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Messaggi - sgiombo

#616
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
25 Febbraio 2019, 15:29:10 PM
Citazione di: Sariputra il 25 Febbraio 2019, 11:11:35 AM
cit. Kephas: Avrà ragione questo scienziato???

Non so se ha ragione, però direi che ormai i due termini, che sono stati artificiosamente messi storicamente in contrapposizione, cioè "Spirito" e "Materia", sono ormai 'consunti', appaiono come invecchiati, superati, quasi un ostacolo ormai...li vedo con enormi ragnatele ideologiche che li sovrastano...
Personalmente sostituirei il termine "Spirito" con quello di " Mente" e il termine "Materia" con quello di "Vibrazione"...
La 'spiritualità' diventerebbe 'conoscere la mente' e le scienze naturali lo "studio delle vibrazioni" e non più della 'materia'...il tutto naturalmente nel più complesso insieme delle rappresentazioni mentali basate sulle percezioni, che sono l'a-priori di ogni ragionevole ipotesi formulabile sulla 'mente' e sulle 'vibrazioni' e che sono esse stesse un vibrare, per così dire... :)

In origine quindi potrebbe esserci una Mente la cui 'vibrazione' produce ciò che ci rappresentiamo alle percezioni come un 'universo'...La Mente , pensando se stessa (autocoscienza), 'vibra' e da questo vibrare ha origine la primordiale vibrazione creatrice. La fisica moderna, con la teoria delle stringhe vibranti, si avvicina a questa visione. Quello che definiamo come universo sarebbe un'edificio di filamenti vibranti, che si combinano in infiniti modi seguendo questo vibrare musicale ( l'OM primordiale...il suono profondo del 'vuoto'...), naturalmente dipendenti e condizionati l'uno dall'altro, legati da sottili filamenti di 'energia',  in continua vibrazione.
Così come una corda di uno strumento musicale può vibrare e suonare note musicali diverse, anche questi filamenti vibrano in modo diverso. In base a questo noi percepiamo proprietà diverse tra loro e alcuni ci appaiono , combinandosi,in un modo e altri in un altro...

Alla base di tutto quindi una Mente autocosciente che vibra e 'suona' la melodia infernale della vita: colore, luce, suono, materia, emozioni, pensieri, lo stesso Dna...tutto che vibra...vibra...vibra...senza fine...che orrore!! che suono ossessionante!!... :o  :-\

Naturalmente anche il provarne orrore è una vibrazione di questa 'Mente' che...desidera "rientrare in se stessa", e non vibrare più... :'(


Citando Tersite da un' altra discussione:

"Sarebbe provocatorio chiedertene una dimostrazione per cui lo prendo come un attestazione di fede e una dichiarazione di intenti"
#617
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
25 Febbraio 2019, 15:14:23 PM
CitazioneCitaz. Kephas



Premetto che non desidero disperatamente di sopravvivere a tutto ciò che è!
Però penso che senza l'anima (il nostro Uomo interiore) i sensi, un sistema nervoso, ecc.. non possono minimamente esistere.
Esistono perché c'è un'anima che fa funzionare il tutto ciò che è.
Forse bisognerebbe riflettere sulla confessione di un celebre scienziato:, il premio nobel Max Planch, creatore della teoria dei quanti.
Che nel corso di una conferenza tenuta a Firenze si espresse in questi termini:
<<Come fisico, quindi come uomo che per tutta la vita ha servito la scienza, cioè ha indagato la materia, non posso certamente venir sospettato di essere un esaltato.
Dopo tutte le mie ricerche sull'atomo, vi dico questo: non esiste la materia in sé!
La materia si forma ed esiste solo in virtù di una forza che mette in vibrazioni le particelle atomiche e le tiene unite come un minuscolo sistema solare dell'atomo.
Dato che però in tutto l'universo non esiste una forza di per se stessa intelligente ed eterna, dobbiamo presupporre dietro a questa forza uno spirito conscio ed intelligente.
Questo spirito costituisce l'origine di ogni materia>>
<<L'atomo apre all'umanità la porta del perduto e dimenticato mondo dello spirito>>

Avrà ragione questo scienziato???

