Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - anthonyi

#6136
Tematiche Filosofiche / Re:La direzione della storia
27 Aprile 2016, 16:23:03 PM
Mario Barbella ha scritto:
La direzione del percorso della storia acquista un senso se riferito al sistema di riferimento assoluto universale che è l'Osservatore cioè l'IO nella sua unicità. Solo così assumono significato tutti quei termini particolari come, per esempio, il Tempo, quello di Sant'Agostino, ma non solo,che riteniamo essere indefinibili per via del fatto di cadere  in inevitabili tautologie quando tentiamo di spiegarli o definirli.  Questa problematica  discende dalla convinzione errata, ma inevitabile nella vita quotidiana dell'umanità,  di  ritenere l'Osservatore, ovvero l'IO, come  sostanzialmente, seppure non completamente, esterno rispetto al resto dell'universo e da questo in buona parte indipendente. Questo  alimenta la credenza di considerare del tutto ovvio e naturale fissare sistemi di riferimento stabili ed assolutamente (o quasi) indipendenti da ciò che è il resto del mondo e ciò che vi avviene.

Mi sembra che queste argomentazioni siano riferibili a qualsiasi fenomenologia della realtà. Certo il senso della storia gode di un'attrazione magnetica che non caratterizza altri aspetti della realtà. Al di la del relativismo dell'osservatore, che comunque si riduce se gli osservatori sono tanti, io credo che la domanda sia oggettiva anche perché, almeno per la mia esperienza, lo studio della storia ti da l'impressione che dietro ci sia qualcosa che la muove, qualcosa che può essere sintetizzato con leggi come la teoria assiale, oppure con la descrizione delle ere della storia umana. Oggi siamo nell'era di Internet, un sistema di comunicazione, proviamo a riflettere sul ruolo che le forme di comunicazione hanno avuto nella società umana, scrittura, stampa, telefono, radio internet. La storia corre sul filo .....
#6137
Percorsi ed Esperienze / L'indemoniato di Gadara
26 Aprile 2016, 17:01:26 PM
Volevo mettere in comune questa mia riflessione sul brano di Vangelo che parla dell'indemoniato di Gadara.

Il brano del vangelo che narra dell'indemoniato di Gadara è caratterizzato da 3 punti interessanti:
1)   La gente chiede a Gesù di andarsene, perché ha paura;
2)   L'uomo guarito vuole seguire Gesù;
3)   Gesù gli dice di tornare tra la sua gente per rendere testimonianza.
Quest'ultimo punto in particolare è interessante, in tutti i Vangeli Gesù chiede ai miracolati di non dir nulla, perché allora chiede all'indemoniato di render testimonianza?
Certamente Gesù non incita nessuno a seguirlo, ma questo perché vuole che chi lo segue comprenda che il seguirlo vuol dire abbracciare la sua croce. Tra i seguaci di Gesù poi, c'è anche la Maddalena, che era stata liberata anch'essa dagli spiriti.
Allora, perché l'uomo di Gadara deve tornare tra la sua gente, quale deve essere la sua missione e cosa può insegnare a noi?
Intanto diciamo che il ritorno tra la sua gente non è per lui la soluzione preferita, lui preferirebbe seguire Gesù. Egli già immagina il suo futuro, in mezzo alla sua gente, guarito, ma con il marchio del suo passato perennemente stampato nella mente di quelli che gli sono attorno, che ce l'hanno con lui non tanto per quello che è stato, ma perché si è emancipato da quella condizione di sofferenza. La sua gente, in effetti, non ha gradito quella guarigione, tanto è vero che chiede a Gesù di andarsene.
Perché la gente di Gadara voleva che l'indemoniato continuasse a star male? Perché aveva bisogno di qualcuno rispetto al quale sentirsi più fortunata, migliore, perché poteva illudersi che, se il male era dentro di lui, allora bastava allontanarsi da lui per allontanare il male, perché aveva bisogno di un capro espiatorio.
L'uomo di Gadara rappresenta l'escluso, l'emarginato, l'ultimo della lista, quello che viene messo da parte, magari dopo essere stato caricato di colpe non sue, colui che viene escluso, ma anche che si autoesclude perché non regge il peso del confronto con gli altri rispetto ai quali si sente, e viene fatto sentire inferiore. A quest'uomo Gesù restituisce la dignità, è significativa la notazione del vangelo che, dopo la guarigione, l'uomo viene trovato ben vestito.
