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Messaggi - Carlo Pierini

#616
@SamuelSilver

Se per "scienza" si intende quella forma di conoscenza caratterizzata dall'applicazione del metodo matematico-sperimentale, nessuna disciplina il cui nome inizi per "psic-" può essere considerata scientifica, poiché i concetti necessari a descrivere la psiche (coscienza, sogno, pensiero, ideale, io, sé, istinto, inconscio, sentimento, psicosi, nevrosi, ecc.) non sono quantitativamente misurabili. E un'entità non misurabile non può essere oggetto di scienza, ma solo di filosofia.

Pertanto, la cosiddetta "psicologia scientifica" (la psico-fisiologia di Wundt, il funzionalismo di James, la "gestalt" di Wertheimer, il comportamentismo di Watson, la riflessologia di Pavlov, ecc.) e la psichiatria, non sono affatto scientifiche, a partire dal loro postulato fondante (<<ogni disturbo psichico ha un'origine genetica o è l'effetto di di patologie organiche o di squilibri biochimici del sistema nervoso>>) che è solo un precetto della fede materialista e non una verità scientifica. Nessuno ha infatti mai dimostrato l'identità tra attività cerebrale e attività psichica.
Scrivono il neurobiologo Oliviero e lo psicologo Jung:

"Lo studio dei rapporti tra cervello e scelte morali sottolinea ancora una volta che (...) SIAMO ANCORA BEN LONTANI (...) dal comprendere come (...) dalla materialità dei circuiti cerebrali possa scaturire quel mondo dei significati e dei valori che ci guida in ogni azione, anche la più banale, della vita quotidiana".  [ALBERTO OLIVIERO: Etica e neuroscienze]

"Non siamo legittimati a considerare la psiche come un processo cerebrale, a prescindere dal fatto che il tentativo di rappresentarsi un qualcosa del genere è già stravagante di per sé e non ha mai prodotto altro che stravaganze, per quanto sia stato compiuto seriamente. [...] Questo punto di vista si adatta però al pregiudizio materialistico, e perciò ogni assurdità viene consacrata come scientifica purché prometta di trasformare in fisico tutto ciò che è psichico. Auguriamoci che non siano lontani i tempi in cui questo residuo arrugginito e ormai mentalmente inerte verrà sradicato dalla testa dei nostri rappresentanti scientifici".     [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.299]
#617
Citazione di: iano il 04 Settembre 2018, 22:12:24 PM
Non esistono le masse , lo spazio e il tempo e l'energia in se' , ma questi sono tutti termini coi quali  possiamo descrivere la correlazione che c'è fra noi e la realtà. 

CARLO
...Ma allora... se non esiste nulla, ...se tutto ciò che ci circonda è solo un sogno illusorio..., non l'avrò pagata un po' troppo cara la moquette del mio studio?  :)


Se <<non esistono le masse, né lo spazio, né il tempo>>, cosa significa <<correlazione tra noi e la realtà>>? Noi chi? Quale realtà?
#618
Citazione di: iano il 04 Settembre 2018, 14:06:35 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 04 Settembre 2018, 01:28:41 AM
Citazione di: bobmax il 03 Settembre 2018, 13:46:13 PM
Come ho più volte cercato di evidenziare non esistono "fatti" ma sempre una loro interpretazione.

CARLO
Certo, ma l'esistenza della scienza sperimentale ci ha insegnato che esistono interpretazioni errate - che non portano a nulla - e interpretazioni corrette che, invece, ci permettono di formulare previsioni di eventi che poi si verificheranno realmente e che eleveranno l'interpretazione al rango di verità e gli eventi previsti e realizzati al rango di autentici "fatti oggettivi".
Quindi l'interpretazione non è un limite della conoscenza e della verità, ma è quella preziosa facoltà che, tra tutti gli animali, ha solo l'uomo e che gli permette non solo di comprendere a fondo i fenomeni direttamente osservabili della natura e di utilizzarli a proprio vantaggio, ma anche di risalire - grazie al dono dell'astrazione - a ciò che non è direttamente osservabile, come le leggi che li governano.
Per cui sarebbe ora di finirla con questi piagnistei sull'inettitudine/impotenza dell'intelletto e di cominciare ad apprezzarne la nobiltà, magari cercando di esplorarne le grandi potenzialità ancora disgraziatamente inespresse sul piano della sapienza etico-spirituale, nella quale siamo ancora ad uno stadio poco più che animale.

