Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Eutidemo

#6121
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PM
Per rispondere ad Eutidemo...Be', ovviamente, le categorie arisroteliche di atto e potenza sono un poco superate, e difficilmente applicabili alle moderne conoscenze acquisite dalla scienza. É, infatti, evidente che esse dipendono dall'antico  e ormai del tutto inadatto concetto di tempo, concetto che la scienza usava per spiegare i fenomeni fisici con modelli descrittivi oggi obsoleti . Potenza e atto possono essere distinte soltanto dal tempo (ció che mai sarà in atto ,mai potrà essere in potenza,  ciò che non sarà mai non è nemmeno possibile che sia, e solo ciò che è stato o che sarà in atto potrà anche poter essere stato potenza prima dell'atto ), e ,se consideriamo (come in effetti, oramai, la scienza è costretta a fare) spazio e tempo come aspetti correlati di una realtà unica, allora constateremmo che i fenomeni naturali hanno luogo a prescindere dagli antichi concetti univoci  di potenza e atto o da quelli di causa ed effetto. E cosí riscontriamo effetti che avvengono sicronicamente rispetto alle cause che li producono, e azioni generate da potenzialità che sono, oltre ogni definizione, atto ancor prima di essere potenza. Quindi, se qualche cosa può accadere in Natura, oramai è assodato che esso è già accaduto, accade, o accadrà sopra un unico piano dello spazio e del tempo, il quale piano non separa il tempo dallo spazio con alcun concetto assimilabile all'antica idea di "non essere". Similmente, ciò che in natura fosse logicamente assodato che non potrà mai accadere, ovviamente non è mai accaduto e mai accadrà . Riguardo alla attuale incapacità degli uomini di riprodurre artificialmente la vita, faccio notare che questo non equivale  ad una impossibilita' per sé stessa assoluta, del resto , nemmeno siamo ancora in grado di abitare la superficie marziana, ma è logico che ,come tutte le cose possibili, ciò avverrà, prima o poi, e per il solo fatto che è possibile che questo avvenga, questo avverrà.
***************************************************************************************************************************************************************
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMNon mi sembra affatto assodato che, se qualche cosa può accadere in Natura, oramai è certo che esso è già accaduto, accade, o accadrà  sopra un unico piano dello spazio e del tempo; semmai ciò potrebbe avvenire in qualche mondo parallelo, sempre che tale teoria possa essere prima o poi dimostrata.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMMa,  sopra l'unico piano dello spazio e del tempo del nostro Universo, tutto ciò che può accadere è possibile sia che accada, sia che non accada; altrimenti cadremmo in contraddizione.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMAd esempio, se c'è un derby Roma Lazio, ed io affermo che è possibile che vinca la Roma, è la stessa cosa che se io dicessi che è anche possibile che la Roma perda; altrimenti dovrei dire che la Roma vincerà sicuramente.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMPeraltro, ben "poteva" accadere che i Dinosauri si evolvessero in una specie intelligente, ma "non è" accaduto e non accadrà "mai più", perchè si sono estinti per colpa di un meteorite (pare); quindi, ciò che "può" essere, non è detto che, poi, "sia" effettivamente.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMSiamo invece d'accordo sul fatto che se fosse logicamente assodato che un evento non potrà mai accadere, ovviamente non è mai accaduto e mai accadrà; per esempio, un quadrupede con otto zampe!
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PM:-)
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMRiguardo, infine, alla attuale incapacità degli uomini di riprodurre artificialmente la vita, sono PERFETTAMENTE D'ACCORDO con  and1972rea, che questo non equivale  affatto ad una impossibilità di attuare tale progetto; anzi, sono personalmente convinto che è molto probabile che alla fine ci riusciremo, perchè cominciamo ad acquisire sempre più le conoscenze e le tecniche adeguate.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMNè ho mai escluso che nel resto dell'Universo possa esserci altra vita (magari anche intelligente); l'ho già ripetuto fino alla noia, sin dal principio...certo che è "possibile".
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMDubito, invece, che possa considerarsi anche "probabile", in base agli argomenti esposti, e nel merito dei quali ci si è astenuti dall'entrare.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMNe ripeto uno solo, per non farla troppo lunga.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMSe fosse così facile che le condizioni fisiche e chimiche per la nascita dalla vita si producessero "PER CASO" un po' dappertutto, come mai l'intelligenza umana, con tutte le risorse messe a a disposizione della scienza moderna, non è ancora riuscita a creare "prederminatamente", "consapevolmente" e "scientemente" una sequenza di DNA come quella delle creature viventi?
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMEppure, in laboratorio, gli scienziati hanno a disposizione tutti gli elementi di cui è composta la materia vivente; e di creature vive da "ricopiare", ne hanno a josa sottomano.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMSono convinto che, prima o poi, ci riusciranno sicuramente...ma perchè "LO STANNO FACENDO APPOSTA"!!!