Gesù, guarendolo e restituendogli la dignità, rompe le regole sociali che lo condannavano all'esclusione, o meglio le mette in discussione. La vera rottura, infatti, si potrà realizzare solo quando quell'uomo saprà stare in mezzo alla sua gente, a testa alta, per questo Gesù gli chiede di tornare da loro.
#6138
L'idea delle due forme di intelligenza sovrapposte è interessante, io credo però che il problema sia più complesso, sono tanti i comportamenti umani in contraddizione con la logica evoluzionistica. Con contraddizione io non intendo solo comportamenti che rendono debole l'individuo o la comunità, ma comportamenti che contrastano con altri comportamenti che, nella logica evoluzionistica dovrebbero essere vincenti. L'eterno dibattito sulla reale natura umana, violenta o pacifica, approcciato con la logica Darwiniana per me non lascia scampo alla seconda ipotesi. Sappiamo che l'uomo, nel corso della sua storia biologica, è stato un animale estremamente violento e che tale propensione, nel corso degli ultimi secoli, si è profondamente ridotta, forse per effetto di quell'intelligenza sovrapposta, forse per effetto di input sociali la cui origine però non può essere attribuita all'uomo che non aveva una natura pacifica.
#6139
Tematiche Filosofiche / Re:Lo spirito deleterio
25 Aprile 2016, 19:40:24 PM
Nel corso della mia vita spesso ho avuto comportamenti auto distruttivi. A un certo punto poi mi sono accorto che la fonte di questi comportamenti non ero io, ma una forza malefica che agiva dentro di me. Forse una visione spiritualista come quella che ho sviluppato ultimamente può aiutare a comprendere i meccanismi che si muovono dietro ogni spirito deleterio, il quale vive una situazione dualistica nella quale, nei momenti giusti, la parte negativa entra in azione per bloccare le opportunità relazionali.
Anche la timidezza può avere una spiegazione analoga, della presenza di una volontà negativa che blocca la persona in un momento in cui per lei sarebbe molto importante comunicare
#6140
Loris Bagnara ha scritto:
Ma parliamo anche della coscienza. Che cos'è la realtà della coscienza se non la più colossale sfida alla concezione materialista?
Come si spiega, scientificamente, l'esistenza dell'autocoscienza?
Secondo il darwinismo, tutte le strutture biologiche e le loro funzioni e proprietà si conservano perché, sorte ad un certo punto casualmente, si sono poi rivelate di qualche utilità, giusto? Non ci può essere un'altra risposta, per il darwinismo.
Ma, domando io, qual è l'utilità dell'autocoscienza? Non dell'intelligenza, ma dell'autocoscienza.
Anche un computer è intelligente, perché con opportuni algoritmi è in grado di fornire risposte sensate agli stimoli dell'ambiente.
Allora l'uomo potrebbero essere semplicemente un computer biologico, e comportarsi esattamente come si comporta ora: non ne vedremmo la differenza, non ci possiamo accorgere dall'esterno che un "individuo" in realtà non è autocosciente. L'autocoscienza si percepisce solo dall'interno. Non sto dicendo nulla di nuovo, filosofi della mente hanno già detto tutto questo.
Ma, allora, se l'autocoscienza non è necessaria per reagire in maniera intelligente agli stimoli ambientali, perché l'evoluzione darwiniana l'avrebbe premiata, nell'uomo, in maniera così spettacolare?

Concordo perfettamente, quando la nostra intelligenza diventa introspezione, interiorità e non si interessa più delle realtà ambientali, ci rende più deboli sul piano evoluzionistico. Questo è uno dei tanti caratteri umani che è difficile spiegare come prodotti da una selezione naturale.
Ora supponiamo di dare per giusta la teoria Darwiniana per tutte le specie, verrebbe fuori un'eccezione, la specie umana, sarebbe solo da spiegare perché quest'ultima fa eccezione ...
#6141
In effetti il nuovo senato conterà poco, si occuperà di questioni inerenti le autonomie. Forse, come dice qualcuno, potevano semplicemente abolirlo. L'importante è aver superato, forse, il bicameralismo perfetto che ormai rimane soltanto nel sistema italiano.
#6142
Tematiche Spirituali / Re:il perdono: quanto costa?
