derivante dallo scioglimento del conflitto fondamentale)

Le verità delle dicotomie citate sono concettuali e del concetto hanno il difetto di non accedere al noumeno che rimane - canonicamente e secondo autorevole tradizione - inconoscibile (e quindi illusorio lo scioglimento del "conflitto fondamentale" che resta isolato nel concettuale)

Citazione2. Qui troverete una nuova metafisica, in breve:
«Mi riferisco a Nietzsche che a ben vedere criticò la metafisica del tempo, ma che troppo ingenuamente la cancellò invece di riformarla in questi termini: senza duplicazione di realtà, ma con un'unica realtà di un ordine al contempo sensibile e intelligibile; senza separazione fra corpo e anima, ma con un unico medio, ragione in sé, che si combina dalla meccanica sino alla biologia fin anche la cultura; con una realtà in sé che ben conta nelle definizioni della realtà apparente, ragione universale capace di giustificare sia il razionale che l'irrazionale, il prevedibile e le possibilità, il particolare e l'individualità, [la determinazione e la libertà].» (cfr. Guida mistica al noumeno, nota 2)

Friedrich Nietzsche (FN) non ebbe "l'ingenuità di cancellare la metafisica del tempo senza riformularla" ma la saggia umiltà e l'arguzia filosofica (da antenna sensibile qual'era) di lasciare al futuro le competenze specialistiche che sapeva di non possedere fornendo solo alcune pregevoli intuizioni che nutriranno la nascente psicologia scientifica, il relativismo gnoseologico, fenomenologia, linguistica e logica. Ovvero tutta l'ontologia moderna con diritto - secondo Ludwig Wittgenstein (LW) - di parola.

Da filosofo di razza FN ci ha lasciato anche una tortuosa eredità sullo specifico sopravvissuto della filosofia che LW rivela in epigrafe al suo Tractatus chiamandolo "Mistico": la questione etica (= estetica)

Citazione
3. Qui troverete una nuova ontologia (una sintesi velocissima tratto dal libro "Mondo. Strutture portanti. Dio, conoscenza ed essere", ed. Il prato, pp. 91-170):

  • Identità: Quando diciamo "Socrate è Socrate" (A=A) stiamo parlando di un unico Socrate (A) uguale a se stesso (=A), possibile in quanto identico a sé e non diverso da sé. Nell'identità quindi non si parla di essere uguali ad altro (es. A=B), ma di un'uguaglianza continua che si serve di uno stesso termine A come se fossero due A=A benché il termine sia sempre uno. Cosicché in A=A il termine A ritorna a sé all'infinito: se A=A allora A; se A=A=A=A=A... etc allora A.
  • Composizione dell'identità: L'identità A=A è composta dal contenuto "A" è dalla relazione "=" che lo uguaglia a se stesso.  Il contenuto "A" è la materia dell'essere mentre la relazione "=" è la forma dell'essere. Cosicché dire "A=A" significa dire "essere (A) è (=) essere (A)" in cui si ha un unico essere che si rapporta a sé tramite se stesso; una materia che si rapporta a sé tramite la propria forma.
  • Esclusione dell'identità: Dire A=A significa escludere da A ciò che esso non è: A è diverso da non-A. In tal senso A porta in sé la mancanza di ciò che non è. E portare in sé la mancanza di qualcosa è ben diverso dal portare in sé quella cosa: "portare in sé la fame è diverso da portare in sé la sazietà" benché la sazietà sia un nostro possibile momento. Cioè:  "essere" (potenza) e "dover essere" (potenziale) non sono uguali laddove uno necessariamente esclude l'altro fintantoché si affermi la possibilità di distinguere un oggetto da un altro.
  • Confini dell'identità: Per essere se stesso, A deve avere dei precisi confini che lo distinguono dal restante permettendoci di concepirlo distintamente senza pensare a ciò che non è (come possiamo pensare alla pera senza dover necessariamente pensare alla mela); anche se dal restante non può essere realmente separato poiché A è ciò che è in quanto non è ciò che non è. In questo senso A, per essere se stesso, è indissolubilmente legato a ciò che esso non è (non-A). Quindi diciamo A e non-A inscindibili ma discernibili, inseparabili ma distinguibili. Ossia: A è isolato in sé per essere l'unità che è, ma oltre la propria unità si lega a ciò che esso non è, quindi non è isolato oltre sé.
  • Divenire dell'identità: Nel divenire, A e non-A devono essere necessariamente diversi, altrimenti il trasformarsi di uno nell'altro non sarebbe un divenire ma un restare. In questo senso A si trasforma in non-A. Ne segue che A non può essere mai altro da sé benché possa divenire altro da sé modificandosi da ciò che è, e in questo nuovo sé essere uguale a se stesso (non-A=non-A) benché diverso da ciò che era prima.

Spero che questa breve introduzione possa facilitare la comprensione del complesso filosofico di questo nuovo paradigma, dove in termini spiccioli potete distinguere fra ontologia, come studio dell'essere tramite la ragione, e metafisica, come studio della ragione con la ragione. Sempre ben intendendoli non come corpi separati, bensì come uno l'espressione sensibile di quel sovrasensibile e viceversa.