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMQuindi, se l'immaginazione umana è riuscita a creare "ad arte" la Divina Commedia, ma non ancora la Vita (nemmeno avendola sottomano, e potendola "ricopiare"), mi sembra lecito desumerne che è ancora più difficile e improbabile che la vita possa generarsi "PER CASO", data l'estrema complessità del codice genetico, e l'eccezionalità delle condizioni in cui si è formato sulla terra...una sola volta in quattro miliardi di anni.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMMai prima, e mai più dopo, sul nostro pianeta.
Citazione di: and1972rea il 01 Maggio 2016, 15:32:18 PMPossibilità e probabilità sono cose diverse.
***************************************************************************************************************************************************************
#6122
Per rispondere a and1972rea, non è affatto vero che:"... se qualcosa può accadere in natura, semplicemente, accade, è accaduto o accadrà in una certa porzione dello spazio...".
E' una proposizione logicamente e fisicamente erronea, perchè si può passare dalla categoria dell'"esse" a quella del "posse", ma non viceversa: "ab esse ad posse valet, sed a posse ad ess non valet consequentia".
In parole povere, visto che sulla Terra la vita c'è, vuol dire che doveva per forza essere possibile che ci fosse, altrimenti non ci sarebbe; ma, il fatto che la vita sia teoricamente possibile anche in altre parti dell'Universo (non ho mai negato questo), non comporta che, però, essa debba necessariamente esserci.
Semmai, appunto, si può discutere di quanto sia più o meno "probabile", tale "possibilità".
Parlando, allora, di "probabilità", and1972rea osserva che: "...le lettere dell'alfabeto  non potranno mai rimescolarsi fra loro per ripetere una sequenza dettata dall'immaginazione umana con la medesima probabilità che le particelle naturali hanno nell'aggregarsi fra loro per dare origine ad una entità che è il prodotto di precise leggi che regolano la natura". 
E perchè mai?
Ad ogni modo, come già ho detto in un mio precedente intervento, se fosse così facile che le condizioni fisiche e chimiche per la nascita dalla vita si producessero "per caso", come mai l'immaginazione umana, con tutte le risorse messe a a disposizione della scienza moderna, non è ancora riuscita a creare "prederminatamente" una sequenza di DNA come quella delle creature viventi?
Quindi, se l'immaginazione umana è riuscita a creare "ad arte" la Divina Commedia, ma non la Vita, mi sembra lecito desumerne che è ancora più improbabile che la vita possa generarsi per caso.
Anche se, qui sulla terra, è successo.
Il biglietto vincente per la Lotteria di Capodanno è uno solo.
:-)
#6123
Tematiche Filosofiche / Re:Che cos'e' la Liberta'?
26 Aprile 2016, 15:13:23 PM
Secondo me, la libertà, non è poter fare ciò che desideriamo, e nemmeno quello che vogliamo; la libertà è fare quello che "veramente" ci serve.
Ed è per questo che solo la verità ci rende liberi.
;)
#6124
Citazione di: Toch il 25 Aprile 2016, 10:58:49 AM
Per un esame universitario sto preparando quest'opera senza dubbio importante e visionaria.
Aggiungerei, tanto importante quanto incomprensibile xD (almeno, incomprensibile a me, in alcuni punti).
Sì, insomma, il testo è diviso in piccoli capitoli/paragrafi. Ciascuno contiene una tesi dell'autore sull'argomento generale della sezione nella quale si trova.
Il problema, penso io, è che Debord si esprima un po' "avanguardisticamente", ossia, - sempre seguendo il mio sincero parere - a me sembra che voglia far capire il meno possibile del suo pensiero, attraverso messaggi criptici e che a volte fanno più scena nel leggerli che nel capirli.
C'è qualcuno che l'ha studiato, che lo conosce, che mi possa dare una mano?  :)
(Ci sono cose da sapere per lo studio di quest'opera? Ci sono termini/concetti sostituibili con altri più comodi? Premesse, anticipazioni, raccomandazioni?)
Vi ringrazio, anche solo per un tentativo  ;D

Di fronte a tali capolavori del narcisismo umano, l'unico commento possibile è quello -famoso- di Trilussa:
"Se vôi l'ammirazione de l'amichi nun faje capì mai quello che dichi.!!!!"
