Come giustamente si chiede Green Demetr, ma perchè mai fanno una domanda da test di Ingegneria, ad un test di Psicologia?
Forse perchè loro non ne sono capaci?
Ma, secondo me, lo stesso esercizio n° 3, della Facoltà di Ingegneria è concepito molto male, e tradotto peggio in lingua italiana; a meno che il depistaggio non sia "doloso", e il test si riduca ad un semplice indovinello col "trucchetto" verbale.
Cioè, in buona sostanza, un SOFISMA...nello stile di Protagora.
Ora cercherò di evidenziare meglio quella, che, secondo me, è la "pietra dello scandalo" filosofica.
Ed infatti, nell'"esercizio n° 3 di base", della Facoltà di Ingegneria, si ha la seguente conversione di proposizioni in simboli:
*************************************
"Massimo parte" = p
"Patrizio parte" = q
"Luciano parte" = r
"Luigi parte" = s.
*************************************
Ed ora rammentiamo i termini del problema:
"" Luciano, Luigi, Massimo e Patrizio stanno valutando se partire per una vacanza. Si sa che: se parte Massimo, parte anche Patrizio; se non parte Luciano non parte nemmeno Patrizio; se parte Luciano parte anche Luigi: Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta?"
E, nel test, si dà per buona solo la risposta b), e, cioè, "se non parte Luigi non parte nemmeno Massimo".
*********************************************
Ma, per ora, restando ai predicati di Luciano e Patrizio, si ha simbolicamente la premessa ~ r → ~ q (la "tilde" ~, in logica formale, significa "non"), il che verbalmente suona: ""Se non parte Luciano non parte nemmeno Patrizio".
Ora, applicando a tale affermazione la "regola della contrapposizione", i redattori del test ne deducono (q → r); cioè che, se parte Patrizio, allora parte pure Luciano.
Ma è questo il punto ambiguo, perchè, leggendo il testo verbale, sembra di capire che la partenza di Patrizio sia pregiudiziale a quella di Luciano; cioè, che Luciano partirebbe soltanto nel caso in cui Patrizio scegliesse di partire.
Il che NON E', perchè la partenza di Luciano non è affatto subordinata a quella di Patrizio; ma, semmai, il contrario.
I redattori del test, invece, evidentemente intendevano dire un'altra cosa: e, cioè, che, se Patrizio parte, vuol dire che parte pure Luciano, nel senso che, se quest'ultimo non partisse, il primo non potrebbe partire (~ r → ~ q).
Per cui, appunto: (q → r)
E questo è indubbiamente giusto, ma da come è scritto il test non si capisce assolutamente.
Ed infatti, l'indovinello esordisce che i quattro amici che: "...stanno valutando se partire per una vacanza..."; per cui si induce che la valutazione discende dalle singole scelte, in rapporto di pregiudizialità l'una rispetto all'altra.
Comunque, una volta compreso cosa i redattori intendevano dire, ne consegue che:
- se Massimo parte, parte anche Patrizio p → q
- se parte Patrizio, parte anche Luciano q → r
- se parte Luciano parte anche Luigi r → s
Per cui, per la "regola della concatenazione" (cioè "omissis mediis"), avremo che:
- se parte Massimo parte anche Luigi p → s
A questo punto, applicando una seconda volta la "regola della contrapposizione", se ne deduce:
- se non parte Luigi non parte Massimo ~ s → ~ p
Cioè, la Risposta b) del test.
Come già spiegato sopra, però, anche in questo caso la redazione del test è fuorviante.
Ed infatti, con la Risposta b), concludendo che "se non parte Luigi non parte nemmeno Massimo" (~ s → ~ p), i redattori del test non intendono affatto dire che che la partenza di Luigi sia propedutica o pregiudiziale a quella di Massimo (come chiunque legge capisce); bensì, sostanzialmente, il contrario.
Cioè, che Luigi può partire solo se parte Massimo; per cui, se Luigi non parte, ciò si spiega solo perchè nemmeno Massimo è in partenza (~ s → ~ p).
Ma esprimere il concetto scrivendo: "Se non parte Luigi non parte nemmeno Massimo", nel contesto, assume un senso completamente diverso da quello voluto.