BOBMAX
D'altronde, mi pare evidente che non sia possibile una reale comunicazione.
Per cui punti di vista incompatibili (per me i numeri non sono affatto archetipi) ben difficilmente possono confrontarsi.
Spiace, perché l'esistenza è comunicazione, ma tant'è.

CARLO
Non c'è mai compatibilità tra vero e falso.

IANO
La teoria di Newton ci da' previsioni corrette al pari della teoria quantistica,eppure le due teorie hanno presupposti incompatibili fra loro.
Verrebbe allora da dire che non possono essere corrette entrambe,pur portando a previsioni corrette.
Quindi non sembra che previsioni corrette equivalga a fatti oggettivi.

CARLO
Le scoperte della meccanica quantistica (e della Relatività) non invalidano le teorie di Newton, ma ne limitano il dominio di validità, cioè il grado di generalità/universalità; così come la scoperta delle geometrie non-euclidee non contraddice la geometria classica, ma ne fa un caso particolare.
La possibilità di apportare correzioni-aggiustamenti alle conoscenze acquisite non dimostra, quindi, la vanità-vacuità-arbitrarietà-illusorietà del sapere umano, ma, al contrario, dimostra la sua capacità di crescere e di migliorarsi, cioè, la sua perfettibilità. Naturalmente, "perfettibilità" significa anche "fallibilità"; ma c'è un abisso tra gli errori emendabili della fallibilità e gli errori costitutivi-ineliminabili predicati dai fatui piagnistei del fallibilismo.

IANO
Se parliamo ancora della teoria di Newton è perché quelle ricadute sono ancora attuali , al pari di quelle relative alla teoria quantistica,e non perché l'una o l'altra sono corrette e ci portano fatti obiettivi, ma solo a previsioni relativamente utili.

CARLO
Errore. Entrambe le teorie - ciascuna all'interno del proprio dominio di validità - sono corrette proprio perché le loro previsioni sono confermate dai fatti. Mentre, per esempio, la dinamica aristotelica era errata in qualsiasi dominio fisico possibile ("la necessità di una forza per mantenere un corpo in movimento").

IANO
La conoscenza in se' quindi ha comunque sempre un valore pratico alla fine, che non dovrebbe avere nulla a che fare con un autoesaltazione della razza umana, esaltazione che sembra esserti tanto cara.

CARLO
Mi è cara per amore di cronaca. E la cronaca narra che la conoscenza, sebbene presente in nuce in ogni specie vivente, nell'uomo è talmente esaltata da essersi convertita in un obbligo la trasmissione dei suoi fondamenti da una generazione all'altra. Quest'obbligo si chiama, appunto, "scuola dell'obbligo", ed è sconosciuto nel resto del regno vivente.

IANO
Conoscere una cosa in se'....non significa nulla.

CARLO
E' quello che dico anch'io. Per questo non sopporto i kantiani che, invece, ne fanno la conditio-sine-qua-non della conoscenza stessa.
#619
Citazione di: iano il 04 Settembre 2018, 09:39:22 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 03 Settembre 2018, 12:54:27 PM
Citazione di: iano il 03 Settembre 2018, 02:11:27 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 24 Luglio 2018, 13:55:07 PM
Se è vero, come sostengono certi "critici" (Kant, Hume, Berkeley, Korzybski, Bateson, ecc.), che i criteri di verità della Scienza sono infondati, indimostrabili, non-provabili e di valore solo intersoggettivo, per quale ragione la loro applicazione REALE alla ricerca ha permesso all'uomo in soli tre secoli di sbarcare sulla Luna, di mandare delle sonde su pianeti e comete, di volare in massa superando in breve tempo distanze enormi, di curare la maggior parte delle malattie che da sempre affliggevano uomini e animali, di comunicare in tempo reale da una parte all'altra del nostro pianeta, ecc.?

Perché nessuno di quei critici hai mai spiegato i motivi della straordinaria "produttività epistemica" della Scienza proprio a partire dall'applicazione di quel "metodo scientifico" che essi considerano così insignificante?


IANO
Superare in breve tempo distanze enormi,anche in senso metaforico, è quantitativamente , ma non qualitativamente diverso dal superare distanze piccole,posto che qualificare una distanza è puramente soggettivo. La velocità, per sua natura , ammette accelerazioni, come norma , e non come eccezioni.
Cioè, senza la scienza, e con la scienza , l'uomo fa' sostanzialmente quello che ha sempre fatto. (...) La scienza non è niente di nuovo, nonostante le apparenze.