;)

#6125
Citazione di: and1972rea il 24 Aprile 2016, 19:25:05 PM
Citazione di: Eutidemo il 24 Aprile 2016, 15:58:05 PM
Di certo la birreria di Eutidemo non è un fenomeno fisico ripetibile, cosí come la bottiglia di birra davanti al mio piatto che mi sto bevendo or ora, quello che è ripetibile sono le birrerie di cui ne è  zeppo il mondo, e le bottigliette da 33 cl che riempiono gli scaffali di migliaia di supermercati. Di certo And1972rea così come Eutidemo , potendo loro occupare un solo luogo per ciascun istante , non sono di per sé stessi moltiplicabili, ma sono fenomenicamente ripetibili e già ripetuti in atto oltre ogni principio possibilistico in miliardi di altri individui che ripetono la loro stessa natura fenomenologica. Allo stesso modo, miliardi di fenomeni abissalmente complessi si ripetono nel tempo e nello spazio del nostro universo diversamente per ciascuno di essi,ma ugualmente indistinguibili nella loro natura fisica. Nonostante non vi sia alcun singolo atomo di carbonio che possa dirsi moltiplicabile , quindi , ritroviamo quel fenomeno come osservabile in ogni luogo dell'universo in cui sia esplosa una stella abbastanza grande e vecchia da averlo generato. In conclusione, non solo ritengo altamente probabile l'esistenza di forme extraterrestri intelligenti del tutto simili all'Uomo, ma credo altresi fermamente nell'esistenza  di birrerie eccellenti anche al di fuori del nostro sistema solare!
E' indubbiamente vero che miliardi di fenomeni abissalmente complessi si ripetono nel tempo e nello spazio del nostro universo diversamente per ciascuno di essi, ma ugualmente indistinguibili nella loro natura fisica; ma più essi sono "organizzativamente" complessi (come le birrerie e ed il "primo" essere vivente), più è difficile che essi si verifichino, identicamente, a distanza di tempo,e  in distanti punti dell'Universo.
Tanto è vero che, negli ultimi tre miliardi e mezzo di anni, pur essendo variate infinite volte le condizioni climatiche della Terra, la "nascita della vita dalla materia" , sembra sia accaduta UNA VOLTA SOLA.
E poi basta!
Quindi, se ne desume che la scaturigine originaria della vita non è un fenomeno che si ripeta con molta facilità, visto che negli ultimi tre miliardi e mezzo di anni (sia pure in un pianeta favorevole), la vita non è MAI PIU' scaturita dalla materia.
Ed è quasi un secolo che si tenta, inutilmente, di produrla artificialmente, pur creando appositamente tutte le condizioni per la sua nascita.
Al riguardo, recentemente, "Syn 3.0" segna un nuovo, significativo passo in avanti verso la creazione della vita artificiale; si tratta del primo batterio sintetico con un Dna ridotto al minimo, cioè solo 473 geni, rispetto ai 3,2 miliardi di paia di basi di DNA, contenenti ciascuno all'incirca 20.000/25.000 geni, di una nostra cellula. 
E' ancora controverso se tale "pseudobatterio" possa considerarsi effettivamente "vivo"; ma, comunque, l'estrema difficoltà che da decenni incontriamo nel voler creare "premeditatamente" la vita (pur con le attrezzature più moderne e sofisticate a nostra disposizione), dovrebbe farci capire quanto sia difficile che la vita possa prodursi "spontaneamente", per il casuale rimescolamento dei suoi elementi di base.
Ripeto, sarebbe come se lanciando ripetutamente in aria dei tasselli con su scritte le lettere dell'alfabeto, sperassimo che, alla fine, ricadendo a terra, essi componessero "randomicamente" la Divina Commedia; già è difficile farlo apposta (in laboratorio), figuriamoci a caso.
Ovviamente la cosa è possibile -perchè è successa-, ma sicuramente è molto improbabile; ed infatti, solo considerando i 4 miliardi di anni di vita della terra, finora, la nascita della vita è successa UNA VOLTA SOLA, per il concorso di migliaia di eccezionali cause concomitanti , che non si erano mai verificate prima, e che non si sono più verificate dopo. ;)
#6126
And1972rea scrive che, se,  consideriamo ripetibile e ripetuto nello spazio e nel tempo "qualsiasi fenomeno fisico osservato", non si vede perché debba fare eccezione il modo in cui atomi e molecole si sono organizzate per formare quel che chiamiamo vita intelligente qui sulla terra. 
Secondo me, pur rispettando al massimo tale opinione, non è un ragionamento che fila molto; perchè confonde il "possibile" con il "probabile".
Ed infatti, anche la Birreria della Peroni vicino casa mia, è un fenomeno fisico facilmente osservabile; ed è fuor di dubbio che gli atomi e le molecole che la compongono, siano le stesse che esistono in qualsiasi altra parte dell'Universo.
Ma vogliamo considerare anche tale fenomeno fisico ripetibile e ripetuto nello spazio e nel tempo, in tutto l'Universo?
Personalmente, non penso proprio che il Cosmo sia popolato da altre birrerie della Peroni, come quella sotto casa mia :-)
Ed infatti, quanto è più alta la complessità di un fenomeno fisico verificatosi in un determinato punto dell'Universo, ed in un breve momento del tempo, tanto più è improbabile che esso si sia verificato anche in un altro punto dell'universo stesso.
Come ho già scritto, infatti:
1) Nei 4,374 miliardi di anni di durata del pianeta terra, le "eccezionali" condizioni necessarie perchè dalla materia inerte si passasse alla vita, si sono verificate per un periodo "brevissimo"...circa lo 0,057% del tempo trascorso dalla nascita della terra ad adesso (almeno stando a quanto ho letto); ora, infatti, sulla terra, la vita non nasce più spontaneamente dalla materia.