O, almeno, così a me sembra.
Forse perchè loro non ne sono capaci?

Ma, secondo me, lo stesso esercizio n° 3, della Facoltà di Ingegneria è concepito molto male, e tradotto peggio in lingua italiana; a meno che il depistaggio non sia "doloso", e il test si riduca ad un semplice indovinello col "trucchetto" verbale.
Cioè, in buona sostanza, un SOFISMA...nello stile di Protagora.

Ora cercherò di evidenziare meglio quella, che, secondo me, è la "pietra dello scandalo" filosofica.
Ed infatti, nell'"esercizio n° 3 di base", della Facoltà di Ingegneria, si ha la seguente conversione di proposizioni in simboli:
*************************************
"Massimo parte" = p
"Patrizio parte" = q
"Luciano parte" = r
"Luigi parte" = s.
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Ed ora rammentiamo i termini del problema:
"" Luciano, Luigi, Massimo e Patrizio stanno valutando se partire per una vacanza. Si sa che: se parte Massimo, parte anche Patrizio; se non parte Luciano non parte nemmeno Patrizio; se parte Luciano parte anche Luigi: Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta?"
E, nel test, si dà per buona solo la risposta b), e, cioè, "se non parte Luigi non parte nemmeno Massimo".
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Ma, per ora, restando ai predicati di Luciano e Patrizio, si ha simbolicamente la premessa ~ r → ~ q (la "tilde" ~, in logica formale, significa "non"), il che verbalmente suona: ""Se non parte Luciano non parte nemmeno Patrizio".
Ora, applicando a tale affermazione la "regola della contrapposizione", i redattori del test ne deducono (q → r); cioè che, se parte Patrizio, allora parte pure Luciano.
Ma è questo il punto ambiguo, perchè, leggendo il testo verbale, sembra di capire che la partenza di Patrizio sia pregiudiziale a quella di Luciano; cioè, che Luciano partirebbe soltanto nel caso in cui Patrizio scegliesse di partire.
Il che NON E', perchè la partenza di Luciano non è affatto subordinata a quella di Patrizio; ma, semmai, il contrario.
I redattori del test, invece, evidentemente intendevano dire un'altra cosa: e, cioè, che, se Patrizio parte, vuol dire che parte pure Luciano, nel senso che, se quest'ultimo non partisse, il primo non potrebbe partire (~ r → ~ q).
Per cui, appunto: (q → r)
E questo è indubbiamente giusto, ma da come è scritto il test non si capisce assolutamente.
Ed infatti, l'indovinello esordisce che i quattro amici che: "...stanno valutando se partire per una vacanza..."; per cui si induce che la valutazione discende dalle singole scelte, in rapporto di pregiudizialità l'una rispetto all'altra.
Comunque, una volta compreso cosa i redattori intendevano dire, ne consegue che:
- se Massimo parte, parte anche Patrizio p → q
- se parte Patrizio, parte anche Luciano q → r
- se parte Luciano parte anche Luigi r → s
Per cui, per la "regola della concatenazione" (cioè "omissis mediis"), avremo che:
- se parte Massimo parte anche Luigi p → s
A questo punto, applicando una seconda volta la "regola della contrapposizione", se ne deduce:
- se non parte Luigi non parte Massimo ~ s → ~ p
Cioè, la Risposta b) del test.
Come già spiegato sopra, però, anche in questo caso la redazione del test è fuorviante.
Ed infatti, con la Risposta b), concludendo che "se non parte Luigi non parte nemmeno Massimo" (~ s → ~ p), i redattori del test non intendono affatto dire che che la partenza di Luigi sia propedutica o pregiudiziale a quella di Massimo (come chiunque legge capisce); bensì, sostanzialmente, il contrario.
Cioè, che Luigi può partire solo se parte Massimo; per cui, se Luigi non parte, ciò si spiega solo perchè nemmeno Massimo è in partenza (~ s → ~ p).
Ma esprimere il concetto scrivendo: "Se non parte Luigi non parte nemmeno Massimo", nel contesto, assume un senso completamente diverso da quello voluto.
O, almeno, così a me sembra.