CARLO
Le tue sono mistificazioni verbali allo stato puro. L'uomo non ha sempre inviato sonde su pianeti e comete, non è sempre sbarcato sulla Luna, non ha sempre guarito colera, peste, lebbra, vaiolo, malaria, tifo, tubercolosi, ecc., non ha sempre ricevuto notizie dal mondo schiacciando semplicemente un pulsante, ecc., ecc..
Tutte queste conquiste sono delle novità assolute; non apparenze, ma realtà concrete.

IANO
La storia dell'uomo è piena di novità assolute.

CARLO
Bravo. E questa è la felice conseguenza della sua capacità di interpretare la realtà e di distinguere il vero dal falso; cioè di conoscere se stesso e il mondo.

IANO
Cosa hanno di particolare le novità che elenchi?

CARLO
Me la devi dare tu una risposta: se tu fossi vittima di un'infezione grave, cos'ha di particolare l'esistenza di un antibiotico che ti salva la vita?

IANO
Cio' che a te  sembra un punto di discontinuità tale non è .

CARLO
Se non vedi discontinuità tra il morire di colera e il guarire dal colera, ...che altro puoi essere in grado di vedere?
#620
Citazione di: bobmax il 03 Settembre 2018, 13:46:13 PM
Come ho più volte cercato di evidenziare non esistono "fatti" ma sempre una loro interpretazione.

CARLO
Certo, ma l'esistenza della scienza sperimentale ci ha insegnato che esistono interpretazioni errate - che non portano a nulla - e interpretazioni corrette che, invece, ci permettono di formulare previsioni di eventi che poi si verificheranno realmente e che eleveranno l'interpretazione al rango di verità e gli eventi previsti e realizzati al rango di autentici "fatti oggettivi".
Quindi l'interpretazione non è un limite della conoscenza e della verità, ma è quella preziosa facoltà che, tra tutti gli animali, ha solo l'uomo e che gli permette non solo di comprendere a fondo i fenomeni direttamente osservabili della natura e di utilizzarli a proprio vantaggio, ma anche di risalire - grazie al dono dell'astrazione - a ciò che non è direttamente osservabile, come le leggi che li governano.
Per cui sarebbe ora di finirla con questi piagnistei sull'inettitudine/impotenza dell'intelletto e di cominciare ad apprezzarne la nobiltà, magari cercando di esplorarne le grandi potenzialità ancora disgraziatamente inespresse sul piano della sapienza etico-spirituale, nella quale siamo ancora ad uno stadio poco più che animale.

BOBMAX
D'altronde, mi pare evidente che non sia possibile una reale comunicazione.
Per cui punti di vista incompatibili (per me i numeri non sono affatto archetipi) ben difficilmente possono confrontarsi.
Spiace, perché l'esistenza è comunicazione, ma tant'è.

CARLO
Non c'è mai compatibilità tra vero e falso.
#621
Citazione di: iano il 03 Settembre 2018, 02:11:27 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 24 Luglio 2018, 13:55:07 PM
Se è vero, come sostengono certi "critici" (Kant, Hume, Berkeley, Korzybski, Bateson, ecc.), che i criteri di verità della Scienza sono infondati, indimostrabili, non-provabili e di valore solo intersoggettivo, per quale ragione la loro applicazione REALE alla ricerca ha permesso all'uomo in soli tre secoli di sbarcare sulla Luna, di mandare delle sonde su pianeti e comete, di volare in massa superando in breve tempo distanze enormi, di curare la maggior parte delle malattie che da sempre affliggevano uomini e animali, di comunicare in tempo reale da una parte all'altra del nostro pianeta, ecc.?

Perché nessuno di quei critici hai mai spiegato i motivi della straordinaria "produttività epistemica" della Scienza proprio a partire dall'applicazione di quel "metodo scientifico" che essi considerano così insignificante?


IANO
Superare in breve tempo distanze enormi,anche in senso metaforico, è quantitativamente , ma non qualitativamente diverso dal superare distanze piccole,posto che qualificare una distanza è puramente soggettivo. La velocità, per sua natura , ammette accelerazioni, come norma , e non come eccezioni.
Cioè, senza la scienza, e con la scienza , l'uomo fa' sostanzialmente quello che ha sempre fatto. (...) La scienza non è niente di nuovo, nonostante le apparenze.