Con tutto il rispetto per quanto sopra e pure per la bella forma fenomenologico-narrativa dei vari link che ho letto, mi pare che l'ontologia ormai se la sia presa la scienza, incluse la parte di "noumeno" che ci è dato di manipolare. Temo che nessun nuovo sistema filosofico possa reggere il confronto ontologico con le diavolerie della Big Science e che la logica abbia già dato il massimo di sè, la sua noumenica volontà di potenza, all'epoca di Frege-Russell, accettando, dopo la fine dell'utopia neo-ontologica globale, di ritagliarsi fettine di conoscenza applicata utili per programmare le intelligenze artificiali e formulare algoritmi probabilistici, senza più alcuna velleità filosofica.

Quanto alla metafisica, si può farla su tutto, anche sull'episteme, che ne ha gran bisogno per non partorire i mostri che sogna mentre la ragione dorme.
#6081
La ragione non ha l'in sé delle cose, ma il per noi delle cose. A questa  "verità" era giunto anche Hegel tanto tempo fa (archiviando il noumeno nella sostanza se non nel desiderio).

Da allora il sapere (fisico e metafisico) ne ha fatto tesoro realizzando una "nuova oggettività" che ha contestualizzato l'oggetto e riscritto - togliendogli l'aura arcaica animistico-fenomenologica - intersoggettivamente il soggetto.
#6082
Citazione di: Phil il 03 Febbraio 2020, 15:30:28 PM
Secondo me, per cercare paradigmi più radicalmente differenti, un tertium per il suddetto dualismo, bisogna andare oltre la concettualizzazione forte dell'"oggetto in sè" come sacro Graal, magari partendo proprio dalla categoria di «utile finzione nichilistica»; aspettando che l'ontologia postuma(na), nel parlare di «oggetto», si lasci alle spalle Kant e si accorga finalmente dell'epistemologia contemporanea.

La quale ha superato la contrapposizione gnoseologica soggetto-oggetto e la simmetrica contrapposizione ontologica fenomeno-noumeno. Insieme con le loro confuse e retroattive intersezioni metafisiche in cui la formula catartica nichilismo chiude illusoriamente - nella pirotecnica apoteosi nullificante - il discorso filosofico.
#6083
Scienza e Tecnologia / Re:Scienza e politica
03 Febbraio 2020, 15:52:39 PM
Citazione di: InVerno il 03 Febbraio 2020, 12:32:59 PM
Chissà perchè le più grandi matasse di antieuropeismo si sviluppano nell'est europa, quell'est europa che più di tutti ha guadagnato dall'entrare nell'EU assorbendo tutte le delocalizzazioni e l'industria in fuga.

Perchè dal comunismo hanno imparato almeno una lezione: tenersi il bambino (lo sviluppo tecnologico) e buttare via l'acqua sporca (la tecnocrazia invadente e classista).

Tutto il contrario di noi italiani che preferiamo l'acqua sporca (mafia, inclusa l'umanitaria e la caina) al bambino (l'honestà di tradizione protestante).
#6084
Tematiche Filosofiche / Re:Dei diritti e dei doveri
03 Febbraio 2020, 10:34:37 AM
Citazione di: viator il 01 Febbraio 2020, 21:08:58 PM
Salve Ipazia. Sono sinceramente dispiaciuto che qualcuno si sia sentito tartassato. Anch'io mi sento tartassato da qualche altrui visione del mondo ma, essendo persona mite che tende alla rassegnazione (almeno davanti alle opinioni altrui), non me ne lamento e sopporto con pazienza che non è cristiana bensì panteistica.

Ottima scelta: Deus sive Natura. O meglio: Natura sive Deus.

Bene hai fatto a "tartassarci" alla ricerca del diritto extra-umano, altresì detto naturale, ma poi ne hai cavato il classico topolino dell'homo homini lupus, coniato da chi l'etologia lupina la vedeva solo attraverso le lenti oscurate da una teologia antropocentrica, di cui qualcosa intuiva nel detto popolare e populista "in bocca al lupo", che subito rifranava nella risposta canonizzata: "crepi".

Ripartendo dalla solidale socialità di un branco di lupi si può invece arrivare al diritto naturale per vie meno ideologicamente oscurate anche attraverso ...

CitazioneCirca le "parole magiche", resi i debiti omaggi all'ottimo Maslow vorrei farti notare che nè l'abitazione (o tana o ricovero) nè il lavoro socialmente inteso fanno secondo me parte dei bisogni (si può umanamente sopravvivere - anche se penosamente - senza di essi).