Per me si tratta di penose sciocchezze irrazionalistiche (tipiche di parecchi scienziati, anche assai validi nell' ambito del piccolo orticello delle loro ricerche ma del tutto privi di preparazione filosofica; e da Plank devo dire che non me le sarei mai aspettate...).

La forza fa parte a pieno titolo, puramente e semplicemente, del mondo (fenomenico) materiale, della "materia nel suo complesso" che semplicemente diviene conformemente alle leggi della fisica.

Intelligenza, spirito, consapevolezza c' entrano come i cavoli a merenda.
Infatti fanno parte del mondo fenomenico mentale, che al contrario di quello fisico - materiale non é misurabile quantitativamente e non é postulabile essere intersoggettivo; e conseguentemente non é conoscibile scientificamente, per lo meno in senso "stretto" o "forte", quello delle scienze naturali().
#618
Caro Freedom, come potrai facilmente verificare in Internet, la tomba di Ceausescu a Bucarest é costantemente coperta da fiori freschi quotidianamente portati dai suoi concittadini, memori di come stavano quando era in vita (prima di essere torturato a morte nel disperato tentativo di fargli confessare ruberie mai commesse e poi "fucilato" da cadavere insieme alla moglie dopo un penosissimo "processo" farsa dai sicari di Gorbaciov e Reagan che avevano compiuto il sanguinoso colpo di stato che l' ha destituito).

(Strano che lo zelante propagandista delle peggiori nefandezze dell' imperialismo col quale non voglio avere più nulla a che fare abbia dimenticato, fra i martiri eroicamente caduti per le libertà dei loro popoli che la corrente propaganda goebbelsiana pretenderebbe vergognosamente -ma unicamente per se stessa- di Hitlerizzare, Slobodan Miloscevic: i dirigenti del PD dovrebbero tirargli le orecchie).

https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g294458-d8472145-r331802978-Ghencea_Civil_Cemeter-Bucharest.html


[font=Arial, Tahoma, "Bitstream Vera Sans", sans-serif]Visita alla tomba dei Ceausescu[/font]
[font=Arial, Tahoma, "Bitstream Vera Sans", sans-serif]Recensione di Ghencea Civil Cemeter[/font]
[font=Arial, Tahoma, "Bitstream Vera Sans", sans-serif]Recensito 10 dicembre 2015 [/font][font=Arial, Tahoma, "Bitstream Vera Sans", sans-serif]da dispositivo mobile[/font]
[font=Arial, Tahoma, "Bitstream Vera Sans", sans-serif]In questo cimitero militare nella periferia di Bucharest si trova la tomba dei coniugi Ceausescu uccisi dopo la rivolta popolare del 1989. Il cimitero dista circa 20 minuti di taxi dal centro città ( costo corsa 3 euro ) .
Molto semplice e spartano questo cimitero ha dimensioni incredibili, ed è facile perdersi lungo i viali che lo percorrono. Logicamente la tomba dei Ceausescu non è pubblicizzata... pertanto per non perdere tempo chiedete agli inservienti di indicarvi la sua posizione .
Se avete difficoltà a trovare il personale di sorveglianza queste sono le indicazioni : seguite il lungo viale centrale che si trova dopo l' entrata del cimitero e camminate fino alla Chiesetta , guardando sulla vostra sinistra noterete tra le tante una larga tomba di colore rosso ...ecco siete arrivati.
La tomba è in semplice marmo rosso e conserva nel sottosuolo le spoglie dei coniugi Ceausescu. 
Stranamente tra le migliaia di tombe che ci sono in questo enorme cimitero questa semplice tomba rossa è' l'unica che ho visto con fiori e lumini accesi...deduco che sia meta ancora oggi di molti nostalgici di quel periodo storico !Più
[/font]