Ciò è accaduto solo in un "breve" istante, in un piccolo pianeta.
2) La complessità dei polimeri di DNA può essere sorprendentemente elevata, dal momento che ogni filamento può contenere diversi milioni di nucleotidi; ad esempio, il più grande cromosoma umano (il cromosoma 1) contiene quasi 250 milioni di paia di basi, tutte diverse, ma connesse tra di loro. 
Per cui, ribadendo quanto già detto, sono perfettamente d'accordo con And1972rea che, poichè esistono gli atomi di idrogeno in tutto l'universo,  e con essi esistono uguali sistemi di stelle, pianeti, galassie distribuite in ogni dove, è sicuramente "possibile" che la vita, anche intelligente, esista anche in altre parti dell'Universo.
Su questo non ci piove!
Però non lo ritengo affatto "probabile".
Secondo me, infatti, sostenere che nell'Universo esista altra vita come la nostra, perchè i tasselli che compongono l'Universo, i 109 elementi, sono gli stessi dovunque, è come sostenere che lanciando in aria le 21 lettere dell'alfabeto su tutti i pianeti del Cosmo, alla fine, esse ricadranno a terra componendo casualmente la Divina Commedia (o l'elenco telefonico di Milano).
La cosa è sicuramente "possibile", perchè, tutto sommato, la Divina Commedia è pur sempre composta dalle stesse 21 lettere dell'alfabeto.
Ma mi concederete anche che è altamente "improbabile", data la combinazione estremamente lunga e complessa dei caratteri di stampa da cui è composta l'opera dantesca, che essi si combinino casualmente proprio nel modo giusto (o, almeno, che ciò accada più di una volta).
Quindi, allo stesso modo, data la combinazione estremamente lunga e complessa degli acidi nucleici che costituiscono un essere vivente, ritengo altamente "improbabile" che ci sia altra vita nell'Universo; già è stato un caso davvero straordinario che sia accaduto sul nostro pianeta (ma, anche qui, la cosa non accade ormai più)! 
Per ottenere, poi, che tale vita divenga pure intelligente, sempre a spanne, direi che sarebbe come lanciare in aria per miliardi di miliardi di volte le 21 lettere dell'alfabeto...sperando, alla fine, di ottenere casualmente la combinazione corrispondente all'intera letteratura mondiale degli ultimi duemila anni.
Per quanto, invece, riguarda l'assenza certa di contatti espliciti e diffusi da parte di forme di vita intelligenti extraterrestri, potrei anche essere d'accordo con And1972rea; se sono veramente intelligenti, infatti, chi diamine glielo farebbe fare a comunicare con noi :-D
#6127
Sono d'accordo anche io che ne avremmo veramente bisogno :)
Lo ritengo improbabile, ma non escludo affatto che possa accadere.
Anche se io, molto probabilmente, non sarò più qui ad assistere. :(
Pazienza :)
#6128
Quella dei mondi paralleli di cui parla Sariputra, non è affatto "fantascienza", bensì una rispettabilissima teoria scientifica, prospettata per la prima volta sessanta anni fa circa, dal matematico Hugh Everett; anche se il concetto di universi paralleli venne introdotto per la prima volta M. Leinster nel 1934 (noto autore di fantascienza, di cui lessi molti libri).
Tale tesi, si basa su alcuni aspetti della meccanica quantistica/meccanica ondulatoria; e fu definita pure "Teoria del Multiverso".
La trovo un'idea affascinante, e tutt'altro che peregrina; anche se, a tutt'oggi, si tratta solo di un'ipotesi non confermata in alcun modo.
Quanto all'esistenza di altri essere intelligenti, non è tuttavia necessario ricorrere alla "Teoria del Multiverso", perchè è possibilissimo che esistano anche nel nostro.
Non ho mai negato questo!
Dico solo che non se ne ha la benchè minima prova (neanche probabilistica) in nessuno dei due universi; con la differenza che il nostro, almeno, sicuramente esiste...mentre quelli paralleli ancora non si sa sa.
Per cui "presumere" l'esistenza di altre intelligenze in altri mondi, anche essi meramente "presunti", mi sembra un procedimento logico illatorio un po' eccessivo; persino in ambito giuridico, infatti, la Cassazione ha dichiarate infondati i ragionamenti deduttivi basati sul "praesumptum de praesumpto". ;)
#6129
Sono d'accordo con Sgiombo, in quanto, poichè la scienza e la filosofia hanno oggetti differenti, non ha senso sostenere l'inconciliabilità tra le due.
Ad esempio, entrambe studiano la realtà: ma, come detto, la prima indaga il "noumeno" (metafisica), mentre la seconda il "fenomeno" (fisica); come dire che una si occupa del "perchè", l'altra del "come".
