Bella recensione sul piano tecnico-estetico. Su quello ideologico ognuno tragga le sue conclusioni. L'artista ti racconta la realtà, caricandola e dilatandola, ma si ferma di fronta alla coerenza della storia, lasciando al fruitore la "morale della favola".
Così va pure col "termitaio" in cui la fenomenologia dice molte cose vere, ma non dice qual'è la testa da cui il marcio proviene. Quel marcio causale che è il tarlo costante del pensiero filosofico, ossessionato dal (pre)giudizio della verità.
Così va pure col "termitaio" in cui la fenomenologia dice molte cose vere, ma non dice qual'è la testa da cui il marcio proviene. Quel marcio causale che è il tarlo costante del pensiero filosofico, ossessionato dal (pre)giudizio della verità.

... e quasi sempre risolvo. Ma per la poesia è più difficile perchè a volte la parola che manca, manca del tutto. Ho avuto anch'io le mie lunghe stagioni poetiche, l'ultima delle quali è incappata in un fleur du mal dal profumo inebriante, ma talmente velenoso da avere, con timor panico, disseccato, forse per sempre, la vena, rigogliosa come non mai nel suo epilogo finale.