[font=Arial, Tahoma, "Bitstream Vera Sans", sans-serif]Data dell'esperienza: dicembre 2015[/font]


[font=Arial, Tahoma, "Bitstream Vera Sans", sans-serif]Notare lo "stranamente", anche perché " Logicamente la tomba dei Ceausescu non è pubblicizzata... "[/font]
#619
Perfino quegli irriducibili bolscevichi che sono la Croce Rossa Internazionale e la Charitas hanno stigmatizzato come inaccettabili tentativi di violare la sovranità venezuelana i sedicenti "aiuti umanitari" dell ' imperialismo occidentale!
#620
Nel precedente mio intervento in questa discussione (il penultimo, mentre questo sarà l' ultimo e definitivo) é stata censurata una mia affermazione contenente una parolaccia rivolta a me stesso nel caso mi facessi di nuovo vincere dalla tentazione di leggerne gli ulteriori interventi e parteciparvi nuovamente (cosa che -spero di potere almeno affermare- riterrei stupidissima da parte mia: da un bel pezzo avrei dovuto considerarla, per quel che mi riguarda, non più degna di alcuna attenzione).
#621
Dunque con quello che hanno fatto e stanno facendo i governanti occidentali (solo per limitarci agli ultimissimi anni) in Jugoslavia, Iraq, Libia  Ucraina, Siria, Venezuela, Haiti, col fatto che Trump pericolosissimamente straccia gli accordi vigenti sulla limitazione degli armamenti nucleari, Putin sarebbe "uno degli individui più pericolosi e spregevoli che indegnamente calpestino il suolo del nostro pianeta".

SIC ! ! !

Se é così, allora da parte mia faccio tanto di cappello ed esprimo tanto di gratitudine a "uno degli individui più pericolosi e spregevoli che indegnamente calpestino il suolo del nostro pianeta".


Dimenticavo di rilevare nella precedente risposta, a proposito del fatto che Stalin sarebbe messo peggio del PD, che stranamente tutti i sondaggi, per quanto tendenziosamente confezionati in senso anticomunista e antistaliniano ci dicono che per i i Russi é di gran lunga il dirigente politico più apprezzato della loro storia millenaria.

E con questo ti lascio ai tuoi altisonanti proclami politicamente corretti e filopiddini, che d' ora in poi non perderò più tempo a prendere in considerazione (non ci tengo per niente a ricevere attestati di "correttezza" da parte di amici dei peggiori nemici del popolo).
#622
Attualità / Re:Gilet jaunes: non sbagliano un sabato.
24 Febbraio 2019, 19:05:14 PM
Citazione di: Freedom il 24 Febbraio 2019, 16:47:25 PM
Allora......a me risulta che anche ieri ci siano state significative manifestazioni dei gilet gialli.

Sarò distratto ma nei media nostrani non ho rilevato nessuna informazione in tal senso.

Eppur si muove diceva quel tale....... ;D

Date le condizioni peggio che goebbelsiane dell' informazione ufficiale, niente nuove == buone nuove!
#623
Citazione di: 0xdeadbeef il 24 Febbraio 2019, 11:04:23 AM
Non so se sei pienamente consapevole del "potenziale" di queste affermazioni...
Ricorda soltanto che nel "mein kampf" è scritto che gli Ebrei soffocano lo "spazio vitale" degli
ariani.
saluti


Ancora con questi esempi di mostruose violazioni dell' etica da parte di presunti (e per lo meno discutibili: "Gott mit uns") non credenti (ovvero "affermatori che dio é morto") quando dai papi Borgia a quelli che benedicevano i conquistadores che perpetravano il genocidio dei nativi Americani, a "santosubitoGP2" che ha santificato i più efferati criminali contro l' umanità franchisti e ustascia, allo sterminatore di donne e bambini iracheni Blair, a tantissimi altri affermatori indiscutibili dell' esistenza e della "piena salute e vitalità" di Dio ne hanno commesse di peggiori ? ! ? ! ? !