CARLO
Le tue sono mistificazioni verbali allo stato puro. L'uomo non ha sempre inviato sonde su pianeti e comete, non è sempre sbarcato sulla Luna, non ha sempre guarito colera, peste, lebbra, vaiolo, malaria, tifo, tubercolosi, ecc., non ha sempre ricevuto notizie dal mondo schiacciando semplicemente un pulsante, ecc., ecc.. 
Tutte queste conquiste sono delle novità assolute; non apparenze, ma realtà concrete.
#622
Citazione di: bobmax il 03 Settembre 2018, 10:11:16 AM
I cosiddetti "fatti oggettivi" sono verità fintanto che restano confermati. E sono confermati ogni volta in cui si nega la loro possibile falsità.


CARLO
La verità non è una proprietà dei "fatti", ma del linguaggio. Come ho già detto, si parla di verità quando il linguaggio coincide con i fatti.
Il problema, però, è che i tuoi non sono dialoghi, ma monologhi.

BOBMAX
Il principio di non contraddizione è indispensabile per il pensare determinato, ma non è la Verità.

CARLO
Non ho mai detto che il pdnc sia la Verità. Tu dovresti commentare ciò che scrivo, non ciò che tu pensi che io pensi.  :)

BOBMAX
Perché nel mondo A non è mai uguale ad A. Ossia non vi è niente che sia uguale a se stesso.
Tuttavia, a livello dell'Essere, non vi è alcuna opposizione. Gli opposti non sono complementari, gli opposti coincidono.
Guai se così non fosse...

CARLO
Se <<nel mondo, A non è mai uguale ad A>>, tantomeno B potrà coincidere con l'opposto C.
La cosiddetta "unità degli opposti" è una armonizzazione-complementarizzazione degli opposti, non un annullamento della dualità (leggi il mio post di apertura).

BOBMAX
PS - Vedo comparire i tuoi commenti con diverse ore di ritardo.

CARLO
...Perché prima di essere pubblicati i miei post devono essere controllati dal moderatore.
#623
Citazione di: bobmax il 02 Settembre 2018, 21:31:55 PM
<io mi chiamo Carlo> è una verità in quanto negazione di ogni possibile affermazione contraria.
È cioè una verità perché rende falso chi per esempio affermasse che ti chiami Agamennone.

CARLO
<<Io mi chiamo Carlo>> è vera poiché trova corrispondenza con con i fatti oggettivi (dati anagrafici), non "...in quanto negazione di ogni possibile affermazione contraria". E una volta stabilito che <<io mi chiamo Carlo>> è vera, è il principio di non-contraddizione che proibisce (nega) ogni possibile affermazione contraria.
Tempo fa ho aperto un thread su questo argomento: "Il primo principio della Logica: <<la verità non può essere negata>>".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/il-primo-principio-della-logica-ltltla-verita-non-puo-essere-negatagtgt/
#624
Citazione di: bobmax il 01 Settembre 2018, 18:03:31 PM
Sto soltanto cercando di evidenziare come questo "vero" dipenda inevitabilmente dal "falso", che deve essere tenuto distinto da questo "vero".
Questa è la condizione del nostro esserci.

CARLO
In che senso una verità banale come, per esempio: <<io mi chiamo Carlo>> dipende dalla falsità <<io mi chiamo Agamennone>>?
<<Dipendere da->> significa <<essere condizionato o influenzato da->>; ma se il vero nega il falso, è proprio perché non ha niente a che vedere col falso, non ne subisce alcun condizionamento, è l'assolutamente "altro" da esso; cioè, è assolutamente indipendente dal falso. Pertanto continuo a non capire quello che vuoi dire.
#625
Citazione di: Socrate78 il 01 Settembre 2018, 17:43:30 PM
Mi chiedo se la psicologia e la psichiatria possano avere il valore epistemologico di scienza, al pari di altre branche della medicina o delle scienze esatte. Se riflettiamo seriamente infatti non esiste una causa certa e verificabile dei disturbi mentali che riguardano le varie sfere della personalità: le varie branche della psicologia danno infatti spiegazioni molto diverse sulla genesi di tali disfunzioni, ad esempio le si fa risalire a traumi rimossi nell'inconscio, a volte a squilibri metabolici ( senza evidenza sperimentale), senza un'unità di vedute. Non solo, ciò che è considerato sano e malato cambia con il tempo, ad esempio negli anni Cinquanta l'omosessualità era considerata un disturbo della sessualità, adesso non è più così, è vista solo come un diverso orientamento sessuale, mentre nessuno mai si sognerebbe di dire che il cancro non è una patologia ma solo un diverso modo di funzionare dell'organismo, in quel caso si tratta di un male obiettivo, che produce effetti obiettivamente terribili. Gli assunti della psicologia non sono inoltre falsificabili, ad esempio quando uno psichiatra afferma che le fobie di una persona deriverebbero da un trauma sepolto nell'inconscio egli fa un'affermazione che non può essere smentita né confermata da nulla, infatti l'inconscio è per definizione ciò che sfugge alla consapevolezza razionale, la ragione è messa all'angolo e non può verificare niente. Gli psicofarmaci non agiscono, come tante altre medicine, sulla causa del disturbo (se non è chiara nemmeno agli psichiatri...), ma semplicemente proprio come le droghe modificano artificialmente la chimica cerebrale, ma svanito l'effetto la persona ritorna come prima, quindi il beneficio è pari a ZERO. Per secoli inoltre la psichiatria è stata uno strumento di controllo sociale che serviva per eliminare dalla società gli elementi nocivi o scomodi, bollandoli come "matti" senza alcuna spiegazione di ciò che tale diagnosi significasse.  Di conseguenza è corretto affermare secondo voi che la psichiatra sia senza fondamento e di fatto sia uno strumento di manipolazione delle menti più deboli, che vengono solo plasmate in base a discutibili criteri di sano e malato?