Peraltro, occorre tenere anche conto che la filosofia si articola in varie branche:
1) logica, che si occupa dello studio delle leggi e delle funzioni che caratterizzano la struttura del pensiero in sé; 
2) etica, che si occupa dei codici morali, e della loro la validità;
3) politica, che si occupa delle forme di governo, di potere, ecc ;
4) metafisica che, come già detto, si occupa delle realtà "ultime";
5) epistemologica, che analizza validità origini e limiti della conoscenza.
E, volendo, si potrebbe continuare ancora alungo (antropologica, estetica, ecc.).
In genere, si tende a confondere indebitamente gli oggetti della Filosofia con quelli della Scienza; anche se, a dire il vero, la cosa è giustificata dalla propinquità di alcuni ambiti.
Ma, al riguardo, il discorso diverebbe davvero troppo lungo.
#6130
Sinceramente non capisco cosa c'entri il fatto che i cani "odano" gli ultrasuoni, e i pipistrelli "vedano" col sonar, con l'esistenza o meno di esseri extraterrestri.
Peraltro, si tratta solo di diverse modalità sensorie, a cui noi possiamo sopperire con apposite apparecchiature: per percepire le stesse cose. 
Quanto al fatto della "previsione" dei terremoti, in effetti, si tratta di un fenomeno ancora misterioso; anche se, recentemente, all'interno della testa del verme C. Elegans, è stato scoperto il primo sensore dedicato al campo magnetico terrestre identificato su una forma di vita...il quale potrebbe anche essere usato come "predittore" di terremoti.
Ma, apparecchiature per predire i terremoti, purtroppo, ancora non sono state inventate.
Tuttavia, insisto nel dire che non vedo la pertinenza della faccenda col nostro tema.
Ed invero, se i cani sentissero parlare gli extraterrestri a frequenza ultrasonica, o i pipistrelli li vedessero col sonar, o i cavalli scalpitassero prima del passaggio di un UFO (così come fanno prima dei terremoti), potrei vedere il nesso; ed infatti, se loro li vedessero e li sentissero, mentre noi no, si potrebbe argomentare che gli extraterrestri esistono...anche se noi non li percepiamo.
Ma poichè niente di tutto questo succede, sinceramente non capisco il senso dell'osservazione.
Per cui, ripeto: dove sarebbe mai la necessità di dover supporre l'esistenza di tali presunte entità "invisibili o inconcepibili", solo perchè alcuni animali percepiscono ALTRI TIPI di fenomeno, con modalità percettive diverse dalle nostre?
Se e quando gli animali percepiranno, con i loro "sensi" anche fenomeni di natura esxtraterrestre, allora, forse, se ne potrebbe riparlare. :)
#6131
Non c'è alcun dubbio che possano esistere altre (anche non formali) entità intelligenti, che occupano altri piani, a noi inaccessibili, e per certi versi e appunto per tali motivi a noi invisibili o inconcepibili.
Io, però, insisto a ribadire il principio del Rasoio di Occam: "Entia non sunt moltiplicanda sine necessitate."
E dove sarebbe mai la necessità di dover supporre l'esistenza di tali presunte entità "invisibili o inconcepibili"?
A questo punto, cosa mi impedisce di supporre di avere un pappagallo invisibile appollaiato sulla spalla?
In fondo, non ho alcun modo di dimostrare che non esiste.
Come non posso dimostrare che non esistono Babbo Natale e la Befana.
:)
Peraltro, il motivo per cui abbiamo la sensazione di essere soli nell'universo e che nessuno verrebbe a farci visita, potrebbe anche dipendere dal fatto che effettivamente non c'è nessuno.
O no?
Ed invero, se busso alla porta e nessuno mi viene ad aprire, io ne deduco che non c'è nessuno in casa; non mi metto mica a congetturare che dentro c'è comunque qualcuno, che, però, per qualche ignoto motivo, non mi vuole rispondere.
A meno che io non abbia indizi gravi, precisi e concordanti, che mi inducano a supporlo; e, in questo caso, non ne ho.
Purtroppo 
:-\
#6132
Anche io, come Sariputra, nella mia ormai "perduta" giovinezza, ero un appassionato lettore di fantascienza: i primi romanzi di Urania che lessi, erano ancora con la copertina rosso-nera (prima che divenisse bianca).
:-(
Dal 1958 al 1977, avevo collezionato quasi tutti i numeri; e, nel 1987, scrissi ci scrissi anche io qualche raccontino ("Trilogia del Computer").
A me piacevano soprattutto Bradbury e Asimov; quanto ad "Ali della Notte" di Silverberg, di cui parla Sariputra, ricordo vagamente il titolo, ma non il contenuto.
Comunque, la teoria che, in epoche antichissime, la Terra sia stata visitata da esseri extraterrestri, è notissima ed ha sempre avuto molti seguaci; tra cui il sottoscritto, che era un fan di Peter Kolosimo.
;)
Ma, oltre a quest'ultimo, lessi pure molti altri libri sull'argomento; accorgendomi solo più tardi, con la maturità, che, come appunto scrive Sariputra, erano tutti libri soltanto "pseudoscientifici".