Ho proprio sbagliato (e dovevo ben immaginarlo!) a lasciarmi trascinare al mio temperamento polemico.
#624
Io non mi vergogno affatto di essere non solo amico ("filo") di Stalin ma invece suo convinto seguace.

La storia ha tempi lunghi, contrariamente alla cronaca politica di piccolo cabotaggio dei Renzi, d' Alema e compagnia (si fa per dire!) "bella".

Invece tu continui imperterrito a cercare improbabili peli nelle uova di chi combatte il politicamente corretto filopiddino, che ti dichiari esplicitamente tale o meno (prendo atto del "meno", che dal mio punto di vista non cambia proprio nulla nello squallore della cosa).

Trovo decisamente penosissimo cercare minutissime pagliuzze negli occhi di Putin così cercando maldestramente di mimetizzare non le travi, ma le foreste amazzoniche negli occhi dei perfettamente intercambiabili presidenti amerikani.

Sì, certo, le spie dei paesi socialisti erano dappertutto e hanno fatto di tutto e di più, dagli attentati ai papi ai rapimenti delle figlie dei dipendenti del Vaticano (invece con tutta evidenza violentate e fatte uccidere dai suoi sicari della banda della Magliana poi sepolti fra i santi, da parte di qualcuno molto, ma molto, ma proprio molto molto in alto oltre Tevere...), al ratto delle Sabine, alla caduta dell' Impero Romano, all' eruzione di Pampei e così via farneticando...
#625
Risposta assolutamente limitata alla questione del reale o apparente "bene comune di tutti i viventi" (sul resto mi taccio deliberatamente, avendo già detto e ripetuto troppe volte tutto ciò che a mio parere c' era da dire).

La vita nel suo complesso esige un equilibrio fra le diverse specie.
Se una, come tende attualmente a fare (e non: "fa" incondzionatamente; siamo nel campo delle cosiddette "scienze umane", non delle scienze naturali) la nostra umana, non viene limitata dalle altere nel suo diffondersi e moltiplicarsi, la vita di tante altre specie é messa a repentaglio (e anche questo é oggi sotto gli occhi di tutti); al limite potrebbe esserlo la vita stessa nel suo complesso.

Dunque il cuculo, limitando la diffusione di altre specie di uccelli concorre, seppure non al bene comune di tutti i singoli viventi, tuttavia a- (-l bene comune del-) -le specie viventi e (del-) -la vita nel suo complesso.
Che inevitabilmente comporta anche la morte e sofferenza di molti singoli individui (la morte di tutti, la morte "prematura" di molti).

E d' altra parte "morte" non é contrario di "vita", ma invece di "nascita", essendo entrambe aspetti imprescindibili della vita.
Contrario di "vita" é casomai "non vita", "mineralità" o "materialità minerale"; la quale non nasce e non muore:

Se non ci fosse vita non ci sarebbe (né potrebbe esserci) morte, e se non ci fosse morte non ci sarebbe (né potrebbe esserci) vita!

E infatti l' eticità umana, che dall' etologia animale sorge, deriva senza contraddirla ma sviluppandola peculiarmente, implica anche (che "Dio sia vivo e vegeto o morto e sepolto", assolutamente nella stessa misura! Non cambia proprio nulla! Non fa alcuna differenza!) anche la sua propria violazione, il bene implica anche l' esistenza del male in qualche inevitabile misura: é la nostra naturale, ineludibile condizione da accettare "virilmente", cui invano credenze nel soprannaturale o comunque nel "sacro" o "Sacro" che dir si voglia tentano di porre inutili, illusori rimedi:

Hic Rhodus, hic salta (homine)!
#626
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
23 Febbraio 2019, 18:27:24 PM
Grazie anche a te, Viator.