CARLO
Come ho accennato altrove, è necessario chiarire che il termine "scienza" ha DUE accezioni di significato: una, più generale, che indica ogni forma di conoscenza che sappia fornire sufficienti garanzie della propria validità, e l'altra, più particolare, che si riferisce a quei domini di ricerca nei quali è possibile l'applicazione del metodo matematico-sperimentale a grandezze misurabili, che è tipica della Scienza propriamente detta e del metodo con cui essa garantisce la validità dei propri assunti.

E' allora evidente che, se adottiamo il criterio più generale, la distinzione tra "scienza" e "non-scienza" non si gioca sulla conformità o meno con il metodo matematico-sperimentale - come invece pretendono certi "scientisti" - bensì sul significato della locuzione "sufficienti garanzie della propria validità". Cosicché, quando si ha a che fare con discipline che esulano più o meno parzialmente dal dominio delle grandezze fisiche misurabili e dall'ambito della verificabilità sperimentale (neurobiologia, psicologia, storia della cultura, giurisprudenza, biologia evolutiva, epistemologia, logica, filosofia, politica, economia, ecc.), la validità di ogni teoria deve essere valutata CASO PER CASO sulla base della sua congruità-conformità alla realtà osservata e della sua coerenza logica intrinseca; e non, aprioristicamente, sulla base dell'applicazione o meno del metodo matematico-sperimentale.
Ma purtroppo questo gioco del "due pesi e due misure" è una sorta di sport universale, diffusissimo anche all'interno della cosiddetta "comunità scientifica", grazie al quale spesso si emarginano delle teorie con l'accusa di "a-scientificità" (o "anti-scientificità") SOLO perché non sono conformi al paradigma materialista. Si veda, per esempio, in campo neurobiologico, il "Dualismo-interazionismo" di Eccles o, nel campo della biologia evolutiva, le sempre più numerose teorie "finaliste" (non parlo del creazionismo, che è davvero anti-scientifico), oppure, in psicologia, la teoria di Jung, ecc., dalle quali la "comunità scientifica" pretende una dimostrabilità matematico-sperimentale, mentre molte delle teorie antagoniste vengono accettate come scientifiche solo perché conformi al dogma materialista; e, tra queste, oltre alla biologia evolutiva darwiniana e alla neurobiologia monista-riduzionista, ci sono appunto la cosiddetta "psicologia scientifica" (la psico-fisiologia di Wundt, il funzionalismo di James, la "gestalt" di Wertheimer, il comportamentismo di Watson, la riflessologia di Pavlov, ecc.) e la psichiatria, il cui postulato fondante (<<ogni disturbo psichico ha un'origine genetica o è l'effetto di di patologie organiche o di squilibri biochimici del sistema nervoso>>) è solo un precetto della fede materialista e non una verità scientifica.
E non è casuale che un numero crescente di psichiatri e di psicologi sia sempre più consapevole di questa sorta di truffa intellettuale:

"La psichiatria non è guidata dalla scienza. Non esiste alcuna base genetica o biologica per queste malattie, ma l'Istituto Nazionale per la Salute Mentale è completamente appiattito sulla terapia farmacologica. C'è una gran quantità di evidenze sperimentali sui danni cerebrali a lungo termine causati dagli stimolanti, mentre non c'è lo straccio di una prova dell'esistenza di tali malattie, come l'ADHD (Disturbo da Deficit dell'Attenzione con Iperattività).
In realtà, la diagnosi psichiatrica è una sorta di etichettatura spirituale: può distruggere la vita e spesso lo fa".  [Dr. PETER BREGGIN, Psichiatra]