In verità, io ho sempre desiderato di poter credere che esistessero altri esseri intelligenti nell'Universo; ma, ho anche appreso che, purtroppo, di solito, la probabilità che una cosa sia vera, è indirettamente proporzionale al nostro desiderio che essa lo sia.
:-\

Per cui, in base al Rasoio di Occam ("Entia non sunt moltiplicanda sine necessitate"), a tutt'oggi non ritengo che sussista alcun elemento incontrovertibile, in base al quale supporre fondatamente che siamo stati visitati, in passato, da esseri spaziali.
Anzi, semmai, ci sono molti elementi per supporre il contrario; tra i quali: "perchè mai ci hanno visitato in passato, ma adesso non più?".
Sariputra, però, si chiede: "E se la vita intelligente , sviluppatasi su di un lontano pianeta simile al nostro, fosse "innestata" da una specie oltremodo evoluta, che ha la capacità di viaggiare nello spazio (sfruttando conoscenze ancora aldilà del nostro comprendonio) in svariati, innumerevoli mondi tra le galassie?"
Ma, secondo me, si tratta di una sorta di "petizione di principio"; in tal modo,  non si fa che spostare "a monte" lo stesso problema.
Ed infatti si potrebbe replicare:
" Allora dovremmo anche congetturare che la specie oltremodo evoluta, che ha "innestata" in un passato remoto la nostra, in un passato ancora più remoto deve essere stata a sua "innestata" da una specie ancora più evoluta".
E così via all'infinito.
Sicuramente "tutto" è "possibile", ma, a mio modesto avviso, in tale modo, il calcolo delle probabilità non cambierebbe affatto; si complicherebbe soltanto.
Si tratta solo di congetture.
Quanto a Shakespeare, il quale, per bocca di Amleto, disse: "Ci sono più cose nel cielo e nella terra, Orazio, di quante tu possa sognartene nella tua filosofia", sono perfettamente d'accordo.
Amleto dice "cose" (things), non "misteri"; e, nel suo caso, il fantasma del padre lo avevano visto in quattro con i propri occhi (lui, Orazio, e le due sentinelle, se non ricordo male)...e lui ci aveva pure chiacchierato.
:)
Per cui, appunto, come dice Amleto, non bisogna "filosofeggiare" congetturando di cose affascinanti, ma prive di riscontro concreto; bensì attenersi alle cose che sono reali e sotto i nostri occhi...ma che, non per questo sono meno intriganti e misteriose.
Non bisogna ritenere ordinario il miracoloso...bensì miracoloso l'ordinario.
;)
Sempre come dice Shakespeare, infatti, noi siamo "vermi che strisciano tra la terra e il cielo"; e non dobbiamo dimenticarcene mai.
#6133
Sariputra ricorda bene, quando scrive di aver letto da qualche parte che la vita potrebbe essere arrivata sulla Terra dallo Spazio, con i meteoriti.
E' un'idea antichissima, che risale ad Anassagora, che la denominò "Panspermia" ("πανσπερμία" da πᾶς/πᾶν "tutto" e σπέρμα "seme"),  e che è pervenuta a noi attraverso molti altri illustri pensatori e scienziati: Lord Kelvin, Hermann von Helmholtz, Svante Arrhenius, fino a Fred Hoyle e a Chandra Wickramasinghe.
Si tratta di una teoria tutt'altro che peregrina!
Tuttavia, a mio avviso, anche tale ipotesi non risolve affatto il problema che avevo posto; bensì, semplicemente, lo sposta dalla Terra, a qualche altro sperduto punto di sviluppo originario nell'universo.
E, per esso, si può fare la stessa obiezione di estrema improbabilità, che ho avanzato nel mio primo intervento.
Senza considerare che suona un po' strano che la vita riesca ad andare in giro per l'intero universo in forma elementare di batteri attaccati come cozze ai meteoriti, mentre invece, in forma evoluta ed intelligente, non riesca ad andare in giro nel Cosmo in comode astronavi. :)
Dischi volanti a parte, ovviamente.  :D
#6134
Credo che sia una domanda più che legittima, chiedersi se noi siamo le uniche creature viventi nell'Universo, ovvero se esistano, altrove nello spazio, altre forme di vita.
Questione correlata, ma diversa, è se talune di tali supposte forme di vita, possano anche essere anche "intelligenti".
Al riguardo, due principali tesi si contrappongono:
*****************************************
I) La tesi di Green Bank.
Tale tesi, espressa con una formula matematica (1), in parole (molto) povere significa che, sintetizzando al massimo i passaggi della formula, e considerando soltanto:
"ne" – il numero medio di pianeti (o satelliti) per sistema planetario dell'intero universo che presentano condizioni potenzialmente compatibili con la vita;
"fl" la frazione dei pianeti ne su cui si è effettivamente sviluppata la vita (uno solo in tutto l'Universo, per quanto ci risulta ora);
si dovrebbe dedurre che la vita (anche intelligente), esiste anche in numerosi altri pianeti oltre il nostro.