Stavolta sono d' accordo (...capita "nelle migliori famiglie", come si suol dire).
#627
Ancora c' é chi da credito al cosiddetto "Dossier Mitrokin" ? ! ? ! ? !
(E ad altre tragicomiche bufale filoclintonian-obamiane).

E, con quel che fa Trump (e che hanno fatto la Clinton -quella che in famiglia aveva le palle- e Obama: SIC!), va a cercare peli nell' uovo di ciò che fa Putin ? ! ? ! ? !

Ma per favore!

Politicamente corretti filopiddini, siete proprio alla frutta ! ! !
#628
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
23 Febbraio 2019, 15:53:46 PM
X Socrate78

Non ho domandato: che cosa dà valore alla vita? O: che cosa rende morale una persona?

Ma invece se si vive per essere felici o se si é felici vivendo a qualsiasi costo, comunque si viva (se si considera la vita come mezzo per altri scopi o come fine a se stessa).


E' evidente che, per dirlo con gli stoici, la virtù, per chi sia virtuoso, é premio a se stessa, ovvero coincide con la felicità.
Ma invece per chi sia vizioso (e ce ne sono) é il vizio ad essere premio a se stesso, e dunque la felicità consiste nella soddisfazione del vizio stesso.
E infatti pensi anche tu che "Il mafioso che riesce ad aver ragione di tutti i boss rivali dopo aver compiuto una strage per dominare il territorio è sicuramente felice, si sente forte e realizzato nel suo desiderio di potere, ma è decisamente peggio delle bestie e la sua esistenza è un disvalore assoluto"


Ho inoltre parlato di felicità o infelicità "complessivamente" intesa.
Dunque anche ciò che è noioso, brutto, faticoso, persino doloroso, può contribuire a rendere complessivamente felice la vita, se consente di crescere, essere a lungo termine più forti, meno fragili, più disposti a comprendere gli altri che hanno sofferto come noi.
E ciò che dà un effimero piacere ed euforia al momento ma anche fa malissimo a in seguito, come il fumo, l'alcol, le droghe pesanti (sulle leggere sospenderei il giudizio), non rende complessivamente felice, ma al contrario complessivamente infelice la vita.


Fatta queste precisazione, credo di poterti "etichettar" come "credente -absit iniuria verbis- fondamentalista", prendendo atto che alla seconda domanda rispondi:

"Io da credente anzi ritengo che il senso della vita sia accettare tutto quello che ci capita come espressione di un progetto divino superiore, io credo che anche il dolore abbia un senso che a noi sfugge e se Dio permette la nostra sofferenza è perché ha un progetto su di noi e tutto quindi va offerto al divino, il bene come la sofferenza, in fondo questo viene detto non solo dai cristiani ma anche da altre religioni come l'islamismo (Sottomissione al volere di Allah), veniva detto dai filosofi stoici secondo cui tutto, anche il dolore, è l'espressione di una provvidenza, di un logos (ragione) che governa la natura ed il mondo e quindi tutto è in fondo benefico, anche ciò che ci sembra malvagio".


Nella tua risposta alla seconda domanda c' é un' evidente fraintendimento:

Per "lavoro" non intendo "attività qualsivoglia", ovvero "vita" (in contrapposizione a "passività totale", ovvero "morte"), ma invece "attività necessaria a campare, a procurarci i mezzi materiali necessari per sopravvivere", svolta a questo scopo (di sopravvivenza), a prescindere dal fatto che ci dia o meno soddisfazione "in sé e per sé" ma invece per quanto dalla vita si può complessivamente ottenere.

Per esempio scrivendo interventi in questo forum non ti guadagni da vivere, ma guadagnandoti in qualche altro modo da vivere (per mezzo di un' attività professionale o "di lavoro"; tua personale, o di chi lo fa per te se troppo giovane o troppo vecchio o altrimenti impedito) puoi ricavare le soddisfazioni che ricavi dal partecipare al forum stesso.