"La psichiatria non è altro che una scienza per decreto. Dicono che è una scienza, dunque lo è". [Margaret Hagen, psicologa, autrice di: "Whores Of The Court"]

"C'è abbondanza di presunte spiegazioni biochimiche per i disturbi psichiatrici, ma nessuna di esse è mai stata dimostrata. Al contrario, ogni volta che si credeva di aver trovato uno squilibrio, si è poi scoperto che non era vero ... Nessuna pretesa di origine genetica è mai sopravvissuta, nonostante la disinformazione popolare". [Dr. JOSEPH GLENMULLER, Psichiatra, Università di Harvard]

"La validità solo apparente del DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è potenziata dal fatto che la psichiatria sostiene che le malattie mentali sono malattie del cervello, un'affermazione che si pretende essere comprovata da recenti scoperte radiologiche e farmaceutiche. Ciò non è vero. Non esistono esami del sangue o altri test biologici per accertare la presenza o assenza di una malattia mentale, come vi è per la maggior parte delle malattie fisiche. Se tali test fossero stati sviluppati ...allora la condizione cesserebbe di essere considerata una malattia mentale e sarebbe classificata, invece, come una malattia del corpo". [Dr. THOMAS SZASZ, professore emerito di psichiatria, New York University Medical School, Syracuse]

"Nonostante più di duecento anni d'intense ricerche, nessuno è mai riuscito a dimostrare l'origine genetica o biologica dei disturbi psichiatrici, inclusa la schizofrenia, la depressione maggiore, il disturbo maniaco-depressivo, i vari disturbi d'ansia e disturbi infantili come l'attenzione-iperattività. Al momento non si sono mai riscontrati squilibri biochimici nel cervello di pazienti psichiatrici - finché non vengono somministrati psicofarmaci". [Dr. PETER BREGGIN, Psichiatra]

"Le teorie (di squilibrio chimico) vengono mantenute in vita non solo perché non ce ne sono di migliori, ma perché si dimostrano molto utili per vendere psicofarmaci". [Dr. ELLIOT VALENSTEIN, autore di "Blaming the brain" ("Incolpare il cervello")]

"La psichiatria non ha ancora prodotto le prove delle causa genetico/biologica di alcuna malattia mentale. Ai pazienti viene diagnosticato uno squilibrio biochimico nonostante non esista alcun test che lo possa dimostrare ... e non esiste nemmeno un'idea di quale dovrebbe essere l'equilibrio corretto".[Dr. DAVID KAISER, Psichiatra]

"Nessun marcatore biologico o neurologico e genetico è mai stato trovato per Deficit di Attenzione, Disturbo Oppositivo Provocatorio, Depressione, Schizofrenia, ansia, abuso compulsivo di alcool o droga, bulimia, dedizione al gioco d'azzardo o qualunque altro cosiddetto disturbo mentale". [BRUCE LEVINE, psicologo e autore di "Commonsense rebellion" (la rivolta del buon senso)]

"La psichiatria asserisce - senza dimostrarlo - che depressione, disturbo bipolare, ansia, alcolismo e tanti altri disturbi sono essenzialmente di origine biologica e genetica. Questa fiducia cieca è non solo stupefacente, ma anche ingenua e forse illusoria". [Dr. DAVID KAISER, psichiatra]

"Non esistono prove oggettive in psichiatria - raggi X, test di laboratorio, o esami clinici - per constatare definitivamente se qualcuno abbia o meno un disturbo mentale. Non esiste nemmeno una definizione di un disturbo mentale, non lo si può definire".[Dr. ALLEN FRANCES, Psichiatra ed ex Presidente del Comitato Editoriale del DSM-IV]

"Non abbiamo un test indipendente e valido per ADHD (Disturbo da deficit dell'attenzione con iperattività), e non ci sono dati che indichino che esso sia dovuto a un malfunzionamento del cervello".[Conclusioni del comitato di studio su ADHD dell'Istituto Nazionale USA per la Salute Mentale]