...una teoria dei bisogni, saldamente fondati sulla matrice naturale di Tutto - come da base della piramide in questione - laddove il bisogno costituisce i fulcro della dialettica tra diritti e doveri. Tornando alla Natura, nessuno garantisce al lupicino, per quanto di nobile lignaggio alpha egli sia, un ruolo che vada aldilà della nobiltà predatoria che egli riesce a dimostrare all'interno della sua lupina comunità. Anche questo ha un suo riscontro nei pochi casi di cultura antropologica sincera nel detto: noblesse oblige. Sempre negato nei fatti dalla collocazione distinta dei quartieri generali e della carne da cannone. Il lupo no. Nel suo superiore diritto naturale il capo sta in prima linea, facendo convergere, in maniera oserei dire trascendentale, il diritto alpha col dovere di giocarsi prima di ogni altro il suo valore assoluto incontrovertibile, la sua vita, nel gioco naturalistico di sopravvivenza del branco.

Esempio sublime il compagno di letto tombale, Digit, di Dian Fossey.

CitazioneL'espressione umanamente magica trovo sia "facoltà", cioè quell'insieme si scelte selezionabili od evitabili che fanno di noi una persona dopo che individualmente si siano soddisfatti i bisogni e dopo che collettivamente ci sia resi disponibili alla necessità (l'unica necessità collettiva sarebbe - per antonomasia - la riproduzione, cioè quella tal cosa che va considerata - a seconda dei punti di vista - ciò che collega oppure separa la sfera dei bisogni da quella delle facoltà). Salutoni.

Il dovere non è selezionabile, più di quanto il diritto sia casuale. Esiste una linea rossa invalicabile al di sotto della quale l'unica facoltà riscontrabile è quella del parassita. Linea rossa variabile secondo l'abilità di una comunità di automatizzare e delegare alle leggi naturali le necessità della sopravvivenza collettiva - ben più dirimenti dell'automatismo biologico procreativo il cui eccesso è esiziale quanto il suo difetto - ma non azzerabile. Anche perchè la aumentata complessità genera nuove noblesse con gli obblighi relativi. Pure filosofici.
#6085
I naufraghi veri, dopo il salvataggio, tornano ai paesi di provenienza. I profughi veri provengono da paesi in guerra e la gran parte di loro cerca di ritornarvi dopo la fine delle ostilità.

Il diritto internazionale non è applicabile a naufraghi e profughi falsi. Solo politicizzando il diritto si può arrivare agli obbobri giuridici ONG sponsorizzati dalle quinte colonne di faccendieri dediti alla tratta di umani. Gli stessi obbrobri giuridici che ci hanno portato allo Stato di diritto a delinquere.
#6086
Ero rimasta ferma alla contrapposizione arcaica tra realismo e idealismo. Sussumere il secondo alla categoria del nichilismo ci può stare, ma mi pare uno scivolamento di bias filosofico verso lo spirito, o meglio moda, dei tempi. Con effetto boomerang sul realismo medesimo.
#6087
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Inerzia equatoriale
03 Febbraio 2020, 08:56:31 AM
Le aree equatoriali occupano una parte modesta dell'area totale delle terre emerse e sono condizionata da difficoltà di comunicazione marine, terrestri, orografiche, con gli altri territori. Non è un caso se diverse forme di civiltà si sono concentrate nell'area più estesa e comunicante del pianeta, ovvero l'Eurasia in cui la parte tropicale è insignificante. Il contatto di civiltà diverse ha sviluppato la cultura (scientifica,  tecnica, artistica, filosofica, politica) ad una velocità e complessità impossibile per le parti tropicali del pianeta isolate per millenni dal resto del mondo.

La pacificità di una comunità è meramente epifenomenica, generata da condizioni di isolamento e senza gli effetti nefasti della sovrappopolazione.
#6088
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
02 Febbraio 2020, 19:05:08 PM
Citazione di: InVerno il 02 Febbraio 2020, 18:01:25 PM@Ipazia, ti sorprenderà, ma se tiene in considerazione il continente africano (e ancora, bisogna vedere se è un raggruppamento che ha senso) i numeri dicono che rispetto al resto del mondo, è sottopopolata.

Non mi sorprende per nulla ed é un motivo in più per sostenere le politiche di respingimento.
#6089
Alla fine di tutto rimane la soddisfazione di non dargliela vinta, di non soccombere alle sfighe e alle imperfezioni evolutive. La soddisfazione di trovarsi in sintonia col proprio io, con la propria identità.

Come lo sciatore provetto che nella centralità della propria posizione, frutto di una raffinata preparazione atletica, raggiunge il traguardo del panta rei di un karma cui molto ha dato, avendone molto ricevuto in cambio. Euristica del vivere (bene).
#6090
Tematiche Filosofiche / Re:Dei diritti e dei doveri
01 Febbraio 2020, 17:28:41 PM
Caro viator ci hai tanto tartassato coi diritti extraumani e quando te li trovi davanti vedi soltanto la cortina fumogena dell'ideologia dominante: il diritto alla casa deriva dalla necessità animale della tana, il diritto al lavoro è la forma umana della sopravvivenza autosufficiente che si tutela ulteriormente col diritto alla salute .... Nella piramide di Maslow ci sono tutte queste cose a altro ancora. L'apriti sesamo è la parola magica "bisogni". Apparsa milioni di anni prima di Wall Street e delle sue narrazioni.