Scrivi che "il lavoro inteso come attività tesa al raggiungimento di un fine è ciò che caratterizza la vita nelle sue varie forme, ma io intendevo per l' appunto chiedere: il lavoro come fine a se stesso (volto a raggiungere un fine che col lavoro stesso si identifica) oppure come mezzo per altri fini (che con il lavoro stesso non si identificano)?


Le prospettive comunemente accettate (ma non da me, che sono anticonformista) di fronte alla vita non c' entrano proprio, come credo ti renderai facilmente conto se cercherai di comprendere ciò su cui invito alla riflessione.




X Sariputra

Se ben capisco riesci a mantenerti lavorando nell' orto e vigneto.
E mi congratulo con te; piacerebbe anche a me riuscire ad essere autosufficiente e a sottostare ai ricatti o comunque condizionamenti del "mercato" molto meno di quel che mi tocca accettare (malgrado cerchi comunque di affrancarmene nei sempre troppo angusti limiti del possibile); per la verità questa considerazione valeva per quando non ero ancora in pensione...
(Lo so, molti penseranno giustamente: "Che culo!", poiché purtroppo oggi quel che fino a qualche decennio fa era un sacrosanto diritto sta diventando una "questione di culo").


Anche nel tuo caso mi sembra che se consideri, come intendevo io nel porre le due domante, la "felicità complessiva" (la "somma algebrica di felicità e infelicità", per così dire; posto che nessuna perfezione esiste di fatto e sicuramente nessuno é mai stato né sarà sempre, comunque incondizionatamente felice; sul contrario sarei soltanto un po' più dubbioso...), allora il fatto di sperare nella felicità "in un domani" faccia parte degli "addendi di segno positivo" (se "illusoriamente", allora compensati almeno in parte ma spesso più che in toto da "addendi di segno negativo" rappresentati dalle inevitabili delusioni).


Se ben capisco, sei buddista agnostico (circa il divino); non avevo preso in considerazione il caso (mi scuso, ovviamente non é per minor rispetto e considerazione che verso credenti e miscredenti).


Buon lavoro e buon ritorno (con più lunghe riflessioni a tempo debito, letteralmente "oziose") fra noi ameni chiacchieratori del forum.






X Ipazia

Nel tuo caso le precisazioni sulle tue convinzioni non erano certo necessarie per i vecchie del forum.
Però hai fatto bene a dichiararle per i sempre auspicabilissimi "nuovi".


Mi sembra di poter dire che confermi quanto mi aspettavo dagli atei.

La tua attuale condizione é molto, molto simile alla mia (mi riconosco molto nelle tue ultime affermazioni).

Circa quanto affermi circa il fatto che il lavoro può anche diventare una catena. Quindi il problema non è il lavoro, ma la catena, come é facile immaginare, concordo pienamente.
Colgo però l' occasione per precisare che in ossequio al sano "naturalismo leopardiano" del mio venerato maestro Sebastiano Timpanaro (ma anche in accordo con altri; per esempio col pure da me compianto Domenico Losurdo) considero le convinzioni di Marx ed Engel sul "comunismo nella sua fase avanzata, quale si sviluppa sulla sua propria base", nel quale vigerebbe il principio "da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni" e "il libero sviluppo di ciascuno sarebbe condizione del libero sviluppo di ciascun altro" un residuo loro malgrado di utopismo non scientifico, non realistico, irraggiungibile (ma casomai da perseguire come "ideale cui asintoticamente tendere").

Anche se si verificheranno le più auspicabili delle sorti di fronte all' umanità, nella vita resterebbe pur sempre inevitabilmente un "residuo insuperabile di sofferenza".
La forza d' animo e la capacità di affrontare sacrifici in una qualche misura sarà sempre necessaria al buon vivere.



Grazie a tutti!