"C'è una caratteristica comune a tutti gli psichiatri. Davanti a un microfono o una telecamera si fanno piccoli e ammettono che non esiste nessuno squilibrio biochimico o test di laboratorio. Nella loro pratica professionale invece mentono ogni volta ai loro pazienti, negando loro il diritto a un consenso informato e avvelenandoli in nome della 'cura', comportamento di fatto criminale". [Dr. FRED BAUGHMAN, Neurologo Infantile]

"Non c'è mai stato un criterio secondo il quale le diagnosi psichiatriche richiedono un'eziologia biologica comprovata (causa)". [Dott. HAROLD PINCUS, Vice Presidente del gruppo di lavoro del DSM-IV]

"Non esiste nessuno squilibrio biochimico. Quando un paziente viene da me dicendo di avere uno squilibrio chimico gli chiedo: 'Mostrami il referto del laboratorio'. Non ce ne sono. Cos'è, allora, lo squilibrio chimico?". [Dr. RON LEIFER, Psichiatra]

"Il DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è la montatura con cui la psichiatria cerca di essere accettata dalla medicina in generale. Per gli addetti ai lavori è un documento più politico che scientifico, e gli stessi autori lo ammettono candidamente, anche se la sua breve apologia viene spesso ignorata. Il DSM-IV è diventato una bibbia e una gallina dalle uova d'oro, e si chiude un occhio sui suoi difetti. Cosa ci dicono le categorie del DSM? Rappresentano esattamente la persona con un problema? No, e non potrebbe proprio, perché non c'è nessun criterio esterno per convalidare le diagnosi psichiatriche". [Dr. LOREN MOSHER, ex capo del Centro NIMH (Istituto Nazionale di Salute Mentale) per gli Studi sulla Schizofrenia, capo della Schizophrenia Research]
#626
Citazione di: bobmax il 01 Settembre 2018, 09:06:01 AM
Per Carlo.
Ossia, così come tu intendi: "per "verità" io intendo una corrispondenza, una concordanza tra ...le chiacchiere e i fatti, cioè, tra ciò che un soggetto afferma su un certo oggetto e ciò che l'oggetto è"
Perché con quei "fatti", con quel "ciò che l'oggetto è", non puoi che intendere una loro interpretazione (quindi pensieri) che non contraddicono le cosiddette "chiacchere".


CARLO
Certo anche la verità è fatta di "chiacchiere", cioè si tratta pur sempre di una interpretazione. Ma la storia della conoscenza ci dimostra che, grazie alla logica e all'osservazione incrociata dei fatti, è possibile distinguere un'interpretazione corretta da un'interpretazione falsa (vedi la differenza tra l'interpretazione geocentrica dei moti planetari e l'interpretazione eliocentrica). Del resto, se così non fosse, non ci sarebbe mai stata quella che chiamiamo "rivoluzione scientifica". Quindi la definizione di verità intesa come corrispondenza tra le chiacchiere e i fatti resta pienamente sensata

BOBMAX
Citazione di: bobmax il 01 Settembre 2018, 09:06:01 AMIn buona sostanza, per il nostro pensiero il "vero" è ciò che si oppone al "falso"


CARLO
Certo, ma ciò non contraddice la mia definizione di verità.

BOBMAX
Nella sua più estrema sintesi, questo "esser vero" può essere riassunto dal principio di identità: A=A.
Che in sostanza afferma che A non è qualsiasi cosa non sia A.
Per cui, per il nostro pensiero, la verità necessita della falsità per poterla negare.


CARLO
Non necessariamente. E' vero che <<io mi chiamo Carlo>> anche se non c'è chi affermi il contrario.

BOBMAX
Quindi il Tutto, la Verità, l'Essere, l'Assoluto,... sono tutte parole che pur dobbiamo usare, ma che non esprimendo un "qualcosa" non possiamo davvero pensarle. Sono un idea aperta...
Un'idea, che potrebbe forse esprimersi al meglio (ma non definirsi!) così:
E' la negazione della negazione.


CARLO
Ciò che hai appena scritto è la verità, oppure <<non esprimendo un "qualcosa">> è solo <<un'idea aperta>>? Insomma, la tua affermazione : <<La verità non può essere pensata>> è vera, oppure non esprime nulla?
L'hai capito che se neghi ogni possibilità di dire il vero, tutto ciò che dici non può essere vero?
#627
Citazione di: Samu85 il 29 Agosto 2018, 20:57:33 PM
Prima di tutto scusate, ma non so se ho inserito questo topic nel.... come si dice.. diciamo nel posto giusto  ;D  :) vabè, al massimo chi è di dovere provvederà a spostarlo  ;) cmq mi ponevo questo quesito "come iniziare a studiare la filosofia" perché anni or sono acquistai libri di alcuni filosofi come Nietzsche, Platone, Schopenhauer... ma insomma senza aver mai studiato filosofia in vita mia ;D certo, avevo cominciato a leggerli cmq, sempre anni or sono  ;D ma ora che sono un po' più grandicello e un po' più maturo, ritengo sia inutile leggere solo senza capirci nulla  ;D quindi per non stare a perdere tempo a leggere inutilmente diciamo.. vi chiedo come posso iniziare ad avvicinarmi a questa materia, a studiarla, senza partire in quarta con filosofi, ragionamenti, complessi e quindi evitando di perdere altro tempo. Grazie  :)