Detta formula (o equazione) venne formulata negli anni '60 dall'astronomo Frank Drake, ed è alla base della ricerca di forme di vita intelligente extraterrestri (Search for Extra-Terrestrial Intelligence, SETI).
Cioè, si basa soprattutto sull'ipotesi che le altre (presunte) forme di vita intelligente possano -e vogliano- comunicare con noi; cosa che, però, almeno finora, non hanno mai fatto.
********************************************
II) La tesi di Fermi.
In realtà, Fermi non formulò mai scientificamente tale tesi (definita "paradosso"), ma, durante un pranzo in cui si discuteva la questione, esclamò: "Vabbè. Ma se davvero esistono altri esseri intelligenti nell'Universo...dove diamine sono andati finire?"
A Roma si direbbe: "Indovelli?" (romanesco) "Ndo' stanno" (romanaccio).
E la scontata risposta sarebbe: "Mai coverti"!
:D
E, in effetti (a parte i visionari), nessuno li ha mai visti;  o quantomeno, non si sono mai presentati ufficialmente, presentando le loro credenziali.
:D
Chiaramente, anche questa tesi -per ragioni di spazio- è stata semplificata al massimo.
*********************************************
Personalmente, ripromettendomi di eventualmente tornare più in dettaglio su ognuna delle due "tesi" di cui sopra (anche se su ciascuna di esse potrebbero scriversi libri interi), in questa sede intendo fare solo alcune brevi considerazioni.
A) DEFINIZIONI
In primo luogo, prima di discutere se la "vita intelligente" esista anche su altri pianeti, bisognerebbe chiedersi che cosa è la vita, e che cosa si intende per intelligenza.
Ed infatti, esistono alcuni cristalli che hanno caratteristiche molto simili a quelle della vita a base di carbonio: e, un tempo, esistevano forme di vita primordiali, a base di carbonio, con caratteristiche radicalmente diverse da quelle attuali.
Ad esempio non morivano, se non a causa di incidenti, essendo prive di "orologio biologico"; che è comune a tutte le specie viventi del mondo d'oggi.
Quanto all'intelligenza, noi, ovviamente, la intendiamo in modo molto antropocentrico; per cui ritengo molto difficile poterne dare una definizione -per così dire- "asettica" ed oggettiva.
Ma mi fermo qui, perchè entrambi gli argomenti meriterebbero un dibattito a parte.
B) PROBABILITA' DELL'ESISTENZA DELLA VITA INTELLIGENTE NELL'UNIVERSO.
Tralasciando le questioni definitorie, e assumendo semplicisticamente il concetto di "vita intelligente" per come comunemente si intende, intendo proporre alcune mie considerazioni.
SPAZIO
Lo Spazio è smisurato, e, le probabilità che in qualche "punto" di esso si sia sviluppata la vita, si può "tentare" di calcolarle probabilisticamente (vedi la formula di Green Bank); ma, almeno per ora, non si possono verificare materialmente , perchè, spazialmente parlando, il nostro osservatorio è limitato alla terra.
TEMPO
Il Tempo è smisurato come lo Spazio, ma, le probabilità che in qualche momento di esso si sia sviluppata la vita, si possono verificare materialmente a livello geologico, perchè, temporalmente parlando, il nostro osservatorio terrestre è molto eloquente.
In tal senso, si ritiene probabile che la vita sia comparsa sulla Terra circa 3,6 miliardi di anni fa, quando le condizioni del pianeta erano "molto" diverse da quelle attuali; ma, almeno a quanto ho letto, la "finestra" è stata (geologicamente parlando) molto "breve".
In altre parole, nei 4,374 miliardi di anni di durata del pianeta terra, le "eccezionali" condizioni necessarie perchè dalla materia inerte si passasse alla vita, si sono verificate per un periodo "brevissimo"...circa lo 0,057% del tempo trascorso dalla nascita della terra ad adesso (almeno stando a quanto ho letto).
Ora, infatti, sulla terra, la vita non nasce più spontaneamente dalla materia; ciò è accaduto solo in un "breve" istante.
Questo è un punto su cui si riflette di rado.
Ed infatti, anche se esistesse nell'Universo un altro pianeta che presenta le attuali condizioni della Terra...su di esso la vita non potrebbe affatto attecchire.
Per cui, il fattore ""fl" della formula di Green Bank, e, cioè, la frazione dei pianeti ne su cui si è effettivamente sviluppata la vita, andrebbe ricalcolato anche in funzione del brevissimo tempo in cui, anche sulla terra, si sono eccezionalmente verificate le condizioni per il passaggio dalla materia alla vita. 
Peraltro, per quanto concerne la vita "intelligente", nascono problemi anche nella stima di "fi" e "fc", visto che, per ora, a quanto possiamo constatare, la Terra è l'unico pianeta in tutto l'Universo, in cui in un unico istante è scaturita la vita dalla materia.