25 Aprile 2016, 14:48:35 PM
Sono infestato da una forza malefica, in passato, quando il mio problema era più grave mi capitava di essere assalito da repentini attacchi di rabbia spesso privi di qualsiasi fondamento. Un sacerdote Salesiano mi consigliò di inserire, nella serie di preghiere che recitavo per il mio problema, l'affermazione del perdono per tutti coloro che mi avessero mai fatto del male. Gli attacchi in effetti si ridussero sostanzialmente in forza e numero. Dal mio punto di vista, quindi, il perdono può avere un costo, ma ha anche un vantaggio, in spirito e salute.
#6143
Seguo il dibattito sulle riforme e sento tanti gridare allo scandalo. Secondo questi il pericolo è che, con il 25% dei voti, qualcuno potrebbe controllare le funzioni principali. A parte il fatto che al doppio turno deve comunque votare il 50% +1, era questa la richiesta della Corte Costituzionale, ma poi se l'elettorato è disaggregato non è questa una buona ragione per lasciare un paese senza governo.
Io non sono soddisfatto di queste riforme perché sono presidenzialista, o meglio, vorrei che gli italiani potessero eleggersi direttamente un Presidente del Consiglio, controllato, ma non nominato da un Presidente della Repubblica che invece va bene così com'è eletto, chissà il pubblico di Logos cosa ne pensa?
#6144
Tematiche Filosofiche / Re:La direzione della storia
24 Aprile 2016, 16:07:22 PM
La domanda sulla direzione della storia porta a pensare all'idea di una finalità che la caratterizzi. E' un'idea non accettabile sul piano di una visione causale e casuale dell'evolversi degli eventi. Può essere interpretata anche come una domanda di senso per la storia stessa, è una domanda antica, per quasi tutta la storia dell'umanità gli uomini più acculturati, (di tutti gli altri, come già fatto notare, non abbiamo testimonianza) sono stati convinti che la storia avesse un senso, e tale senso lo hanno cercato, nel tempo moderno invece, non ci crede più nessuno.
Contrariamente a quanto affermato da altri io non credo che la direzione della storia sia sintetizzabile nell'idea di progresso, il problema è capire se quello che noi reputiamo progresso sia l'effetto di meccanismi naturali o meno. Nel primo caso noi saremmo semplicemente come una specie biologica che si sta espandendo nell'universo fino ad occuparne tutti gli spazi occupabili. E' nel secondo caso che, invece, il discorso diventa interessante, perché in tal caso, il progresso, sarebbe il prodotto di una volontà che lo ha creato, che ha prodotto la storia, la nostra storia, e che forse un giorno si farà riconoscere da noi ....
#6145
Per Giona 2068
Mi hai tolto le parole di bocca: "bisogna diventare esorcisti di se stessi". Per la mia esperienza il ruolo del prete esorcista è stata fondamentale all'inizio, ma poi, come mi è stato consigliato dallo stesso, ho dovuto fare da solo soprattutto con la preghiera.
Io comunque cerco di stare lontano nei ragionamenti da categorie istituzionali perché cerco di interpretare la verità sulla base della mia esperienza. Tu parli di incarnazione e possessione, io posso dirti che il confine tra i due concetti, sulla base della mia esperienza, è labile. La nostra volontà è fragile e può venir captata dalle forze del male. Come dice Gesù: "Chi opera il male diventa schiavo del male" a sottolineare la fragilità della nostra volontà. Si tratta di un concetto che in parte contrasta con il principio di libero arbitrio che in effetti io reputo una sistematizzazione troppo semplificata del problema della scelta individuale.
Quello però che ho notato è che con gli anni, sempre grazie alla preghiera, la mia forza interiore è progressivamente aumentata, sia in confronto alle pressioni interne del male, sia in confronto a fonti di tensione che la realtà esterna mi trasmette. 
#6146
Rispondo a Giona2068. La mia esperienza mi permette di dirti che a volte il linguaggio della Chiesa opera delle semplificazioni. Il Maligno a volte china il capo di fronte al Signore, altre volte non lo fa, magari lo guarda in atto di sfida. Quello che è certo è che il male viene indebolito dagli atti sacrali, in particolare dalla preghiera. Tale indebolimento è però un processo lento, io sono stato esorcizzato nel 2007, tre preghiere di liberazione ed un esorcismo, ma da allora è solo iniziato un itinerario di graduale distruzione di quello che era infettato, e costruzione di una personalità libera dal male, un itinerario che non ha fine come possiamo desumere anche dalla parabola del grano e della gramigna.