CARLO
Siccome la filosofia è una bolgia infernale dove si afferma tutto e il contrario di tutto - entrambi riccamente argomentati - dovresti cominciare col consultare un testo che ti dia una panoramica della storia della filosofia, dargli dapprima una scorsa generale senza troppo impegno (e soprattutto senza scoraggiarti quando ti accadrà di non capire una mazza di ciò che dicono). Durante questa prima disamina, annoterai i filosofi che più colpiscono la tua immaginazione o che più stimolano il tuo interesse e poi, a fine disamina, comincerai con l'approfondire i pensatori da te annotati.
Se vuoi seguire un percorso del genere c'è un ottimo testo: NICOLA ABBAGNANO: Storia della Filosofia, che, sebbene occupi una decina di volumi, è scorrevole alla lettura, scritto con passione e con sufficiente imparzialità di giudizio.
#628
Citazione di: bobmax il 31 Agosto 2018, 15:46:18 PM
L'esistenza si manifesta esclusivamente attraverso la comunicazione.
Al punto, che l'esistenza è comunicazione, e viceversa...

Ma non nel senso che vi sono entità che comunicano...
Queste entità sono solo generate dalla stessa comunicazione. Che ne abbisogna per potersi manifestare.

Quindi anche il termine "comunicazione" mal si presta, non consistendo nel trasferimento di informazioni (verità) ma nell'emergere dell'esistenza.

Vorremmo davvero credere che sia possibile trasferire una verità, in modo da "inculcarla" là dove prima non era?

Davvero la Verità può esservi in un posto ma non in un altro?

O non sarà invece che la Verità è già ovunque? E può emergere attraverso la comunicazione.

L'esistenza cerca la Verità, ossia la Trascendenza.

CARLO
Continuo a non capire. Come ho già detto, per "verità" io intendo una corrispondenza, una concordanza tra ...le chiacchiere e i fatti, cioè, tra ciò che un soggetto afferma su un certo oggetto e ciò che l'oggetto è. Mentre la Verità (con la "V" maiuscola") non può che identificarsi con un criterio unico e universale di verità, cioè, con un Principio ultimo che rivela (o che detta) le regole che il soggetto deve rispettare in ogni processo conoscitivo.
Pertanto non capisco cosa possa voler dire che <<...la verità è ovunque>>, o cosa tu intenda per <<...inculcare la verità là dove prima non era>>.  Insomma non mi è chiaro cosa tu intenda per "verità". Puoi darne una tua definizione?
#629
Citazione di: iano il 25 Agosto 2018, 04:30:28 AM
La critica della scienza si può vedere come la storia di questa presa di coscienza, quindi in se' non è da criticare.
La scienza non è figlia della filosofia ,ma entrambe fanno parte dell'arte di arrangiarsi a questo mondo in piena continuità,anche quando non sembra.
CARLO
Sotto certi aspetti la scienza, più che figlia della filosofia, è la filosofia stessa, è filosofia applicata alla comprensione/conoscenza del mondo fisico. Infatti, i filosofi del passato - fino a Newton - chiamavano la Fisica anche "Filosofia della della Natura".
In altre parole, filosofia e scienza costituiscono i fondamenti di quella che tu chiami "l'arte di arrangiarsi".
#630
Citazione di: bobmax il 31 Agosto 2018, 08:52:03 AM
La complementarietà degli opposti richiederebbe questi opposti realmente esistenti.

Sono viceversa dell'idea che l'esistenza sia comunicazione.

Pura comunicazione, che prescinde dai poli che paiono comunicare.

La comunicazione, ossia l'esistenza, crea il soggetto e l'oggetto per manifestare se stessa.

CARLO
Non capisco. Vuoi dire che esiste solo la comunicazione? ...E che non esiste né il soggetto che la produce né i contenuti che essa veicola?