P-S.: Anche a Freedom (come nel caso di Ipazia, risponde nel modo che mi sarei aspettato da un ateo; ma mi viene il dubbio che si sia detto credente in precedenti interventi; in questo caso credente cosiddetto "opportunista"; absit iniuria verbis).
#629
Percorsi ed Esperienze / DOMANDE
23 Febbraio 2019, 11:34:31 AM
1 Si lavora per vivere o si vive per lavorare?

2 Si vive per essere felici o si é felici (pur) di vivere (comunque, in qualsiasi condizione)?

(Ad entrambe le domande la mia personale risposta é "la prima che hai detto").



Ma mi piacerebbe però raccogliere le risposte degli amici del forum, così da stilare una specie di statistica su quel che intendono come mezzi per degli scopi o per scopi da raggiungere con adeguati mezzi.

Mi stupirei se alla prima domanda qualcuno rispondesse che vive per lavorare (vorrebbe dire che é talmente fortunato che il suo lavoro lo appaga pienamente in tutte le sue aspirazioni, che niente altro ha da chiedere alla vita, oltre al fatto di continuare nel suo lavoro, per essere appagato, felice).

Alla seconda mi aspetterei che gli atei rispondano unanimemente ("alla bulgara") come me: lo scopo fondamentale é la felicità, e se la vita la consente la si sceglie come mezzo opportuno; se invece non se ne può ragionevolmente aspettare che infelicità (complessivamente), allora non vale proprio la pena di continuare a viverla.

Dai credenti mi aspetterei diverse risposte.
Risposte che se non temessi di offendere chiamerei "fondamentalistiche" o "integralistiche", secondo le quali la vita, essendo un dono divino (ed essendo Dio infinitamente buono), é un fine in sé, da perseguirsi come tale, quale che sia la sua qualità.  
O in alternative risposte che sempre se non temessi di offendere chiamerei "opportunistiche", secondo le quali, volendo Dio (nella sua infinita bontà) la felicità e aborrendo l' infelicità per tutti, se ne asseconderebbero doverosamente e virtuosamente i desideri puntando alla qualità della vita piuttosto che alla sua quantità (durata nel tempo), e dunque che se non se ne potesse ragionevolmente aspettare che infelicità (complessivamente), allora la si dovrebbe per lo meno passivamente lasciar finire, se non anche far cessare attivamente.
(Ricordo due noti credenti morti negli ultimi anni, che a mio parere, un po' ipocritamente entrambi, alla luce di quanto "ufficialmente professato", hanno chiesto di essere lasciati morire, evitando accanimenti terapeutici, e anzi venendo "addormentati" farmacologicamente onde non soffrire; per la cronaca, di uno -don Verzè "del SanRaffaele"- ho una pessima opinione, dell' altro -il card. Martini- un' opinione piuttosto buona).


Ovviamente da parte di chi avesse la compiacenza di rispondermi chiederei che precisasse se é ateo o credente (di alcuni é del tutto evidente, ma di altri no).
Da chi rispondesse "la prima che hai detto" alla prima domanda (se con mia sorpresa ce ne fossero) mi piacerebbe anche sapere che professione svolge e in quali condizioni.

Grazie per l' attenzione.
#630
Secondo me invece la realtà della morale é empiricamente evidente, attestata dall' esistenza universalmente umana ben rilevabile di fatto a posteriori della tendenza comportamentale a valutare i comportamenti propri e altrui (ovviamente purché liberi da costrizioni estrinsecamente subite) in senso etico (come più o meno buona o più o meno cattivi a seconda dei casi; con elementi di giudizio generalissimi astrattissimi sempre comuni a tutti e altri più particolari concreti storicamente mutevoli in quanto condizionati in ultima analisi dalle relazioni fra sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione e conseguentemente dalla lotta di classe).

Mi scuso per l' ennesima ripetizione.
Spero di riuscire a trattenermi (o a "contenermi", come diceva -anzi: imponeva a un altrettanto noto ottuso servitore- un notissimo violatore seriale dell' etica) e a non ripetere ulteriormente sempre le stesse affermazioni in risposta a sempre le stesse obiezioni