#6147
Rispondo a Sgiombo 55.
Quando io parlo di finalismo io mi riferisco a leggi astratte, non a comportamenti e credo di essere formalmente coerente, ti spiego perché.
La relatività di Einstein E=mC2 è una formula vera perché gli esperimenti fatti la dimostrano, non perché questa legge è scritta su un qualche supporto fisico, essa è cioè, per definizione astratta, immateriale. Allo stesso modo una legge finalistica immateriale può essere accettata se confermata da tanti fatti reali.
Il principio universale che unifica le due categorie di leggi è il Rasoio di Occam, il principio cioè per il quale un'argomentazione è tanto più vera quanto più riesce a spiegare fenomeni reali usando il numero minimo di argomenti.
Banalizzare poi i residui non spiegati che la legge di Darwin lascia nella specie umana come marginali mi sembra inaccettabile.
Naturalmente la specie umana ha sviluppato, in quanto animale dominatore del territorio, una forte spinta alla violenza. Tale spinta, tutt'oggi risulta sostanzialmente annichilita e questo è inspiegabile sulla base della logica Darwiniana.
La natura sociale della specie umana ha predisposto la stessa, per ragioni di equilibrio interno alla comunità, ad accettare e costruire rigorosi rapporti di autorità. Tale predisposizione studiata per i primati in generale e anche per l'uomo, contrasta con quei meccanismi culturali che hanno prodotto la democrazia e più in generale l'idea che noi uomini siamo tutti uguali.
Non violenza ed uguaglianza sono i fondamenti della nostra società moderna, ma contrastano(non posso dilungarmi c'è comunque un paper esaustivo al riguardo https://www.academia.edu/20428344/Il_disegno_della_civilt%C3%A0 ) con le leggi evoluzionistiche.
Preciso che con concetti come culturale o sociale io intendo sintetizzare qualcosa che non per questo è spiegato, l'uso è, cioè, puramente tautologico, per cui non interpretare le mie descrizioni come spiegazioni di qualcosa che oggi non è spiegabile.
#6148
rispondo a Sgiombo 46

Tu dici che l'accettazione di una legge finalististica impedirebbe la definizione di leggi causali, a me non sembra. Il mio parere è che la definizione di leggi causali è la premessa dalla quale è necessario partire anche per riconoscere leggi finalistiche. Nei tuoi ragionamenti sul ruolo della scienza secondo me sottovaluti il ruolo del principio di completezza, del bisogno scientifico di spiegare il più possibile. Consideriamo ad esempio la teoria Darwiniana, ha spiegato un sacco di cose, ma quando si va ad osservare la specie umana nell'ottica di tale teoria vediamo troppi comportamenti non conformi alle leggi di sopravvivenza biologica (Tra cui in particolare molti comportamenti religiosi), come si spiegano? Certo la spiegazione standard è che è la società a definire queste variazioni, ma la società è un prodotto umano, per cui dovrebbe essere sottoposta alle stesse leggi ...
#6149
Vorrei rispondere a InVerno n. 57, io non ho filmati ma ho l'esperienza della mia vita perché, purtroppo, sono una persona soggetta ad infestazione malefica. Oggi ho trovato una sorta di serenità interiore ma in passato ho vissuto veramente brutti periodi. Sono una persona molto razionale, per cui lo shock di sentire tutte le sensazioni interiori che ho sentito è stato molto forte al punto da mettere in crisi la mia fede per la razionalità. Anche io ho vissuto e vivo situazioni di reazioni improvvise, e da me non volute in particolare durante la recita del S. Rosario.
#6150
Le due situazioni non sono simmetriche, non credere è un concetto univoco, credere invece può assumere grandi dimensionalità, credere nell'aldilà, nelle entità spirituali, credere in Dio, credere nell'esistenza del Demonio ... e potrei continuare. Io comunque non parlerei di probabilità, spesso le persone si autoconvincono di qualcosa e iniziano a vedere la realtà in funzione di quello che credono, è il relativismo kantiano. Giorni fa ho visto Boncinelli che, a mio parere semplicisticamente, liquidava la ricerca sulle esperienze NDE con gli stessi argomenti con i quali erano state liquidate quelle esperienze all'inizio della ricerca. Per lui quelle situazioni particolari nelle quali è inspiegabile come il soggetto della NDE abbia acquisito certe informazioni semplicemente non esistono.