Un'intelligenza capace di comunicare si è sviluppata su questo pianeta solo una volta in 4 miliardi di anni di storia della vita sulla Terra.
In altre parole, se i miliardi di anni di vita della terra fossero resi uguali a un solo anno, ogni secondo varrebbe circa 140 anni e ogni giorno circa 12 milioni di anni; quindi, se la Terra è "nata" allo scoccare della mezzanotte del primo gennaio, l'esistenza dell'uomo attuale corrisponde agli ultimi secondi del 31 dicembre. :-[  
********************************************
CONCLUSIONI
* E' possibile che esistano altre forme di vita nell'Universo, magari intelligenti?
Sicuramente sì...perchè i "tasselli dello scarabeo" da cui siamo composti noi, esistono in tutto l'universo.
* E' probabile (e quanto) che esistano altre forme di vita nell'Universo, magari intelligenti?
E' molto poco probabile, secondo me.
Io non sono un matematico; ed anche se lo fossi, non avrei tutti i dati necessari per effettuare il calcolo.
Ma, al riguardo, a parte quanto detto sopra, consideriamo che la complessità dei polimeri di DNA può essere sorprendentemente elevata, dal momento che ogni filamento può contenere diversi milioni di nucleotidi; ad esempio, il più grande cromosoma umano (il cromosoma 1) contiene quasi 250 milioni di paia di basi, tutte diverse, ma connesse tra di loro.
E ci sono molti altri cromosomi.
Per cui, giusta quanto detto sopra, giudicando "a spanne", io direi che le probabilità che nasca la vita dalla materia sono all'incirca le stesse, di quelle che si avrebbero lanciando in aria per centinaia di miliardi di volte i "tasselli dello scarabeo"...sperando di ottenere casualmente la combinazione corrispondente all'intera Divina Commedia.
Per ottenere, poi, che tale vita divenga intelligente, sempre a spanne, direi che bisognerebbe lanciarli in aria per migliaia di miliardi di volte...sperando di ottenere casualmente la combinazione corrispondente all'intera letteratura mondiale degli ultimi duemila anni.
Comunque è possibile, tanto è vero che siamo qui...avendo comprato il biglietto giusto della Lotteria.
Personalmente, però, spero tanto che ci sia davvero un qualche pianeta, nell'Universo, in cui esista la vita intelligente; perchè vorrei tanto trasferirmi lì (anche se, purtroppo, dubito che mi concederebbero la cittadinanza).
:D

NOTE
(1)
N = R x fp x ne x fl x fi x fc x L
Legenda:
N   è il numero di civiltà extraterrestri presenti oggi nella nostra Galassia con le quali si può pensare di stabilire una comunicazione
R  è il tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Via Lattea
fp    è la frazione di stelle che possiedono pianeti
ne   è il numero medio di pianeti per sistema planetario in condizione di ospitare forme di vita
fl    è la frazione dei pianeti ne su cui si è effettivamente sviluppata la vita
fi    è la frazione dei pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti
fc    è la frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicare
L    è la stima della durata di queste civiltà evolute
#6135
Tematiche Filosofiche / Re:SILLOGISMO UNIVERSITARIO
17 Aprile 2016, 15:01:42 PM
Sono d'accordo con Donald Duck. :)
Secondo la logica del test, invero, dire che "se non parte Luciano non parte nemmeno Patrizio",  equivale a dire  (per la regola della contrapposizione) che "se parte Patrizio, significa che parte -o è partito- per forza anche Luciano... altrimenti mancherebbe il presupposto della partenza di Patrizio".
Il che è logico e corretto. ;)
Ed infatti, i redattori del test non intendono affatto invertire il rapporto di causalità tra la partenza di Luciano e quella di Patrizio, ma lo esprimono "elletticamente", in modo da indurre in errore chi legge...facendo "sembrare" IL CONTRARIO: "Se parte Patrizio, parte pure Luciano". >:(
Una volta compreso questo, la CONCATENAZIONE è la seguente:
1) Se parte Massimo, parte anche Patrizio. 
2) Se parte Patrizio, parte anche Luciano (nel senso che abbiamo spiegato sopra, che è il contrario di quello che sembra leggendo)
3) se parte Luciano parte anche Luigi.
Per cui, ne consegue che, se parte Massimo, parte anche Luigi, collegando -per la "regola della concatenazione"- il primo nome di 1) (Massimo) e il secondo nome di 3) (Luigi).
Arrivati a questo punto, applicando una seconda volta la "regola della contrapposizione", avremo che la proposizione "se parte Massimo parte anche Luigi", equivale a dire che, "se non parte Luigi, non parte nemmeno Massimo".
Questo, perchè Luigi parte solo se parte Massimo; e quindi, se Luigi non parte, vuol dire che Massimo non è in partenza.
E' lo stesso ragionamento già fatto per Luciano e Patrizio. ;)